AMSTERDAM 1928: PRIMO ALLORO (CON FELICE LEVRATTO) PER LA NAZIONALE ITALIANA

SVEZIA 1958, SESSANT’ANNI FA: I MONDIALI SENZA L’ITALIA CON PELE’ GRANDE PROTAGONISTA

LE ULTIME PARTITE DEL XX SECOLO IL BARI METTE K.O. L’INTER IL SAVONA IMPATTA COL PONTEX

 a cura di FRANCO ASTENGO

Per gli appassionati frequentatori del nostro blog abbia pensato di offrire l’opportunità di soddisfare una curiosità che forse potrebbe alimentare un certo tipo di ricerca storica riferita al calcio italiano. Ci siamo, infatti, posti una domanda: quali sono state le ultime partite giocato nel “nostro” antico Secolo XX, il tanto citato ‘900 (secolo breve o secolo lungo?) nel corso del quale il nostro sport si è trasformato da gioco d’élite per pochi appassionati a fenomeno della comunicazione mondiale, capace di smuovere miliardi di persone, capitali immensi, la politica piuttosto che la cultura a livello planetario? Così siamo andati a spulciare gli almanacchi per verificare qual è stata l’ultima partita giocata nel XX secolo dalla nazionale italiana e, ancora, come si era sviluppato l’andamento della giornata di Serie A che, in quel momento, stagione 1999 – 2000 avrebbe poi osservato una lunga sosta natalizia.

Andando per ordine: la nazionale italiana ha concluso il suo lungo itinerario dentro la centuria (avviato nel maggio 1910 a Milano, amichevole con la Francia vinta per 6-2) con una secca sconfitta subita dal Belgio, in una partita amichevole. Un finale di secolo in sordina per chiudere una fase temporale che aveva visto gli azzurri vincere tre titoli mondiali e un’Olimpiade. Questo il dettaglio.

Lecce, stadio di via del Mare, sabato 13 novembre 1999

Italia – Belgio 1-3

Reti: 7’ De Bilde, 26’ Vanoli, 69’ Wilmotts, 86’ Goor.

Italia: Buffon (Parma), Panucci (Inter), Ferrara (Juventus), Cannavaro (Parma), Fuser (Parma), Albertini (Milan), Dino Baggio (Parma), Vanoli (Parma), Totti (Roma), Del Piero (Juventus), Inzaghi I (Juventus) (nel secondo tempo Iuliano per Panucci, Montella per Inzaghi I, Pessotto per Fuser, Locatelli per Totti); ct Dino Zoff.

Belgio: Gaspercic, Geneaux, Peeters, Staaalens, Van Kerchoven (Clement), Mpenza (Verheyen), Wilmotts (Walem), Goor, Del Bilde, Strupar (Brogne); ct Wasiege.

Arbitro: Steimborm (Germania).

1.jpg

Una fase della partita di Lecce. L’ultima del secolo scorso per la nazionale italiana

In serie A l’ultima giornata del secolo si giocò il 19 Dicembre (il campionato riprese poi il 6 gennaio 2000). Il torneo alla fine fu vinto dalla Lazio che si aggiudicò così il secondo scudetto nella sua storia. Questi i tabellini delle 10 partite (da notare che entrambe le genovesi militavano in Serie B). Un campionato con grandi qualità in panchina e in campo. Altissimo il livello dei tecnici: Eriksson, ex Samp, alla Lazio, Capello alla Roma; Spalletti al Venezia, Ancelotti alla Juventus, Trapattoni alla Fiorentina, Mazzone al Perugia, Guidolin al Bologna, Ulivieri al Cagliari, Prandelli al Verona, Mondonico al Torino, Lippi all’Inter, Fascetti al Bari. Chi ha vinto scudetti (Trapattoni, Capello, Ancelotti, Fascetti, Lippi), chi il mondiale (Lippi), chi ha allenato nazionali (Prandelli, Eriksson, Trapattoni) e ha firmato coppe di vario ordine e grado. Un livello altissimo. Da ricordare.

Bari – Inter 2-1

Reti: Enynnaya, Vieri, Cassano.

Bari: Mancini (Gregori), Garzja, Neqrouz, Innocenti, Del Grosso, Collauto, Markic, Andresson D, Marcolini, (Perrotta), Eninnaya (Olivares) Cassano; all. Fascetti.

Inter: Peruzzi (Ferron), Panucci, Blanc, Colonnese (Recoba), J.Zanetti, Cauet, Di Biagio, Jugovic, Georgatos, Vieri, Zamorano (Baggio); all. Lippi.

Arbitro: Braschi di Prato.

Una partita da ricordare per l’esordio del genio e sregolatezza Antonio Cassano, in quel momento diciassettenne, autore di un goal meraviglioso che incantò tutto il mondo calcistico.Da registrare anche la presenza del savonese Michele Marcolini, figlio e nipote d’arte (papà Antonio, nonno Roberto Longoni), e, in panchina, di due allenatori, Eugenio Fascetti e Marcello Lippi, con trascorsi in maglia biancoblu, il primo nella sfortunata stagione in Serie B, il secondo, in prestito dalla Sampdoria, in uno dei successivi tentativi (falliti) di risalita.

2.jpg

Cassano ed Eninnaya grandi protagonisti della vittoria del Bari di Fascetti sull’Inter

Cagliari – Lecce 0-0

Cagliari: Scarpi, D.Lopez, Villa, Zebina, O’Neill, De Patre, Beretta, Modesto, Mayelè (Suazo), Mboma, Morfeo (Corradi); all. Ulivieri.

Lecce: Chimenti, Viali, Piagnerelli, Pivotto, Juarez, Traversa, Conticchio, Bonomi, Colonnello (Maspero) Biliotti (Marino) Sesa (Di Carlo); all. Cavasin.

Arbitro: De Santis di Tivoli.

Fiorentina – Juventus 1-1

Reti: Tudor, Batistuta.

Fiorentina: Toldo, Adani, Firicano, Repka, Bressan (Pierini), Cois, Di Livio (Rossitto) Torricelli (Amoroso), Rui Costa, Chiesa, Batistuta; all. Trapattoni.

Juventus: Rampulla, Tudor, Montero, Iuliano, Conte (Birindelli), Tacchinardi, Davids, Pessotto (Zambrotta), Zidane (Kovacevic), Inzaghi I, Del Piero; all. Ancelotti.

Arbitro Messina di Bergamo

3.jpg

Il Parma 1999- 2000: tra i pali Gigi Buffon

Lazio – Piacenza 2-0

Reti: Salas, Mihailovic.

Lazio: Marchegiani, Pancaro, Nesta, Mihailovic, Favalli, Gottardi (Lombardo), Veron, Sensini, Nedved, Salas (Inzaghi II); Boksic (R. Mancini); all. Eriksson.

Piacenza: Roma, Delli Carri, Lucarelli II, Vierchwood, Polonia, Buso, Stroppa (Morrone), Mazzola (Cristallini), Manighetti, Rizzitelli ( Dionigi), Piovani; all. Gigi Simoni.

Arbitro: Bolognino di Milano.

Milan – Reggina 2-2

Reti: Pirlo, Shevchenko (2), Pirlo, Kallon.

Milan: Abbiati, N’Gotty, Costacurta, Sala, Guglielminpietro, Giunti, Ambrosini (De Ascentis) Serginho, Boban (Leonardo), Shevchenko, Bierhoff; all. Zaccheroni.

Reggina: Belardi, Foglio, Cirillo, Stovini, Giacchetta, Morabito, Brevi, Baronio (Bernini), Pirlo, Kallon (Reggi).

Arbitro: Preschern di Mestre.

Parma – Roma 2-0

Reti: Crespo, Torrisi.

Parma: Buffon, Thuram, Torrisi, Cannavaro, Fuser, Boghossian, D.Baggio (Longo), Vanoli, Ortega (Serena), Crespo (Amoroso) Di Vaio; all. Malesani.

Roma: Antonioli, Zago, Aldair, Mangone, Cafu, Tommasi, Marco Assuncao (C.Zanetti), Di Francesco (Fabio Junior) Cadela, Totti, Del Vecchio; all. Capello.

4.jpg

La Juventus 1999 – 2000: da sinistra in piedi Zidane, Iuliano, Van Der Saar, Filippo Inzaghi, Tudor, Ferrara accosciati: Tacchinardi, Del Piero, Davids, Birindelli, Pessotto

Arbitro: Treossi di Forlì.

Perugia – Bologna 3-2

Reti: Calori, Wome, Amoruso, Signori, Ripa.

Perugia: Mazzantini, Hilario, Calori, Ripa,Milanese, Ba, Tedesco, (Rivalta) Olive (Bisoli) Rapaic (Esposito), Nakata, Amoroso; all. Mazzone.

Bologna: Pagliuca, Falcone, Bia, Boselli, Tarantino, Nervo, Ingesson, Piacentini ( Wome), Fontolan (Zè Elias), K.Andersson, Signori (Cipriani); all. Guidolin.

Arbitro: Borriello di Mantova.

Torino – Udinese 0-1

Rete: Jorgensen.

Torino: Bucci, Maltagliati, Ficcadenti (Galante), Bonomi (Artistico) Mendez, Cruz, Brambilla, Coco, Sommese (Panarelli), Ferrante, ivic; all. Mondonico.

Udinese: Turci, Sottil, Gargo, Bertotto, Bisgaard, Giannichedda, Van der Vegt (Zanchi), Joregense, Pizarro (Manfredini), Poggi (Jorginho), Margiotta; all. De Canio.

Arbitro: Nucini di Bergamo.

5.jpg

David Pizarro, ottimo centrocampista cileno, dall’Udinese alla Roma

Verona – Venezia 1-0

Rete: Adailton su rigore.

Verona: Frey, Filippini, Apolloni, Laursen, Falsini, Brocchi, Italiano (Salvetti), Colucci, Melis, Aglietti (Franceschetti), Adailton (Cammarata); all. Prandelli.

Venezia; Casazza, Brioschi, Cardone, Pavan, Bettarini (Dal Canto), Valtolina ( Budan), Volpi, Iachini (Nanami), Pedone, Petkovic; all. Spalletti.

Come concluse il secolo il Savona Fbc? La società bianco blu stava attraversando un periodo di crisi con la retrocessione in Eccellenza. All’inizio della stagione 1999 – 2000 assunse la presidenza del sodalizio Bettino Piro che, attraverso un notevole sforzo finanziario, riuscì nell’impresa di risalire la china con il ritorno in Serie D.

6.jpg

Campionato 1999 – 2000. Gli striscioni di Sassarini in azione al Bacigalupo

L’ultima partita del secolo per gli striscioni fu giocata al “Bacigalupo” e fu avara di gol.

Savona – Pontedecimo 0-0

Savona: Di Latte, Dessì (Gatti), Bisio, Calderara, Cappanera, Panucci, Siciliano, Riolfo, Biloni, Calabria, Lamberti; all. Sassarini.

Pontedecimo: Lo Russo, Proto, Jurman, Noris, Sisinni, Damonte, Cavaliere, Zucchelli, Rinzivillo, Anselmi (Tagnin), Pedretti; all. Calligaris.

1938, OTTANT’ANNI FA  L’ITALIA VINCE IL SECONDO MONDIALE

IL CALCIO NEI DIFFICILI ANNI ’40    CON L’ILVA IN SERIE C    IL SAVONA SFIORA LA SERIE A

 

di LUCIANO ANGELINI e FRANCO ASTENGO

Raccontiamo per esteso gli anni ’40 del calcio savonese: il periodo più difficile del secolo scorso, con al centro la tragedia della seconda guerra mondiale. Nonostante i lutti, le distruzioni, le difficoltà materiali rispetto alla stessa sopravvivenza quotidiana, i bombardamenti che colpirono ripetutamente le nostre città (e la Liguria conquistò, a questo proposito, un ben triste primato), il calcio non si fermò: il giuoco era ormai troppo radicato nel costume sociale, rappresentava davvero un sano strumento di evasione quotidiana, quasi di messaggio di speranza (proprio quei valori che, ai giorni nostri, appaiono ormai irrimediabilmente perduti). Si disputarono così, tra il 1939 ed il 1943, quattro campionati del tutto regolari (salvo le assenze di atleti chiamati sotto le armi, fra i quali si contarono anche perdite dolorosissime). Ma, come vedremo in seguito, l’attività calcistica non si arrestò neppure negli anni immediatamente successivi, quando la situazione, in particolare dalle nostre parti, raggiunse livelli di inedita drammaticità.

Torniamo, comunque, al calcio giocato: la Serie B 1939-40 vide una sola squadra ligure al via. Si trattava della Sanremese, ma in verità la compagine della città dei fiori non riuscì a ripetere le belle imprese della stagioni precedenti, retrocedendo inopinatamente (17° posto con 21 punti assieme a Molinella, Vigevano, Catania. Altra musica in Serie C, dove le liguri vincenti nel proprio girone furono addirittura due: Savona e Spezia. I biancoblu si imposero nel solito girone ligure-piemontese distanziando Sestrese-Cavagnaro, Casale e Asti; i bianconeri, invece, dominarono un agguerritissimo girone toscano-emiliano-marchigiano.

Ma tra la Serie B ed il Savona e lo Spezia c’erano di mezzo le solite finali: questa volta, però, entrambe le squadre liguri centrarono l’obiettivo, distanziando il Taranto e finendo così promosse in compagnia della Reggiana (complice, in verità, l’esclusione del Palermo per via di inadempienze finanziarie). I due scontri diretti finirono alla pari: 0 – 0 in Corso Ricci; 2-2 al “Picco” con il Savona che agguantò il pari decisivo, in piena “zona Cesarini”, grazie ad un classico “goal dello zoppo” segnato da Borel I.

La stagione 1940-41 vide, per quel che riguarda la Liguria, i riflettori puntati sulla Serie B.

La squadre della nostra regione partecipanti furono ben tre: Liguria (appena retrocesso dalla Serie A) e – appunto – Savona e Spezia. Mentre i rossoneri sampierdarenesi recuperarono in gran fretta il loro posto nell’Olimpo del calcio italiano, e lo Spezia dei Bani, Costanzo, Costa, si assestò su di una pur dignitosa dodicesima posizione, la stagione 1940-41 merita di essere raccontata un poco più per esteso, per quel che riguardò le vicende del Savona.

Gli striscioni disputarono, infatti, la migliore annata della loro storia, ormai ultra secolare (con il 2018 siamo a quota nei 111 anni dalla fondazione), sfiorando la promozione in Serie A. La squadra diretta da un tecnico di grandissimo valore quale l’ungherese Gyorgy Orth, era stata rafforzata essenzialmente con giocatori esperti provenienti dalla categoria superiore, tra i quali spiccavano il portiere Martini (ex Milan), il centro-mediano Traversa (ex di Pro Vercelli, Fiorentina e Milan), e la mezz’ala Tomasi (ex di Roma e Juventus).

Ma la mancata promozione del Savona (4° posto finale, alle spalle di Liguria, Modena e Brescia) si tinge ancora oggi di “giallo”. Il mistero non è ancora stato risolto, oggi, a quasi ottant’anni di distanza: qualche giocatore o, addirittura, i dirigenti savonesi, vendettero o no la gara casalinga con il Modena, perduta 1-0 grazie ad un goal del centravanti uruguaiano Banfi, in procinto di passare alla Juventus?

La voce corse insistentemente, in quel tempo, ed ha attraversato tutti questi anni senza trovare una risposta certa: il mistero rimane così fitto, ma il fatto della mancata promozione in Serie A del Savona rimane scritto nella sua a tratti affascinante ed entusiasmante storia.

La Serie C 1940-41 (girone D) registrò il successo della Sestrese-Cavagnaro, poi bocciata alle finali, mentre si registrarono due nuove presenze: l’Ilva Savona, in cui militarono molti giovani che negli anni successivi avrebbero rafforzato la squadra maggiore della città della Torretta, e i neroazzurri del Varazze, protagonisti, con il 5° posto, di un buon campionato, ponendo anche in evidenza la mezz’ala Carissimi, destinato nel dopoguerra a giocare in Serie A con la maglia della Sampdoria.

La stagione 1940 – 41 rimarrà nella storia come l’unica esperienza dell’Ilva in Serie C. Esperienza travagliata per via del ritiro di Valpolcevera e Entella nel corso del campionato e la rinuncia in partenza del Vado. Le tre retrocessioni toccano così a Ilva, Littorio Rivarolo e Pinerolo. La squadra, affidata all’allenatore Valentino, già giocatore del Genoa in Serie A, non è sufficiente a garantire la salvezza così come l’innesto degli ex- biancoblu Origone, Villa, Gè (che nel dopoguerra giocherà in Serie A con Genoa e Atalanta) e l’esordio di un giovanissimo Gino Ghersi, in seguito pilastro del Savona Fbc in Serie B e C. Del resto si fanno già sentire le difficoltà della guerra.

Questa la classifica finale: Cavagnaro-Sestrese 34, Sanremese 32, Cuneo 30, Acqui 29, Varazze 26, Asti 25, Rapallo 24, Albenga 23, Saviglianese 23, Ilva 22, Littorio Rivarolo 15, Pinerolo 13.

Ilva Savona: Origone, Villa, Ghersi, Finelli, Lombardo, Curotto, Gamba, Baldini, Gè, Merello, Zanini (Massarotto, Levratto II, Fiammengo).

Varazze: Bobbio, Roncallo, Parodi, Pdrinetti, Viano, Avvenente, Dodi, Moroni, Beltrame, Carissimi, Cepporina.

1.jpg

Ecco l’Ilva schierata sul vecchio campo del Morteo di Pegli. Da sinistra, in piedi: l’allenatore Valentino, Pellegrino, Fenoglio,, Levratto II, Gino Ghersi (Indimenticabile. Da allenatore, quando in trasferta si segnava nel primo tempo, al rientro negli spogliatoi diceva: “figiou emmu segnou troppu prestu”), Villa, Origone, Gè accosciati: Fiammengo, Merello, Cerruti, Curotto 

L’esplodere della furia bellica costringe l’attività calcistica a contrarsi notevolmente. Le ultime due stagioni agonistiche disputate a livello federale dall’Ilva sono disputate al livello della Prima Divisione con queste classifiche.

1941 – 42: Cairese 9, Novese 7, Ilva Savona 5, Savona riserve 3.

Ilva: Massarotto, Motto, Levratto II; Camilli, Pinna, Barile, Cavalla, Gamba, Bacigalupo IV, Sirello, Torelli.

Cairese: Valerio Bacigalupo, Cattaneo, Lugaro, Chiellini, Bernardini, Nicco, Marchese, Beltrame, Benedusi, Vandone, Passarotto.

Savona riserve: Ottonello, Terzi, Ravera, Maisano, Mattiauda, Doglio, Bresci, Rusca, Bianchi, Siccardi, Delfino.

Nella Cairese, complice il forfait del Vado, esordisce Valerio Bacigalupo, poi passerà al Savona in Serie B, giocherà nel Genoa il torneo di guerra 1943 – 44 e approderà infine al “grande Torino” cadendo a Superga nel rogo che travolse quella squadre immortale e invincibile, vero mito nella storia del calcio italiano.

1942 – 43: Ansaldo Genova 16, Liguria riserve 12, GUF Imperia 11, Cairese 8, Ilva Savona 7, Sanremese riserve 4.

Ilva:  Cecchelli, Motto, Levratto II, Malatesta, Pinna, Tomberli, Oliveto, Ruffinoni, Gamba, Bacigalupo IV, Marchese I (Camerini, Bernacchi, Marchese II).

Cairese: Ferro I, Chiellini, Varicelli, Ferro II, Tizzi, Canepa, Molle, Vanara, Bianchi, Bandini, Bolla

Si chiude a questo punto l’epopea dell’Ilva Savona. E’ il caso di mantenerne memoria proprio a ragione del connubio “calcio e acciaio”.

Torniamo allora a raccontare le vicende della Serie B e della Serie C in quegli anni di guerra.

L’annata 1941- 42 registrò, per quel che riguarda il campionato di Serie B, una decisa impennata dello Spezia: la squadra bianconera rafforzata dal portiere Camerario, dal forte mediano Scarpato e, soprattutto, dal futuro torinista, e nazionale, Eusebio Castigliano, si piazzò al 6° posto; deluse il Savona con un mediocre 14° posto. A scusante degli striscioni vi è da segnalare come, a metà campionato, la squadra fosse stata abbandonata dal suo allenatore Orth, allontanatosi in tutta fretta dalla città, per timore delle persecuzioni razziali (la moglie era ebrea).

In Serie C toccò a Sestrese-Cavagnaro, Entella, Rapallo, Arsenalspezia, Sanremese e Varazze battersi contro le agguerrite rivali piemontesi, in un  girone che registrò alla fine il primato della Pro Vercelli.

L’escalation bellica non fermò il calcio neppure nella stagione 1942-43. Spezia e Savona si ritrovarono, così, in Serie B, con gli aquilotti ulteriormente rafforzati da un asso del calibro di Riccardo Carapellese (ala sinistra, futuro capitano della Nazionale), nuovamente piazzati al sesto posto, e il Savona in forte difficoltà: la città colpita dai bombardamenti era rimasta praticamente tagliata fuori da tutti i nodi della comunicazione stradale e ferroviaria, e le sue trasferte si trasformarono così in vere e proprie avventure. Il Savona non riuscì ad andare oltre un modesto 17° posto. Da ricordare, però, che anche in quella sfortunata stagione i savonesi riuscirono a lanciare un giovane dal grandissimo quanto sfortunato avvenire: il portiere Valerio Bacigalupo, futuro eroe del Grande Torino, caduto a Superga.

In Serie C le squadre liguri si trovarono divise: la Sanremese, da sola, affrontò le piemontesi nel girone E (6° posto, campionato vinto dalla Biellese); le “altre” nel girone F (campionato appannaggio della Carrarese, con la Sestrese-Cavagnaro 3a, Arsenalspezia 5°, Entella 6a, Rapallo 11a.

 Dopo l’ 8 Settembre 1943

La divisione dell’Italia in due, dopo l’armistizio dell’8 Settembre 1943, impedì la disputa dei normali campionati nazionali. Ma il calcio andò avanti, ostinatamente, lo stesso. Nelle regioni del centro-nord si organizzò, infatti, un torneo formato su gironi interregionali, con disputa delle relative finali. Al girone ligure-piemontese parteciparono Liguria (4°) e Genoa (5°): torneo dominato dal grande Torino, ai cui celebrati assi si era aggiunto, in quella occasione, persino Silvio Piola.

Ma le sorprese erano in agguato. Il girone emiliano fu vinto, infatti, da una “ligure”: lo Spezia, mascheratosi da “Vigili del Fuoco” (per poter sottrarre i propri atleti alla disciplina militare) e diretto da Ottavio Barbieri, tecnico tra i più preparati e moderni che circolavano, in quel tempo, in Italia.

Eliminato il Bologna (doppio 2-0) nella finale regionale, gli spezzini approdarono alla finale nazionale, che si svolse tra il 9 ed il 20 Luglio 1944, all’Arena di Milano. Di fronte si trovarono, con lo Spezia, il Venezia ed il Torino. Fra l’incredibilità generale gli “aquilotti” conquistarono lo “scudetto di guerra” (poi riconosciuto come “premio speciale” dalla Federazione, oltre cinquant’anni dopo), superando il Torino per 2-1.

Va, quindi, ricordata per intero, la formazione mandata in campo da Barbieri: Bani; Persia, Borrini; Amenta, Gramaglia, Scarpato; Rostagno, Tommaseo, Angelini, Tori, Costa.

Nell’autunno-inverno 1944-45 si registrò l’impossibilità di disputare anche un torneo su più gironi, come era avvenuto nell’annata precedente. L’attività calcistica fu, però portata avanti lo stesso dagli appassionati, nelle forme appena possibili.

A Genova si disputò una “Coppa Città di Genova”, vinta dal Grifone, a cui parteciparono anche Liguria, Itala (una sorta di rappresentativa regionale, nella quale militarono anche alcuni atleti che avevano disputato la Serie B con il Savona) e le rappresentative della Marina italiana e di quella germanica. La stessa rappresentativa della Marina, che allineava con il n.10 nientemeno che Valentino Mazzola, affrontò il 12 Luglio 1944 a Savona, l’omologa squadra tedesca liquidandola per 4-0.

Le formazioni dei due eserciti, italiano e tedesco, si erano invece già misurate, sempre a Savona, il 25 Giugno 1944: gli italiani (che, con il n.11 avevano schierato il futuro attore Enrico Maria Salerno) si imposero per 2-1.

Poi arrivò, finalmente, l’alba radiosa del 25 Aprile e la nostra storia, riprese nella pienezza del suo fascino.

Questo il racconto della seconda parte degli anni’40, quelli della ricostruzione affrontata con impegno, entusiasmo, determinazione dalla generazione uscita dal conflitto e alle prese con grandissime difficoltà nella vita di tutti i giorni. Ciò nonostante il calcio, a tutti i livelli, proseguiva a destare interesse e passione.

Stagione 1945 – 46

Omaggio al Brandale, vincitori del primo campionato ragazzi giocato tra le macerie nell’immediato dopo guerra.

 2

 

Ricordiamo, in questa occasione, il difficile periodo della ricostruzione post-bellica rendendo omaggio, prima di tutto, a quanti si sacrificarono per ripristinare l’insieme della nostra vita culturale, sociale, e perché no? Sportiva, con la “S” rigorosamente  maiuscola, ovvio, in un frangente davvero così drammatico, facendo i conti con l’assenza di risorse, le difficoltà nei trasporti, l’assoluta carenza di materiali.

All’indomani della Liberazione, il fervore attorno all’attività calcistica (e non solo) riprese intensissimo, quasi a voler dare un segnale di ritrovata normalità. Le società si ricostituirono immediatamente e molte di esse tornarono alle denominazioni di origine, sbarazzandosi di quelle imposte dal defunto regime. Riapparvero così sulla scena, Andrea Doria, Sampierdarenese, Sestrese, Pontedecimo, Ruentes Rapallo, Speranza Savona, ecc.

Per la stagione 45-46 non si riuscì però a realizzare immediatamente la possibilità di disputare i campionati con le stesse formule dell’anteguerra: il Paese era ancora spaccato in due; i trasporti stradali e ferroviari risultavano quanto mai difficili (quelli aerei, naturalmente, non esistevano); le città erano state in parte distrutte dai bombardamenti.

Le società, riunite in assemblea a Novara, decisero così di disputare la Serie A su due gironi, uno settentrionale e l’altro centro-meridionale; la Serie B fu suddivisa in tre “poule” e la Serie C allestita su basi interregionali. Nel girone nordista della massima divisione si ritrovarono così ben tre compagini genovesi, perché accanto al Genoa e alla Sampierdarenese venne ammessa anche l’Andrea Doria, allo scopo di riparare i torti subiti dalla società biancoblu con la fusione impostale  nella stagione 1927-28.

Anche in Serie B si ritrovarono tre compagini appartenenti alla nostra regione: Sestrese (risultata alla fine la migliore del lotto con un terzo posto nel girone vinto dall’Alessandria), Savona (10°) e Ausonia Spezia (11a): gli spezzini sostituirono temporaneamente la gloriosa insegna dello Spezia Fbc, non utilizzabile, in quel momento, per via del passaggio bellico ai “Vigili del Fuoco”.

Questa la rosa del Savona in quella difficile stagione: Caburi; Vignolo, Varicelli, Zorzin, Ghersi Calcagno. Dodi, Ghiglione, Cappelli, Martini, Labbate ( Pendibene, Lamberto, Tomei, Ferro, Rossano, Paoletti, Siccardi); allenatore Felice Levratto.

La particolare situazione delle infrastrutture stradali e ferroviarie della nostra regione (rimaste pressoché totalmente distrutte) consentì alla sola “Speranza Savona” di partecipare alla Serie C, nell’ambito di un girone D per il resto tutto piemontese in cui si registrò la vittoria finale dell’Asti, mentre i verde-rossi savonesi raggiunsero un ottimo quinto posto, allineando alcuni dei giocatori ormai anziani ma sempre validissimi che avevano fatto grande il Savona degli anni ’30, come Vanara, Borgo e Canepa.

Rosa dello Speranza 1945 – 46: Guidetti, Testa, Roncallo, Milanesi, Bernardini, Busato, Giusto, Vanara, Amadori, Rusca, Borgo (Ferrari, Rosso, Canepa, Caviglione); allenatore Valentino.

Per le altre squadre liguri la Figc organizzò un apposito torneo, svincolato però dai meccanismi di promozione e retrocessione: le compagini iscritte furono suddivise in due gironi (secondo il classico criterio del Ponente e del Levante) con una “poule” finale, alla quale pervennero Bolzanetese, Pontedecimo, Vado, Cairese, Rapallo ed Albenga, classificatesi nell’ordine.

Le squadre della provincia di Savona che parteciparono al girone A furono nove. Eccole.

Albenga: Aicardi, Enrico, Massobrio, Facollo, Zarri, Pollero, Testa, Saranco, Facchinetti, Zacchi, Littarelli.

Cairese: Gilardoni, Ferrando, Scasso, Benedetti, Grenno, Rizzo, Bolla, Grassano, Benedusi, Ferrero, Binachi.

Vado: è la stagione delle morte del portiere Ferruccio Chittolina, deceduto sul campo in un tragico incidente nel corso della gara Vado-Altarese 3-2. Questi gli altri titolari rossoblu: Motto, Canova, Schiappapietra, Tomberli, Barile, Lavagna, Biggi, Mantero, Mucci, Pelizzari.

Alassio:  Gianardi, Testa De Maria, Giuggia, Roda, Bologna, De Paoli, Leone, Francia, Aonzo, Pelle.

Altarese: Attolini, Piccardi, Riolfo, Averardo, Fonda, Guglieri, Rinaldi, Longagna, Pansera, Ferro, Pesce.

Varazze: Ruschetti, Nervo, Parodi, Bruzzone, Rosi, Viacava, Macciò, Baglietto II, Ceporina, Riccardi, Baglietto I.

Finale: Peluffo, Gamba; Cappellini, Bigatti, Astolfi, Baldini, Orsi, Migliazzi, Massi, Senesi, Bertozzi.

Carcarese: Cavanna, Ferro, Ferraro, Delfino, Molinari, Rossi, Marchisio, Melandri, Malcontenti, Sardo, Loreto.

Stagione 1946 – 47

La stagione 1946-47 registrò, nelle alte sfere del calcio italiano, alcune importanti novità: il ritorno della Serie A a girone unico; la nuova fusione tra Sampierdarenese e Andrea Doria, dalla quale nacque l’attuale Sampdoria; la possibilità di acquistare, dopo un lungo intervallo, giocatori stranieri.

Per quanto riguarda la fusione tra Andrea Doria e Sampierdarenese  da ricordare come le nuove maglie  blucerchiate (quelle appellate dai genoani come “da ciclisti”) esordirono ufficialmente il 15 Settembre 1946 in Corso Ricci nell’amichevole Savona-Sampdoria (in realtà erano già state provate tre giorni prima al “Pino Ferro” nel corso di un galoppo di allenamento tra il Varazze e la Samp, che in quel momento i giornalisti non sapevano ancora come denominare. Sulle colonne del “Calcio Illustrato”, infatti, comparsa sia la dizione “Samp-Doria “ (rigorosamente con il trattino) sia “Doria-Samp”.

Tabellino di quella gara storica.

Savona-Sampdoria 1-6

Reti: p.t. 2’ Baldini, 25’ Cereseto, 40’ e 45’, Baldini, 42’ Fiorini; s.t.  25’ Baldini, 39’ Bassetto.

Savona: Tonini, Zanni, Varicelli, Puccini, Longoni, Ivaldi, Ghglione, Zidarich, Cappelli, Di Piazza, Cereseto.

Sampdoria: Lusetti, Borrini, Zorzi, Fattori, Gramaglia, Bertani, Fabbri, Bassetto, Baldini, Fiorini, Frugali.

Arbitro:  Canavesio di Torino.

3.jpg

 

Ecco la Samp 1946-47 schierata al Flaminio di Roma nella prima giornata di campionato

4.jpg

 

15-9-46 amichevole Savona-Sampdoria 1-6. Ecco il Savona di quella storica giornata. Da sinistra, in alto: Roggero (all.), colonnelllo Salvi, Ivaldi, Ghiglione, Cappelli, Zidarich, Longoni, Cereseto, Di Piazza, Delbuono (pres.); accosciati: Doglio (mass.), Puccini, Tonini, Zanni, Varicelli, Bacigalupo

La Serie B venne nuovamente strutturata su tre gironi, e le tre squadre liguri ammesse (Savona, Spezia e Sestrese) furono inserire in un chilometrico “Girone A”: 22 squadre, inizio il 22 Settembre 1946, conclusione il 6 Luglio 1947.

Gli esiti delle nostre squadre regionali risultarono, in quella occasione, assai diversi: mentre lo Spezia lottò addirittura per la Serie A, arrivando al quinto posto (vinse il campionato la Pro Patria), giovandosi dell’intelaiatura che aveva consentito il successo nello “scudetto di guerra”; al Savona e alla Sestrese non bastarono, invece, buona volontà ed abnegazione per sfuggire ad una retrocessione dovuta più a carenze di carattere economico-organizzativo piuttosto che a motivi di carattere tecnico.

Da notare, in ogni caso, che a Savona non si era perso il vizio di lanciare giovani destinati alle ribalte più prestigiose. In quel pur sfortunato campionato 1946-47 si affermarono, infatti, il portiere Pendibene (Reggina, Palermo, Torino, Novara) ed il funambolico e indimenticabile difensore “Ciccio” Varicelli (Cremonese, Livorno, Spal).

La Serie C ’46- 47 fu organizzata su basi regionali. Riteniamo di fare cosa gradita a tutti gli appassionati, elencando (in ordine di graduatoria) le squadre che parteciparono a quel lontano torneo, perché per molte di esse si trattò di una esperienza irripetibile, almeno a  livello di terza serie: Sanremese, Entella, Rivarolese, Speranza Savona, Rapallo, Sestri Levante, Cairese, Lavagnese, Vado, Pontedecimo, Alassio, Bolzanetese, Albenga, Varazze, Sarzanese, Corniglianese, Imperia, Ausonia Spezia, Tigullio Santa Margherita Ligure, Intemelia.

Ecco le formazioni delle savonesi.

Speranza: Guidetti, Testa, Bernardini, Giusto, Schiappapietra ,Baldini, Frumento, Vanara, Moroni, Siccardi, Borgo.

Cairese: Carzino, Vespi, Dionigio, Grenno, Molinari, Benedetto, Milanesi, Melandri, Benedusi, Ferrero, Parisio.

Vado: Ferrero, Motto, Barile, Tomberli, Bartoli, Tomei, Pelizzari, Marchese, Mantero, Bacigalupo Pierino, Mucci.

Alassio: Gianardi, Vigo, Grossi, De Maria, Bologna, Boscione, Granaiola, Turati, Gallarato, Mastroianni, Giglio.

Albenga: Rossi,. Aschieri, Fenech, Pollero, Giordano, De Giorgis, Facollo, Ghini, Facchinetti, Zacchi, Macciò.

Varazze: Chiozza, Parodi, Luporini, Mariotti, Veschi, Viacava, Rivano, Senesi, Gioacchino, Canepa, D’Acqui.

A livello inferiore fu organizzato un girone di I Divisione con la seguente classifica finale: Cengio 31, Veloce 30, Altarese 23, Quiliano 18, Bragno 17, Croce Rosa Celle Ligure 17, Lancia Savona 15, Libero Sport 12, Sabazia Vado Ligure 10, Stella Rossa 4.

Ecco alcune formazioni.

Veloce: Zorzi, Taverna, Podestà, Briano, Bosco, Venturi, Marenco, Antibo, Collavini, Merlino, Panigo.

Cengio: Meliga, Beccaro, Cecchinato, Cepporina I, Cepporina II, Ottomani, Bolla, Repetto, Rusca, Pregliasco.

Sabazia Vado Ligure: Bianchi, Besio, Pratelli, Acquarone, Scotto, Pollero, Larghero, Scarso, Levati, Buscaglia, Bianchi.

Quiliano: Lugas, Reverdito, Suppa, Strazzi, Bergamaschi, Trecca, Bruzzone, Callera, Tura, Giovara, Lecci.

Avis Valleggia: Bruzzone, Arrigo, Lavagna, Bonetti, Vallarino, Caviglia, Padula, Poli, Achiero, Lavagna, Astengo.

Cokitalia Bragno: Perlo, Campora, Musso, Morando, Varaldo, Scorzoni II, Bulbarella, Micco, Perrone, Scorzoni I, Brondo.

Stella Rossa: Origone, Angone, Corsi, Ottonello, Ferri, Fava, Matteucci, Di Salvo, Giuliani, Amedeo, Merengone.

Libero Sport: Paleser, Reano, Minetti, Marchetti I, Saggino, Marchetti II, Salonio, Amedeo, Giovara, Duce, Bresci.

Lancia: Caruggi, Allasia, Beltrame, Piccinaglia, Gamba, Trecca, Minetti, Calera, Tura, Barsotti, Barberi.

Altarese: Ronchetti, Piccardi II, Barone, Piccardi I, Guglieri, Ferro I, Profumo, Tavanti, Ferro II, Rinaldi, Longagna.

La categoria inferiore, per la stagione ’46-47 fu ancora denominata, come nel periodo fascista, Sezione Propaganda (poi diventò la mitica II Categoria, la nostra Serie A). Successo finale dell’Ardita, seguita in classifica da Albisola, Spotorno, Ferrovieri, Inter Varazze, Fornaci, Legino, Lavagnolese, Fronte della Gioventù. Aquila, Finalborghese, Rappresentativa Trasporti.

Queste le formazioni reperite.

Ardita: Ferrero, Genta, Vico, Rolleri, Verna, Argenti, Ferrari, Granaiola, Grignani, Tomassini, Rossello.

Albisola: Massarotto, Salino, Pasini, Schiappapietra,  Ghersi, Spinelli, Venturino, Tartarotti, Cavalla, Baglietto.

Spotorno: Cavanna, Falco, Gambetta, Gilla, Brugna, Speranza, Pugnetti, Bacigalupo, Bozzo, Noceti, Rizzoglio.

Fornaci: Vernè, Sola, Ferruccio, Nicolo; Celio, Bergamaschi,  Mollo, Calvi, Grignani, Minelli, Gigli.

Ferrovieri: Giudici, Rosso, Fusi, Gandini, Del Ponte, Cerisola, Marchetti, DSomà, Calvi, Alessi, Scorza.

Inter Varazze: Mozzone, Dogliotti, Pigozzi, Cerutti, Viacava, Bruzzone, Fava, Piccardi, Canepa, Zunino, Galuzzi.

Aquila: Marenco, Ferrando, Pratelli, Valentini II; Pillitteri, Cepporina III, Taverna, Maniero, Collavini, Merlino, Scarrone.

Legino: Rebella, Boassi, Vercelli, Ongaro, Gabarella, Scella, Murialdo, Frumento, Magni, Pastori, Bergamasco.

Lavagnolese: Beltrame, Rebagliati, Ferro, Briano, Pollero, Pentenero, Frumento, Falco, Scorza I, Selis, Scorza II.

Infine questa la classifica del primo campionato ragazzi stagione ’46-47: Brandale  28, Molese 22 (Molese allenata dal mitico Guglie Talassano), Lavagnola 20, Intrepida 19, Priamar 18, Don Bosco 18, Virtus 14, Villetta 12, Vulcania 6, Valleggia 5.

 Stagione 1947 – 48

 5.jpg

La lavognolese: da sinistra, dirigente Picco, Amerio, Emilio, Ferro, Livio Berruti, Lore, Mazzucco, Allocco, Perezzi, Gagliano, Pasquale Minuto, Ottavio Euustacchio, l’allenatore Torcello

 

Con la stagione 1947 – 48 si ritorna alla Serie C su base interregionale, ma in realtà si tratta di un campionato di qualificazione per la futura Serie C a dimensione nazionale che partirà nella stagione successiva.

Domina il girone il Savona, tornato al terzo livello dopo 6 campionati in Serie B: una squadra di alto profilo qualitativo e agonistico quella diretta da Bertolotto e Cattaneo che domina assolutamente il campionato infliggendo nove punti di distacco alla Fossanese e dieci alla Sanremese. Quarto posto per il Vado, 39 punti, 17 vittorie, 5 pareggi, 8 sconfitte; quinta piazza per lo Speranza, 30 punti, 12 vittorie, 6 pareggi, 12 sconfitte; al decimo posto l’Albenga con 27 punti, 10 vittorie, 7 pareggi, 13 sconfitte, a pari punti con gli ingauni la Cairese, stesso “score” 10-7-13; tredicesimo l’Alassio, 24 punti, 9 vittorie, 6 pareggi, 15 sconfitte.

In Serie C c’è anche il Varazze, incluso però in un girone che oltre le squadre liguri genovesi e di levante comprende lombarde ed emiliane. A sorpresa si aggiudica il girone il Sestri Levante; i nero azzurri  sono decimi con 30 punti, 13 vittorie, 4 pareggi e 13 sconfitte.

Formazioni.

Savona: Castagno, Molinari, Vignolo, Puccini, Alvigini, Longoni, Zilli, Ighina, Cappelli, Siccardi, Manzelli. L’attacco biancoblu segna 68 reti in 30 partite.

Vado: Ferrero, Ghiorzi, Motto, Bacigalupo IV, Sappa, Barile, Marchese II, Tommasini, Mantero, Mucci, Marchese I.

Speranza: Perlo, Ferro, Bernardini, Moroni, Schiappapietra, Baldini, Frumento, Vanara, Bartoli, D’Amore, Borgo.

Albenga: Bossi, Fenech, Ascheri, Bottero, Ferro, Gini, Macciò, Littarelli, Facchinetti, Vacca, Bortoluzzi.

Cairese: Valle, Vespi, Melandri, Milanesi, Rinaldi, Olmi, Bianchi, Bensi, Gandolfi, Bulbarella, Introini.

Alassio: Amoretti, Armanini, Sacccheri, Gallo, Del Guerra, Grossi, Amadori, Rodi, Turati II, Mastroianni, Turati III.

Varazze: Chiozza, Parodi, Luccarini, Mariotti, Deschi, Ischiavo, Rivano, senesi, Ravaschini, Canepa, Daqui.

Il campionato di Prima Divisione 1947 – 48 risultò particolarmente combattuto: alla fine prevalse il Cengio superando per un punto la Veloce. Classifica: Cengio 31, Veloce 30, Altarese 23, Quiliano 18, Cokitalia Bragno 17, Croce Rosa Celle 17, Lancia 15, Libero Sport 12, Sabazia Vado Ligure 10, Stella Rossa 4.

Formazioni disponibili.

Cengio: Meliga, Beccaro, Cecchinato, Cepporina I, Cepporina II, Ottomani, Bolla, Repetto, Rusca, Pregliasco, Gamba

Veloce: Roggero, Genta, Podestà, Bosio, Venturi, Grazzini, Rossello, Mantero, Rolleri, Granaiola, Merlino

Sabazia Vado: Bianchi, Besio, Pratelli, Acquarone, Scotto, Pollero, Larghero, Scarso, Levati, Buscaglia, Bianchi.

Stagione 1948 – 49

Percorriamo, ancora una volta, il tempo a ritroso per occuparci di una delle stagioni più importanti, non solo nella storia del calcio savonese, ma dell’intero calcio italiano: si tratta dell’annata 1948 – 49, quella per intenderci che si concluse con la tragedia di Superga (4 Maggio 1949) vero e proprio punto di svolta per il nostro football che si vide improvvisamente privato, alla vigilia dei mondiali di Rio dove l’Italia era chiamata a difendere il titolo conquistato in Francia nel 1938, dei suoi uomini migliori.

Savona risultò particolarmente colpita, in quel drammatico frangente, perché vi scomparve uno degli uomini – simbolo, Valerio Bacigalupo, leggendario numero uno che, dalle nostre parti, aveva vestito le maglie di Vado, Cairese e Savona.

La stagione 1948 – 49 deve, però, essere ricordata anche come una delle più positive nella storia del Savona Fbc. La compagine, allenata da Agostino Bertolotto, concluse al secondo posto il girone A di Serie C, dopo un duello rusticano durato ben 42 giornate con il Fanfulla (sconfitto, tra l’altro, sia all’andata che al ritorno: 3-2 in quel di Lodi, e 4-2 a Corso Ricci, laddove in una splendida giornata di sole il Savona, schierato in maglia blu, giocò una delle più belle partite dei suoi 102 anni di storia) che, alla fine, prevalse per un solo punto di distacco :“Per un punto Martin perse la cappa”, titolò il Calcio Illustrato, in quell’occasione.

Un Savona spumeggiante, capace di un gioco vivace, sempre a ritmi altissimi, che non realizzò l’impresa di ritornare in Serie B, soltanto perchè, in un girone a 22 squadre (comprendente, tra l’altro, Sanremese, Casale, Pro Vercelli, Biellese, Varese. Monza, Piacenza) era possibile una sola promozione (non esistevano, allora, i play – off).

Questo, dunque, l’organico di quella grande stagione degli striscioni: Portiere: Castagno; difensori: Vignolo (1 rete), Molinari (1 rete), Melandri, Alvigini (1 rete), Ghersi; centrocampisti: Longoni (5 reti), Cappelli (14 reti), Dreossi (6 reti), Siccardi (3 reti), Ighina (3 reti), Semoli , Viacava; attaccanti: Zilli (8 reti), Frumento (10 reti), Re Dionigi (13 reti), Bacciarello (4 reti), Cereseto.

Non era ancora stata istituita la IV Serie e, di conseguenza, il campionato immediatamente al di sotto della Serie C era quello della Promozione Interregionale.

In un girone comprendente anche squadre emiliane e piemontesi (vinto dalla Rivarolese davanti al Borgotaro), si trovarono anche sei compagini rappresentanti della nostra Provincia.

Speranza (terzo posto: la miglior stagione nella storia dei rossoverdi, dalla ricostituzione della società dopo la brutale imposizione di scioglimento attuata dal regime fascista): De Alessandri, Reano, Massone, Amelotti, Schiappapietra, Costa, Briano, Tommasini, Porsenna, Bartolini, Borgo (Guidetti, Baldini, Cavalla, Bartoli);

Albenga (quinto posto): Gianardi; Ascheri, Facchinetti, Bologna, Ferri, Pollero, Carrega, Littarelli, Testa, Rodi, Grosso (Franchi, Tomberli II, Ghini, Riolfo)

Varazze (ottavo posto): Verando; Parodi, Bruzzone; Mariotti; Veschi, Giusto; Zunino, Lamberto, Guerra, Vanara, Canepa (gli ultimi due, grandi protagonisti del Savona anni’30) (Agoglio, Testa, Baglietto I, Baglietto II, Marini)

Vado (undicesimo posto): Bruno Ferrero; Ghiorzi, Bernardini; Bacigalupo, Tomberli, Barile; Marchese I, Marchese II, Mantero, Mucci, Pelizzari (Sandon, Sappa, Pallaro, Calabria, Lorini)

Alassio (dodicesimo posto): Amoretti (ex portiere di Juventus, Fiorentina e della Nazionale), Storelli, Cioli, Boscione, Motto, De Paoli, Marchesotti (un genovese, scomparso prematuramente, al quale fu poi dedicato un magnifico torneo notturno, svoltosi per molte stagioni, a Sampierdarena), Mastroianni, Galuppo, Bottelli, Ilariuzzi (Carbone, Valentino, Minafra, Leone).

Cairese (sedicesimo posto): Mazzucco; Olmi, Fenech; Benzi, Vespi, Ferri; Milanese, Selmi, Gandolfi, Ferrero I, Introini (Rossi, Rinaldi, Regalzi).

Il campionato di I divisione, a girone unico, fu vinto nuovamente dal Cengio, allenato da quel Giovanni Besio che nella stagione successiva sarebbe passato alla Veloce, diventandone l’anima, il cuore, la bandiera per decenni, rappresentando uno dei dirigenti di maggior spicco del nostro calcio provinciale.

La classifica finale della I Dvisione 48 – 49 si dipanò a questo modo: Cengio 36; Dianese 32; Veloce 28; Borgo Peri Imperia 32; Avis Valleggia 25; Finalese 24; Ventimigliese 23; Stella Rossa 27; Quiliano 19; Cokitalia Bragno 20; Ceriale e Loanesi 13; Altarese 10.

Formazioni disponibili.

Cengio: Scappatura, Tomei, Loffredo, Somerra, Cepporina I, Ottomani, Paschina, Rosso, Tacchino, Salvi, Pregliasco

Veloce: Roggero, Cappelli, Podestà, Mantero, Bosio, Grazzini, Rolleri, Amedeo, Rusca, Granaiola, Tissone.

Avis Valleggia: Martino, Arrigo, Lavagna I, Bonetti, Vallarino, Caviglia, Lavagna II, Poli, Ascheri, Pillitteri, Camisa.

Quiliano: Lugas, Reverdito, Suppa, Strazzi, Bergamaschi, Trecca, Bruzzone, Callera, Tura, Giovara, Lecci.

Borgo Peri Imperia: Liguori, Bontempi, Giranti, Quaglia, Alberti, Bruno, Berello, Schivo, Belmonte, Testera, Porro.

Loanesi: Rossi, Facchinetti, Teramo, Raselli, Maritano, Roncati, Podestà, Orso, Basso, Viziano, Littarelli.

Cokitalia Bragno: Perlo, Campora, Musso, Morando, Varaldo, Scorzoni II, Bulbarella, Micco, Perrone, Scorzoni I, Brondo.

Classifica campionato di Lega Giovanile: Veloce 18, Libertà e Lavoro 14, Lavagnolese 13, Finale 10, Varazze 8, Leginese 5, Croce Verde Albisola 3.

Il girone di II divisione registrò il successo del Dego, poi sconfitto, nella finale regionale dalla Pegliese (2-0). Ricordiamo, allora, la formazione degli azzurri della Val Bormida: Doglio, Ferruccio, Zunino, Monticelli, Serra, Pastorino, Leonardi I, Leonardi II, Pittaluga, Reverdito, Calamano.

 Il torneo ragazzi (equiparabile a quello allievi, attuale) fu vinto dalla Stella Rossa, seguita da Lavagnolese, Robur (una squadretta messa su da papà Ciglieri, nelle cui fila esordirono futuri astri del calcio savonese, da Emilio Pacini, all’ingegner Pizzimbone, all’oculista Sanna), Lancia, Vado, Valle di Vado, Sabazia, Fronte della Gioventù e Sibi (Salviamo i bimbi d’Italia,una istituzione benefica presente nell’immediato dopoguerra: in quella squadra esordirono Andre Galindo, Elvio Curti, Bruno Porta, fra gli altri).

Si disputò, infine, anche il primo campionato Uisp: da ricordare soprattutto perché registrò il successo della Villetta, quella Villetta che,  negli anni ’50 – 60, si sarebbe segnalata come una delle migliori società della provincia, organizzando per anni un torneo giovanile di dimensione nazionale come quello intitolato a Giancarlo Boggio e pervenendo, con la prima squadra, fino alla “Promozione”: Con quella Villetta (che in quella sua edizione inaugurale, allenata dai fratelli Marino,schierava la seguente formazione: Govone, Bianchi, Gilardoni, Rossi, Sguerso (Il “maestro”: uno dei personaggi più importanti della Savona del dopoguerra nel calcio, nella politica, nell’insegnamento, nella cultura) in campo Valdora, Bianchi, Pentenero, Roetto, Negri, Pratelli); nel primo torneo Uisp c’erano anche: Grondona A e Grondona B (si trattava del Circolo dei Portuali), Molese (allenata da “Guglie” Talassano), Servettaz, Rinascita Fornaci, Zinolese, Fulgor e Scarpa e Magnano. Come si può notare, erano ancora presenti le squadre di fabbrica a testimonianza della antica Savona industriale che, alla vigilia delle grandi lotte dell’Ilva, stava per percorrere purtroppo la sua ultima stagione.

 Stagione 1949 – 50

La gerarchia dei campionati, tra la fine degli anni ’40 e l’inizio degli anni ’50, prevedeva, al di sotto del girone unico di Serie A e di quello di Serie B, quattro gironi di Serie C e il torneo denominato di “Promozione Interregionale”. Il girone E di questo torneo prevedeva così la presenza delle squadre liguri, con innesti da altre regioni, nel caso quello della Borgotarese di Borgo Val di Taro in provincia di Parma. Si trattò dell’ultima occasione in cui il Vado giocò per tornare in quella serie C di cui aveva fatto parte fino all’annata ’47-48: l’impresa ai ragazzi del presidente Biggini non riuscì per soli tre punti, scavalcati dal Rapallo. Andiamo, però, per ordine.

In Serie C delude il Savona. Gli striscioni, reduci dal fantastico torneo 1948-49 e sostenuti da un pubblico corposo e appassionato (gradinate e tribune in legno del campo di corso Ricci sono sempre gremitissime), sono i grandi favoriti del girone A (in cui militano, tra le altre, Monza, Pavia, Casale, Varese, Biellese, Pro Vercelli e quel  fortissimo Seregno che allinea tra i pali Bugatti, futuro portiere della Spal, del Napoli, dell’Inter e della Nazionale e che alla fine metterà tutti d’accordo).

Stefano Del Buono ha fatto le cose in grande rafforzando l’attacco con tre acquisti di grande peso: dal Torino è arrivato Francone, un titolare dei “boys” granata che nel finale della stagione precedente avevano sostituito i titolari scomparsi nel rogo di Superga; dal Vado era stato acquistato “Bertin” Mantero, un grandissimo cannoniere sul piano tecnico e balistico (in quella stagione firmerà 20 reti), e dalla Sanremese l’eccelso Mario Ventimiglia, già ala sinistra della Juventus e della Sampierdarenese.

6.jpg

 

Stagione 1949-50: campionato in chiaroscuro per gli striscioni biancoblu. Pesano i cambi di allenatore e l’infortunio a Roberto Longoni, cervello del centrocampo. Al centro della foto il presidente Dotta, imprenditore con fabbrica in Corso Vittorio Veneto dove adesso sorgono i giardini di San Michele, già comandante partigiano con il nome di battaglia “Bacchetta”

Ma le attese vanno deluse. Qualcosa si rompe nel giocattolo biancoblu: una incomprensione divide il futuro “presidentissimo”(all’epoca ancora “vicepresidente tecnico”) dall’allenatore Gustin Bertolotto che si ritira sull’Aventino e, dopo un breve interregno affidato all’ex-giocatore Enzo Venturini (già protagonista in Serie A con Genoa e Livorno e rimasto a Savona quale apprezzato funzionario dell’Ufficio del Catasto), la guida della squadra è affidata a Josè Volante, un argentino già centromediano del Napoli, che da allenatore, nel suo girovagare su e giù per la penisola, non si dimostrerà particolarmente brillante.

Arriva alla fine soltanto il settimo posto per gli striscioni che allineano questa formazione base: Castagno, Vignolo, Melandri, Ighina, Molinari, Trombello, Cappelli, Francone, Mantero, Siccardi, Ventimiglia (gioca soltanto 7 partite Roberto Longoni, infortunato ad un ginocchio; una assenza che pesò tantissimo nel rendimento complessivo della squadra). Altri rincalzi: Bacciarello, Piana, Fuzer (un romeno-ungherese proveniente dal Genoa dal rendimento molto altalenante), Paravagna ed i giovani virgulti locali Vagnola I, Reggiani, Storelli, Romero, Spotorno.

Torniamo al campionato di Promozione Interregionale per riferire della classifica completa del campionato a 17 squadre, segnalando anche che si tratta dell’ultimo campionato a questo livello della gloriosissima Speranza.

Questo il dettaglio: Rapallo 46 punti; Vado 43; Albenga 41, Pontedecimo 38, Sestri Levante 36, Lavagnese 35, OTO Spezia 33, Alassio 33, Entella 32, Corniglianese 29, Imperia 29, Varazze 28, Sampierdarenese 27, Bolzanetese 27, Borgotarese 26, Liberi Sestresi 26, Speranza 15.

Come abbiamo visto le savonesi sono cinque. Questi gli organici.

VADO: Bruno Ferrero (un grande portiere, poi con Rapallo, Casertana, Veloce, Savona, protagonista del grande ritorno degli striscioni in Serie C nel ’58-59), Ghiorzi, Vespi, Bacigalupo V, Tomberli, Barile, Marchese I, Calabria, Frumento, Bartoli, Marchese II (Sappa, Gandolfi, Ferrero I un ottimo mediano fratello di Bruno anche lui in futuro giocatore del Savona Fbc, Antonio Caviglia, un altro dalla carriera professionistica con Prato e Akragas poi scomparso giovanissimo in un incidente quando negli anni ’60 era allenatore-giocatore della Spotornese), Pelizzari, Ferro, Gravano, Aschero).

7.jpg

 

Vado Fbc, da sinistra, in piedi: il dirigente Levratto, Gravano, Aschero, Lavagna, Sguerso, Biggi, Pelizzari, Scappatura; accosciati: Pastorino, Bernardini, Caviglia, il massaggiatore “Richetto” Del Rio

ALBENGA: Agoglio, Ghini, Olmi, Maritano, Ferri, Grassi, Riolfo, Tomasini, Cagna, Carrega, Vacca (Littarelli, Grosso).

ALASSIO: Moscino, Ghersi, Brancaleoni, Ruffini, Boscione, Bologna, Cristiani, Bottelli, De Paoli, Secco, Mosio (Gianardi, Motto).

8

 

In quest’Alassio, sicuramente di lusso, un affettuoso ricordo per Gino Ghersi, futuro maestro per intere generazioni di aspiranti calciatori, Ivo Brancaleoni che giocherà in serie A con Torino, Bari, Como, il portiere Remo Moscino della dinastia di ristoratori savonesi e acrobatico portiere titolare anche nel Savona Fbc, fatello dell’indimenticato Marietto, futuro deus ex machina dell’Agenzia marittima Galleano, giocatore e poi dirigente di Savona e Juventus, e Boscione che, negli anni ’60, allenerà le stesse “vespe”

VARAZZE: Verardo, Dogliotti, Gherzi II, Mariotti, Baglietto I, Imperiale, Furlani, Marchisotti, Baglietto II, Pinacci, Baglietto III (Puggi, Zunino, Campanelli il famoso “Budda” poi a lungo allenatore dell’Alassio, Cai, Antibo).

SPERANZA: Baldizzone, Reano, Massone poi biancoblu e protagonista con Carbosarda e BPD Colleferro in Serie C, Costa, Briano II, Baldini, Casella, Briano I, Amelotti, Galuppo, Biggi (Cavalla, Scorzoni, Grazzini, Giacobbe).

Nel sottostante campionato di Prima Divisione, grande exploit della Veloce che comincia quel cammino ascensionale che vedrà la società granata con sede al Bar Commercio salire fino alla IV Serie. Sotto la guida del presidente onorario Angelo Monti un albergatore di successo che, in seguito, ha lasciato al figlio Pino la passione per il calcio e del presidente effettivo lo “storico” Ameglio, dei vice-presidenti Renato Levo (in questi nomi c’è tutta la storia della Veloce) e Bertacchi, degli allenatori Ferrari e Giovanni Besio la squadra, nelle cui fila fanno spicco, i due “moschettieri” del Savona anni ’30 Borgo e Vanara, si impone in un difficilissimo campionato.

Classifica finale: Veloce 34 punti, Val Bordighera 33, Cairese 28, Loanesi 27, Ventimigliese 25, Avia Valleggia 24, Quiliano 23, Finale 19, Stella Rossa 16, Cengio 13, Dianese 10, Altarese 6.

Formazioni delle savonesi.

VELOCE: Caviglia Valentino, Venturino, Cepporina, Losano, Galuppo, Granaiola, Amedeo, Vanara, Borgo (Roggero, Testa anche lui ex-biancoblu anni ’30, Amerio, Bosio, Cattardico, Conterno, Ghiglione, Venturi).

9.jpg

 

La Veloce sale per la prima volta nella Promozione interregionale al quarto livello del calcio italiano. Da ricordare il trio dirigenziale: il direttore sportivo Rebagliati, cassiere della Carisa nella sede del mercato civico di via Pietro Giuria; il presidente Monti albergatore-principe, proprietario dell’Hotel Riviera Suisse in via Paleocapa e, in seguito, anche dell’Hotel La Terrasse alle Fornaci (con annessi bagni Ariston), e il direttore tecnico Giovanni Besio, operaio della Scarpa e Magnano, alla guida dei granata per oltre quanrant’anni ma già allenatore nell’anteguerra di Virtus e Ilva. In campo ci sono ancora Nanni Vanara, grande protagonista con il Savona Fbc negli anni ’30, e Valentino con un passato nel Genoa in Serie A. L’allenatore Cattaneo già ala destra dell’Alessandria e della Roma con qualche presenza in nazionale.

CAIRESE: Mazzucco, Milanese, Bulbarella, Rinaldi, Fenech, Varaldo, Lavagna, Rissone, Ferrero, Sesca, Garello (Scanferlato, Branda).

10.jpg

 

La Cairese 1949-50. Da sinistra: Garello, Rissone, Sesca, Bronda, Varaldo, Rinaldi, Ferrero, Fenech, Bulbarella,Milanese, Scanferlato, il massaggiatore Benevento

LOANESI: Gabbarini (futuro arbitro di buon livello), D’Erasmo, Basso, Fachinetti, Roncati,Pecchioni, Signorile, Vacca, Littarelli, Francia (Ravelli).

11.jpg

 

Un inedito davvero gustoso: i Loanesi in maglia blucerchiata. Insomma: proprio l’opposto del tradizionale rossoblu che invece viene indossato dalla piccola “mascotte”

AVIS VALLEGGIA: Martini, Parodi, Oliva, Zunino, Vallarino, Galleano, Grignano, Ferrero, Folco, Camici, Caviglia.

QUILIANO: Lugas, Reverdito, Sbruzzi, Callera, Tura, Cerisola, Peressi, Rosso, Giovara, Bruzzone, Rebagliati.

FINALE: Perlo, Vallarino, Cappellini, Firpo, Schiappapietra, Andrei, Gamba, Sorrentino, Torre, Cresci, Bartozzi (Valgimigli, Pelizzetti).

STELLA ROSSA: Beretta, Cappelli, Trincheri, Novaro. Macrì, Bruzzone, Padula, Duce, Lavagna, Panigo, Bresci (Bennati).

CENGIO: Rebella, Cotto, Varetta, Brunasso, Tomei, Salvi (padre del futuro sampdoriano e vicentino Giancarlo), Locci, Bruno, Minetto, Brighi, Pregliasco (Musso, Lorini, Ferrari).

ALTARESE: Ronchetti, Piccardi I, Pollero, Zamboni, Perrone, Pastorino, Rapetti, Nofrio, Bazzano, Pansera, Tissone.

12.jpg

 

Un’immagine-simbolo da ricordare, anche se ormai quasi del tutto dimenticata, del settore giovanile dell’epoca. Si tratta dei Resegotti Boys fondati a Noli dall’ex-commissaario tecnico della Nazionale Nino Resegotti con lo scopo di rilanciare il calcio nell’antica Repubblica Marinara. Qualche anno dopo ci ssarà la fusione con la Polisportiva Nolese e la fondazione della” Nolese Resegotti Ganduglia” società protagonista del calcio savonese per un lungo periodo fino ad approdare a metà degli anni’60 nel campionato di Promozione. Da sinistra in piedi: una riserva, Castino, Giorgetti, l’allenatore Teodoro Moggio, Caviglia, Gallo, Ginepro, Placido Interdonato (per tanti anni barbiere con negozio a fianco della Loggia della Repubblica); accosciati: Pizzorno, Sciutto, Garzoglio, Giuliano Moggio, Gino Interdonato.

 Una riflessione è doverosa al termine di questa carrellata su un percorso a quei tempi molto accidentato ma al tempo stesso di grande significato storico, sociale, politico ed economico del Savonese. In quegli anni difficili, che andrebbero non solo ricordati ma indicati ad esempio di coraggio, forza, compattezza e solidarietà, la società savonese era capace di generare, alimentare e intessere il meglio della gioventù e della qualità di giovani cittadini delle più diverse estrazioni sociali, nelle scuole, nelle fabbriche, nei quartieri. Il calcio come comune denominatore, collante per una coesione ritrovata dopo anni bui. Da non dimenticare. Come i nomi di chi con coraggio e grande determinazione e senso di appartenenza diede vita dopo anni bui a quella parte fondamentale della nostra Storia. 

 

1968 – 1976: OTTO STAGIONI DI PRIMA CATEGORIA SECONDO LIVELLO DEL CALCIO LIGURE

LA FAVOLA DEL CALCIO PROVINCIALE SOTTO LE BANDIERE DI SPAL  CHIEVO, PESCARA E BENEVENTO

VIANA, ASTON, ROMERO: I TRE ARBITRI “BESTIE NERE” DELL’ITALIA AI MONDIALI

DAL 1968–69 AL 1975–76: 8 STAGIONI A GIRONE UNICO DI ECCELLENZA LIGURE

10 GENNAIO ’60: IN ONDA “TUTTO IL CALCIO MINUTO PER MINUTO”