L’ ” IDEM SENTIRE” TRA CITTA’, SOCIETA’, SQUADRA

La pagina dell’Almanacco del Calcio 1960 che contiene i dati del Savona FBC nella stagione del ritorno in Serie C, primo campionato giocato nel nuovo Stadio “Valerio Bacigalupo” di Legino

Come riportato dalla didascalia la pagina dell’Almanacco del Calcio allora curato da Leone Boccali direttore del “Calcio e Ciclismo Illustrato” contiene i dati del Savona FBC stagione 1959-60.

Era il campionato del ritorno in Serie C dopo 6 stagioni: il campionato precedente, quello della “Cavalcata delle Valchirie” stravinto distanziando l’Entella eterna rivale, era stato giocato per l’ultima volta in Corso Ricci.

Il trasferimento a Legino nel nuovo impianto apparve come un momento fondamentale di riscatto e di nuova vita per l’intera Città.

Restiamo convinti che quel periodo abbia rappresentato il momento migliore, almeno nel secondo dopoguerra, nella storia della società bianco blu.

Non abbiamo vissuto gli anni’30 quelli che prepararono la prima ascesa in Serie B e di conseguenza non possiamo testimoniare del clima che si “viveva” attorno alla squadra e alla società all’epoca presieduta dall’ing. Noceti.

Possiamo invece definirci testimoni di primissima linea del periodo di cui stiamo narrando.

Esiste nella vita di un organismo collettivo, in questo senso sportivo come una società calcistica, una serie di alti e bassi, di cicli o se preferite di corsi e ricorsi di Vichiana memoria.

Ebbene in quel momento mai come in altri, compresi quelli immediatamente seguenti che portarono al ritorno (fugace) in Serie B si ebbe davvero “l’idem sentire” tra la Città, la Società, la Squadra.

Un fatto che accadde non solo perché la dirigenza era davvero savonese con vessillifero il presidentissimo Stefano Del Buono e allenatore un “gentleman” di alto rango come Felice Pelizzari e i giocatori, in buona parte, di origine locale, al massimo genovese.

Giocatori amici di tutti , attaccati alla maglia, che frequentavano i bar cittadini e con i quali gli sportivi (guai a definirli tifosi) vivevano quasi in simbiosi.

Marietto Vagnola, grande imprenditore portuale che ancora si allenava con la squadra dopo aver fatto parte dei Cicerin Boys e aver giocato qualche partita “in prima” aveva promosso con la Compagnia Portuale l’acquisto di Merighetto (un milione, quello del signor Bonaventura, raccolto proprio tra gli operatori del porto). Il giocatore fu presentato in una assemblea alla Campanassa: un momento davvero di intensa partecipazione per tutti.

Ferrero, Angelini, Valentino Persenda, Ballauco, Mariani, Ciglieri, Nino Parodi, Corrado Teneggi,Tullio Pierucci tutti savonesi o giù di lì con i genovesi Bartolaccini, l’arbiter elegantiarum Franco Caffaratti e qualche “foresto” come Nadali e Contin rimasti poi con il cuore sotto la Torretta.

Questa era la squadra, ma la dirigenza?

Stefano del Buono era il “motore” dello sport savonese ricoprendo anche l’incarico di Presidente del CONI, la sua “longa manus” nell’amministrazione comunale era rappresentata da Carlo Zanelli il sindaco più longevo suo sodale anche nella politica sportiva (Zanelli fu a lungo il presidente della Federazione Italiana Atletica Pesante, dopo aver presieduto la gloriosa Fratellanza Ginnastica Savonese “la nonna di tutti gli sport nella nostra Città”.

Del Buono aveva anche coinvolto tutta la sua famiglia, compresa la moglie la “scia Manin” e i figli Marino e Nico che in seguito avrebbero avuto ruoli importanti nell’organico biancoblu.

Il resto della dirigenza era davvero rappresentativa di tutta la Città, di una Città del lavoro, che stava sviluppandosi verso Ponente e trovava una diversa dimensione nelle sue fabbriche e nel Porto.

Ricordiamo allora il vice-presidente Carena anche lui operatore portuale assieme al magnate della pescheria Oddera, il commerciante di tessuti Falco uomo dalla generosità incredibile, il rag. Prezioso direttore della Banca Commerciale, il costruttore edile Romildo Cirio, Rinaldo Roggero tecnico comunale ma in passato “l’ala più veloce” in azzurro alle Olimpiadi di Anversa 1920, il dott, Varaldo, Contini, il rag. Casella cassiere della stessa Banca Commerciale, l’imprenditore Freccero, il già ricordato (e indimenticabile) Marietto Vagnola in seguito dirigente della Juventus, il dirigente dell’ILVA Tonini, De Carolis segretario del CONI e anche lui giocatore degli anni’30, il magazziniere Doni, il “Re dei grissini” De Lucis, l’attento osservatore del settore giovanile Anselmo, l’eterno segretario Gaetano Chiarenza, il massaggiatore Piero Molina “Mulina”, i commercianti De Salvo e Cappellani, il rag. Saglio funzionario dell’INPS che curava la biglietteria, il ristoratore Remo Moscino che aveva difeso i pali della squadra negli anni’50. l’altro magazziniere Perseu, il dott. Scarpa che dimenticava di essere il medico sociale e dalla panchina cercava di sostituirsi all’allenatore gridando indicazioni tattiche.

Abbiamo fatto soltanto qualche nome non dimenticando l’avv. Ivaldi presidente della Cassa di Risparmio, magnanimo rinnovatore annuale del famosissimo” cambialone”.

Insomma avevamo ragione quando con Riviera Notte titolavamo Tutta alla Città allo Stadio.

Davvero era tutta la Città.

E’ MANCATO “CICCI” BARBINO COLONNA DELLA VILLETTA E DELLA PRIAMAR

Così a 75 anni anni se n’è andato Cicci Barbino: l’ultimo componente del trio Porta – Barbino – Siter, baluardo difensivo di una Priamar di lusso guidata in panchina da Emilio Pacini.

“Cicci” era un entusiasta, un trascinatore, giocava in tutti i ruoli ma soprattutto era presente come animatore, compagno d’avventura, trascinatore.

Calcisticamente era cresciuto con la Raphael, poi alla Villetta nella stagione della vittoria del campionato di II categoria e dell’ascesa in Promozione (65-66) e alla Priamar, alla Santa Cecilia per finire alla grande storia del Bar Treviso portato al titolo ligure in una magnifica finale giocata a Santa Margherita dove il Vezzano era stato travolto per 4-0 grazie a un poker di un altro indimenticabile come Luciano Francese.

La commozione non ci consente di scrivere altro, se non di mandare un pensiero all’amata Carla compagna di vita per lunghi anni e di far seguire a questo testo qualche fotografia per rimandarvi ad un tempo ormai fuggito.

Ecco la magnifica squadra del Bar Treviso allenata da Emilio Pacini. Da sinistra in piedi: Ernestino Monti, Nevio Tomberli, Robby Lori, Cicci Barbino, Renato Siter, Luciano Francese, “Chidu” Caviglia; accosciati : Aldo Bocca, Gianni Borgo, Franco Turco, Franco Battaglia, Gino Servetto, Bruno Procopio.

BERTOLERO: NEL SAVONA IL PRIMO ROMENO A GIOCARE IN ITALIA

Savona 1928-29: da sinistra,in piedi, Tomasi, Cava, Bertolero, Pellati, De Valle. accosciati: Storti, Ceppone, Chiesa, Grassi, Pantani, Baldassarre. Ireos Cava, Amelio Storti (grande capo dei pescatori delle Fornaci), Angelo Ceppone facevano parte del gruppo dello Speranza inglobato a forza nel Savona per ragioni di allineamento al regime. Non si adattarono con la dirigenza: Cava emigrò al Cosenza, Storti al Vado e Ceppone tornò ad occuparsi del suo celebre ristorante. Tre persone che abbiamo conosciuto bene da vicino in tempi successivi. Ireos Cava, figlio del poeta dialettale Beppin da Cà e padre del nostro indimenticabile amico Pino, fece parte della giunta del CLN guidata da Andrea Aglietto alla Liberazione il 25 aprile del 1945

Vanni Crotto, uno dei nostri più validi interlocutori, ci ricorda la figura (singolare) di Arturo Bertolero: il primo calciatore romeno (poi naturalizzato italiano) a giocare nei nostri campionati e transitato per Savona e Genova.

In realtà di Bertolero si ignorano molti aspetti sia della carriera calcistica sia della vita (addirittura non si conosce la data di morte).

Nato a Beresti il 30 aprile 1907 capitò in Italia, a 19 anni, acquistato dal Napoli. Esordio in Divisione Nazionale con una sconfitta, il 24 ottobre 1926, sul campo di Verona (un secco 5-0).

Successivamente Bertolero restò implicato in una vicenda di doppio tesseramento tra il Napoli e il Torino scontando così una lunga squalifica e giocando in granata una sola partita nel campionato 1927-28 (Sampierdarenese -Torino 4-1).

Con la stagione 1928-29 Bertolerò approdò al Savona, allora militante nel girone A di Prima Divisione, rivelandosi implacabile cannoniere: 26 presenze e 21 reti. Prima rete segnata alla 4a giornata sconfitta casalinga subita dalla Rivarolese per 1-2

Tabellino:

28 ottobre 1928

Savona – Rivarolese 1-2

reti: Bertolero, Pigna, Gallaschi

Savona: De Salvo, Ceppone, Pantani, De Caroli, Grassi, Baldassarre, Giacoppo, Tomasi, Bertolero, De Valle, Negro all. Dimeni

Rivarolese: Sgorbini, Castello, Ansaldo, Follis, Conti, De Martini, Pigna, Battezzati, Magnaschi, Maggi. Narizzano

arbitro: Gallazzi di Torino

Classifica finale: Spezia 41, Sestrese 32, Savona 30, Ventimigliese 30, Pisa 28, Sestri Levante 28, Corniglianese 26, Viareggio 24, Rapallo 24, Carrarese 24, Rivarolese 22, Asti 22, Lucchese 19, Acqui 14.

Gli exploit in maglia bianco blu valsero a Bertolero l’ingaggio nella Dominante: la nuova squadra genovese che i fascisti della XXVI legione di Sampierdarena avevano costruito, con tanto di maglia nera bordi verdi, per contrastare il dominio del Genoa inglobando di forza Sampierdarenese e Andre Doria.

La Dominante si rivelò un fallimento: rifiutata dal pubblico operaio del Ponente la squadra (mutata denominazione in Liguria) si trovò addirittura retrocessa in Prima Divisione al punto che i gerarchi furono costretti a richiamare i dirigenti comunisti che nel 1919 avevano fondato la Sampierdarenese. Tornati all’antica insegna i “lupi” rossoneri recuperarono rapidamente la Serie A.

Con la Dominante Bertolero giocò soltanto 7 partite nel campionato di Serie B 1929-30 concluso dai nero-verdi al terzo posto con questa classifica: Casale 49, Legnano 46, Dominante 42, Fiorentina 40, Pistoiese 40, Verona 39, Venezia 38, Atalanta 37, Bari 36, Novara 35, CRADA Monfalcone 35, Parma 32, Lecce 30, Spezia 30, Biellese 25, Reggiana 23, Fiumana 17, Prato 15.

Questi i dettagli delle partite giocate da Bertolero.

13 OTTOBRE 1929: SECONDA GIORNATA

CASALE – DOMINANTE 4-0

reti: Ticozzelli (rigore, un alessandrino che oltre a giocare al calcio correva in bicicletta disputando gare come il Giro d’Italia e la Milano-Sanremo), De Marchi, Mattea, Migliavacca

Casale: Poletto, Ticozzelli, Ruggeri, Boltri, Castello, Patrucco, Migliavacca, Orezzi, Mattea, De Marchi, Patrucchi

Dominante: Chittolina, Bellini, Castello, Grabbi, Montaldo, Fontana, Raggio, Gianelli, Bertolero, Gay, Gallina

17 Novembre 1929 SETTIMA GIORNATA

Lecce – Dominante 0-0

Lecce: Zamberletti, Miltone, Lavè, Mottola, Brezzi, Enghel, Toma, Plemich, Pellarin, Giannone, Fortina

Dominante: Chittolina (il vadese deceduto in un incidente di gioco in una partita Vado – Altarese del campionato 1946-47, cui è intitolato lo stadio della cittadina) , Cambiaso, Castello, Grabbi, Montaldo, Fontana,Gianelli, Gay, Bertolero, Pescia, Raggio

arbitro: Mastellari di Bologna

24 Novembre 1929 OTTAVA GIORNATA

Dominante- CRADA Monfalcone 1-0

rete: Bertolero (unica rete segnata con la Dominante)

Dominante: Chittolina, Cambiaso, Castello, Grabbi, Montaldo, Fontana, Gianelli, Gay, Bertolero, Pescia, Raggio

CRADA Monfalcone: Artesso, Nicolich, Reveland,. De Franceschi, De Biasi, Zanolla, Moro, Sulic, Bacilieri, Simonetti, Molinis

arbitro: Enrietti di Torino

8 dicembre 1929: NONA GIORNATA

Fiumana – Dominante 0-2

reti: Gay, Raggio

Fiumana: Raicevich, Miliani, Siurich, Percovich, Timonovich, Bernardis, Froglia, Demencich, Zuliani, Spadavacchia, Negri

Dominante: Chittolina, Cambiaso, Castello, Grabbi, Montaldo, Fontana, Gianelli, Gay, Bertolero, Pescia, Raggio

arbitro: Mastellari di Bologna

15 dicembre 1929 DECIMA GIORNATA

Dominante – Venezia 1-1

reti: Gay, Mion

Dominante: Chittolina, Cambiaso, Castello, Grabbi, Montaldo, Fontana, Gianelli, Gay, Bertolero, Pescia, Raggio

Venezia: Sambo, Lulich, Bianchi, Zamora, Montesanto, Mion, Carrera, Giuge, Gorin, Rossi, Bonello

arbitro: Caironi di Milano

22 dicembre 1929 XII GIORNATA

Biellese – Dominante 0-2

reti: Gianelli, Raggio

Biellese: Agnelli, Tibi, Roasio II, Palunich, Finotto, Greppi, Guglielminetti, Gruppo, Scaramuzzi, Mazza IV, Comollo

Dominante: Chittolina, Cambiaso, Castello, Grabbi, Montaldo, Fontana, Gianelli, Gay, Bertolero, Pescia, Raggio

arbitro: Tagliabue di Milano

19 GENNAIO 1930 XIV GIORNATA

Dominante – Parma 2-2

reti: Franzini, Castello (rigore), Vaccari, Pescia

Dominante: Chittolina,Tortarolo, Castello, Grabbi, Bonzani, Fontana, Gianelli, Gay, Bertolero, Pescia, Raggio

Parma: Arbizzani, Mattioli, Negroni, Cresci, Mazzoni, Gioberti, Zoli, Mistrali, Bertoli, Franzini, Vaccari

arbitro D’Alessandro di Vercelli

Bertolero ricompare a Savona con il campionato 1931-32, Prima Divisione, ma raccoglie soltanto 2 presenze con 1 rete segnata.

Registriamo allora questa partita:

28 febbraio 1932 XIX giornata

Savona – Imperia 2-0

reti: Bertolero, Vanara

Savona: Palmeto, De Valle, Pantani, Perlo, Grassi, Flabi, Bacigalupo I, Negro, Bertolero, Vanara, Borgo

Imperia: Carzino, Stegani, Conterno, Magnetto, Repetto, Ponzone, Grasso, Testera, Cagno, Geanei, Ghiglione

A quel punto di Bertolero si sono perse le tracce e noi abbiamo cercato semplicemente di fornire qualche notizia in più del primo giocatore romeno (poi italiano) che ha calcato le nostre scene calcistiche.

RICORDO DI NANNI DE MARCO UNA VITA DA PROTAGONISTA TRA SPORT E STORIA DELLA NOSTRA CITTA’

di Luciano Angelini e Franco Astengo

Sono ormai passati undici anni ma il nostro ricordo non si spegne e come sempre cercheremo di fare almeno fino a quando potrà esserci possibile ricordiamo ancora il nostro Nanni.

Era il 28 gennaio 2011 quando fummo raggiunti da quella notizia che mai avremmo voluto conoscere. Nonostante tutto non abbandoniamo il ricordo, magari correndo un po’ da “isolati” per adoperare un termine ciclistico a lui tanto caro.

Questo nostro blog di memorie calcistiche (e non solo) della sua Savona, è dedicato a lui e a un altro indimenticabile, il nostro Peo.

Lo scopo è quello di impedire l’oblio, in una Città ormai dimentica della propria memoria e dei passaggi più importanti della propria storia. Si tratterebbe dell’oblio colpevole verso un grande protagonista della rinascita di Savona negli anni del dopoguerra, di un innovatore della comunicazione, di un costruttore di aggregazione non solo nel campo dello sport.

Nanni, in piedi al centro tra il dottor Frumento e Marco Sabatelli, editore di Riviera Notte, ritratto in tenuta da calciatore, aveva militato nel Legino e nella Rinascita Fornaci, la squadra della sezione del Pci nel quartiere dei pescatori e degli operai.

Certo non erano tutte rose e fiori: è il caso di ricordare il Nanni imperioso nell’espressione della sua volontà e dei suoi metodi, senza mediazione possibile se non esercitando l’arte della pazienza fine a se stessa.

Il Nanni delle verità immediate, senza mediazioni e senza sconti.

Verità scomode, a volte  esagerate, che, a volte, finivano con l’oltrepassare l’obiettivo provocando un’involontaria eterogenesi dei fini. Però emergeva il Nanni generoso, il Nanni capace di grandi sacrifici per riuscire ad organizzare ciò che aveva in mente da tempo, il Nanni combattente, tenace, capace di andare controcorrente, mai nelle retrovie, nello sport come nella vita, vissuta intensamente con a fianco la moglie Franca, compagna fedele, paziente, affettuosa e devota.

Due i grandi filoni di impegno per Nanni: lo sport ed il culto della “memoria storica” della Resistenza, cui lo aveva avviato il padre, il leggendario comandante Ernesto medaglia d’argento al valor militare per le imprese compiute durante la lotta di Liberazione.

Lo sport era stato per Nanni un veicolo eccezionale di attività in molti campi: prima di tutto quello agonistico, passando dal calcio (il Legino dalla maglia granata della fine anni 40, la Rinascita Fornaci) al ciclismo.

Aveva dimostrato doti non comuni nello sport della bicicletta: doti di classe e di intelligenza messi al servizio di una Fratellanza Leginese capace di dominare il campo, tra i dilettanti, fino a metà degli anni’50 (con Nanni, c’erano Giusto e Luciano Cirillo a comporre un vero “trio delle meraviglie): era risultato  vittorioso nel primo Giro della Provincia di Savona nel 1949, in due occasioni nella “classica” Savona – Somano, nella Coppa I Maggio che all’epoca rappresentava un momento di importanza assoluta nel calendario agonistico del ciclismo ligure.

Alla fine degli anni ’50 era tornato al calcio, questa volta come arbitro imponendosi come il numero uno in assoluto nella nostra provincia (atteggiamenti alla “Lo Bello” padre, aveva arbitrato tutte le finali più difficili dell’epoca, Portuali -Sabazia al Trofeo Arci, Savona-Vado juniores alla Coppa Bacigalupo: partite da far tremare i polsi).

In tribuna alla Valletta, con il fido taccuino in mano, accanto al dottor Luciano Berio co-autore del “miracolo” Rappresentative, alle loro spalle Franco Astengo e Carletto Foglia di spalle Ermanno Berio

Si affastellano i ricordi personali .

Assieme a Nanni ho assistito, all’interno del negozio di Ciarlo in via Paleocapa, dove all’epoca lavorava e controllava lo “struscio”, alla vittoria di Berruti nei 200 metri alle Olimpiadi di Roma’60; gli ho fatto il segnalinee assieme a mio fratello Peo, la prima e unica volta nella mia vita, quando gli toccò arbitrare una partita tra il DLF di Savona ed i Ferrovieri Francesi della Savoia; ho conteggiato, con lui, i primi punti delle schede di Savona-Goal, il concorso pronostici, altra sua esclusiva invenzione, lanciato da Riviera Notte e poi proseguito dal Secolo XIX e poi dalla “Stampa” nel corso di lunghi anni: soltanto piccoli esempi di tante cose.

Ho avuto anche l’onore di averlo lui come arbitro, io come giocatore in partite di campionato e di torneo. Arbitrò, sotto una pioggia torrenziale, un Torre Fornaci – Priamar B, assolutamente indimenticabile: ci stringemmo la mano al centro del campo, mentre diluviava (ma lui in quelle occasioni non faceva mai saltare il pallone: arrivava, faceva l’appello e si giocava senza alcuna esitazione), lui, il capitano della Torre, un altro amico indimenticabile  scomparso troppo presto come Marietto Oberto che era il capitano della Torre.

Nanni  poi arbitrò da par suo, espellendo “Pachin” Ferrero, mio vecchio compagno di scuola, terzino di rottura e alla fine toccò a noi della Priamar B prevalere grazie ad un’autorete di Mauro Allosia (in quell’occasione Andreino Penna non riuscì a mettere in pratica la sua celebre “mano de dios”).

Torre Fornaci – Priamar B era una partita spigolosa, un vero derby, che opponeva la squadra delle Fornaci a quella del confinante quartiere della Centrale: fornacini e centralini si affrontavano anche in interminabili battaglie a pietrate, ma di questo forse racconterà meglio l’amico Luciano almeno fino all’episodio di Dodo Vacca “ uomo bianco non avrai il mio scalpo”.

Per la verità la Priamar B, geograficamente, sconfinava un po’ anche oltre il ponte che segna il confine tra Corso Vittorio Veneto e Corso Colombo.

C’era chi, in Corso Colombo almeno fino al Prolungamento, pur di assicurarsi un posto da titolare (difficile da conquistare nella Priamar A dei Vasconi, Bordegari, Caraccio, Tarditi) preferiva aggregarsi alla formazione “cadetta”. Nanni era l’arbitro perfetto per quelle partite molto calde.

Sale dal cuore la commozione a ricordare mamma Anita e i suoi piattoni ricolmi di zucchine ripiene quando (ancora) con Luciano e mio fratello Peo ci recavamo a casa di Nanni in via Nizza per giocare “ai tappetti”: un subbuteo artigianale davvero divertente che si giocava su di un tavolo che il perfetto padrone di casa aveva allestito con tanto di tappeto verde, porte di plastica, tracciatura perfetta.

E la “Nitta” che ci diceva in dialetto : “ ho preparou in po de succhin pin. Cuscì tantu che zoughei mangei quarcosa”.

Come  non ricordare la giornata del 1 Maggio 1969 quando le sue “rappresentative” di seconda categoria furono rese “ufficiali” e si esibirono al “Bacigalupo” in una grande giornata di sport?

Quella delle Rappresentative fu una lunga e dura battaglia condotta contro i vertici federali (i “parrucconi” dell’epoca) che consentivano soltanto di formare quella di Promozione per il Trofeo Zanetti lasciando tutto in mano ai genovesi, cui Aime, Pesaro e Borzone da Savona si limitavano a fare da supporto.

Nanni, fedele al suo modo di essere e di vivere, si ribellò a quello stato di cose e impose le “nostre” Rappresentative, con l’aiuto di Luciano Berio, grande direttore provinciale delle Poste e sportivo di razza, primo savonese ad arrivare ai vertici del calcio ligure partendo da Savona.

Grazie a Berio si raggiunse un accordo tra Nanni e il dottoer Italo Ferrando, presidente della Federazione ligure e medico della Nazionale, e le rappresentative di Riviera Notte divennero ufficiali.

Per Nanni, infatti, era arrivata la stagione del giornalismo sportivo e dell’organizzazione

1 maggio 1969: il momento (storico, lo sottolineiamo) delle premiazioni nel gran giorno delle Rappresentative. Nanni al centro consegna una targa-ricordo al presidente dell’Auxilium Alassio Isnardi. Al suo fianco Franco Astengo (a sinistra nella foto) e il supercannoniere Shad Rusticoni, seduto alle spalle Marco Sabatelli, editore e patron di Riviera Notte

Era stato Nanni ad avviare il torneo dei Bar alla Valletta, a far costruire il Lazzaretti a Vado, quando, all’inaugurazione, il commissario Berardinetti ci scacciò suonando la carica perché non c’era il sottopassaggio come a San Siro, e il Levratto a Zinola messo su con il lavoro dei magnifici zinolesi, tanto “cattivi “ sul campo quanto generosi nella vita,da Adriano Scotto,a Cortese, da Lilli Achero, a Totto Cannizzaro.

Fu Nanni  ancora a sperimentare i tornei notturni a “7” al Sacro Cuore, premiato anche in quel caso da un pubblico d’eccezione e dalla partecipazione di squadre di tutta la provincia, da Varazze a Finale, con i magnifici 7 del “Pavone” Morando con Traversa, Monti, Borgo, Pierucci, Neuhoff; il Club Biancoblu con i fratelli Persenda, Ciccio Varicelli, Mariani, Ciglieri; il Bar Moderno di Finale con Settimio, Luciano Rescigno e il Bar Milano di Varazze con il compianto Barbarossa, Lupi, Calamano, Recagno.

Il giornalismo sportivo aveva voluto dire, all’inizio, “Riviera Notte”, la rivista per eccellenza dello sport savonese negli anni ’60, inventata da Marco Sabatelli, grande editore come suo fratello Norberto, con Luciano Angelini ed Enrico Fabbri, in un mix di entusiasmo ed esperienza .

Nanni si era misurato con il calcio minore, Seconda Categoria e settori giovanili che fino a quel momento non avevano avuto spazio nei quotidiani: la sua mitica Balilla arancione era diventata presenza fissa su tutti i campi. Fato e tabellini erano il suo regno, la sua forza. Un successo eccezionale che lo portò, poi, all’inizio degli anni ’70 al “Secolo XIX di cui è stato per lunghissimo tempo prezioso collaboratore.

Il bellissimo disegno (autore Stefano Guerrasio) dedicato a Nanni nel libro pubblicato dall’Associazione arbitrale di Albenga e nel quale è contenuto un suo ricordo

Al “Secolo XIX” Nanni portò in dote non solo la parte giornalistica, ma anche quella organizzativa attraverso un’altra sua creatura “Lo Sportivo dell’Anno” (in seguito trasmigrò alla Stampa): la manifestazione nata per premiare quanti, nella nostra provincia, avevano onorato lo sport in tutte le discipline.

Si trattò di un successo eccezionale con grandi serate al Teatro Chiabrera e la presenza dei più grandi campioni del presente e del passato:un gioiello organizzativo di promozione per tutta la Città.

Le premiazioni erano una sua grande specialità (forse ereditata dall’esempio di un altro grande dello sport savonese : Stefano Del Buono) con il prezioso sostegno dell’insostituibile, generoso Franco Ferrarassa, orafo in via Pia..

Al termine dei tornei grandi feste danzanti al Serenella o sul tetto della Leginese e premi per tutti, anche per chi aveva totalizzato zero punti e incassato 50 goal. Ricordo una squadretta di ragazzi di Albisola, la Mark 3: Nanni non sapeva proprio come fare a premiare qualcuno, volenterosi ma molto scarsi, alla fine ci riuscì e mi assegnò il compito di consegnare la coppa ai valorosi.

Il suo capolavoro però era la premiazione del torneo dei Bar alla Valletta, nello scenario suggestivo del Serenella alle Fornaci (ex “location” dei Bagni Savona con gli Olimpia sede dell’elegante borghesia savonese degli anni ’30 – ’40).

Il torneo dei Bar alla Valletta San Michele rappresentava davvero la  massima manifestazione calcistica savonese del periodo, dove si trovavano tutti gli “assi” del calcio nostrano davanti a un pubblico degno almeno della Serie C e formazioni “all star” di grandissimo rilievo.

Ancora i libri: Nanni ha scritto  alcuni volumi fondamentali  per la storia della Resistenza e della Città durante la seconda guerra mondiale (“La guerra dei Savonesi”; “Ricordo di Gin Bevilacqua; “Savona: la città sotto le bombe” con Renzo Aiolfi), dello sport (tre volumi sulla storia del Savona Fbc con Mario Varicelli e Eugenio Di Vincenzo, un volume sulla storia del 150 anni dello sport savonese, la storia della vittoria del Vado nella coppa Italia 1921-22, la storia del Vado Fbc e quella della Veloce, sua ultima fatica) e del costume ( pensiamo al testo “100 savonesi raccontano le case chiuse”).

Nanni De Marco: poliedrico, versatile, dalla battuta facile e un po’ dissacrante. Impossibile racchiudere il personaggio in poche righe: il pensiero per chi lo ha frequentato e gli ha voluto bene va al vuoto che ha lasciato. e che nessuno è riuscito a colmare. E nemmeno ci ha provato.

Nanni e Riviera Notte

una grande avventura

                                                                           di LUCIANO ANGELINI

Ricordi Nanni (De Marco) e pensi a Riviera Notte. Ricordi Riviera Notte e pensi a Nanni. Lui, come ha così fedelmente ricordato Franco, infaticabile e indimenticabile cacciatore di risultati e formazioni, promotore e organizzatore di tornei, incontri di rappresentative, motore di manifestazioni e iniziative, una inesauribile passione enorme per lo Sport (da ciclista di ottimo livello ad arbitro di calcio dalle debordante personalità, alla Lo Bello, tanto per esemplificare e per chi se lo ricorda), era cuore, gambe e polmoni del settimanale che Marco Sabatelli aveva saputo trasformare in un formidabile esempio di editoria d’avanguardia, di coraggioso e fortunato esperimento diffusionale (record di vendite mai raggiunto e nemmeno eguagliato) e di raccolta pubblicitaria (grazie alla sfacciata intraprendenza di un indimenticabile Enrico Fabbri) capace di coinvolgere la Città in ogni suo spicchio di tessuto sociale ed economico sull’onda della passione sportiva senza limiti e senza gerarchie.

Nanni era un vulcano di idee. Un magma sempre in eruzione, debordante, insaziabile, talvolta scomodo per la sua fisicità nel porre, proporre e spesso imporre, gli argomenti che gli stavano a cuore. Ed erano tanti. Riviera Notte era il suo approdo ideale, il porto e se vogliamo il suo angiporto, l’editore Marco Sabatelli, guardato a vista dalla moglie Ninni,  il guardiano del faro che doveva guidarne la navigazione tra gli scogli di una redazione popolata da marpioni , Fabbri in prima linea, firme raffinate ed esperte come Ivo Pastorino e Pino Cava, ambiziosi quanto spericolati giovani virgulti sempre sul pezzo. Eravamo davvero in tanti a portare acqua al mulino della storica Tipografia Priamar, in piazza Vescovado: dai navigati Felice Peluffo, Edoardo Travi, Vittorio Bovolo e Piero Levratto, fratello del grande Felice, il goleador che sfondava le reti, agli entusiasti esordienti, o quasi, primo fra tutti l’indimenticato Angelo Regazzoni, Stefano Delfino, avviato ad una brillante carriera giornalistica e di manager teatrale, Pieraugusto Argo, Giancarlo Trincheri, L’amico Franco era già il predestinato playmaker di una squadra ben affiatata e compatta.

Nanni irruppe a Riviera Notte con il suo entusiasmo, la sua grande voglia di dare dignità al calcio considerato minore. Il gruppo fondatore era concentrato sul Savona Fbc, in quegli anni davvero una bella realtà e storia da raccontare in un esaltante susseguirsi di successi, e si temeva che la sua voglia di fare e a volta strafare di Nanni ci portasse via colonne di piombo (Gutenberg e i caratteri mobili, le linotype e la stampa a caldo erano pane e companatico della tipografia guidata abilmente da Aldo Gasco). Certo, le imprese del Savona erano sempre il piatto forte per il crescente e appassionato seguito della tifoseria (al “Bacigalupo” la media spettatori superò quota 8mila nella stagione di serie B, oggi siamo purtroppo alle poche decine, che tristezza, ma questo è un altro discorso), ma scoprimmo presto che era il contorno a dare sostanza e ulteriore appeal al giornale. E Nanni l’uomo giusto per richiamare interesse e simpatia attorno a Riviera Notte. Una specie di pifferaio magico che trascinava sportivi e lettori all’edicola e partecipare ai suoi referendum come Lo Sportivo dell’anno, a compilare le schedine del Savona Goal, un’intuizione diventata fenomeno virale. Le cronache, i tabellini delle squadre, i voti dei giocatori, novità assoluta per tutti i campionati, i profili di allenatori e dirigenti, le fotografie delle squadre dalla Promozione alla Terza categoria, senza dimenticare i campionati giovanili, misero in moto un fenomeno editoriale senza precedenti (e senza eredi, aggiungiamo oggi). Una foresta di dati, aneddoti e storie personali in cui solo Nanni riusciva a districarsi, ma soprattutto un patrimonio di conoscenze, amicizie (e anche qualche inimicizia per un voto troppo basso), collegamenti, collaborazioni.

Un’impresa che solo l’inesauribile entusiasmo di Nanni (senza dimenticare l’apporto di un prezioso nucleo di collaboratori “a zero lire”, peraltro come noi tutti) riusciva a garantire. Tra i molti pregi (e gli inevitabili difetti, non era un docile cherubino, basti ricordare le omeriche litigate con Renzo Aiolfi, uno che non la mandava a dire, suo coautore nel libro sui bombardamenti del ‘43) c’era quello di aver saputo trasformarsi in un vero e proprio testimonial itinerante di Riviera Notte e, diciamolo, di se stesso. Con la sua mitica Balilla arancione tutte le domeniche girava da un campo all’altro, dal primo incontro del mattino, all’ultima sfida della giornata quando calavano le ombre della sera. Sempre presente con qualsiasi tempo e in ogni stagione, fin dentro l’estate calda con i suoi irripetibili, giganteschi tornei. Non amava stare nell’ombra, in disparte. Protagonista mai comprimario. Cercava il contatto con la gente, piaceva la sua fisicità, il sapersi gettare nella mischia, mettersi in gioco. Era, come si diceva, un compagnone, simpatico, disponibile, ma anche incazzoso la sua parte. Un casinista organizzato, per dirla alla Fascetti. I lettori di Riviera Notte lo elessero “Sportivo dell’anno” in una delle tante edizioni, al pari di Valentino Persenda ed Italo Ghizzardi. Lui provò a fare spallucce, ma ne era fiero.

Nanni era Nanni. E andava preso com’era. Averlo ricordato dalle origini, con Riviera Notte, può significare e chiarire il suo percorso da venditore di frigoriferi e lavatrici nel negozio di Ciarlo in via Paleocapa, accanto al negozio di dischi del violinista Bessone, a cronista della Seconda categoria e dei campionati giovanili, poi, gradino dopo gradino, giornalista a pieno titolo, organizzatore di eventi, fondatore del Santuario degli sportivi alla Madonna del Monte, scrittore e storico capace di spaziare dallo Sport alla Resistenza, come testimoniano i suoi numerosi libri. Molto ha fatto, molto ha dato. Impegnato e impegnativo. La Città gli è debitrice. Ma noi non lo abbiamo dimenticato. E par di vederlo arrivare con la sua Balilla arancione per portare l’ultimo tabellino dell’ultima partita della giornata. Ciao Nanni.

LUCIANO TESTA IL MIGLIOR GIOCATORE NELLA STORIA DELL’ALBENGA

Abbiamo ancora davanti Luciano Testa scattare, a più di 40 anni, prendendo il tempo a stopper che avrebbero potuto essere suo figlio.
Luciano Testa è stato per un lungo periodo il simbolo del calcio ad Albenga dove nella squadra locale ha giocato e allenato per tante stagioni.

Luciano Testa (primo a destra, in piedi) con una delle migliori edizioni della “sua” Albenga

Luciano (classe 1928, scomparso nel 2007) aveva però alle spalle una grande carriera calcistica che oggi intendiamo rievocare nel suo momento migliore.

Dall’Albenga nel 1949 era passato alla Fossanese, disputando poi la stagione 1952 – 53 con l’Alessandria, vittoriosa in Serie C, per passare nella stagione successiva al Lanerossi Vicenza in Serie B ( 1953-54): per la prima volta la società berica accompagnava la proprio denominazione sociale allo sponsor Lanerossi per un binomio che segnerà la storia dell’intero calcio italiano, fino all’esplosione di Paolo Rossi e al secondo posto alle spalle della Juventus nel campionato 1977-78. Passato alla Salernitana nella stagione 1955-56, successivamente alla Biellese e al Cuneo per il ritorno all’Albenga (con un intervallo alla Loanesi nel campionato 1967-68).

In questa occasione riportiamo i tabellini delle partite disputate da Luciano Testa nel campionato 1954-55 al termine del quale il Lanerossi conquistò la promozione in Serie A.

Per Testa 20 presenze e 7 reti.

CLASSIFICA FINALE CAMPIONATO SERIE B 1954-55: Lanerossi Vicenza 50, Padova 42, Modena 40, Legnano 40, Brescia 37, Como 37, Messina 36, Marzotto 35, Cagliari 33, Parma 33, Taranto 32, Salernitana 31, Palermo 30, Monza 30, Alessandria 28, Verona 28, Treviso 27, Pavia 23.

Questi i tabellini delle partite giocate da Luciano Testa in quel torneo dominato dai bianco rossi, ricordando ancora che il Lanerossi Vicenza era allenato da Aldo Campatelli e schierava tra i pali nientemeno che Sentimenti IV (con la squadra “ragazzi” come si chiamavano allora le giovanili, imperniata su David, Pavinato , Vicini e Campana, vincitrice nel torneo di Viareggio). Nel finale di stagione esordisce anche Giobatta Zoppelletto, l'”eroe alla rovescia” del Savona di Serie B 1966-67.

SECONDA GIORNATA

Palermo – Lanerossi Vicenza 0-2

reti: Manzardo (2)

Palermo: Cernuschi, Bettoli, Ballico, Martini, Marchetti, Piccinini, Maselli, Russo, Trabattoni, Martegani, Marchese

Lanerossi Vicenza: Sentimenti IV, Pavinato, Giaroli, Moro, Lancioni, Bonci, Manzardo, Vicini, Testa, Miglioli, Motta

arbitro: Marchese di Napoli

TERZA GIORNATA

Lanerossi Vicenza – Brescia 3-0

reti: Testa (2) Manzardo

Lanerossi Vicenza: Sentimenti IV, Giaroli, Pavinato, Moro, Lancioni, Bonci, Manzardo, Vicini, Testa, Miglioli, Motta

Brescia: Albani, Provezza, Galeotti, Vergnani, Zamboni, Mangini, Carta, Fattori, Genero, Gasparini, Bettini

arbitro: Corallo di Lecce

QUINTA GIORNATA

Lanerossi Vicenza – Marzotto 1-0

rete: Miglioli

Lanerossi Vicenza: Sentimenti IV, Giaroli, Pavinato, Moro, Lancioni, Bonci, Manzardo, Vicini, Testa, Miglioli, Motta

Marzotto: Servidati, Fongaro, Zanoni, Masiero, Santagiuliana, Svorinich, De Prati, Florio, Marchetto, Occhetta, Novali

arbitro: Campanati di Milano

SESTA GIORNATA

Alessandria – Lanerossi Vicenza 0-1

rete. Vicini

Alessandria: Lena, Bussetti, Bosio, Albertelli, Traverso, Masperi, Bocchio, Mirabelli, Perin, Buratti, Serone

Lanerossi Vicenza: Sentimenti IV,Giaroli, Pavinato, Moro, Lancioni, Bonci, Manzardo, Vicini, Testa, Miglioli, Motta

arbitro: Maurelli di Roma

SETTIMA GIORNATA

Lanerossi Vicenza – Treviso 1-2

reti: Manzardo, Pavanello (2)

Lanerossi Vicenza: Sentimenti IV, Giaroli, Pavinato, Moro, Lancioni, Bonci, Manzardo, Vicini, Testa, Miglioli, Motta

Treviso: Pozzan, Realini, Donzelli, De Negri, Odone, Tulissi, Avedano, Pavanello, Sperotto, Paulinich, Persi

arbitro: Fornaro di Bologna

OTTAVA GIORNATA

Lanerossi Vicenza – Cagliari 1-0

rete: Testa

Lanerossi Vicenza: Sentimenti IV,Giaroli, Pavinato, Moro, Lancioni, Bonci, Manzardo, Menti, Testa, Miglioli, Motta

Cagliari: Santarelli, Simioli, Miolli, Villa, Bertoli, Morgia, Savigni, Gennari, Sanna, Pantaleoni, Mezzalira

arbitro: Marchetti di Milano

NONA GIORNATA

Pavia – Lanerossi Vicenza 1-2

reti: Borri, Testa, Motta

Pavia: Cavalli, Tresoldi, Del Frati, Parodi, Vairani, Bossi, Borri, Cuzzoni, Bertoni, Perin, Farinelli

Lanerossi Vicenza: Sentimenti IV,Giaroli, Pavinato, Moro, Lancioni, Bonci, Manzardo, Campagnoli, Testa, Miglioli, Motta

arbitro: Arpaia di Roma

DECIMA GIORNATA

Lanerossi Vicenza – Modena 0-0

Lanerossi Vicenza: Sentimenti IV, Giaroli, Pavinato, Moro, Lancioni, Bonci, Manzardo, Campagnoli, Testa, Miglioli, Motta

Modena: Panetti, Martinelli, Braglia, Robotti, Zambarda, Lodi, Malavasi, Ponzoni, Cabas, Gianmarinaro, Scarascia

arbitro: Moriconi di Roma

UNDICESIMA GIORNATA

Lanerossi Vicenza – Padova 1-0

rete: Motta

Lanerossi Vicenza: Sentimenti IV, Giaroli, Pavinato, Moro, Lancioni, Bonci, Manzardo, Campagnoli, Testa, Miglioli, Motta

Padova: Panizzolo, Lazzarini, Zorzin, Matè, Scagnellato, Mori, Agnoletto, Chiumento, Bonistalli, Pison, Stivanello

arbitro: Orlandini di Roma

DODICESIMA GIORNATA

Parma – Lanerossi Vicenza 0-0

Parma: Menozzi, Griffith, Monardi, Miniussi, Biancardi, Alfier, Vycpalek, Bartolini, Schiavon, Fontana, Erba

Lanerossi Vicenza: Sentimenti IV, Giaroli, Pavinato, Moro, Lancioni, Bonci, Manzardo, Campagnoli, Testa, Miglioli, Motta

arbitro: Marchetti di Milano

SEDICESIMA GIORNATA

Monza – Lanerossi Vicenza 1-1

reti: Testa, Forlani

Monza: Visco Gilardi, Copreni, De Poli, Corti, Magni, Pistorello, Forlani, Tagnin, Macor, Del Grosso, Barengo

Lanerossi Vicenza: Sentimenti IV, Giaroli, Binda, Moro, Lancioni, Bonci, Manzardo, Campagnoli, Testa, Vicini, Motta

arbitro: Marchese di Napoli

DICIOTTESIMA GIORNATA

Lanerossi Vicenza – Messina 4-1

reti: Campana, Motta, Vicini (2), Brach

Lanerossi Vicenza: Sentimenti IV, Giaroli, Binda, Moro, Lancioni, Bonci, Testa, Campagnoli, Campana, Vicini, Motta

Messina: Vellutini, Gratton, Avellani, Geminiani, Cardani, Fabbri, Orlandi, Remonti, Brach, Colomban, Grisa

arbitro: Bonetto di Torino

DICIANNOVESIMA GIORNATA

Lanerossi Vicenza – Palermo 3-0

reti: Motta (2), Vicini

Lanerossi Vicenza: Sentimenti IV, Giaroli, Binda, Moro, Lancioni, Bonci, Testa, Campagnoli, Campana, Vicini, Motta

Palermo: Galluzzo, Ballico, Bettoli, Carradori, Marchetti, Piccinini, Maselli, Martini, Vizia, Martegani, Prunecchi

arbitro: Ferrari di Milano

VENTESIMA GIORNATA

Brescia – Lanerossi Vicenza 1-0

rete: Mangini

Brescia: Albani, Provezza, Zamboni, Castoldi, Azzini, Mangini, Carta, Fattori, Gei, Gasparini, Fraschini

Lanerossi Vicenza: Sentimenti IV, Giaroli, Binda, Moro, Lancioni, Bonci, Manzardo, Campagnoli, Testa, Vicini, Motta

arbitro: Bonetto di Torino

VENTICINQUESIMA GIORNATA

Cagliari – Lanerossi Vicenza 1 – 0

rete: Santagostino rigore

Cagliari: Santarelli, Miolli, Simioli, Villa, Bertoli, Bersia, Pantaleoni, Sanna, Micheloni, Santagostino, Cadè

Lanerossi Vicenza: Sentimenti IV, Giaroli, Pavinato, Moro, Lancioni, Prior, Manzardo, Campagnoli, Testa, Miglioli, Savoini

arbitro: Griggi di Brescia

TRENTESIMA GIORNATA

Salernitana – Lanerossi Vicenza 0-3

reti: Motta (2), Testa

Salernitana: Catarsi, Galletti, Fragni, Fanin, Raimondi, Barchiesi, Pastore, Colpo, Ghersetich, Amicarelli, Fioravanti

Lanerossi Vicenza: Sentimenti IV, Binda, Pavinato, Moro, Lancioni, Prior, Manzardo, Campagnoli Testa, Savoini, Motta

arbitro: Guarnaschelli di Pavia

TRENTUNESIMA GIORNATA

Taranto – Lanerossi Vicenza 2-0

reti: Giorgis (2)

Taranto: Malacari, Tagliamento, Manzella, Bordignon, Castignani, Fabrello, Castellano, Giorgis, Castaldo, Stabellini, Cuoghi

Lanerossi Vicenza: Sentimenti IV, Binda, Pavinato, Moro, Zoppelletto, Prior, Manzardo, Campagnoli, Testa, Savoini, Motta

arbitro: Famulari di Messina

TRENTADUESIMA GIORNATA

Lanerossi Vicenza – Verona 0-1

rete: Zamperlini

Lanerossi Vicenza: Sentimenti IV; Giaroli, Pavinato, Moro, Lancioni, Bonci, Testa, Campagnoli, Campana, Menti, Motta

Verona: Cardani, De Toni, Begalli, Zamperlini, Franchini, Achilli, Poli, Stefanini, Loranzi, Luosi, Sega

arbitro: Griggi di Brescia

TRENTATREESIMA GIORNATA

Lanerossi Vicenza – Monza 2-1

reti: Motta, autorete De Poli, Pistorello

Lanerossi Vicenza: Sentimenti IV; Giaroli, Pavinato, Moro, Lancioni, Prior, Manzardo, Campagnoli, Testa, Vicini, Motta

Monza: Visco Gilardi, Colombetti, De Poli, Corti, Magni, Spurio, Calegari, Forlani, Macor, Pistorello, Barengo.

QUANDO LA SECONDA CATEGORIA ERA LA NOSTRA SERIE A

Chissà se ci legge il dirigente del Borgio che ha rilasciato la dichiarazione. Nel caso questa è la prima edizione del Borgio Verezzi in seconda categoria, correva la stagione 1966-67. I pezzi da ’90 erano l’ala Bongiovanni dal grande dribbling e il settepolmoni Buftalmo che si era già messo in luce nelle giovanili bianco blu, oltre agli inseparabili Bezzi e “topo gigio” Saccani. A tutti un affettuoso ricordo.

Ci è capitato di leggere questo sfogo da parte di un dirigente del Borgio:

Come società Borgio siamo tutti vaccinati, tutti con il Super Green Pass, disinfettiamo materiali e ambienti come da procedura e, inoltre, controlliamo il green pass a calciatori e pubblico qualora dovesse entrare. Non tutte le società lo fanno e già questa è una cosa sbagliata, perché dovrebbero farlo tutte indipendentemente dal blasone. Tuttavia, credo che ci sia una grande esagerazione per la storia dei tamponi: bisognerebbe parlare con i giocatori e concordare con loro, nel caso di una semplice influenza, di farli restare a casa contattando chi di dovere, evitando di frenare tutto come si sta facendo”.

La chiarezza ha prevalso sull’incertezza in casa Borgio, ma Tuninetti vede confuso ciò che c’è attorno“Fortunatamente ci siamo parlati tra di noi, società e calciatori, e ci siamo chiariti bene per riprendere gli allenamenti, dopo una serie di paure e dubbi. Come Federazione credo non abbiano agito molto bene: hanno fatto continuare solo l’Eccellenza, fermando la Serie D e i campionati dalla Promozione fino a noi, per poi successivamente fermare soltanto la Seconda Categoria. Non penso che in Promozione e in Prima Categoria non ci sia il covid, quindi o fermiamo tutto o non fermiamo tutto o non fermiamo niente”.

L’ulteriore prolungamento di una settimana, al 6 febbraio, ha un piccolo lato positivo ma il dirigente rossoblù non ci sta a questo tipo di trattamento: “Forse a livello di allenamenti è ancora meglio per avere una settimana in più nelle gambe, visto che non sapevamo minimamente quando saremo ripartiti; si parlava addirittura di ricominciare oltre metà febbraio e, in quel caso, il mister non avrebbe voluto più far giocare per evitare ulteriori danni economici alla società. Probabilmente per la Federazione noi della Seconda Categoria non contiamo niente, ma cercheremo di andare avanti”.

Ci rendiamo ben conto di tutte le difficoltà di questo momento ma siamo rimasti colpiti dall’ultima frase ” Per la Federazione noi della Seconda Categoria non contiamo niente”.

Il pensiero allora è volato ai tempi storici quando “la Seconda Categoria è la nostra Serie A” come affermava orgogliosamente l’indimenticabile “Cesco” Landucci factotum del Valleggia, da portiere di riserva a Presidente con la sua cara consorte che preparava il tè tra il primo e il secondo tempo tra gli spogliatoi.

La struttura dei campionati era più semplice: dalla Seconda Categoria si saliva subito in Promozione, ma quello era l’Olimpo quasi irraggiungibile per le squadre di bar, di oratorio, di società di mutuo soccorso: poteva capitare nelle piccole cittadine, a Spotorno, a Noli, a Pietra dove commercianti e albergatori si mettevano assieme e tiravano fuori qualche biglietto da mille per incentivare i più bravi a trasferirsi da loro e poi tentare le sorti nella categoria maggiore.

La seconda categoria contava eccome e Nanni De Marco si batté come un leone per ufficializzare la rappresentativa e ci riuscì, con la mediazione di Luciano Berio, un altro indimenticabile.

Ricordiamo allora la Seconda Categoria dei meravigliosi anni ’60 pubblicando tutte le classifiche del decennio:

1960 – 61

 Savona riserve  31Altarese (promossa) 30 Millesimo 23 Loanesi riserve17 Croce Bianca Albenga 17  Carcarese riserve 16 Villetta Stella Rossa (fusione durata una sola stagione) 14 Bagni Italia 11Valleggia 9 Santa Cecilia

Campionato 1961 – 62

Classifica finale: Auxilium Alassio 30, Millesimo 28, Croce Bianca di Albenga 26, Villetta 20, Libertà e Lavoro Speranza 19, Ferrania 16, Bagni Italia 12, Nolese 9, Spotornese 7, Matuzia Sanremo 3.

Campionato 1962 – 63

Classifica finale: Veloce 34, Garessio 32, Spotornese 30, Millesimo 27, Libertà e Lavoro Speranza 20, Nolese 20, Villetta 15, Croce bianca di Albenga 15, Ferrania 15, Bagni Italia 10, Cadibona 2.

Campionato 1963 – 64

Classifica finale: Spotornese 52, Garessio 41, Don Bosco Varazze 41, Villetta 38, Nolese 38, Millesimo 36, Libertà e Lavoro Speranza 25, Croce Bianca d’Albenga 25, Cadibona 24, Altarese 24, Don Bosco di Savona 23, Maremola Pietra Ligure 19, Priamar 11, Bagni Italia 10, Ferrania 9.

Campionato 1964 – 65

Nolese 43, Don Bosco Varazze 34, Carlin’s Boys 32, Dianese 30, Cadibona 27, Villetta 26, Priamar 24, Garessio 22, Don Bosco Savona 22, Millesimo 19, Carcarese 14, Soccorso Pietra Ligure 13, Libertà e Lavoro Speranza 12, Altarese 12.

Campionato 1965 – 66

Villetta 40, Dianese 36, Cengio 32, Auxilium di Alassio 31, Carlin’s Boys 30, Cadibona 29, Soccorso Pietra Ligure 27, Priamar 25, Garessio 24, Altarese 23, San Bartolomeo Cervo 22, Carcarese 18, Don Bosco Savona 14, Millesimo 10.

1966 – 67

Classifica Girone A: Dianese 35, Garessio 28, Soccorso Pietra Ligure 27, Carlin’s Boys 26, San Bartolomeo Carvo 26, Auxilium Alassio 25, Taggese 25, Priamar 28, Calizzano 17, Borgio Verezzi 16, Judax 11, Leca d’Albenga 8.

Girone B: Cengio 38, Cornigliano 34, Don Bosco Varazze 30, Millesimo 28, Albisola 27, Elah Pegli 27, Carcarese 27, Cadibona 15, Santa Cecilia Albisola 13, Arenzano 11, Altarese 9, Colombo Cogoleto 2.

1967 – 68

Classifica Finale Girone A: Borgio Verezzi 46, Garessio 36, Soccorso Pietra Ligure 33, Leca d’Albenga 31, Auxilium Alassio 28, Carlin’s Boys 26, San Bartolomeo del Cervo 26, Taggese 25, Priamar 21, Calizzano 21, Judax 15, Ceriale 13, Enel Albenga 7

Girone B: Don Bosco Varazze 45, Albisola 43, Carcarese 40, Arenzano 32, Marassi 29, San Marziano Pegli 26, Colombo Cogoleto 25, Acli Borzoli 25, Altarese 24, Millesimo 18, Cornigliano 17, Santa Cecilia Albisola 16, Nova Quarto 16, USVE Genova 9.

1968 -69

Classifica finale (si è tornati al girone unico): Santa Cecilia Albisola 41, Andora 41 (spareggio a Pietra Ligure: Santa Cecilia 2 Andora 1), Auxilium Alassio 39, Taggese 38, Ceriale 37, Priamar 33, Millesimo 33, Freccero 30, Altarese 26, Colombo Cogoleto 24, Cadibona 23, Calizzano 18, Judax 14, Finalpia 13, Borghetto Santo Spirito 6, Enel Albenga 3

1969 – 70

Classifica finale: Colombo Cogoleto (rafforzato nientemeno che da Beppe Recagno, ex Sampdoria, e dal difensore-orafo Altobelli, già colonna di Varazze e Cairese), 37, Borgio Verezzi 35, Arenzano 33, Judax 32, Priamar 32, Calizzano 25, Finalpia 22, Fulgor Loano 22, Millesimo 20, Freccero 18, Altarese 17, Cadibona 13, Borghetto Santo Spirito 5.

LE PRIME DUE PARTITE IN SERIE A DI FRANCESCO TOTTI

Ecco Francesco Totti il giorno dell’esordio in Serie A

Mentore Vujadin Boskov, “il labbro di Novi Sad”, Francesco Totti ha fatto il suo esordio in Serie A il 28 marzo 1993 all’età di 16 anni e 182 giorni.

Cominciava così la carriera ai vertici di quello che sicuramente può essere giudicato come il miglior giocatore italiano della sua generazione, l’ottavo re di Roma per la tifoseria giallorossa, titolo che non può essere certo scalfito dalle rancorose e improvvide esternazioni di Antonio Cassano: “Tra vent’anni sarà dimenticato”. Un intervento malevolo a margine dell’incontro Roma-Napoli in cui l’ex tecnico giallorosso Spalletti era stato sommerso di fischi per il suo ostracismo nei confronti di Totti nell’ultimo anno di carriera. Va ricordato a rigor di cronaca quello che Cassano non dice, ovvero che fu Spalletti a togliergli la fascia di vice capitano, e non cita neppure il fatto che la prima Roma del tecnico toscano iniziò a vincere quando lui fu messo fuori e poi andò al Real Madrid dove è ricordato non per le sue prestazioni ma come “il gordo” (il grasso).  

Un viaggio, quello di Francesco Totti, nella storia del calcio italiano conclusosi, sotto l’aspetto agonistico, il 28 maggio 2017 in un Roma – Genoa 3-2.

Nel campionato dell’esordio 1992-92, Totti firmò due presenze, poi salite a 8 nella stagione successiva quando, liquidato Carlos Bianchi (che stava per dare il suo assenso al prestito alla Sampdoria), l’avvento di Carletto Mazzone in panchina lo portò ad entrare stabilmente nel giro della prima squadra giallorossa.

Vale la pena però di ricordare quelle due prime presenze, frutto anche della capacità d’intuizione di Boskov, grande scopritore di talenti e capace da allenatore di vincere uno scudetto con la Sampdoria e nella stagione successiva, di arrivare ad una (sfortunatissima) finale di Coppa dei Campioni, cosa che gli era già capitata con il Real Madrid.

Torniamo però a Totti e ai tabellini delle sue prime 2 presenze nella massima divisione, preceduti dalla classifica finale di quel campionato: Milan 50, Inter 46, Parma 41, Juventus 39, Lazio 38, Cagliari 37, Sampdoria 36, Atalanta 36, Torino 35, Roma 33, Napoli 33, Foggia 32, Genoa 31, Udinese 30, Brescia 30, Fiorentina 30, Ancona 19, Pescara 17.

28 MARZO 1993 VENTICINQUESIMA GIORNATA

Brescia – Roma 0-2

Reti: Caniggia, Mihajlovic

Brescia: Landucci, Brunetti, Marco Rossi, Domini, Paganin, Bonometti, Sabau, Schenardi, Radocioiu, Hagi, Giunta (Negro, Piovanelli); all. Moro, d.t Lucescu

Roma: Cervone, Garzya, Aldair, Tempestilli, Benedetti, Comi, Mihajlovic, Bonacina, Caniggia, Giannini, Rizzitelli (Salsano e all’87’ Totti subentra a Rizzitelli); all. Pezzotti, d.t. Boskov

Arbitro: Boggi di Salerno

10 APRILE 1993 VENTISETTESIMA GIORNATA

Ancona – Roma 1-1

Reti: Lupo, Giannini rigore

Ancona: Nista, Fontana, Lorenzini, Pecoraro, Mazzarano, Glonek, Sogliano, Lupo, Agostini, Detari, Vecchiola (Centofanti, Caccia); all. Guerini

Roma: Cervone, Garzya, Rossi, Piacentini, Aldair, Comi, Muzzi, Haessler, Salsano, Giannini, Rizzitelli (Totti subentra all’87’ a Muzzi); all. Pezzotti, d.t. Boskov

Arbitro: Rodomonti di Teramo

In tutto soltanto sei minuti (all’epoca le partite duravano rigorosamente 90′). Ma da ricordare.

SIVORI, MASCHIO, ANGELILLO IL TRIO ARGENTINO IN ITALIA NELL’ESTATE DEL 1957

Il supertrio argentino: Maschio, Angelillo e Sivori 

Nell’estate del 1957 il mercato calcistico italiano entrò in una sorta di fibrillazione permanente. Milan e Fiorentina avevano dominato le stagioni precedenti ma Juventus, Inter e Bologna intendevano tornare a recitare un ruolo da protagoniste.

Fu un’estate di grandi colpi: prima di tutto sulle panchine. In due memorabili partite, a Torino e a Zagabria, la Jugoslavia aveva stroncato l’Italia infliggendo pesanti risultati: 4-0 e 6-1.

Così la scuola dei “brasiliani dei Balcani” fu considerata la migliore: la Juventus ingaggiò Brocic, la Lazio Ciric, il Bologna Bencic, il Torino Marianovic.

I giocatori però, considerate le regole vigenti nei paesi dell’Est, potevano trasferirsi soltanto dopo i 30 anni: così fu consentito al solo Vukas di passare al Bologna (qualche anno dopo sarebbe toccato a Boskov e Veselinovic alla Sampdoria e a Kaloperovic al Padova con esiti mediocri).

Dal campionato inglese giunse alla Juventus (che Umberto Agnelli attrezzò per vincere lo scudetto, fatto che accadde regolarmente) arrivò il possente John Charles. Ma l’arrivo più sensazionale fu quello di Angelillo, Sivori e Maschio. I tre “Angeli dalla faccia sporca”perché considerati troppo giovani per essere considerati capaci di lavarsi bene il volto era diventati famosi per aver vinto il Campeonato Sudamericano de Futbol (l’attuale Copa America). Vestivano la maglia dell’Argentina e dopo quel trionfo, superando un Brasile che l’anno dopo avrebbe vinto il mondiale di Svezia con l’esordio di Pelè, per i tre giovani si aprirono le porte dell’Italia calcistica. Con la cessione del “trio” l’Argentina, in pratica rinunciò a vincere il mondiale, infatti Stabile C.T. della nazionale boarense si era dato la regola di non convocare i giocatori argentini emigrati all’estero (alcuni dei quali come Di Stefano avevano assunto la nazionalità dello Stato che lo ospitava, ovvero la Spagna per uno dei più grandi calciatori della storia del calcio.

Humberto Maschio: nato nel 1933, proveniva dal Racing. Una mezzala di buon passo, dall’ottima struttura fisica. Ovviamente non mancava la tecnica che sfruttava con il tiro dalla distanza e la grande capacità di calciare le punizioni. Venne ingaggiato dal Bologna.

Enrique Omar Sivori: nato nel 1935, talento del River Plate. Funambolico giocatore. Mai visto uno così padrone della palla, prima di Maradona. Punta scintillante e realizzatore implacabile, specie sotto misura. Dal carattere non certo malleabile diventava carognesco nei confronti degli avversari i quali non mancavano di accarezzargli le caviglie. Fu la Juventus ad arrivare per prima.

Antonio Valentin Angelillo: il più giovane, nato nel ’37, e secondo noi il migliore. Ingaggiato dal Boca Junior. Un centravanti con il passo da mezzala. Ambidestro e bravo di testa. Capace di segnare e far segnare. Un giocatore aureo che ha fatto scintillare San Siro e la Milano calcistica.
Dopo l’arrivo in Italia, le strade si sono spesso incrociate e non solo per le sfide tra le loro squadre.

Per Maschio l’avventura con il Bologna non si rivelò fruttifera. L’anno dopo si riprese giocando splendidamente nell’Atalanta. Due stagioni in provincia lo riportarono a buoni livelli tecnici, tanto da guadagnarsi un ingaggio con l’Inter, nel 1962. Contribui a vincere lo scudetto, ma non incontrò i favori di Helenio Herrera. Del resto lo stesso H.H. fu l’artefice della cessione di Angelillo alla Roma.
Secondo Herrera, il campione argentino non era adatto ai suoi schemi. In più aveva opzionato Luis Suarez dal Barcellona. Troppo per un egocentrico come lui avere a che fare con due giocatori di grande personalità. Va ricordato che il bel Valentin pagò anche una passione per le serate al night: fatale fu l’incontro con la ballerina Ilya Lopez, che si esibiva al “Porta d’oro” e che divenne la sua compagna in una relazione tormentata e drammatica: i tifosi le imputavano il calo di rendimento del giocatore e arrivarono persino a inseguirla, e lei perse il bambino che stava aspettando da Angelillo.  
Seppure non fossero di gran voga le gare in notturna, fu Antonio Valentin a portare le primi luci a San Siro. Nel 58-59 segnerà 33 reti. Un record ineguagliato per i campionati a 18 squadre. Nell’Inter giocherà 127 gare, realizzando 77 gol.

Ecco la gara d’esordio dei tre nel campionato italiano:

Per Maschio esordio alla seconda giornata

15 settembre 1957

Lazio – Bologna 4-3

reti: autorete di Greco, Pivatelli, Maschio, autorete di Gasperi, Vivolo, Selmonsson, Vukas (espulsi Lucentini, Pivatelli e Pascutti; Pivatelli sbaglia un calcio di rigore)

Lazio: Lovati, Molino, Eufemi, Carradori, Pinardi, Fuin, Lucentini, Tozzi, Vivolo, Selmonsson, Muccinelli all. Ciric

Bologna: Giorcelli, Rota, Bodi, Gasperi, Greco, Pilmark, Cervellati, Maschio, Pivatelli, Vukas, Pascutti all. Bencic

arbitro Bonetto di Torino

Per Angelillo esordio (senza reti) alla prima giornata

8 settembre 1957

Inter – Torino 0-0

Inter: Ghezzi, Fongaro, Vincenzi, Invernizzi, Bernardin, Venturi, Pandolfini, Massei, Angelillo, Dorigo, Skoglund all. Carver

Torino: Rigamonti, Grava, Brancaleoni, Bonifaci, Ganzer, Bearzot, Armano, Fogli, Ricagni,Bacci, Bertoloni all. Marjanovic

arbitro: Adami di Roma

Per Sivori esordio alla prima giornata

8 settembre 1957

Juventus – Verona 3-2 (prima partita in Serie A nella storia del Verona)

reti: Boniperti, Sivori, Charles (il grande “trio” subito a segno), Maccacaro, Bassetti

Juventus: Mattrel, Corradi, Garzena, Emoli, Ferrario, Colombo, Nicolè, Boniperti, Charles, Sivori, Stivanello all. Brocic

Verona: Ghizzardi, Basiliani, Cuttica, Tesconi, Rosetta, Larini, Bagnoli, Stefanini, Maccacaro, Gundersen, Bassetti all. Piccioli

arbitro: Guarnaschelli di Pavia.

E’ MORTO FRANCISCO GENTO

Finale della Coppa dei Campioni 1957: Gento travolge Giuliano Sarti in uscita disperata mentre Cervato appare tagliato fuori. Sarà 2-0 per il Real sulla Fiorentina.

È morto Francisco ‘Paco’ Gento, presidente d’onore del Real Madrid e unico calciatore al mondo capace di vincere 6 Coppe dei Campioni. Le prime cinque edizioni della competizione, tra il 1955 e il 1960, e quella del 1966, quando tutti i suoi compagni della prima grande epopea blanca, Di Stefano in primis, avevano già lasciato il Real Madrid. Perse anche le finali del 1962 e del 1964.

Gento aveva 88 anni e ne aveva passati 18 giocando per i blancos, dal 1953 al 1971, vincendo, oltre alle citate 6 Coppe Campioni, anche 12 Liga, due coppe di Spagna e una Coppa Intercontinentale. In totale 23 trofei, più di tutti al Madrid fino a domenica sera, quando è stato raggiunto da Marcelo, 600 partite e 182 gol.

Nato in Cantabria il 21 ottobre del 1933 come Francisco Gento Lopez, padre camionista, l’atletica e il calcio lo strapparono alla carriera di pastore. Il primo sport gli aveva garantito la velocità che lo caratterizzava nelle sue corse sulla fascia sinistra. Approdato al Racing Santander, il club che tifava, dopo appena 10 partite fu portato al Madrid. Aveva 19 anni e debuttò contro il Barça.

Inizio di una carriera meravigliosa che l’ha trasformato in un mito del madridismo. Vinse subito la Liga, campionato che il Madrid non conquistava da 20 anni, e fu chiave nel dominio europeo del club trasformato in potenza internazionale da Santiago Bernabeu: in attacco con Gento giocavano Di Stefano, Puskas e Kopa.  

Un grande solista che giocava per la squadra. Solo Zagallo e Giggs sono stati al suo livello

Passato in panchina, ha iniziato nel Castilla, il ‘filial’ del Madrid, e dopo brevi passaggi a Castellon, Palencia e Granada tornò alla ‘Fabrica’, la cantera blanca. Nel dicembre del 2015 era diventato Presidente d’Onore del Real Madrid, carica che ha rivestito fino alla morte.

LE SEI COPPE DEI CAMPIONI DI FRANCISCO GENTO

Parigi 13 giugno 1956

Real Madrid – Stade Reims 4-3

Reti: Di Stefano, Rial (2), Marquitos, Bilard, Templin, Hidalgo.

Real Madrid: Alonso, Atienza, Lesmes, Munoz, Marquitos, Zarraga, Mateos, Marchal, Di Stefano, Rial, Gento.

Stade Reims: Jacquet, Zimmy, Giraudo, Slatka, Jonquet, Leblond, Hidalgo, Glovacki, Kopa, Bliard, Templin.

Arbitro: Ellis (Inghilterra).

Madrid 20 maggio 1957

Real Madrid – Fiorentina 2-0

Reti: Di Stefano (rig.), Gento.

Real Madrid: Alonso, Torres, Lesmes, Munoz, Marquitos, Zarraga, Kopa, Mateos, Di Stefano, Rial, Gento.

Fiorentina: Sarti, Magnini, Cervato, Scaramucci, Orzan, Segato, Julinho, Gratton, Virgili, Montuori, Bizzarri.

Arbitro: Horn (Olanda).

Bruxelles 28 maggio 1958

Real Madrid – Milan 3-2 (dopo i tempi supplementari)

Reti: Di Stefano, Rial, Gento, Schiaffino, Grillo.

Real Madrid:Alonso, Atienza, Lesmes, Santisteban, Santamaria, Zarraga, Kopa, Joseito, Di Stefano, Rial, Gento.

Milan: Soldan, Fontana, Beraldo, Bergamaschi, Maldini, Radice, Danova, Liedholm, Schiaffino, Grillo, Cucchiaroni.

Arbitro: Alesten (Belgio).

Stoccarda 3 giugno 1959

Real Madrid – Stade Reims 2-0

Reti. Mateos, Di Stefano.

Real Madrid: Dominguez, Marquitos, Zarraga, Santisteban, Santamaria, Ruiz, Kopa, Mateos, Di Stefano, Rial, Gento.

Stade Reims: Colonna, Rodzik, Giraudo, Penverne, Jonquet, Leblond, Lamartine, Bliard, Fontaine, Piantoni, Vincent.

Arbitro: Dush (Germania Ovest).

Glasgow 18 maggio 1960

Real Madrid – Eintracht Francoforte 7-3

Reti: Di Stefano 3, Puskas 4, Kress, Stein 2.

Real Madrid: Dominguez, Marquitos, Pachin, Vidal, Santamaria, Zarraga, Canario, Del Sol, Di Stefano, Puskas, Gento.

Eintracht Francoforte: Loy, Lutz, Holer, Wrelbacher, Eigenbrodt, Stinka, Kress, Lindness, Stein, Pfaff, Meier.

Arbitro: Mowat  (Scozia).

Bruxelles 11 maggio 1966

Real Madrid – Partizan Belgrado 2-1

reti: Serena, Amancio, Vasovic

Real Madrid: Araquistan, Pachin, De Felipe, Sanchis, Zoco, Pirri, Serena, Amancio, Grosso, Velazquez, Gento

Partizan Belgrado: Soskic, Jusufi, Becjaic, Mihailovic, Rasovic, Vasovic, Bajjc, Kovacevic, Hasaganic, Galic, Pjfrmaier

arbitro Kreitlen (Germania Ovest)

FELICE TUFANO: UN PASSAGGIO SULLA PANCHINA DELLA SAMPDORIA MA UN RICORDO PER SAVONA

Il Savona 1984-85: Sandro Meraviglia (dirigente), un ricordo per l’indimenticabile Marino Del Buono, Guerra I, Guerra II, Monari, Turone, Talami, Conti accosciati: Felice Tufano, Fioraso, Barlassina, Zannino, Bignotti

Domani sera Felice Tufano siederà sulla panchina della Sampdoria nella sfida contro la Juventus in Coppa Italia che si giocherà allo Stadium di Torino.

Si tratterà di un semplice interregno nel passaggio di consegne tra l’esonerato D’Aversa e il subentrante Giampaolo, ma per il calcio savonese si tratta di un momento comunque importante.

Felice Tufano infatti è uno dei “nostri”, ha indossato il bianco blu da giocatore: bresciano classe 1963 arrivò a Savona disputando il campionato di Serie C2 1984-85 esordendo a Roma avversaria la Lodigiani in una partita persa 3-1 dalla squadra in quel momento allenata da Paolo Tonelli.

Tufano ha indossato , in chiusura di una carriera passata anche (tra le altre tappe) da Sanremo e Venezia, anche la maglia del Vado.

E’ stato da allenatore che Tufano ha dato il meglio per la Savona sportiva.

Assunta la presidenza da Bettino Piro, Tufano aveva iniziato ad allenare il settore giovanile, poi esonerato Ferraro era stato chiamato in prima squadra compiendo nel campionato 2001 – 2002 il capolavoro di riportare gli striscioni in serie C2.

Vale la pena di rammentare lo spareggio di Voghera dove con un goal di Bracaloni il Savona concludeva un lungo inseguimento alla categoria che durava dal campionato 1985-86: una promozione che nella stagione 1991-92, presidente Grenno e allenatore Orcino, era svanita in quel di Casale soltanto perché la lotteria dei rigori aveva premiato l’Oltrepo.

Questo il tabellino della partita del 19 maggio 2002, a Voghera

Savona – Ivrea 1-0

rete: Bracaloni

Savona: Iacono, Piccolo, Barone, Perrella, Biffi, Di Gioia, Contino, Bracaloni (88’Riolfo), Peluffo, Aloe (56’Lamberti) Sala (89′ Solari) all.Tufano

Ivrea: Maio, Tardivo, Castagna, Cuc (68′ Gallaccio), Sottini, Pizzimenti, Marante, Capecchi, Laghi (60’Bergantin) Zucco, Pierobon all.Iacolino

arbitro Lena di Ciampino

presenti 4.000 savonesi, una trasferta di massa che ci aveva riportato al clima di 25 anni prima in quel di Chiavari.

Felice Tufano rimase sulla panchina del Savona anche nella stagione della C2 2002-2003 conseguendo una agevole salvezza nel torneo dominato dalla Florentia Viola, denominazione d’arte della Fiorentina ex-Cecchi Gori in un momento di difficoltà.

Classifica della Serie C 2 girone B 2002-2003: Florentia Viola 70, Rimini 59, Gubbio 56. Castelnuovo Garfagnana 55, Grosseto 55, Sangivannese 49, Poggibonsi 47, Aglianese 46, San Marino 44, Forlì 43, Gualdo 40, Savona 39, Aquila Montevarchi 39, Imolese 38, Castel di Sangro 37, Alma Juventus Fano 35, Sassuolo 32, Brescello 28.

Dalla stagione 2007 – 2008 Felice Tufano passa alla Sampdoria prima per allenare gli Allievi Nazionali poi la Primavera.

Quello di domani sera sarà soltanto un passaggio: ma un momento importante per lui, ragazzo serio e molto preparato e per noi che con lui avevamo vissuto una stagione importante del vecchio e purtroppo estinto Savona FBC.