NICULIN BEVIACQUA: IL PICCOLO GRANDE CAMPIONE GLORIA DELLO SPORT SAVONESE

NICULIN BEVIACQUA: IL PICCOLO

GRANDE CAMPIONE

GLORIA DELLO SPORT SAVONESE

                                                                        di  LUCIANO ANGELINI  e FRANCO ASTENGO

“Sulla pista dello stadio di Colombes (Parigi, 1938: Campionati europei di atletica leggera, ndc) scese, tra gli altri, un minuscolo atleTA in maglia azzurra, alto non più di un metro e 56 e, soprattutto, di proporzioni ridottissime: 40/42 chilogrammi di ossa e muscoli, forse meno. Si trattava di Giuseppe Beviacqua, detto Nicolino, nato a Savona nel 1914 e di gran lunga il miglior fondista che l’Italia abbia mai avuto, se eccettuiamo forse i semi-mitici Speroni e Ambrosini. Beviacqua fu il primo straniero a battere i finlandesi in casa loro sui 10 chilometri. A Parigi egli fece correre un immenso rischio a Ilmari Salminen (campione d’Europa nel 1934 e nel ‘38, Olimpico a Berlino nel 1936, Mondiale nel ’37, ndr) fu l’unico a reggere fino in fondo al suo passo e ad attaccarlo violentemente in dirittura, passandogli quasi tra il torso ed il braccio destro. Con uno sforzo disperato Salminen mantenne 4/10 di vantaggio e vinse, appunto, in 30’52”8. Al terzo posto, in 30’57”8, si insediò il tedesco Max Syring…”

Così Giorgio Bonacina, giornalista, tra i più grandi cantori ed esperti di atletica leggera con Gianni Brera e Renato Morino, racconta una delle più belle imprese di Giuseppe Beviacqua, il piccolo grande campione savonese, sempre protagonista sulle piste di mezza Europa, da Berlino a Oslo, da Helsinki a Londra, da Stoccarda a Parigi, sui 5000 e 10000 metri, specialità che in quegli anni, tra il 1930 e il primo dopoguerra, vedevano eccellere i lunghi finnici Salminen, Virtanen, Hockert, Taisto Maki, Iso-Hollo, il polacco Kusocinski e i francesi Rochard e Bouin.

Una storia, quella di “Niculin” Beviacqua, di enorme valore sul piano sportivo e umano. Averlo conosciuto è stato un onore. Ricordarlo un dovere.

Giuseppe Beviacqua vulgo Niculin, nato a Savona il 28/10/1914 e scomparso il 10/8/1999. Atleta di fondo, dai 5.000 metri in su con particolare predilezione per la corsa campestre. Venti presenze in nazionale tra il 1936 e il 1951. Undicesimo in finale nei 10.000 metri alle Olimpiadi di Berlino. Vice campione d’Europa a Parigi nel 1938, partecipa anche agli Europei di Oslo nel 1946. Ottiene il primato italiano dei 5.000 metri una prima volta il 21/9/1941 a Milano con il tempo di 14’37” e una seconda volta a Firenze nel 1942 con il tempo di 14’31”8, primato destinato a durare fino al 1957 quando Perrone lo supera con 14’31”. Nei 10.000 metri Beviacqua diventa primatista italiano per ben tre volte, a Firenze nel 1937 con il tempo di 30’59” 8, a Parigi il 5 settembre 1938  con 30’53’8 e a Stoccarda nel 1940 in  30’27”4. Primato che dura 10 anni, fino al 1959 superato da Volpi. Nella specialità dei 5.000 metri conquista il titolo italiano negli anni 1938, 1939, 1940, 1941, 1942, 1945. Beviacqua conquistò il titolo italiano dei 10.000 metri nel 1936, 1937, 1942, 1943, 1946, 1947, 1948 e il titolo di corsa campestre negli anni 1944, 1949, 1950.

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Niculin Beviacqua, in maglia azzurra, sulla pista olimpica di Berlino 1936

Per una volta abbiamo abbandonato le nostre consuete rievocazioni calcistiche per dedicare questa retrospettiva al più grande atleta che abbia mai illustrato la gloria di Savona ai vertici dell’atletica mondiale.

La provincia di Savona ha avuto altri epigoni presenti a livello olimpico e di campionato mondiale da Castelli staffettista della 4X100 a Los Angeles nel 1932, a Furio  Fusi impegnato sui 400 metri e nella staffetta 4X400 a Città del Messico nel 1968, fino ai più recenti Ezio Madonia (100 metri Seoul 1988, Atlanta 1996)  ed Emanuele Abate (ostacolista sui 110, Londra 2012). Gli ultimi due allenati da un altro indimenticabile della nostra atletica come “Peo” Astengo. Ma Beviacqua è stato sicuramente il più rappresentativo.

L’occasione per ricordarlo però è stata del tutto casuale.

Nello svolgere le nostre consuete ricerche sfogliando antichi giornali e almanacchi ci siamo imbattuti infatti in un magnifico articolo scritto da Bruno De Ceresa, un lunga e carriera alla guida del settore spettacoli del “Secolo XIX, fratello dell’attore Ferruccio, tra i grandi del teatro genovese e italiano, e apparso sul “Campione” del 26 dicembre 1955, nel quale si dà notizia del ritiro dalla gare di Niculin (a 41 anni) e ne traccia un bellissimo profilo umano e sportivo.

Riproduciamo allora l’intero articolo apparso sotto il titolo:

“UN PICCOLO ITALIANO PLASMATO NEL FERRO”

Si è ritirato Nicolin Beviacqua detentore di 27 campionati

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Niculin Beviacqua con la maglia del Trionfo Ligure

 Ecco il testo dell’articolo:

“Se vi trovate a passare da Savona fate un salto in via Montenotte, alla pasticceria Ruggeri, là vi racconteranno come Niculin Beviacqua cominciò a correre. Vi descriveranno le volate di Niculin, allora appena undicenne garzonetto della pasticceria, per acciuffare i ragazzacci che gli facevano il verso e tentavano di rubargli lre paste che lui portava in giro ai clienti sul plateau, in bilico sulla testa.

Vi diranno anche che quando Niculin non venne più disturbato era ormai in grado di vincere una corsa: aveva tredici anni quando partecipò alla Bissolati.

A piedi scalzi su di un percorso di due chilometri e mezzo Beviacqua seppe portare la maglia della sua società, la Fratellanza che gli aevano fatto indossare al momento della partenza, primo al traguardo. Si stupì di vincere più lui della gente che continuava a domandarsi come quel piccoletto avesse potuto fare.

Da allora sono passati 28 anni ma la gente continua a domandarsi come abbia potuto diventare quel grande campione che è: piccolo di statura, un vero e proprio peso piuma, dotato più di fasci di nervi che di muscoli Beviacqua aveva però una grande qualità che un giorno seppe affinare e adattare alle circostanze: la volontà di correre e vincere.

Le sue imprese hanno stupito folle innumerevoli su tutti gli stadi d’Europa: nelle sue specialità 5.000 e 10.000 metri sapeva imporre un treno di corsa cui bel pochi sapevano resistere. Perfino i grandi Salminen, Lefevre, Szabo, Tchapla, Szilargi, Zatopek hanno dovuto ammirare la caparbietà di questo piccolo italiano, che aveva fatto onore alla meglia azzurra”.

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Emil Zatopek, l’uomo cavallo, 7 medaglie d’oro tra europei e olimpiadi. A Beviacqua capitò diverse volte di batterlo

“Stralciamo dal suo albo d’oro alcuni episodi significativi. 1938: è una grande annata nel corso della quale compie un exploit. Nel corso di una settimana corre in quattro città diverse de’Europa. Va a Berlino e vince i 10.000 metri davanti a Szilagy. Prende l’aereo e va a Helsinki ma l’apparecchio ha un’avaria al motore e occorre un atterraggio di fortuna, arriva nella capitale finlandese dopo una notte infernale trascorsa su di un traballante autobus; nello stesso pomeriggio corre e si piazza al secondo posto dopo il primatista mondiale dal quale lo divide una spanna. In compenso Niculin abbassa il record italiano sulle 4 miglia: 19’02”. L’indomani va a Turku nsempre in Finlandia; si è riposato una notte così può battere Jarvileen sui 10.000 metri. Zatopek, allora agli inizi della carriera si piazza al settimo posto.

Beviacqua prende ancora l’aereo per raggiungere Londra, altro incidente altra notte in bianco. Nella capitale britannica Beviacqua corre sulla distanza delle tre miglia e ottiene il terzo posto battendo il record delle due e delle tre miglia. In volo raggiunge l’Italia e il lunedì torna al lavoro come fattorino dell’Ilva. Aveva chiesto sette giorni di ferie per poter correre all’estero.

Sempre nello stesso anno, nel corso dei campionati europei a Parigi, Beviacqua corre con 39° di febbre e arriva secondo dietro a Salminen. Non lo volevano far correre ma Niculin testardo ha indossato la maglia azzurra, strappando l’ammirazione di tutti gli avversari e amici”.

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Il finnico Salminen, grande avversario di Beviacqua

E’ forse fatto di ferro Niculin? No. E’ soltanto un uomo che ha saputo imporsi una regola di vita pari alle necessità dello sport cui ha dedicato la sua giovinezza. Niente fumare, niente bere, nessuno svago che potesse intaccare la sua forma: tutte le sere a letto alle 21, e tutti i giorni allenamento atletico sul campo dell’Ilva. Così per 28 anni estate e inverno anche quando in momenti duri era molto difficile conciliare il pranzo con la cena”.

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Genova. Trofeo Colombo. 12 ottobre 1955. Niculin Beviacqua vince la sua ultima corsa a 41 anni

“Oggi – così termina il racconto di Bruno De Ceresa – Niculin Beviacqua si è ritirato dalle corse; dopo la sua ultima strepitosa vittoria nella Coppa Colombo disputatasi il 12 ottobre scorso ha aderito alle pressioni degli amici preoccupati per la sua salute. Farà l’allenatore. Alle sue spalle stanno 27 campionati italiani vinti, capitano azzurro, olimpionico, primatista ancora imbattuto dopo 18 anni nella specialità dei 5.000 e dei 10.000 metri. E’ una garanzia per l’insegnamento alle giovani leve, è un simbolo di onestà sportiva.

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Torino 1936, incontro Italia-Giappone, gara dei 5 mila metri: Kohei Murakoso guida davanti a Umberto Cerati e Nicolin Beviacqua. Murakoso si piazzerà quarto alle Olimpiadi di Berlino dopo una dura lotta con i finnici Salminen, Askola e Iso-Hollo

30 agosto 1936 Italia – Giappone 91-81

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