1961-70, le savonesi in II categoria. C’erano una volta Villetta, Libertà e lavoro e Bagni Italia

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La Libertà e Lavoro Speranza dei tempi d’oro. Si riconoscono tra gli altri i dirigenti Cacciabue e Titto Rebagliati (preso a braccetto tra Gino Cattardico e il maestro Sergio Sguerso), Antonio Murialdo, Livio Berruti, l’allenatore Natale Zamboni, il dirigente Sclano

di FRANCO ASTENGO

E’ quasi un atto dovuto, per la storia, per i protagonisti e tutti quanti ne fecero parte, esaminare in dettaglio tutte le squadre savonesi, comprese nella cinta daziaria della Città tra il ponte di Zinola e il Ritano del Termine, partecipanti al campionato di II Categoria tra il 1961-62 al 1969-70. Si cercherà anche, strada facendo, non soltanto di citare i protagonisti ma di raccontare anche qualche aneddoto. Allora, andiamo per ordine.

Campionato 1961 – 62

Classifica finale: Auxilium Alassio 30, Millesimo 28, Croce Bianca di Albenga 26, Villetta 20, Libertà e Lavoro Speranza 19, Ferrania 16, Bagni Italia 12, Nolese 9, Spotornese 7, Matuzia Sanremo 3.

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Le savonesi sono tre: Villetta, Libertà e Lavoro e Bagni Italia e giostrano sul terreno della Valletta Samn Michele appena restituito interamente al calcio dopo un periodo nel quale era stato destinato all’atletica leggera.

Villetta: Turco, Giusto, Monti, Procopio I, Isetta, Ciappi, Manzino, Corsari, Fanelli, Pierucci II, Giordano “Maxian”; all. Ferro; d.t. Del Buono.

La Villetta, nel pieno della maturità societaria grazie all’accorta gestione dei fratelli Marino (la società organizza già da qualche anno lo spettacolare Trofeo Boggio), sta avviandosi a conquistare posizioni di grande prestigio. Squadra compatta, giocatori molto uniti, con il “filosofo” Del Buono a inventare tattiche. Indimenticabili, per noi, due protagonisti del calcio genuino di quei tempi purtroppo già scomparsi: il maratoneta Ciappi e l’ala “Maxian” Giordano, “il cappellaio matto” che per molti anni ha gestito appunto lo storico negozio di berretti e cappelli di Pastore all’imbocco di via Pia.

Libertà e Lavoro Speranza: Natali, Cagnasso, Santi, Cattardico, Sguerso, Murialdo, Ongaro, Frione, De Micheli, Livio Berruti, Pastorino.

La società del “Club” di Lavagnola, diretta da Cacciabue e da “Titto” Rebagliati, ha appena concluso un’avventura in Promozione e per diversi anni reggerà ancora il livello della Seconda categoria. Nella formazione-base autentici pezzi da novanta non soltanto per quel che riguarda il calcio ma la vita sociale, culturale, politica della Città. Sergio Sguerso, maestro, scrittore, consigliere comunale, ma anche allenatore della De Martino del Savona Fbc dei Frione, Ziliani, Pierucci, Faccio e Sergo, e Antonio Murialdo, futuro sindaco di Albisola Superiore e di Spotorno soltanto per fare degli esempi.

Bagni Italia: Fusero, Bottelli, Drago, Cervi, Falco, Sobrero, Calcagno, Tessitore, D’Harcourt, Rovere, Pilotti; all. Testa.

I Bagni Italia, casacca bianco-blu a quarti come quella antica dell’Andrea Doria, rappresentano in quel punto il quartiere delle Fornaci. Presidente è Beppe Muda, operatore al cinema Moderno e titolare del magnifico stabilimento balneare con annesso giardino e pista da ballo all’aperto situato subito appresso ai giardini Serenella, punto di riferimento (e non solo), tra spiaggia e juke box, nelle bollenti estati di quegli anni. In formazione il funambolico portiere Jean Fusero (tabaccheria di  Piazza Diaz), il classico Dario Sobrero, motociclista di vaglia, e Calcagno, negozio di mercerie in Corso Vittorio Veneto. In panchina “Giulin” Testa gloria assoluta del Savona anni ’30-’40.

Campionato 1962 – 63

Classifica finale: Veloce 34, Garessio 32, Spotornese 30, Millesimo 27, Libertà e Lavoro Speranza 20, Nolese 20, Villetta 15, Croce bianca di Albenga 15, Ferrania 15, Bagni Italia 10, Cadibona 2.

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Veloce: Cortese, Minuto Nuccio, Minuto Italo, Reggiori, Giusto, Grazzini, Lauretano, Benedetti, Tobia, Massucco, Bensi; all.Mucci, d.t. Besio.

Una sola stagione in Seconda categoria per la Veloce che risorge subito dalle ceneri della retrocessione. Assunta la presidenza da Stirner Palmieri (socio di Conti nell’Edildomus , dopo aver costruito Piazza martiri della Libertà si dedicheranno con successo ad Artesina), affidata la squadra al sagace vadese Rino Mucci, confermati Reggiori, Grazzini, Cortese, Giusto e Tobia con i veterani Lauretano, Massucco e Bensi la Veloce domina il campionato perdendo soltanto due partite, a Garessio e al “Bacigalupo” dalla sorprendente Spotornese di Bruno Marengo e Shad Rusticoni. I granata, alla fine, conquistano anche il titolo ligure superando per 2-0 la Forza e Coraggio di La Spezia.

Libertà e Lavoro Speranza: Negrini, Berruti II, Perata, Scarcia, Sguerso, Murialdo, Giamello, Arena, Berruti  I, Lori, Gagna; all. Macciò.

I rosso-verdi lavagnolesi hanno rinnovato i ranghi, affidando la squadra ad Agostino Macciò che giocherà anche qualche partita tra i pali e in seguito allenerà per molte stagioni il settore giovanile del Savona. Spiccano all’attacco Lori (che andrà al Vado) e Gagna, con Giamello e il classico Gigi Scarcia (dalle tante squadre: Albisola, Altarese, Millesimo, Spotornese, Quiliano).

Villetta: Turco, Monti, Tagliavini, Procopio I, Isetta, Bosco, Iacovacci II, Iacovacci I, Fanelli, Procopio II, Capraro;  all.Pacini.

In panchina si registra l’avvento di Emilio Pacini che dopo l’esperienza con il Dlf (la squadra dei ferrovieri) ha smesso di giocare e si rivela un trainer preparatissimo, il vero segreto di una Villetta dalle grandi ambizioni. Si lanciano i giovani, per questa stagione, Procopio II e Capraro che faranno faville al punto da essere acquistati dal magnate “Rizzetto” Bruzzone che intende portare la Nolese in Promozione, sulle orme del suo amico- rivale Bagnarino che è già riuscito nell’impresa in quel di Spotorno.

Bagni Italia: Berruti, Bottelli, Ricci, Drago, Falco, Cervi, Diana, Sobrero, Pilotti, Tessitore, Dabinovich.

Stagione difficile per i biancoblu, seppur con una buona intelaiatura, soprattutto per ragioni organizzative, anche se non si lascia nulla d’intentato lottando tutte le domeniche su ogni pallone.

Campionato 1963 – 64

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Classifica finale: Spotornese 52, Garessio 41, Don Bosco Varazze 41, Villetta 38, Nolese 38, Millesimo 36, Libertà e Lavoro Speranza 25, Croce Bianca d’Albenga 25, Cadibona 24, Altarese 24, Don Bosco di Savona 23, Maremola Pietra Ligure 19, Priamar 11, Bagni Italia 10, Ferrania 9.

Stagione di grande crescita per questo campionato: le squadre savonesi sono addirittura 5, un record.

Villetta: Merciai, Nasi, Mombrini, Corsari, Procopio I, Lauretano, Iacovacci II, Iacovacci I, Fanelli, Bosco,Monti; all.Pacini.

In biancoceleste si schiera anche Giuan Nasi il prete-operaio del porto che aveva già fondato la Raphael. Pacini, sempre alla ricerca di nuove soluzioni tattiche, adotta il “libero”. Monti con il n. 11 si schiera “stopper” mentre alle spalle di tutti si muove “Picchi” Procopio.

Libertà e Lavoro Speranza: Grossi, Berruti, Perata, Pennino, Sguerso, Drago, Pastorino,  Arena, Recagno II, Bensi, Berruti Livio; all. “Pavone” Morando.

Esordisce in panchina “Pavone” Morando che d’estate dirige la mitica orchestra dei Portuali al Torneo dei Bar: diventerà un personaggio di grande spessore nel nostro mondo inventandosi la squadra dei “Magnifici 7” nei grandi tornei notturni dei primi anni ’70. I lavagnolesi giocano un buon campionato rafforzati da un veterano di classe come Angelo Bensi arrivato dalla Veloce.

Don Bosco Savona: Olmeda, Filippi, Olivieri, D’Harcourt, Giometti I, Giometti II, Sibilio, Ghezzi, D’Harcourt, Cerisola, Pirami; all.Parodi.

Dopo tante stagioni trascorse nei campionati del Csi all’Oratorio Salesiano di Via Piave si decide per il grande salto in Seconda categoria. Vestono il biancorosso anche alcuni dei protagonisti dei grandi campionati disputati proprio nel Csi con la Fraternitas arrivata sfiorare il titolo regionale di categoria come Gianni Sibilio, laurea in legge, futuro direttore regionale dell’Inps a Torino, Trieste e Genova, Cerisola e Pirami, già colonna degli juniores biancoblu e della Carcarese. Un ottimo esordio quello dei donboschini.

Priamar: Bonanni, Ricci, Grasso, Tarditi, Caviglia, Martinengo, Spilimbergo, Bazzano, Sabatini, Bresciani, Siter; all. Ghersi.

Anche all’Oratorio Sacro Cuore si decide per salire in II categoria, dopo tre magnifiche stagioni disputate nella categorie giovanili con la “perla” della stagione precedente ’62- 63 che ha visto i rossoblu accedere alle finali provinciali di categoria. La squadra juniores però si è praticamente sciolta: Vasconi, Storti e Bonifacio sono passati alla Veloce, Bordegari al Savona, Godani, futuro docente al Liceo classico Chiabrera e creatore della compagnia teatrale studentesc dei “Coribanti”, è tornato all’amore fornacino perché nel frattempo è stata fondata la Judax, anche se ancora militante nei campionati del Csi. Tornano vecchi oratoriani di gran classe: “Pancho”Martinengo, brillante carriera cone informatore scientifico, e Raul Spilimbergo dalla Veloce, e “Ciatto” Bazzano dall’Altarese ma l’avvio nella categoria superiore è difficile.

Bagni Italia: Fusero, Bottelli, Cervi, De Tomin, Falco, Picone, Astengo, Sobrero, Pilotti (Diana) Rovere, Zuanni; all.Testa.

Ultima stagione per la scapigliata squadra fornacina. Le difficoltà organizzative si fanno insormontabili e alla fine della stagione la dirigenza (con Muda ci sono il panettiere Cavallone, Mario Ostinelli e l’ing. Ercoli della Ferrania) decideranno per un malinconico “lascio”. Una bella esperienza vissuta in prima persona soltanto alla fine.

Campionato 1964 – 65

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Classifica finale: Nolese 43, Don Bosco Varazze 34, Carlin’s Boys 32, Dianese 30, Cadibona 27, Villetta 26, Priamar 24, Garessio 22, Don Bosco Savona 22, Millesimo 19, Carcarese 14, Soccorso Pietra Ligure 13, Libertà e Lavoro Speranza 12, Altarese 12.

Il campionato sale di tono estendendosi anche a ponente nella provincia di Imperia con l’avvento dei sanremesi Carlin’s e della Dianese, appena retrocessa dalla Promozione. Le savonesi sono quattro.

Villetta: Merciai, Gaggero, Mombrini, Iacovacci I, Procopio I, Monti, Iacovacci II, Duchini, Fanelli, Paltrinieri, Corsari; all. Pacini.

Emilio Pacini sta costruendo lo squadrone: da Albenga, dove ha giostrato per diversi campionati in Serie D dopo aver vestito la maglia del Savona, arriva alla Viletta don Lello Paltrinieri, altro prete di strada, super tecnico del centro campo dai tacchetti roventi nonostante l’abito talare. Un acquisto di super lusso.

Priamar: Porta, Ricci, Grasso, Risso, Tarditi, Nofroni, Avellino, Guglieri, Caviglia, Imberti, Siter; all. Ghersi.

La Priamar ringiovanisce e sale di classifica: esordiscono i giovani del vivaio curato con grande dedizione da Angelini nelle stagioni precedenti. Valore aggiunto, tra i pali, Fulvio Porta estremo difensore di classe in seguito a lungo tra i migliori a livello regionale con Pietra Ligure e Cairese.

Don Bosco Savona: Soletto, Drago, Olivieri, Bosio, Giometti I, Ghezzi, Sibilio, Morasso, D’Harcourt, Sanguineti, Badoino; all. Parodi.

Buona stagione anche per il Don Bosco ringiovanito nei ranghi. Dalla juniores del Savona sono arrivati l’eclettico  Morasso e il velocissimo Cesare Badoino, all’epoca ala sinistra e in futuro luminare nella chirurgia della mano. Esordisce anche “Tatti” Sanguineti: da grande, dopo aver studiato alla scuola del Filmstudio di Mirko Bottero, sarà uno dei critici cinematografici più apprezzati d’Italia. Sibilio conferma le sue qualità tecniche degne di salire di categoria, ma il padre è irremovibile: “Devi finire l’università, altro che calcio”. Il calcio perde un buon giocatore, l’Inps guadagnerà un ottimo direttore.

Libertà e Lavoro Speranza: Negrini, Berruti, Perata, Nervi (“Scosse” dal suo mestiere di elettrauto esercitato in quel di Legino), Ravera (Pennino), Longagna, Pastorino, Arena, Bensi, Lori, Gagna; all. Morando.

Campionato modesto in quel di Lavagnola. Pesano difficoltà organizzative: Vadone con Sclano è approdato in quel di Spotorno e la dirigenza non trova soluzioni di ricambio. Per di più ha appeso le scarpe al chiodo il maestro Sguerso.

Campionato 1965 – 66

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Classifica finale: Villetta 40, Dianese 36, Cengio 32, Auxilium di Alassio 31, Carlin’s Boys 30, Cadibona 29, Soccorso Pietra Ligure 27, Priamar 25, Garessio 24, Altarese 23, San Bartolomeo Cervo 22, Carcarese 18, Don Bosco Savona 14, Millesimo 10.

Dopo la Veloce nel 62- 63 tocca alla Villetta vincere il campionato rinnovando un trionfo savonese. Ma per le squadre della nostra città ci sono anche ombre: è l’ultima stagione per il Don Bosco e chiude i battenti anche la Libertà e Lavoro Speranza: tre dirigenti, Cacciabue, Rebagliati e Tibaldi e un solo allenatore, Morando, per prima squadra e settore giovanile, sono pochi e non c’è ricambio dalla società di Lavagnola. Inoltre, i rosso-verdi sono costretti a disputare il girone B a Genova, accentuando le difficoltà anche economiche.

Villetta: Merciai, Nasi, Mombrini, Lauretano, Procopio I, Galindo, Barbino, Jacovacci I, Fanelli, Piscopo II, Monti (Ciappellano, Gaggero, Calcagno, Corsari, Puzar, Jacovacci II, Bosco, Paltrinieri); all. Pacini.

Un trionfo per il club di via Montegrappa. Pacini ha a disposizione un’ampia rosa di titolari con giocatori di grande classe come Lauretano, il mastino Galindo, il bomber Fanelli, il futuro medico traumatologo Franco Jacovacci, Lello Paltrinieri. Una Villetta ammazza-campionato sale in Promozione.

Priamar: Porta, Ricci, Grasso, Vivarelli, Tarditi, Farulla, Imberti, Bresciani, Caviglia, Nofroni, Siter (Grossi, Risso, Longhi, Sabatini); all. Longhi.

Priamar sempre più giovane e sbarazzina: esordiscono dagli juniores Vivarelli (per lui purtroppo un doloroso ricordo) e Farulla. Si affermano definitivamente oltre al già citato Porta, Bruno Nofroni, Beppe Tarditi, Nanni Imberti e “Chidu” Caviglia, tutti usciti dal vivaio dell’Oratorio di don Vittorio Dietrich, indimenticabile cuore e anima dell’Oratorio del Sacro Cuore.

Don Bosco Savona: Bonanni, Filippi, Pozzi, Bosio, Giometti I, D’Harcourt, Nasi, Sibilio, Jacopino, Olivieri, Sanguineti (Giometti II, Bellomi I, Zerboni, Ravera, Patetta, Tarchini); all. Parodi.

Nonostante la messa in mostra di diversi giovani d’avvenire a questo punto (poi ci sarà una ripresa negli anni ’70) la storia del Don Bosco di Savona in Seconda categoria si chiude.

Libertà Lavoro Speranza: Goretti, Berruti, Perata, Reggiori, Storti, Palmieri, Rossi, Arena, Recagno II, Morasso, Longagna (Manotti, Danello, Astengo, Lisena, Vallieri); all. Morando.

Inserita nel girone di Genova una Libertà e Lavoro un po’ raffazzonata si batte onorevolmente. Molti dei protagonisti delle passate stagioni sono emigrati tra Vado e Spotorno e la situazione organizzativa è difficile. Ottime prestazioni di Reggiori, già promessa delle giovanili doriane, Storti e del recuperato Rossi oltre che del “marinaio” Palmieri. La squadra si piazza al sesto posto in un campionato vinto a sorpresa dal Don Bosco Varazze davanti ad Arenzano, Voltrese, Albaro Athletic, le mitiche Cavallette, e il G. Mora nelle prime posizioni.

Campionato 1966 – 67

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Classifica finale girone A: Dianese 35, Garessio 28, Soccorso Pietra Ligure 27, Carlin’s Boys 26, San Bartolomeo Carvo 26, Auxilium Alassio 25, Taggese 25, Priamar 28, Calizzano 17, Borgio Verezzi 16, Judax 11, Leca d’Albenga 8.

Nel girone A, quello di Ponente, alla Priamar si affianca la Judax appena arrivata in Seconda categoria: le savonesi sono soltanto due.

Priamar: Porta, Imberti, Ricci, Reggiori, Grasso, Longhi, Not, Bosio, Sabatini, Caraccio, Siter; all. Reggiori.

Buon campionato per i rossoblu di Corso Colombo rafforzati da due acquisti di lusso: “Giuan” Reggiori che assume anche i compiti di allenatore (una carriera lunga e prestigiosa con Vado, Veloce, Sampdoria, Albisola) e Marcello Caraccio, squisite qualità tecniche, gran signore del centrocampo, che rientra nella Priamar dopo l’esperienza nel settore giovanile del Savona.

Judax: Vallega, Recchia, Ferrero, Nervi, Minuto, Angeleri, Contini, Rauso, Bosano, Ceva, Bonifacio; all.Ostuni.

Esordio assoluto per la squadra originata dall’oratorio San Luigi delle Fornaci e passata attraverso tanti campionati nel Csi. Dirige la baracca Mario Ostuni, factotum e grande appassionato che in seguito ricoprirà l’incarico di segretario del Savona Fbc. Ostuni è mancato giovanissimo lasciando un vero e proprio vuoto nel mondo del calcio savonese.

Campionato 1967 – 68

Classifica finale Girone A: Borgio Verezzi 46, Garessio 39, Ventimigliese 38, Soccorso Pietra Ligure 33, Leca d’Albenga 31, Taggese 28, Auxilium Alassio 28,Carlin’s Boys 26, Calizzano 26, Priamar 21, Judax 15, Ceriale 13, San Bartolomeo Cervo 9, Enel Albenga 7.

Priamar: Porta, Imberti, Farulla, Nofroni, Tarditi, Nervi, Longhi, Bresciani, Bensi, Caraccio, Siter (Ricci, Grasso); all. Pacini.

Alla Priamar arriva Emilio Pacini in panchina e la squadra migliora sensibilmente. Secondo tradizione sono sempre i giovani del vivaio a fornire la spinta maggiore ma ci sono anche i goal di un vecchio cannoniere come Angelo Bensi (Savona, Carcarese, Cairese, Libertà e Lavoro, Villetta).

Judax: Monaci, Patetta, De Luca, Massimiani, Godani, Ferrero, Rauso, Beruto, Bosano, Filippi, Bonifacio; all. Ostuni.

In campo i migliori virgulti delle Fornaci: il portiere Monaci, il centromediano Silvano Godani, fascinoso professore al Liceo Classico, inventore dei Coribanti e futuro assessore alla Cultura, il mediano “Pachin” Ferrero e il goaledor tutto sinistro Giuliano Bonifacio, già Priamar e Veloce.

Campionato 1968 – 69

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Classifica finale (si è tornati al girone unico): Santa Cecilia Albisola 41, Andora 41 (spareggio a Pietra Ligure: Santa Cecilia 2 Andora 1), Auxilium Alassio 39, Taggese 38, Ceriale 37, Priamar 33, Millesimo 33, Freccero 26, Altarese 26, Colombo Cogoleto 24, Cadibona 23, Calizzano 18, Judax 14, Finalpia 13, Borghetto Santo Spirito 6, Enel Albenga ritirata alla fine del girone d’andata.

Le savonesi salgono a tre: con Priamar e Judax c’è anche il Freccero.

Priamar: Porta, Barbino, Siter, Imberti, Ricci, Grasso, Soletto, Nofroni, Caviglia, Caraccio, Moras (Grossi, Vivarelli, Tarditi, Mombrini, Bensi); all. Pacini.

Pacini imposta la miglior Priamar del periodo lanciando l’inossidabile e arcigna coppia di terzini Barbino-Siter ( il “lungo” Renato purtroppo da ricordare con affetto) e impostando il centrocampo sul faticatore Nofroni e il classicheggiante Marcello Caraccio, un altro che avrebbe meritato un’altra carriera calcistica, del resto sacrificata ad uno studio molto proficuo.

Freccero: Astengo II, Avellino, Pisà, Ferro, Peluffo, Crea, Recagno II, Oberto, Servetto, Sardo, Rusticoni (Ottonello, Vacca, Palmieri, Girgenti, Benelli, Balestrino); all. Tonoli; d.t. Astengo I.

Il piccolo bar di Via Paleocapa affronta la Seconda categoria dopo tante stagioni trascorse nei tornei estivi in Riviera e in Piemonte. La squadra è allestita grazie soprattutto alla generosità del cav. Bagnarino,  presidente della Spotornese. Dai biancocelesti arrivano tre veri e propri “crack” per la categoria come Giorgio Peluffo, Alberto Sardo ed Ettore Rusticoni oltre ad un nugolo di  giovani di valore: il portiere Peo Astengo, cresciuto con Fulvio Porta alla prolifica scuola dei portieri della Priamar, i terzini Antonio Avellino  e Gianfranco Pisà, l’attaccante Michele Girgenti. Inoltre si recupera il “cervellone” di Marietto Oberto, brillante medico del San Paolo, e i goal di Attilio Servetto (altri due incancellabili ricordi).

Judax: Landucci, De Benedetti, Minuto, Storti, Ceva, Triolo, Contini, Beruto, Ravera, Damonte, Bosano (Bonanni, Incorvaia, Zucchero, Ranzato, Zaffarano, Guglieri, Angeleri); all. Nannipieri.

La Judax si rafforza con due tra i migliori fornacini di tutti i tempi “Detto”Storti e “Nuccio” Triolo oltre che con l’esperienza di Mino Damonte da Cogoleto. La squadra naviga nelle retrovie ma si tratta davvero di un girone di lusso.

Campionato 1969 – 70

Classifica finale: Colombo Cogoleto (rafforzato nientemeno che da Beppe Recagno e dal difensore-orafo Altobelli), 37, Borgio Verezzi 35, Arenzano 33, Judax 32, Priamar 32, Calizzano 25, Finalpia 22, Fulgor Loano 22, Millesimo 20, Freccero 18, Altarese 17, Cadibona 13, Borghetto Santo Spirito 5.

Judax: Spensatello, Filippi, Storti, Godani, Ceva, Incorvaia, Rauso, Damonte, Bosano, Boschi, Graziottini (Landucci, Ferrari, Triolo, Minuto); all. Pescio.

Una bellissima Judax messa su da Franco Pescio reduce dall’esperienza alla Villetta nella categoria superiore e approdato alle Fornaci in compagnia di Giuliano Spensatello, gran portiere e sempre vivo nel nostro ricordo. I due fanno la differenza e i fornacini compiono un vero e proprio salto di qualità.

Priamar: Porta, Ricci, Grasso, Mombrini, Tarditi, Farulla, Bosio, Nofroni, Soletto, Rodino, Imberti (Giordano, Sasso, Zunino, Ciappellano, Pastorino); all. Grasso.

Pacini è tornato alla Villetta in Prima categoria e assume le redini Roberto Grasso che, in seguito, potrà davvero essere considerato come l’anima, il cuore e la bandiera della società di Corso Colombo. Grasso ringiovanisce i ranghi immettendo forze fresche dal settore giovanile e conquista un piazzamento di prestigio.

Freccero: Astengo II, Faggioli, Bianchino, Palmieri, Peluffo, Romolo Varicelli, Bozzo, Benelli, Ettore “Shad” Rusticoni, Balestrino, Memè Novaro (D’Anna, Caviglia I, Caviglia II, Palmieri II, Giusto, Sterzati, Cagnetti); all. Astengo I.

Un passo indietro per il Freccero che ha perso molti titolari. Si pongono in luce alcuni giovani di classe fra i quali Osvaldo Bianchino che sarà titolare con il Savona Fbc negli anni ’70.

 

Sfide, scontri, polemiche. Storia della grande rivalità tra Entella e Savona

di LUCIANO ANGELINI  e FRANCO ASTENGO

Se si dovesse stilare una classifica delle squadre più “indigeste” al Savona Fbc e alla sua tifoseria, si scoprirebbe che, storia canta, al primo posto non ci sarebbero Genoa e Vado, bensì l’Entella, la grande rivale del Savona negli anni ’50 e ’60. E di quella rivalità vogliamo dare testimonianza, proprio mentre la compagine del presidente Gozzi, “re dell’acciaio”, sta lottando da qualche stagione addirittura per salire in Serie A e proprio in questa stagione l’obiettivo – almeno – dei playoff non sembra impossibile.

La storia dei confronti tra Savona ed Entella è molto lunga. E ricca di episodi significativi, battaglie in campo e sugli spalti, polemiche, contestazioni, aneddoti, trasferte ad alto potenziale partecipativo. Vediamo come è nata la rivalità.

La prima gara ufficiale risale al campionato di I divisione 1933- 34, in Corso Ricci i biancoblu si imposero con il punteggio di 5-3.

Ecco il dettaglio.

Savona: Toscano, De Valle, Negro (detto “Sangue e Arena”), Argenti, Poccardi, Bartoli, Borgo, Testa, Leone, Vanara, Caviglione.

Entella: Scelti, Bertolotto (Agostino Bertolotto futuro allenatore del Savona negli anni ’40), Basso, Foppiano, Porta, Vandanese, Besagno, Canale, Borsarelli, Zanacchi, Gatti.

Reti: 8’ e 15’ Gatti, 28’ De Valle rigore, 35’ Vanara, 55’ Casale, 66’ e 89’ Borgo, 59’ Leone.

Arbitro: Ziglioli di Crema.

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L’Entella all’epoca della primo scontro con il Savona. I chiavaresi indossano la loro classica maglia (non quella a strisce biancocelesti tipo “Argentina”: si tratta di una invenzione degli ani ’60): nera con scudo bianco celeste sul petto

Dall’avvio del campionato a girone unico, stagione 1929 – 30, le liguri approdate a quella che l’immaginifica penna dei cantori del calcio di altri tempi definivano “cadetteria” sono state, infatti, Genoa, Sampdoria (e le sue antenate Sampierdarenese e Liguria), Spezia, Savona, Sanremese e Sestrese (i verdestellati nel solo torneo 1946 -47 quando la serie B, per via delle difficoltà nei trasporti fu disputata su 3 gironi). L’Entella non c’era nemmeno nel campionato dell’immediato dopoguerra ’45-46 disputato con la formula mista B/C (la terza serie era stata comunque frequentata dai chiavaresi negli anni ’30).

Non è però nostra intenzione ricostruire l’intera storia ma soffermarci soltanto su due episodi particolari e significativi che hanno segnato i match Savona-Entella, quando negli anni’50-’60 la rivalità tra i due club raggiunse vette molto elevate.

Ricordiamo allora soltanto due partite, una giocata in Corso Ricci e pareggiata 1-1; l’altra giocata a Chiavari e vinta dagli striscioni biancoblu per 4-0 (4.000 tifosi al seguito: treno speciale, macchine, pullman). In entrambe le occasioni il Savona vinse il campionato risultando promosso, la prima volta in Serie C e la seconda in Serie B.

Ecco il dettaglio di quelle due straordinarie partite che, sicuramente, sono rimaste ben impresse nella mente dei tifosi più longevi. Ma che vanno ricordate a chi cerca di trovare senso e motivazioni tra i deludenti e travagliati percorsi della società biancoblu.

1 NOVEMBRE 1958

SAVONA – ENTELLA 1-1

Savona: Giacomelli, Galindo, Ballauco, Contin, Ciglieri, Mariani, Pastorino, Trubia, Brocchi, Ratto, Merighetto II.

Entella: Righetti, Rolando, Cavina, Armari, Canepa, Castagneto, Guerra, Fontana, Piazza, Pieri Sanguineti.

Reti: Brocchi (rig.) 17’, Guerra (rig.) 24’.

Arbitro: Rossi di Torino.

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Campionato 1958-59: Giulio Mariani si appresta a stringere la mano al capitano dell’Entella prima del rito della “palanchetta” per scegliere il campo. In fila con la maglia biancoblu da sinistra, Ciglieri, Ballauco, Consonni, Merighetto II, Valentino Persenda, Merighetto I, Bruno Ferrero

Siamo nel campionato 1958-59, una delle edizioni più brillanti nella storia del Savona Fbc. I chiavaresi scendono in Corso Ricci per affrontare una squadra a punteggio pieno e strappano un pari , grazie al dir poco incerto arbitraggio del signor Rossi di Torino.

Una gara dura, difficile, culminata nell’increscioso episodio del portiere Righetti che scalcia la rete di protezione con violenza e rischia di ferire un piccolo tifoso (poi ci sarà l’inseguimento al pullman entelliano fino al passaggio a livello della ferrovia del Piemonte, opportunamente abbassato, roba da Far West ma non successe nulla).

Una partita rimasta nella leggenda, per un Savona che il presidentissimo Stefano Del Buono e l’allenatore Felicino Pelizzari avevano approntato per essere una corazzata quasi invincibile, come poi, in effetti, sarebbe avvenuto.

Sono arrivati il portiere Giacomelli dal Rapallo, il terzino Ballauco dalla Veloce, il centromediano Ciglieri dalla Sampdoria, il mediano Contin e l’ala Ratto dal Cuneo (scelti con un referendum tra i tifosi, promosso dal settimanale “Savona Sport” di Pino Cava e Ivo Pastorino, la testata antesignana di tutte le pubblicazioni sportive savonesi), l’altro attaccante Brocchi da Mantova e i fratelli Merighetto dall’Andrea Doria. Per l’acquisto del maggiore, detto “il rosso” una fortissima mezz’ala di spola, Marietto Vagnola, giocatore, dirigente, animatore della Savona economica (autentico deus ex machina dell’Agenzia marittima Galleano) e sportiva (in anni successivi dirigente accompagnatore della Juventus di Beppe Furino nelle Coppe europee) che ricordiamo ancora con grande affetto, promosse tra i lavoratori del porto di Savona una colletta. Si arrivò alla cifra di un milione e l’avvenuto ingaggio fu annunciato in una grande assemblea pubblica svoltasi nella sala della “Campanassa”. Altri tempi. Altri dirigenti. Altri uomini. Ma soprattutto altra Savona.

24 APRILE 1966

Entella – Savona 0-4

Entella: Valeri, Ginocchio, Cesana, Piquè, Nadalin, Colombo, De Rossi, Boido, Uzzecchini, Pantani, Comini.

Savona: Rosin, Verdi, Valentino Persenda, Bruno, Pozzi, Natta, Taccola, Gittone, Fazzi, Pietrantoni, Corucci.

Reti: Fazzi 34’, Colombo (autorete) 35’, Corucci 54’, Taccola 78’.

Arbitro:  Giola.

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Ermes Nadalin, scomparso recentemente, 388 partite con l’Entella, vigile urbano a Chiavari rappresentava l’emblema di quel calcio fatto d’impeto che contrassegnava all’epoca il gioco della squadra chiavarese

Un travolgente successo in trasferta legittima le grandi ambizioni biancoblu. Il “trio delle meraviglie” Taccola-Fazzi-Corucci fa ricco il bottino con l’autorete di Colombo. La gioia è ancora più grande perché raggiunta proprio in casa della grande rivale Entella che, finalmente, questa volta esce annichilita e travolta.

Lo spettacolo vero, però, lo forniscono gli sportivi savonesi che assaltano Chiavari con un lunghissimo treno speciale. Una giornata indimenticabile di enorme passione sportiva.

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Il Savona di quell’indimenticabile stagione. Da sinistra, in piedi, l’avv. Alfio Viola, Ratti, Natta, Taccola, Corucci, Amedeo Basso, Pozzi, Fazzi, l’allenatore Manlio Bacigalupo. Accosciati Gittone, Rosin, Pietrantoni, Bruno, Verdi 

Al ritorno del treno speciale carico di tifosi, sulla piazza della stazione Letimbro (la vecchia stazione Letimbro, splendido esempio stile liberty, demolita in una notte con un colpo di mano) ci sarà la banda Forzano ad accogliere gli eroi insieme con tutta l’altra Città, quella che non era a Chiavari.

Capitan Persenda, che viaggiò al ritorno sul treno dei tifosi e non sul pullman della squadra, scese per primo sventolando lo striscione dei tifosissimi del “Bar Corallo” di Santa Rita. Un’immagine indelebile nella storia del Savona Fbc.

Il pareggio non si tocca (e anche la “torta”): altro che calci di rigore!

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Il Padova di Rocco, emblema del pareggio italico. Formazione: Pin. Blason, Scagnellato, Moro, Azzini, Pison, Hamrin, Rosa, Brighenti, Chiumento, Boscolo 

 di FRANCO ASTENGO

“Ormai si gioca per Sky e non per il risultato”: la frase mi è salita spontanea quando, nel derby di Torino ho visto Mihalovic, sull’1-1 a un quarto d’ora dalla fine, sostituire le due mezze ali con un’ala e un centravanti, invece che con due terzini rompi tutto.  Morale della favola: 3-1 per la Juve, con due goal in contropiede. Per quel che mi riguarda: una figura barbina del tecnico serbo e non certo il tentativo eroico di vincere la partita, che andava di lusso se pareggiata, come raccontato dai sapientoni commentatori che quando giocavano randellavano di brutto (Adani e Ambrosini, docet).

L’episodio mi è tornato alla mente quando, sulle colonne del “Corriere della Sera”, ho letto che la Fifa intende eliminare il pareggio nella fase finale dei Mondiali: al termine del gironetto a quattro (in avanti c’è l’eliminazione diretta e quindi supplementari e rigori) in caso di parità al 90’ (più recupero: altra invenzione pro- tv quella di annunciare il recupero, così tutti perdono il lume sia chi deve rimontare, sia chi deve difendere il vantaggio oppure il pareggio e accadono così orripilanti) si battono i famigerati rigori.

Lo scopo di questa novità sarebbe quello di evitare il famoso “biscotto” come lo chiamano lorsignori: noi, al torneo dei Bar alla Valletta la chiamavamo “torta” e rappresentava uno degli aspetti più intriganti della faccenda. Figuriamoci la goduria della Zinolese che mettendosi d’accordo per pareggiare con il Bar Corallo eliminava automaticamente l’odiata Leginese!

La prima occasione di utilizzo dei rigori vista a Savona fu nell’occasione della finale del torneo dei Bar 1962: Bagni Nilo versus Bar Sport di Legino (che aveva ingaggiato tutti i vadesi che poi giocarono le successive edizioni con la Sabazia). 2-2 finale e rigori. Ultimo penalty Merengone contro Camici: il portiere vadese para e lo Sport Legino vince il trofeo. L’immenso Nanni De Marco era già “più avanti” (per dirla con Satta Flores) e aveva escogitato che tutti i rigori dovessero essere tirati da giocatori diversi. Quando la Federazione impose, invece, il sistema dei rigori al posto della palanchetta si decise per un solo rigorista. Anche per quell’occasione abbiamo il primo esempio savonese al torneo dei Bar 1966. Portuali contro Sabazia. I portuali ci avevano eliminato, come Bar Livio, in semifinale 3-0: i tecnici del Livio, ben noti a queste platee, avevano sbagliato la marcatura di Lagasio, affidandolo a “Tapioca” Fiabane: una giostra immane. Quando il patron Faggion si lamentò alla fine negli spogliatoi i suddetti tecnici gli risposero: “Stai zitto tu che non distingui Pelè da Giorgio Vacca. Torno a Portuali contro Sabazia: Mino versus Paolino Gaglione che tirò fuori l’ultimo rigore. Con il sistema del solo tiratore ho visto una finale di coppa Italia con Maddè (al Toro dopo aver fatto a lungo la riserva a Rivera al Milan) prendersi la rivincita e battere proprio Rivera nella sfida diretta. Poi la Federazione entò nel carrugio di Nanni e decise per la formula attuale.

La mia preoccupazione però è un’altra: eliminata la soddisfazione della “torta” ai Mondiali poi si scenderà in basso fino alla nostra amata Seconda categoria. Sky avrà, nei vari campionati, i momenti di picco nell’audience quando sarà il momento dei tiri dal dischetto; in Seconda categoria i poveretti che avranno agguantato un pareggio in trasferta se lo vedranno negato perdendo ai rigori.

Così com’è stato con i cartellini, le sostituzioni, l’obbligatorietà dei pantaloncini dello stesso colore (questo testo sarà accompagnato da foto molto significative, in questo senso). Auguriamoci almeno che si faccia come nel volley dove le vittorie al tie-break valgono 2 punti per la vincente lasciando almeno un punticino alla perdente.

Il nostro grido però vuole essere assolutamente a piena voce: “Il pareggio non si tocca”. Rievochiamo Annibale Frossi: la partita perfetta è quella che finisce 0-0.

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Annibale Frossi: il  teorico dello 0-0 come partita perfetta. Nel 1954, dopo i mondiali di Svizzera, rinunciò all’incarico di C.T della Nazionale per non lasciare l’impiego alla Pirelli

Ripensiamo alle imprese delle piccole squadre di provincia capaci di strappare pari avventurosi a Torino e a Milano. Ricordiamoci del Padova di Rocco, della Salernitana di Viani, del Foggia di don Oronzo Pugliese. Soprattutto portiamo alla memoria la Libertà e Lavoro del “mago” Vadone con il libero schierato con il n.11, racchiuso in difesa per tutta la partita puntando non ai “rigori” (che non esistevano ancora) ma alla “palanchetta”.

“Aveva due teste”, ammise il “mago” di casa nostra, nel giorno della Befana 1965, quando la sua Libertà e Lavoro, dai calzoncini assolutamente spaiati nei colori, aveva strappato la Coppa Bacigalupo ai “signorini” del Savona allenato dal suo bersaglio preferito: Agostino Macciò.

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La Libertà e Lavoro dai pantaloncini “spaiati”. La foto si riferisce alla finale regionale juniores 1964-65, giocata alla Valletta, avversari i Carlin’s Boys Sanremo

Ho ancora in mente l’esultanza della Priamar B in una grande giornata a Cairo: 0-0 con l’Aurora, un risultato del tutto insperato. Così come era stato del tutto insperato, qualche settimana prima, l’1-1 ottenuto contro il Carcare giocando praticamente al buio. L’arbitro era arrivato in ritardo e non c’erano i fari, si giocò praticamente a tentoni con mio padre collocato dietro la rete di Luciano Massone ad indicargli i movimenti della palla: Luciano da destra, Luciano da sinistra. Indimenticabile.

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La Priamar B 1961-62. Anche qui pantaloncini “spaiati” e esultanza per il pareggio

Una grande giornata, davvero, un pari epico. E non toccateci il pareggio per favore e neppure la “torta”.

La promozione ligure 1959-1968: Finale, Albenga, Alassio, Vado, Cairese e Varazze le “regine”degli spareggi per salire in D

di LUCIANO ANGELINI  e FRANCO ASTENGO

Tra la fine degli anni ’50 e la fine degli anni ’60 il calcio ligure ha vissuto un periodo ricco, fortunato, appassionante. Chi lo ha vissuto, interpretato o soltanto ne è stato spettatore può testimoniare e ricordare il livello tecnico e agonistico di quei campionati, il cui apogeo veniva toccato con gli spareggi per la promozione in Serie D, campionato oggi omologabile per i valori espressi tra la Serie D e la Serie C, ma con punte anche superiori. Sei squadre savonesi, sia pure con alterne fortune, meritano il titolo di “regine” degli spareggi: Finale, Albenga, Alassio, Cairese, Vado e Varazze. Sfide intense con avversari di gran lusso come Sestrese, Gruppo C, Pontedecimo, Pro Molare, Sammargheritese, Lavagnese e ArsenalSpezia.

Prima di entrare nel dettaglio di quelle formidabili stagioni corre l’obbligo rievocare l’atmosfera e la partecipazione che caratterizzarono la fase conclusiva dei campionati. Era, la diciamo senza enfasi, una sorta di Coppa dei Campioni del calcio dilettanti ligure. C’era pathos, vis agonistica, buon livello tecnico, entusiasmo crescente, oltre ad una formidabile presenza di pubblico.

Si giocava sui campi di tutta la Liguria da Finale alla Spezia con il confronto tra le vincitrici dei due gironi. Il campo di via Chiaravagna, la tana della Sestrese, era una sorta di “fossa dei leoni”. Chi ha sfidato i verdestellati di Gigi Bodi e Gianetto, due autentici colossi sul piano della tecnica calcistica, può testimoniare quale e quanta fosse la tensione dei match in mezzo ai palazzi di Sestri Ponente. Ma era durissimo anche sfidare l’Albenga al “Riva” con gli ingauni forti di  un formidabile mix di esperienza e tecnica: i mastini della difesa Galindo e Neuhoff, il maestro d’orchestra Celiberti, i filtri di centrocampo Rumazza e Lello Paltrinieri, il mancino Ciotti. Un terreno difficile da espugnare anche quello del “Chittolina”, le mitiche Traversine, il fortino di un Vado di grande livello con Camici in porta, Peluffo, Micca, Gaglione, Chittolina. In casa rossoblù il tifo era caldissimo, qualche volta esasperato, soprattutto per i portieri lato levante, sottoposti ad un vero e proprio bombardamento, non solo verbale, con i tifosi aggrappati alla rete.

Gli spareggi erano davvero una passerella di esperienza e talenti. Il Pontedecimo poteva contare su Carabba, portiere di altissimo livello, approdato anche alla maglia azzurra, sul genio di Gabrielli, la forza difensiva di Sole e Bulfoni, i guizzi di Cazzola e la qualità di Bartolaccini. Un avversario mai domo e soprattutto una società in grado di sfornare giovani talenti (anche Gabrielli ha giocato con la nazionale dilettanti). Il Varazze, nel bunker del “Pino Ferro”, con la porta di ponente all’ombra del muraglione del cimitero, era avversario tosto, protagonista, come diremo più avanti, di uno spareggio intenso e drammatico. Così come la Cairese, all’epoca regina del “Rizzo”, fortissima in ogni settore con il portiere Genta, Pierucci, Veglio, Montaldo, Minuto, Monaci, Papes, Bonello indimenticabili protagonisti delle finali, seppure con alterne fortune. Il calore e l’entusiasmo dei tifosi e della Città erano avevano il potere di spingere la squadra oltre l’ostacolo e di vincere le sfide più difficili.

Quel decennio ha regalato grandi emozioni con grandi protagonisti. Un decennio che va ricordato e ricostruito, stagione per stagione. E proprio per questo si è pensato di offrire un quadro completo e dettagliato dei campionati di Promozione Ligure (in quel momento denominati Prima Categoria, comunque il vertice del calcio dilettantistico, quinto livello del calcio italiano) tra le stagioni 1959-60 e 1967-68. In quel periodo, infatti, a differenza di annate precedenti (e con la sola esclusione del torneo ’66-67 al termine del quale entrambe le vincenti dei due gironi furono promosse in Serie D) furono giocati, in alcune occasioni, spareggi tra le compagini affermatesi nel girone di Ponente (A) e in quello di Levante (B) per determinare chi avesse diritto all’unico posto utile per salire in Serie D. In altre occasioni e, precisamente in conclusione dei tornei svoltisi tra il 1962-63 e il 1964-65 si disputò un girone finale tra le prime due classificate nei gironi. Si trattò di occasioni molto importanti per la crescita del nostro movimento, al di là della passione che, come ricordato, suscitarono le gare di finale in stadi ricolmi di pubblico.

Per dare un’idea di questo processo di crescita riportiamo di seguito l’incipit dell’articolo apparso su Riviera Notte,  settimanale leader nelle vendite e nell’informazione sul calcio savonese, e non solo, l’8 giugno 1967 per commentare la gara d’andata dello spareggio Varazze- Arsenal Spezia: “Ci siamo rituffati dopo un’assenza di alcuni anni nel clima delle finali di Promozione. Avevamo lasciato all’epoca dei terribili duelli tra Vado, Cairese, Sestrese,Sammargheritese, Albenga, Alassio e compagnia in un ambiente un po’ barricadero con partite fatte di assalti alla baionetta, con punteggi rocamboleschi e prodezze individuali a iosa. Abbiamo trovato, invece, al “Pino Ferro” (lo storico campo del Varazze, crogiuolo di decine di eccellenti calciatori, ndc) colmo di folla entusiasta, un clima del tutto diverso. Il calcio moderno fatto di tattica, raziocinio, di assoluto controllo dell’avversario diretto ha fatto presa, evidentemente anche nel mondo del calcio minore e si è assistito così ad un match Varazze- Arsenal Spezia degno di essere commentato dal miglior Annibale Frossi…”.

Di seguito comunque tutti i dati di quei meravigliosi campionati con un pensiero rivolto a quanti li disputarono con grande impegno, passione, tecnica e furore agonistico. Un livello molto alto, degno di essere ricordato al meglio.

STAGIONE 1959-60

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Spareggio per salire in Serie D. Andata: Finale-Pontedecimo 1-0; ritorno: Pontedecimo- Finale 1-2.

Formazione del Finale promosso in Serie D: Marchisio, Luciano, Negro, Cresci, Vacca, Arati, Gandolfo, Etrusco, Bergallo, Tognato, Neri (Anselmo, Grossi, Righetto).

STAGIONE 1960-61

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Spareggio per salire in Serie D:

Lavagnese – Albenga 0 – 1

Albenga – Lavagnese 2-0

STAGIONE 1961-62

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Quattro spareggi per decidere quale squadra sarebbe salita in Serie D.

  • Ad Alassio (10 giugno 1962): Alassio-Lavagnese 1-1
  • A Lavagna (17 giugno 1962): Lavagnese-Alassio 0-0
  • Ad Albisola (21 giugno 1962): Alassio-Lavagnese 2-2 d.t.s.
  • A Genova-Pegli (24 giugno 1962): Alassio-Lavagnese 0-2

Formazioni

LAVAGNESE: Sommariva, Pattaro, Ginocchio, Tassi, Siccardi, Bacherotti, Ghizolfi, Campora, Armento, Grino, Bohuny

ALASSIO: Zenari, Sala, Ferrari,  Cresci, Lunetta, Schivo, Grillo, Giovannelli, Minuto, Bith, Ciferri

Formazione dell’Albenga promossa in Serie D: Franchi, Galindo, Malco, Turco, Neuhoff, Rumazza, Carlotto, Paltrinieri, Testa, Celiberti, Ciotti  (Varicelli II, Ventura).

STAGIONE 1962- 63

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Girone Finale

  • 1.giornata (2-6-63): Cairese-Arsenale 3-1; Sammargheritese-Vado 4-1
  • 2.giornata (9-6-63): Vado-Cairese 1-1; Arsenale- Sammargheritese 2-0
  • 3.giornata: Vado-Arsenale  1 – 2; Sammargheritese- Cairese 0-0
  • 4.giornata: Cairese-Sammargheritese  0 – 0;  Arsenale-Vado 3 – 2
  • 5.giornata 23-6-63: Sammargheritese-Arsenale; 3-0 Cairese-Vado 1-0
  • 6.giornata 30-6-63: Vado-Sammargheritese 0-2; Arsenale-Cairese 2-3

 

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Formazioni squadre partecipanti al girone fInale Sammargheritese: Scotto, Arduino, Murialdo, Bambini, Canepa, Nieddu, Achilli, Morgavi, Beretta, Ardinghi, Orlandini.

Cairese: Genta, Altobelli, Montaldo, Veglio, Pierucci, Papes, Pastorino, Martini, Giordano, Cigolini, Bonello.

ArsenalSpezia: Faraguti, Scamardella, Carasole, Pardi, Serra, Benedetti, Grieco, Rossi, Castagnini, Tedeschi, Cantono.

Vado: Camici, Boi, Peluffo, Micca, Rocca, Giorgetti, Griffo, Gaglione, Santiglia, Renesto, Chittolina.ora.jpg

Girone Finale

  • 1.giornata (7-6-64): Cairese-Pontedecimo 0-1 Sestrese-Albenga 3-2
  • 2.giornata (14-6-64): Pontedecimo-Sestrese 0-0 Albenga-Cairese 1-0
  • 3.giornata (21-6-64): Cairese-Sestrese 0-3 Albenga-Pontedecimo 1-0
  • 4.giornata (28-6-64): Sestrese-Cairese 2-1 Pontedecimo-Albenga 0-0
  • 5.giornata (5-7-64): Cairese-Albenga 0-1 Sestrese-Pontedecimo 2-0
  • 6.giornata (12-7-64): Albenga-Sestrese 3-0 Pontedecimo-Cairese 1-0

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Formazioni girone finale

Albenga: Franchi, Galindo, Ramella, Casazza, Neuhoff, Calarco, Ciotti, Paltrinieri, Testa, Celiberti, Balocchi.

Sestrese: Giberti, Micheloni, Giorgini, Pastorino, Bigliotti, Gianetto, Zago, Coscia, Ghelfi, Bodi, Ungaro.

Pontedecimo: Carabba, Sole, Parodi, Mondo, Bulfoni, Ottonello, Bartolaccini, Gabrielli, Razzuoli, Cazzola, Marauda.

Cairese: Angelini, Altobelli, Montaldo, Bonello, Pierucci, Papes, Minuto I, Veglio, Monaci, Reschia, Pasio.

STAGIONE 1964-65

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Girone Finale – Spareggi promozione

1.giornata (6/6/65): Gruppo C-Sestrese 1-0; Sammargheritese-ArsenalSpezia 0-0.

2.giornata (10/6/65): Sestrese-Sammargheritese  ArsenalSpezia-Gruppo C

3.giornata (13/6/65): Gruppo C-Sammargheritese 3-0; ArsenalSpezia-Sestrese 3-0.

4.giornata (17/6/65) Sestrese-ArsenalSpezia 1-0; Sammargheritese-Gruppo C 1-1.

5.giornata (20/6/65): Sestrese-Gruppo C 3-0; ArsenalSpezia-Sammargheritese 3-2.

6.giornata (27/6/65): Sammargheritese-Sestrese 0-0; Gruppo C-ArsenalSpezia 2-1.

  • Classifica finale: Gruppo C punti 8, Sestrese 7, Arsenale 6, Sammargheritese 5

Formazioni

Gruppo C: Sardelli, Spinetta, Bussolino, Valpreda, De Cilia, Parodi, Molinello, Novella, Vergari, Magnanego, Patrocchi.

Sestrese: Sommariva, Rusca, Rollando, Moggia, Bigliotti, Carlini, Zingariello, Coscia, Ungaro, Bodi, Gianetto.

STAGIONE 1965-66

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Girone Finale

  • 1.giornata (29-5-66): Sestri Levante-Sestrese 3-0; Campese-Sammargheritese 3-2.
  • 2.giornata (2-6-66): Sestrese-Campese 4-0; Sammargheritese-Sestri Levante 0-0.
  • 3.giornata (5-6-66): Campese-Sestri Levante 0-2; Sammargheritese-Sestrese 2-0.
  • 4.giornata (9-6-66): Sestrese-Sammargheritese 3-0; Sestri Levante-Campese 0-0.
  • 5.giornata (12-6-66): Sestri Levante-Sammargheritese 1-0; Campese-Sestrese 0-0
  • 6.giornata: Sammargheritese-Campese 1-1; Sestrese-Sestri Levante 0-1.

Sestri Levante promosso in Serie D

Formazioni

Sestri Levante: Scotto, Torricelli, Bo I, Frediani, Brusco, Perfetti, Fossa, Bo II, Bacherotti, Marauda, Bertoni. 

Sestrese : Sommariva, Rusca, Budicin, Rollando, Moggia, Gianetto, Orlandini, Berta, Gallione, Bodi, Zingariello.

Campese: Sartori, Leoncini II, Tagliavecche, Pastorino, Negretto, Puppo, Rizzo, Leoncini I, Grillo, Olivieri, Piombo

 STAGIONE 1966-67

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Non si disputano spareggi: Sestrese e Ligorna Vivaldi promosse direttamente in Serie D.

Formazioni delle squadre promosse.

Sestrese: Profumo, Vigo, Verri, Moggia, Sole, Gianetto, Zingariello, Rossetti, Giovannazzi, Bodi, Dubourgel,

Ligorna: Benfante , Rainone, Sollani, Baghini, Pesciallo, Bonanni, Ceretti, Orlandini, Magnani, Barettini, Sabatini.

STAGIONE 1967 – 68

GIRONE A

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GIRONE B

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Spareggio per la promozione in Serie D.

  • 2 giugno 1968: Varazze-ArsenalSpezia 0-0
  • 9 giugno 1968 ArsenalSpezia-Varazze 3-1
  • ArsenalSpezia promosso in Serie D 1968-1969.

Formazioni

ArsenalSpezia: Elbay, Delle Foglie, Minucelli, Falaschetti, Zennaro, Santoro, Angeli, Piscina, Fasana, Castellazzi, Bagnoli.

Varazze: Lupi, Altobelli, Gasperini, Carattino, Morchio, Barbarossa, Gallione, Calamano, Roserba, Galbiati, Polignano.

 

 

1969: Ecco tutti i protagonisti del torneo più ricco nella storia del calcio “by night”

di LUCIANO ANGELINI  e FRANCO ASTENGO

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C’è un capitolo indelebile e rimasto unico e irripetibile nella storia del calcio di notte savonese. E’ quello del “calcio by night”, un fenomeno capace di andare ben oltre l’interesse sportivo e agonistico, riuscendo a coinvolgere oltre a giocatori, dirigenti e tecnici anche tifosi-frequentatori di bar, società di mutuo soccorso, circoli aziendali, pubbliche assistenze. Il calcio come aggregazione e al tempo come esaltazione delle rivalità tra quartieri e centri di ritrovo. Per chi ha vissuto quella stagione è forte e intenso l’assalto della nostalgia e il ricordo di molti amici perduti lungo il percorso della vita.

La celebrazione di quella straordinaria stagione che lanciò ed esaltò il calcio di notte nel nostra provincia, non sarebbe completo se non riportassimo i dati relativi al torneo svoltosi, sul campo del Sacro Cuore, nella piena estate del 1969: squadre di 6 giocatori (lo ravvederete scorrendo le formazioni, per alcune infatti abbiamo reperito soltanto i titolari), aperto ai tesserati fino all’Eccellenza (ci sono tutti i nostri grandi nomi) con partecipazione davvero di dimensione “provinciale”. E’ sufficiente scorrere le formazioni per trovare il fior fiore del calcio savonese, e non solo. Una passerella di giovani in crescita e di vecchi marpioni del calcio dilettanti. Serate cariche di passione e di tifo, di entusiasmo e di confronti. Tra il pubblico allenatori e osservatori dei club più importanti della provincia. Già fiorivano i contatti e le trattative.

Era il “Trofeo Sanson”, ma che, vista la ricchezza dei premi, la fervida fantasia di quel formidabile organizzatore di Nanni De Marco soprannominò “del Kg. d’oro” e con quella definizione è rimasto nella memoria dei protagonisti di allora.

Nanni De Marco realizzò, in quell’occasione, il suo capolavoro di grande organizzatore che già lo aveva visto protagonista tra il 1961 e il 1967 con il Torneo dei Bar alla Valletta, nel 1964 con il clamoroso successo (anche mediatico, per via di una forte polemica politica) del Trofeo Martiri della Resistenza.

Il Trofeo Sanson dell’estate 1969 rappresentò una pietra miliare anche per un’altra ragione: fu il primo ad essere riconosciuto dalla Figc (in precedenza la “copertura” era fornita dall’Uisp della quale De Marco era stato tra i fondatori assieme ad un altro indimenticabile come il “maestro” Sergio Sguerso).

L’ufficializzazione federale fu dovuta all’iniziativa del dott. Luciano Berio, direttore provinciale delle Poste, dirigente dell’Altarese (nelle cui fila giocava il figlio Ermanno, difensore “di peso”) e membro della Commissione Tecnica della Federazione, a livello regionale: Commissione che era presieduta, in quel momento, dal dott. Italo Ferrando, medico della Nazionale. Berio, un vero gentleman, era già stato protagonista qualche mese prima del riconoscimento ufficiale delle Rappresentative (altra eccezionale creatura di De Marco) che già da qualche anno erano organizzate dal settimanale “Riviera Notte Sport” lanciato da un altro grande, indimenticabile, protagonista della cultura, dell’industria, dello sport savonese come Marco Sabatelli mai troppo ricordato titolare della Casa Editrice Liguria e della Tipografia Priamar in piazza del Vescovado.

Successo finale della solidissima Zinolese, successo più volte ricordato negli anni (ne sono trascorsi 47), ma per fare comprendere appieno la caratura (come altrimenti definire, visto il kg d’oro) del torneo è doveroso riportare l’elenco delle squadre (ben 23) e dei giocatori, così come li abbiamo desunti dalle pagine locali del “Secolo XIX” che, all’epoca in fase di grande rilancio sotto la guida di Piero Ottone, aveva seguito con grande interesse tutto il “magico” torneo, confortato dalla presenza di un pubblico davvero entusiasta e numerosissimo.

Ecco qui.

Zinolese: Angelini, Ferretti, Negro, Gandolfo, Monti, Ratti, Andorno.

Bar Torretta via Famagosta: Ghiso, Manconi, Sogno, Gaggero, Procopio II, Biggini.

Judax A: Monaci II, Minuto, Zuccheri, Incorvaia, Marchetti, Briano.

Cucciolo Vado: Sozzi, Gianni Rosso, Romano, Albani, Pittaluga, Micca, Glauda.

Bar Milano Finalpia: Tissoni, Capra, Bruzzone, Vignaroli, De Sciora, Moltrasio, Mandraccio II.

Capitaneria di Porto:  Cannata, Cravasio, Palmieri II, Mattabelli, Giribone, Palmieri I.

Autobar via Guidobono: Francese III, Berio, Biavasco, Pisà, Foglia, Rossi, Sarti, Astengo II.

Bar Roma Noli: Grosso, Saporito II, Mombrini, Pollero, Sotgia, Rusticoni, Bisio.

Cadibona: Genta, Bazzano, Brandini, Malatesta, Paggini, Spinelli, Ghigliazza, Briano.

Bar Milano Varazze: Cosimi, Prato, Barbarossa, Musso, Cazzolla, Massa.

Croce Bianca: Pescio, Procopio I, Barioglio, Calcagno, Di Maggio, Gagna, Bocca.

Leginese: Carella, Rocca, Galindo, Triolo, Crifò, Prefumo.

Bar Moretto Lavagnola: Bertonasco, Ciglieri, Porta, Ronchetti, Musmeci, Crosa.

Portuali: Baldelli, Boschis, Frumento, Cannone, Galleano, Danello.

Bar Treviso Corso Colombo: Porta, Barbino, Piscopo II, Imberti I, Caviglia, Rodino, Alpa.

Aurora Valleggia: Grossi, Garolla, Martinucci, Ottonello, Mozzone, Pietrantoni, Soletto, Landucci.

Bar Negro Vado: Baldizzone, Botto, Civitani, Tomberli, Chittolina, Lagasio, Franco Rosso.

Bar Vittoria Finale: Gianazzi, Lanfredi, Aspesi, Mandraccio I, Rescigno, Bianco.

Bar Bronti via XX Settembre: Ferro, Renesto, Conrado, Pesce, Giusto, Bonifacio, Chiesa.

Casa del Dolce Perata, Minola, Gramegna, Albezzano, Rapetti, Ghigliazza.

Judax B: Tieghi, De Benedetti, Ceva, Beruto, Illarcio, Bosano..

Gelati Sanson: Vizzini, Storti, Rossi, Tronchin, Siccardi, Francese III.

Bar Freccero Via Paleocapa: Ottonello, Scarcia, Avellino, Mellano, Lagustena, Sardo, Oberto, Astengo I.

Una sguardo a volo d’uccello sui protagonisti di quella fortunata stagione. In campo sul terreno del Sacro Cuore, di fronte ad un pubblico molto spesso vicino alle 2.000 unità (e oltre, per le finali), grandi protagonisti del calcio ligure: il portiere Angelini (Savona, Cuneo, Cairese); il roccioso difensore Negro (Vado, Finale, Loanesi); il portiere Ghiso, futuro titolare nel Savona Fbc; i vadesi Pittaluga e Micca; il difensore finalese Capra anche lui futuro titolare nelle fila biancoblu in Serie C; il classico difensore Foglia (Varazze, Sanremese, Pietra, Arenzano, Savona) con il suo sodale portiere Peo Astengo (Savona, Freccero, Spotornese, Varazze) e il prezioso jolly velociano Sergio Sarti; stellari le presenze nel Bar Milano di Varazze con Cecco Barbarosssa (Entella, Sanremese, Taranto, Varazze, Cairese) e il piccolo trascinante polceverasco Cazzolla (Albenga, Derthona tra le altre); il “libero” della Villetta (a quell’epoca in Promozione, sotto la sagace guida di Emilio Pacini) “Picchi” Procopio”; e ancora, Andrè Galindo, protagonista in Corso Ricci della promozione del Savona in Serie C, poi all’Albenga; il portiere “paracadutista” Bertonasco (colonna della Cairese); Nanni Ciglieri, riserva di Bernasconi alla Sampdoria e poi al centro della mediana del Savona per lunghe stagioni in Serie C; il portiere Fulvio Porta uscito dal vivaio della Priamar per una brillante carriera con Pietra e Cairese; Franco Chittolina in serie B con il Catanzaro; Ivano Lagasio che avrebbe meritato un’altra carriera (il Vado chiese un sacco di soldi al Savona che lo aveva richiesto nella stagione di Serie B 1966-67); l’arcigno difensore Rescigno, protagonista con il Finale in Serie D; il classico centrocampista Franco Chiesa della Veloce con un’altro velociano tutto sinistro come il fornaacino Giuliano Bonifacio; Gramegna, arcigno attaccante del Varazze e del Vado; nella Gelati Sanson i migliori protagonisti della Seconda categoria come il fornacino Storti e gli albisolesi Tronchin e Siccardi che in quella stagione avevano vinto il campionato con la maglia arancione della Santa Cecilia; il “trio delle meraviglie” Mellano, Sardo, Lagustena, protagonisti per tanti anni nel vivaio del Savona Fbc senza mai trovare, per sfortuna e scarsa visione di prospettiva della società, la possibilità (ampiamente meritata) di esordire in prima squadra. Soltanto qualche citazione, tra le tante che si potrebbero enunciare. Sono i protagonisti del “Sanson”, la “madre di tutti i tornei”.

Il Savona e la vera serie C (con un poco di serie B). Le stagioni più belle

di FRANCO ASTENGO

La storia del Savona Fbc è lunga oltre cento anni e ricca di spunti su cui soffermarsi e approfondire, ricordare e trasmettere. Stagioni positive, stagioni così così, stagioni negative. Ma ci sono anche stagioni straordinarie, affascinanti, tra le più felici si sempre. Sono quelle dei primi anni di utilizzo dello stadio Valerio Bacigalupo di Legino, quelle che servirono di preparazione alla magnifica, e sfortunata, ascesa in serie B.

Ci siamo però permessi una “licenza poetica” includendo in questo quadro statistico anche la stagione di Serie B ’66-67: insomma, senza togliere nulla ad altri periodi pur brillanti, gli anni migliori della nostra storia.

Abbiamo così messo sotto la lente l’andamento di 8 stagioni: dal 1959-60 al 1965-66 in Serie C e – appunto – l’annata 1966-67 in Serie B.

Nel corso di quegli otto campionati il Savona affrontò altre 49 compagini, per un totale di 276 partite, di cui 111 vinte, 85 pareggiate e 80 perse, con 333 reti all’attivo e 253 al passivo.

Ecco il bilancio complessivo, avversario per avversario.

Treviso: 14 partite, 6 vittorie, 4 pareggi, 4 sconfitte, 12 reti fatte e 8 subite.

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29 Settembre 1963, 2a giornata Savona-Treviso 1-0. La formazione del vittorioso esordio casalingo: da sinistra, in piedi, Furiassi (all.), Colombo, Piquè, Ballardini, Costantini, Persenda, Tonoli, Conti (dir.); in ginocchio: Perseu (magazz.), Maltinti, Berto, Cella, Pietrantoni, Giordano, Molina (mass.)

Pro Patria: 2 partite, nessuna vittoria, un pareggio, una sconfitta, 2 reti fatte e 4 subite.

Sanremese: 8 partite, una vittoria 4 pareggi, 3 sconfitte, 7 reti fatte e 7 subite.

Pro Vercelli: 6 partite, 2 vittorie, 4 pareggi, nessuna sconfitta, 6 reti fatte e 3 subite.

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26 Febbraio 1961 21a giornata Savona-Pro Vercelli 0-0. Il Savona, da sin.: Ferrero, Nadali, Parodi, Cucchi, Ciglieri, Mariani, Caffaratti, Pellizzari (all.); accosciati, Perseu (mag.), Molina (mass.), Negri, Persenda M., Brancaleoni, Bianco, Doni

 Bolzano: 6 partite, una vittoria, 4 pareggi, una sconfitta, 2 reti fatte e 6 subite.

Varese: 10 partite, una vittoria, 4 pareggi, 5 sconfitte, 7 reti fatte e 11 subite.

Fanfulla: 12 partite, 6 vittorie, 4 pareggi, 2 sconfitte, 11 reti fatte e 7 subite.

Piacenza: 8 partite, 3 vittorie, 3 pareggi, 2 sconfitte, 15 reti fatte e 9 subite.

Spezia: 4 partite, nessuna vittoria, 3 pareggi, Una sconfitta 4 reti fatte e 7 subite.

Mestrina: 14 partite, 10 vittorie, 3 pareggi, 1 sconfitta, 22 reti fatte e 11 subite.

Legnano: 14 partite, 3 vittorie, 3 pareggi, 8 sconfitte, 9 reti fatte e 13 subite.

Crda Monfalcone: 10 partite, 4 vittorie, 4 pareggi, 2 sconfitte, 11 reti fatte e 6 subite.

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16 Gennaio 1966, 17a giornata Savona-Monfalcone 1-0. La formazione vincitrice: da sinistra, Manlio Bacigalupo (all.), Fausto Gadolla (pres.), Ratti, Alfio Chiarenza (segr.), Bruno, Natta, Gittone, Pittofrati, Rosin, Viola (segr.), dott. Bogliolo; accosciati: Calzolari, Fazzi, Pozzi, Pietrantoni, Verdi

Casale: 8 partite, 4 vittorie, 3 pareggi, una sconfitta, 17 reti fatte e 10 subite.

Biellese: 14 partite, 6 vittorie, 5 pareggi, 3 sconfitte, 21 reti fatte e 14 subite.

Cremonese: 14 partite, 8 vittorie, q pareggio, 5 sconfitte, 23 reti fatte, 14 subite.

Pordenone: 10 partite, 4 vittorie, 3 pareggi, 3 sconfitte 12 reti fatte e 9 subite.

Vigevano: 2 partite, 2 vittorie, nessun pareggio, nessuna sconfitta, 4 reti fatte e 2 subite.

Saronno: 8 partite, 6 vittorie, 1 pareggio, 1 sconfitta, 10 reti fatte e 2 subite.

Entella: 6 partite, 2 vittorie, 3 pareggi, una sconfitta, 9 reti fatte e 5 subite.

Modena: 4 partite, 1 vittoria, 1 pareggio, 2 sconfitte, 9 reti fatte e 9 subite.

Ivrea: 10 partite, 5 vittorie, 3 pareggi, 2 sconfitte 17 reti fatte e 9 subite.

Marzotto: 10 partite, 3 vittorie, 6 pareggi, 1 sconfitta, 10 reti fatte e 4 subite.

Vittorio Veneto: 8 partite, 4 vittorie, 3 pareggi, 1 sconfitta 9 reti fatte e 4 subite.

Triestina: 4 partite, nessuna vittoria, 4 pareggi, nessuna sconfitta 1 rete fatta e 1 subita.

Rizzoli Milano: 4 partite, 2 vittorie, 2 pareggi, nessuna sconfitta, 9 reti fatte e 4 subite.

Novara: 8 partite, 4 vittorie, nessun pareggio, 4 sconfitte, 14 reti fatte e 9 subite.

Solbiatese: 6 partite, 4 vittorie, nessun pareggio, 2 sconfitte, 13 reti fatte e 7 subite

Como:  6 partite, 2 vittorie, nessun pareggio, 4 sconfitte, 8 reti fatte e 12 subite.

Reggiana: 4 partite, 1 vittoria, 2 pareggi, 1 sconfitta, 5 reti fatte e 3 subite.

Carpi: 2 partite, 1 vittoria, 1 pareggio, nessuna sconfitta, 4 reti fatte e zero subite.

Udinese: 4 partite, 3 vittorie, 1 pareggio, zero sconfitte, 6 reti fatte e 3 subite

Rapallo: 2 partite, zero vittorie, 2 pareggi, zero sconfitte, una rete all’attivo e una rete al passivo.

Parma: 2 partite, 1 vittoria, 1 pareggio, zerro sconfitte, 4 reti fatte e 1 al passivo.

Trevigliese: 2 partite, 1 vittoria, nessun pareggio, 1 sconfitta. 2 reti fatte e 3 al passivo.

Pisa: 2 partite, 1 vittoria, nessun pareggio, 1 sconfitta 4 reti fatte e 2 subite.

Reggina: 2 partite, nessuna vittoria, un pareggio, una sconfitta, 1 rete fatta e 2 subite.

Potenza: 2 partite, 2 vittorie, nessun pareggio e nessuna sconfitta, 2 reti fatte e zero subite.

Catanzaro: 2 partite, 1 vittoria, nessun pareggio, 1 sconfitta, 2 reti fatte e 3 subite.

Messina: 2 partite, nessuna vittoria, 2 pareggi, nessuna sconfitta, nessuna rete segnata e nessuna subita.

Padova: 2 partite, nessuna vittoria, 2 pareggi, nessuna sconfitta, 3 reti fatte e 3 subite.

Palermo: 2 partite, nessuna vittoria, 2 pareggi, nessuna sconfitta, 2 reti fatte e 2 reti subite.

Salernitana: 2 partite, una vittoria, nessun pareggio, una sconfitta, 3 reti fatte, 3 reti subite.

Genoa: 2 partite, 1 vittoria, 1 pareggio, zero sconfitte, 1 rete fatta, zero subite.

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20 novembre 1966, Savona – Genoa 1-0. I due capitani a centrocampo. Valentino Persenda “Roccia” e Franco Rivara “la tigre di Ronco”. Sullo sfondo la gradinata con un’autentica muraglia di tifosi

Alessandria: 2 partite, nessuna vittoria, 1 pareggio, 1 sconfitta, zero reti fatte, 3 subite.

Arezzo: 2 partite 1 vittoria, nessun pareggio, 1 sconfitta, 5 reti fatte, 5 subite.

Livorno: 2 partite, nessuna vittoria, nessun pareggio, 2 sconfitte, zero reti fatte e 2 subite.

Verona: 2 partite, nessuna vittoria, nessun pareggio, 2 sconfitte, 1 rete fatta, 6 subite.

Sampdoria: 2 partite, 1 vittoria, nessun pareggio, 1 sconfitta 2 reti fatte, 2 subite.

Catania: 2 partite, 1 vittoria, nessun pareggio, 1 sconfitta, 2 reti fatte, 2 subite.

Nel corso di questi 8 campionati il Savona ha schierato 82 giocatori, così suddivisi per ruolo (tra parentesi le presenze totali).

PORTIERI. Bruno Ferrero (60), Franci (28), Zenari (8), Semenzin (60), Tonoli (62), Janicelli (3), Rosin (18) Pascali (3) Luigi Ferrero (35), Sommariva (1).

DIFENSORI. Valentino Persenda (215), Ciglieri (88), Ballauco (25), Caffaratti (48), Tullio Pierucci (4), Luciano Teneggi (44), Volpi (10), Verdi (67), Ballardini (84), Zoppelletto (28), Fochesato (5), Costantini (62), Ratti (74), Pozzi (90), Fabio Calzolari (16), Tosello (6), Bruno (26).

CENTROCAMPISTI. Contin (29), Bertolaccini (25), Nadali (121), Turotti (19), Merighetto (18), Mariani (164), Beverina (6), Maltinti (2), Pittofrati (26), Negri (62), Pierino Cucchi (87), Bianco (46), Delfino (8), Prina (9), Ghiara (1), Fascetti (37), Spanio (22), Natta (103), Piquè (29), Marinai (25), Walter Colombo (24), Pietrantoni (80), Salomone (17) Vannini (4), Furino (32).

ATTACCANTI. Farinelli (26), Nino Parodi (75), Corrado Teneggi (22), Brocchi (15), Serena (10), Marchiandi (2), Mino Persenda (36), Brancaleoni (37), Giordano (86), Calegari (22), Fazzi (89), Gasperini (3), Berto (78), Albino Cella (54), Dal Balcon (27), Scarpa (3), Duvina (18), Vittorio Panucci (13), Taccola (32), Corucci (22), Giorgio Calzolari (13), Bertani (4), Dubourgel (1), Prati (29), Gilardoni (24), Benigni (22), Recagni (7), Rollando (7), Dalle Crode (2).

Sulla base del numero di presenze suddivise per ruolo, l’ipotetica “formazione base” del Savona Fbc nella prima metà degli anni ’60 risulterebbe la seguente: Tonoli (Bruno Ferrero), Valentino Persenda, Ratti, Mariani, Pozzi, Nadali, Berto, Natta, Fazzi, Pierino Cucchi (Pietrantoni), Giordano.

Le 333 reti segnate dal Savona nel corso di queste 8 stagioni, sono state marcate da 52 giocatori. Pubblichiamo di seguito la graduatoria dei primi 10 e, poi, in ordine sparso i nominativi degli altri cannonieri (tra parentesi il numero di reti segnate).

Ecco la “top ten” dei bomber biancoblu anni ’60: Fazzi (28), Albino Cella (22), Nino Parodi (21), Negri (19), Giordano e Gittone (16), Prati e Gilardoni (15), Berto (14), Taccola (12).

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Seguono: Corrado Teneggi (8), Farinelli (8), Bertolaccini (6), Brocchi (2), Ballauco (1), Serena (1), Turotti (1), Contin (1), Nadali (5), Bianco 10, Mino Persenda 7, Mariani 10, Pierino Cucchi 8, Brancaleoni 2, Delfino 1, Calegari 7, Gasperini (1), Dal Balcon (10), Natta (5), Valentino Persenda (3), Scarpa (1); Beverina (1), Duvina (4), Marinai (4), Walter Colombo (3), Costantini (1), Salomone (1), Pietrantoni (4), Ratti (10), Pozzi (5), Vittorio Panucci (2), Pittofrati (1), Taccola (12), Corucci (7), Giorgio Calzolari (1), Bertani (1), Verdi (1), Prati (15), Gilardoni (15), Benigni (4), Fascetti (2), Furino (1), Zoppelletto (1), Spanio (1), Recagni (1).

Questo è il quadro statistico complessivo (e del tutto inedito) riguardante il Savona Fbc tra il 1959 ed il 1967, anni per davvero “ruggenti” per il calcio savonese, contrassegnati anche dalla miglior formula adottata per lo svolgimento della Serie C. Formula che è stata ritrovata dal 2014 in una sola serie di Lega Pro, con la variante rispetto al periodo preso in considerazione della suddivisione longitudinale, Est-Ovest dei gironi del Centro-Nord, mentre quello Sud ha ricalcato lo schema delle stagioni presentate in questa sede.

Le squadre degli operai

di FRANCO ASTENGO

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Il Dopolavoro Ferroviario 1964. Da sinistra in piedi: Roncati, Pacini I, Ciatto Bazzano, Mazzucco, Cane, Gigi Scarcia. Accosciati: Pacini II (il grande Emilio), Pippo Baldizzone, Ajassa, Palazzo.

Certamente molti ricorderanno che a cavallo della metà degli anni’50 il DLF di Savona partecipò ai campionati di II divisione. Erano i tempi dei fratelli Pacini, supertecnici all’attacco e a centrocampo (Emilio poi sarà allenatore vincente in tante squadre dalla Villetta, alla Priamar, al favoloso Bar Treviso campione ligure 1973), a Pippo Baldizzone portiere paratutto, all’arcigno difensore Ajassa, al mediano Masia, a Donati e a tanti altri. Chiusa l’attività federale il DLF continuò con i tornei, quelli dei Bar alla Valletta (il cui terreno era proprietà proprio delle FFSS, tanto è vero che adesso vi sorge un grande deposito) a quelli notturni del Sacro Cuore, di Varazze, ecc. Capitava anche che il DLF organizzasse incontri internazionali con i ferrovieri di altri paesi: ricordiamo, nel 1965, un 1-3 subito dai Ferrovieri della Savoja (che disponevano di un portiere formidabile: un baffuto “guardian de but” che giocava in Serie C oltralpe; ma anche i ferrovieri savonesi disponevano di qualche “rinforzo”, in particolare dai postelegrafonici: Gigi Scarcia, indimenticabile, Lauretano, don Lello Paltrinieri, sempre protagonista quando si trattava di gare internazionali. Arbitrò De Marco).

Erano i tempi delle squadre di fabbrica, delle società di mutuo soccorso, di estrazione “politica”: fin dagli anni’30, quando il fascismo aveva dato grande impulso a questa branchia di attività, di modo che l’Ilva, a fianco di una squadra di atletica che disponeva di due nazionali come Beviacqua e Sargiano, arrivò alla Serie C nel calcio come vivaio dell’immaginifico Savona di allora che viaggiava in Serie B (nell’Ilva c’erano Gino Ghersi, Massarotto, Lamberto, Tino Pescio). I dopolavoro rappresentavano allora il fulcro del calcio nella nostra provincia: tanto è vero che l’almanacco del 1939, redatto, da Leone Boccali indica il Dopolavoro dell’Agricola di Albenga, quello delle Vetrerie di Altare, della Piaggio di Finale, della Montecatini di Cairo Montenotte.

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Dal Dopolavoro della Scarpa e Magnano, poi, i biancoblu prelevarono Giorgio Borgo, l’ala – goleador per tutto il decennio ed , ancor oggi, cannoniere – principe nella storia del Savona FBC.

La tradizione continuò nel dopoguerra: Montecatini a Bragno, Monteponi a Vado (arrivata fino alla “Promozione”, con nomi di grande rilievo come Gian Negro e Renato Antibo) e, a Savona, il primo torneo dell’UISP vinto dall’esordiente Villetta ( con Sergio Sguerso capitano), con due squadre del circolo Portuali, la Scarpa e Magnano, la Servettaz Basevi ed altre. La squadra della Servettaz Basevi, poi, si impose, qualche anno dopo, nel primo torneo interaziendale a 11 alla Valletta, mettendo in mostra lo scattante terzino Farfazi, il mediano Longhi, l’ala Pastorino, superando proprio il DLF ed i Postelegrafonici (nella Banca Popolare di Novara si schierò addirittura Roberto Longoni, capitano del Savona FBC).

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Intanto crescevano anche le squadre legate alle novità politiche del momento: la Stella Rossa (un nome che era tutto un programma, nelle cui fila crebbero i fratelli Persenda), la Libertà e Lavoro di Lavagnola (che il regime aveva umiliato mutandone denominazione in Patria e Lavoro) contraltare “rosso” alla squadra “gialla” della parrocchia rappresentata dalla Lavagnolese (in cui pure si distinsero i fratelli Minuto), poi la Libertà e Lavoro si fuse con lo Speranza altra società colpita a morte durante il ventennio per il colore politico dei suoi dirigenti e l’estrazione sociale dei suoi giocatori (Speranza che negli anni’20 aveva militato nella massima divisione). E ancora:la squadra del Fronte della Gioventù (emanazione della Federazione Giovanile Comunista che organizzava anch’essa un proprio campionato tra i circoli, con grandi battaglie tra il Sola Elia di Villapiana, lo Stefano Peluffo di Oltreletimbro, il circolo di Albisola e quello di Vado); mentre si organizzò anche, nonostante il divieto del commissario di Vado, un trofeo “Martiri della Resistenza” poi spostato a Quiliano (eravamo ormai negli anni’60).

Insomma, in quel periodo, il nostro calcio minore oltre alle classiche società “neutre” (in realtà anche la Veloce, ad esempio, aveva la sua storia dal punto di vista politico) viveva su tre pilastri: le squadre dei Dopolavoro rappresentanti di grandi aggregazioni industriali; quelle delle Società di Mutuo Soccorso (laiche e cattoliche), le squadre espressione delle nuove aggregazioni politiche, con i tornei (in particolare quello dei Bar della Valletta, spesso dominato dai Portuali o dalla squadra della Cooperativa Sabazia) addirittura prevalenti sui campionati federali.

Poi, con gli anni’60, mutarono i luoghi di aggregazione con l’affermarsi dell’egemonia delle squadre dei bar, alcuni delle quali, Freccero, Treviso, Belluno, tentarono con grande successo la strada dei campionati della FIGC.

Cambiavano i luoghi di aggregazione e cambiavano i tempi: si apriva una nuova stagione

Il calcio albisolese anni ’60, nella tradizione dei grandi vivai

di FRANCO ASTENGO

L’occasione di questa nostra piccola ribalta è dedicata, in questa occasione, al calcio albisolese. Le stagioni di riferimento sono quelle tra la fine degli anni ’50-60, periodo che indichiamo come di maggior fioritura del nostro movimento calcistico provinciale. In quegli anni agirono, nelle due cittadine che compongono le Albisole (Albisola Superiore con una sola S, Albissola Marina con doppia S) l’Albisola, società detta dei “ceramisti” dai colori biancocelesti, e la Santa Cecilia espressione di una società operaia cattolica dalla maglia di un vivace colore arancione.

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Questa la formazione della Santa Cecilia ’58-59: Angelini, Di Stefano, Valdettaro, Fazio, Salvaterra, Gaggero I; Briano, Mapelli, Gaggero II, Peirano, Bartolini. Il portiere Angelini, il terzino Valdettaro e Peirano, raffinata mezzala, fortemente voluti dal presidente ragionier Baglietto, direttore di banca, papà di Roberto futuro giornalista de La Stampa, provenivano dal vivaio della Gloria. Un undici in cui militava già Nini Gaggero, che poi per tanti anni sarà l’anima, il cuore, la bandiera della società “orange”.  Una squadra che, in questa occasione, lottò fino alla fine nel campionato di Prima Divisione classificandosi al secondo posto alle spalle della Croce Bianca d’Albenga.

Il nostro racconto però principia dalla stagione precedente 1957-58

L’Albisola prima squadra disputa un campionato mediocre piazzandosi al sedicesimo posto del torneo di Promozione allineando questa formazione: Mura, Romolo Varicelli, Gambetta, Reggiori, Rosati, Bertolotto, Ilgrande, Morganti, Caruso, Briano, Allocco (Rabino, Ciccio Varicelli alle sue ultime stagioni in campionato dopo una lunga carriera tra Serie B e Serie C, poi proseguirà per tanti anni con i tornesi estivi. Un giocatore molto amato dagli sportivi savonesi per le sue doti atletiche di vero funambolo che ricordiamo con affetto e commozione).

La grande soddisfazione (e sorpresa) però per il calcio albisolese arriva dalla squadra juniores che si impone inaspettatamente nella classica “Coppa Bacigalupo” superando nella finale giocata sul campo di Corso Ricci la squadra juniores del Savona con il punteggio di 2-1.

Queste le formazioni  delle finaliste:

Albisola: Manni (un grande portiere anche a pallanuoto), Gemelli, Tibaldi, Barioglio, Giacobbe, Scarrone, Vicini, Guglielmelli, Ferro, Boggi, Campaner; all. Canepa, uomo scontroso e burbero ma di eccezionale competenza.

Savona: Pescio, Carletto Caviglione, Briano, Pieri, Cattaneo, Zappa, Ongaro, Mapelli, Frione, Bracco, Buftalmo; all. Dante “Cicerin”.

Stagione 1958 – 59

Già scritto sulla magnifica Santa Cecilia da segnalare il progresso di rendimento dell’Albisola nel campionato di Promozione, nel quale si impone l’Imperia.

Ottavo posto con 26 punti per i ceramisti, 9 vittorie 8 pareggi, 13 sconfitte, 42 goal fatti e 65 subiti con questa formazione: Rabino, Gambetta, Ciccio Varicelli, Armella (anche per lui un commosso ricordo), Bertolotto, Derchi, Poddine, Repetto, Dodi (già gran cannoniere nel Savona di Serie B e C anni ’40), Dagnino, Cerruti (Falco, Macrì, Ferro, Poggi); all. Gagliardi.

La squadra juniores non ripetè l’exploit di dodici mesi prima ma è il caso di riportarne comunque la formazione: Manni, Capecchi, Rizzo, Cerisola, Scarrone, Carlevarino, Mantero, Rodino, Ferro, Campaner, Alluigi.

Stagione 1959 – 60

L’Albisola si piazza al sesto posto in promozione, in un campionato vinto dal Finale. Per i biancocelesti 34 punti , 15 vittorie 4 pareggi, 11 sconfitte. 48 goal fatti e 43 subiti.

Formazione: Rabino, Gambetta, Giorgetti, Armella, Bertolotto, Rapetto, Zingariello (un grandissimo del calcio ligure, ala sinistra ficcante e pericolosa, sempre presente in Rappresentativa e vincitore di diversi campionati con la Sestrese), Derchi, Ferro, Dagnino, Rebagliati (Franco Oscar, Barioglio, Dioguardi, Gandolfo).

La Santa Cecilia, tornato il portiere Angelini al Savona, non si ripete ai vertici della Prima divisione, piazzandosi all’ottavo posto del girone vinto dall’Auxilium di Alassio. Da questa stagione per diversi campionati gli “orange” si limiteranno a partecipare ai campionati del CSI.

Stagione 1960 – 61

Albisola, undicesimo posto in Promozione, campionato vinto dall’Albenga: 21 punti, 7 vittorie, 7 pareggi, 16 sconfitte,  43 goal fatti 58 subiti.

Formazione: Franco Oscar, Grosso, Bonelli, Papanti, Giorgetti, Derchi, Zingariello, Gandolfo, Ferro, Renesto, Meraviglia I (Barioglio, Armella, Alluigi, Di Maggio).

Stagione 1961 – 62

Albisola , ottavo posto, campionato vinto dal magnifico Alassio di “Budda” Campanelli: 27 punti, 9 vittorie, 9 pareggi, 12 sconfitte, 54 goal fatti e 49 subiti.

Formazione: Rabino, Barioglio, Furci (un altro fedelissimo purtroppo scomparso prematuramente), Papanti, Damonte, Derchi, Zingariello, Renesto, Ferro, Scotto (il grande Adriano, uno zinolese dalle avventure non propriamente cordiali con gli arbitri nel corso della sua carriera), Toso (CInelli, Bonelli, Marconi, Di Maggio, Repetto).

Stagione 1962 – 63

Albisola, decimo posto in Promozione, 27 punti, 10 vittorie, 7 pareggi, 13 sconfitte,  33 goal fatti, 45 subiti. Vince il campionato la Cairese

Formazione: Curti (un portiere veramente spettacolare, cresciuto nel SIBI Savona), Furci, Brunettini, Cartabianca (un genovese mediano dal passo “classico”), Gravano, Cazzola (un furetto imprendibile), Rossi, Torrielli, Marconi, Oddone, Ghelfi (Derchi, Meraviglia I, Toso).

Schieramento della squadra juniores : Falco, Baglietto, Vercelli, Lusa, Arbarello, Reverdito, Di Maggio II, La Rocca, Fable, Corso, Caserta (Binelli, Rizzolo, Testa); allenatore Canepa.

Stagione 1963 – 64

Albisola, decimo posto in Promozione, 27 punti, 10 vittorie, 7 pareggi, 13 sconfitte (esattamente come nella stagione precedente). Campionato vinto dall’Albenga.

Formazione: Curti, Brunettini, Furci, Cartabianca, Garrone, Derchi, Torielli, Reverdito, Toso, Albesiano (un vadese dal tocco molto fine), Zingariello (Falco, Cola, Barioglio, Rossi, Torrielli).

Stagione 1964 – 65

Albisola, undicesimo posto in promozione, 25 punti, 8 vittorie, 9 pareggi, 13 sconfitte, 35 goal fatti, 33 subiti. Vince il campionato la Sestrese.

Formazione: Manni, Brunettini, Furci, Bonelli, Garrone, Cazzola, Di Maggio (il popolare “Strin”, un altro giocatore “simbolo” nella storia del calcio albisolese), Cartabianca, Gandolfo, Massucco, Corso (Reverdito, Binelli, Rizzolo, Testa).

Stagione 1965 – 66

Annata sfortunata per i “ceramisti” costretti alla retrocessione in Seconda Categoria. Quindicesimo posto, nel campionato vinto ancora dalla Sestrese: 21 punti, 4 vittorie, 13 pareggi, 13 sconfitte, 21 goal fatti, 36 subiti.

Formazione: Berruti, Brunettini, Furci, Rizzolo, Garrone, Bonelli, Caserta (“Ghiggia”), Gandolfo, Alluigi, Reverdito, Corso (Aiello, Puppo, Ardinghi, Di Maggio).

La nota lieta è rappresentata dal ritorno all’attività federale della Santa Cecilia. Gli arancioni con Nini Gaggero allenatore-giocatore disputano il girone B del Campionato di Seconda Categoria che comprende le squadre del Ponente genovese e tre compagini della provincia di Savona. Oltre alla Santa Cecilia ci sono infatti la Libertà e Lavoro Speranza e il Don Bosco di Varazze che nella sorpresa generale vince il campionato.

Santa Cecilia settima con questa formazione: Carella, Della Casa, Aste, Damiani, Venturini (“Medeo” un magnifico lottatore in area), Posillipo, Tortarolo, Gaggero, Guerrini, Di Vita, Canepa (Ligresti, Di Bartolo, Fiore, Siccardi, Zuanni).

Stagione 1966 – 67

Le albisolesi disputano il derby in Seconda categoria. I “ceramisti”, però non riescono a raggiungere l’obiettivo della pronta risalita classificandosi quinti mentre la Santa Cecilia disputa un buon campionato  al nono posto .

Formazioni:

Albisola: Traversa (“gatto magico” mancato giovanissimo), Brunettini, Furci, Foglia, Vicenzi, Tortarolo, Gandolfo, Ardinghi, Alluigi, Di Maggio, Caserta.

Santa Cecilia: Ligresti, Della Casa, Aste, Damiani, Venturini, Posillipo, Mistrangelo (Claudio, futuro allenatore “a vita” nella pallanuoto con la Rari Nantes Savona), Gaggero II, Guerrini, Di Vita, Canepa; all. Ninni Gaggero.

Uno sguardo alla notevole stagione delle compagini giovanili.

L’Albisola schiera questa formazione nel campionato juniores: Francucci, Babboni, Cervetto, Caviglia, Longo, Fersini II, Merengone, Testa, Vignola, Borgese, Bertei.

Grande campionato della squadra allievi dei “ceramisti” che contende fino alla fine il primato a Savona e Veloce schierando questo “11” :  Falzoi (Magnaghi), Basso, Scarlatta, Manca, Collura, Berio, Gamba, Foglia (poi protagonista per molte stagioni tra Varazze, Pietra Ligure, Sanremese, Arenzano, Veloce, tra le altre), Giusto, Biavasco, Grignola,. Si trattava della cosiddetta “Banda Bassotti”.

Negli allievi in campo anche la Santa Cecilia: Carella, Perrotta, Ianicelli II, Rossi, Fiore, Siccardi, Fea, Mistrangelo, Fabretti, Benvenuti, Epifani.

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Stagione 1967 – 68

Le albisolesi ancora a braccetto nel campionato di Seconda Categoria. I biancocelesti si piazzano secondi alle spalle del Don Bosco di Varazze, qualificandosi così per il nuovo campionato di Prima Categoria istituito dalla stagione ’68 – 69, mentre la Promozione si trasforma in girone unico di Eccellenza. La Santa Cecilia si classifica al  dodicesimo posto.

Formazioni:

Albisola: Traversa, Piovano (anche per lui un futuro da bravo allenatore soprattutto con Vado e Loanesi), Furci, Patrone, Gandolfo, Tortarolo, Bottinelli, Paltrinieri (il grande “don Lello” prete di strada e degli umili, già protagonista con il Savona, l’Albenga e la Villetta), Salomone (anche per lui presenze in Serie C con il Savona Fbc), Di Maggio, Caserta.

Santa Cecilia: Ligresti, Della Casa, Grassi, Damiani, Venturini, Mistrangelo, Fiore, Siccardi, Tronchin, Chiarbonello, Guerrini.

Di seguito gli schieramenti delle compagini juniores:

Albisola : Delfino (attualmente consigliere comunale del M5S a Savona), Susco, Stirace, Bortoletto, Berio, Borgese, De Benedetti, Manca, Parodi, Biavasco, Cianci; all. Zuanni.

Santa Cecilia: Servetto, Piana, Invernale, Fiore, Rossi, Franco Cusimano, Maniscalco, Leonardo Cusimano, Minuti (in seguito medico molto apprezzato), Benvenuti, Epifani, all. Gaggero.

Stagione 1968 – 69

Mentre l’Albisola disputa un buon  campionato di Prima Categoria,  piazzandosi al nono posto (vince il torneo la Ventimigliese),  la Santa Cecilia vive la sua stagione più lunga imponendosi con spareggio (a Pietra Ligure superata l’Andora per 2-1) nel campionato di Seconda Categoria e raggiungendo così il vertice della propria gloriosa storia societaria.

Formazioni:

Albisola: Francese III, Furci, Ferretti, Foglia, Tortarolo, De Vita, Biavasco, Di Maggio, Piscopo, Gandolfo, Caserta (Delfino, Piscopo II, Collura, Cattardico); all. Marietto Delfino.

Santa Cecilia: Vizzini, Fiore, Aste, Damiani, Venturini, Rossi, Siccardi, Mistrangelo, Danello, Tronchin, Epifani (Ligresti, Invernale, Conradi, Fabbretti, Cutrupi); all. Gaggero. Siccardi vinse anche la classifica dei cannonieri superando per un rete di scarto i due super-goleador del Freccero Attilio Servetto ed Ettore Rusticoni.

Concludiamo il nostro racconto con la foto del grande gruppo della Santa Cecilia che  festeggia la vittoria in campionato al termine dello spareggio di Pietra Ligure. Un’immagine simbolo di una grande, autentica passione ricolma di valori sportivi ed umani che hanno accomunato un’intera generazione.

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La Santa Cecilia vittoriosa nello spareggio con l’Andora (1968-69): da sinistra, in piedi, il vice presidente Gozzi, Venturini, Fiore, Siccardi, Parodi, Vizzini, l’allenatore Gaggero, il massaggiatore, Conradi, Benvenuti; accosciati Cutrupi, Invernale, Damiani, Ligresti, Danello, Tronchin, Rossi

Il calcio e le tragedie del cielo. Dal grande Torino al Chapecoense

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“Tragedia aerea, a bordo i giocatori della Chapecoense: le vittime sono 71” 

 di LUCIANO ANGELINI e FRANCO ASTENGO                                      

Quando abbiamo appreso la notizia il nostro cuore si è stretto fortemente in una pena indicibile e il nostro pensiero è corso al Maggio 1949, alla tragedia del Grande Torino, alla visione – nitida nella nostra memoria – degli imponenti funerali, una vera e propria celebrazione di popolo, di Valerio Bacigalupo con il corteo che transitava sotto le nostre finestre in Corso Vittorio Veneto, zona Centrale.

Abbiamo così pensato di dedicare alla memoria dei calciatori brasiliani questo ricordo particolare dell’invitto “Toro” caduto a Superga, pubblicando alcuni dati che riteniamo quasi dimenticati dai più. Le nostre lettrici e i nostri lettori scuseranno questa deviazione dal nostro filone usuale, ma ci è parso doveroso compiere questo piccolo “strappo”, tanto più che il calcio ligure ebbe una parte nella storia che andiamo a raccontare.

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Questa un’immagine “classica” del mitico team granata: da sinistra, in piedi, Castigliano, Ballarin, Rigamonti, Loich, Maroso, Mazzola; accosciati, Valerio Bacigalupo, Menti, Ossola, Martelli, Gabetto 

Questa la storia che intendiamo raccontare.

Al momento della caduta dell’aereo di ritorno da Lisbona, il 4 Maggio 1949, mancavano quattro giornate alla fine del campionato. I granata erano in testa alla classifica; nella domenica precedente, avevano pareggiato 0-0 a San Siro con l’Inter e apparivano ormai irraggiungibili : la Federazione allora proclamò immediatamente il Torino campione d’Italia.

Nelle quattro partite seguenti il Torino inviò quella che allora era chiamata “squadra ragazzi” (nelle giovanili si giocava in categoria unica, la distinzione juniores, allievi arrivò in seguito alla riforma dei campionati nel 1952-53): le avversarie di turno opposero i pari età e si disputarono bellissime partite, con il calcio ligure protagonista perché il calendario fece sì che sia i ragazzi del Genoa sia quelli della Sampdoria incontrassero i ragazzi granata.

Ecco di seguito i tabellini delle quattro partite.

Torino 12 Giugno 1949

Torino-Fiorentina 2-0
Torino: Vandone; Motto, Mari; Biglino, Ferrari, Lussu; Audisio, Francone, Marchetto, Gianmarinaro, Giuliano.
Fiorentina: Grandi; Martini, Cervato; Viciani, Canali, Chiavarini; Cappellini, Torrini, Cantini, Biagioli, Battisti.
Arbitro: sig. Parpaiola di Padova.
Reti: p.t. Marchetto 12′; s.t. Giuliano 34′.

Genova 29 Maggio 1949

Sampdoria-Torino 2-3
Sampdoria: Pegan; Murta, Gasperi; Bertolotti, Paravagna, Corti; Lucentini, Pieri, Guasco, Susmel, Parodi.
Torino: Vandone; Motto, Mari; Macchi, Bersia, Lussu; Audisio, Francone, Marchetto, Giammarinaro, Giuliano.
Arbitro: Sig. Carpani di Milano.
Reti: p.t. Audisio 1′, Pieri 7′ e 21′, Marchetto 16′ s.t. Lussu (rig) 11′.

Torino 15 Maggio 1949

Torino-Genoa 4-0
Torino: Vandone; Motto, Mari; Macchi, Ferrari, Lussu; Giuliano, Francone, Marchetto, Giammarinaro, Balbiano.

Genoa: Turrini; Bartoletti, Bazzurro; Bironi, Odone, Olivieri; Corradini, Bellagamba, Bernardi, Brezzi, Masoni.

Arbitro: Bellè di Venezia.

Reti: p.t. Giammarinaro 37′ s.t. Marchetto 13′ e 41′ Lussu (rig) 35′.

Firenze 22 Giugno 1949

Torino-Palermo 3-0
Torino: Vandone; Motto, Mari; Macchi, Ferrari, Lussu; Audisio, Francone, Marchetto, Gianmarinaro, Giuliano.
Palermo: Noto La Deca; Mairana, Scibilia; Lafranca, Madonia, Alessandro; Calafiore, Trapani, Tutone, Perna, Candurra.
Arbitro: Massai di Pisa.
Reti: p.t. Marchetto 8′, Francone 38′, s.t. Giammarinaro 25′.

La nostra rievocazione però non sarebbe completa senza citare il grande omaggio reso al Grande Torino dal River Plate, una delle squadre più gloriose del calcio mondiale.

Il River Plate del presidente don Antonio Liberti, socio del Torino e grande amico del presidente Ferruccio Novo, attraversò infatti l’Oceano (fatto non usuale all’epoca) per scendere in campo al Comunale per incontrare una selezione del campionato italiano che comprendeva anche grandi giocatori stranieri militanti nelle nostre squadre (Nyers dell’Inter, Nordhal del Milan, John Hansen della Juve).

Finì con uno splendido 2-2 e si rivelò all’Europa (in Sud America lo conoscevano già benissimo) Alfredo Di Stefano, “la saeta rubia”, probabilmente con Diego Armando Maradona il più grande giocatore di tutti i tempi.

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Il biglietto per la partita Torino Simbolo-River Plate giocata il 26 Maggio 1949

Ed ecco il tabellino della storica gara.

River Plate: Carizzo, Vaghi, Soria, Yacono, Rossi, Ramos (Cap), De Cicco (Munoz), Coll, Di Stefano, Labruna, Loustau.

Torino Simbolo: Sentimenti IV (Moro); Manente, Furiassi, Annovazzi, Giovannini. Achilli (Angeleri), Nyers I (muccinelli), Boniperti, Nordhal (Lorenzi) J. Hansen, Ferraris II.

Arbitro: Scherz (Svizzera).

Reti: Nyers al 25’, Labruna 26’ p.t.; Annovazzi al 2’, Di Stefano al 36’ s.t..

 

Le nobili decadute della serie D, con tante presenze in serie A e B

di FRANCO ASTENGO

Il Savona Fbc è nuovamente caduto in serie D  in questa stagione calcistica 2016-2017. Come gli era capitato del resto in altre occasioni della sua storia. Serie D: un campionato sicuramente “minore” rispetto al lignaggio antico e prestigioso del sodalizio biancoblu. Non un caso isolato, peraltro. La stessa (mala)sorte però è capitata a tante altre società che, in tempi  diversi, avevano frequentato i piani più nobili nella gerarchia del foot-ball nostrano. Per tutte basti citare Triestina, Varese, Pro Patria, Casale, Lecco. Si può ben parlare di Serie D delle nobili decadute.

Le sempre maggiori esigenze finanziarie, frequentazioni poco raccomandabili ai livelli dirigenziali da parte di personaggi convinti che il calcio sia semplicemente una fonte di speculazione oppure di facile popolarità; il mutamento della situazione economica in tante zone del Paese (ad esempio la crisi industriale che ha messo in difficoltà zone storicamente floride) sono alla base del fenomeno delle cosiddette “nobili decadute”.

Intanto, altre società che avevano vissuto questa odissea scendendo rapidamente di categoria stanno recuperando un loro posto al sole come l’Alessandria che ha lasciato la D poche stagioni or sono (2007-2008),  oppure Parma e Venezia risalite al termine del campionato scorso dopo aver passato notevoli traversie finanziarie. Percorsi irti di ostacoli e con rischi di salti nel buio per operazioni spericolate di presidenti e dirigenti privi di scrupoli e dal conto esangue.

Abbiamo così pensato di redigere una mappa delle società che si trovano (provvisoriamente, ci si augura) in compagnie non consone con il loro status di nobiltà. Nel frattempo però c’è da segnalare un altro fenomeno, di provincializzazione ulteriore nella partecipazione a questo campionato. Accade infatti che compagini di un certo rilievo, rappresentanti di piccole città che nel mondo del calcio aveva sempre rappresentato sicuri punti di riferimento, sono state costrette ad abbandonare questo livello per scendere nella dimensione regionale per far posto a realtà di quartiere delle grandi città, magari meglio attrezzate economicamente e logisticamente (vedi impianti di gioco). Roma, ad esempio, presenta ben tre squadre in serie D all’interno della propria cinta urbana: l’Ostia Mare partecipante al girone G; Città di Ciampino e Trastevere (erede della gloriosa Alba Trastevere, tra le progenitrici dell’ A.S. Roma).

Ecco di seguito un po’ di storia di queste cosiddette “nobili decadute”.

CASALE: I nero-stellati partecipano al Girone A. In questo caso si può parlare davvero di una delle società fondatrici del calcio italiano. Quando il prof. Jaffe decise di fondare una società di calcio in quel di Casale lo fece, all’inizio del secolo, per contrastare l’assoluta supremazia della Pro Vercelli, grande rivale, scegliendo la maglia nera in assoluta opposizione a quella bianca dei vercellesi. Casale campione d’Italia 1913-1914, con il famosissimo trio Mattea-Barbesino-Varese. A Casale crebbero Umberto Caligaris ed Eraldo Monzeglio, campioni del mondo.

LEGNANO: La squadra dalla maglia “lilla” ha frequentato la Serie A tra gli anni ’30 e gli anni ’50 lottando alla pari con i grandi squadroni metropolitani. Negli anni ’50 illuminarono il gioco nello stadio di via Pisacane anche stranieri di grande classe come gli svedesi Eidefijall e Palmer (il secondo protagonista dell’eliminazione dell’Italia ai Mondiali di Rio 1950 : Svezia-Italia 3-2) e tanti italiani di grande classe. In seguito molta Serie B. In Serie C nella  stagione ’62- 63 esordio in maglia lilla niente meno che Gigi Riva (a Savona ne conserviamo un ricordo particolare, a cominciare da capitan Persenda).

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Eccolo Gigi Riva, “Rombo di Tuono” (copyright il gran Maestro Brera), nella stagione ’62-63 con la maglia del Legnano, grande protagonista in Nazionale e con lo scudettato Cagliari di Manlio Scopigno (stagione 1969-70) con Albertosi e Cera, nell’occasione all’assalto della porta del Varese

VARESE: Calcio varesino al vertice nel cuore degli anni ’60 con tanta Serie A. Con la presidenza del munifico comm. Borghi, patron della Ignis (frigoriferi e cucine) , grande sponsor dello sport italiano dal basket (Morse, Raga) al pugilato (Loi, Mazzinghi) al ciclismo (Baldini, Maspes, Poblet, Pambianco) il Varese bianco-rosso toccò davvero punte di eccellenza sotto la guida di grandi allenatori da Arcari al duo Busini-Puricelli. Chiusero la loro carriera sul terreno di Mompiano due dei più grandi giocatori dell’intera storia del calcio italiano: Armando Picchi e Giovanni Trapattoni. Fu lanciato Pietruzzu Anastasi che si rivelò al mondo proprio in quel di Savona, al “Bacigalupo”, segnando, sotto la pioggia, un goal impossibile quasi dalla linea di fondo. Vestirono la maglia bianco-rossa Roberto Boninsegna e Nestor Combin. Ci fermiamo a questo punto perché l’elenco diventerebbe lunghissimo.

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Varese in Serie A stagione 1967-68: da sin. in piedi, Della Giovanna, Zoff  II, Renna, Da Pozzo, Vastolla; accosciati, Maroso, Tamborini,  Cresci,  Gasperi, Anastasi, Sogliano

FANFULLA: Innanzi tutto una notizia che in molti non conoscono. Il Fanfulla non si trova più a Lodi ma a Cavenago. Una fusione necessaria per non far sparire il marchio bianco-nero che dal 1874 (società ginnastica tra le più antiche d’Italia) ha fatto parte del mondo dello sport italiano. Tanta Serie B negli anni ’40 e ’50 per il Fanfulla, salito al termine della stagione ’48-49 dalla Serie C superando per un punto proprio il Savona. Ricordiamo in maglia bianconera due giocatori cari al pubblico ligure e savonese: Franco Viviani, ex- genoano e poi allenatore vulcanico, tra cui Genoa (è lui quello del grido di guerra nello spogliatoio: “Com’è il cielo?” chiedeva ai giocatori; “Rossoblu” la risposta in coro) e tante squadre dalle nostre parti, ed Ercole Rabitti, sfortunato trainer del Savona in Serie B nella jellatissima stagione 1966-67, che a Lodi chiuse una brillante carriera calcistica che lo aveva visto protagonista con Juventus e Como.

SEREGNO:  Per i bianco azzurri poche stagioni in Serie B negli anni ’50 con la soddisfazione di aver lanciato, tra i pali, Ottavio Bugatti poi ceduto alla Spal, di seguito Napoli e Inter più volte estremo difensore della Nazionale Italiana. Portiere atletico e scattante, di quelli dell’uscita alla “kamikaze”, emulo di Giorgio Ghezzi, e cultore delle parate plastiche.

LECCO: Inizio anni ’60 Lecco addirittura in Serie A. Sotto  la presidenza del rag. Ceppi (grande intenditore, fabbrica di lampadine) il vecchio stadio sulla riva del Lago si trasformò in un fortino inespugnabile anche per gli squadroni. 1 Gennaio 1961: Lecco – Juventus 2-2, per i blucelesti a segno Duzioni e il “nostro” Gilardoni; per la Juve Nicolè e Boniperti; 15 Gennaio 1961: Lecco-Milan 2-2, doppietta di Gotti per il Lecco; Vernazza e Altafini per il Milan; 12 Marzo 1961: giornata clou, l’Inter di Herrera cade 2-1, in goal per il Lecco due volte Glauco Gilardoni (15 gol con il Savona in Serie B, stagione ’66-67), salva l’onore dei nerazzurri “Lupo” Balleri. Tanto per fare degli esempi. Hanno chiuso la loro carriera a Lecco: Istvan Nyers, Giulio Cesare Abbadie (in Italia, perché poi la ripresa al Penarol in Uruguay), Antonio Valentin Angelillo. Erano tempi nei quali per chi percorreva il viale del tramonto c’erano i duri campi di provincia, non gli ingaggi a Dubai o in Cina.

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Immagine classica dei tempi passati. Capodanno 1961, Stadio Rigamonti, il Lecco blocca la Juve sul 2-.2. Nicolè cerca il dribbling su Duzioni, Boniperti assiste sullo sfondo e John Charles in agguato in area

MONZA: Uno di quegli esempi di fallimento per conduzione speculativa di cui si è già scritto. Per il Monza tanta serie B e serie A negata da uno spareggio con il Pescara (’78-79) perduto 2-0 sul terreno neutro di Bologna. Era il Monza di Alfredo Magni. Forse la stagione migliore del Monza è stata, però, quella dell’abbinamento Simmenthal (la carne in scatola sponsor anche della “scarpette rosse” di REiminucci nel basket) anni ’50, con la Serie B ad alto livello e giocatori di grande levatura come il portiere Rigamonti, i centrocampisti Lojodice e Bersellini, l’attaccante Aurelio Milani poi vincitore della Coppa dei campioni con l’Inter del “Mago” Herrera nel 1964 (finale di Vienna: Inter-Real Madrid 3-1).

PRO PATRIA: La Pro Patria ha rappresentato per molti anni il vero esempio della provincia calcistica italiana. A più riprese in Serie A: ultima stagione quella ’55- 56. Sfiorò la maglia “tigrata” addirittura Ladislao Kubala, in quel momento apolide dopo aver indossato le maglie della nazionale cecoslovacca e di quella ungherese. La Federazione negò il trasferimento e si inserì il Barcellona (la Spagna in quel momento non teneva rapporti diplomatici con i Paesi dell’Est) offrendo la cittadinanza (come poi avvenne qualche anno dopo con il trio Puskas, Kocsis e Csibor). Così Kubala partì da Busto per indossare la maglia azulgrana e giocare anche con la nazionale della Furie Rosse (tre nazionali: un record).

TRIESTINA: Scrivere della Triestina in serie D fa sinceramente un po’ impressione. I rosso alabardati cantati da Umberto Saba tennero la Serie A dal 1929 al 1958. La Triestina di Rocco, Pasinati, Colaussi, Blason (con Scagnellato grande coppia di terzini nel Padova e con Pin in porta). La Triestina del “mezzo sistema” e del “terzino volante”. Semplicemente un’epopea da tramandare ai posteri.

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Triestina 1947-48 allenata dal “Paron” Nereo Rocco, quella del “mezzo sistema” seconda in classifica alla pari della Juventus, alle spalle del Grande Torino. Formazione: Striuli, Zorzin, Blason,. Presca, Sessa, Radio, Rossetti, Trevisan, Ispiro, Tosolini, Begni

RAVENNA: Giallorossi in Serie B per molte stagioni negli anni ’90. Ha indossato la maglia ravennate Christian Vieri assieme ad altri cannonieri meno famosi come Cosimo Francioso e Checco Palmieri (entrambi a Genova su sponde diverse). Ravenna ricorda a noi savonesi un momento doloroso: l’ultima tappa calcistica di Enrico Cucchi, prima della malattia e della sua dolorosa quanto prematura e inopinata scomparsa. Un ricordo difficile da allontanare e del quale deve essere perpetuata la memoria di un bravo giocatore e di un ragazzo gentile, figlio di un’altra grande gloria bianco blu come Pierino, inesauribile cursore, ottimo allenatore, persona buona e generosa.

SAVONA: Pleonastico fare qui la storia del sodalizio biancoblu. Ricorderemo soltanto che il Savona Fbc ha disputato 6 campionati nella cadetteria: 5 negli anni ’40 con la A sfiorata nel corso del torneo 1940-41 ed il lancio, in quello ’42-43, di Valerio Bacigalupo, portiere dell’invitto Grande Torino con Ballarin, Maroso e Castigliano baluardo difensivo, e un altro campionato nella stagione ’66-67, con immeritata retrocessione all’ultima giornata, quella della “fatal Catania”.

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Un documento storico: l’esordio di Valerio Bacigalupo in Serie B. Pareggio a Roma 1-1 avversaria la MATER di Fulvio Bernardini. Nella foto (dal “Calcio Illustrato”) Valerio in tuffo

SANREMESE: La Serie B in quel di Sanremo è ormai un lontano ricordo che risale alla seconda metà degli anni ’30. Una Sanremese “grandi firme” (l’interista Frione, l’oriundo Cecilio Pisano) nel momento più esaltante della cittadina che viveva la stagione brillante della mondanità dei “telefoni bianchi” e del Casinò.

GROSSETO: Un altro degli esempi dei crack finanziari dei nostri tempi. Il Grosseto infatti ha compiuto la sua parabola in Serie B all’avvio di questo decennio.

FERMANA: Una sola stagione in Serie B per i gialli della città della Battaglia all’inizio del millennio.

POTENZA: Il Potenza di Egizio Rubino e di Mancinelli rappresentò una bella realtà nella Serie B anni ’60 (ultima stagione ’66- 67). Hanno vestito la maglia rossoblu all’epoca due protagonisti del calcio italiano come il cannoniere Roberto Boninsegna, uno degli eroi dell’Atzeca (17-6-1970, semifinale della Coppa Rimet: Italia-Germania 4-3) con Gianni Rivera e Gigi Riva, e il mediano, futuro torinista e polemista televisivo, Aldo Agroppi, oltre al portiere genovese “Sarin” Di Vincenzo.

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Ecco Roberto Boninsegna, detto “Bonimba”, in allenamento indossando la tuta del Potenza. L’Inter lo aveva già prestato al Prato. Da Potenza sarebbe risalito al Varese, di seguito la grande stagione con il Cagliari in coppia con Gigi Riva come in Nazionale, di nuovo all’Inter e, infine, Juventus e Verona

CAVESE: I bianco blu hanno anch’essi frequentato la Serie B per poche stagioni all’inizio degli anni ‘80

NOCERINA:  Per due volte i “molossi” nella cadetteria, stagione ’78-79 , allenatore Giorgi, e più recentemente 2011- 2012.