IL SAVONA E LE TOSCANE UNA SOLA PROMOZIONE IN TRENTOTTO CAMPIONATI 

 

Il Girone E della Serie D 2017 – 2018 comprende squadre ligure e toscane: il Savona Fbc si trova così nella condizione di affrontare, per la 38° occasione nella sua storia, un campionato affrontando compagini provenienti dall’antica Etruria. Squadre con una lunga tradizione alle spalle e squadre arrivate per la prima volta al livello di un torneo interregionale. Da notare che, in questi frangenti, agli striscioni bianco blu è capitato di vincere il campionato in una sola occasione: Prima Divisione 1931 – 32. Vittoria nel girone che alla fine non servì per salire in Serie B per via dell’esito infausto delle finali.

Abbiamo ricercato sui nostri almanacchi le vicende di questi 38 tornei e sinteticamente, abbiamo pensato di riassumerli di seguito.

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Giocatori della Lucchese negli anni ‘20

CAMPIONATO DI PRIMA DIVISIONE 1927 – 28.

Si inaugura il campo di Corso Ricci ( Savona – Carpi 5-0) e per la prima volta il Savona incrocia sqaudre toscane. Era, invece, già capitato allo Speranza nel torneo di Divisione Nazionale 1922 – 23 incontrando il Pisa che alla Valletta si era imposto per 4-2 in una partita raccontata spesso dai nostri anziani, ancora ammirati dalle prodezze dei cannonieri Sbrana e Merciai e dalle grandi parate del “gatto magico” Gianni che in seguito avrebbe difeso la rete di quel “Bologna che tremare il mondo fa” e della Nazionale, alternandosi con De Prà e Combi.

Torniamo però alla stagione 1927 – 28. E’ proprio una toscana a vincere il campionato: la Pistoiese con il Prato che giunge secondo. Savona al quarto posto. Distanziate la Carrarese al quinto, Pisa ottavo, Lucchese decima. La prima trasferta del Savona in terra toscana è a Pisa e finisce a reti inviolate. Toccò invece al Prato, scendere per prima tra le squadre toscane in Corso Ricci: 1-1 risultato finale.

CAMPIONATO DI PRIMA DIVISIONE 1928 – 29

Vince il campionato lo Spezia. Savona terzo. Le toscane: Pisa quinto, Viareggio, ottavo, Carrarese decima, Lucchese tredicesima

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Il Savona dell’attacco atomico fatto in casa: da sinistra: Bartoli, Vanara, Canepa, Calcagno, Poccardi, Argenti, De Valle, Pantani, Borgo, Caviglione, Toscano

CAMPIONATO DI PRIMA DIVISIONE 1929 – 30  (prima stagione del girone unico di Serie A e B)

Vince il campionato la Rivarolese. Savona terzo. Piazzamento delle toscane: Lucchese seconda, Carrarese quarta, Viareggio quinta, Empoli decima, Pisa undicesima.

CAMPIONATO DI PRIMA DIVISIONE 1931 – 32

Come già accennato è proprio il Savona a vincere il torneo. Empoli quarto, Pisa settimo, Viareggio ottavo, Lucchese decima, Carrarese undicesima.

CAMPIONATO DI SERIE C 1935 – 36 (stagione di istituzione del torneo)

Vince il campionato lo Spezia. Savona decimo. Presenti soltanto due squadre toscane: Pontedera dodicesimo, Aquila Montevarchi tredicesima.

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Un  Savona anni ’30: Da sin. in piedi: Sandroni, Caburi, Piana, Argenti, Cozzi, Pellegrino, Gallino, Vaschetto (sarà il primo centravanti arretrato nella storia del calcio italiano con la Salernitana di Gipo Viani in Serie A), il massaggiatore Verna; accosciati: Gè, Borel I (fratello maggiore del celebre “Farfallino” cinque scudetti con la Juve e il mondiale del ’34), Villa

CAMPIONATO SERIE C 1936 – 37

Vince il campionato la Sanremese. Savona sesto. Una sola toscana, la Carrarese che finisce al quattordicesimo posto

CAMPIONATO SERIE B 1940 – 41

Per ritrovare le squadre toscane il Savona è dovuto salire in Serie B. E’ la migliore stagione del club savonese che lotta per la Serie A (con il mistero della partita venduta con il Modena nel buio del cinema Reposi: episodio misterioso che abbiamo già avuto diverse occasioni di raccontare). Vince il campionato la Liguria, antenata prossima della Sampdoria. Savona quarto. Siena ottava, Lucchese decima, Pisa quattordicesima. In Savona – Siena giocata in Corso Ricci il portiere bianco blu Martini segnerà un goal da porta a porta al collega senese Erbinovi (2-0 finale). Una prodezza imitata, decenni dopo, da un altro portiere savonese, Simone Aresti

CAMPIONATO SERIE B 1941 – 42

Vince il campionato il Bari. Il Savona scende al quattordicesimo posto. Pisa settimo, Siena tredicesima, Lucchese diciottesima

CAMPIONATO SERIE B 1942 – 43

Il campionato si gioca nel pieno della bufera della guerra. Le condizioni logistiche impediscono al Savona di disputare un torneo regolare e gli striscioni si piazzano al diciassettesimo posto (il Palermo si è ritirato, nel momento in cui gli Alleati avevano cominciato a minacciare l’invasione della Sicilia). Ciò nonostante viene lanciato tra i pali Valerio Bacigalupo,  poi portiere dell’invitto Grande Torino caduto a Superga. Vince il campionato il Modena. Pisa quinto, Siena quattordicesimo.

CAMPIONATO SERIE B 1946  – 47

Mastodontico torneo a 22 squadre, nell’immediato dopo guerra in una Serie B suddivisa in tre gironi. Il Savona retrocede al ventesimo posto. Pistoiese sesta, Carrarese tredicesima, Viareggio quindicesimo. Vince il campionato la Pro Patria di Lello Antoniotti e Reguzzoni.

CAMPIONATO IV SERIE 1952 – 53 ( prima stagione del nuovo campionato)

Siamo al centro di una grave crisi economica che investe la Città e la squadra, al centro della prima fase di dismissione industriale. Il Savona è sceso nel nuovo campionato di IV Serie e retrocede in Promozione piazzandosi al sedicesimo posto. Il torneo è vinto proprio da una squadra toscana, la Carrarese, mentre la Massese si piazza decima.

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Savona Fbc stagione 1952 – 53

CAMPIONATO DI SERIE B 1966 – 67

Nel corso dell’epopea degli anni ’50 – ’60 con l’inaugurazione del nuovo stadio di Legino, la risalita in Serie C e poi la meravigliosa ascesa in Serie B al Savona non toccano avversarie toscane. Accade di nuovo nella Serie B 1966 – 67, quella dell’inopinata retrocessione in seguito alla “fatal Catania”. Gli striscioni si piazzano al diciassettesimo posto (ci sono quattro retrocessioni) lasciandosi alle spalle l’Arezzo. Livorno sedicesimo (gli amaranto passano al Bacigalupo per 1-0 con un goal all’ultimo minuto di Nastasio, dopo che Verdi aveva fallito un calcio di rigore) e il Pisa quindicesimo. Vince il campionato l’immaginifica Sampdoria di Fulvio Bernardini, quella che “giocava in Paradiso”.

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Nelle figurine “Panini” l’immagine del portiere Bellinelli, figlio di un ferroviere livernese, che con le sue grandi parate propiziò la vittoria del Livorno al Bacigalupo in una gara che alla fine risultò decisiva per la retrocessione del Savona.

CAMPIONATO DI SERIE C 1969 – 70

Per la prima volta da quando la Serie C è articolata su tre gironi il Savona viene incluso nel girone B, quello dell’Italia centrale. Vince il campionato la Massese di Sergio Castelletti. Striscioni decimi. Toscane: Empoli quinto, Prato sesto, Lucchese settima, Viareggio dodicesimo, Siena diciottesima, Pistoiese diciannovesima.

CAMPIONATO DI SERIE C 1970 – 71

La stagione del “campionatissimo” con cinque liguri nel girone B: Genoa (allenato da Sandokan Silvestri), Entella, Spezia, Imperia e Savona al tredicesimo posto. Toscane: Lucchese sesta, Prato settimo, Viareggio decimo, Empoli quattordicesimo, Aquila Montevarchi diciottesima.

CAMPIONATO DI SERIE C 2  1978 – 79 ( campionato di nuova istituzione)

Vince il campionato la Sanremese. Il Savona tredicesimo si salva all’ultimo giornata (vittoria in trasferta a Tortona, 2-0. E’ tornato in bianco blu a chiudere la carriera Pierino Prati). Foltissimo il nugolo delle toscane: Rondinella Marzocco terza, Lucchese quarta, Siena quinta, Carrarese sesta, Aquila Montevarchi settima, Cerretese nona, Grosseto decimo, Sangiovannese dodicesima, Sansepolcro quattordicesimo, Pietrasanta sedicesima.

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Il Savona al suo primo campionato di Serie C 2 : da sinistra: Battilani, Piaser, Di Davide, Sulfaro, Persenda (all.), Dolci, Pierino Prati;  accosciati: Rossi, Baesso, Zunino, Spagnolo, Lanni.

CAMPIONATO DI SERIE C 2 1980 – 81

La composizione del girone è orientata verso il nord. Vince il campionato la Rhodense. Savona quinto preceduto da Carrarese, terza e Lucchese quarta.

CAMPIONATO DI SERIE C2 1981 – 82

Nella stagione nella quale Pierino Cucchi lancia il suo indimenticabile virgulto Enrico vince il campionato la sola toscana presente, la Carrarese. Savona settimo.

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Savona 1981 – 82 da sinistra in piedi: Ridolfi, Vetere, Tumellero, Luccini, Zorzetto, Savoldi; accovacciati: Belli, Galasso, Turrini, Molinari, Chiarotto

CAMPIONATO DI SERIE C2 1982 – 83

Vince il campionato il Prato. Savona settimo. Le toscane sono tornate in forze: Lucchese settima, Cerretese decima, Pontedera undicesima, Grosseto diciassettesimo, Montecatini diciottesimo.

CAMPIONATO DI SERIE C2 1983 – 84

Vince il campionato il Livorno, in quel momento nobile decaduta. Savona sesto. Toscane: Lucchese quarto, Pontedera quinto, Massese dodicesima, Cerretese sedicesima.

CAMPIONATO DI SERIE C2 1984 – 85

Ancora una toscana al vertice, il Siena. Savona decimo. Toscane: prato secondo, Lucchese quarta, Pontedera quinto, Massese ottava, Montevarchi undicesimo.

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Carrarese 1982 – 83

CAMPIONATO DI SERIE C2 1985 – 86

Stagione nerissima: il Savona, diciassettesimo, retrocede assieme alla Cairese che ha disputato il suo unico campionato a questo livello. Vince il torneo la Lucchese. Le altre toscane: Pistoiese terzo, Pontedera sesto, Massese settimo, Montevarchi sedicesimo.

CAMPIONATO INTERREGIONALE 1990 – 91

Nella stagione nella quale il Savona del presidente Grenno con Corrado Orcino in panchina vince la Coppa Italia Dilettanti, il torneo è appannaggio della Pistoiese. Gli striscioni si piazzano al quarto posto. Sestese terza, Camaiore nono.

CAMPIONATO INTERREGIONALE 1991 – 92

Il Savona allenato da Corrado Orcino perde il campionato nello spareggio di Casale terminato ai rigori a favore dell’Oltrepo. Un’autentica beffa. I biancoblu giocavano un calcio splendido e avrebbero meritato di salire. Ci sono due squadre toscane: Camaiore sesto e Pietrasanta decima.

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Il Savona conquista in Calabria la Coppa Italia dilettanti. In piedi da sin.: Prussiati (mass.), Viviani, Adda, Sinopia, Mozzone, Stellatelli (dott.), Di Somma, Barlocco, Grenno (pres.), Vallongo (all.); al centro: Cuc, Bertolucci (mag.), Lazzaretti, Bonomo; seduti: Lentini, Carrea, Bottari, Gatti, Biolzi, Bocchi

CAMPIONATO INTERREGIONALE 1992 – 93

Vince il campionato la Vogherese. Savona al quinto posto. Toscane: Livorno secondo, Camaiore settimo, Cuoio Pelli dodicesimo, Pietrasanta quindicesima.

CAMPIONATO INTERREGIONALE 1993 – 94

Vince il campionato la Pro Vercelli. Savona settimo. Molto forte la rappresentanza toscana: Colligiana seconda, Pietrasanta quinto, Grosseto ottavo, Certaldo nono, Camaiore decimo, Cuoio Pelli undicesimo.

CAMPIONATO INTERREGIONALE 1994 – 95

Vince il campionato il Grosseto, Savona terzo dopo un ottimo torneo. Colligiana quinta, Camaiore sesto, Torrelaghese tredicesima, Pietrasanta sedicesima, Certaldo diciassettesimo.

CAMPIONATO INTERREGIONALE 1995 – 96

Vince il campionato il Pisa nel quale gioca il finale di carriera lo sfortunato Signorini. I nero – azzurri però cadono a Savona: 1-0, rigore di Patrick Panucci. Savona settimo posto. Toscane: Poggibonsi quinto, Colligiana sesta, Camaiore settimo, Castelnuovo Garfagnana nono, Viareggio undicesimo, Torrelaghese diciassettesima.

CAMPIONATO INTERREGIONALE 1996 – 97

Ancora una vittoria toscana, tocca questa volta al Viareggio. Savona settimo. Le altre toscane: Castelnuovo Garfagnana secondo, Aglianese quarta, Pietrasanta quinta, Colligiana sesta, Poggibonsi nono, Barberino decimo, Camaiore dodicesimo, Cecina quindicesimo.

CAMPIONATO INTERREGIONALE 1997 – 98

Vince la Sanremese ma per il Savona, sedicesimo posto, è una stagione deludente: retrocede assieme all’Entella. Toscane: Camaiore quinto, Castelnuovo Garfagnana settimo, Massese ottava, Ponsacco decimo, Pietrasanta dodicesima.

CAMPIONATO DI SERIE C 2 2002 – 2003

Il Savona, presidente Beppino Piro e allenatore Felice Tufano, è risalito fino alla C2. Una stagione particolare, vince il torneo la Florentia Viola provvisoria denominazione della Fiorentina uscita dal drammatico fallimento di Cecchi Gori. La Florentia  passa al Bacigalupo al termine di una contrastata partita, goal di Riganò e pareggio savonese di Murgita inopinatamente annullato per un (molto) presunto fuorigioco. Savona dodicesimo posto. Le altre toscane oltre la Florentia Viola: Castelnuovo Garfagnana quarta, Grosseto quinto, Sangiovannese sesto, Poggibonsi settimo, Aglianese ottava, Aquila Montevarchi tredicesima.

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Ecco la Florentia – Viola che ha espugnato il “Bacigalupo” con l’aiutino arbitrale

CAMPIONATO DI SERIE D 2004 – 2005

Vince il campionato il Cuneo. Savona in una fase complicata al dodicesimo posto. Ci sono due toscane: l’Armando Picchi di Livorno all’undicesima piazza e il Versilia sedicesimo.

CAMPIONATO DI LEGA PRO SECONDA DIVISIONE 2011 – 2012

I campionarti hanno cambiato denominazione e il Savona recupera il livello che era stato dell’antica C2. Vince il campionato il Treviso, striscioni tredicesimi. Due toscane: Poggibonsi nono, Borgo a Buggiano decimo.

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Una formazione del Poggibonsi in Lega Pro

CAMPIONATO DI LEGA PRO 2013 – 2014

La Lega Pro viene unificata in un unico torneo. Vince l’Entella che inizia la ascesa che lo porterà a lottare per la Serie A disputando ottimi campionati nella cadetteria. Il Savona è sesto. La Carrarese undicesima.

CAMPIONATO DI LEGA PRO 2014 – 2015

Siamo arrivati ai campionati di cui non avremmo mai voluto scrivere. Vince il campionato il Teramo, ma per via di una presunta “combine” proprio con il Savona i bianco rossi non sono ammessi alla Serie B. Il Savona si dibatte nelle penalizzazioni per inadempienze finanziarie e si salvano ai play – out eliminando rocambolescamente il Gubbio. Tante toscane: Pisa quinto, Tuttocuoio ottavo, Pontedera nona, Lucchese decima, Grosseto undicesimo, Carrarese dodicesimo, Prato quattordicesimo, Pistoiese quindicesimo.

CAMPIONATO DI LEGA PRO 2015 – 2016

La Spal prende la rincorsa che porterà la società ferrarese a rifrequentare, dopo 50 anni, la Serie A. Il Savona penalizzato per il pasticciaccio con il Teramo della stagione precedente e ritardi nei pagamenti retrocede ignominiosamente in Serie D. Molte le toscane inserite nel girone: Pisa secondo, Carrarese quinto, Siena sesto, Pontedera settima, Arezzo nono, Tuttocuoio decimo, Lucchese dodicesima, Pistoiese tredicesima, Prato quattordicesimo.

CAMPIONATO DI SERIE D 2016 – 2017-08-12

Il Savona riprende il cammino con la presidenza Cavaliere affrontando di nuovo la Serie D dopo due stagioni di vera e propria tribolazione e perdita di credibilità. Vince il torneo il Gavorrano, squadra di un paese vicino Grosseto. Si può notare come in questa categoria le squadre si avvicendano vorticosamente rappresentando situazioni pressoché prive di storia calcistica. Un calcio vorticoso, un vero e proprio dio Kronos che divora i suoi figli. Il Savona perviene al terzo posto. Le toscane: Massese seconda, Ponsacco ottavo, Querceta nona, Montecatini undicesimo, Montemurlo tredicesimo, Viareggio quindicesimo, Ghivizzano sedicesimo, Grosseto dodicesimo.

 

VIAGGIO NELLA MEMORIA: ALLA RICERCA DELLA STAGIONE CALCISTICA IDEALE: 1960 – 61

 

di FRANCO ASTENGO

Questo intervento propone semplicemente un “viaggio nella memoria” riservato a chi per tanti anni ha seguito intensamente e nei suoi diversi aspetti la storia del calcio.

In questo caso si tratta di una visione assolutamente personale cercando di rispondere ad un interrogativo: nelle tante che si sono succedute e accavallate nella memoria quale è stata la “stagione di riferimento”, quella cioè cui va per prima il pensiero quando ci si concede una ricostruzione legata al nostro soggettivo immaginario?

Nel caso specifico è evidente che la scelta non possa non cadere che tra gli anni’50 e quelli ’60, ancor meglio tra la seconda parte del decennio ’50 e la prima di quello successivo.

Sono stati gli anni delle grandi scoperte, delle novità più interessanti, della conoscenza diretta di tanti protagonisti dell’epoca o di quella appena passata capaci di raccontare storie davvero affascinanti, e del primo calcio “giocato”, al punto da sentirti comunque protagonista della stessa avventura che stava coinvolgendo gli assi della Serie A cui si prestava lo sguardo andando ad assistere, quando possibile, alle partite.

Mi sono quindi posto il problema della stagione di riferimento del mio personale immaginario e dopo una qualche indecisione ho scelto l’annata 1960 – 61, scudetto alla Juventus dopo una dura polemica con l’Inter per una partita ripetuta, quinta coppa dei Campioni consecutiva per il Real Madrid, Savona protagonista di un ottimo campionato in Serie C nel “nuovo” stadio di Legino (seconda stagione): questi i fatti principali.

Soprattutto però: la miglior Sampdoria di tutti i tempi, preferibile a quella dello scudetto (fatta la tara del mutamento dei tempi con annessi e connessi), la visione di una partita storica – forse quella giocata con il maggior pathos agonistico al Bacigalupo – tra Savona e Modena, partita perduta ma in altro modo rispetto a ciò che era accaduto esattamente vent’anni prima, la possibilità di muoversi più liberamente e quindi di seguire anche il campionato di Promozione (la nostra Serie A) stando vicino ai tanti amici (ammiratissimi) così bravi da poter giocare a quel livello, e sorpresa finale con l’amata Priamar della quale racconterò in conclusione.

Si tratta anche della stagione nel corso della quale, disponendo anche di una certa dose di presunzione, ho pensato di saperne abbastanza (anche se non troppo) della storia del calcio e – insieme – di aver cominciato a capire “da dentro” l’andamento del gioco e quindi di avere la capacità di scegliere i giocatori e la loro disposizione in campo, sviluppando anche della valutazioni sui singoli e sul complesso.

Raccontiamo allora la stagione 1960 – 61, con classifiche e formazioni di Serie A, B, C girone A, Promozione Ligure girone A (per non farla troppo lunga ometto classifiche e formazioni dei campionati che non mi era stato possibile seguire direttamente, ma soltanto per via cartacea: non ho la pretesa, in questo caso, della completezza degli almanacchi ma soltanto di riferire flash soggettivi).

Serie  A

Classifica finale:

Juventus 49, Milan 45, Inter 44, Sampdoria 41, Roma 39, Padova 38, Fiorentina 37, Catania 36, Bologna 31, Atalanta 31, Lanerossi Vicenza 31, Torino 30, Spal 30, Udinese 29, Lecco 29, Bari 23, Napoli 25, Lazio 18 (Bari poi penalizzato di 10 punti e retrocesso con Napoli e Lazio)

In precedenza alle formazioni è doveroso pubblicare il tabellino di una partita particolare giocata il 10 giugno 1961.

Si tratta di quella gara Juventus – Inter , ripetuta alla fine del campionato con la Juve già aritmeticamente campione d’Italia, con l’Inter che per protesta mandò in campo la squadra “Primavera”.

La partita era stata sospesa al 31’ del primo tempo il 16 Aprile 1961 perché il pubblico, presente al Comunale di Torino in una misura eccessiva rispetto alla capienza, era tracimato ai bordi del campo (nel torneo 58 – 59 in analoga situazione, stesso Stadio, Juve – Milan si era giocata con successo finale dei rosso neri per 5-4).

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La Juventus. Da sinistra in piedi: Nicolè, Charles, Mattrel, Castano, Colombo, Emoli, accosciati. Cervato, Stivanello, Boniperti, Benito Sarti, Sivori

Tabellino del 10 giugno 1961

Juventus –Inter 9-1

Reti. Sivori (6), Nicolè, Mora, autorete di Riefolo per la Juve, Sandro  Mazzola su rigore per l’Inter

Juventus: Mattrel, Emoli, Benito Sarti, Boniperti, Cervato, Colombo, Mora, Charles, Nicolè, Sivori, Stacchini

Inter: Annibale, Riefolo, Tacchini, Morosi, Masotto, Dalmasso, Manini, Mazzola, Fusari, Guglielmoni, Ghelli

Il fato volle che quella gara fosse l’ultima di Giampiero Boniperti (444 presenze tutte con la Juve) e la prima del figlio d’arte Alessandro Mazzola, proprio a Torino dov’era nato figlio del grande Valentino caduto a Superga.

Queste le formazioni della Serie A 1960 – 61

ATALANTA: Cometti, Griffith, Roncoli, Gasperi, Gustavsson, Gardoni, Magistrelli, Pelagalli, Nova, Maschio, Longoni (Gentili, Cattozzo, Olivieri) all. Valcareggi

BARI: Magnanini, Baccari, Romano, Mazzoni, Seghedoni, Tagnin, De Robertis, Catalano, Virgili, Raul Conti, Rossano ( Mezzi, Montico, Erba, Brancaleoni) all. Carniglia

BOLOGNA: Santarelli, Capra, Pavinato, Tumburus, Burelli, Fogli, Perani, Campana, Vinicio, Bulgarelli, Demarco ( Giorcelli, Cervellati, Pascutti, Renna) all. Allasio

CATANIA : Gaspari, Giavara, Michelotti, Ferretti, Corti, Grani, Prenna, Biagini, Calvanese, Castellazzi, Morelli ( Ponte, Macor, Zannier, Caceffo) all. Di Bella

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CATANIA 60 – 61

FIORENTINA: Sarti, Robotti, Castelletti, Benaglia, Orzan, Marchesi, Hamrin, Milan, Da Costa, Montuori, Petris ( Albertosi, Micheli, Gonfiantini, Malatrasi) d.t. Czeizler  all. Hidegkuti

INTERNAZIONALE: Buffon, Picchi, Gatti, Bolchi, Guarneri, Balleri, Bicicli, Lindskog, Firmani, Angelillo, Corso ( Da Pozzo, Fongaro, Zaglio, Morbello) all. Helenio Herrera

JUVENTUS: Vavassori, Leoncini, Sarti Benito, Boniperti, Cervato, Colombo, Mora, Nicolè, Charles, Sivori, Stacchini ( Matterl, Burgnich, Castano, Emoli, Fascetti) .d.t. Cesarini all. Parola La stagione 1960 – 61 fu la prima nella quale,a Novembre per una settimana fu reso possibile l’acquisto di giocatori nell’ambito della stessa categoria. Il colpo più clamoroso di quella sessione di mercato fu sicuramente rappresentato dall’acquisto di Mora dalla Sampdoria alla Juventus per la cifra di 155 milioni e Lojodice.

LANEROSSI VICENZA: Bazzoni, Garzena, Savoini, Zoppelletto, Panzanato, De Marchi, Conti, Puia, Siciliano, Menti, Pinti ( Battara, Capucci, Fusato, Bonifaci) all.Lerici

LAZIO: Pezzullo, Molino, Eufemi, Carradori, Janich, Carosi, Mariani, Franzini, Rozzoni, Morrone, Bizzarri ( Cei, Prini, Pozzan, Fumagalli) d.t. Carver all. Flamini

LECCO: Bruschini, Cardoni, Facca, Gotti, Cardarelli, Duzioni, Savioni, Arienti, Bonacchi, Abbadie, Gilardoni ( Galbiati, Clerici, Franchi, Tettamanti) all. Piccioli

MILAN: Ghezzi, David, Trebbi, Maldini, Salvadore, Liedholm, Vernazza, Galli, Altafini, Rivera, Barison ( Alfieri, Ronzon, Maraschi, Trapattoni) d.t. Viani all.Todeschini

NAPOLI: Bugatti, Mistone, Greco, Posio, Mialich, Girardo, Del Vecchio, Gratton, Pivatelli, Bodi, Tacchi ( Schiavone, Barbato, Bertucco, Postiglione)  all. Amadei

PADOVA: Pin, Blason, Scagnellato, Barbolini, Azzini, Cervato II, Crippa, Rosa, Milani, Radice, Tortul ( Bonollo, Celio, Bacci, Secco) all.Rocco

ROMA: Cudicini, Fontana, Corsini,Giuliano, Losi, Pestrin, Orlando, Lojacono, Manfredini, Schiaffino, Selmonsson ( Panetti, Menichelli, Ghiggia, Stucchi) all.Foni

SAMPDORIA: Rosin, Vincenzi, Marocchi, Bergamaschi, Bernasconi, Vicini, Toschi, Ockwirk, Brighenti, Skoglund, Cucchiaroni (Sattolo, Lojodice, Delfino, Recagno) all.Monzeglio

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Sampdoria. Da sinistra in piedi: Cucchiaroni, Vincenzi, Ocwirck, Lojodice, Vicini, Bergamaschi. Accosciati. Brighenti, Marocchi, Rosin, Recagno, Bernasconi. Assente Skoglund

SPAL: Matteucci, Rota, Bozzao, Corelli, Catalani, Riva, Novelli, Carpanesi, Taccola, Massei, Bagatti ( Maietti, Valadè, Scappi, Azzali) all.Ferrero

TORINO: Vieri, Scesa, Buzzacchera, Bearzot, Lancioni, Invernizzi, Danova, Cella, Tomeazzi, Mazzero, Locatelli ( Soldan, Rino Ferrario, Traspedini, Gerbaudo) all.Santos

UDINESE: Dinelli, Del Bene, Valenti, Sassi, Tagliavini, Segato, Pentrelli, Mereghetti, Bettini, Tinazzi, Canella ( Bertossi, Bagnoli, Garbuglia, Meroi) all.Bonizzoni

SERIE B

Classifica:

Venezia 50, Ozo Mantova 49, Palermo 46, Reggiana 43, Simmenthal Monza 42, Messina 41, Pro Patria 39, Alessandria 39, Sambenedettese 38, Catanzaro 37, Como 37, Prato  37, Genoa 35 (penalizzato di 7 punti), Parma 35, Brescia 34, Verona 34, Novara 33, Triestina 33, Foggia,29, Marzotto 20. Spareggio Novara – Triestina 2-1 dopo i tempi supplementari.

ALESSANDRIA: Stefani, Nardi, Melideo, Snidero, Bercellino, Soncini, Vanara, Migliavacca, Fanello, Vitali, Bettini all. Achilli

BRESCIA: Brotto, Magri, Di Bari, Martini, Ferrazzi, Rizzolini, Favalli, Turra, Cella, Venturi, Vigni all. Eliani

CATANZARO: Bandoni, Claut, Tulissi, Frontari, Bigagnoli, Florio, Sunan, Raise, Maccaccaro, Rambone, Ghersetich all. Pasinati

COMO: Lonardi, Ballarini, Valpreda, Landri, Pinardi, Stefanini, Dell’Omodarme, Beretta, Teneggi, Governato, Flaborea all. Baldini

FOGGIA: Biondani, Bartoli, De Pase, Bertolotti, Odling, Baldoni, Fiorindi, Merlo, Nocera, Thermes, Patino all. Costagliola

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Genoa 60 – 61

GENOA: Gallesi, Corradi, Becattini, Occhetta, Carlini, Rivara, Bolzoni, Pantaleoni, Bean, Pesaola, Frignani all. Frossi

MARZOTTO: De Rossi, Danieli, Ruffinoni, Sacchiero, Porra, Carta, Redegalli, Smersy, Temellin, Schiavo, Ferrarese all. Fattori

MESSINA: Breviglieri, Stucchi, Kirchmayr, Spagni, Dotti, Fraschini, Sacchella, Landoni, Carminati, Cardillo, Ciccolo all. Arcari

NOVARA : Baroni, Zanetti, Scaccabarozzi, Baira, Udovicich, Zeno, Galimberti, Donino, Mentani, Sanna, Mascheroni all. Facchini

OZO MANTOVA: Negri, Tarabbia, Cancian, Castellazzi, Pini, Longhi, Gianmarinaro, Del Negro, Uzzecchini, Giagnoni, Recagni all. Fabbri

PALERMO: Anzolin, Benedetti, De Bellis, Grevi, Ferri, Malavasi, Berini, Alicata, Fantini, Mosca, Morosi all. Baldi

PARMA: Recchia, Panara, Silvagna, Neri,  Sentimenti V, Polli, Calzolari, Luosi, Calegari, Carraro, Pellacini all. Genta

PRATO: Ghizzardi,Rossi, Moradei, Magi, Rizza, Fiaschi, Leonardi, Dell’Angelo, Mencacci, Grabesu, Baruffi all. Meucci

PRO PATRIA: Provasi, Amedeo, Taglioretti, Borsani, Rondanini, Rimoldi, Muzzio, Vittorino Calloni, Giampiero Calloni, Maltinti, Meraviglia all. Magni

REGGIANA: Ferretti, Calvani, Gariboldi, Bonini, Catalani, Corsi, Tribuzio, Fabris, Volpi, Greatti, Mezzalira all. Del Grosso

SAMBENEDETTESE: Patregnani, Alberti, Russo, Rumignani, Beni, Mecozzi, Novali, Valentinuzzi, Palmieri, Volpi, Santoni all. Radio

SIMMENTHAL MONZA: Rigamonti, Adorni, Melonari, Ghioni, Ramusani, Latini, Mattavelli, Bersellini, Mascheitto, Maestri, Brugola all. Lamanna

TRIESTINA: De Min, Brach, Bernard, Frigeri, Larini, De Grassi, Fogar, Cazzaniga, Rebizzi, Trevisan, Fortunato all. Trevisan

VENEZIA: Baldisseri, Sgarbossa, Grossi, Tesconi, Carantini, Pisetta, Danieli, Frascoli, De Paoli, Raffin, Farinelli all. Quario

VERONA: Bissoli, Fassetta, Basiliani, Morin,Rampazzo, Cera, Cosma, Paoloni, Zavaglio, Pacco, Zamperlini all. Bizzotto,

SERIE C GIRONE A
Classifica:

Modena 44, Biellese 39, Saronno 38, Fanfulla 37, Bolzano 36, Pro Vercelli 36, Spezia 35, Savona 35, Mestrina 34, Legnano 34, Sanremese 33, Pordenone 31, Treviso 31,Casale 31, Varese 30, Piacenza 29, Entella 28

MODENA: Balzarini, Cuttica, Agostinelli, Ottani, Chirico, Cattani, Bolognesi, Pistacchi, Paglari, Mangiarotti, Scarascia all. Malagoli.

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Un Modena dell’epoca

A Savona, 9 aprile 1961, in un Bacigalupo ricolmo di 10.000 spettatori che invasero le curve anche se non erano ancora state completate, si giocò una partita – thriller che alla fine il Modena fece sua con il punteggio di 3-2. Forse la gara più emozionante mai giocata sul terreno del Bacigalupo. Il Savona schierò, per decisione del direttore tecnico Zilizy e dell’allenatore Pelizzari una formazione lontana da quella migliore e forse questa fu una delle cause della sconfitta che tagliò definitivamente le ali agli striscioni fino a quel momento in posizione di rincorsa verso le prime piazze. Formazione del Savona: Zenari, Mariani, Caffaratti, Cucchi, Ciglieri, Nadali, Bianco, Negri, Parodi, Delfino, Luciano Teneggi. Sequenza delle reti: Pagliari 38’, Bolognesi 67’, Nadali 74’, Bolognesi 78’, Nadali 87’.

BIELLESE: Gori, Villa, Mangini, Boccalatte, Balbi, Campanini, Gazza, Francescon, Ragaglini, Magherini, Piccioni all. Depetrini

SARONNO: Minotti, Rosina, Bosco, Rampinelli, Chesini, Lombardi, Maggiorini, Peiti, Turconi, Villa, Vetrano all.Lupi

FANFULLA: Vincenzi, Ghezzi, Vitali, Verga, Bassi, Ravani, De Nardi, Chiumento, Broggi, Sala, Brambilla. All. Braga

BOLZANO: Sartin, Beltrami, Gianesello, Benini, Zamboni, Bertolini, Donadoni, Perini, Milani, Pollastri, Lorenzi all. Torresani

PRO VERCELLI: Nobili, Vellano, Bosio, Russi, Peretta, Pirovano, Bozzetti, Marchioro,Dappiano, Spanio, Albertario all. Donna

SPEZIA: Paolicchi, Incerti, Pezzica, De Dominicis, Zennaro, Aquilani, Colombo, Currarini, Bronzoni, Tamburini, Derlin all. Ruzic

SAVONA: Ferrero, Luciano Teneggi, Mariani, Cucchi, Ciglieri, Nadali, Mino Persenda, Bianco,  Giacomino Parodi, Negri, Brancaleoni ( Caffaratti, Volpi, Valentino Persenda, Delfino, Prina, Zenari, Ghiara) all. Felice Pelizzari d.t. Zilizy

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26 Febbraio 1961 21a giornata Savona-Pro Vercelli 0-0. Il Savona, da sin.: Ferrero, Nadali, Parodi, Cucchi, Ciglieri, Mariani, Caffaratti, Pellizzari (all.); accosciati, Perseu (mag.), Molina (mass.), Negri, Persenda M., Brancaleoni, Bianco, Doni

MESTRINA: Liberalato, Costantini, Ambrosini, Bon, Campanarin, Hocevar, Fin, Ferrari, Zagatti, Bellemo, Galtarossa all. Blason

LEGNANO: Cassani, Rossetti, Bertini, Spaghi, Magnaghi, Paolani, Luosi, Sassi, Bertolotti, Castagner, Giacometti all. Piacentini

SANREMESE: Bertini, Barberi, De Marco, Giorgi, Tortonese, Gelio, Canova, Amato, Novi, Rao, Gaslini all. Ventimiglia

PORDENONE: Tagini, Vlla,Veglianetti, Callegari, Magnetto, Canal, Oderda, Venier, Jaconissi, Colondri, Tacchini all. Nay

TREVISO: Barluzzi, Alessio Nicolè, Mattiello, Dal Pozzo, Sperotto, Rigonat, Birtig, Vicino, Clemente, Moro, Rovatti all. Petagna

CASALE: Lemonnier, Panio, Moretti, Fante, Turola, Rebecchi, Bellini, Gorlani, Vaccari, Russi, Santoni all. Pedroni

CREMONESE: Sartori, Parolini, Mizzi, Gallesi, Ghizolfi, Mari I, Mari II, Gasoldi, Turci, Tassi, Moretti all. Mari

VARESE: Fornasaro, Lomazzi, Sonzini, Mutti, Lorenzi, Omini, Valsecchi, Bianchi, Lazzaroni, Ossola, Volpato all. Zanollo

PIACENZA: Gandolfi, Barucco, Cesena, Civardi, Gabbiani, Bosoni, Mazzanti, Trapletti, Maccarini, Galantini, Di Fraia all.Korostolev

ENTELLA: Righetti, Canepa, Corradi, Sanguineti, Piazza, Nadalin, Forno,Visani, De Rossi, Barbarossa, Basilio Parodi. All. Scarpato

CAMPIONATO SERIE D  GIRONE “A”

CLASSIFICA: Empoli 48, Imperia 41, Rapallo 39, Derthona 39, Pietrasanta 38, Sestri Levante 35, Cuoiopelli 34, Novese 33, Pontedera 33, Asti 33, Massese 33, Finale Ligure 33, Sammargheritese 32, Sangiovannese 32, Sestrese 31, Cuneo 31, Chieri 28, Cenisia 19

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Imperia 1960 – 61.  Da sinistra in piedi Ballaucco, Calarco, Parodi, Calzolari, Bistolfi, Rossi. Accosciati :Ranzini, Minuto, Badino, Oddone, Gilardoni.

Serie D girone A Formazioni:

EMPOLI: Maso, Innocenti, Cantini, Riccomini, Veneri, Bigogno, Gareffa, Pandolfini, Nucini, Tognoni, Ancillotti

IMPERIA: Badino, Calzolari, Rossi, Oddone, Ballaucco, Calarco, Ranzini, Parodi, Bistolfi, Riolfo, Minuto

RAPALLO: Persi, Giacobbe, Hanset. Tanganelli, Vidotto, Oddone, Brocchi, Bellomo, Panattoni, Ieri, Pozzi

DERTHONA: Baggini, Cosola, Saroldi, Torriglia, Brugna, Cianetti, Bartolaccini, Cantone, Gambarini, Armano, Bolis

PIETRASANTA: Mignani, Mazzoni, Pieraccini, Fulceri, Fornari, Braccini, Balderi, Isolani, Filippi, Coppini, Gori

SESTRI LEVANTE: Tomasi, Cecconi, Camoirano, Sturla, Bo, Carniglia, Mori, Grino, Bertani, Pescaglia, Minniti

CUOIO PELLI: Del grande, Bruni, Ghiselli, Mastromei, Bolognesi, Bianchi, Salvadori, Lattuada, Lazzeroni, Galanti, Risorti

NOVESE: Bavazzano, Murta,Tacchella, Sitra, Allevi, Pagani, Agosti, Scarrone, De Michelis, Rosso, Rinaldi

PONTEDERA: Eleonori, Calvani, Balzocchi, Fiorini, Virgili, Battisti, Pazzini, Marinai, Volpi II, Frediani, Bertoloni

ASTI: Morasso, Avere. Murta,Fontana, Parola, Marchisio, Papa, Visani, Geremia, Oberti, Scaglia

MASSESE: Bellotti, Evangelisti, Pighini, Barbana,Consonni, Menotti, Del Buono, Massa, Della Gora, Ghinelli, Pasqualini

FINALE: Toso, Negro, Luciano, Cresci, Girotti, Merighetto, Neri, Ottonelli, Bergallo,Etrusco, Bertoni

SAMMARGHERITESE: Sardelli, Bambini, Murialdo, Chierico, Baldi, Pedemonte, Ferrari, Ardinghi, Achilli, Armari, Ghizolfi

SANGIOVANNESE: Bianchini, Fiore, Mucci, Ugolini, Giacomelli, Giusto, Parigi, Tommasi, Bengasi, Morini, Pannisi

SESTRESE: Giacomelli, Paravagna, Rossi, Molinari, Maglioni, Zannier, Pastorino, Ghiandi, Rota, Mainetto, Bagnara

CUNEO: Bruzzone, Rosso, Gariglio, Gerometta, Briatore, Pontone, Bey, Francone, Franceschina, Parodi, Pilato

CHIERI: Baravalle, Toninetti, Serini, Bosco, Patrucco, Cento, Gionco, Ferracini, Rigoletto, Rosati, Marchionetto

CENISIA: Bianco, Tondelli, Gandiglio, Di Gregorio, Basano, Ricci, Carlin, Guardini, Francescato, Poggi, Venturello

CAMPIONATO DI PROMOZIONE GIRONE “A”

CLASSIFICA: Albenga 51, Alassio 44, Loanesi 43, Carcarese 43, Vado 41, Varazze 40, Cairese 38, Cengio 29, Dianese 29, Ventimigliese 26, Albisola 21, Altarese 21, Colombo Cogoleto 19, Quilianesi 14, Veloce 11, Argentina 10

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L’Alassio 1960-61 schierato al gran completo al “Ferrando”. Questa la formazione-base: Angelini, Sala (De Negri), Bodrato (Ciferri), Grosso, Lunetta, Ziliani (Schivo), Invernizzi (Testa), Zerega, Imberti (Calamano), Bith, Calamano (Giovannelli). Si riconoscono Grosso (secondo da sin.), Imberti, a fianco a Grosso, Invernizzi al centro con a fianco Testa, Lunetta in fondo a destra; tra gli accosciati Zerega, Ziliani, Bith, Angelini, Ciferri, Pegan e Calamano.

ALBENGA: Franchi, Galindo, Malco, Turco, Neuhoff, Rumazza, Carlotto, Celiberti, Testa, Paltrineri, Frione

ALASSIO: Angelini, Sala, Bodrato, Ziliani, Lunetta, Grosso, Testa, Ciferri, Imberti, Bith, Giovannelli

LOANESI: Rubattino, Straggi, Beltragno, Montano, Nardini, Grazzini, Gandolfo, Thea, Tognato, Testera, Spinelli

CARCARESE: Martini, Molinari, Fiorucci, Sesena, Gravano, Cuzzola, Torielli, Dugoni, Ghelfi, Savio, Pasio

VADO: Camici, Folco, Peluffo, Salomone, Motto, Suraci, Griffo I, Martinucci, Mantero, Rosasco, Caracciolo

VARAZZE: Leoncini, Badano, Pallaro, Zucchero, Benzi, Molinari, Zunino, Ippolito, Gramegna, Dagnino, Musso

CAIRESE: Pescio, Fedele, Montaldo, Amello, Pierucci, Papes, Veglio, Giordano, Pastorino, Reschia, Ruotolo

CENGIO: Traversa, Meliga, Baronti, Bonino, Bovero, Viacava, Bandoni, Mazzucco, Pittaluga, Foglia, Berruti

DIANESE: Rolleri, Balestra, Minasso, Corte, Rivano, Ramoino, Schiaffino, Vernisi, Taccioli, Trevisan, Morganella

VENTIMIGLIESE: Piva, Goso, Tosi, Graneri, Gastaldo, Donzella, Cavalli, Pesante, Cerri, Nova, Pianetti

ALBISOLA: Franco Oscar, Grosso, Bonelli, Papanti, Giorgetti, Derchi, Zingariello, Gandolfo, Ferro, Renesto, Meraviglia

ALTARESE: Peluffo, Boero, Alemanni, Montano, Giacobbe, Mantero, Biglino, Santero, Migliardi, Minuto, Gandolfo

COLOMBO COGOLETO: Zuppelli, Repetto, Tacchella, Pastorino, Tosi, Damonte, Armaroli, Bellagamba, Ambrosini, Paesani, Campagnoli

QUILIANO: Genta, Falco, Murialdo, Ansaldo, Visconti, Marte, Bonello, Bertolotti, Bozzano, Caviglia, Rossi

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Quiliano 60 – 61 davvero di lusso : il massaggiatore Lorini, Sbaiz, Visconti, Falco, Ansaldo, Marte (Davide Ansaldo e Pino Marte due grandi protagonisti del calcio savonese anche come allenatori: li accomuniamo qui in un commosso ricordo), Levratto; accosciati: il dott. Bertolotti (finissimo centrocampista, famoso chirurgo, sindaco di Spotorno), Vittorio Rossi (autentico settepolmoni, dal calcio alla bici amatoriale con le scalate di Tourmalet ed Izoard), Genta (il “panettiere”), Bonello (poi alla Cairese, generoso instancabile centrocampista) Barsi.

VELOCE: Santamaria, Leopoldo, Faccio, Salvo, Damonte, Martinengo, Lauretano, Meraviglia, Spilimbergo, Reggiori, Gambino

ARMA JUVE: Pellizzari, Torti, Fittipaldi, Zambetti, Boriello, Manitto, Natta I, Pesante, Dian, mamadio, Del Gratta

Infine la sorpresa della Priamar

La ragione probabilmente decisiva che mi ha portato a scegliere come riferimento la stagione 60 – 61 è stata rappresentata, con ogni probabilità, dalla grande sorpresa che in finale di stagione fu regalata a noi giovani giocatori della Priamar.

Il campionato era finito (con una sconfitta, a Cairo per 3-0) ma la squadra si era ben comportata ottenendo il terzo posto in classifica alle spalle di Bragno e Aurora Cairo e precedendo Torre Fornaci, Nolese, Olimpia Carcare, Millesimo, Raphael, Aquila.

Don Dietrich, animatore dell’Oratorio dove aveva sede la squadra, ci fece un grande regalo: per il 27 Maggio organizzò una partita amichevole a Vicoforte di Mondovì prenotando due vagoni riservati del treno.

L’occasione risultò del tutto eccezionale: era la prima volta nella sua storia, iniziata nel 1942, che la squadra rossoblu si recava a giocare fuori dalla Liguria (anzi con ogni probabilità anche al di fuori dalla provincia di Savona).

Una giornata storica: fummo seguiti da tante persone del quartiere che approfittarono anche per visitare il celebre Santuario impreziosito dalla cupola dello Juvarra (autore anche della cupola della basilica di Superga): la più grande d’Europa.

Gli abitanti della Centrale, di Corso Colombo, via XX Settembre, Montenotte, Guidobono, invasero così la cittadina monregalese e noi corrispondemmo a tanto entusiasmo disputando una grande partite imponendoci con un perentorio 4-1, dopo aver risposto (verbalmente) agli sfottò dei locali che, al nostro arrivo, si erano divertiti a prendere in giro i “signorini di città”.

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Ecco l’immagine di quella storica giornata in terra piemontese

Sul campo una lezione memorabile.

Formazione: Attilio Lacota, Giorgio Botto (all’esordio assoluto), Mario Pellegrini, Umberto Sibio, Beppe Tarditi, Giorgio Stopiglia, Renato Pittatore, Franco Astengo, Chidu Caviglia, Luciano Bordegari, Marcello Caraccio n.12 Silvio Foschi allenatore Joe Longhi presidente Romano Ghiglia.

In realtà, per essere sincero fino in fondo, giocai titolare con il numero 8 perché era assente il mio grande amico Nico Vasconi, i cui familiari erano impossibilitati a partecipare alla gita e che fu costretto a rimanere a casa. Nico era il miglior giocatore della nostra squadra e sicuramente uno dei giocatori di maggior classe a livello regionale negli anni’60 – ’70 (tante stagioni in Serie D con l’Albenga). Se fosse stato presente forse, anzi con ogni probabilità, sarei finito in panchina. Ma l’occasione fu colta e feci parte di quella meravigliosa spedizione: meravigliosa per spirito di partecipazione, umanità, rispetto. Tutti assieme giovani, anziani, adulti: una grande meravigliosa famiglia.

 

FOTOGALLERY DEL TORNEO DEI BAR UN ALBUM DI FAMIGLIA CON IL MIGLIOR CALCIO SAVONESE

 

Come è già capitato per altre parti del nostro lavoro apparso sul blog abbiamo pensato di radunare in una “galleria fotografica” alcune immagini riguardanti un determinato avvenimento o periodo, allo scopo di fare in modo che gli appassionati possano avere a disposizione il materiale senza dilungarsi in ricerche riguardanti molti articoli sparsi qua e là nel web.

In questo caso abbiamo raccolto le immagini a nostra disposizione riguardanti il Trofeo Arci – UISP, meglio noto come Torneo dei Bar, disputato sul campo della Valletta San Michele nelle estati tra il 1962 e il 1967.

Su quella manifestazione ci siamo già soffermati più volte raccontandone la storia, riepilogandone l’albo d’oro, soffermandosi su episodi specifici, sottolineando soprattutto la grande partecipazione di pubblico ben testimoniata dalle foto in questione. In questo caso non ci dilunghiamo oltre dando – appunto – la parola alle immagini. Non un semplice ricordo, bensì una testimonianza di anni in cui partecipazione, agonismo, spirito di appartenenza e voglia di confrontarsi erano un collante eccezionale sul piano sportivo e sociale, diventando anche momento di spettacolo.

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Panoramica del Campo della Valletta in occasione della “classica” Portuali-Sabazia, finale del 1966. Lino Romano marca stretto Ivano Lagasio mentre Arturo Martinucci ben staccato ricopre il ruolo di libero

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L’eccezionale squadrone dei Portuali vincitore nelle edizioni 1964, 1966, 1967. Nella foto manca Tullio PIerucci infortunato. C’è il fior fiore del calcio savonese (e non solo), da Vittorio Panucci, da Gian Negro a Borgo e Pepè Minuto con lo storico allenatore “Pavone” Morando 

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I Vadesi del Sabazia vincitori nel 1963 e nel 1965, allineando i migliori virgulti dell’Università del Calcio (con un innesto bianco blu del calibro di Ciccio Varicelli). Anche qui come non sottolineare la presenza di autentici protagonisti del nostro calcio da Pittaluga a Gaglione, da Rocca a Bonello e Martinucci e gli indimenticabili Ciccio Varicelli e l’allenatore Ansaldo 

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Ecco il Bar Livio, un nugolo di temerari capaci di arrivare fino alle semifinali  e di insidiare gli squadroni di vertice. Impresa interrotta dai Portuali, ma formidabile il rendimento del portiere Piotto, dei coriacei Bazzano, Storti e Ricci  e dei sorprendenti Moras, Giordano e Vassallo 

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Questa immagine rappresenta la copertina del nostro “Sognando la Serie A” (2011). Ritrae proprio un’immagine del Torneo dei Bar 1965 vinto con la palanchetta dal Sabazia sul Bar Cristallo di via Torino.

 Nella foto assalto dei bianchi vadesi condotto da Livio Berruti e Gianni Micca alla rete di Franco Pescio difesa da Romolo Varicelli (al centro) con Nanni Ciglieri e il terzino dell’Altarese Giacobbe. Luigino Pittaluga sullo sfondo pronto ad approfittare di eventuali respinte

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Trofeo Arci UISP 1967, foto davvero raffigurante personaggi storici del calcio savonese. Da sinistra in piedi: il dirigente Titto Rebagliati, Nico Vicenzi futuro sindaco di Stella e Albissola Marina, Ginetto Bertero libero e capitano di lungo corso, Dorindo, Giasotti, Vizzini, Isetta, il dirigente Sclano, il “mago” Mario Vadone, il difensore finalese Marenco; accosciati: Aldo De Valle, “Strin” Di Maggio, Ricca Ratti, Orazio Chiappella, Cesare Badoino, futuro luminare della chirurgia della mano, il “magico” Giuan Traversa

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La Raphael a rappresentare le ACLI nella “Terra Rossa” del trofeo ARCI – UISP. Ci sono, infatti, due consiglieri comunali democristiani il cislino Berretta (qui segnalinee) e il Sindaco del Santuario Augusto Briano. Ma il calcio affratellava in tempi ben diversi dagli attuali dove vigevano sportività e rispetto

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La società della Rocca guidata dal quasi esordiente Agostino Macciò. Presenti due indimenticabili amici Ciappi e Maxian Giordano, tra gli altri

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Un’immagine davvero particolare: un momento della premiazione di fine torneo che Nanni organizzava al Serenella al centro di una grande serata danzante (si giustifica così nella foto la presenza di signore e signorine in grande spolvero).  Si trattava proprio di una serata “clou” alla quale non mancava proprio nessuno del gran mondo del calcio savonese di allora. Sul Bar Corallo ci sarebbe da scrivere un romanzo: avventure incredibili

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1962, prima edizione. La squadra dei Bagni Nilo, seconda classificata. Per la prima volta si sperimentano i “rigori” finali. Un’occasione storica.

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Bar Sport di Legino, vincitore dell’edizione 1962. Al centro, accosciato, il portiere del Vado Camici capace di parare per primo un rigore nella serie finale dopo che i tempi supplementari avevano decretato la parità 2-2. Un episodio da ricordare

 

IL DERBY SAVONA – ALBISOLA RITORNA DOPO 60 ANNI BIANCOBLU MAI SCONFITTI

a cura di LUCIANO ANGELINI  e FRANCO ASTENGO

A distanza di sessant’anni Savona e Albisola tornano a frequentare la stessa categoria: questa volta si tratta della Serie D e ci troviamo al vertice nella storia dei “ceramisti” che mai in precedenza avevano partecipato a campionati di livello interregionale.

Al tempo della nostra storia, invece, il derby Savona – Albisola si svolse all’interno del campionato di Promozione Ligure girone A. Un campionato di lusso per l’Albisola che vi era approdata vincendo il torneo di Prima Divisione 1952 – 53 e una fase di vera e propria mortificazione per il Savona che, dopo aver sfiorato la serie B nella stagione 1948 – 49, era incappato in una fase di forti difficoltà finanziarie dovute alla prima grande crisi della città industriale.

Il momento, tra la fine degli anni ’40 e i primi ’50, si presentava come particolarmente delicato. Sono gli anni del primo ridimensionamento della struttura industriale. La ristrutturazione dell’industria bellica e in particolare della siderurgia, considerata anche la scelta geo politica attuata per favorire lo SCI di Cornigliano nell’ambito del Piano Sinigaglia, colpì particolarmente l’area industriale Savona – Vado facendo crescere il numero dei disoccupati. I grandi complessi dell’Ilva, della Scarpa e Magnano, della Monteponi si trovarono così nell’occhio del ciclone vedendosi ridimensionate le prospettive industriali e di conseguenza gli organici. Di conseguenza si ridussero anche le risorse disponibili per la principale squadra di calcio e vanamente Stefano Del Buono si appellò per difendere la sua amata “navicella bianco blu”.

La ripresa poi fu difficile, complicata, ma alla fine di pieno successo: al termine del decennio, proprio nella stagione 1959 – 60 con la costruzione del nuovo stadio di Legino, la società bianco blu riprese il proprio posto nell’élite del calcio italiano.

Ma andiamo per ordine e occupiamoci del derby Savona – Albisola. La prima occasione si verificò il 3 Gennaio 1954, campo di Corso Ricci.

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L’Albisola capace della grande impresa di salire in Promozione. Formazione: Cavallo, Reano; Lubrano, Manzini, Montefiori; Rossello, Meda, Gervasio, Ferri, Pischedda 

12a giornata

SAVONA – ALBISOLA 2-2

Reti: Galuppo 14’. Marrone 17’, Ruga 62’, Ilgrande 68’.

Savona: Rivoire, Reggiani, Briano, Galindo, Manfredini, Marrone, Ilgrande, Delfino, Mino Persenda, Rognoni, Gambino.

Albisola: Di Stefano, Zerega, Losano, Pischedda, Delfino, Scorzoni, Galuppo, Casarino, Sabatelli, Ruga, Bianchi.

Arbitro:  Raimondo di Genova.

Domenica 9 maggio 1954, 28° giornata

Campo Faraggiana

Albisola – Savona 2-2

Reti: Galuppo 26’, Ilgrande 34’, Bartolini 57’, Ilgrande 69’.

Albisola: Casella, Zerega, Casarino, Lobrano, Ferri, Scorzoni, Bartolini, Galuppo, Delfino, Pischedda, Ruga.

Savona: Rivoire, Reggiani, Briano, Galindo, Manfredini, Marrone, Mino Persenda, Rognoni, Ilgrande, Delfino, Gambino.

Arbitro:  Montrucchio di Torino.

CAMPIONATO 1954 – 55

Domenica 14 Novembre 1954,  7° giornata

Campo Corso Ricci

SAVONA – ALBISOLA 1-0

Rete: Padula al 47’.

Savona: Moscino, Reggiani, Sguerso, Mariani, Cavanna, Marrone, Padula, Briano, Grossi, Solari, Ilgrande.

Albisola: Di Stefano, Toriello, Lobrano, Macripodari, Mantero, Scorzoni, Galuppo, Ruga, Randazzo, Pischedda, PIzzimbone.

Domenica 13 marzo 1955, 22° giornata

Campo Faraggiana

Albisola – Savona 0-2

Reti: Ilgrande 73’ e 80’.

Albisola: Di Stefano, Pedemonte, Visconti, Macripodari, Mantero, Scorzoni, Randazzo, Ruga, Galuppo, Salla, Mazzarello.

Savona: Fusco, Reggiani, Parodi, Mariani, Cavanna, Marrone, Padula, Zunino, Ilgrande, Briano, Solari.

Arbitro: Volpi di Milano.

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Nell’immagine del Savona stagione 1954 – 55 da notare la presenza di personaggi di grande spicco nella storia cittadina. C’è l’allenatore Cicerin Dante che, nel momento di difficoltà, era passato dagli allievi alla prima squadra; penultimo da sinistra in piedi Sergio Sguerso giocatore, allenatore, maestro di scuola per intere generazioni, poeta, consigliere comunale personaggio poliedrico amato da tutti in Città; secondo accosciato da destra Mario Briano che, tra gli anni ’60 – ’70 sarà appassionato presidente dell’Albisola, del Savona portando la squadra sulla soglia della Serie B e della Veloce.

CAMPIONATO 1955 – 56

Domenica 16 ottobre 1955, 2° giornata

Campo Faraggiana

Albisola – Savona 0-0

Albisola: Di Stefano, Lobrano, Taverna, Lanzarotti, Mantero, Romolo Varicelli, Pischedda, Bergallo, Plebani, Briano, Macripodari.

Savona: Moscino, Gottardo, Parodi, Mariani, Cavanna, Ferrero, Lunardi, Madini, Rolando, Trevisan, Celani.

Arbitro:  Marengo di Chiavari.

Domenica 12 febbraio 1956 , 17° giornata

Campo Corso Ricci

Savona – Albisola 2-1

Reti: Bergallo 10’, Mariani 46’, Celani 56’.

Savona: Moscino, Cavanna, Parodi, Mariani, Valentino Persenda, Bruno, Rolando, Madini, Celani, Trevisan, Ilgrande.

Albisola: Franco Oscar, Reggiani, Taverna, Macripodari, Mantero, Romolo Varicelli, Visconti, Bergallo, Plebani, Pischedda, Mucci.

Arbitro : Galatolo di Santa Margherita Ligure.

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Anche in questa foto di inizio stagione si trovano personaggi di grande spicco per la nostra storia. Da Caviglione, grande protagonista in campo negli anni ’30, a Rinaldo Roggero, l’ala più veloce nazionale alle Olimpiadi di Anversa del 1920 (il giorno in cui fu scattata la foto doveva fare molto caldo per far rinunziare a Roggero il suo celebre farfallino), il vice presidente Oddera, re della pesca, con a fianco il capitano De Caroli (capitano del Savona negli anni ’20) e Stefano Del Buono, ormai assurto al ruolo di “presidentissimo”. Secondo accosciato da sinistra un giovane Gaetano Chiarenza il sempiterno segretario (quando ci si affacciava in sede chiedeva immancabilmente: ”Quando esce mi spedirebbe una lettera?”.

CAMPIONATO 1956 – 57

Domenica 30 dicembre 1956 , 12° giornata

Campo Corso Ricci

Savona – Albisola 2-0

Reti: Vaccari 51’, Mariani 71’.

Savona: Cavo, Galindo, Ciccio Varicelli, Paganelli, Valentino Persenda, Papes, Ilgrande, Pastorino, Vaccari, Mariani, Paltrinieri.

Albisola. Berretta, Romolo Varicelli, Bartoletti, Briano, Rosati, Macripodari, Baglietto, Reggiori, Reggiani, Gravano, Marchi.

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Un’immagine del florido vivaio albisolese negli anni ’50da sinistra in piedi: Fazio, Tirone, Giannecchini, il presidente avv. Barile, Piazza, Delfino, Rebagliati; accosciati: Tessore (futuro pediatra, responsabile del reparto immaturi del San Paolo), Basso, Barosio, Giusto, Ghigliazza

Domenica 26 Aprile, 27° giornata

Campo Faraggiana

Albisola – Savona 1-4

Reti. Vaccari 2’, Gravano 23’, Vaccari 27’, Biglino 50’, Bruno 80’.

Albisola: Quaglia, Romolo Varicelli, Gambetta, Vicino, Rosati, Briano, Casadei, Reggiori, Ferro, Marchi, Gravano.

Savona: Cavo, Papes, Ciccio Varicelli, Bruno, Valentino Persenda, Paganelli, Biglino, Pastorino, Vaccari, Ventimiglia, Traverso.

BILANCIO FINALE.

Gare disputate 8: vittorie Savona 5, pareggi 3, vittorie Albisola 0, reti Savona 15, Albisola 6.

 

 

I RIGORI FINALI COME AL TIE BREAK L’ESORDIO IN ARSENAL-CHELSEA E UN PO’ DI STORIA TRA GIOIE E DOLORI

di LUCIANO ANGELINI  e FRANCO ASTENGO

“Va ko ai rigori il Chelsea di Antonio Conte nella Community Shield vinta dall’Arsenal di Arsene Wenger 5-2. I tempi regolamentari si erano conclusi sull’1-1 (vantaggio Blues con Moses a inizio ripresa poi al 37′ pareggio di Kolasinac con il Chelsea in 10 per l’espulsione di Pedro). Il match è stato deciso ai rigori (battuti secondo la nuova regola A-B-B-A, ovvero con sequenze di due per squadra dopo il singolo iniziale): dal dischetto dominio dei Gunners 4-1.”

Questa la notizia della partita che ci dà conto di una ulteriore novità nello svolgimento delle partite: la classica serie dei rigori finali è stata sperimentata in modo da far diventare la sfida dal dischetto ancora più incerta:  almeno a detta degli esperti di statistica che hanno fatto in modo che la novità fosse sperimentata nell’importante gara che vedeva opposti i campioni d’Inghilterra del Chelsea e vincitori della FA Cup dell’Arsenal.

In realtà,  assistendo alla fase finale della partita, anche chi ne ha già viste di tutti i colori in tanti sui campi di calcio è rimasto un poco smarrito ma si  tratterà di farci l’abitudine. Cogliamo l’occasione però per fare un po’ di storia circa l’introduzione dei calci di rigore in luogo del sorteggio per decidere le gare ad eliminazione diretta concluse in parità dopo i tempi supplementari.

In precedenza i vincitori di una partita terminata in pareggio erano decisi per sorteggio, come nell’Europeo 1968 quando l’Italia raggiunse la finale contro la Jugoslavia grazie al sorteggio (con una monetina “addomesticata”, secondo le cronache dell’epoca) avvenuto dopo il pareggio con l’URSS.

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L’ex arbitro Karl Wald, inventore dei tiri di rigore

L’invenzione dei tiri di rigore è di solito attribuita all’ex arbitro tedesco Karl Wald. Quando furono proposti nel 1970, la Federcalcio bavarese cercò di bloccare la proposta e fu solo quando la maggioranza dei delegati si dissero a favore che furono appoggiati. Poco tempo dopo, anche laFedercalcio tedesca, seguita poi da UEFA e FIFA, accettò la proposta. Secondo alcuni, invece, l’inventore del metodo è stato l’israeliano Yosef Dagan dopo che la Nazionale israeliana fu eliminata alle semifinali delle Olimpiadi del 1968 a causa del lancio della classica monetina. La stessa situazione era già capitata alle Olimpiadi di Roma del 1960 all’Italia, che, come già ricordato, poi era stata favorita dal sorteggio agli Europei del 1968 avversaria l’Unione Sovietica. Tuttavia varianti dei moderni tiri di rigore sono state utilizzate prima di allora in diverse competizioni nazionali e tornei minori: esempi nazionali includono la Coppa di Jugoslavia dal 1952 la Coppa Italia dal 1958 e la coppa giovanile interregionale svizzera dal 1959-1960.

Tra gli esempi internazionali ci sono invece la Uhrencup del 1962 (su suggerimento del suo fondatore Kurt Weissbrodt) la finale del 1962 delTrofeo Ramón de Carranza (su suggerimento del giornalista Rafael Ballester) quando il Barcellona sconfisse il Real Saragozza, e un incontro di spareggio tra le squadre amatoriali che rappresentavano il Venezuela e la Bolivia nei Giochi bolivariani del 1965.

All’inizio le squadre non si alternavano nella battuta dei tiri di rigore: una compagine calciava cinque volte e poi era il turno dei cinque tiri dell’altra. I tiri di rigore finivano non appena la vittoria di una delle due squadre era evidente. In caso di pareggio alla fine dei 10 tiri, entrambe le squadre avevano la possibilità di un secondo turno di tiri, ancora 5 a testa, finché non fosse decretato il vincitore. L’alternanza fu introdotta nel 1976.

Il primo torneo internazionale di rilievo a essere deciso dopo i tiri di rigore fu l’Europeo 1976. In quell’occasione, dopo il 2-2 alla fine dei tempi supplementari, la Cecoslovacchia, all’epoca ancora unita, sconfisse 5-3 ai rigori la Germania Ovest e il rigore decisivo fu trasformato da Antonín Panenka dopo che Hoeness aveva calciato sopra la traversa il tiro precedente.

Il 23 gennaio 2005 fu stabilito il primato dei tiri di rigore calciati in una sola partita: 48 tra KK Palace e Civics in una partita di Coppa della Namibia. A vincere furono i KK Palace per 17-16.

Il 16 novembre 2005 per la prima volta un posto per l’accesso alla fase finale della Coppa del Mondo fu deciso ai tiri di rigore: il play off tra la quinta classificata della zona Conmebol (Uruguay) e la vincente della OFC (Australias) per la qualificazione al Mondiali 2006 finì 1-1, con l’Uruguay che vinse in casa per 1-0 e l’Australia che fece altrettanto. Dopo 30 minuti di supplementari a reti inviolate l’Australia vinse 4-2 ai rigori.

Il 20 giugno 2007 venne stabilito un nuovo record per le competizioni UEFA. La semifinale dell’Europeo Under-21 a Heerenveen tra Paesi Bassi eInghilterra termina 1-1. Sono necessari 32 tiri dal dischetto per determinare un vincitore: l’Olanda per 13-12 dopo la trasformazione decisiva di Gianni Zuiverloon.

Due finali del Mondiale di calcio maschile ed altrettante del Mondiale femminile sono state decise ai tiri di rigore.

Le due finali dei Mondiali maschili terminate ai rigori sulle quali intendiamo soffermarci per un minimo di ricostruzione storica videro protagonista proprio l’Italia. Andiamo per ordine.

Rose Bowl, Pasadena-Los Angeles
Finale Coppa del Mondo 1994

Brasile: Taffarel, Jorginho (Cafu), Branco, Mauro Silva, Aldair, Marcio Santos, Mazinho, Dunga, Romario, Zinho (Viola), Bebeto. Commissario tecnico: Parreira.
Italia: Pagliuca, Mussi (Apolloni), Benarrivo, Albertini, Maldini, Baresi II, Donadoni, Baggio D. (Evani), Massaro, Baggio I, Berti. Commissario tecnico: Sacchi.
Sequenza rigori: Baresi II (sbagliato), Marcio Santos (sbagliato), Albertini (gol), Romario (gol), Evani (gol), Branco (gol), Massaro (sbagliato), Dunga (gol), Baggio I (sbagliato).

La roulette dei rigori inizia male e finisce ancora peggio. Sul dischetto, per il primo penalty degli azzurri, si presenta Franco Baresi, il faro della retroguardia azzurra, il capitano, che proprio al Rose Bowl taglia il traguardo delle 80 presenze con la maglia della Nazionale. Taffarel lo ipnotizza, Baresi calcia alto. L’epilogo è, se possibile, ancora più amaro. Sul 3-2 per il Brasile è il turno di Roberto Baggio, fino a quella gara il trascinatore del gruppo scelto da Sacchi. Sono secondi, ma sembrano ore e l’attesa si fa angoscia. Poi, succede. Il numero 10 prende la rincorsa e tira. Alto. Il Divin Codino fissa il terreno, Taffarel esulta verso il cielo. Fine della storia. I verdeoro si aggiudicano il titolo di migliore squadra al mondo per la quarta volta, al termine di una partita tutt’altro che bella. Ma quante emozioni dagli undici metri.

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Roberto Baggio al momento topico del penalty che consegna al Brasile la Coppa del Mondo 

Olympiastadion, Berlino
Finale Coppa del Mondo 2006

Italia: Buffon, Zambrotta, Cannavaro, Materazzi, Grosso, Gattuso, Pirlo, Camoranesi (Del Piero), Perrotta (De Rossi), Totti (Iaquinta), Toni. Commissario tecnico: Lippi.
Francia: Barthez, Sagnolm Thuram, Gallas, Abidal, Vieira (Diarra), Makelele, Ribery (Trezeguet), Zidane, Malouda, Henry (Wiltord). Commissario tecnico: Domenech.
Reti: 7′ rigore Zidane, 19′ Materazzi.
Sequenza rigori: Pirlo (gol), Wiltord (gol), Materazzi (gol), Trezeguet (sbagliato), De Rossi (gol), Abidal (gol), Del Piero (gol), Sagnol (gol), Grosso (gol).

La storia della sfida senza esclusione di colpi, anche proibiti, tra Marco Materazzi e Zinedine Zidane (poi espulso per una testata da provocazione al difensore azzurro-interista). Al 7′ il roccioso difensore della truppa azzurra atterra in area Malouda. L’arbitro non ha dubbi, calcio di rigore. Sul dischetto, la stella del calcio transalpino, Zizou, che liquida Buffon con un cucchiaio che colpisce la traversa e si insacca in rete. E’ 1-0 Francia. Materazzi non ci sta e vuole rimediare all’errore precedente. Al 19′ ci riesce. Calcio d’angolo Italia. Pirlo inventa, il centrale dell’Inter realizza di testa: 1-1. Pochi minuti più tardi, Pirlo ci riprova dalla bandiera di fondo campo. La deviazione di Toni si stampa sulla traversa.

Nella ripresa, la Francia preme sull’acceleratore e l’Italia soffre, ma non molla. Anzi, realizza anche un gol, che però l’arbitro Elizondo annulla per fuorigioco di Toni. Si va ai supplementari e la musica non cambia. La squadra di Domenech sfiora la rete in due occasioni, ma Buffon si supera. Al 4′ del secondo tempo, il momento chiave. Materazzi sibila qualche parola a Zidane (molte le versioni: tra le più accrdditate un poco gradevole apprezzamento alle donne di casa Zizou). Zidane perde il controllo dei nervi e atterra l’avversario con una testata che farà il giro del mondo, e viene espulso. Francia in dieci per i minuti che mancano alla fine della partita e con un rigorista in meno. L’Italia però è troppo stanca e non ne approfitta. Ci risiamo, calci di rigore. Che storicamente non portano benissimo alla nostra selezione. Eppure, qualcosa si muove. Gli azzurri segnano tutti. La Francia tutti, tranne uno, Trezeguet, proprio il giocatore che sei anni prima ci aveva condannato nell’Europeo olandese. Notti magiche. Italia in trionfo.

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Fabio Grosso nuovo “piede sinistro di Dio” realizza il gol che regala il Mondiale all’Italia

A Savona, però, tramite l’organizzazione De Marco, ci si portò subito in prima linea in questa importante novità.

La prima occasione di utilizzo dei rigori vista a Savona fu in occasione della finale del torneo dei Bar 1962: Bagni Nilo versus Bar Sport di Legino (che aveva ingaggiato tutti i vadesi che poi giocarono le successive edizioni con la Sabazia): 2-2 finale e rigori. Ultimo penalty Merengone contro Camici: il portiere vadese para e lo Sport Legino vince il trofeo. L’immenso Nanni De Marco era già “più avanti” (per dirla con Satta Flores) e aveva escogitato che tutti i rigori dovessero essere tirati da giocatori diversi.

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Le due foto sopra riportate rappresentano davvero un momento storico. Campo della Valletta (stracolmo di pubblico) finale trofeo Arci – Uisp 1962. Di fronte Bagni Nilo e Bar Sport Legino. Per la prima volta nella storia del calcio savonese (sicuramente tra le prime nell’intera storia del calcio italiano) il primato si decide con i tiri dal dischetto

Quando la Federazione impose, invece, il sistema dei rigori al posto della classica “palanchetta” si decise per un solo rigorista. Anche per quella occasione abbiamo il primo esempio savonese al torneo dei Bar 1966. Portuali contro Sabazia. I portuali ci avevano eliminato, come Bar Livio, in semifinale con un secco 3-0. I tecnici del Livio, ben noti a queste platee, avevano clamorosamente sbagliato la marcatura di Lagasio, affidandolo a “Tapioca” Fiabane: una giostra immane. Quando il patron Faggion, alla fine, si lamentò negli spogliatoi per la disastrosa scelta, i suddetti tecnici, colpevoli ma da sempre insofferenti alle critiche, gli risposero: “Stai zitto tu che non distingui Pelè da Giorgio Vacca”.

Torno a Portuali contro Sabazia: Mino versus Paolino Gaglione che tirò fuori l’ultimo rigore. Con il sistema del solo tiratore ho visto una finale di coppa Italia con Maddè (al Toro dopo aver fatto a lungo la riserva a Rivera al Milan) prendersi la rivincita e battere proprio Rivera nella sfida diretta. Poi la Federazione entrò nel carruggio di Nanni e decise per la formula attuale.

L’UOMO NERO: I MILLE VOLTI DELL’ARBITRO

 

di ALESSANDRO SBARILE

Da Alessandro Sbarile, della sezione Arbitri “Grasso” di Albenga, riceviamo e volentieri pubblichiamo. 

Dal 2013 la Sezione albenganese dell’Associazione Italiana Arbitri “Stefano Grasso” organizza parallelamente al Premio Geddo (ambitissimo riconoscimento che premia da quasi trent’anni un direttore di gara o dirigente arbitrale ligure distintosi a livello nazionale) un evento culturale, che quest’anno è stato il libro “L’uomo nero – Vite vere o presunte di arbitri di calcio”, una raccolta di racconti avente come fil rouge la figura dell’arbitro di calcio.

L’idea che in questi anni ha accompagnato queste creazioni è il continuo tentativo e desiderio di raccontare l’uomo sportivo, narrando il suo rapporto con lo sport stesso nella sua essenza, lontano da quello stereotipato o che si vede in televisione, provando quindi a descrivere più l’uomo che sta dietro al direttore di gara piuttosto che l’arbitro in sé.

Quando si parla di calcio, il punto di vista da cui immediatamente si vede questo gioco è quello dei calciatori, mai quello del direttore di gara; l’arbitro viene quasi dato per scontato ma è importante quanto un giudice quando si narra un processo.

Nell’immaginario collettivo il direttore di gara resta l’uomo nero, una creatura misteriosa che fa paura, come tutto ciò che non si conosce e di cui non si riesce a comprendere la natura.

L’arbitro è così, molti ne parlano ed arrivano a temerlo o ad elevarlo ad alibi nel momento del bisogno, ma in pochi indagano sulla sua figura o si sforzano di capire cosa si celi dietro fischietto e cartellini.

Per rendere meno spaventoso questo individuo è dunque bene cercare di sapere chi è; agli albori del football l’arbitro non era che un sussidio, un elemento terzo che in caso di controversia decideva torto e ragione; a passare il suo status da “accessorio” a “indispensabile” è stata l’incapacità degli uomini di ammettere le proprie responsabilità, il dover difendere per partito preso anche l’indifendibile pur di avere ragione.

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L’uomo nero in un’immagine degna di Diabolik   

 Chi è quindi l’arbitro di calcio? La biografia di Horacio Elizondo, il fischietto argentino che ha diretto la finale del Mondiale 2006 Francia-Italia, si intitola “Un hombre justo”, definendo così alla perfezione il ruolo che egli interpreta sul terreno di gioco, ovvero quello di un uomo giusto, imparziale, preciso e legittimato nel svolgere il suo ruolo in campo.

Si noti: giusto ma non infallibile, poiché non è la perfezione tecnica a fare l’arbitro ma la coscienza di applicare il regolamento del calcio secondo ciò che vede.

Fare l’arbitro è un’esperienza molto personale, molto privata. Una scelta come questa, fatta con grande consapevolezza, non può non cambiare la prospettiva della propria vita; è come il primo volo in aereo: fa capire quello che si può fare, dà la possibilità di vedere e conoscere cose nuove.

Per raccontare questa figura non è necessario essere dei tecnici: la considerazione secondo cui per scrivere di arbitri occorra sapere di calcio è del tutto fallace perché per avere la capacità di capire gli arbitri occorre invece prima di tutto avere la sensibilità e l’intelligenza di comprendere gli uomini; infatti il pallone passa davanti ai loro occhi soltanto per novanta minuti alla settimana ma nelle restanti centosessantasei ore e mezza costoro vivono esattamente come chiunque altro.

Fra una partita e l’altra passa tutta una vita, durante la quale gli arbitri sono uomini e donne comuni, che pensano al campo ma che vivono e provano situazioni ed emozioni assolutamente normali.

Raccontare gli arbitri nella loro quotidianità significa anche indagare sui motivi che li hanno avvicinati a questo mestiere e su come la loro passione si ripercuota nella loro vita quotidiana e sulla sfera privata.

Dodici i racconti che compongono “L’uomo nero”: Anna Maria Aigotti ribalta nel suo “Cuore di arbitro” lo stereotipo del cornuto, mostrando cosa accade quando una donna decide di sedurre un direttore di gara; Luca Berto in “Relatività da dubbio” racconta la difficoltà di dover prendere una decisione in un frangente non sempre chiaro; “L’ultima partita” di Paolo Di Crescenzo racconta invece cosa succede quando il più promettente arbitro di Serie D si accascia durante una finale play off; disgrazia o crimine? Quando le divise nere ed il verde terreno di gioco si tingono di giallo.

Dalla Spagna, Alberto Donato spiega in “Arbitro, mi firma la maglietta” come il direttore di gara iberico Mateu Lahoz stia catturando l’attenzione dei media e degli appassionati del suo Paese grazie al suo stile, empatico e dialogico; la “Domenica” di Davide Geddo narra l’incredibile partita di un arbitro che fischia due rigori contro la squadra di casa al 90’; Davide Kra, nel suo “#jesuisreferee” riflette a 360° sulla figura dell’arbitro, partendo dal caso del direttore di gara Tomillero, la cui carriera durò solo 45 giorni a causa del suo coming out.

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L’uomo nero di fronte ai grandi dilemmi: rigore o non rigore? Giallo o Rosso ?

Giancarlo Malombra, nel suo “Il gatto e le talpe” spiega ai più piccoli come agli arbitri spetti l’ingrato compito di riportare la giustizia dove essa non trova posto; “Da centravanti ad arbitro” di Mario Moscardini racconta invece la storia di Agostino, ragazzino dotato di grande talento e passione per il calcio che, una volta diventato uomo, si trova costretto a fare una scelta ed a vivere il campo da una prospettiva che non aveva mai immaginato; Gino Rapa, figlio del mitico Pippo Rapa, figura leggendaria fra i fischietti albenganesi, nel suo “Quando l’arbitro è tuo padre” svela aneddoti e retroscena del rapporto padre-figlio quando ci si rapporta con un genitore direttore di gara.

Pablo Renzi ha scritto “Libero arbitrio”, una riflessione profonda sulla difficile condizione di chi si trova a decidere e sull’impossibilità da parte di chi gli sta attorno di provare empatia per lui; “Il campetto” di Alfredo Sgarlato ci riporta alla nostra adolescenza, quando si correva dietro al pallone tutto il pomeriggio e l’arbitro non era poi così indispensabile.

Accanto a loro Luciano Angelini e Franco Astengo, che con il loro scritto Nanni De Marco: giornalista ed arbitro hanno ricordato un indimenticabile protagonista dello sport, del giornalismo e della cultura della nostra provincia.

Il volume é inoltre arricchito dalle illustrazioni di Stefano Guerrasio.

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Nanni De Marco, una vita tra ciclismo, calcio e giornalismo, nel disegno di Guerrasio

In tutte queste storie, vere o presunte che siano, i direttori di gara fanno più di tutte una cosa che li caratterizza e che di questi tempi non va per la maggiore: decidono, in un contesto storico, politico ed economico nel quale nessuno ha più il coraggio di prendere una qualsivoglia decisione, perché decidere significa rischiare, decidere vuol dire poter sbagliare, decidere può scontentare qualcuno e rendere antipatici in una realtà nella quale la simpatia sembra essere diventata un merito più che una qualità.

Se la decisione è presa nella consapevolezza di aver fatto l’impossibile per prenderla giusta si può solo guardare al futuro con serenità, tenendo sempre a mente che la gara più importante è sempre quella che deve arrivare, poiché ad un triplice fischio finale ne seguirà sempre uno d’inizio.

CINQUE SOSTITUZIONI NEI CAMPIONATI DILETTANTI UNA NOVITA’ STORICA

 

di LUCIANO ANGELINI  e FRANCO ASTENGO

“Storico cambiamento nell’universo dei dilettanti, il Consiglio Federale della FIGC ha approvato la proposta avanzata dal Consiglio Direttivo della Lega Nazionale Dilettanti su impulso del Presidente Cosimo Sibilia, recependo una circolare dell’IFAB: dalla prossima stagione tutte le squadre dei campionati dilettantistici potranno effettuare cinque sostituzioni invece delle tre canoniche. La novità ovviamente non riguarda il futsal, rimane invariato anche il regolamento dell’attività giovanile della LND che prevede sempre sette sostituzioni e quello della Serie A femminile su precisa indicazione dell’ IFAB. Comprensibilmente soddisfatto il Presidente della Lega Nazionale Dilettanti e Vice Presidente Vicario della FIGC Cosimo Sibilia che si è fatto promotore in prima persona di questo storico cambiamento. Abbiamo compiuto un passo importante, una conquista ottenuta grazie al lavoro di squadra. Quando si fa sistema si ottengono risultati significativi. Una decisione che conferma ancora una volta la centralità della Lega Nazionale Dilettanti all’interno del sistema calcio. Le cinque sostituzioni rispondono ad un esigenza di cambiamento che sta attraversando il calcio a livello mondiale e l’Italia così fa uno scatto in avanti nel processo di miglioramento”.

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La Nolese quando si giocava in 11 e basta: da sin., in piedi, Somà, Messa, Aramini, Brignole (brillante carriera nel Savona Fbc), Bruno Procopio, Angelini; accosciati: il massaggiatore  Ghione, Caracciolo, Capraro, Rizzolo, Zamboni, Pisano

Come commentare questo cambiamento epocale? Come scriverne?

Il pensiero corre davvero ai tempi andati, a ciò che succedeva quando le sostituzioni non erano ammesse in nessun caso (in certi tornei giovanili era possibile cambiare un giocatore tra il primo e il secondo tempo, ma esclusivamente in quel frangente). Promozione, Prima Divisione, Seconda Divisione (poi Seconda e Terza Categoria) si cominciava in 11 e si finiva quando andava bene in 11, ma anche in 10 e in 9. Se si infortunava il portiere toccava ad un giocatore di movimento andare tra i pali (si curava sempre di disporre di specialisti nel doppio ruolo, ad esempio, in un derby piemontese tra Fossanese e Cuneo fu la piccola mezzala Ferrari, ex Genoa, a sostituire il portiere biancorosso finito in ospedale per una sassata alla testa: la partita finì 3-3 e Ferrari parò un calcio di rigore); negli altri ruoli, l’infortunato, se ce la faceva a stare in piedi, andava all’ala sinistra.

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Quando si giocava in 11 e basta/2. La Veloce (1964-65) in una edizione “classica”: da sin.,in piedi, Bonifacio, l’allenatore Pelizzari, Durighello, Giusto, Negro, il vice allenatore Marte, Macelloni, Ferretti, Pietropaolo, il d.s. Antibo; accosciati, Chiesa, Vasconi, Tobia, Benedetti, Guglielmelli, il d.t. Besio. Da notare l’ottimo fornacino Bonifacio, evidentemente escluso nell’occasione, che posa in giacca e cravatta abbracciato dal suo allenatore Felice Pelizzari

L’assenza di sostituzioni rendeva difficile mantenere compatte le “rose”. Chi si vedeva costretto al ruolo di sempiterna riserva dopo qualche domenica si disamorava e spariva dalla circolazione; fra i possibili titolari erano musi lunghi nel caso di scelte ritenute non congrue; quando poi qualche titolare risultava assente per un motivo qualsiasi (squalifica, infortunio, fidanzata esigente, brutti voti a scuola, impegni di lavoro) diventava difficile andare a recuperare qualcuno che avevi lasciato fuori per tante domeniche di fila o avevi mandato in campo come segnalinee (il ruolo classico delle riserve a vita).

Un pensiero proprio a quei tanti che, all’epoca, esclusi dalla lista prendevano più o meno melanconicamente la via delle anguste tribunette che contornavano i nostri piccoli stadi (quando c’erano, altrimenti ci si collocava direttamente dietro la fatidica “griglia”).

Tutto questo fino alla fine degli anni ’60. Poi il lento cambiamento, una sostituzione, due, tre per un lungo periodo e adesso la liberalizzazione completa.

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Questa immagine della gloriosa Priamar assume, al riguardo del nostro discorso, una importanza particolare. Siamo, infatti, nella prima stagione nella quale anche tra i dilettanti è possibile la sostituzione del portiere. Infatti nello schieramento sono presenti Fulvio Porta e Fulvio Grossi. Da sinistra in piedi: il presidente Teresio Granelli, Porta, Farulla, Nofroni, Longhi, Siter, Bensi, il direttore sportivo Livio Faggion, l’indimenticabile Emilio Pacini; accosciati: Caviglia, Grossi, Imberti, Vivarelli, Tarditi, Bresciani

Cosa significherà sul piano tecnico staremo a vedere, certo che per le piccole squadre sarà un momento di liberazione per allenatori e dirigenti. Tutti i convocati avranno chance di giocare almeno un pezzo di partita e non sarà cosa da poco.

 

LEGA PRO CANCELLATA RITORNA LA SERIE C DEI TRIONFI BIANCOBLU

 

di LUCIANO ANGELINI  e FRANCO ASTENGO

Lega Pro cambio nome – L’assemblea di Lega ha stabilito, all’unanimità, che il terzo campionato italiano tornerà a chiamarsi “Serie C”. Per i più romantici, è una lieta notizia: la Lega Pro tornerà a chiamarsi Serie C. Lo ha deciso all’unanimità l’assemblea della Lega.

Tra quei romantici ci siamo anche noi: prima di tutto, allora, ricordiamo che la prima stagione di Serie C, completando il quadro composto da Serie A e Serie B, si svolse nella stagione 1935 – 36. Per quella stagione l’agenda Barlassina non  riporta gli elenchi del giocatori squadra per squadra per quel che riguarda il neonato torneo, ma indica soltanto i presidenti e gli allenatori. Abbiamo così pensato di fare cosa gradita alle nostre lettrici e ai nostri lettori fornendo l’elenco delle squadre con a fianco i nominativi dei “trainer” per ogni squadra, anche perché vi si troveranno nomi molto importanti nella storia del calcio italiano. Di seguito  riportiamo anche la storia della scansione dei campionati completa fino a questo ultimo aggiornamento.

Ecco l’elenco relativo al 1935 – 36.

Anconitana: Michele Balacsis (ungherese ex- giocatore del Torino)

Asti: Enrico Migliavacca

Bagnolese: Osvaldo Sacchi

Benevento: Giuseppe Zilizy (ungherese, futuro trainer della nazionale israeliana, d.t. del Savona 1960 – 61)

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Ecco Giuseppe Zilizy: nella stagione 1960 – 61 avrebbe svolto le funzioni di direttore tecnico del Savona con allenatore Felice Pelizzari

Biellese: Federico Munerati ex-ala destra di Juventus e Sampierdarenese

Casale: Amilcare Guaschino

Catanzaro: Cesare Migliorini

Cerignola: Bela Karoly, ungherese, ex- allenatore del Savona

Civitavecchiese: Aristide Viale

Como: da nominarsi

Cosenza: Afro De Pietri

Crema: Giuseppe Voltini

Cremonese: Italo Defendi

Cusiana: Giovanni Zanni

Derthona: Carlo Crotti

Andrea Doria: Paolo Franchetti

Empoli: Renato Nigiotti, ex-giocatore di Livorno e Fiorentina

Entella: Ottavio Barbieri, ex- giocatore del Genoa, futuro allenatore di Genoa, Liguria e vincitore dello scudetto di guerra con i VV FF di La Spezia

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Una foto storica di Ottavio Barbieri

Falck Milano: Emilio Agradi

Fanfulla: Alessandro Bovati

Fano: Remigio Sartoris

Fermana: Arpad Hayos, ungherese ex-allenatore della Sampierdarenese e futuro allenatore del Savona nella stagione 1939 – 40 con la promozione in Serie B

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Una formazione della Samp allenata da Ercole Carzino e Arpad Hajos

Fiumana: Riccardo de Seégner

Forlimpopoli: Annibale Bazzoli

Gallaratese: da nominarsi

Grion di Pola: da nominarsi

Imperia: Cesare Cassanelli

Jesi: Bruno Monti

Lecco: Otto Chrappan ungherese

Legnano: Elio Pagani

Lucano (Potenza): Mario De Palma

Mantova: Francesco Hirzer, soprannominato “la gazzella”, giocatore juventino vincitore dello scudetto 1925 – 26

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Francesco Hirzer in maglia juventina

Montevarchi: Lajos Politzer ungherese

Monza: Leopoldo Conti, ex ala destra dell’Inter più volte nazionale

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Leopoldo Conti

Nissena: Achille Gama, uno dei pionieri del calcio italiano

Padova: Pietro Colombatti, futuro allenatore del Catania e della Sampierdarenese

Parma: Tito Mistrali

Piacenza: Carlo Corna

Piombino, Dino Nassi

Pontedecimo: Delfo Bellini, ex-terzino del Genoa campione d’Italia 1922-23 e 1923-24

Pontedera: Enrico Giorgi

Prato: Alessandro Peics, ungherese

Pro Gorizia: Ettore Tiberio

Pro Patria: Adolfo Mora Maurer

Reggiana: Italo Rossi, futuro allenatore del Savona

Rimini: Ivo Fiorentini, futuro allenatore di molte squadre di serie A come Atalanta e Sampdoria

Rivarolese: Carlo Balbi

Rovigo: Renato Bottacini

Salernitana: Armando Halmos, ungherese

Sanremese: Carlo Rumbold, austriaco ex-giocatore dell’Inter

Savoia: Mario Piselli

Savona: Rinaldo Roggero, l’ala più veloce, una presenza in Nazionale

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Rinaldo Roggero

Seregno: Mario Meneghetti, ex-centromediano del Novara

Sestrese: Raffaele Rivolo

Spezia: Francesco Caiti

Trento: Geza Revesz, ungherese

Treviso: Desiderio Herecza, austriaco

Udinese: Emerico Hermann, ungherese

Venezia: Giuseppe Banas, ex-giocatore e futuro allenatore del Milan

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Giuseppe Banas

Ventimigliese: Giovanni Battista Ramella

Vicenza: Giuseppe Viola, ungherese, ex-centromediano della Juventus e allenatore di moltissime squadre

I 4 gironi erano così formati, secondo la classifica finale

Girone A: Venezia 42, Vicenza 40, Udinese 39, Padova 38, Treviso 36, Anconitana 33, Rovigo 32, Mantova 32, Jesina 31, Fiumana 30, Pro Gorizia 30, Alma Juventus Fano 27, Grion Pola 25, Rimini 17, Forlimpopoli 15, Trento 11.

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Il Venezia 1935 – 36

Girone B: Cremonese 47, Reggiana 45, Biellese 44, Seregno 38,  Falck 32, Monza 32, Piacenza 31, Lecco 31,  Parma 30, Crema 27, Pro Patria 25, Fanfulla 23, Legnano 23, Gallaratese 22, Cusiana 21, Comense 8.

Girone C: Spezia 46, Sanremese 46 (la Sanremese rinuncia allo spareggio), Sestrese 34, Andrea Doria 33, Entella 32, Imperia 30, Pontedecimo 27, Asti 27, Derthona 27, Savona 25, Rivarolese 23, Montevarchi 17, Ventimigliese 17, Casale 12.

Girone D: Catanzaro 37, Piombino 33, Nissena 33, Civitavecchia 32, Benevento 32, Salernitana 29, Lucano 25, Bagnolese 24, Savoia 23, Cosenza 22, Le Signe 21, Cerignola 21, Prato 16, Fermana 14.

Storia della scansione dei campionati

Abbiamo così ritenuto opportuno tirar giù una sintetica storia della suddivisione gerarchica dei campionati di calcio, così come storicamente verificatasi in Italia, allo scopo di aiutare gli appassionati a capire meglio il valore delle varie partecipazioni. Beninteso non dal punto di vista tecnico, semplicemente sotto l’aspetto della scansione dei diversi tornei: dal punto di vista tecnico, il “si giocava meglio un tempo”, oppure “adesso si corre molto di più” è oggetto di discussioni infinite, assolutamente gratificanti per chi le porta avanti ma dalla soluzione del tutto aleatoria. Si tratta di giudizi che, per dirla con una parola grossa, debbono essere “storicizzati”.

Entriamo, dunque, nel merito: il concetto di suddivisione in campionati separati dal meccanismo promozione/retrocessione è un concetto antico, immediatamente adottato dagli inglesi non appena (1863) si provvide a strutturare sul piano organizzativo l’agone calcistico.

Come ci è già capitato di raccontare in altre occasioni in Italia, attorno agli anni ’20, quando la diffusione del gioco si realizzò, con grande velocità, su tutto il territorio nazionale, divampò una vivacissima discussione proprio su questo punto: da una parte c’erano le società più forti, quelle delle grandi città oppure di città più piccole dove il gioco si era maggiormente sviluppato (e che avevano già intuito le potenzialità economiche e di comunicazione di massa che il calcio avrebbe messo in moto), da un lato i club più piccoli, più legati allo spirito pionieristico che intendevano andare avanti con una sorta di “assemblearismo”, con un campionato di Divisione Nazionale composto da cento e più squadre, suddivise in gironi regionali e poi, eliminatorie all’infinito fino a pervenire alla finalissima per il titolo.

Nel 1921 Vittorio Pozzo, futuro commissario tecnico della Nazionale, preparò un progetto che prevedeva già una Serie A a girone unico. Ci fu così una spaccatura e le società più forti formarono una Consociazione Calcistica Italiana (campionato a 2 gironi, di vera e propria  élite: vi aderì anche il Savona), mentre le piccole restarono nella Federazione Gioco Calcio disputando il solito torneo a più gironi. Nella stagione successiva (1922 – 23) fu raggiunta una mediazione, con un torneo su 3 gironi, ma la strada verso il girone unico era stata spianata. Il primo assetto organico del calcio italiano fu, così, raggiunto, con il campionato 1929 – 30: girone unico sia di Serie A, sia di Serie B, e I e II divisione interregionali (cui potevano partecipare anche le squadre riserve delle società maggiori). Era il momento della grande crescita e della razionalizzazione.

Motivi politici e motivi organizzativi portarono, in molte città, a fusioni tra le piccole squadre per arrivare ad una società unica in grado di rappresentare al meglio le diverse realtà geografiche. Successe a Roma, Firenze, Bari, Napoli, Venezia, Como, Bergamo ed altrove: a Savona, qui per un moto d’imperio più di natura politica che organizzativa, lo Speranza fu costretto a farsi assorbire dal Savona.

La Serie C (prima su 4 gironi, poi su 8 a dimensione interregionale) fu istituita con la stagione 1935 – 36 e rappresentò un grande momento di crescita per l’intera provincia italiana. Prima e Seconda Divisione restarono, così, confinate nell’ambito regionale.

La seconda guerra mondiale sconvolse tutti gli equilibri, anche per via delle difficoltà che le distruzioni di ponti, strade, ferrovie, portarono alla possibilità di recarsi in trasferta: la Serie A fu recuperata al girone unico nella stagione 1946 – 47 (in quella 1945- 46 si era tornati ai due gironi); la Serie B nel 1948 – 49 dopo due stagioni disputate su 3 gironi; la Serie C, in un primo tempo trasformata in una sorta di campionato interregionale tornò in quella stessa stagione (1948 – 49) alla dimensione nazionale, su 4 gironi, mentre alle sue spalle sorgeva la Promozione Interregionale (la I Divisione assumeva così una dimensione prettamente provinciale).

Questo assetto fu rivoluzionato con l’annata 1952 – 53, allorquando fu istituita la IV Serie (a dimensione interregionale) con Serie A, Serie B, Serie C a girone unico di 18 squadre (una selezione severissima, come si può osservare). Alle spalle della IV Serie gironi regionali di Promozione e provinciali di I e II Divisione.

 

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Il Pavia promosso in Serie B nella prima stagione (1952 – 53) della Serie C  a girone unico nazionale

La Serie C a girone unico resse fino all’annata 1958 – 59 (due gironi; mentre nel 1957 – 58 la IV Serie era stata suddivisa in due: Interregionale di I e di II Serie). In  quella stagione si diede al calcio italiano un assetto che risultò, per molto tempo stabile: Serie A a girone unico come la Serie B, tre gironi di Serie C con suddivisione geografica (Nord, Centro, Sud), otto gironi di Serie D, campionato di Promozione regionale (in Liguria su due gironi, Ponente e Levante, fino alla stagione 1968 – 69 quando fu istituito un girone unico con l’avvento, alle sue spalle, del torneo di I categoria) e II categoria dilettanti (a livello provinciale).

Abbiamo così ritenuto opportuno tirar giù una sintetica storia della suddivisione gerarchica dei campionati di calcio, così come storicamente verificatasi in Italia, allo scopo di aiutare gli appassionati a capire meglio il valore delle varie partecipazioni (beninteso non dal punto di vista tecnica, semplicemente sotto l’aspetto della scansione dei diversi tornei: dal punto di vista tecnico, il “si giocava meglio un tempo”, oppure “adesso si corre molto di più” è oggetto di discussioni infinite, assolutamente gratificanti per chi le porta avanti ma dalla soluzione del tutto aleatoria. Si tratta di giudizi che, per dirla con una parola grossa, debbono essere “storicizzati”).

Entriamo, dunque, nel merito: il concetto di suddivisione in campionati separati dal meccanismo promozione/retrocessione è un concetto antico, immediatamente adottato dagli inglesi non appena (1863) si provvide a strutturare organizzativamente l’agone calcistico.

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IL Mantova allenato da Edmondo Fabbri (primo in piedi a sinistra) vincitore dopo spareggio con il Siena (2-1 a Marassi) del girone A di Serie C 58 – 59. Un squadra capace di salire in cinque stagioni dalla IV Serie alla Serie A.

La Serie C (prima su 4 gironi, poi su 8 di dimensione interregionale) fu istituita con la stagione 1935 – 36 e rappresentò un grande momento di crescita per l’intera provincia italiana. In  quella stagione si diede al calcio italiano un assetto che risultò, per molto tempo stabile: Serie A a girone unico come la Serie B, tre gironi di Serie C con suddivisione geografica (Nord, Centro, Sud), otto gironi di Serie D, campionato di Promozione regionale (in Liguria su due gironi, Ponente e Levante, fino alla stagione 1968 – 69 quando fu istituito un girone unico con l’avvento, alle sue spalle, del torneo di I categoria) e II categoria dilettanti (a livello provinciale).

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Il Savona vincitore della Serie C girone A stagione 1965 – 66: da sin., in piedi, il dott. Galleano, Ratti, Natta, Bruno, Fazzi, Pozzi, Gittone, Taccola, il massaggiatore Regazzoni, l’allenatore Manlio Bacigalupo, l’avv. Alfio Viola; accosciati: il rag. Casella, l’allenatore in seconda Agostino macciò, Corucci, Rosin, la mascotte, Pietrantoni, Verdi, il magazziniere Bussetti

Questa suddivisione andò avanti fino alla stagione 1977 – 78 quando fu deciso, per la stagione successiva, di sdoppiare la Serie C, in Serie C/1 (due gironi) e Serie C/2 (in un primo tempo su quattro gironi, successivamente su tre): si ampliò così l’ambito dei professionisti (la storia del rapporto tra professionismo e dilettantismo nel calcio italiano meriterebbe di essere raccontata, ma non abbiamo in questa occasione lo spazio per farlo). Il resto del movimento calcistico fu suddiviso in Serie D (poi Interregionale, poi Campionato Nazionale Dilettanti, ed ancora – come adesso – Serie D), Eccellenza Regionale (in Liguria vi furono stagioni a due gironi, poi con il ritorno della denominazione Promozione per il campionato immediatamente successivo fu fissata definitivamente la formula del girone unico), I categoria (poi, come abbiamo già riferito subentrò la Promozione) II e III categoria.

Questo assetto è rimasto, più o meno, inalterato anche quando, negli anni ’90, sono stati introdotti play – off e play – out per stabilire il completamento di quel meccanismo di promozioni e retrocessioni, fondamentali per un giusto ricambio e scambio tra le diverse categorie, ma che tra i pionieri era considerato offensivo per il valore universale dello sport inteso come prosecuzione dell’antica cavalleria.

La Serie C/1 e C/2 si sono poi trasformate  (una brutta denominazione) “Lega Pro I Divisione” e  “Lega Pro II Divisione”: quindi, a fronte di una crisi complessiva dal punto di vista economico che ha registrato il fallimento di tante gloriose società (Parma, Triestina, Venezia, Padova, Varese, Biellese: tanto per citarne soltanto alcune) costrette a ripartire dalla Serie D o dall’Eccellenza, la Terza serie, dalla stagione 2013 – 2014 è tornata ad essere “unica” con una suddivisione in 3 gironi con criteri geografici (dopo un periodo di assurda suddivisione di tipo “longitudinale” rispetto allo Stivale), mantenendo per il 4° posto utile a salire in Serie B i play – off a dimensione nazionale.

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La Cremonese ultima squadra a vincere il girone A della Lega Pro

In sostanza a questo punto la suddivisione gerarchica dei campionati è la seguente: Serie A girone unico a 20 squadre (troppe e con crescenti rischi di fallimento per alcuni club poco virtuosi); Serie B girone unico a 22 squadre (idem come sopra), Lega Pro, 3 gironi (Nord, Centro, Sud) a 20 squadre, Serie D, 9 gironi a 18 squadre; Eccellenza regionale; Promozione interprovinciale; Prima Categoria interprovinciale; Seconda Categoria provinciale, Terza Categoria provinciale.

Adesso, finalmente la orrenda denominazione Lega Pro sparisce e si torna all’antica, gloriosa Serie C: la categoria nella quale il nostro Savona ha sicuramente disputato le sue più belle e coinvolgenti stagioni.

 

STAGIONE 71-72: TRAMONTA MALAVASI IL SAVONA AD EZIO VOLPI IN TERZA SALE IL BAR TREVISO

 

di LUCIANO ANGELINI e FRANCO ASTENGO

Il resoconto della stagione 71-72 trova al centro l’affermazione della Terza categoria, il gradino più basso della scala calcistica che, appena avviata la propria presenza in provincia di Savona, rappresenta un punto di riferimento per una nuova stagione di crescita del nostro movimento (comunque, in quella fase, almeno a partire dall’annata 68-69 in chiara espansione). Ne parleremo diffusamente più avanti e i nostri lettori troveranno citate compagini che, fino a quel momento, non si erano ancora cimentate con il calcio ufficiale e nuove località pronte a mettere in campo squadre agguerrite e competitive.

Andiamo per ordine, per così dire gerarchico: Il Savona Fbc milita in Serie C e torna, dopo due stagioni, nel girone dell’Italia Settentrionale. Si tratta di una stagione particolare per la società biancoblu, l’ultima retta dal gruppo Dapelo arrivato sulla rive del Leimbro al momento della promozione in Serie B e della scomparsa del comm.Gadolla (65-66).

Il gruppo è rappresentato, in quel momento, dall’ex-dirigente del Genoa Alfio Viola, già legato a Fausto Gadolla: un giornale titolerà “Compar Alfio, diplomatico” ricordando anche le sue origini meridionali, un esperto uomo di calcio, avvocato di professione, che preparerà la cessione del club.

Il dato più importante, però, si verifica sul campo, all’8a giornata, dopo una clamorosa e imprevedibile quanto ingiusticata sconfitta casalinga con la Pro Vercelli (1-4) viene esonerato “Ringo” Malavasi, l’allenatore in calzini bianchi e della monetina da 10 lire, quella con spiga e aratro, nascosta sotto il cerchio del centrocampo per inequivocabili esigenze scaramantiche. Al suo posto in panchina il trainer delle giovanili, Ezio Volpi, un bresciano già giocatore, oltre che delle “rondinelle” e del Fanfulla, anche degli striscioni e dell’Albenga. Volpi  si dimostrerà trainer di grande spessore tecnico ed umano avviando una brillantissima carriera da allenatore, purtroppo stroncata in seguito da un male incurabile che lo strappava alla vita nel pieno delle sue capacità professionali.

Il Savona Fbc conclude, comunque, la stagione al 12.mo posto, anche grazie ad innesti novembrini di buona caratura quali Balestrieri, Ballotta e Catuzzi. Vince il campionato il Lecco davanti ad Alessandria ed Udinese (è sempre una Serie C di altissimo livello).

La formazione-base è formata da: Merciai, Arnuzzo, Budicin, Capra, Gava, Rossi, Marcolini, Governato, Balestrieri, Rosso, Vivarelli (giocano anche Ballotta, Catuzzi, Sangoi, Bennati, Bianchino, Garofalo, Caiazza, Ferioli, Pigliacelli, Restelli ed i veterani Verdi e Ghizzardi, ceduti a novembre al Casale, ed i giovanssimi prodotti del vivaio locale, Murgita, Giacone ed Ivo Torresan). Un organico corposo e anche di qualità sia in difesa con l’ottimo Merciai, il doriano Arnuzzo e Budicin (o Ballotta) terzini, Gava libero e Capra stopper; il centrocampo è illuminato, anche se ad intermittenza, dal genio di Nello Governato, futuro giornalista a Tuttosport e scrittore, e sorretto dal dinamismo di Marco Rossi. Marcolini, Balestreri e Vivarelli sono le punte.  Ma è una stagione segnata. Come il destino del suo pirotecnico allenatore.

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Savona 1971- 72. Da sinistra in piedi: Balestrieri, Catuzzi, Rossi, Governato, Capra, Merciai. Accosciati: Vivarelli, Marcolini, Arnuzzo, Budicin, Ballotta

In Serie D si colloca una sola squadra della nostra provincia: l’Albenga che disputa un grande campionato piazzandosi al quarto posto alle spalle del trio Cossatese (illuminata dal duo Poirè-Sollier, quest’ultimo approderà poi in Serie A con il Perugia e diventerà famoso come autore di libri e militante politico di sinistra), Biellese ed Asti (nell’Asti, illuminato dai lampi di un giovanissimo Giancarlo Antognoni, che alla fine della stagione passerà alla Fiorentina dopo che Muccinelli, trainer dei granata, lo avrà offerto invano alla Juventus); vince la classifica dei cannonieri del girone il nostro “Victor” Panucci con 21 reti, davanti all’eterno Bramati passato dal Novara alla Biellese.

L’Albenga, allenata da Luciano Testa (che non disdegna qualche puntata in campo, magari partendo dalla panchina, adesso che il tredicesimo è ammesso anche nelle categorie minori) ,allinea questa formazione: Zenari, Ramella, Sobrero, Ameri, Costanzo, Bruzzone, Vasconi, Mussini, Marino Testa, Celiberti e Pioppo. Funge da secondo portiere Zanardini.

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Un’edizione dell’Albenga dell’epoca:da sin., in piedi, Celiberti, Zanardini, Ramella, Costanzo, Sobrero, Testa, Zenari; accosciati: Zunino, Bruzzone, Vasconi9, Spruzzola, Ameri, Pioppo

In Eccellenza le savonesi sono quattro: Varazze, Vado , Pietra Ligure e Alassio.

Vince il campionato il Lerici allenato da Curletto e che allinea tra i pali l’ex-genoano, savonese e modenese Franci.

Queste le rose delle “savonesi”.

Varazze (ottava): Lupi, Gottardi, Morchio, Prato, Torri, Barbarossa, Bosio, Musmeci, Crosa, Lucchesi, Castello (Astengo, Maio, Rondanina, Motta, Campo); all. Giorgi.

Vado (nono): Brondo, Bertero, Glauda, Micca, Poddighe, Grippo, Desogus, Boschis, Piscopo II, Tobia, Calcagno (Sozzi, Landolfa, Lori, Gianni Rosso, Sanna, Casu, Gallo); all. Nino Parodi.

Pietra Ligure (undicesimo): Porta, Gianotti, Barberis, Giusto, Mazzucchelli, Mamdraccio, Camogli, Foglia, Balbo, Eilmann, Bordero (Gerbaudi, Robino, Tortarolo, Bianco); all. Salamini

Alassio (tredicesimo): Casella, Natta, Casalino, Ardizzi, Mela, Invernizzi, Ferro, Capriati, Bertelli, Capasso, Francia (Mendola, Benvenuti, Cosa, De Rizzo, Montagner, Ravera); all. Invernizzi.

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Pietra Ligure 1971-72 formazione: Iacuzzi, Barberis, Foglia, Eilmann, Camogli, Mandraccio, Graziano, Poggio, Varona, Bordero (Gerbuadi, Malacarne, De Rizzo, Balbo, Lardo)

Nel torneo di Prima categoria le savonesi presenti sono ben 11, ma il successo finale tocca all’Arenzano, davanti a Carlin’s Boys e Ventimigliese: un torneo particolarmente difficile, sia per la qualità e la quantità dei giocatori di buon livello tecnico e agonistico, per la caratura delle panchine. C’è tutto il meglio del calcio savonese, anche oltre i dilettanti, da Giancarlo Tonoli (Albisola) all’ex juventino Muccinelli (Loanesi), all’ex bandiera biancoblu Giulio Mariani, a Gian Negro,Tullio Pierucci e l’ex gloria blucerchiata Beppe Recagno. Questi i protagonisti.

ALBISOLA (sesta): Ghiso, Marchi, Piscopo I, Di Vita, Berio, Franco Cusimano, Siccardi, Leo Cusimano, Corrado Teneggi, Somà, Colombo (Delfino, Tronchin, Furci, Zunino, Lagasio); all. Tonoli.

FINALE LIGURE (settimo): Calcagno, Monti, Rescigno, De Sciora, Cattaneo, Vallarino, Di Cola, Suraci, Comelli, Vadone, Aspesi, Moltrasio (Magnaghi, Colombo, Dressino, Razzaio, Bellora, Cervone, Marafante); all.Giancarlo Negro.

CARCARESE (ottava): Rovere, Parodi, Rebella, Cruciani, Odella, Briano,Pizzorno, Demaria, Monaci, Canazza, Maggi (Giribone, Tagliaferri, Perotti, Levratto, Bonifacino).

LOANESI (nona): Piotto, Schiesaro, Damonte, Armella, Quaglia, Negri, Battaglia, Sinagra, Enrico Pierucci, Magliano, Ghigliazza (Porzio, Nasturzio, Fusaro, Montini); all. Ermes Muccinelli

CENGIO (decimo): Duro, Scavino, Zunino, Di Scanno, Bagnasco, Caracciolo, De Zanet, Foglia, Dormetta, Arena, Gaiero (Balestra, Reviglio, Veglio, Turco); all. Rocchieri.

FINALPIA (undicesimo): Spensatello, Gallina, Bruzzone, Pittalis, Marenco, Pera, Calarco, Vignaroli, Pabis, Malacarne, Robutti (Tissone, Frattini, Cavanna, Mandraccio, Furlan, Vasconi);  all.Mariani.

VELOCE (dodicesima): Carella, Crispino, Caviglia,Sarti, Rossi, De Valle, Testa, Borgo, Chiesa, Benedetti, Pali (Finotello, Zilli, Fiori, Repetto, Sogno); all. Tullio Pierucci.

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La Veloce 1971-72: da sin., in piedi, De Valle, Tullio Pierucci (allenatore-giocatore), Crispino, Rossi, Conterno, Fiore, Carella (futuro presidente di lungo corso del Legino); accosciati: Filotello, Cannone, Zilli, Sarti, Benedetti

DON  BOSCO VARAZZE (tredicesimo): Cosimi, Cattivelli, Carattino, Altobelli, Minola, Parodi, Vitali, Perata II, Varese, Somà II, Recagno (Perata I, Gini, Vallarino, Ottonello); all. Beppe Recagno.

CAIRESE (quattordicesima): Bertonasco, Berretta, Bovo, Rizzolo, Garrone, Pesce, Croce, Veglio, Pregliasco, Tardito, Bertone (Zanini, Ventriglia, Garofoli, Cobelli); all. Pizzorno.

SPOTORNESE: (quindicesima): Francese III, Crippa, Bellomi II, Chiappella, Botto, Incorvaia, Sergo, Lingua, Riolfo, Pittaluga, Ratti (Ghelli, Biggi, Palazzi, Maffei, Romano); all. Mario Vadone.

VILLETTA (sedicesima): Ficini, Damonte, Fazio, Vicenzi, Maspes, Assereto, Biavasco, Mellano, Procopio II, Sardo, Lagustena (Ottonello, Jacovacci II, Ratto, Marri, Priano, Arbini); all. Ferro-Astengo.

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La Villetta 1971-72 schierata al “Bacigalupo” per il derby con la Veloce (vinceranno 3-2 i “granata” al termine di una gara tesa e appassionante): da sin., in piedi, Sardo, Ratto, Ottonello, Assereto, Mellano, Lagustena, Ferro, Astengo (d.t.); accosciati: Vicenzi (futuro sindaco di Stella e Albissola Mare), Albi, Damonte, Fazio, Caropreso, Biavasco

Nella Seconda categoria trionfo finale del Borghetto per due punti sulla Nolese. I granata si erano fortemente rafforzati ingaggiando l’ex-sampdoriano Scazzola che fungeva da allenatore-giocatore (nella stagione precedente aveva allenato la Pro Molare in Serie D, ed in Riviera era capitato per comandare i vigili urbani proprio a Borghetto), l’ex-portiere del Pietra Gibertini, l’ex-imperiese ed ingauno Schiesaro  ed il possente difensore ex-sestrese Moggia che affiancarono assai produttivamente il classico Baucia, da qualche stagione bandiera della compagine borghettina. La Nolese invece si era dotata di un tasso di “classe in più” attraverso l’acquisto dei vadesi Paolino Gaglione (“o Rey” per molti anni trascinatore dei rossoblu) e Marco Sfondrati, ma non era bastato per  vincere il girone.

Questa la classifica  finale: Borghetto Santo Spirito 38; Nolese 36; Ceriale 33; Fulgor Loano 31; Andora 30; Garessio 27; Auxilium Alassio 25; Intemelia 23; Altarese 23; Millesimo 23; Priamar 21; Santa Cecilia 20, Calizzano 17; Cadibona 10.

Quindi 12 squadre savonesi, una piemontese ed una della provincia di Imperia.

Ecco gli organici delle “nostre”.

Borghetto Santo Spirito: Gibertini, Schiesaro, Casciano, Moli, Coccolato, Parinello, Greco, Baucia, Chirivì, Scarfì, Scazzola (Mandraccia, Moggia, Grosso).

Nolese: Bonetti, Di Bartolo, Aramini, Pisano, Colombo, Rossi, Illarcio, Gaglione, Capraro, Gandolfo, Sfondrati (Saporito, Restuccia, Roberto, Caviglia, Sotgia).

Ceriale: Pucci, Vignaroli, Fringuellino, Massobrio, Enrico, Cavallera, Clerici, Sancinito, Rossi, Ferro, Schillaci (Cammarata).

Fulgor Loano: Parodi, Dondo, Riva, De Biasi, Rocchia, Falco, Bosco, Guzzetti, Salvatico, Bongiovanni, Aicardi (Cetriolo, Roascio, Curotto).

Andora: Trioglio, Rossi, Ordano, Baldi, Bertolino, Luzzo, Papone, Giardina, Lupo, Baldo, Vigini (Messico, Galleano).

Auxilium Alassio: Canepa, Pinna, Caviglia, Giacchello II, Da Pozzo, Cacciamani, Maghella, Collesi, Cerasa, Laguardia, Cappelletti (Giacchello I, Maffini, Mosca, Iannone).

Altarese: Molinas, Rolando, Cerruti, Fornaciari, Piccardi, Occhi, Tortore, Chiaruttini, Corizia, Giribaldi, D’Anna (Morazzo, Berta, Pansera, Bormioli, Caporali).

Millesimo: Giacosa I, Nolasco, Molinari, Giardino, Baronti, Dogliotti, Siri I, Ferro I, Siri II, Vomero, Pizzorno (Guarise, Ferro II, Rubino, Alluigi).

Priamar: Ferro, Ricci, Fornarino, Nofroni, Di Tullio, Damonte, Bosano, Bosio, Ciappellano, Caraccio, Lucia (Grasso, Mombrini, Tarditi, Bitetto).

Santa Cecilia: Vizzini, Bruzzone, Di Maggio II, Damiani, Tortarolo, Basso I, Invernale, Rossi, Di Maggio I, Basso II, Mongaro (Ligresti, Giusto, Conradi, Caserta, Barisone).

Calizzano: Barberis II, Briozzo, Barberis I, Maderi, Chirivì,Bonelli, Massone, Bergese, Buscaglia, Badano, Ruffino (Santo, Marson, Gaggero).

Cadibona: Robiglio, Faggioli, Rigardo, Malatesta, Rocca Novaro (Memè), Danello, Frumento, Gasco, Brandini, Pilleri (Nervi, Oliva, Guidetti, Verney, Zaccarini).

Abbiamo accennato all’inizio alla “esplosione” della Terza categoria, che a Savona era stata istituita con la stagione 1969-70; in precedenza all’inizio degli anni ’60 fungeva da III categoria il campionato Dilettanti CSI, egualmente riconosciuto dalla Federazione. Di quel tempo ricordiamo squadre come la Fraternitas di Roberto Grasso, Luca Castellaro, Joe Longhi, Pirami, Gianni Sibilio arrivata a un passo dal titolo regionale, e il Varigotti di Bruno Marengo, Rebecchi, Rinaldi, “topo gigio” Saccani, Bezzi, “Moretto” Garibaldi capace invece nella stagione 1964-65 di laurearsi campione regionale superando in finale, 2-0, il San Marzano di Pegli.

Anche nell’annata che stiamo raccontando una savonese si impose a livello ligure, il Bar Treviso di Emilio Pacini capace di sconfiggere, nella finale giocata a Santa Margherita Ligure, il Vezzano per 4-0 grazie ad un poker di Luciano Francese.

Il Bar Treviso era sorto la stagione precedente presso l’omonimo locale sito in Corso Colombo, angolo via XX Settembre, gestito da un simpaticissimo “paron” veneto (appunto di Treviso) Emilio Segato. Il Bar era frequentato da molti giocatori di varie squadre, in particolare della Priamar e, soprattutto, proprio da Emilio Pacini, allora giovane allenatore emergente che aveva già diretto la Villetta conducendola al successo nel campionato di II categoria 1965-66. Pacini aiutato da un pugno di appassionati aveva deciso di “saltare il fosso” e portare il Bar Treviso (come era già successo negli anni precedenti al Bar Freccero di via Paleocapa e come sarebbe capitato, dodici mesi dopo, al Bar Belluno di Piazza Giulio II su iniziativa del compianto Gino Pellosio) nei campionati federali. Dopo il secondo posto del 1970-71 arrivò il trionfo in questa stagione. L’altro girone di III categoria fu vinto dal Bragno degli eterni Viola e Ramognini (che più di dieci anni prima avevano condotto i verdi della Valbormida al successo finale proprio nel campionato CSI e poi avevano militato nelle giovanili della Juventus) con al secondo posto la Villetta’71 di Nini Marino, esperimento poi tornato alla casa base villettiana ma riuscito felicemente nell’idea di lanciare giovani virgulti.

Questo l’organico del Bar Treviso, campione ligure: presidenti Emilio Segato e Stefano Arduino; segretario “Momo” Morasso (per lui un ricordo del tutto particolare); allenatore, Emilio Pacini; massaggiatore,  Vittorio Barbino “Cordellina” popolarissimo personaggio in Città, vero e proprio factotum e padre del difensore “Cicci”.

Portieri: Ernestino Turco e Leo Ratto; difensori: Cicci Barbino, Piero Cipponi (un ciclista prestato al calcio), Roberto Farulla, Amedeo Venturini, Alberto Pellicciotta; centrocampisti: Luciano Soro, Domenico Toso, Luigi Ciappi, Aldo Bocca, Luciano Leoncini, Giuseppe Duga; attaccanti: “Ghido” Caviglia, Luciano Francese, Angelo Bensi, Duilio Montorsi.

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Bar Treviso, formazione ritratta all’interno del bar mettendo in mostra i trofei conquistati.Da sinistra in piedi: Cicci Barbino, Dario Ricci, Gegè Capraro, Marcello Caraccio, il simpaticissimo e indimenticabile “paron” Segato, Chidu Caviglia, Alberto Pellicciotta; accosciati, Luciano Alpa, Nanni Imberti, Emilio Pacini “il conducator”, Fulvio Porta

Le classifiche dei due gironi.

Girone A: Bar Treviso 31, Sanremo 28, Borgio Verezzi 25, Pontelungo 25, Laigueglia A 23, Andora B 16, Boys Finalpia 15, Finalpia B 11, Veloce Loano 11, San Giorgio Ceriale 10, Fulgor Loano B 8, Inguana 8.

Girone B: Bragno 25, Villetta ’71 22, Veloce B 20, Don Bosco Savona 19, Bardinetese 18, Cairese B 16, Dego 14, Garessio B 11, Cosseria 9, Calizzano B 7, Villetta B 7, Laigueglia B 6.

Da notare come partecipassero ancora al campionato di III categoria le squadre riserve delle società di I e II.

Nei campionati giovanili da notare il successo dell’Auxilium di Alassio nel campionato provinciale juniores. I “granatini” allenato da Ivo Brancaleoni, un uomo davvero di “Serie A” per aver giocato nel Como, nel Torino e nel Bari tra le altre, si imposero nel girone finale a quattro al Savona, alla Santa Cecilia e all’Albenga.

 

 

IL MITO DEL NUMERO 10: CON PELE’, MARADONA E PUSKAS RIVERA, BAGGIO E TOTTI

 

Mario Sconcerti scrive giustissime parole (“Corriere della Sera”, 31 Luglio 2017) sotto il titolo: “Non perdiamo il numero 10, dà il senso della circolarità della storia”:

“ E’ strano vedere le prime tre squadre dell’ultimo campionato italiano senza la maglia n.10 (Juventus, Roma, Napoli). E’un problema a cui si può resistere, lo capisco, ma è comunque una soluzione sbagliata. Non si cancellano i numeri per salvare un ricordo, è una contraddizione in termini, un piccolo atto illiberale. Cioè gente che nel presente decide anche per il futuro e soltanto per i principi. L’idea credo sia nata nel basket americano e mi sembra tipica di chi non ha avuto storia. Se non ha precedenti devi trovare un numero unico, estremo. Quindi si elimina. Gli europei, che hanno sempre avuto un visione circolare della storia, cioè tutto torna, hanno sempre preferito la ripetizione, poter ribadire un ruolo, un concetto. Avere un altro Maradona, trovare un nuovo Baggio, nella certezza che il talento è come i dittatori, si ripresenta. Ci siamo americanizzati di recente, direi quasi come effetto social..”

Ci siamo così convinti delle affermazioni del “Navarro”, come lo chiamava Gianni Brera,  che abbiamo pensato di osare stilando addirittura la classifica dei migliori numeri 10 di tutti i tempi (esclusi i giocatori in attività), ricordando che fino al 1939 i numeri non esistevano e che il sublime Cruijff giocava con  il n. 14 anche nell’Ajax e il maestro Di Stefano ha sempre portato il n. 9 mentre Bobby Charlton ha oscillato tra il 9 e l’11.

Vediamo la nostra personalissima graduatoria, procedendo per ordine:

1)      Edson Arantes do Nascimento detto Pelè

Pelé, pseudonimo con cui è universalmente noto Edson Arantes do Nascimento (Três Corações, 23 ottobre 1940, è un dirigente sportivo (ha ricoperto l’incarico di Ministro dello Sport) ed ex calciatore brasiliano, di ruolo attaccante, considerato dalle maggiori organizzazioni internazionali ufficiali dello sport nonché da molti esperti e appassionati il miglior giocatore di tutti i tempi.

Conosciuto anche come O Rei (Il Re), O Rei do Futebol (Il Re del Calcio) o Perla Nera (in portoghese Pérola Negra), è il Calciatore del Secolo per laFIFA, per il Cio e per l’International Federation of Football History & Statistics (IFFHS) nonché Pallone d’oro FIFA del secolo, votato dai precedenti vincitori del Pallone d’oro. Successivamente ha ricevuto, unico calciatore al mondo, il Pallone d’Oro Fifa onorario.

È l’unico calciatore al mondo ad aver vinto tre edizioni del Campionato mondiale di calcio, cosa avvenuta con il Brasile nel 1958, 1962 e 1970 (finale con l’Ita del 4-3 alla Gemania). Il suo gol realizzato alla Svezia nella finale del 1958 è considerato il terzo più grande gol nella storia del Mondiale e primo tra quelli realizzati in una finale di un campionato del mondo. La FIFA gli riconosce il record di reti realizzate in carriera, 1281 in 1363 partite, mentre in gare ufficiali ha messo a segno 761 reti in 825 incontri con una media realizzativa pari a 0.92 gol a partita.

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Pelè nel Santos – 1963

2)      Diego Armando Maradona

Diego Armando Maradona (Lanús, 30 ottobre 1960) è un allenatore di calcio, dirigente sportivo ed ex calciatore argentino, di ruolo centrocampistaoffensivo, capitano della Nazionale argentina di calcio vincitrice del Mondiale del 1986, attuale tecnico del Dibba Al-Fujairah. Il 5 luglio 2017 ha ricevuto la cittadinanza onoraria dal Comune di Napoli a palazzo San Giacomo con conseguente festa a Piazza del Plebiscito.

Noto anche come El Pibe de Oro (Il Ragazzo d’Oro), è considerato uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi e, da molti, il migliore in assoluto. In una carriera da professionista più che ventennale, ha militato nell’Argentinos Jrs., nel Boca Juniors, nel Barcellona, nel Napoli, nel Siviglia e Newell’a Old Boys. Con la Nazionaloe argentina ha partecipato a quattro edizioni dei Mondiali (1982, 1986, 1990 e 1994); i 91 incontri disputati e le 34 reti realizzate in Nazionale costituirono due record, successivamente battuti. Il suo gol realizzato contro la Nazionale inglese nei quarti di finale del Mondiale 1986 è considerato il gol del secolo, e segue di cinque minuti l’altro famoso e controverso episodio per cui è spesso ricordato, quello della mano de Dios.

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Diego Armando Maradona con la maglia del Napoli campione d’Italia

3)      Ferenc Puskas

Ferenc Puskás (Budapest, 2 aprile 1927 – Budapest, 17 novembre 2006), nato Ferenc Purczeld, è stato un calciatore e allenatore di calcio ungheresenaturalizzato spagnolo, di ruolo attaccante. Militò nella Honved e successivamente nel Real Madrid; difese i colori sia dell’Ungheria, suo Paese d’origine, per la quale scese in campo in occasione del Campionato del mondo 1954 e, successivamente, della Spagna, Paese di naturalizzazione, che rappresentò in occasione del mondiale 1962. Figlio a sua volta di un calciatore, deve il suo cognome attuale alla scelta di suo padre di cambiare nome di famiglia nel 1937.

È considerato il miglior calciatore ungherese di sempre e uno tra i più dotati di ogni tempo. È inoltre il terzo capocannoniere di tutti i tempi, avendo realizzato in carriera oltre 1000 goal tra nazionale e club. Seconda punta molto veloce, dotato di un notevole stacco di testa nonostante la media statura e di un eccezionale controllo palla al piede, oltre che appunto di un tiro incredibile, fu definito dal suo compagno di squadra e amico Alfredo Di Stefano, il migliore calciatore di tutti i tempi. Nel suo palmarès, oltre a diversi titoli di campione d’Ungheria e di Spagna, figurano un oro olimpico con l’Ungheria nel 1952, tre Coppe dei Campioni nel 1959, 1960 e 1966, nonché una Coppa Intercontinentale nel 1960, con il Real Madrid.

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Ferenc Puskas con la maglia del Real Madrid

4)      Omar Enrique Sivori

Enrique Omar Sívori (San Nicolás de los Arroyos, 2 ottobre 1935 – San Nicolás de los Arroyos, 17 febbraio 2005) è stato un calciatore e allenatore di calcio italo-argentino che, nel corso della sua carriera agonistica, rappresentò sia l’Argentina che l’Italia e militò nei club del River Plate, della Juventus e delNapoli; in panchina fu anche commissario tecnico dell’Albiceleste all’inizio degli anni 1970.

Chiamato El pibe de oro o El Cabezón per la folta capigliatura scura che spiccava sul corpo minuto, o anche El Gran Zurdo (il grande mancino) perché giocava principalmente con il sinistro, Sívori vinse con la maglia della Selección la Copa America 1957, mentre, tra le file di River Plate e Juventus, ottenne 6 titoli e 2 coppe nazionali. In carriera mise a segno 147 reti nel campionato italiano, e 17 con le casacche di Argentina e Italia; detiene inoltre, assieme aSilvio Piola, il record del maggior numero di gol segnati in una singola partita della Serie A: il 10 giugno 1961 siglò infatti 6 reti nella gara Juventus-Inter (9-1) della stagione 1960-1961.

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Omar Sivori edizione juventina

5)      Gianni Rivera

Giovanni Rivera, detto Gianni (Alessandria, 18 agosto 1943), è un politico ed ex calciatore italiano, di ruolo centrocampista, campione europeo nel1968 e vice-campione mondiale nel 1970 con la Nazionale italiana.

Primo Pallone d’oro italiano non oriundo nel 1969, occupa la 20ª posizione, primo degli italiani, nella speciale classifica dei migliori calciatori del ventesimo secolo pubblicata dalla IFFHS ed è considerato uno dei migliori giocatori italiani di sempre e uno tra i più grandi numeri 10 della storia del calcio. Nel 2004 è stato inserito nel FIFA 100, lista dei 125 più grandi giocatori viventi compilata da Pelé e dalla FIFA in occasione del centenario della federazione; nello stesso anno è risultato 35º nell’UEFA Golden Jubilee Poll, un sondaggio online condotto dalla UEFA per celebrare i migliori calciatori d’Europa dei cinquant’anni precedenti. Nel 2013 è entrato a far parte della Hall of Fame del calcio italiano e nel 2015 è stato tra i primi cento atleti selezionati dal CONI per la Walk of Fame dello sport italiano. Dal 1987 è attivo in campo politico e ha ricoperto vari incarichi parlamentari e governativi.

Esordì in Serie A a quindici anni con la maglia dell’Alessandria; col Milan, nel quale militò per diciannove stagioni (dodici da capitano), fu tre volte campione italiano, due volte europeo e una volta intercontinentale. Undicesimo per numero di presenze in Serie A (527), con 128 reti è il centrocampista più prolifico nella storia della massima serie.

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Gianni Rivera capitano rossonero

6)      Luis Suarez

Luis Suárez Miramontes, detto Luisito (La Coruña, 2 maggio 1935), è un allenatore di calcio ed ex calciatore spagnolo, di ruolo centrocampista. Campione d’Europa con la nazionale spagnola nel 1964. Considerato uno dei migliori giocatori della sua generazione, ha esordito tra le file del Deportivo di La Coruña per poi trasferirsi al Barcellona, dove ha vinto due edizioni del campionato spagnolo, della Coppa nazionale e della Coppa delle Fiere. Nel 1961 è approdato all’Interr, con la quale ha conquistato tre scudetti nonché due Coppe Campioni e altrettante Coppe Intercontinentali. Sotto la guida dell’allenatore argentino Helenio Herrera, che lo aveva già avuto alle sue dipendenze nel Barcellona, si è affermato nel contempo come uno dei migliori registi del panorama internazionale venendo annoverato ancora oggi tra i massimi interpreti del ruolo nella storia del calcio. Ha concluso la carriera nel 1973 giocando per la Sampdoria. Con la maglia della Spagna ha collezionato 32 presenze e segnato 14 reti partecipando appunto alla vittoriosa edizione casalinga dell’Europeo del 1964.

A livello individuale ha conquistato il Pallone d’Oro 1950, divenendo il primo e unico spagnolo ad aggiudicarsi il prestigioso riconoscimento messo in palio da France Football (fatta eccezione per l’oriundo Alfredo Di Stefano).

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Suarez interista nella nebbiolina di San Siro

7)      Roberto Baggio

Roberto Baggio (Caldogno, 18 febbraio 1967) è un dirigente sportivo ed ex calciatore italiano, di ruolo attaccante o centrocampista, vice-campione del mondo con la nazionale italiana nel 1994. Soprannominato Raffaello Divin Codino, è ritenuto uno dei migliori giocatori della storia del calcio mondiale. Con le squadre di club ha conquistato due scudetti (1994-1995 e 1995-1996), una Coppa Italia (1994-1995) e una Coppa UEFA (1992-1993). Innazionale ha preso parte a tre Mondiali (1990, 1994 e 1998), sfiorando la vittoria dell’edizione 1994: vice-capocannoniere del torneo con 5 reti, sbagliò l’ultimo penalty della finale contro il Brasile, vinta dai sudamericani ai tiri di rigore.

Pur non avendo mai vinto la classifica dei marcatori, è il settimo realizzatore del campionato di Serie A con 205 gol, preceduto da Silvio Piola, Francesco Totti, Gunnar Nordahl, Giuseppe Meazza, José Altafini e Antonio Di Natale. Prolifico anche in nazionale, con 27 reti in 56 partite è quarto tra i migliorirealizzatori in maglia azzurra, a pari merito con Alessandro Del Piero. È inoltre tra i migliori marcatori italiani nei Mondiali (9 gol, a pari merito con Paolo Rossi e Christian Vieri), nonché l’unico ad aver segnato in tre diverse edizioni.

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Roberto Baggio in nazionale ai mondiali ’90

8)      Michel Platini

Michel François Platini (Jœuf, 21 giugno 1955) è un dirigente sportivo, allenatore di calcio ed ex calciatore francese, di ruolo centrocampista. Legò il suo nome a quello del Nancy e del Saint Etienne, divenendo il giocatore-emblema per entrambi i club, nonché della Juventus e della Nazionale francese, di cui è stato tra i principali artefici dei rispettivi successi degli anni 1980. Terminò la carriera a 32 anni, dopo aver conquistato numerosi trofei tra cui un campionato francese, due scudetti con la Juve e quasi tutte le competizioni confederali all’epoca vigenti (tranne la Coppa UEFA, competizione in cui raggiunse i quarti di finale nel 1980 e 1981), divenendo al contempo cannoniere della Serie A dal 1983 al 1985. Con la Nazionale transalpina ottenne piazzamenti di rilievo nelle competizioni internazionali del decennio 1976-86, tra cui la vittoria dell’Europeo 1984 dove inoltre primeggiò nella classifica marcatori con nove reti (che ne fanno il miglior realizzatore in una singola edizione del torneo), e il terzo posto al mondiale del 1986.

È, assieme a Johan Cruijff e Marco Van Basten, il calciatore che ha vinto più Palloni d’oro.

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Michel Platini in maglia juventina

9)      Francesco Totti 

Francesco Totti (Roma, 27 settembre 1976) è un ex calciatore italiano, di ruolo centrocampista o attaccante. Soprannominato Er Pupone, fra il 1998 e il 2006 ha vestito la maglia della nazionale italiana, con la quale è diventato campione del mondo nel 2006.

Considerato uno dei migliori giocatori nella storia del calcio italiano, nel corso della sua carriera professionistica ha sempre militato nella Roma, squadra della quale è stato capitano dal 1998 al 2017. Per la squadra della Capitale è il miglior realizzatore di tutti i tempi e il calciatore con più presenze, sia per quanto riguarda il campionato (619, secondo in assoluto insieme a Gianluigi Buffon e dopo Paolo Maldini) sia per le coppe europee (103, di cui 57 in Champions League, della quale è il marcatore più anziano, avendo realizzato una rete a 38 anni e 59 giorni).

È al secondo posto della classifica dei marcatori della Serie A, ed è uno degli 8 calciatori italiani ad aver realizzato almeno 300 reti a livello professionistico (gli altri sono Piola, Del Piero, Meazza, Luca Toni, Baggio, Filippo Inzaghi e Antonio Di Natale oltre all’oriundo José Altafini); sempre tra i professionisti, è il giocatore italiano che ha segnato più gol con la stessa squadra (307 con la maglia della Roma), precedendo Del Piero (290 reti con la Juventus) e Meazza (284 reti con l’Ambrosiana-Inter).

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Totti all’esordio da titolare in Serie A (Roma-Sampdoria, 29 marzo 1994 )

10)   Arthur Antunes de Coimbra detto Zico

Arthur Antunes Coimbra, meglio noto come Zico, (Rio de Janeiro, 3 marzo 1953) è un dirigente sportivo, allenatore di calcio ed ex calciatore brasiliano, di ruolo attaccante o centrocampista. Soprannominato O Galinho (il Galletto), partecipò a diverse edizioni delMondiale, intraprendendo poi fruttuosamente la carriera di allenatore e dirigente. Fu eletto Calciatore sudamericano dell’anno per tre volte (1977, 1981 e 1982). Occupa la nona posizione nella classifica dei migliori giocatori del XX secolo redatta da France Football, e la diciottesima posizione nella classifica dei 100 migliori giocatori del XX secolo redatta da World Soccer.

In totale ha giocato 750 partite ufficiali segnando 516 gol; contando anche le partite non ufficiali giocate il suo totale sale a 1180 presenze e 826 gol.

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Zico con la maglia dell’Udinese