Il primo scudetto dei dilettanti è datato 1958. Lo vinse, dopo una lunga serie di partite, la Civitavecchiese. Arrivò ad un passo dal giocarselo c’era anche il Varazze (eliminato dal Leffe in semifinale) dei Testera, Carlotto, Maritano, Leoncini e Pallaro che conquistò il passaggio alla Serie D. Una storia che va raccontata.
1957-58 il Varazze sale in IV Serie: da sin. in piedi: Zunino, Fantino, Leoncini, Pascutto, Testera, Carlotto, Calabria; accosciati l’eterno massaggiatore Pierfederici, Molinari, Maritano, Pallaro, Merlo
Questa immagine ci riporta appunto al campionato di Promozione 1957-58 quando per la prima volta la FIGC organizzò la fase finale fra tutte le vincenti dei diversi gironi regionali per assegnare il titolo di campione d’Italia dilettanti.
Per la Liguria parteciparono le due vincenti dei gironi A (ponente) e B(levante) Varazze e Arsenalspezia.
Gli Arsenalotti caddero vittime della Rescaldinese capace di eliminare gli spezzini agli ottavi di finale ma il calcio ligure fu vendicato dal Varazze che superò nei quarti la stessa squadra lombarda: le gare si disputarono ad eliminazione diretta
La fase finale infatti si svolse andata e ritorno con gare ad eliminazione diretta.
Semifinali e finali si giocarono, invece, con partita unica e il Varazze fu sconfitto in quel di Tortona dal Leffe, altra squadra lombarda poi superata 2-0 dalla Civitavecchiese nella finalissima disputata a Roma.
I due gironi liguri si erano conclusi con queste classifiche finali:
Nella stagione 1954-55 la Federazione decideva l’organizzazione di un campionato riserve (denominato Campionato Cadetti) riservato alle squadre professionistiche. Si riprendeva così una antica tradizione, datata dal 1912 e proseguita a fasi alterne con le squadre “riserva” dei grandi club che partecipavano anche ai campionato di Prima e Seconda Divisione. Poi con l’istituzione della Serie C questa possibilità era tramontata.
Dalla stagione 1954-55 alla 1961 – 62 il campionato riserve era il campionato dalle seconde squadre delle società professionistiche partecipanti ai campionati di Serie A e Serie B che erano obbligate a disputarlo. Alle società partecipanti era concesso di utilizzare non più di 3 giocatori che avevano disputato la gara domenicale, in modo da permettere loro di mettere alla prova i giocatori da portare in panchina la domenica. Tutte le gare venivano disputate in settimana nelle giornate di mercoledì e giovedì. Ci sono anche tre indimenticabili giocatori biancoblu nella storia del campionato riserve: Glauco Gilardoni, all’epoca nel Lecco, e i rossoneri Urano Benigni e Pierino Prati. Tutti e tre, protagonisti nella esaltante e sfortunata stagione in Serie B, hanno lasciato un ricordo indelebile nel cuore dei savonesi.
Dopo aver subito una fondamentale variazione nella stagione 1960-1961 (che peraltro non permise che si concludesse con un vincitore, non essendosi potuto disputare, per mancanza di tempo, il turno finale tra le vincenti dei sette gironi) aprendosi alla Serie C, nella stagione 1960-1961 il torneo riprese la sua formula originale limitato alle società di Serie A e Serie B (cinque gironi di cui tre di otto squadre e due di sette). Anche in quell’edizione però ci si trovò nella condizione di non poter disputare il turno finale. Il torneo venne definitivamente abolito con l’istituzione della Coppa De Martino (poi campionato Primavera per le squadre di Serie A e Serie B) e Trofeo Berretti (per le squadre di Serie C e D: da ricordare che al tempo esisteva la suddivisione tra Professionisti e Semiprofessionisti).
Nel Lecco riserve 1959-60 c’è anche il “nostro” Glauco Gilardoni: da sinistra, in piedi, il massaggiatore Limonta, Bonacina, Sacchi, Vergani, Bartesaghi, Cravino, Nistri l’allenatore Capello accosciati: Gandini, Saccani, Gravina, Gilardoni, Maffeis
ALBO D’ORO DEL CAMPIONATO RISERVE
1954-55: Lanerossi Vicenza; 1955-56 Lazio; 1956-57 Milan; 1957-58 Fiorentina; 1958-59 Milan; 1959-60 Internazionale 1960-61 e 1961 – 62 fase finale non completata.
GIRONE FINALE 1955-56
Lazio 10, Brescia 7, Milan 6, Juventus 1
GIRONE FINALE 1957-58
Fiorentina 6, Milan 4, Brescia 2
FINALE 1958 -59
Milan- Fiorentina 2-1; Fiorentina – Milan 2-0. Finalissima a Bologna: Milan – Fiorentina 3-0
CLASSIFICA DEI GIRONI CAMPIONATO 1959-60
Girone A: Inter 31, Sampdoria 25, Torino 25, Juventus 27, Como 21, Milan 21, Genoa 20, Lecco 19, Monza 15, Alessandria 14, Novara 7
Girone A: Milan 21, Atalanta 19, Inter 18, Pro Patria 14, Parma e Reggiana 12,Modena 10, Lecco 6
Girone B: Torino 18, Novara 17, Juventus e Monza 15, Genoa 14, Sampdoria 12, Alessandria 11, Como 10
Girone C:Lanerossi Vicenza 20, Venezia 19, Mantova e Verona 16, Spal e Udinese 12, Brescia 10, Padova 7
Girone D: Bologna 19, Fiorentina 18, Lazio e Roma 15, Prato e Sambenedettese 7, Lucchese 3
Girone E: Napoli 18, Cosenza 13, Catanzaro, Messina, Palermo 13, Catania 11, Bari 6
Il Milan nel trofeo “De Martino”, qui dei nostri se ne trovano due, Pierino Prati e Urano Benigni: da sinistra, in piedi, Salvadore II, Rotoni, Regalia, Lucingoli, Prati, Fabbro; accosciati: Prato, Benigni, Sainati, Brutti, Fantini
TROFEO DE MARTINO
IL Trofeo “De Martino” comprendeva invece anche squadre di Serie C e si sdoppiava alla fine in classifica di Serie A e classifica di Serie B.
Esaminiamo al microscopio la Serie A negli anni ’90, quando accadono un sacco di cose: la più importante rimane quello dell’entrata in scena della TV a pagamento, il fulcro dell’attenzione si sposta così dallo stadio alla divano e comincia anche la differenziazione di orario. Nel 1995 si pronuncia da parte dell’Alta Corte di Giustizia Europea la sentenza Bosman, si aprono così le porte della Comunità Europea e il numero di stranieri per squadra cresce in maniera esponenziale.
Grandi novità dunque in un quadro di campionato italiano ai massimi livelli mondiali, nonostante che la nazionale, sconfitta in semifinale ai rigori dall’Argentina, in finale dal Brasile e nei quarti dalla Francia, non riesca, tra il 1990, il 1994 e il 1998 nell’impresa di vincere il mondiale sotto le guide di Vicini, Sacchi e Cesare Maldini.
Tra il campionato 1989 – 90 e quello 1998-99 l’elenco delle scudettate principia con Napoli e Sampdoria, poi tocca a Milan e Juventus dividersi il primato per tutto il resto del decennio.
Di seguito il quadro completo delle squadre presenti nella massima divisione, con piazzamento stagione per stagione e rosa dei titolari:
PRIMA PARTE: DAL CAMPIONATO 1989-90 AL CAMPIONATO 1993-94
Lorieri ,Rodia, Cavaliere, Colantuono, Aloisi, Arslanovic, Cvetkovic, Sabato, Garlini, Giovannelli, Casagrande (Benetti, Carillo, Destro, Chierico, Zaini) all. Bersellini poi Agroppi
(diciottesimo posto campionato 1991-92): Lorieri, Aloisi, Pergolizzi, Di Rocco, Benetti, Pierleoni, Cavaliere, Troglio, Giordano, Vervoort, Bierhoff (Spinelli, Mancini,Piscedda,Fusco, Menolascina) all. De Sisti poi Cacciatori
(decimo posto campionato 1990-91): Ferron, Contratto, Pasciullo, Porrini, Bigliardi, Progna, De Patre, Bordin, Evair, Nicolini, Perrone (Catelli, Bonacina, Orlandini, Caniggia) all. Frosio
(undicesimo posto campionato 1991-92): Ferron, Minaudo, Pasciullo, Bordi, Bigliardi, Porrini, Perrone, Stromberg, Bianchezi, De Patre, Caniggia(Valentini;Cornacchia;Bracaloni;Piovanelli) all. Giorgi
(ottavo posto campionato 1992-93): Ferron, Porrini, Montero, Valentini, Alemao, Bigliardi, Rambaudi, Bordin , Ganz, Perrone, Minaudo (Pasciullo,Rodriguez, De Agostini) all. Lippi
(diciassettesimo posto campionato 1993-94): Ferron, Pava, Tresoldi, Minaudo, Bigliardi, Montero, Ganz, Sauzee, Orlandini, Scapolo (Magoni, Perrone, Pinato, Valentini, Poggi, Boselli, Codispoti) all. Guidolin poi Valdinoci
BARI (decimo posto campionato 1989 – 90)
Mannini, Loseto, Carrera, Terracenere, Ceramicola, Carbone, Urbano, Gerson, Joao Paulo, Maiellaro, Monelli ( Drago,Lorenzo, Brambati,Fioretti,Perrone, Scarafoni) all. Salvemini
(tredicesimo posto campionato 1990-91): Biato, Loseto II, Carrera, Terracenere, Brambati, Gerson, Colombo, Cucchi, Raduciou, Maiellaro, Lupo (Alberga,Soda, Parente, Maccoppi) all. Salvemini
(quindicesimo posto campionato 1991-92): Biato, Brambati, Parente, Fortunato, Maccoppi, Progna,Manighetti, Carbone, Farina, Platt, Giampaolo (Colombo, Caccia,Alberga,Cal ) all.Boniek
BOLOGNA (ottavo posto campionato 1989-90)
Cusin, Luppi, Villa, Stringara, De Marchi, Cabrini, Geovani, Bonini, Giordano, Bonetti II; Marronaro (Galvani, Iliev, Stringara, Waas) all. Maifredi
(diciottesimo posto campionato 1990-91): Cusin, Biondo, Cabrini, Di Già, Negro, Villa, Mariani, Verga, Turkylmaz, Notaristefano, Galvani (Waas, Pilato;Schenardi,Detari,Poli) all. Radice
BRESCIA (quindicesimo posto campionato 1992-93): Landucci, Negro, Rossi, De Paola, Brunetti, Bonometti, Sabau, Domini, Raducioiu, Hagi, Giunta (Schenardi, Cusin,Piovanelli) all.Moro
CAGLIARI (quattordicesimo posto campionato 1990-91): Ielpo, Festa, Nardini, De Paola, Valentini, Firicano, Herrera, Matteoli, Fonseca, Francescoli, Cappioli (Pulga, Paolino,Cornacchia,Corellas;) all.Ranieri
(tredicesimo posto campionato 1991-92): Ielpo, Napoli, Nardini, Herrera, Festa, Firicano, Cappioli, Gaudenzi, Francescoli, Matteoli, Fonseca ( Pistella, Bisoli, Chiti, Criniti) all.Giacomini poi Mazzone
(sesto posto campionato 1992-93): Ielpo, Napoli, Festa, Firicano, Pusceddu, Cappioli, Herrera, Francescoli, Matteoli, Oliveira (Criniti, Sanna, Bisoli, Bellucci) all. Mazzone
(dodicesimo posto campionato 1993-94): Fiori, Villa, Pusceddu, Bisoli, Napoli, Firicano, Moriero, Herrera, Dely Valdes, Matteoli, Oliveira (Sanna, Allegri,Bellucci, Marcolin) all. Giorgi
CESENA (dodicesimo posto campionato 1989-90)
Sebastiano Rossi, Calcaterra, Ansaldi, Esposito, Gelain, Jozic, Turchetta, Piraccini, Agostini, Domini, Djukic (Nobile, Flamigni, Scucugia, Del Bianco) all. Lippi
(diciassettesimo posto campionato 1990-91): Fontana, Calcaterra, Nobile, Esposito, Barcella, Jozic, Pierleoni, Pieraccini, Amarildo, Giovannelli, Ciocci (Del Bianco, Gelain, Ballotta,Leoni, Silas) all.Lippi poi Ceccarelli
CREMONESE (diciassettesimo posto campionato 1989-90)
(diciassettesimo posto campionato 1991-92): Rampulla, Garzilli, Favalli, Ferraroni, Bonomi, Verdelli, Giandebiaggi, Marquez, Florijancic, Iacobelli, Marcolin (Piccioni, Dezotti, Lombardini) all.Giagnoni
(decimo posto campionato 1993-94): Turci, Gualco, Pedroni, Cristiani, Bassani, Verdelli, Giandebiaggi, De Agostini, Dezotti, Maspero, Tentoni (Lucarelli, Favalli,Ferraroni) all.Simoni
FIORENTINA: (tredicesimo posto campionato 1989-90)
Landucci, Pioli, Volpecina, Iachini, Pin, Battistini, Dell’Oglio, Dunga, Derticya, Baggio, Di Chiara (Buso, Faccenda, Banchelli, Nappi, Kubik) all. Giorgi
(dodicesimo posto campionato 1990-91) Landucci, Dell’Oglio, Volpecina, Iachini, Faccenda, Malusci, Lacatus, Kubik, Borgonovo, Fuser, Di Chiara II (Pin, Buso, Mareggini,Dunga,Orlando) all. Amarildo
(dodicesimo posto campionato 1991-92): Mannini, Fiondella, Carobbi, Dunga, Faccenda, Pioli,Mazinho, Orlando, Batistuta, Maiellaro, Salvatori (Iachini, Mareggini,Carobbi,Salvatori) all.Radice
(sedicesimo posto campionato 1992-93): Mannini, Carnasciali, Carobbi, Di Mauro, Faccenda, Verga, Effemberg, laudrup II; Batistuta, Orlando, Baiano(Luppi, Pioli, Iachini) all. Radice poi Agroppi
FOGGIA (nono posto campionato 1991-92): Mancini, Codispoti, Grandini, Shalimov, Matrecano, Consagra, Rambaudi, Petrescu, Baiano, Barone, Signori (Lo Polito) all. Zeman
(dodicesimo posto 1992-93): Mancini, Petrescu, Grandini, Di Biagio, Fornaciari, Di Bari, Bresciani, Seno, Kolyvanonv, Di Vincenzo, Biagioni (Medford, Caini, Bianchini II, Mandelli, Roy,Sciacca) all. Zeman
(nono posto campionato 1993-94); Mancini, Nicoli, Caini, Di Biagio, Di Bari, Chamot, Kolyvanov, De Vincenzo, Cappellini, Stroppa, Roy (Bucaro, Mandelli, Bresciani, Seno, Mandelli) all. Zeman
GENOA (undicesimo posto campionato 1989 – 90)
Gregori, Torrente, Ferroni II, Eranio, Collovati, Signorini, Urban, Ruotolo, Aguilera, Fiorin, Rotella (Braglia,Caricola II, Perdomo, Fontolan II) all. Scoglio
(quarto posto campionato 1990-91): Braglia, Torrente, Caricola II, Eranio, Collovati, Signorini, Ruotolo, Fiorin, Aguilera, Skhuravy, Onorati (Pacione, Branco) all. Bagnoli
(quattordicesimo posto campionato 1991-92): Berti, Torrente, Branco, Eranio, Caricola, Signorini, Ruotolo, Bortolazzi, Aguilera, Skhuravy, Onorati(Fiorin) all. Bagnoli
(tredicesimo posto campionato 1992-93): Spagnulo, Panucci, Caricola, Signorini, Fortunato, Fiorin, Ruotolo, Bertolazzi, Padovano, Skhuravy, Onorato (Iorio, Vant’Schip, Torrente,Collovati, Cavallo) all.Maifredi
(undicesimo posto campionato 1993-94): Tacconi, Petrescu, Lorenzini, Caricola, Torrente, Signorini, Ruotolo, Bortolazzi, Nappi, Cavallo, Ciocci (Berti, Galante, Detari, Onorati, Murgita) all. Maselli poi Scoglio
INTER (terzo posto campionato 1989-90)
Zenga, Bergomi, Brehme, Verdelli, Ferri II, Mandorlini, Morelli, Berti, Klinsmann, Cucchi, Serena (Bianchi; Matteoli, Baresi, Matthaus, Di Già) all. Trapattoni
(terzo posto campionato 1990-91): Zenga, Bergomi, Brehme, Berti, Ferri II, Paganin I, Bianchi, Pizzi, Klinnsmann, Mattahus, Serena (Mandorlini, Baresi; Stringara, Battistini, Berti, Serena) all. Trapattoni
(ottavo posto campionato 1991-92): Zenga, Bergomi, Brehme, Ferri II, Dino Baggio, Montanari, Baresi, Berti, Klinsmann, Matthaus, Fontolan (Desideri, Ciocci) all.Orrico
(secondo posto campionato 1992-93): Zenga, Bergomi, De Agostini, Paganin I, Ferri II; Battistini, Bianchi, Berti, Sosa, Shalimov, Fontolan II (Pancev, Manicone, Schillaci, Taccola) all. Bagnoli
(tredicesimo posto campionato 1993-94): Zenga, Bergomi, Paganin II, Jonk, Paganin I, Battistini, Orlando, Manicone, Fontolan II, Bergkamp, Sosa (Dell’Anno,, Berti, Shalimov) all.Bagnoli poi Marini
JUVENTUS (quarto posto campionato 1989-90)
Tacconi, Napoli, De Agostini, Galia, Bonetti II, Tricella, Fortunato, Rui Barros, Zavarov, Marocchi, Schillaci (Brio, Alessio, Bruno, Alejnikov, Serena) all. Zoff
(settimo posto campionato 1990-91): Tacconi, Bonetti I, Luppi, Corini, De Marchi, De Agostini, Hassler, Marocchi, Schillaci,Baggio, Di Canio(Alessio, Galia, Julio Cesar,Fortunato)all. Maifredi
(secondo posto campionato 1991-92): Tacconi, Carrera, De Agostini, Reuter, Kohler, Julio Cesar, Marocchi, Galia, Schillaci, Baggio, Casiraghi (Luppi, Alessio,Di Canio) all.Trapattoni
(quarto posto campionato 1992-93): Peruzzi, Torricelli, De Marchi, Dino Baggio, Kholer, Carrera, Conte, Galia, Vialli, Moller, Casiraghi (Di Canio, Marocchi, Rampulla, ) all. Trapattoni
(secondo posto campionato 1993-94): Peruzzi, Torricelli, Fortunato, Dino Baggio, Kohler, Julio Cesar, Di Livio, Conte, Ravanelli, Roberto Baggio, Moller (Porrini, Marocchi,Del Piero, Galia) all. Trapattoni
LAZIO (nono posto campionato 1989-90)
Fiori, Bergodi, Beruatto, Pin, Gregucci, Soldà, Di Canio, Icardi, Amarildo, Sclosa, Bertoni (Monti, Marchegiani, Troglio, Ruben Sosa) all. Materazzi
(undicesimo posto campionato 1990-91): Fiori, Bergodi, Sergio, Pin, Gregucci, Soldà, Madonna, Sclosa, Riedle, Domini, Sosa (Lampugnani, Marchegiani,,Troglio) all. Zoff
(decimo posto campionato 1991-92): Fiori, Bergodi, Sergio, Pin, Gregucci, Soldà, Bacci, Doll, Riedle, Sclosa, Sosa (Stroppa, Corino,Verga,) all. Zoff
(quinto posto campionato 1992-93): Fiori, Luzardi, Favalli, Bacci, Gregucci, Cravero, Fuser, Doll, Winter, Gaiscogne, Signori (Orsi,Stroppa,Bonomi) all. Zoff
(quarto posto campionato 1993-94): Marchegiani, Negro, Bergodi, De Paola, Luzardi, Di Matteo, Bacci, Doll, Casiraghi,Di Mauro, Winter (Marcolin, Favalli, Cravero, Gaiscogne, Signori) all. Zoff
LECCE (quattordicesimo posto campionato 1989-90)
Terraneo, Garzja, Marino, Ferri I, Righetti, Carannante, Moriero, Barbas, Pasculli, Benedetti, Virdis (Conte, Miggiano,Levanto, Vincze) all. Mazzone
(quindicesimo posto campionato 1990-91): Zunico, Marino,Mazinho, Carannante, Amodio, Conte, Alejnikov, Morello, Virdis, Benedetti, Moriero (Panero, Pasculli, D’Onofrio, Morello) all.Boniek
(diciottesimo posto campionato 1993-94): Gatta, Gazzani, Carobbi, Ceramicola, Padalino, Trinchera, Gerson, Melchiori, Baldieri, Notaristefano, Barollo (Morello, Russo, Altobelli,Ayew) all. Sonetti
MILAN (secondo posto campionato 1989-90)
Giovanni Galli, Tassotti, Maldini, Colombo, Costacurta, Baresi II, Donadoni, Ancellotti, Van Basten, Rijkaard, Evani (Pazzagli, Massaro, Simone, Fuser, Stroppa, Gullit) all. Sacchi
(secondo posto campionato 1990-91): Pazzagli, Tassotti, Maldini, Rijkard, Costacurta, Baresi, Donadoni, Ancelotti, Van Basten, Gullit, Evani (Gaudenzi, Massaro, Carbone,Simone) all. Sacchi
(campione d’Italia campionato 1991-92): Sebastiano Rossi, Tassotti, Maldini, Albertini, Costacurta, Baresi, Donadoni, Rijkaard, Van Basten, Gullit, Evani (Gambaro, Massaro, Cornacchini, Antonioli) all. Capello
(campione d’Italia campionato 1992-93): Antonioli, Tassotti, Maldini, Albertini, Costacurta, Baresi, Donadoni, Rijkaard, Van Basten, Evani, Papin (Nava, Lentini, Massaro, Eranio, Savicevic, Gullit) all. Capello
Giuliani, Ferrara, Francini, Crippa, Alemao, Baroni, Fusi, De Napoli, Careca, Maradona, Carnevale (Zola, Mauro, Corradini) all. Bigon
(ottavo posto campionato 1990-91): Giovanni Galli, Ferrara, Francini, Crippa, Alemao, Baroni, Venturin, De Napoli, Careca, Maradona, Incocciati (Silenzi, Rizzardi, Renica) all.Bigon
(quarto posto campionato 1991-92): Giovanni Galli, Ferrara, Francini, Crippa, Alemao, Blanc, Pusceddu, De Napoli, Careca, Zola, Padovano (De Agostini, Tarantino,Corradini) all. Ranieri
(undicesimo posto campionato 1992-93): Giovanni Galli, Ferrara, Francini, Pari, Tarantino, Policano, Corradini, Thern, Mauro, Zola, Fonseca (Crippa,Nela, Carbone, Altomare) all. Ranieri poi Bianchi
(sesto posto campionato 1993-94): Di Fusco, Ferrara, Francini, Gambaro, Cannavaro, Bia, Di Canio, Bordin, Fonseca, Thern, Pecchia (Buso, Taglialatela, Corradini, Nela, Corini, Policano) all.Lippi
PARMA (sesto posto campionato 1990-91): Taffarel, Donati, Gambaro, Minotti, Apolloni, Grun, Melli, Zoratto, Osio, Cuoghi, Brolin ( Mannari, Monza, Sorce, Catanese) all. Scala
(settimo posto campionato 1991-92): Taffarel, Benarrivo, Di Chiara II, Minotti, Apolloni, Grun, Melli, Zoratto, Pulga, Cuoghi, Brolin (Catanese, Agostini, Osio) all. Scala
(terzo posto campionato 1992-93): Ballotta, Matrecano, Di Chiara II, Minotti, Apolloni, Pin, Melli, Zoratto, Osio, Cuoghi, Asprilla (Pulga, Brolin, Grun) all. Scala
(quinto posto campionato 1993-94): Bucci, Benarrivo, Di Chiara II, Minotti, Apolloni, Sensini, Brolin, Zoratto, Crippa, Zola, Asprilla (Balleri, Melli, Maltagliati) all. Scala
PIACENZA (quindicesimo posto campionato 1993-94): Taibi, Polonia, Carannante, Suppa, Maccoppi, Lucci, Turrini, Papais, De Vitis, Iacobelli, Piovani (Brioschi, Ferazzoli, Chiti, Moretti, Ferrante, Di Cintio) all.Cagni
PISA (sedicesimo posto campionato 1990-91): Simoni, Bosco, Lucarelli, Argentesi, Fullo, Boccafresca, Neri, Simeone, Padovano, Dolcetti, Larsen (Cristallini, Dianda,Calori, Fiorentini) all.Giannini
REGGIANA (quattordicesimio posto campionato 1993-94): Taffarel, Parlato, Zanutta, Accardi, Sgarbossa, De Agostini, Esposito, Scienza, Padovano, Mateut, Morello (Lantignotti, Torrisi, Cherubini, Pietranera) all. Marchioro
ROMA (sesto posto campionato 1989-90)
Cervone, Tempestilli, Nela, Pellegrini III, Berthold, Comi, Desideri, Gerolin, Voller, Di Mauro, Rizzitelli (Bruno Conti, Giannini, Baldieri) all. Radice
(nono posto campionato 1990-91): Zinetti, Tempestilli, Carboni, Berthold, Aldair, Comi, Desideri, Di Mauro, Voller, Salsano, Gerolin (Cervone, Pellegrini III,Giannini,Muzzi) all.Bianchi
(quinto posto campionato 1991-92): Cervone, Pellegrini III; Carboni, Piacentini, De Marchi, Nela, Hassler, Di Mauro, Rizzitelli, Carnevale, Bonacina (Garzja, Giannini, Aldair, Carnevale) all.Bianchi
(decimo posto campionato 1992-93): Cervone, Garzja, Rossi, Bonacina, Aldair, Comi, Piacentini, Hassler, Carnevale, Giannini, Caniggia (Muzzi, Salsano, Petruzzi, Mihailovic, Giannini) all. Boskov
(settimo posto campionato 1993-94) : Lorieri, Garzja, Lanna, Mihailovic, Comi, Carboni, Hassler, Beretta, Scarchilli, Giannini, Rizzitelli (Grossi, Totti, Balbo) all. Mazzone
SAMPDORIA (quinto posto campionato 1989-90)
Pagliuca, Mannini, Carboni, Pari, Vierchwood, Pellegrini I, Salsano, Cerezo, Vialli, Mancini, Dossena (Lombardo, Lanna, Katanec,Invernizzi, Branca) all. Boskov
(campione d’Italia campionato 1990-91): Pagliuca, Mannini, Katanec, Pari, Lanna, Pellegrini I, Mikhailicenko, Cerezo, Vialli, Mancini, Dossena (Invernizzi, Lombardo) all.Boskov
(sesto posto campionato 1991-92): Pagliuca, Lanna, Orlando, Pari, Vierchwwod, Katanec, Lombardo, Cerezo, Vialli, Mancini, Silas(Invernizzi, Buso, Bonetti I, Bonetti II, Mannini) all. Boskov
(settimo posto campionato 1992-93): Pagliuca, Mannini, Lanna, Walker, Vierchwood, Corini, Lombardo, Jugovic, Invernizzi, Mancini, Bonetti II (Sacchetti, Chiesa, Bertarelli, Serena) all. Eriksson
(terzo posto campionato 1993-94): Pagliuca, Mannini, Rossi, Gullit, Vierchwood, Sacchetti, Lombardo, Katanec, Platt, Mancini, Evani (Bertarelli, Serena, Invernizzi, Bellucci, Salsano) all. Eriksson
TORINO
(quinto posto campionato 1990-91): Marchegiani, Bruno, Policano, Dino Baggio, Benedetti, Cravero, Sordo, Fusi, Bresciani, Martin Vazquez, Lentini (Annoni, Skoro, Romano) all.Mondonico
(terzo posto campionato 1991-92): Marchegiani, Annoni, Cois, Fusi, Benedetti, Cravero, Scifo, Lentini; Bresciani, Martin Vazquez, Venturin (Mussi, Venturin, Casagrande, Vieri) all. Mondonico
(nono posto campionato 1992-93): Marchegiani, Bruno, Cois, Mussi, Annoni, Fusi, Sordo, Casagrande, Aguilera, Scifo, Venturin (Fortunato, Silenzi, Sergio, Sottil, Poggi) all. Mondonico
(ottavo posto campionato 1993-94): Giovanni Galli, Annoni, Jarni, Mussi, Gregucci, Fusi, Sinigaglia, Fortunato, Silenzi, Carbone, Venturin (Aguilera, Francescoli, Poggi) all. Mondonico
UDINESE (quindicesimo posto campionato 1989-90)
Garella, Oddi, Vanoli, Bruniera, Sensini, Lucci, Mattei, Orlando, Simonini, Gallego, De Vitis (Abate, Galparoli, Branca, Minaudo, Balbo) all. Mazzia
(quattordicesimo posto campionato 1992-93): Di Sarno, Pellegrini III, Orlando, Sensini, Calori, Pierini, Mattei, Rossitto, Balbo, Dell’Anno,Kozminski (Contratto, Mariotto, Desideri, Mandorlini, Czacowski) all.Bigon
(sedicesimo posto campionato 1993-94: Battistini, Pellegrini, Bertotto, Rossitto, Calori, Desideri, Helveg, Statuto, Branca, Pizzi, Kozminski (Montalbano, Borgonovo, Gelsi) all. Fedele
VERONA (sedicesimo posto campionato 1989-90)
Peruzzi, Bertozzi, Pusceddu, Sotomayor, Favero, Gutierrez, Gaudenzi, Prytz, Gritti, Giacomarro, Pellegrini II (Acerbis, Magrin, Fanna) all. Bagnoli
(sedicesimo posto campionato 1991-92): Gregori, Polonia, Pellegrini I, Rossi, Pin, Renica, Pellegrini II, Icardi, Serena, Fanna, Raducioiu( Magrini, Lanini, Calisti, Prytz, Stoikovic ) all. Fascetti poi Corso.
Questa sera, 25 marzo 2021, si gioca a Parma la prima partita di qualificazione per il mondiale del Qatar 2022. L’avversaria dell’Italia non sarà un’avversaria banale.
Si tratta di quell’Irlanda del Nord che, nelle analoghe qualificazioni per il mondiale in quell’occasione (1958) da disputarsi in Svezia, eliminò inopinatamente gli azzurri in quella che è passata alla storia come la “Battaglia di Belfast”.
Ne abbiamo già scritto ma proprio nel giorno che appare davvero come un “ritorno al passato” riteniamo sia il caso di ritornare sull’argomento, augurandoci 63 anni dopo un esito diverso.
Mercoledì 4 dicembre 1957 a Belfast si doveva giocare la gara decisiva del girone che comprendeva anche il Portogallo: Irlanda del Nord- Italia. Accade l’imprevisto: l’aereo che dovrebbe portare l’arbitro designato, Zsolt ungherese, a Belfast è bloccato a Londra dalla nebbia. I nordirlandesi propongono all’Italia di giocare egualmente facendo dirigere la gara dall’arbitro irlandese Mitchell, un fischietto esperto e molto stimato.
La dirigenza italiana in un primo tempo accetta: poi l’allenatore Foni si impunta e non concede il consenso a giocare la partita come valida per la qualificazione. La gara è così declassata ad amichevole per non deludere il pubblico già assiepato sugli spalti del Windsor Park. Gli irlandesi però si sono indispettiti perché si sentono accusati di antisportività.
La partita “amichevole” si trasforma in una vera e propria caccia all’uomo, con gigantesca rissa finale. Carosio alla radio urla “Picchiano i nostro giocatori”: in realtà, in quel momento Ferrario, detto “Mobilia”, il che è tutto dire, e Chiappella stavano ben facendosi valere anche a livello di “noble art”.
Per la cronaca la gara era finita 2-2, punteggio che avrebbe qualificato gli azzurri.
Per il recupero fu indicata la data del 15 Gennaio 1958.
Nel frattempo fu consumata la vendetta sul Portogallo. I lusitani, con la squadra colma di giocatori provenienti dalle colonie dell’Angola e del Mozambico, furono costretti a giocare a San Siro il 22 Dicembre 1957. A Milano gravava, in quel giorno, uno dei più spessi nebbioni del secolo e la temperatura era sotto zero. Il povero Matateu si rifiutò di scendere in campo. Qualche anno prima, in analoghe condizioni, all’ala sinistra dell’Egitto, Alaa El Din, che pure nel primo tempo aveva segnato un goal, si congelarono le dita dei piedi. Inoltre arbitro fu designato un certo Damiani, della federazione jugoslava, nato però ad Udine.
Finì 3-0 ma sinceramente alla televisione non si vide nulla o quasi.
PORTOGALLO: Gomes, Virgilio, Pacheco, Pedroto, Arcanjo, Torres, Hernani, Teixiera, Aguas, Coluna, Duarte (Aguas e Coluna sono i primi a comparire tra quelli che saranno in seguito i protagonisti della già citata epopea del Benfica negli anni’60).
Arbitro: Damiani (Jugoslavia).
Siamo così alla scena madre. Belfast 15 gennaio 1958. Non c’è nebbia, cielo terso e Zsolt arriva puntuale.
La formazione italiana è quanto di più cervellotico si possa immaginare. GioanBrera fu Carlo, dalle colonne del Guerin Sportivo aveva proposto, considerato che per qualificarci sarebbe bastato il pareggio, di portare in Nazionale il blocco del Padova che Rocco aveva impostato su di un rigido catenaccio. I “poareti” bianco scudati in quel momento stavano contendendo lo scudetto a Juve e Fiorentina. La proposta venne sdegnosamente respinta perché considerata sacrilega del bel gioco italico votato all’attacco. Foni, scrisse Brera, più che non capire che si doveva far giocare il catenaccio del Padova, non osò. Così la CT ebbe la bella pensata di far giocare, a Belfast in gennaio, una prima linea per 4/5 composta da sud americani (tra l’altro non di primo pelo), sostituendo in più i due lottatori fiorentini della difesa, Chiappella e Cervato, con gli interisti Vincenzi e Invernizzi.
Sul campo per di più l’ottimo e imparziale Zsolt espulse Ghiggia a venti minuti dalla fine proprio mentre la squadra stava svolgendo il massimo sforzo per arrivare al pareggio. Presunzione, pressapochismo, scelte clamorosamente sbagliate. Risultato finale: Italia fuori dal Mondiale. Il trionfo di Pelè gli azzurri lo videro in TV.
“Lo smacco – ha scritto Gianni Brera nella sua Storia critica del calcio italiano – è cocente per tutti noi. Le parti in causa si accusano a vicenda. I qualunquisti se la prendono con Foni per l’esagerato numero di oriundi inutilmente impiegati; i difensivisti lamentano il mancato impiego della difesa patavina, che sicuramente avrebbe consentito di ottenere almeno l’indispensabile pareggio. L’impiego degli oriundi era sì esagerato ma diceva praticamente come fosse povero il nostro calcio di elementi all’altezza (salvo rare e fortunate eccezioni, non è che le cose siano cambiate, basta scorrere le formazioni del campionato 2017-2018 nda). Sembra incredibile, ma proprio Foni, che aveva vinto con l’Inter due scudetti applicando il catenaccio, in nazionale si è attenuto al più squallido WM, ed è rimasto a casa”.
Con la qualificazione dell’Irlanda del Nord, per la prima e unica volta nella storia del calcio le quattro federazioni britanniche approdarono alla fase finale del mondiale: Inghilterra, Galles, Scozia e – appunto – Irlanda del Nord.
Il Mondiale di Svezia sarebbe stato poi vinto, per la prima volta, dal “Magno Brasile” che schierava il diciottenne Pelè.
Tabellino:
IRLANDA DEL NORD – ITALIA 2-1
Reti: Mc Ilroy 13’, Cush 28’, Da Costa 56’.
Irlanda del Nord: Uprichard, Cunningham, Mc Michael, Danny Banchflower, Jackie Blanchflower, Peacock, Bingham, Mc Ilroy, Simpson, Cush, Mc Parland.
C’era un tempo, negli anni compresi tra le due guerre, in cui le squadre genovesi giocavano su campi diversi.
Fermo il Genoa (dal 1911) a Marassi, con l’Andrea Doria di scena alla Cajenna (che sorgeva dove adesso si colloca la Gradinata Nord dello stadio Ferraris), la Sampierdarenese ha giocato le sue partite casalinghe prima in via Cantore, successivamente a Villa Scassi e infine nel nuovo stadio di Cornigliano denominato all’epoca del regime “Littoriale” e successivamente, dopo l’abbandono alla fine degli anni ’50 trasformato in “Deposito del Tram”: il sito ancor oggi ospita gli autobus dell’AMT e il muro di cinta del grande garage è ancora quello del vecchio stadio.
L’impianto fu costruito in fretta e furia nella seconda metà degli anni ’20 quando i fascisti della XXVI legione di Sampierdarena intendevano mettere su una squadra che facesse concorrenza al Genoa filo – britannico.
Sampierdarenese e Andrea Doria furono così costrette alla fusione per formare la “Dominante” (colori sociali nero-verdi) ma non ne sortì lo squadrone che era stato auspicato: anzi in breve la Dominate finì in Prima Divisione, Andrea Doria e Sampierdarenese tornarono alle origini e la dirigenza della delegazione di ponente tornò nelle mani degli antifascisti che avevano fondato la società nel 1919.
La Sampierdarenese tornò così in Serie A (poi l’ingresso dell’Ansaldo in società determinò il cambio di denominazione sociale in Liguria) ma il campo di gioco rimase quello di Cornigliano.
Alla fine della guerra e alla piena ripresa dell’attività calcistica Sampierdarnese e Andrea Doria (riammessa in Serie A) si trasferirono però a Marassi, stadio che garantiva una maggiore capienza di pubblico e a Marassi restò la Sampdoria, frutto nel 1946 della rifusione tra biancorossoneri e biancoblu.
I tifosi del ponente si lamentarono moltissimo (“Ci costringono ad andare lontano, laggiù oltre San Benigno con quelli – i genoani beninteso – che fischiano la nostra squadra anche quando gioca bene”) ma alla fine il dato di fatto fu accettato e la Samp è rimasta a giocare nello stadio di via Del Piano (in realtà ogni tanto affiora il tema dello “Stadio della Sampdoria” ma di concreto non si è ancora realizzato nulla, neppure sul piano progettuale).
Dunque tra il 1935 – 36 (la Sampierdarnese tornò in Serie A con la stagione 1934 – 35 ma il Genoa era retrocesso in B) fino al 1942-43 il derby della Lanterna si giocò anche a Cornigliano.
Ecco i tabellini delle partite giocate in quello che, come abbiamo raccontato, sarebbe poi stato trasformato in deposito del tram.
CAMPIONATO 1935 – 36
Classifica finale: Bologna 40, Roma 39, Torino 38, Ambrosiana Inter 36, Juventus 35, Triestina 32, Lazio 30, Milan 28, Napoli 28, Alessandria 28, Genoa (al momento di questa storia denominato Genova 1893 sempre per imposizione del regime) 28, Fiorentina 27, Sampierdarenese 27, Bari 25, Palermo 23, Brescia 16
Genoa: Manlio Bacigalupo, Agosteo, Vignolini, Gruden, Figliola, Orlandini, Gobbi, Vojak, Libonatti, Esposto, Evaristo. Va rimarcato che tra i pali del Genoa giocò Manlio Bacigalupo (fratello di Valerio caduto a Superga con il Grande Torino), indimenticato allenatore del Savona Fbc nella stagione della promozione in Serie B.
Arbitro: Mastellari di Bologna
CAMPIONATO 1936 – 37
Classifica finale: Bologna 42, Lazio 39, Torino 38, Milan 36, Juventus 35, Genoa 33, Ambrosiana – Inter 31, Lucchese 31, Fiorentina 30, Roma 27, Bari 27, Triestina 26, Napoli 24, Sampierdarenese 22,Novara 21, Alessandria 18
La stagione 1935-36 fece registrare una grande novità nella struttura organizzativa del calcio italiano. Con l’istituzione della Serie C in quel campionato, infatti, si completava l’assetto voluto dalla Federazione che, dalla stagione 1929 – 30, si era modellato sul girone unico di Serie A e Serie B rimanendo come terza serie l’antica denominazione di “Prima Divisione”, categoria alla quale avevano accesso anche le squadre riserve di Serie A e B. Il movimento calcistico italiano aveva compiuto in quei primi anni ’30 passi da gigante, conquistando nel 1934 il campionato del mondo giocato in casa e affermando un torneo della massima divisione a livelli assolutamente di grandissimo prestigio, anche per la massiccia importazione di oriundi sud americani avendo il regime fascista bloccato l’ingresso di stranieri europei come invece era avvenuto in una prima fase di decollo tecnico – organizzativo a cavallo degli anni ’20.
La Serie C avrebbe dovuto funzionare, prima di tutto, nel senso di fornire una dignità “nazionale” a tanti club di provincia rimasti esclusi dai vertici dalla selezione naturale imposta dal girone unico: club che magari aveva partecipato all’alba dei pionieri misurandosi anche con gli squadroni delle grandi città nell’epoca dei gironi regionali e interregionali.
In secondo luogo appariva necessaria la crescita del movimento nel Sud, laddove le condizioni economiche e sociali avevano ritardato oggettivamente uno sviluppo del gioco in tanti centri dove pure la passione non mancava: in verità ancora per un lungo periodo la maggior parte dei giocatori anche nei gironi meridionali della Serie C sarebbe arrivato dal Nord, in particolare dal Lombardo – Veneto, ma a poco a poco anche i virgulti di casa si sarebbero fatti valere fino ad arrivare, ma si dovranno aspettare gli anni’70, ad una vera e propria esplosione di talenti meridionali.
La stagione 1934 – 35 fu dunque l’ultima a registrare la presenza della Prima Divisione come terza categoria nazionale: la denominazione sarebbe poi rimasta a lungo come indicazioni di campionati a dimensione regionale (Prima e Seconda Divisione Lega Pro sarebbero poi tornate di moda come insegna della Serie C a cavallo del primo decennio degli anni’2000: ma rapidamente però si è tornati alla vecchia denominazione).
In quel campionato 1934 – 35 si registrò anche la fine dell’esperimento della Serie B a due gironi, durato soltanto due stagioni: dalla Serie B dunque scesero nella nuova Serie C ben 13 squadre.
Questo il quadro presente nella stagione 1934- 35 tra Serie B e Prima Divisione, con le classifiche finali.
Girone A: Taranto 11, Falck Sesto San Giovanni 6, Andrea Doria 2, Palmese 2.
Girone B: Siena 8, Reggiana 8, Udinese 7, Sanremese 0.
Nel complesso tra Serie B e Prima Divisione erano iscritte 86 squadre provenienti da regioni settentrionali; 23 squadre provenienti da regioni centrali; 18 squadre provenienti dalle regioni meridionali; 9 provenienti da regioni insulari.
La Sempre Avanti Piombino Serie C 1935 – 36
STAGIONE 1935 – 36
La Serie C, all’esordio, fu organizzata su 4 gironi: A e B composti da 16 squadre, C da 15 e D da 14 per un totale di 61 squadre.
Queste le classifiche finali:
GIRONE A: Venezia 42, Vicenza 40, Udinese 39, Padova 38, Treviso 36, Anconitana 33, Rovigo 32, Mantova 32, Jesina 31, Fiumana 30, Pro Gorizia 30, Alma Juventus Fano 27, Grion Pola 25, Rimini 17, Forlimpopoli 15, Trento 11.
GIRONE B: Cremonese 47, Reggiana 45, Biellese 44, Seregno 38, Falck Sesto San Giovanni 32, Monza 32, Piacenza 31, Lecco 31, Parma 30, Crema 27, Pro Patria 25, Fanfulla 23, Legnano 23, Gallaratese 22, Cusiana 21, Como 8.
In totale: 45 squadre provenienti da regioni settentrionali; 7 squadre provenienti da regioni centrali; 8 squadre da regioni meridionali e la sola Nissena dalla Sicilia.
Quando il grande Alfredo Di Stefano lasciò il River Plate per andare a giocare in Colombia nei “Millionarios” di Bogotà, forse qualcuno, già nel 1949, avrà pensato “lo fa per soldi”. Era nel pieno del suo fulgore e adesso, a più di 70 anni di distanza, quella scelta della star argentina ricorda molto quella che di questi tempi compiono molti altri grandi campioni: c’è chi va in Cina ammaliato da contratti fuori mercato, chi in Qatar o negli Emirati Arabi, chi vola ancora nei “classici” Stati Uniti che, negli anni’70, grazie ai Cosmos di New York reclutò addirittura Pelè e Beckenbauer in finale di carriera. Almeno tutto questo avveniva in precedenza all’esplosione dell’emergenza sanitaria globale che ha mandato tutto in crisi.
Millionarios: da sinistra in piedi, il massaggiatore, Reyes, Di Stefano, Pedernera, Baez, Mourin; accosciati: Zuluaga, Ramirez, Soria, Cozzi, Nestor Rossi, Pini
Torniamo però a Di Stefano e ai Millionarios.
Dunque in quel 1949 Di Stefano sceglie di lasciare il River Plate, squadra che l’aveva lanciato a livello mondiale ,in Europa la futura “saeta rubia” aveva giocato la sua prima partita impressionando moltissimo, a Torino incontrando, pochi giorni dopo la tragedia di Superga, un “Torino simbolo” formato dai migliori giocatori del nostro campionato.
Di Stefano si trasferisce ai “Millionarios” di Bogotà, club colombiano fondato appena tre anni prima da Alfonso Senior Quevedo, miliardario dalla ricchezza dalla origini incerte, che saccheggia il calcio argentino offrendo ingaggi di capogiro: in maglia azzurra arrivano così Adolfo Pedernera, Nestor Rossi e il portiere Cozzi capace di inscenare un falso matrimonio in Uruguay per uscire dall’Argentina e raggiungere così la Colombia. Con gli argentini sbarca in Colombia anche il celebre brasiliano Heleno de Freitas.
Nasce così quello che ancor oggi è ricordato come l'”El Dorado”, l’epoca d’oro del calcio colombiano che tra il 1949 e il 1954 riesce ad attirare campioni di rango internazionale grazie a fiumi di denaro e a contratti non sempre regolari.
L’El Dorado è favorito dalla contemporanea crisi economica del calcio argentino, con tanto di sciopero dei calciatori durante il campionato del 1948, e dall’introduzione del professionismo in Colombia, dove la Lega calcistica nazionale si separa dalla federcalcio.
La scissione interna, il professionismo esasperato e i tanti ingaggi fuori dalle regole internazionali portano in breve tempo la Colombia ad essere esclusa dalla FIFA.
L’isolamento però non produce che ad un ulteriore crescita nell’irregolarità degli ingaggi, accordi e stipendi pazzi.
In Colombia arrivano anche giocatori dall’Europa come l’italiano Di Franco, un attaccante già del Venezia e della Mestrina che fu il primo giocatore italiano a sbarcare in Colombia per giocare e allenare il Deportivo Pereyra, il ceco Hanke, gli ungheresi Szoke (in Italia con l’Udinese, il Brescia, la Triestina, il Fanfulla), Uram (in Italia allo Spezia) , Bela Sarosi (fratello minore del più celebre Giorgio, capitano della squadra magiara ai mondiali del ’38), Zsengeller ( anche lui nazionale ungherese ai mondiali del ’38, poi alla Roma e all’Anconitana), il nazionale inglese Franklin, giudicato alla vigilia dei mondiali brasiliani del ’50 come il miglior difensore del mondo.
I Millionarios così vincono tre scudetti colombiani di seguito (nel 1949 però serve uno spareggio: 2-1 al Deportivo Calì di Medellin: la squadra del “cartello”).
Nel 1951 l’attacco dei Millionarios segna 98 reti in 28 partita, così viene definito come il “Balletto Azul”.
L’isolamento però è troppo pesante da sopportare a lungo.
Nel 1952 la squadra di Bogotà è invitata in Europa ai festeggiamenti per i 50 anni del FC Madrid (diventato negli anni ’30 Real Madrid): Quevedo accetta e si disputa un torneo con i padroni di casa e gli svedesi del Norrkopping.
Nella finale i sud-americano strapazzano il Real per 4-2, Di Stefano segna una doppietta: si apre una trattativa che durerà un anno.
Al fine il calcio colombiano rientrerà nei ranghi internazionali e Alfredo Di Stefano si trasferirà proprio al Real Madrid (che ha vinto la concorrenza del Barcellona) per aprire un ciclo inarrivabile di vittorie, fra le quali le 5 coppe dei Campioni consecutive tra il 1955 e il 1960.
Quello che segue è un puro esercizio di memoria, una “voglia” di un tuffo nel passato.
di Luciano Angelini e Franco Astengo
19 marzo 1946, dopo due anni di interruzione a causa della tragedia della guerra, si torna a correre la Milano – Sanremo, la “corsa al sole”, la “classicissima” di primavera.
In quel giorno Fausto Coppi compie quella che pensiamo possa essere definita la più grande impresa nella storia dell’Italia sportiva. Sicuramente questa definizione, certo soggettiva, potrà essere contestata: tanti sono gli avvenimenti di grandissimo valore ed importanza che hanno colpito l’immaginario delle folle nel corso di oltre un secolo di attività nelle varie discipline, ma non c’è nulla che possa essere paragonato a quella fantastica galoppata di 293 chilometri da Milano a Sanremo. Ricordiamola. Al via alle 7 e mezzo sono 115 corridori. Pochi chilometri, nemmeno il tempo di scaldarsi, e se ne vanno in cinque: il francese Teisseire, già vincitore della Parigi-Tours. Bardelli, un italo francese, che corre da indipendente, cioè senza squadra, Torlino Casellato, Luigi Mutti. Il quinto della compagnia è Fausto Coppi, numero 13, maglia biancoceleste della Bianchi. Nel gruppo, Gino Bartali compreso, li prendono per matti. A Binasco hanno un amen di vantaggio, a Pavia 3 minuti, a Pontecurone 6. Il ponte era stato bombardato durante la guerra ed erano state sistemate delle assi di legno per guadare lo Scrivia. A Novi il vantaggio sale a 8 minuti. A Ovada, Teisseire vede facce stanche e decide di tentare l’affondo. Al primo strappo tre comparse si sfilano. Restano in due: il francese e Coppi. Sul Turchino la svolta. Il ritmo di Coppi diventa forsennato e il francese non riesce a stare più a tenere la ruota. All’entrata in Liguria il campione di Castellania si ritrova da solo a più di 100 km dal traguardo. L’impresa entra nella leggenda. Più passano i chilometri e più aumenta il distacco da Teisseire e dal gruppo ormai incapace di reagire. Coppi vola sull’Aurelia tra due ali di folla, non lo frenano nemmeno i numerosi passaggi a livello, la pedalata è leggera e potente. Scavalca i mitici tre Capi (Mele, Cervo e Berta) senza perdere il ritmo della pedalata. Il vantaggio diventa abissale. La storia racconta addirittura che, giunto ad Imperia, informato del distacco sul gruppo, Coppi sia sceso dalla bicicletta per concedersi un caffè al Bar Piccardo per poi ripartire e ricominciare ad accumulare vantaggio. Fausto Coppi trionfa così nella Classicissima di primavera ed entra nella storia. Ha percorso 293 km in 7 ore 55’24” alla media di 35,951 km orari. Ai microfoni della radio Nicolò Carosio, informato del ritardo enorme degli altri concorrenti, pronuncia la celebre frase: “Primo Fausto Coppi, in attesa di altri concorrenti trasmettiamo musica da ballo“. Teisseire, l’ultimo ad arrendersi, arriva dopo 14 minuti; il gruppo di Bini e Bartali a 18 e mezzo.
19 marzo 1946: l’arrivo trionfale di Fausto Coppi in via Roma
Ebbene: abbiamo ripensato a quel giorno proprio adesso, mentre nelle more della terribile emergenza sanitaria, la Milano – Sanremo tornerà a percorrere (nonostante tutto) le nostre strade, compiendo il rito più importante della nostra (ingenua) giovinezza sportiva.
Allora abbiamo ripercorso le orme dell’altro sport, oltre al ciclismo, che ha percorso la passione della nostra giovinezza: quel calcio d’altri tempi (cui stiamo anche dedicando il lavoro di questo blog) e così abbiamo ritrovato cos’era accaduto in quei giorni nel mondo del foot-ball italiano.
Dunque il 19 marzo era un martedì: Savona stava vivendo tre giorni di festa consecutivi, il 17 Marzo domenica, il 18 Marzo Festa Patronale, il 19 Marzo San Giuseppe e si apprestava a celebrare la domenica successiva, 24 marzo, il primo appuntamento con la democrazia dopo 24 anni di dittatura e 5 anni di guerra, deportazioni, massacri, votando per il Consiglio Comunale : per la prima volta avrebbero votato anche le donne e sarebbe stato riconfermato il sindaco nominato dal CLN nei giorni della Liberazione, il comunista Andrea Aglietto reduce da lunghi anni di galera e confino comminatigli dal Regime.
Quindi si era giocato domenica 17 marzo: l’Italia era ancora divisa in due, impossibile passare la linea gotica senza strade e ferrovie. La Serie A era stata così suddivisa in 2 gironi e la Serie B in 3 e riservata soltanto al Nord.
Era l’epoca del grande Torino (che in quella domenica sarebbe caduto clamorosamente a Bergamo, per opera di quell’Atalanta già all’epoca “bestia nera” delle grandi) che poi avrebbe vinto lo scudetto superando di un punto la Juventus in un girone finale che avrebbe viste impegnate anche le migliori squadre del Mezzogiorno.
Ecco il quadro completo di quella giornata nei due gironi della massima divisione (c’erano tre squadre genovesi: con il Genoa, Andrea Doria e Sampierdarenese che poi nell’estate si sarebbero fuse dando vista alla Sampdoria)
il Grande Torino: da sinistra, in piedi, Castigliano, Ballarin, Rigamonti, Loik, Maroso, Mazzola; accosciati, Bacigalupo, Menti, Ossola, Martelli, Gabetto
Questi i risultati delle altre gare del cartellone di Serie B: Ausonia Spezia – Casale 0-1; Sestrese – Pro Vercelli 0-1; Novara – Piacenza 3-1; Vogherese – Alessandria 1-2; Biellese – Cuneo 4-0.
Palermo, Catania, Messina: la Sicilia del calcio ha una lunga storia con significative frequentazioni in Serie A. Piazzandosi al primo posto nel campionato di Serie B 1954-55 il Catania fu la seconda squadra siciliana a disputare la massima divisione dopo il Palermo pervenuto in Serie A con la stagione 1932-33, poi sarebbe toccato al Messina la cui “prima volta” ai vertici sarebbe capitata con il campionato 1963-64. La stagione 1954-55 fu epocale per i rossoazzurri etnei: conquistata con ampio margine la salvezza sul campo, nell’estate piombò come un fulmine a ciel sereno l’inchiesta sul “caso Scaramella”, arbitro romano con il vizio di vendere e comprare partite. Così il Catania (assieme all’Udinese vice campione d’Italia) si trovò nuovamente tra i cadetti, retrocessa d’ufficio e per recuperare la perduta massima serie la società catanese dovrà attendere il 1960 – 61.
Il Palermo in una figurina quando non c’erano ancora le “Panini”
Raccontiamo allora brevemente la storia del calcio siciliano, per poi illustrare tutti i piazzamenti delle squadre sicule tra Serie A, B,C tra l’istituzione del girone unico di Serie A e B (1929-30) e la Serie C a dimensione nazionale (1935-36).
Il calcio in Sicilia parte da Palermo nel 1898 (mentre a Torino si disputava il primo campionato italiano) ad opera di operai inglesi che lavoravano negli stabilimenti di ceramiche Florio.
I due pionieri, capaci di insegnare ai giovanotti siciliani il nuovo gioco, si chiamavano Olson e Wood.
I pionieri palermitani rispondevano ai cognomi di : Anzon, Giacomo, Poerio, Di Stefano, Macaluso e Criscimanno.
In quel momento fu anche costituita una vera e propria società denominata, nella moda del tempo, Palermo Football and Cricket club.
La società svolse inizialmente attività saltuaria incontrando squadre rappresentative di navi di varie nazioni, ma specialmente inglesi, che facevano scalo nel porto.
Nel 1907 fu disputata la prima Coppa Lipton, messa in palio dal magnate del tè, tra la squadra dei marinai del suo yacht e la compagine palermitana : trofeo disputato fino al 1915 con la partecipazione anche del Napoli.
Nel 1910 la Lazio scese a Palermo per disputare un torneo intitolato al cinquantesimo anniversario della spedizione dei Mille, ma furono i siciliani ad imporsi per 2-1.
Nel frattempo, nel resto dell’isola nascevano altre società e nel 1921- 22, campionato della CCI, fu disputato il primo girone siciliano con questa classifica.
Il Messina era stato fondato nel 1919, poi sarebbe arrivato il turno del Siracusa nel 1923 e, infine, del Catania nel 1928.
Passiamo allora alle classifiche dei campionati a girone unico dal 1929 – 30 al 1954-55 (primo campionato in Serie A del Catania, allorquando cioè nella storia del calcio siciliano si erano potute vantare due squadre arrivate alla massima serie).
1929-30: nessuna siciliana tra A e B
1930-31: Palermo terzo in Serie B
1931-32: Palermo primo in Serie B
1932-33: Palermo tredicesimo in Serie A; Messina decimo in Serie B
1933-34: Palermo quindicesimo in Serie A; Messina quinto nel girone A di Serie B
1934-35: Palermo nono in Serie A; Messina ottavo nel girone A di Serie B
1935-36: (istituzione della Serie C): 1, Palermo quindicesimo in Serie A; 2.Messina quarto in Serie B 3. Catania ottavo in Serie B
1936-37: Palermo settimo in Serie B 2.Messina dodicesimo in Serie B 3.Catania tredicesimo in Serie B
1937-38: 1.Palermo settimo in Serie B 2.Messina diciassettesimo in Serie B 3. Catania quarto girone E serie C
1938-39: 1.Palermo settimo in Serie B 2. Catania primo in Serie C girone H 3.Siracusa secondo in Serie C girone H 4.Messina quarto in Serie C girone H
1939-40: 1. Palermo quattordicesimo in Serie B 2.Catania diciottesimo in Serie B 3.Siracusa secondo in Serie C girone H 4.Messina ottavo in Serie C girone H
1940-41: 1. Siracusa primo in serie C girone H; 2.Juventina Palermo (Palermo escluso per ragioni economiche) terzo in Serie C girone H. Messina rinuncia alla Serie C
1941-42: 1.Palermo-Juve primo in Serie C girone H; 2.Siracusa secondo in Serie C girone H 3. Aviosicula terza in serie C girone H; 4. Vigili del Fuoco Palermo quarto in Serie C girone H, 5 Catania ottavo in Serie C girone H
1942-43: 1.Palermo-Juve Serie B (escluso dal campionato alla 29a giornata per eventi bellici) 2. Catania primo in Serie C girone N 3.Siracusa secondo in serie C girone N 4. Palermo terzo in Serie C girone N 5.Messina quarto in Serie C girone N 6. Enna quinto in Serie C girone N 7. Trapani sesto in serie C girone N 8. Agrigento settimo in Serie C girone N 9.Marsala ottavo in Serie C girone N 10. Nissena nono in Serie C girone N
1945-46: Palermo settimo in Serie A girone centro meridionale 2.Leone Palermo primo Serie C centro-sud girone F; 3. Siracusa quarto Serie C centro-sud girone F; 4. Messina quinto Serie C centro-sud girone F; 5:Gazzi sesto serie C centro-sud girone F; 6.Lentini ottavo Serie C centro sud girone F; 7. Virtus Trapani nona Serie C centro sud Girone G, 8.Catania decimo Serie C centro sud. Girone F
1946-47: 1. Palermo ottavo serie B girone C 2.Siracusa tredicesima Serie B girone C 3. Giostra Messina primo Serie C centro-sud girone C 4. Messina quarto serie C centro-sud girone C 5. Catania sesto serie C centro-sud girone C 6. Acireale settimo serie C centro-sud girone C 7. Ambrosiana Termini Imerese ottavo serie C centro-sud girone C 8.Marsala nona Serie C centro-sud girone C 9. Drepanum Trapani decimo Serie C centro-sud girone C
1947-48:1. Palermo primo Serie B girone C 2.Siracusa sesta Serie B girone C 3. Catania primo Serie C girone T 4.Igea Virtus Barcellona Pozzo di Gotto terza Serie C girone T 5. Arsenal Messina quarto Serie C girone T 6. Trapani quinto Serie C girone T 7. Acireale sesto serie C girone T 8. Messina settimo serie C girone T 9. Agrigento ottavo Serie C girone T 10.Nissena decimo Serie C girone T 11.Acquasanta undicesimo Serie C girone T 12.Megara quattordicesima serie C girone T, 13. Ambrosiana Termini Imerese quindicesima Serie C girone T 14.Canicattì sedicesima Serie C girone T
1948-49 (la Serie C torna a dimensione nazionale) 1.Palermo undicesimo in Serie A 2. Siracusa tredicesima in Serie B 3.Catania primo in Serie C girone girone D 4. Messina quinto in Serie C girone D 5. Drepanum Trapani nono in Serie C girone D 6. Igea Virtus Barcellona Pozzo di Gotto decimo posto in Serie C girone D 7.Acireale dodicesimo posto in Serie C girone D 8.Arsenal Messina quindicesimo in Serie C girone D
1949-50 1.Palermo quattordicesimo in Serie A 2.Siracusa undicesima in Serie B 3.Catania dodicesima in Serie B 4.Messina prima in Serie C girone D 5. Arsenal Messina quinto in Serie C girone D 6. Acireale dodicesimo in Serie C girone D 7.Igea Virtus Barcellona Pozzo di Gotto quattordicesima in Serie C girone D 8. Marsala quindicesima in Serie C girone D 9.Drepanum diciassettesima Serie C girone D
1950-51 1.Palermo decimo in Serie A 2. Siracusa quinta in Serie B 3. Catania settimo in Serie B 4. Messina quindicesimo in Serie B 5. Marsala decimo in Serie C girone D 6. Nissena quattordicesima in Serie C girone D 7. Acireale sedicesimo in Serie C girone D 8. Igea Virtus Barcellona Pozzo di Gotto diciassettesima in Serie C girone D 9. Arsenal Messina diciottesimo Serie C girone D
1951-52 1. Palermo undicesimo in Serie A 2. Messina terzo in Serie B 3.Catania quarto in Serie B 4. Siracusa tredicesimo in Serie B 5. Nissena decima in Serie C girone D 6.Marsala quindicesima in Serie C girone D
1952-53 (Serie C a girone unico) 1.Palermo sedicesimo in Serie A 2.Catania terzo in Serie B 3.Messina quarto in Serie B 4.Siracusa diciassettesimo in Serie B
1953-54 1. Palermo diciassettesimo in Serie A 2.Catania primo in Serie B 3.Messina undicesimo in Serie B 4.Siracusa tredicesima in Serie C
1954-55 1.Catania undicesima in Serie A retrocessa d’ufficio per illecito sportivo 2.Messina settimo in Serie B 3.Palermo tredicesimo in Serie B 4.Siracusa tredicesimo in Serie B
FORMAZIONI DELLE SQUADRE SICILIANE IN SERIE A TRA IL 1929 – 30 E IL 1954-55
Il “golden boy”, l’Abatino secondo Gianni Brera, il genio assoluto del Milan di scudetti e Coppe Campioni, l’ormai mitico realizzatore del gol del leggendario successo 4-3 dell’Italia sulla Germania al mondiale messicano, la bandiera rossonera mai ammainata, il protagonista di sfida memorabili. Questo è in sintesi Gianni Rivera, una carriera ineguagliabile disegnata dall’alto della sua classe. Ma c’è un lato in grigio, se così si può dire, nella sua carriera calcistica, quello della maglia dell’Alessandria, con la quale il 2 giugno 1959 esordì giovanissimo in Serie A contro l’Inter di Angelillo, Sormani e Corso. Ed è quanto vogliamo ricostruire.
L’Alessandria ai tempi di Gianni Rivera: da sx,, in piedi: Arbizzani, Pedroni, Filini, Rivera, Tacchi, Raimondi; accosciati: Migliavacca, Giacomazzi, Girardo, Maccacaro, Snidero
Inter: Da Pozzo, Fongaro, Guarneri, Masiero, Cardarelli, Invernizzi, Bicicli, Angelillo, Firmani, Lindskog, Corso
Arbitro: De Marchi di Pordenone
Si tratta di un tabellino “storico”, davvero “storico” per il calcio italiano: si tratta dell’esordio di Gianni Rivera in Serie A, con la maglia dell’Alessandria, sua patria natale.
L’Alessandria è in Serie dalla stagione precedente 1957-58, trascinata dal presidente ingegner Sacco un petroliere d’assalto sulla scia di Angelo Moratti e allenata dall’ex-milanista Franco Pedroni che si schiera regolarmente in campo.
Nelle giovanili dei grigi è entrato da qualche tempo, introdotto da Cornara e proveniente dal Don Bosco, Gianni Rivera: notato immediatamente da Pedroni è condotto, prima di tutto a un provino con il Milan, dove Viani e Schiaffino forniscono immediatamente il “via libera” a Rizzoli.
Così Pedroni lo fa esordire in Serie A a meno di sedici anni e nella stagione successiva, 1959-60, lo lancia definitivamente come titolare. Nel complesso 25 presenze e 6 reti, poi il volo in rossonero e in azzurro che tutto il mondo ricorda.
In questo caso, invece, pubblichiamo di seguito i 25 tabellini delle partite giocate nel campionato 1959 – 60 con la maglia dell’Alessandria, l’ultimo fino a questo momento disputato dai “grigi” in Serie A.
CAMPIONATO 1959 -60
CLASSIFICA FINALE: Juventus 55, Fiorentina 47, Milan 44, Inter 40, Bologna 36, Padova 36, Spal 36, Sampdoria 35, Roma 34, Lanerossi Vicenza 32, Atalanta 31, Lazio 30, Bari 29, Napoli 29, Udinese 28, Palermo 27, Alessandria 25, Genoa 18.
Una sorpresa eccezionale, quasi un’anticipazione del famoso “clamoroso al Cibali”, infausto per l’Inter: i campioni d’Italia del Milan cadono al Moccagatta e si rivela al mondo la classe purissima di Gianni Rivera.