ANATOMIA DI UNA SCONFITTA: LA FINE DI UN CICLO TRA ERRORI E UN DIFFICILE RICAMBIO GENERAZIONALE

Un’Italia piena di talenti: Salvadore, Rosato, Pirovano, Albertosi, Facchetti, Riva accosciati: Corso, Mazzola, Burgnich, Domenghini, Rivera.

Il Maracanà, tempio del calcio brasiliano, fu deturpato in Maracanazo dopo l’onta della sconfitta contro l’Uruguay nella finale del Mondiale del 1950 (gol di Schiaffino e Ghiggia, un futuro al Milan e alla Roma). Impossibile lavare quell’umiliazione. Per l’Italia, eliminata dalla Macedonia del Nord, viene fin troppo facile ribattezzare “Barberazo” il fatiscente stadio “Barbera”, pessimo palcoscenico della peggiore rappresentazione degli azzurri di Mancini. Da lì si deve comunque ripartire dopo il diluvio di commenti, analisi, polemiche, accuse, critiche, e anche rimpianti.

Ricostruzione è il mantra del momento dopo l’affollarsi di voci dal profondo dello sconforto: apocalisse, disastro, tragedia, vergogna. Macerie da rimuovere (verso l’addio, anche se in tempi diversi, capitan Chiellini, Florenzi, Emerson, Bonucci, Immobile, Belotti, Insigne) e ripartire con occhio all’anagrafe in prospettiva 2026. E come da copione post catastrofe mondiale la parola d’ordine è “ringiovanire”. Ma il chi, il come e il quando sta nelle nuvole delle buone intenzioni.

Solo l’eliminazione dal mondiale, seconda consecutiva, sembra risvegliare dai sogni di imbattibilità il pur bravo Mancini (“Andremo in Qatar per vincere”, aveva provato ad esorcizzare le tensioni della sfida-spareggio; “Resto per vincere il mondiale 2026”, l’azzardo partendo per il Bosforo) e scuotere l’albero della cuccagna di una Federcalcio ingessata e miope nei confronti del calcio che cambia, anzi è già cambiato. A cominciare dalla gestione dei settori giovanili, laddove dovrebbero crescere e maturare i nuovi talenti, che, una volta sbocciati, finiscono con l’appassire nelle illusorie squadre Primavera: mai, nome fu più fallace.

C’è una domanda semplice – afferma Mario Sconcerti, opinionista del Corriere della sera – a cui nessuno sa rispondere: perché da trent’anni non nascono più grandi giocatori in Italia? Da due generazioni si è fermato tutto. È la prima volta che capita. Negli anni Sessanta abbiamo avuto Rivera, Mazzola, De Sisti, Riva, Prati, Burgnich, Facchetti. Dopo di loro Rossi, Antognoni, Tardelli, Conti, Scirea, Zoff. Poi Del Piero, Totti, Zola, Buffon, Cannavaro. Oggi più nessuno”. 

La conferma è facile trovarla. Ed è un taccuino fitto fitto di nomi che hanno firmato la storia del nostro calcio. Vediamoli in ordine sparso.

Giancarlo Antognoni, classe ’54, bandiera della Fiorentina (341 presenze, 61 gol dal 1972 al 1987), una stagione nell’Asti MacoBi, ha esordito a 18 anni in Serie A contro il Verona (2-1 per i gigliati). Gianni Rivera, classe ’43, vicecampione del mondo a Messico ’70, a 16 anni fa il suo esordio in Serie A con la maglia dell’Alessandria, prima di passare al Milan e diventare il “golden boy” o l’Abatino secondo Gianni Brera. Sandro Mazzola, classe ’42, figlio del grandissimo Valentino caduto a Superga, vicecampione del mondo a Messico ’70, icona nerazzurra, esordisce a 18 anni (10 giugno 1961) con un gol su rigore in Juve-Inter 9-1. Francesco Totti, classe ’76, icona giallorossa, campione del mondo 2006, esordisce in maglia giallorossa a 16 anni, lanciato da Carletto Mazzone, 28 marzo 1993, Brescia-Roma 0-2; Giancarlo De Sisti, classe 1943, vicecampione del mondo a Messico ’70, a 17 anni, 12 febbraio 1961, fa il suo esordio in Serie A, Udinese-Roma 2-1; Gigi Buffon, classe ’78, pluriscudettato bianconero, campione del mondo 2006 a Berlino, fa il suo esordio a 17 anni con il Parma di Nevio Scala contro il Milan di Capello fermato sullo 0-0 dalle sue straordinarie parate. Giacinto Facchetti, classe ’42, vicecampione del mondo a Messico ’70, bandiera dell’Inter, (634 partite, 75 reti, un record per un difensore) esordisce in Serie A a 19 anni (21 maggio 1961), Roma-Inter 0-2. Alex Del Piero, classe 1974, campione del mondo 2006 con l’Italia di Marcello Lippi, l’esordio a 17 anni (15 marzo 1992) in Padova-Messina di Serie B, quello in Serie A in maglia bianconera è datato 12 settembre 1993 in Foggia-Juventus 1-1. Gigi Riva, classe ’44, già protagonista in Serie C con il Legnano, goleador di razza, “Rombo di tuono” copyright Gianni Brera, esordisce in Serie A il 13 settembre 1964 a 19 anni in Cagliari-Roma 1-1; in Nazionale realizza 35 gol in 42 presenze, un record. Beppe Bergomi, classe ’63, esordio, mentore Eugenio Bersellini, a 16 anni e un mese in Coppa Italia (30 gennaio 1980); a 17 anni e due mesi (22 febbraio 1981, Como-Inter 1-2), assapora la Serie A, senza lasciarla più; nel 1982, 19 anni ancora da compiere, diventa campione del mondo con l’Italia di Bearzot. Roberto Baggio, classe 1967, vicecampione del mondo con l’Italia di Sacchi (Usa ’94), debutta in prima squadra a 16 anni, il 5 giugno 1983, con la maglia del Lanerossi Vicenza contro il Piacenza, Serie C1; un grave infortunio lo blocca per oltre un anno, ma la Fiorentina conferma l’accordo e se lo assicura per 2,7 miliardi di lire; l’allenatore Bersellini lo fa esordire in Serie A il 21 settembre 1986, a 19 anni. Fabio Cannavaro, classe 1973, campione del mondo e Pallone d’oro 2006, esordisce in maglia azzurra partenopea il 7 marzo 1993, a 19 anni, in Juventus-Napoli 4-3. Paolo Maldini, classe 1968, figlio di Cesare, bandiera del Milan e allenatore della nazionale, è un simbolo della politica dei giovani: il 20 gennaio 1985, all’età di 16 anni, viene convocato da Nils Liedholm per la trasferta di Udine ed esordisce al posto dell’infortunato Battistini, titolare inamovibile dalla stagione successiva fino al termine della carriera. Una bandiera, come il papà. Alessandro “Spillo” Altobelli, classe ’55, campione del mondo a Madrid 1982, a 18 anni debutta in Serie C con il Latina, passa al Brescia, segna 26 gol e passa all’Inter, a 22 anni l’esordio in Serie A (11 settembre 1977). Claudio Marchisio, classe 1986, tutta trafila nelle giovanili della Juventus, debutta a 20 anni, il 19 agosto 2006, in Coppa Italia contro il Martina Franca, totalizza 294 presenze in maglia bianconera (23 gol) salvo una stagione ad Empoli.

Ora, come nel gioco dell’oca, si riparte dal via: i settori giovanili. Facile a dirsi ma difficile da praticare. Un tempo i ragazzi giocavano a pallone ovunque: nei cortili, nei vicoli, nei campetti dell’Oratorio, nei piazzali, nelle sfide di quartiere dove i più scarsi stavano in porta e gli altri scelti dai due capitani. E si divertivano. Oggi non è più così. Non c’è più un luogo adatto. Sono cresciute come i funghi le Scuole calcio, nobilitate come Academy, dove più ragazzi si iscrivono e più quote entrano, le più basse 300 euro all’anno. Con un problema sempre nascosto sotto il tappeto: gli istruttori, quelli che si fanno chiamare mister, sono circa ventimila, fanno un corso di tre giorni. Con un interrogativo: chi addestra gli istruttori?

Giancarlo Bossolino, già docente di educazione fisica da anni deus ex machina del settore giovanile del Vado Fbc, forse il più attivo e prolifico in termini di numeri della provincia di Savona, ha un punto di osservazione privilegiato per esperienza e frequentazioni. “Tanti progetti – afferma – sono da rivedere. Il problema è che ormai il calcio è diventato talmente un business a livelli elevati che nessuna società rinuncerebbe più agli stranieri, perché così come siamo già facciamo fatica anche nelle coppe europee, figuriamoci rinunciando agli stranieri. Il problema è che ce ne sono talmente tanti, peraltro senza essere nemmeno dei fenomeni, che tolgono spazio ai nostri giovani. Il discorso della formazione è determinante. I problemi sono molteplici, primo fra tutti: i ragazzi che si avvicinano al calcio sono sempre meno e hanno sempre meno voglia di impegnarsi a imparare. Ci sono poi quelli, e non sono pochi, che non ci chiedono giorni e orari degli allenamenti ma quanto si guadagna al mese”.

Tra il dire e il fare c’è di mezzo una mentalità da cambiare, una programmazione mai cercata e realizzata davvero. “Nei nostri settori giovanili professionistici – aggiunge Sconcerti – i tecnici pretendono di giocare solo e soltanto per il risultato perché da quello dipende gran parte della loro carriera. Fanno diventare vecchi giocatori di 17-18 anni, li riempiono di schemi, costruiscono monumenti a sé stessi, quasi nulla ai ragazzi”. Con il risultato che molti finiscono per lasciare, richiamati da altre sirene, quasi mai provenienti dai rettangoli di gioco.

Ma è inutile parlare di politica dei giovani e di talenti da scoprire e lanciare quando il calcio italiano è malato di stranierite: squadre di Serie A mandano in campo due-tre italiani al massimo, di giovani solo rare apparizioni. Due generazioni perdute senza aver aperto la gabbia che impedisce l’ingresso in prima squadra ad una promessa di 16-17 anni dalle indiscusse qualità tecniche. Oggi talentuosi si nasce e talentuosi si resta.

Roberto Mancini, il citì col ciuffo, ha deciso di restare in plancia, spalleggiato dal presidente Gravina (Ventura, lapidato dopo il disastro con la Svezia, non l’ha presa bene: “Io sono rimasto solo, unico colpevole, lui ha sempre avuto il presidente seduto a fianco”). A Konya, in Anatolia, i resti del dopo Macedonia hanno spezzato le reni alla Turchia: segnali di nuovo corso? Piccoli passi tra quasi esordienti e chi, tra le molte convocazioni-fiume, la maglia azzurra l’ha vestita poche volte. Due esempi. È riaffiorato NicolòZaniolo, classe 1999, ma è rimasto solo un tempo a quota periscopio, non ha convinto Mancini, una mezza bocciatura, l’opposto del tanto invocato “largo ai giovani”. Un dejà vu per il talentuoso ragazzo in cerca di consacrazione: a 17 anni l’esordito in Serie B con l’Entella, era l’11 marzo 2017, ma è rimasto un episodio; 7 presenze la stagione successiva, poi all’Inter, solo una panchina con Spalletti, quasi regalato alla Roma per avere Nainggolan, esordisce con i giallorossi il 19 settembre 2018 in Champions contro il Real Madrid, la domenica successiva assapora per la prima volta la Serie A contro il Frosinone negli ultimi 23 minuti al posto di Pastore; esordio in Nazionale il 23 marzo 2019, a 19 anni e 8 mesi, ma da allora solo 8 presenze in maglia azzurra, compresi i 45’ in Turchia. Il futuro dovrebbe essere suo. Lo saprà solo giocando. Nel 2026 avrà 27 anni. Ora o mai più.

In Turchia ha dato due squilli Giacomo Raspadori, classe 2000, uno dei tre gioielli del Sassuolo: Berardi e Scamacca gli altri due. Nelle giovanili è una bellezza, tanta qualità e gol (agile e veloce si muove su tutto il fronte dell’attacco, attacca la profondità, come si dice adesso, è rapido negli inserimenti e nelle conclusioni partendo dalla trequarti). L’allenatore De Zerbi lo prende sotto l’ala, a 19 anni e tre mesi (26 maggio 2019) lo fa esordire in Serie A contro l’Atalanta (3-1 per i nerazzurri di Gasperini). Mancini lo convoca in Nazionale il 20 maggio 2021 con vista Europei, esordio il 4 giugno contro la Repubblica Ceca (4-0) subentrando a Immobile. Una soluzione, insieme a Scamacca, per un grande problema: trovare chi faccia gol. Nove le presenze in azzurro, Turchia compresa. Il talento c’è, ma dovrà trovare continuità nel rendimento, leggasi gol, come nelle scelte (leggasi fiducia) di Mancini. Il resto dovrà produrlo chi governerà il centrocampo: Tonali, Barella, Pezzella, Pellegrini, Locatelli, Cristante se ci sarete battete un colpo. Da qui al 2026 ci sarà molto da arare prima di seminare, sperando in un buon raccolto. Il campo sembra da rizollare: Chiellini e Bonucci, tanto per restare nell’ovvio, non gemmano in tutte le stagioni. E là dietro ci mancheranno.

“L’Italie perdue dans le desert”, ha titolato L’Equipe con maligna sagacia. Comincia la traversata. Buon viaggio. E attenti ai colpi di sole.

BRASILE 1950: LA PRIMA VOLTA DEI “GIRONI” NELLA FASE FINALE DEL MONDIALE

Il pallone scagliato da Ghiggia entra in rete. La grande beffa del Maracanà è compiuta e l’Uruguay per la seconda volta è campione del mondo. Ghiggia giocherà poi per molte stagioni in Italia: alla Roma dal 1953-54 al 1960-61 e al Milan nel campionato 1961-62 concluso con lo scudetto. Poi tornerà al Penarol di Montevideo.

Domani a Doha si svolgerà il sorteggio per la composizione dei gironi nella fase finale dei mondiali di calcio previsti in Qatar per il prossimo mese di Novembre.

Ci saranno tre X nel tabellone perché ancora squadre da qualificare, in particolare considerato il rinvio a giugno della semifinale di spareggio europeo tra Ucraina e Scozia, la cui vincente dovrà affrontare il Galles e dovranno essere disputati ancora due spareggi interzona tra squadre della CONCAF e del girone australiano e asiatico.

Le prime edizioni del campionato del mondo (in allora “Coppa Rimet”) si disputarono ad eliminazione diretta: capitò così in Uruguay nel 1930, in Italia nel 1934 e in Francia nel 1938 con il successo delle squadre padrone di casa nelle prime due occasioni e la conferma dell’Italia campione del mondo nell’edizione francese (finale a Colombes: Italia – Ungheria 4-2).

Per la quarta edizione, giocata in Brasile tra il 25 giugno e il 16 luglio 1950 fu deciso, invece, di disputare sia la fase eliminatoria con le 16 squadre suddivise in 4 gironi, sia quella finale con un girone all’italiana di sola andata tra le vincenti dei gruppi eliminatori.

Purtroppo però la defezione di squadre già qualificate ma rinunciatarie per la difficoltà di raggiungere la sede delle gare resero la composizione delle “poule” asimmetrica.

Il girone A, infatti, poté contare sul “pieno” delle squadre previste: Brasile, Jugoslavia, Svizzera, Messico.

Anche nel girone B quattro presenti: Inghilterra, Spagna, Cile e USA (gli statunitensi raccogliticci con giocatori diverse nazionalità saranno protagonisti di una delle più grandi sorprese nella storia del calcio battendo i “maestri” inglesi).

Nel girone C il forfait dell’India (i cui giocatori nel torneo delle Olimpiadi londinesi del 1948 si era presentati a piedi scalzi) ridurrà il girone a 3 squadre: Italia, Svezia e Paraguay con gli svedesi che saranno capaci di eliminare i campioni del mondo uscenti.

Nel girone D presenti soltanto Uruguay e Bolivia: Austria e Turchia avevano rinunciato, come del resto Francia e Portogallo interpellate per sostituirle.

Il girone finale avrebbe così visto protagoniste Brasile, Spagna, Svezia e Uruguay registrando alla fine la grande beffa del “Maracanazo” con i padroni di casa sconfitti quando pensavano già a incoronarsi campioni dall’Uruguay, la “Celeste” per la seconda volta vittoriosa grazie ai goal di Ghiggia e Schiaffino.

30 MARZO 1942: A BARI IL SAVONA SCHIERA SOLTANTO DIECI GIOCATORI


Lo squadrone che nella stagione 1940-41 aveva lottato fino alla fine per la promozione in Serie A:
Bodini, Vaschetto, Pomponi, Traversa, Sandroni, Caburi accosciati: Tomasi, Ferrara, Piana, Dutto, Gianesello

Ricorrono oggi esattamente ottant’anni da quella che possiamo considerare come la trasferta più tribolata nella storia del Savona FBC.

Nella partita della 22a giornata del campionato 1941-42 in programma allo stadio della Vittoria di Bari gli striscioni si schierano in 10 non avendo raggiunto il numero regolamentare di 11 giocatori (all’epoca non esisteva la possibilità di sostituzioni, neppure per il portiere).

Il momento per il sodalizio che aveva sede presso il Bar Splendid era difficilissimo: dopo aver sfiorato la promozione in Serie A nel campionato precedente, la stagioni era iniziata al gran galoppo con una squadra profondamente rinnovata nei ranghi.

Le difficoltà emersero nel girone di ritorno: il presidente Noceti fu richiamato alle armi per la spedizione di Russia, l’allenatore Orth fuggì all’improvviso per il timore delle leggi razziali che avrebbero potuto colpire la moglie trovando riparo in Argentina e lasciando la guida della squadra al giocatore Tomasi, molti titolari lasciarono Savona per rientrare nelle loro sedi di origine.

Il finale di stagione risultò un vero calvario, per fortuna la salvezza era stata raggiunta in anticipo: nelle ultime 7 giornate, dopo la vittoria sulla Lucchese per 4-0 alla 27a, si raccolsero soltanto 2 pareggi (a Novara e in Corso Ricci con il Fanfulla e 5 sconfitte (in casa con Siena e Reggiana, in trasferta a Brescia, Pisa e Padova).

Capitò così che il venerdì 28 marzo alla Stazione Letimbro (gioiello liberty incautamente abbattuto negli anni’70) per la partenza in programma per Bari si presentassero soltanto 10 giocatori e il massaggiatore Doglio.

Accadde quindi che il Savona si schierasse incompleto di fronte alla capolista.

Nonostante l’handicap numerico gli striscioni giocarono un’ottima partita finendo con il cedere soltanto con il minimo scarto.

BARI – SAVONA 1-0

rete: Menutti

Bari: Costagliola, Fusco, De Boni, Carlini, Mancini, Gianmarinaro, Menutti, Orlando, Maestrelli, Massadra, Giovan Battista Fabbri

Savona: Agostini, Rosso, Zanni, Teruzzi, Puccini, Venturini, Belloni, Galbiati, Buscaglia, Morchio

arbitro: Galbiati

Da notare come nel Bari militassero il futuro portiere della Fiorentina e della Nazionale Leonardo Costagliola e due prossimi grandi allenatori: Tommaso Maestrelli (poi scomparso giovanissimo) trainer del primo scudetto della Lazio (1973-74) e Giovan Battista Fabbri allenatore di quel Lanerossi Vicenza che nella stagione 1977-78 contese lo scudetto alla Juventus lanciando tra gli astri del calcio italiano Paolo Rossi.

Classifica del campionato di Serie B 1941-42: Bari 49, Vicenza 47, Pescara 46, Padova 45, Brescia 39, Spezia 38, Pisa 38, Novara 36, Udinese 36, Alessandria 34, Pro Patria 32, Fanfulla 30, Siena 29, Savona 28, Fiumana 26. Reggiana 25, Prato 23, Lucchese 11

PICCOLI AZZURRI NON CRESCONO: FRA SCUOLE CALCIO E VIVAI GIOCA SOLTANTO CHI PUO’ PAGARE

Villetta (in alto) e Libertà e Lavoro (in basso) le due squadre protagoniste della vicenda ricordata nell’articolo. In realtà mentre l’edizione in foto della Libertà e Lavoro corrisponde in gran parte a quella composta dagli “scelti” da Vadone, la Villetta non è formata esclusivamente dagli scarti, ci sono infatti “Peo” Astengo e “Poppi Charlton” Procopio in prestito dal settore giovanile del Savona diretto da Aldo Giordanello, Marietto Lenzuni , Claudio Petitti e Felice Levratto.

Il titolo non è nostro, è di Repubblica e si inserisce nella canea giornalistica sollevata dall’eliminazione della Nazionale Italiana dalla fase finale dei mondiali del Qatar 2022.

Sono seguite regolari scoperte dell’acqua calda sui troppi stranieri, sull’impreparazione dei cosiddetti “mister” che lucrano – appunto sulla partecipazione alle scuole – calcio dove società di seconda categoria sbandierano affiliazioni ai settori giovanili di Juventus, Inter, Milan e altre cose varie.

Prescindendo dal fatto che sulla presenza degli stranieri nel nostro campionato si era cominciato a discutere dopo l’eliminazione dai mondiali di Svizzera ’54 (in precedenza nell’occasione di certe disfatte le nostre squadre avevano rimediato acquistando in blocco le nazionali avversarie: vedi Danimarca a Londra ’48 e Svezia a Brasile ’50) quando il sottosegretario alla Presidenza Andreotti decise per un simil – blocco, poi diventato totale dopo la debacle subita a Inghilterra ’66 dalla Corea del Nord , adesso un tale provvedimento risulterebbe ormai totalmente antistorico.

Sui vivai e le scuole calcio i redattori di questo blog hanno preso già più volte posizione e allora anche a costo di autocitarci in una forma che potrebbe essere giudicata non particolarmente elegante pubblichiamo di seguito un testo che già era apparso nel 2016, quando questo nostro lavoro muoveva i primi passi.

In precedenza però sarà consentito citare un episodio significativo.

Primavera 1961, sta per iniziare il campionato allievi.

Un sabato pomeriggio: mi trovavo a passare in Villapiana e trovo un gruppo di ragazzi che gioca al pallone nell’angolo dei giardini di Verdi attaccato al muro della Scarpa e Magnano ( i savonesi di una certa età che leggono sapranno facilmente individuare il luogo), mi unisco a loro anche senza conoscerli approfonditamente: a quei tempi usava così.

A un certo punto arriva un signore che si pone di lato e comincia ad osservare il gioco: si trattava niente di meno che di Mario Vadone, allenatore celebre nel mondo del calcio savonese che dopo la Stella Rossa aveva preso la guida della Libertà e Lavoro di Lavagnola.

Al termine della partita Vadone si avvicinò al gruppo esclamando “Domani mattina alle 10 al campo di Valleggia tutti presenti per una prova, portarsi gli indumenti da gioco e le scarpe”.

Replicai subito “non posso venire perché sono già tesserato per la Priamar”.

L’indomani mattina si svolse la prova con Vadone, Titto Rebagliati e Cacciabue ( i dirigenti della Libertà Lavoro) chiamati a scegliere i migliori per formare la loro squadra.

Fuori dal campo, nascosti dietro un albero, c’erano i fratelli Marino, Berto e Ninni, factotum della Villetta, società grande rivale di quella diretta da Vadone.

Finita la prova ai ragazzi che uscivano alla spicciolata i Marino chiedevano : ” Ti hanno fatto firmare”, che rispondeva affermativamente veniva lasciato andare, a chi risultava ancora libero era sottoposto immediatamente il cartellino della Villetta.

Insomma la Villetta fece la squadra con gli “scarti” della prova diretta da Vadone.

La prima giornata di campionato vide di fronte proprio Libertà e Lavoro – Villetta: finì 1-1. Eppure Vadone aveva scelto bene, in quella squadra c’erano i Bertero, Chiappella, Crifò, Dallaglio che poi sarebbero stati i pilastri della squadra che qualche stagione dopo si sarebbe giocata il titolo regionale della categoria juniores contro i Carlin’s Boys di Sanremo.

Erano tutti ragazzi entusiasti, capaci di fare sacrifici, mai le famiglie avrebbero pensato di pagare per farli giocare al pallone. Erano i tempi dei “pantaloncini spaiati”.

SI GIOCAVA MEGLIO QUANDO SI GIOCAVA PEGGIO ? di Luciano Angelini e Franco Astengo

(pubblicato il 30 settembre 2016)

Si giocava meglio quando si stava peggio? O meglio, i ragazzini cresciuti sulla strada, all’oratorio, sui prati spelacchiati di periferia, erano più bravi dei pari età allevati nelle “stie” delle scuole calcio? L’interrogativo non è peregrino. Anzi. Nasce da una constatazione di molti tecnici: oggi, troppi calciatori, anche in Serie A, non conoscono bene i fondamentali: come stoppare il pallone, come riceverlo o passarlo ad un compagno, come tirare in porta. E qui si spalanca la porta ad un’altra (delicata) domanda: perché i calciatori, salvo rare eccezioni, “danno del lei” e qualcuno anche “del voi” al pallone? La risposta è semplice e in un certo senso contraddittoria: perché sono meno preparati all’origine, ovvero dal primo giorno che cominciano a prendere a calci un pallone su un campo di gioco. Eppure in Italia ci sono quasi dodicimila società dilettantistiche con settori giovanili, più oltre tremila società di puro Settore giovanile. A livello professionistico le squadre del settore giovanile sono oltre 350.

Ma se tutti i ragazzi partono dalle scuole calcio, perché oggi i calciatori sono meno preparati? La risposta viene da Mario Sconcerti, considerato uno dei massimi esperti di calcio, prima firma del Corriere della Sera, già opinionista di Sky e ora della Rai alla Domenica Sportiva, ex direttore del Corriere dello Sport e del Secolo XIX e vice direttore vicario della Gazzetta dello Sport con Candido Cannavò, fondatore dello Sport di Repubblica. “Perché, uscendo dalla strada, il calcio si è messo in mano agli insegnanti. Questo ha causato un altro problema: chi insegna calcio agli insegnanti? E quanto conta un insegnante nella crescita di un ragazzo? In Italia ci sono circa settemila scuole calcio con una media di circa dieci tecnici ciascuna. Servono dunque circa settantamila allenatori. E i corsi di abilitazione sono pochi e durano pochi giorni. Ma sono sempre pieni di ex calciatori che nei punteggi di ammissione ai corsi vengono prima di chi è stato calciatore dilettante. Il risultato è la passione di molti, ma anche l’approssimazione di troppi”. Da qui le carenze nella conoscenza dei fondamentali perpetuate nelle varie categorie.

Ma è solo un aspetto del problema. La società e le società sono cambiate. Quando si giocava nelle strade e negli oratori la selezione era naturale. Le squadre le facevano i capitani che sceglievano i compagni di squadra tra tutti gli altri. In sostanza non c’era bisogno di allenatori. Anche se c’era sempre il vecchio maestro di calcio a cercare la “pepita” in messo al fiume in piena. Qualche volta capitava. Erano i ragazzi a valutare e valutarsi. Si giocava ovunque, senza limiti di tempo. Il campo poteva anche essere una stradina tra una casetta bassa e il muro di uno stabilimento, lunga e stretta. Era valido il gioco di muro ed era meglio di un allenatore improvvisato con la sindrome di Arrigo Sacchi (oggi si sente dire “vai nello spazio”, “gioca tra le linee” a bambini di sette-otto anni). Niente schema, né sovrapposizioni. Con il gioco di muro si imparava a calciare sul muro per scegliere la traiettoria, anticipare l’entrata dell’avversario, a scattare (ripartire come si dice adesso) per superare l’avversario e andare a riprendere e controllare la palla. I ragazzi dei Salesiani, con Lello Paltrinieri in testa, poi buon calciatore con Savona e Albenga, postino e infine prete di strada, erano maestri nel gioco di muro.

C’era sempre un discreto equilibrio nelle squadre, qualche difensore, qualche attaccante e, infine, il portiere, ruolo inviso ai più. I più scarsi restavano a guardare, o entravano per dare qualche cambio per stanchezza o infortunio. Ma alla fine c’era sempre posto per tutti. Le partite erano lunghissime, fin che faceva buio, i gol fioccavano, i risultati viaggiavano sull’onda dei 40-50 gol a partita. Ricordo un 38 a 35 sul campetto del Sacro Cuore, quando ancora era tra la chiesa e la smalteria e era valido il gioco di muro. C’era competizione, ma soprattutto divertimento. Nessuno minacciava di andarsene. Vincenti, sconfitti ed esclusi si ritrovavano il giorno dopo.

Tutti giocavano, correvano dietro al pallone, bisticciavano, prendevano a calci non solo il pallone, ma soprattutto si divertivano fino allo sfinimento. Tornavano a casa quando non c’era più di un filo di luce, stanchissimi, paonazzi, affamati, sudati marci, i pantaloni strappati, le magliette sporche di terra, le scarpe deformate, ed erano le stesse per andare a scuola la mattina dopo. Si giocava, ci si divertiva, si lottava su ogni pallone, ci si confrontava.

Oggi tutto è cambiato. In meglio? In peggio? E’ cambiato. Per giocare a calcio i bambini devo pagare. Già a 5-6 anni sono piccoli salvadanai, una sorta di bancomat per le casse delle società. Tra giugno e settembre allenatori, veri o presunti, dirigenti, talent scouts con poco talent e molta presunzione, cominciano la caccia alle iscrizioni. Approcci (quasi) casuali, contatti fintamente casuali, telefonate, inviti a improvvisati provini e ad ambiziosi campus. Spesso si assiste a vere e proprie transumanze con ragazzini al seguito di allenatori-pifferai magici. Facile fare presa su genitori assatanati, una sorta di allenatori aggiunti al di là della rete, solleciti nel suggerire le marcature, indicare schemi e tattiche, a spronare soluzioni (“Tira”, “marca”, “passa”, “attacca”), spesso a contestare le scelte degli allenatori, quelli ufficiali, diciamo così. E’ un aspetto del calcio inteso come affermazione sociale e riscatto personale di carriere mancate. Un piccolo esercito di papà (e anche tante mamme, spesso urlanti per un fallo non concesso o un gol mancato) che vedono e cercano nel proprio figlio la possibilità di un futuro prestigioso quanto improbabile (sfiorano il milione i tesserati nei settori giovanili, in serie A giocano 600 calciatori, in larga maggioranza stranieri; uno su diecimila ce la fa, parafrasando Gianni Morandi, uno senza tempo).

Un bambino, una quota. Il che significa tra i 250 e i 400 euro all’anno, moltiplicati per il numero degli iscritti. Fate voi i conti. Più bambini si iscrivono, più quattrini entrano. Tutti possono e devono giocare per un semplice motivo: perché pagano. E quello che resta pur sempre un bellissimo gioco trasforma ogni piccolo aspirante calciatore in bancomat. L’oratorio non c’è più. Per giocare si paga. Non è uno scandalo. E’ il businnes bellezza.

L’ERITREO GYRMANI HA VINTO LA GAND – WEVELGEM, MA IL CICLISMO AFRICANO AVEVA GIA’ PARTECIPATO AL TOUR NEGLI ANNI’50

Girmany sul podio della Gand-Wevelgem

Una giornata storica per il ciclismo.

Per la prima volta l’Africa trionfa in una Classica del Nord: l’eritreo Biniam Girmay ha trionfato nella Gand-Wevelgem, una delle più importanti corse del pavé, una delle più importanti dell’intero calendario internazionale. 21 anni, originario di Asmara, argento al Mondiale U23 lo scorso anno, Girmay ha battuto in una volata a quattro i suoi compagni di azione Laporte, Van Gestel e Stuyven.

Un’impresa davvero unica in tutta la storia del ciclismo: mai un africano di colore aveva vinto una corsa di tale importanza. In passato s’erano visti velocisti sudafricani come Robbie Hunter vincitore di una tappa al Tour de France, e Daryl Impey (due Tour Down Under, una tappa al Tour). Girmay è passato professionista nel 2020, dopo aver battuto da junior anche Remco Evenepoel in un’occasione.

Quello di domenica 27 marzo è il settimo successo in carriera nella massima categoria, incommensurabilmente più importante degli altri: tre tappe alla Tropicale Amissa Bongo, una frazione al Tour du Rwanda, il Classic Grand Besançon e, nel 2022, il Trofeo Alcùdia, prima di questo incredibile exploit in Belgio. Sposato, una bambina, origini umilissime, Girmay corre nella belga Intermarché-Wanty Gobert e a maggio sarà al via del Giro d’Italia, prima corsa di tre settimane della sua carriera.

Nell’albo d’oro della Gand – Wevelgem, spiccano il due volte campione del mondo Brick Schotte (1955), Rik Van Looy (1956-57) Eddy Merckx (1967-70-73-74) Bernard Hinault (1977), Francesco Moser (primo italiano nel 1979 poi Bontempi nell’84 e nell’86 , Mario Cipollini 92-93 e 2002, Luca Paolini 2015) ancora, in tempi recenti, Tom Boonen (2004-2011-2012) Peter Sagan (2013-2016- 2018), il campione olimpico Greg Van Avermaert (2017) il campione del mondo Mads Pedersen (2020)

Passiamo però a tempi più antichi nella storia del ciclismo: abbiamo già citato atleti sudafricani partecipanti al Tour ma la nostra ricostruzione si misura ancora più lontano nel tempo.

Nel periodo in cui il Tour de France era organizzato per squadre nazionali la Francia portava allo start un certo numero di squadre regionali (Ile de France, Sud-Est, Nord-Ovest per esempio) e tra queste, nelle edizioni 1950-51 e 52, si era organizzata anche una squadra nordafricana: in tempi nei quali il giro d’Algeria rappresentava un appuntamento di rilievo nel calendario ciclistico internazionale.

Ecco la composizione di questa squadra nel corso di alcune edizioni del Tour con il piazzamento conseguito:

1950 (vince il Tour Ferdi Kubler). Nordafrica: Charroin (ritirato) Dos Reis 26°, Kebaili (40°), Molines (ritirato), Zaaf (ritirato) Zelasco (ritirato)

1951 (vince il Tour Hugo Koblet). Nordafrica: Abbes (ritirato) Charroin (ritirato) Fernandez (ritirato) Kebaili (ritirato) Mayen (65°) Soler (ritirato) Zaaf (66°) Zelasco (ritirato). Accadde in quel Tour un fatto clamoroso: nella tappa Carcassone – Montpellier Fausto Coppi incontrò una crisi clamorosa assommando un ritardo di quasi un’ora dal vincitore Hugo Koblet. In quell’occasione l’algerino Zaaf diventò celebre per essere giunto al traguardo precedendo il “campionissimo” con i suoi fedelissimi gregari Milano e Carrea.

Zaaf per una volta davanti a Fausto Coppi

1952 (vince il Tour Fausto Coppi). Nordafrica: Chareuf (ritirato) Fernandez (54°) Kebaili (39°) Guercy (ritirato) Paret (77°) Soler (78°) Zaaf (ritirato) Zelasco (18°)

GIRO D’ALGERIA

1951: 1. Rosseel (Belgio) 2. Quentin (Francia) 3. Varnajo (Francia) . Primo degli africani Kebaili 9°

1952: 1. Vitetta (Francia) 2. Dotto (Francia) 3. Meunier (Francia) in gara due italiani: 29. Ottusi e 31° Sabatini

1953: 1. Derycke (Belgio: in quella stessa stagione 2° al campionato del mondo vinto da Coppi a Lugano) 2. Impanis (Belgio) 3. Neyt (Francia)

A CHI TOCCHERA’ NEL 2026 ?


Eddie Salcedo

L’inopinata eliminazione della nazionale italiana dalla fase finale del campionato mondiale in programma in Qatar nel novembre di quest’anno costringe, probabilmente, un’intera generazione di calciatori a segnare l’addio alla possibilità di partecipare alla massima competizione calcistica del globo.

Nella disastrata condizione tecnico – organizzativa del calcio italiano, dopo l’illusione dell’Europeo vinto a Wembley in casa della “Perfida Albione” bisogna dunque guardare alla generazione successiva, quella dei “millenials”.

Di seguito duunque un carrellata di “espoirs” che hanno già praticato i campi della serie A e delle nazionali giovanili e che rappresenteranno probabilmente l’ossatura delle prossime edizioni della squadra azzurra.

Wilfried Gnonto (Zurigo) :  (Verbania5 novembre 2003) è un  attaccante dello Zurigo . Nato a Verbania da una famiglia ivoriana, all’età di nove anni è entrato a far parte del settore giovanile dell’Inter; nel corso degli anni successivi, ne ha scalato le varie categorie, fino ad ottenere nel 2019 la promozione in Primavera, Dopo aver scelto di non firmare un contratto professionistico con il club nerazzurro, il 10 aprile 2020 Gnonto si è accordato con gli svizzeri dello Zurigo, firmando un contratto fino al 2023.Ha dunque debuttato fra i professionisti il 24 ottobre seguente, a 16 anni Il 21 maggio 2021, dopo essere subentrato al compagno di squadra Antonio Marchesano da appena tre minuti, Gnonto ha segnato il suo primo gol da professionista, la rete del 4-1 finale contro il Vaduz.

Moise Kean (Vercelli 28 febbraio 2000) attaccante della Juventus in prestito dall’Everton Nel corso della stagione 2016-2017 fa la spola tra le giovanili e la prima squadra di Massimiliano Allegri, cui inizia a essere frequentemente aggregato. Con quest’ultima, il 19 novembre 2016 fa il suo esordio in Serie A, all’età di 16 anni e 9 mesi, subentrando a Mandžukić sul finire nella vittoriosa sfida interna contro il Pescara (3-0).Nell’estate 2018 fa ritorno alla Juventus, stavolta inserito in pianta stabile nella rosa della prima squadra. — emerge quale maggiore rivelazione stagionale della squadra juventina dando stavolta un contributo importante nella vittoria dello scudetto, il secondo personale per Kean. Nell’estate 2019 si trasferisce in Inghilterra, acquistato dall’Everton. La sua esperienza inglese termina il 4 ottobre quando viene ceduto in prestito ai francesi del Paris Saint-Germain. Dopo l’esordio, avvenuto il 16 ottobre contro il Nîmes, trova le sue prime reti in maglia parigina il 24 dello stesso mese, nella sfida di Ligue 1 contro il Digione, siglando una doppietta nel 4-0 finale. Termina la sua unica stagione in Francia con 17 gol, di cui 13 in campionato, chiuso al secondo posto dal club parigino. Rientrato a Liverpool nell’estate seguente, comincia la stagione 2021-2022 tra le file dell’Everton prima di tornare il 31 agosto alla Juventus Fa il suo terzo esordio in bianconero il successivo 11 settembre, nella sconfitta esterna contro il Napoli (2-1) subentrando nel finale di gara a Morata.

Filippo Melegoni (Bergamo18 febbraio1999) è un, centrocampista del Genoa, in prestito dall’Atalanta.

Nato a Bergamo muove i primi passi nel mondo del calcio, nel settore giovanile dell’Atalanta,[2] con la quale ha vinto il campionato Under-17 nel 2016. Convocato da Gian Piero Gasperini in prima squadra, ha debuttato con la stessa il 22 gennaio 2017, partendo da titolare nel successo per 1-0 contro la Sampdoria. Il 10 agosto 2018 va in prestito al Pescara. Il 16 settembre 2020 viene ceduto al Genoa .Il 17 dicembre 2021 arriva il suo primo gol in Serie A, siglando l’unica rete nella sconfitta per 3-1 in casa della Lazio

Emanuel Vignato (Bologna) : (Negrar24 agosto 2000) è un  centrocampista o attaccante del Bologna. Cresciuto nel settore giovanile del Chievo, ha esordito in prima squadra il 20 maggio 2017, a 16 anni, entrando al posto di Roberto Inglese a pochi minuti dalla fine della partita Chievo-Roma (3-5) valida per la 37ª giornata di Serie A. Nella stagione 2018-2019 viene aggregato stabilmente alla prima squadra, trovando la sua prima presenza stagionale nella partita di campionato del 21 gennaio 2019 contro la Juventus a Torino. Parte per la prima volta da titolare l’8 aprile 2019 in occasione della trasferta contro il Bologna. Realizza la sua prima rete fra i professionisti il 20 aprile 2019, nella partita contro la Lazio vinta 2-1 dal Chievo . Nel gennaio 2020 viene ceduto definitivamente al Bologna, che tuttavia lo lascia ai clivensi in prestito fino a fine stagione. Conclusa la stagione 2019-2020, passa al Bologna. Debutta con i rossoblù il 21 settembre 2020, nella partita in casa del Milan.

Matteo Lovato (Cagliari) (Monselice14 febbraio 2000) è un difensore del Cagliari, in prestito dall’Atalanta,. Cresce nel vivaio del Padova, trasferendosi all’età di 16 anni nel settore giovanile del Genoa finché, nel gennaio del 2018, ritorna in prestito al Padova, non avendo trovato spazio nella primavera genoana. Nella stagione 2019-20 viene inserito nella prima squadra del Padova, guidata da Salvatore Sullo. Diventa subito titolare e ottiene 17 presenze in campionato fino a metà stagione. Il 31 gennaio 2020 è stato acquistato a titolo definitivo dal Verona, con cui ha debuttato in Serie A il successivo 18 luglio, alla 34ª giornata in casa contro l’Atalanta . Il 31 luglio 2021 viene ceduto a titolo definitivo proprio alla squadra bergamasca. Non trovando molto spazio, il 3 gennaio 2022 viene ceduto in prestito al Cagliari fino al termine della stagione

Eddie Salcedo (Spezia):  (Genova1º ottobre 2001),attaccante dello Spezia, in prestito dal Genoa. Cresce nel settore giovanile del Genoa, debuttando in prima squadra non ancora sedicenne: esordisce il 20 agosto 2017, nell’incontro di campionato con il Sassuolo finito senza reti[. Nell’estate 2018 viene acquistato in prestito con diritto di opzione dall’Inter, con la cui formazione Primavera disputa il campionato di categoria, perdendo la finale contro l’Atalanta. A fine stagione viene riscattato dai nerazzurri, che lo ricedono prima al Genoa e subito dopo, sempre in prestito, al Verona.

Al Verona ritrova Ivan Jurić, allenatore che lo aveva fatto esordire in Serie A con il Genoa. Esordisce con i veneti il 29 settembre 2019 in Cagliari-Verona (1-1).Tornato all’Inter, il 25 settembre 2020 viene nuovamente ceduto in prestito al Verona con diritto di opzione e contro-opzione a favore dei nerazzurri. In questa stagione segna due gol in campionato e uno in Coppa in 23 partite complessive. Termina l’esperienza veronese con 40 presenze e 4 gol. Rientrato all’Inter, svolge la preparazione estiva sotto la guida di Simone Inzaghi. Il 31 agosto 2021 passa in prestito allo SPEZIA.

Brian Oddei (Accra18 febbraio 2002) è un attaccante del Sassuolo. Dopo il suo arrivo in Italia gioca un anno nel Maranello e dopo essere stato notato da vari osservatori come alcuni del Manchester Utd passa alle giovanili del Sassuolo. Dopo aver giocato fuori quota in Primavera debutta nell’incontro perso 3-1 contro la Juventus. Il 31 agosto 2021 viene ceduto in prestito al Crotone. Il 31 gennaio 2022 fa ritorno al Sassuolo

Matteo Cancellieri (Hellas Verona):  (Roma12 febbraio 2002) è un attaccante del Verona. Arrivato nelle giovanili della Roma a sedici anni, Cancellieri si è segnalato come un marcatore molto prolifico con la maglia delle selezioni giovanili giallorosse. Nel 2020 si è trasferito al Verona . Nella stagione successiva Cancellieri ha esordito in Serie A subentrando a Nikola Kalinić nel secondo tempo della partita persa in casa (2-3) contro il Sassuolo.

Destiny Udogie (Udinese):  (Verona28 novembre 2002) è un, difensore dell’Udinese in prestito dal Verona. Cresciuto nel settore giovanile del Verona, in cui aveva fatto il suo ingresso all’età di dieci anni,[ Debutta in prima squadra l’8 novembre 2020, a 17 anni, entrando nel secondo tempo della gara di Serie A pareggiata (2-2) contro il Milan a San Siro . Udogie colleziona sei presenze nella massima serie. Il 15 luglio 2021, viene ceduto in prestito con obbligo di riscatto all’Udinese. Il 25 febbraio 2022 realizza la sua prima rete in Serie A, in occasione della gara pareggiata (1-1).

Riccardo Calafiori (Genoa): (Roma19 maggio 2000) è un centrocampista in prestito dalla Roma  al Genoa. Calafiori  con la Roma percorre tutta la trafila delle giovanili:  Il 1º agosto 2020, a 18 anni, debutta fra i professionisti giocando da titolare la gara dell’ultima giornata di Serie A, vinta 3-1 contro la Juventus all’Allianz Stadium. Il 14 gennaio 2022 passa in prestito al Genoa.


Riccardo Calafiori

Andrea Carboni (Cagliari) (Sorgono4 febbraio 2002) è un difensore del Cagliari. A soli 10 anni entra a far parte delle giovanili del Cagliari dopo essere stato scoperto dall’osservatore Gianfranco Matteoli. Il 22 giugno 2020 ha esordito nella massima serie, subentrando negli ultimi minuti della partita in trasferta contro la SPAL, mentre cinque giorni dopo ha giocato la sua prima partita da titolare, in casa contro il Torino, vinta per 4-2.. Carboni colleziona in tutto sette presenze in Serie A. Nella stagione 2020-2021  chiudendo la stagione con un totale di 15 presenze in campionato.

Matteo Gabbia (Milan) 😦Busto Arsizio21 ottobre 1999) è un difensore del Milan. Cresciuto nel settore giovanile del Milan, ha esordito in prima squadra il 24 agosto 2017 a 17 anni. Esordisce in Serie A il seguente 17 febbraio, in occasione della sfida vinta 1-0 in casa contro il Torino, subentrando all’infortunato Kjær al 44′. Nella successiva partita, pareggiata 1-1 contro la Fiorentina e trova spazio nel girone di ritorno terminando la stagione con 9 presenze in campionato.

Simone Trimboli (Sampdoria) (Genova 10 aprile 2002) centrocampista della Sampdoria, Cresciuto nelle giovanili blucerchiate dagli Allievi alla Primavera sotto la guida di Felice Tufano ha esordito in Serie A il 12 marzo 2022 in Sampdoria .- Juventus 1-3

ANCORA IL “NORD” FATALE PER LA NAZIONALE ITALIANA (con un intervento di Luciano Angelini)

Momento topico: Paak Do Ik infila Albertosi

La Nazionale di Roberto Mancini, campione d’Europa, è clamorosamente caduta sulla strada dei Mondiali del Qatar che si giocheranno a novembre: sconfitti dalla Macedonia (del Nord) gli azzurri per la seconda volta consecutiva non saranno presenti alla quadriennale massima rassegna del foot-ball internazionale.

Un duro colpo per quel “gigante dai piedi d’argilla” del calcio italiano: con il livello tecnico della Serie A molto basso, le società piene di debiti e varie bizzarrie di diverso genere (l’ultima in ordine di tempo quella del calendario del girone di ritorno deciso da un algoritmo e asimmetrico rispetto a quello di andata: il tutto in funzione di un modesto, spettacolarmente ed economicamente, spettacolo televisivo).

Non è questa però le sede per disamine più o meno approfondite su cause ed effetti di questo disastro.

E’ il caso invece di ricordare come per la terza volta una nazione che contiene il “Nord” nella propria denominazione causa la grande sorpresa dell’Italia inopinatamente eliminata.

Capitò nella fase eliminatoria dei mondiali di Svezia 1958 con l’Irlanda del Nord nella perduta battaglia di Belfast, ai mondiali d’Inghilterra del 1966 (questa volta nella fase finale) ad opera dei “Ridolini” della Corea del Nord e oggi è toccato alla Macedonia del Nord (definizione del resto impropria dovuta soltanto alla volontà della Grecia di attribuirsi la memoria di Alessandro Magno).

Questi i tabellini delle tre partite:

15 gennaio 1958 a Belfast

IRLANDA DEL NORD – ITALIA 2-1

Reti: Mc Ilroy 13’, Cush 28’, Da Costa 56’.

Irlanda del Nord: Uprichard, Cunningham, Mc Michael, Danny Banchflower, Jackie Blanchflower, Peacock, Bingham, Mc Ilroy, Simpson, Cush, Mc Parland.

Italia: Bugatti (Napoli), Vincenzi (Inter), Corradi (Juventus), Invernizzi (Inter), Ferrario (Juventus), Segato (Fiorentina), Ghiggia (Roma), Schiaffino (Milan), Pivatelli (Bologna), Montuori (Fiorentina) Da Costa (Roma).

Arbitro: Zsolt (Ungheria).

19 Luglio 1966 a Middlesbourgh:

COREA DEL NORD-ITALIA 1-0 (1-0)
MARCATORI
: pt 42′ Pak Doo Ik 42
COREA DEL NORD: Li Chan Myung, Lim Zoong Sun, Sin Yung Kyoo, Ha Jung Won, Oh Yoon Kyung, Im Seung Hwi, Han Bong Zin, Pak Doo Ik, Pak Seung Zin, Kim Bong Hwan, Yang Sung Kook. Allenatore Myung Rye Hyun.
ITALIA: Albertosi, Landini, Facchetti, Guarneri, Janich, Fogli, Perani, Bulgarelli, Mazzola, Rivera, Barison. Allenatore Edmondo.
ARBITRO: Schwinte (Francia)

Palermo 24 marzo 2022

Italia – Macedonia del Nord 0-1

rete: Trajkovski

Italia: Donnarumma, Florenzi, Mancini (dal 45′ Chiellini) Bastoni, Emerson Palmieri, Barella (12′ s.t. Tonali) Jorginho, Verratti, Berardi (44’s.t. Joao Pedro), Immobile (12’s.t.Pellegrini), Insigne (19’s.t. Raspadori) c.t. Roberto Mancini

Macedonia del Nord: Dimitrevski, Ristovski, D.Valkovski (41′ s.t. Ristevski) Musiu, Aliaski, Atlemi (14’s.t. Ashavoski) Churlinov, Nikolov (14’s.t. Spirovski) Bardi, Trajkovski, M.Ristovski C.T: Milevski

arbitro: Turpin (Francia)

Da notare tra il 1958 e il 2022 la nemesi degli oriundi: a Belfast in campo Ghiggia, Schiaffino, Montuori e Da Costa; a Palermo Jorginho e lo sfortunato esordiente Joao Pedro, entrato in campo a 1′ dalla fine e reso incolpevole partecipe di questo disastro.

Intervento di Luciano Angelini

Testo con correzioni di errori erefusini. Grazie

Caro Franco,
noi abbiamo visto eliminazioni degli azzurri che due generazioni di calciofili possono solo immaginare. Da Belfast, gennaio 1958, contro l’Irlanda del Nord, allenatore Foni​ con la squadra imbottita di oriundi infreddoliti (Schiaffino e Ghiggia, uruguagi ex campioni del mondo, Da Costa e Montuori): 2 a 1per i padroni di casa e cacciati dal mondiale, quello in Svezia che lanciò Pelé nell’olimpo del calcio. A Middlesbrough, 19 luglio 1966, c t. “Mondino” Fabbri, eliminati dal mondiale inglese da un presunto dentista nord coreano dal nome Paak Doo Ik rimastoci addosso come un marchio d’infamia, e la squadra accolta a pomodorate al rientro in Italia all’aeroporo di Genova, scelto nella vana speranza di limitare l’infida accoglienza orgnizzata a Malpensa da tifosi inferociti.
A consolazione, parzialissima, possiamo ricordare che due anni dopo, Roma, 10 giugno 1968, vincemmo (2-0) l’Europeo nella finale bis con la Jugoslavia (la dissoluzione venne anni dopo) dopo la rocambolesca vittoria in semifinale sull’Urss(Gorbaciov e gli altri erano di là da venire) con l’ausilio di una monetina “pilotata”, almeno secondo le voci di spogliatoio.
Il resto, dallo sventurato Ventura in avanti, è bruciante storia degli ultimi disastri​ mondiali. Mancini, ciuffo ammosciato e lifting da rifare, dagli altari londinesi alla polvere di Palermo in meno di un anno. La delusione non esasperi i giudizi. Forse lo ha tradito l’eccesso di gratitudine per i suoi eroi, come per Bearzot e Lippi. Ma non solo. Chi di rigori non colpisce, vedi perfida Svizzera, di Macedonia (del Nord, come Irlanda e Corea, guarda tè) perisce.
Signori si scende. Perso un treno (o volo) per Qatar, non resta che allestire un bus alternativo, non si sa con quale autista, ma Mancio ha il dovere di restare, chi se non lui, e con quali passeggeri. Nuova nazionale cercasi.

1963-64: LA SARDEGNA PROMOSSA IN SERIE A PER LA PRIMA VOLTA

Gigi Riva (“Rombo di tuono”, secondo Gianni Brera) agli esordi con il Cagliari

Campionato di Serie B 1963-64: alla fine del torneo salgono nella massima divisione tre squadre che per la prima volta parteciperanno al campionato di quel livello. Si tratta di Varese, Foggia e Cagliari: il Varese rappresenta la squadra del boom economico lombardo avendo alla presidenza quel comm. Borghi, indimenticabile patron della Ignis (frigoriferi e cucine, settori in quel momento in grandissima espansione) e munifico “patron” di molte imprese sportive dal basket, al ciclismo, al pugilato mettendo assieme campioni come Meneghin, Morse, Raga, Ercole Baldini, Arnaldo Pambianco (nel 1961 vincitore a sorpresa del Giro d’Italia), Miguel Poblet, Duilio Loi, Sandro Mazzinghi; il Foggia guidato magistralmente in panchina da Oronzo Pugliese è la seconda squadra pugliese nella storia, dopo il Bari, ad arrivare in Serie A; ma è il Cagliari che trascina un’intera Regione come la Sardegna al vertice del calcio italiano.

La squadra rossoblu, guidata da un fine scopritore di talenti come il presidente Arrica e condotta in panchina dall’esperto “Sandokan” Silvestri vanta tra le sue fila un giovanissimo futuro protagonista del calcio mondiale come Gigi Riva (appunto “Rombo di Tuono” nel lessico breriano), un goleador assoluto rivelatosi al mondo in quel di Savona (un Savona – Legnano 1-2 di Serie C in cui si trovò a fronteggiare Valentino Persenda) ma già prenotato dalla società sarda che in quel momento si avvale anche dell’appoggio del presidente dell’Inter Angelo Moratti che nell’isola possiede grandi impianti di raffineria petrolifera.

Per Cagliari si apre una stagione straordinaria che culminerà con la conquista dello scudetto nel campionato 1969-70 con alla guida il “filosofo” Scopigno.

Per intanto occupiamoci del campionato 1963-64, quello della sorprendente ascesa in Serie A.

Classifica finale: Varese 51, Cagliari 46, Foggia 46, Padova 45, Verona 44, Lecco 44, Brescia 40, Napoli 39, Potenza 38, Triestina 37, Catanzaro 37, Palermo 35, Pro Patria 33, Venezia 33, Parma 32, Monza 32, Alessandria 32, Prato 31, Udinese 29, Cosenza 26

Tabellini delle partite giocate dal Cagliari

PRIMA GIORNATA

Prato – Cagliari 1-2

reti: Taccola, Torriglia, Riva (primo goal di Gigi Riva in Serie B, alla fine saranno 8 in 26 partite, bottino decisamente modesto, diciamo un rodaggio in vista di indimenticabili gol e imprese anche in nazionale)

Prato: Gridelli, De Dura, Bullini, Moradei, Rizza, Mazzoni, Veneranda, Ruggiero, Frassinelli, Taccola, Azzali

Cagliari: Colombo, Martiradonna, Spinosi, Mazzucchi, Vescovi, Longo, Torriglia, Greatti, Cappellaro, Rizzo, Riva

arbitro: Cadel di Mestre

SECONDA GIORNATA

Cagliari – Foggia 1-0

rete: Greatti

Cagliari: Colombo, Martiradonna, Tiddia, Mazzucchi, Vescovi, Longo, Torriglia, Greatti, Cappellaro, Rizzo, Riva

Foggia: Moschioni, Corradi, Valadè, Bertuolo, Rinaldi, Faleo, Oltramari, Gambino, Nocera, Lazzotti, Patino

arbitro: Piantoni di Terni

TERZA GIORNATA

Cagliari – Napoli 2-2

reti. Riva (2), Gilardoni (2), sì proprio l’indimenticato “Gila” autore del goal della vittoria biancoblu nel derby con il Genoa in un “Bacigalupo” ribollente di passione

Cagliari: Colombo, Martiradonna, Tiddia, Mazzucchi, Spinosi, Longo, Torriglia, Greatti, Cappellaro, Rizzo, Riva

Napoli: Pontel, Emoli, Rivellino, Corelli, Gatti, Girardo, Bolzoni, Rosa, Canè, Ronzon, Gilardoni

arbitro: Carminati di Milano

QUARTA GIORNATA

Alessandria – Cagliari 0-0

Alessandria: Nobili, Melideo, Vanara, Varga, Tenente, Soncini, Oldani, Fara, Lorenzo Bettini, Girardo, Sergio Bettini

Cagliari: Colombo, Martiradonna, Tiddia, Mazzucchi, Spinosi, Longo, Torriglia, Greatti, Cappellaro, Rizzo, Riva

arbitro: Sebastio di Taranto

QUINTA GIORNATA

Padova – Cagliari 0-0

Padova: Bonollo, Rogora, Barbiero, Fracon, Sereni, Mazzanti, Mariani, Pestrin, Carminati, Berretta, Abbatini

Cagliari: Colombo, Martiradonna, Tiddia, Mazzucchi, Grottola, Longo, Torriglia, Greatti, Cappellaro, Rizzo, Riva

arbitro: Rancher di Roma

SETTIMA GIORNATA
Cagliari – Varese 0-0
Cagliari: Colombo, Martiradonna, Spinosi, Mazzucchi, Grottola, Longo, Torriglia, Greatti, Cappellaro, Rizzo, Riva
Varese: Lonardi, Soldo, Maroso, Ossola, Beltrami, Ferrari, Spelta, Cucchi, Traspedini, Pasquina, Vetrano. C’è un ex biancoblu, Pierino Cucchi, sempre nel cuore degli sportivi savonesi, con i biancorossi varesini
.arbitro: D’Agostini di Roma
OTTAVA GIORNATA
Brescia – Cagliari 3-0reti: De Paoli rigore, Raffin, Baffi
Brescia: Brotto, Fumagalli, Mangili, Rizzolini, Vasini, Bianchi, Baffi, Favalli, De Paoli, Raffin, Pagani
Cagliari: Colombo, Martiradonna, Spinosi, Mazzucchi, Grottola, Longo, Torriglia, Greatti, Cappellaro, Rizzo, Riva
arbitro: Rigato di Mestre

NONA GIORNATA

Triestina – Cagliari 0-0

Triestina Toros, Frigieri, Vitali, Pez, Varljen, Ferrara, Mantovani, Dalio, Orlando, Porro, Novelli

Cagliari: Colombo, Martiradonna, Spinosi, Mazzucchi, Lorenzi, Longo, Torriglia, Greatti, Cappellaro, Rizzo, Riva

arbitro: Marengo di Chiavari

DECIMA GIORNATA

Cagliari – Cosenza 1-0

rete. Cappellaro

Cagliari: Colombo, Martiradonna, Spinosi, Mazzucchi, Lorenzi, Longo, Ronconi, Greatti, Cappellaro, Rizzo, Riva

Cosenza: Dinelli, Fontana, Baston, Longhi, Gerbaudo, Dalla Pietra, Marmiroli, Thermes, Gualtieri, Campanini, Meregalli

arbitro: Marchiori di Padova

UNDICESIMA GIORNATA

Cagliari – Catanzaro

rete. Cappellaro

Cagliari: Colombo, Martiradonna, Tiddia, Mazzucchi, Spinosi, Longo, Ronconi, Greatti, Cappellaro, Rizzo, Congiu

Catanzaro: Bertossi, Nardin, Micelli, Bigagnoli, Tonani, Nisticò, Vanini, Maccaccaro, Zavaglio, Mecozzi, Galli

arbitro: Pignatta di Torino

DODICESIMA GIORNATA

Palermo – Cagliari 0-1

rete: Greatti

Palermo: Bandoni, Adorni, Giorgi, Benedetti, Ramusani, Spagni, Deasti, Malavasi, Fogar, Maggioni, Mestri. In rosanero troviamo Evaristo Malavasi, allenatore del Savona nel dopo Serie B.

Cagliari: Colombo, Martiradonna, Tiddia, Mazzucchi, Lorenzi,Spinosi, Ronconi, Greatti, Cappellaro, Rizzo, Riva

arbitro: Angelini di Firenze

TREDICESIMA GIORNATA

Potenza – Cagliari 1-0

rete: Gareffa

Potenza: Masiero, Casati, Vaini, Merkuza, Dellagiovanna, Degrassi, Gareffa, Viacava, Bonacchi, Lodi, Carrera

Cagliari: Colombo, Martiradonna, Tiddia, Mazzucchi, Lorenzi, Spinosi, Ronconi, Greatti, Cappellaro, Rizzo, Riva

arbitro: De Robbio di Torre Annunziata

QUATTORDICESIMA GIORNATA

Cagliari – Verona 0-0

Cagliari: Colombo, Martiradonna, Tiddia, Mazzucchi, Varsi,Spinosi, Torriglia, Greatti, Cappellaro, Rizzo, Riva

Verona: Paolicchi, Cera, Cappellino, Savoia, Carletti, Radaelli, Maschietto, Bolchi, Calloni, Zeno, Maioli

arbitro: Rancher di Roma

QUINDICESIMA GIORNATA

Cagliari – Venezia 2-0

reti: Congiu, Greatti

Cagliari: Colombo, Martiradonna, Tiddia, Mazzucchi, Varsi,Spinosi,Ronconi, Greatti, Cappellaro, Rizzo, Congiu

Venezia: Magnanini, De Bellis, Raimondi, Tarantino, Neri, Grossi, Sartore, Santon, Mujesan, Salvemini, Dori

arbitro: Sebastio di Taranto

SEDICESIMA GIORNATA

Parma – Cagliari 1-0

rete: Cavallito

Parma: Vincenzi, Fontana, Polli, Rancati, Balbi, Zurlini, Corradi, Cavallito, Bruschettini, Ferraguti, Morelli

Cagliari: Colombo, Martiradonna, Tiddia, Mazzucchi, Varsi,Spinosi, Ronconi Greatti, Cappellaro, Rizzo, Riva

arbitro: Barolo di Bassano del Grappa

DICIASSETTESIMA GIORNATA

Lecco – Cagliari 2-0

reti: Pasinato, Innocenti

Lecco: Meraviglia, Facca, Bravi, Pasinato, Sacchi, Ferrari, Bagatti, Lindskog, Innocenti, Schiavo, Clerici

Cagliari: Colombo, Spinosi, Tiddia, Mazzucchi, Vescovi, Longo, Torriglia, Greatti, Cappellaro, Rizzo, Congiu

arbitro: Rigato di Mestre

DICIOTTESIMA GIORNATA

Cagliari – Udinese 0-0

Cagliari: Colombo, Martiradonna, Tiddia, Mazzucchi, Spinosi, Longo, Torriglia, Greatti, Cappellaro, Rizzo, Varsi

Udinese: Galassi, Pin, Gigante, Tagliavini, Burelli, De Negro, Inferrera, Andersson, Braida, De Cecco, Del Zotto

arbitro: Marengo di Chiavari

DICIANNOVESIMA GIORNATA

Pro Patria – Cagliari 0-1

rete: Torriglia

Pro Patria: Provasi, Amadeo, Taglioretti, Rondanini, Signorelli, Lombardi, Mascheroni, Calloni, Muzzio, Recagno, Arrigoni

Cagliari: Colombo, Martiradonna, Tiddia, Lorenzi,Spinosi, Longo, Torriglia, Greatti, Cappellaro, Rizzo, Riva

arbitro: Cirone di Palermo

VENTESIMA GIORNATA

Cagliari – Prato 0-0

Cagliari: Colombo, Martiradonna, Tiddia, Lorenzi,Spinosi, Longo, Torriglia, Greatti, Cappellaro, Rizzo, Riva

Prato: Bressan, De Dura, Galeotti, Azzali, Bullini, Prini, Corbi, Mariotti, Frassinelli, Taccola, Ruggiero. Con i toscani troviamo Giuliano Taccola, uno dei protagonisti con Persenda, Natta, Pientantoni e Fazzi della favolosa scalata del Savona alla Serie B. 

arbitro: Firmi di Crema

VENTUNESIMA GIORNATA

Foggia – Cagliari 0-0

Foggia: Moschioni, Bertuolo, Valadè, Bettoni, Rinaldi, Ghedini, Oltramari, Gambino, Nocera, Faleo, Lazzotti

Cagliari: Colombo, Martiradonna, Tiddia, Mazzucchi, Spinosi, Longo, Torriglia, Greatti, Cappellaro, Rizzo, Riva

arbitro: Politano di Cuneo

VENTIDUESIMA GIORNATA

Napoli – Cagliari 2-1

reti: Gilardoni, Greatti, Bolzoni

Napoli: Pontel, Garzena, Mistone, Corelli, Gatti, Montefusco, Bolzoni, Fraschini, Gilardoni, Ronzon, Tacchi

Cagliari: Colombo, Martiradonna, Tiddia, Mazzucchi, Spinosi, Longo, Torriglia, Greatti, Cappellaro, Rizzo, Riva

arbitro: Carminati di Milano

VENTITREESIMA GIORNATA

Cagliari – Alessandria 1-1

reti: Oldani, Cappellaro

Cagliari: Colombo, Martiradonna, Tiddia, Mazzucchi, Vescovi, Longo, Ronconi, Greatti, Cappellaro, Rizzo, Congiu

Alessandria: Nobili, Melideo, Vanara, Fara, Migliavacca, Verga, Sogliano, Cesana, Oldani, Soncini, Sergio Bettini. In maglia grigia un nome fatale per il Savona: Fara, autore del goal del 2-1 che nella “fatal Catania” sancì la retrocessione in Serie C. 

VENTIQUATTRESIMA GIORNATA

Cagliari – Padova 1-1

reti: Congiu, Mazzanti

Cagliari: Colombo, Martiradonna, Tiddia, Mazzucchi, Vescovi, Longo, Ronconi, Greatti, Cappellaro, Rizzo, Congiu

Padova: Bazzoni, Rogora, Cervato II, Pestrin, Sereni, Barbolini, Koelbl, Mazzanti, Cavicchia, Barbolini, Abbatini

arbitro: Sebastio di Taranto

VENTICINQUESIMA GIORNATA

Monza – Cagliari 0-5

reti: autorete Ferrero, rigore Cappellaro, Mazzucchi, Congiu, Torriglia

Monza:Giunti, Melonari, Ghioni, Ferrero, Prato, Stefanini, Vivarelli, Campagnoli, Mezzalira, Carniglia, Vigni

Cagliari: Colombo, Vescovi, Tiddia, Mazzucchi, Spinosi, Longo, Torriglia, Greatti, Ronconi, Rizzo, Congiu

arbitro: Righetti di Torino

VENTISEIESIMA GIORNATA

Varese – Cagliari 2-2

reti: autorete Soldo, Pasquina, Spelta, Torriglia

Varese: Biggi, Soldo, Maroso, Ossola, Beltrami, Cucchi, Spelta, Marchioro, Traspedini, Pasquina, Vetrano

Cagliari: Colombo, Vescovi, Tiddia, Mazzucchi, Spinosi, Longo, Torriglia, Greatti, Ronconi, Rizzo, Congiu

arbitro: Bernardis di Trieste

VENTISETTESIMA GIORNATA

Cagliari – Brescia 3-1

reti: Greatti, Cappellaro, Torriglia, Vicini

Cagliari: Colombo, Vescovi, Tiddia, Mazzucchi, Spinosi, Longo, Torriglia, Greatti, Cappellaro, Ronconi, Congiu

Brescia: Brotto, Fumagalli, Di Bari, Rizzolini, Vasini, Bianchi, Baffi, Vicini, De Paoli, Raffin, Favini

arbitro: Gambarotta di Genova

VENTOTTESIMA GIORNATA

Cagliari – Triestina 0-0

Cagliari: Colombo, Vescovi, Tiddia, Mazzucchi, Spinosi, Longo, Torriglia, Greatti, Cappellaro, Rizzo, Congiu

Triestina: Miniussi, Frigieri, Ferrara, Varljen, Sadar, Palcini, Mantovani, Dalio, Orlando, Porro, Novelli

arbitro: Varazzani di Parma

VENTINOVESIMA GIORNATA

Cosenza – Cagliari 1-3

reti: Ippolito, Torriglia (2), Greatti

Cosenza: Dinelli, Fontana, Millea, Ippolito, Orlando, Longhi, Calzolari, Dalla Pietra, Gualtieri, Marmiroli, Meregalli

Cagliari: Colombo, Vescovi, Tiddia, Mazzucchi, Spinosi, Longo, Torriglia, Greatti, Cappellaro, Rizzo, Congiu

arbitro: D’Agostini di Roma

TRENTESIMA GIORNATA

Catanzaro – Cagliari 2-2

reti: Gasparini, Mazzucchi, Ghersetich, Cappellaro

Catanzaro: Bianchini, Nardin, Micelli, Mecozzi, Tonani, Raise, Bagnoli, Maccaccaro, Zavaglio, Gasparini, Ghersetich

Cagliari: Colombo, Martiradonna, Tiddia, Mazzucchi, Vescovi, Longo, Torriglia, Greatti, Cappellaro, Congiu, Riva

arbitro: Ferrari di Milano

TRENTUNESIMA GIORNATA

Cagliari – Palermo 3-0

reti: autorete Adorni, Riva, Cappellaro

Cagliari: Colombo, Martiradonna, Tiddia, Mazzucchi, Vescovi, Longo, Torriglia, Greatti, Cappellaro, Congiu, Riva

Palermo: Bandoni, Adorni, Giorgi, Benedetti, Malavasi, Spagni, Deasti, Maggioni, Fogar, Viappiani, Maestri

arbitro: Barolo di Bassano del Grappa

TRENTADUESIMA GIORNATA

Cagliari – Potenza 1-0

rete: Riva

Cagliari: Colombo, Martiradonna, Tiddia, Mazzucchi, Vescovi, Longo, Torriglia, Greatti, Cappellaro, Ronconi, Riva

Potenza: Ducati, Spanò, Vaini, Dellagiovanna, Merkuza, Degrassi, Viacava, Bonacchi, Carrera, Lodi, Rosito

arbitro: Bernardis di Trieste

TRENTATREESIMA GIORNATA

Verona – Cagliari 0-3

reti: Greatti, Riva (2)

Verona: Ciceri, Carletta, Fassetta, Savoia, Zeno, Cera, Maschietto, Tartari, Calloni, Maioli, Bonatti

Cagliari: Colombo, Martiradonna, Tiddia, Mazzucchi, Spinosi, Longo, Torriglia, Greatti, Cappellaro, Vescovi, Riva

arbitro: Gambarotta di Genova

TRENTAQUATTRESIMA GIORNATA

Venezia – Cagliari 0-0

Venezia: Bubacco, De Bellis, Mancin, Tesconi, Grossi, Neri, Cardillo, Santon, Mujesan, Salvemini, Dori

Cagliari: Colombo, Martiradonna, Tiddia, Mazzucchi, Spinosi, Longo, Torriglia, Greatti, Cappellaro, Vescovi, Riva

arbitro: Politano di Cuneo

TRENTACINQUESIMA GIORNATA

Cagliari – Parma 2-0

reti: Greatti (2)

Cagliari: Colombo, Martiradonna, Tiddia, Mazzucchi, Spinosi, Longo, Torriglia, Greatti, Cappellaro, Congiu, Riva

Parma: Vincenzi, Versolatto, Silvagna, Fontana, Sentimenti V, Zurlini, Neri, Spanio, Pinti, Cavallito, Bruschettini. Anche qui un biancoblu di spicco: Angelo Spanio, arrivato a Savona dalla Capitale, sponda giallorssa, per dare qualità al centrocampo nella stagione della Serie B, ma non bastò. Serviva puntellare la difesa…

arbitro: Piantoni di Terni

TRENTASEIESIMA GIORNATA

Cagliari – Lecco 0-0

Cagliari: Colombo, Martiradonna, Tiddia, Mazzucchi, Vescovi, Longo, Torriglia, Greatti, Cappellaro, Congiu, Riva

Lecco: Meraviglia, Facca, Bravi, Sacchi, Pasinato, Rigato, Savioni, Lindskog, Innocenti, Schiavo, Bagatti

arbitro: Sbardella di Roma

TRENTASETTESIMA GIORNATA

Udinese – Cagliari 1-1

reti: Selmonsson, Riva

Udinese: Collovati, Bernard, Valenti, Del Negro, Burelli, Tagliavini, Selmonsson, De Cecco, Andersson, Del Zotto, Sestili

Cagliari: Colombo, Martiradonna, Tiddia, Mazzucchi, Spinosi, Longo, Torriglia, Greatti, Cappellaro, Vescovi, Riva

arbitro: Gambarotta di Genova

TRENTOTTESIMA GIORNATA

Cagliari – Pro Patria 3-1

reti: Perrucconi, Cappellaro, Greatti, Rizzo

Cagliari: Colombo, Martiradonna, Tiddia, Mazzucchi, Spinosi, Longo, Torriglia, Greatti, Cappellaro, Rizzo, Riva

Pro Patria: Provasi, Amadeo, Taglioretti, Rondanini, Signorelli, Lombardi, Gerosa, Calloni, Muzzio, Crespi, Perrucconi.

MILAN – NAPOLI: LE BATTAGLIE PER LO SCUDETTO

Milan 67-68: da sinistra in piedi: Sormani, Schnellinger, Anquiletti, Rivera, Rocco, Rosato, Prati, Cudicini accosciati: il massaggiatore Tresoldi, Lodetti, Hamrin, Scala, Trapattoni il secondo allenatore Bergamasco

A questo punto del campionato di Serie A 2021-2022 si sta profilando una lotta per lo scudetto tra Milan e Napoli.

E’ già capitato nella storia del calcio italiano: alla fine degli anni’60 protagonisti il Milan di Rocco con Rivera e Prati e il Napoli di Pesaola nobilitato dalla presenza di Sivori e Altafini dopo anni di difficoltà e qualche caduta in Serie B e nel cuore degli anni’80 con la grande rivalità, esplosa anche in qualche episodio polemico, tra il Milan di Sacchi e degli olandesi e il Napoli dell’immenso Diego Armando Maradona.

Classifiche e tabellini degli scontri diretti di quelle straordinarie occasioni di confronto tra la Capitale del Nord e quella del Sud.

CAMPIONATO 1967 – 68

Milan 46, Napoli 37, Juventus 36, Fiorentina 35, Inter 33, Bologna 33,Torino 32, Varese 32, Cagliari 31, Sampdoria 27, Roma 27, Lanerossi Vicenza 25, Atalanta 25, Spal 22, Brescia 22, Mantova 17

8 ottobre 1967 terza giornata

Napoli – Milan 1-1

reti: Canè, Hamrin

Napoli: Zoff, Nardin, Pogliana, Stenti, Panzanato, Girardo, Bosdaves, Montefusco, Altafini, Canè, Barison U(n.12 Cuman) all. Pesaola

Milan: Cudicini, Anquilletti, Schnellinger, Rosato, Malatrasi, Trapattoni, Hamrin, Lodetti, Sormani, Rivera, Mora (n.12Belli) all. Rocco

arbitro Monti di Ancona

14 febbraio 1968 diciottesima giornata

Milan – Napoli 2-1

reti: Rivera, Prati, Barison

Milan: Cudicini, Anquilletti, Scala, Trapattoni, Malatrasi, Baveni, Hamrin, Lodetti, Sormani, Rivera, Prati (n.12 Vecchi) all. Rocco

Napoli: Zoff, Nardin, Pogliana, Stenti, Panzanato, Girardo, Orlando, Juliano, Altafini, Canè, Barison (n.12 Cuman) all. Pesaola

arbitro: Monti di Ancona

CAMPIONATO 1987-88

Milan 45, Napoli 42, Roma 38, Sampdoria 37, Inter 32, Juventus 31, Torino 31, Fiorentina 28, Cesena 26, Verona 25, Como 25, Ascoli 24, Pisa 24, Pescara 24, Avellino 23, Empoli 20

3 gennaio 1988 quindicesima giornata

Milan- Napoli 4-1

reti: Colombo, Virdis, Gullit, Donadoni, Careca

Milan: Giovanni Galli, Tassotti, Maldini, Colombo, Filippo Galli, Franco Baresi, Donadoni, Ancellotti, Virdis, Gullit, Evani (Massaro, Bortolazzi) all. Sacchi

Napoli: Garella, Ferrara, Francini, Bagni, Ferrario, Renica, Careca, De Napoli, Giordano, Maradona, Filardi (Bigliardi, Sola) all. Bianchi

arbitro: Agnolin di Bassano del Grappa

1 maggio 1988 ventottesima giornata

Napoli – Milan 2-3

reti: Maradona, Careca, Virdis (2),Van Basten

Napoli: Garella, Bruscolotti, Ferrara, Francini, Bigliardi, Renica, Careca, De Napoli, Bagni, Maradona, Romano (Giordano, Carnevale) all. Bianchi

Milan: Giovanni Galli, Tassotti, Maldini, Colombo, Filippo Galli, Franco Baresi, Donadoni, Ancelotti, Virdis, Gullit, Evani (Van Basten, Massaro) all. Sacchi

arbitro: Lo Bello jr. di Siracusa

CAMPIONATO 1989-90

Napoli 51, MIlan 49, Inter 44, Juventus 44, Sampdoria 43, Roma 41, Atalanta 35, Bologna 34, Lazio 31, Bari 31, Genoa 29, Fiorentina 28, Cesena 28, Lecce 28, Udinese 27, Verona 25, Cremonese 23, Ascoli 21

1 ottobre 1989 settima giornata

Napoli – Milan 3-0

reti: Carnevale (2), Maradona

Napoli: Giuliani, Ferrara, Francini, Crippa, Alemao, Baroni, Fusi, De Napoli, Careca, Maradona, Carnevale (Mauro, Zola) all. Bigon

Milan: Giovanni Galli, Tassotti, Costacurta, Colombo, Filippo Galli, Franco Baresi, Stroppa, Rijkaard, Borgonovo, Ancelotti, Evani (Lantignotti, Simone) all. Sacchi

arbitro: Pairetto di Torino

11 febbraio 1990 ventiquattresima giornata

Milan – Napoli 3-0

reti: Massaro, Maldini, Van Basten

Milan: Pazzagli, Tassotti, Maldini, Colombo, Costacurta, Franco Baresi, Donadoni, Rijkaard, Van Basten, Ancelotti, Massaro (Evani, Simone) all. Sacchi

Napoli: Giuliani, Ferrara, Francini, Crippa, Alemao, Baroni, Corradini, Fusi, Mauro, Maradona, Carnevale (Careca, Zola) all. Bigon

arbitro: Agnolin di Bassano del Grappa

IL NOVARA IN SERIE D COM’E’ LONTANA LA SERIE A CON SILVIO PIOLA

Silvio Piola con la maglia Novara nel giorno del suo trecentesimo goal in Serie A

Superata la procella di uno dei tanti fallimenti che stanno costellando le vicende del calcio italiano, ha ripreso il proprio cammino anche il Novara.Gli azzurri, antichi epigoni del “quadrilatero piemontese” con Vercelli, Casale e Alessandria, sono ripartiti dalla serie D (come è capitato, in questi ultimi anni, a tante nobili decadute dal Bari, al Palermo, al Parma) e si trovano in piena lotta per aggiudicarsi il primato nel girone A. Brutti ricordi in campo biancoblu nella stagione 1966-67: Savona e Novara si giocarono la permanenza in Serie B fino all’ultima giornata, quella della “fatal Catania”. Era l’anno calcistico delle quattro retrocessioni. A 90′ dalla fine Arezzo, Alessandria e Salernitana erano già condannate; Savona, Novara e Verona erano appaiate a quota 34, Pisa e Livorno a 35. Un finale al cardiopalmo con Novara-Genoa, Verona-Livorno e Pisa-Reggina. I piemontesi passarono senza trovare molta opposizione (3-1) sul Genoa, il Verona salì a 36 punti superando il Livorno, che rimase a quota 35, i pisani si divisero equamente la posta con i calabresi portandosi a 36 punti. Al Savona  sarebbe bastato pareggiare a Catania per andare almeno allo spareggio con il Livorno (fatali i due punti lasciati ai labronici al “Bacigalupo” con il rigore parato a Bellinelli a Osvaldo  Verdi, scelta masochistica con i tiratori a disposizione), vincendo si sarebbero salvati a spese dei pisani. Ma finì 2-1 per gli etnei (gol di Fazzi al 25′, Christensen al 61, Fara all’86’) che per la cronaca manco volevano vincere.Tante stagioni quelle passate al vertice della Serie A almeno fino al campionato 1955-56, poi un lungo intervallo interrotto da una “toccata e fuga” nella massima divisione in occasione del torneo 2011-2012. Dedichiamo allora questo ricordo alla memoria di Silvio Piola, uno dei più grandi atleti nella storia del calcio italiano campione del mondo del 1938 che a Novara disputò le ultime stagioni della sua grande carriera tra il 1947 – 48 e il 1952-53: il periodo migliore della squadra che giocava, all’epoca, nel piccolo stadio sotto la cupola di San Gaudenzio.
Piola concluse la sua attività di giocatore nella stagione 1952 – 53, dopo che in quella precedente il Novara, sotto la guida di Giovanni Varglien (I) aveva concluso con la migliore classifica della propria storia: ottavo posto, con il contributo di 18 goal segnati dal suo trentanovenne centravanti che fu anche chiamato, in una occasione molto speciale, a rivestire per l’ultima volta la maglia della Nazionale.Di seguito il tabellino di quella storica partita.

Firenze 18 maggio 1952

Italia – Inghilterra 1-1

reti: Broadis, Amadei

Italia: Moro (Sampdoria), Giovannini (Inter), Manente (Juventus), Mari (Juventus), Ferrario (Juventus), Piccinini (Juventus), Boniperti (Juventus), Pandolfini (Fiorentina), Piola (Novara), Amadei (Napoli), Cappello (Bologna)

Inghilterra: Merrick, Ramsey, Garrett, Wright, Froggat, Dickinson, Finney, Broadis, Lafthouse, Pearson, Elliot

arbitro: Beranek (Austria)

CLASSIFICA SERIE A 1951-52

Juventus 60, Milan 53, Inter 49, Fiorentina 43, Lazio 43, Napoli 42, Sampdoria 41, Novara 40, Spal 37, Pro Patria 37, Palermo 36, Atalanta 34, Como 34, Udinese 34, Torino 34, Bologna 33, Lucchese 32, Triestina 32, Padova 29, Legnano 17

Questi i tabellini delle partite giocate dal Novara in quel campionato.

PRIMA GIORNATA

Novara – Milan 1-2

reti: Renosto, autorete Annovazzi, Gren

Novara: Corghi, De Togni, Rava, Mainardi, Molina II, Baira, Rosen, Renica, Piola, Janda, Pesaola

Milan: Buffon, Silvestri, Bonomi, Annovazzi, Grosso, Tognon, Burini, Gren, Nordhal III, Liedholm, Renosto

arbitro Agnolin di Bassano del Grappa

SECONDA GIORNATA

Fiorentina – Novara 1-1

reti Renica, Galassi

Fiorentina: Costagliola,Magnini, Cervato, Chiappella, Venturi, Viciani, Galassi, Pandolfini, Roosemburg, Ekner, Bolognesi

Novara: Corghi, Mainardi, De Togni, Rosen, Molina II, Baira, Renica, Alberico, Piola, Janda, Pesaola

arbitro: Matucci

TERZA GIORNATA

Novara – Bologna 1-0

rete. Piola

Novara: Corghi, Mainardi, De Togni, Rosen, Molina II, Baira, Renica, Feccia, Piola, Alberico, Pesaola

Bologna: Boccardi, Giovannini, Brandimarte, Pilmark, Mezzadri, Jensen, Cervellati, Bernicchi, Cappello, Campatelli, Filiput

arbitro Orlandini di Roma

QUARTA GIORNATA

Torino – Novara 0-1

rete. Alberico

Torino: Buttarelli, Grava, Farina, Picchi I, Nay, Pozzi, Giuliano, Amalfi, Motta, Gianmarinaro, Cavigioli

Novara: Corghi, Mainardi, De Togni, Rosen, Molina II, Baira, Renica, Alberico, Piola, Janda, Pesaola

arbitro Valsecchi

QUINTA GIORNATA

Novara – Triestina 5-0

reti: Feccia, Janda (3), Piola

Novara: Corghi, Mainardi, De Togni, Rosen, Molina II, Baira, Renica, Alberico, Piola, Janda, Pesaola

Triestina: Nuciari, Belloni, Zorzin, Petagna, Mariuzza, Giannini, Boscolo, Klaiml, Maluta, Ispiro, Begni

arbitro: Marchetti di Milano

SESTA GIORNATA

Spal – Novara 2-1

reti: Bennike, Quaresima, De Togni

Spal: Bugatti, Guaita, Carlini, Emiliani, Oernevold, Nesti, Quaresima, Mussino, Bulent, Bennike, Fontanesi

Novara: Corghi, Mainardi, De Togni, Feccia, Molina II, Baira, Renica, Alberico, Piola, Janda, Pesaola

arbitro Pieri di Trieste

SETTIMA GIORNATA

Novara – Napoli 1-0

rete. Baira

Novara: Corghi, Mainardi, De Togni, Rosen, Molina II, Baira, Renica, Alberico, Piola, Feccia, Pesaola

Napoli: Casari, Delfrati, Viney, Castelli, Gramaglia, Todeschini, Mike, Formentin, Amadei, Granata, Arce

arbitro Massai di Pisa

OTTAVA GIORNATA

Novara – Palermo 1-1

reti: Pesaola, Vycpalek

Novara; Corghi, Mainardi, De Togni, Rosen, Molina II, Baira, Renica, Alberico, Piola, Janda, Pesaola

Palermo: Bertocchi, Giaroli, Foglia, Martini, Marchetti, De Grandi, Di Maso, Gimona, Micheloni, Vycpalek, Vicovaro

arbitro Carpani di Milano

NONA GIORNATA

Lucchese – Novara 1-1

reti: Frandsen, Piola

Lucchese: De Fazio, Degl’Innocenti, Caprili, Avanzolini, Greco, Scarpato, Lucchesi, Maestrelli, Frandsen, Taiti, Nuoto

Novara: Corghi, Mainardi, De Togni, Rosen, Molina II, Baira, Renica, Alberico, Piola, Feccia, Pesaola

arbitro: Gemini di Trieste

DECIMA GIORNATA

Novara – Udinese 4-1

reti: Piola, Alberico (2), autorete Mainardi, Feccia

Novara: Corghi, Mainardi, De Togni, Rosen, Molina II, Baira, Renica, Alberico, Piola, Feccia, Pesaola

Udinese: Romano, Vicich, Toso, Moro, Travagini, Spartano, Castaldo, Mariani, Bacci, Soerensen, Rinaldi

arbitro Valsecchi

UNDICESIMA GIORNATA

Como – Novara 2-2

reti: Piola(2), Turconi (2)

Como: Cardani, Gatti, Pedroni, Bergamaschi, Quadri, Pinardi, Cattaneo, Turconi, Baldini, Mori, Lipizer

Novara: Corghi, Mainardi, De Togni, Rosen, Molina II, Baira, Renica, Alberico, Piola, Feccia, Pesaola

arbitro: Corallo di Lecce

DODICESIMA GIORNATA

Inter – Novara 3-1

reti: Broccini, Skoglund (2), Rosen

Inter: Ghezzi, Giacomazzi, Padulazzi, Fattori, Giovannini, Neri, Armano, Broccini, Lorenzi, Miglioli, Skoglund

Novara: Corghi, Della Frera, De Togni, Rosen, Molina II, Rava, Renica, Alberico, Piola, Janda, Feccia

arbitro Rigato di Mestre

TREDICESIMA GIORNATA

Novara – Lazio 2-2

reti: Piola, Della Frera, Larsen, Sukru

Novara: Corghi, Mainardi, De Togni, Rosen, Molina II, Della Frera, Renica, Alberico, Piola, Janda, Feccia

Lazio: Sentimenti IV, Antonazzi,Sentimenti V, Alzani, Malacarne, Fuin, Sentimenti III, Larsen, Antoniotti, Lofgren, Sukru

arbitro Pieri di Trieste

QUATTORDICESIMA GIORNATA

Novara – Legnano 4-1

reti: Renica, Revere, Piola, Pesaola, autorete Revere

Novara: Russova, Corbani, De Togni, Rosen, Molina II, Baira, Renica, Feccia, Piola, Janda, Pesaola

Legnano: Gandolfi, Asti,Pian, Colpo, Tubaro, Revere, Eidefijall, Mazza, Loranzi, Palmer, Mozzambani

QUINDICESIMA GIORNATA

Padova – Novara 0-0

Padova: Romano, Lazzarini, Sessa, Beraldo, Fuchs, Zanon, Meroni, Andersen, Martegani, Novello, Prunecchi

Novara: Corghi, Corbani, De Togni, Feccia, Molina II, Baira, Pombia, Alberico, Piola, Janda, Garlasco

arbitro Righi di Milano

SEDICESIMA GIORNATA

Atalanta – Novara 2-0

reti: Jeppson (2)

Atalanta: Albani, Rota, Gariboldi, S.J. Hansen, Cadè, Angeleri, Santagostino, Cergoli, Jeppson, Soerensen, Brugola

Novara: Russova, Corbani, De Togni, Rosen, Franchini, Baira, Pombia, Feccia, Piola, Janda, Pesaola

arbitro: Rigato di Mestre

DICIASSETTESIMA GIORNATA

Novara – Juventus 1-4

reti: John Hansen (2), Vivolo, Boniperti, Baira

Novara: Corghi,Corbani, Feccia, Rosen, Molina II, Baira, Renica, Alberico, Piola, Janda, Pesaola

Juventus: Viola, Bertucelli, Manente, Mari, Ferrario, Piccinini, Muccinelli, Vivolo, Boniperti, John Hansen, Praest

arbitro: Orlandini di Roma

DICIOTTESIMA GIORNATA

Pro Patria – Novara 1-0

rete: Orzan rigore

Pro Patria: Uboldi, Travia, Donati, Orzan, Fossati, Martini, Toros, Santos, La Rosa, Guarnieri, Turbeky

Novara: Corghi, Corbani, De Togni, Rosen, Molina II, Baira, Renica, Feccia, Piola, Janda, Pesaola

arbitro: Piemonte di Monfalcone

DICIANNOVESIMA GIORNATA

Novara – Sampdoria 2-1

reti: Gei, Piola, Janda

Novara: Russova, Mainardi, De Togni, Feccia, Molina II, Baira, Renica, Alberico, Piola, Janda, Pesaola

Sampdoria: Moro, Ballico, Podestà, Coscia, Fommei, Oppezzo, Lucentini, Gotti, Farina, Gei, Sabatella

arbitro Pieri di Trieste

VENTESIMA GIORNATA

Milan – Novara 6-2

reti: Piola (2, 1 rigore), Gren, Burini, Nordhal III (3), Frignani

Milan: Buffon, Silvestri, Grosso, Annovazzi, Tognon, Menegotti, Burini, Gren, Nordhal III, Liedholm, Frignani

Novara: Corghi,Corbani, De Togni, Rosen, Molina II, Baira, Renica, Alberico, Piola, Feccia, Pesaola

arbitro Bellè di Venezia

VENTUNESIMA GIORNATA

Novara – Fiorentina 4-3

reti: Janda, Piola (2), Renica, Roosemburg (2), Lefter

Novara: Corghi, Della Frera, De Togni, Rosen, Rava, Baira, Renica, Alberico, Piola, Janda, Pesaola

Fiorentina: Costagliola, Magnini, Cervato, Chiappella, Venturi, Magli, Vitali, Pandolfini, Roosemburg, Ekner, Lefter

arbitro Agnolin di Bassano del Grappa

VENTIDUESIMA GIORNATA

Bologna – Novara 4-1

reti: Garcia, Campatelli, Cervellati (29, Piola rigore

Bologna: Vanz, Giovannini, Ballacci, Pilmark, Mezzadri, Jensen, Cervellati, Garcia, Cappello, Gritti, Campatelli

Novara: Corghi, Della Frera,Corbani, Feccia, Molina II, Baira, Renica, Alberico, Piola, Janda, Pesaola

arbitro Orlandini di Roma

VENTITREESIMA GIORNATA

Novara – Torino 2-1

reti: Janda, Pozzi rigore, Cortellezzi autorete

Novara: Russova, Della Frera, De Togni, Feccia, Molina II, Baira, Renica, Alberico, Piola, Janda, Pesaola

Torino: Romano, Grava, Farina, Giuliano, Nay, Cortellezzi, Vicariotto, Amalfi, Florio, Pozzi, Carapellese

arbitro Bernardi di Bologna

VENTIQUATTRESIMA GIORNATA

Triestina – Novara 2-2

reti: Curti (2, 1 rigore) Pesaola, Janda

Triestina: Nuciari, Belloni, Redolfi, Petagna, Mariuzza, Giannini, Valenti, Curti, Ispiro, Ciccarelli, De Vito

Novara: Russova, Della Frera, De Togni,Feccia, Molina II, Baira, Renica, Alberico, Piola, Janda, Pesaola

arbitro: Carpani di Milano

VENTICINQUESIMA GIORNATA

Novara – Spal 2-2

reti: Marzani (2), Piola (rigore), Pesaola

Novara: Russova, Mainardi, De Togni, Feccia, Molina II, Fanchini, Renica, Alberico, Piola, Janda, Pesaola

Spal: Bugatti, Lucchi, Carlini, Emiliani, Macchi, Nesti, Marzani, Colombi, Bulent, Bennike, Fontanesi

arbitro: Maurelli di Roma

VENTISEIESIMA GIORNATA

Napoli – Novara 0-1

rete: Piola

Napoli: Casari, Delfrati, Comaschi, Castelli, Gramaglia, Granata, Astorri, Formentin, Viney, Amadei, Krieziu

Novara: Corghi, Mainardi, De Togni, Feccia, Molina II, Baira, Renica, Alberico, Piola, Janda, Pesaola

arbitro Bellè di Venezia

VENTISETTESIMA GIORNATA

Palermo – Novara 3-1

reti: Gimona, Micheloni, Piola, Vicovaro

Palermo: Bertocchi, Giaroli, Foglia,Martini, Santamaria, Bulent, Torti, Gimona, Micheloni, Bronèe, Vicovaro

Novara: Corghi, Mainardi, De Togni, Feccia, Molina II, Baira, Renica, Alberico, Piola, Janda, Pesaola

arbitro Marchetti di Milano

VENTOTTESIMA GIORNATA

Novara – Lucchese 1-0

rete: Janda

Novara: Corghi, Mainardi, De Togni, Feccia, Molina II, Baira, Renica, Alberico, Piola, Janda, Pesaola

Lucchese: De Fazio, Maestrelli, Degl’Innocenti, Colberg, Greco, Scarpato, Lucchesi, Parodi, Frandsen, Tontodonati, Nuoto

arbitro Gemini

VENTINOVESIMA GIORNATA

Udinese – Novara 1-0

rete. autorete di De Togni

Udinese: Brandolin, Vicich, Zorzi, Moro, Feruglio, Bimbi, Castaldo, Mariani, Bacci, Soerensen, Rinaldi

Novara: Corghi, Mainardi, De Togni, Feccia, Molina II, Baira, Renica, Alberico, Corbani, Janda, Pesaola

arbitro: Marchetti di Milano

TRENTESIMA GIORNATA

Novara – Como 3-2

reti: Janda, Cattaneo, Renica, Piola, Turconi

Novara: Corghi, Mainardi, De Togni, Rosen, Molina II, Baira, Renica, Feccia, Piola, Janda, Pesaola

Como: Visintin, Boniardi, Pedroni, Bergamaschi, Quadri, Pinardi, Cattaneo, Turconi, Baldini, Rabitti, Dossi

arbitro: Bellè di Venezia

TRENTUNESIMA GIORNATA

Novara – Inter 2-4

reti: Armano (2), Wilkes, Broccini, Janda, Alberico

Novara: Corghi, Mainardi, De Togni, Feccia, Molina II, Baira, Renica, Alberico, Piola, Janda, Pesaola

Inter: Puccioni, Blason, Padulazzi, Fattori, Giovannini, Miglioli, Armano, Wilkes, Broccini, Skoglund, Savioni

arbitro: Agnolin di Bassano del Grappa

TRENTADUESIMA GIORNATA

Lazio -Novara 1-0

rete: Sentimenti IV su rigore

Lazio: Sentimenti IV (portiere autore delle rete della vittoria laziale), Antonazzi, Furiassi, Alzani, Malacarne, Fuin, Puccinelli, Larsen, Antoniotti, Flamini, Macci

Novara: Corghi, Mainardi, De Togni, Rosen, Molina II, Baira, Renica, Alberico, Piola, Feccia, Pesaola

arbitro: Jonni di Macerata

TRENTATRESIMA GIORNATA

Legnano – Novara 2-3

reti: Sassi (2), Renica, Janda, Rosen

Legnano: Longoni, Cuscela, Pian, Colpo, Tubaro, Lupi, Sassi, Mozzambani, Loranzi, Palmer, Mazza

Novara: Corghi, Mainardi, De Togni, Rosen, Molina II, Baira, Renica, Alberico, Feccia, Janda, Pesaola

arbitro: Marchese di Napoli

TRENTAQUATTRESIMA GIORNATA

Novara – Padova 2-1

reti: Sperotto, Pesaola (2)

Novara: Corghi, Mainardi, Corbani, Rosen, Molina II, Baira, Renica, Alberico, Feccia, Janda, Pesaola

Padova: Panizzolo, Sessa, Fuchs, Matè, Ganzer, Sperotto, Meroni, Zanon, Martegani, Camporese, Grillone

arbitro: Marchetti di Milano

TRENTACINQUESIMA GIORNATA

Novara – Atalanta 2-0

reti. Feccia, Pesaola

Novara: Corghi, Corbani, De Togni, Rosen, Molina II, Baira, Renica, Alberico, Feccia, Janda, Pesaola

Atalanta: Albani, Rota, Ro

, Roncoli, S.J. Hansen, Gariboldi, Angeleri, Brugola, Santagostino, Jeppson,Soerensen, Cergoli

arbitro: Tassini di Verona

TRENTASEIESIMA GIORNATA

Juventus-Novara 3-1

reti: Vivolo, Muccinelli, Feccia, Parola

Juventus: Viola, Corradi, Manente, Mari, Parola, Piccinini, Muccinelli, Boniperti, Vivolo, John Hansen, Praest

Novara; Corghi, Corbani,Pombia, Feccia, Molina II, Baira, Renica, Alberico, Dellacasa, Janda, Pesaola

arbitro: Marchese di Napoli

TRENTASETTESIMA GIORNATA

Novara – Pro Patria 3-0

reti: Alberico, Baira rigore, Pesaola

Novara: Corghi, Corbani,Pombia, Feccia, Molina II, Baira, Renica, Alberico, Dellacasa, Passarin, Pesaola

Pro Patria: Uboldi, Travia, Marcora, Settembrini, Fossati, Martini, Hofling, Santos, La Rosa, Guarnieri, Toros

arbitro Pieri di Trieste

TRENTOTTESIMA GIORNATA

Sampdoria – Novara 3-1

reti: Bassetto, Feccia, autorete Feccia, Gotti

Sampdoria: Moro, Ballico, Podestà, Oppezzo, Corti, Bergamo, Conti, Gotti, Bassetto, Gei, Sabatella

Novara: Corghi, Corbani,Pombia, Feccia, De Togni, Baira, Renica, Passarin, Dellacasa, Janda, Pesaola

arbitro: Guarnaschelli di Pavia.