Anni ’50/’60: com’era ricco il settore giovanile! Ma prima squadra vietata

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1957: sul terreno di Corso Rcci i virgulti del settore giovanile biancoblu allenati da Gino Ghersi (al centro nella foto) protagonisti nella Coppa Bacigalupo. Tra gli altri si riconoscono il cannoniere Rusticoni (Vado, Cairese, Spotornese, Nolese, Villetta, Freccero), la mezzala Renesto (Santa Cecilia, Vigevano, Vado, Albisola), il difensore Duce, Salvo, Buftalmo, Luciano Caligaris in borghese (giacca blu), l’ala Pasio (Cairese, Carcarese), il difensore Berruti, il mediano alassino Ziliani, il portiere Angelini (poi n.12 in prima squadra, Alassio, Quiliano, Cuneo, Cairese, Nolese), la talentuosa mezzala Prina e il terzino alassino Sala

di FRANCO ASTENGO

Com’era ricco il settore giovanile del Savona Fbc negli anni ’50 e ’60. Ricco sul piano della quantità ma anche della qualità. Una ricchezza emersa quasi costantemente, ma quasi mai premiata, sottomessa, se vogliamo, all’esterofilia del presidente Del Buono, poco propenso all’impiego dei giovani fatti in casa (o nel territorio). Un decennio o poco più che merita di essere rievocato, vuoi per ridare un’immagine e un volto a tanti giovani calciatori che hanno vestito la maglia biancoblu, vuoi perché emblematico di una politica sportiva asservita al conseguimento dei risultato tutto e subito, vuoi alle sollecitazione della piazza. Riviviamo dunque la grande realtà rappresentata dal settore giovanile del Savona Fbc negli anni più importanti della sua vita, tra la fine degli anni ’50 e la seconda metà degli anni ’60 quelli del ritorno in Serie C, la costruzione del nuovo stadio a Legino e l’ascesa in Serie B.

In quegli anni il settore giovanile del Savona Fbc era organizzato attorno ad un nucleo di grandi e appassionati dirigenti: il coordinatore ragionier Aldo Giordanello, organizzatore molto preparato, persona dal tratto signorile e cordiale capace di mettere a proprio agio qualunque interlocutore; Marietto Lenzuni, discreti trascorsi tra i pali, dinamico factotum capace di mettere assieme trasferte più o meno impossibili; Bruno Curti, un bagaglio arricchito dall’esperienza diretta di tecnico in diverse squadre tra le quali la Gloria ma anche lui ottimo organizzatore e capace di mantenere ottimi rapporti con i giovani giocatori.

Il tutto fu sovrainteso e supervisionato per molti anni nientemeno che da Felice Levratto, l’ex-grande cannoniere, che non disdegnava di passare ore e ore a mostrare i fondamentali ai giovani virgulti incantandoli con i loro racconti d’altri tempi come i suoi dialoghi con Zamora (“Dimmi Ricardo come fai a parare così bene?”) o a resoconti di Olimpiadi lontane affrontate con la maglia azzurra.

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Erano appena trascorsi i tempi dei Cicerin-Boys, ma Mario Dante si aggirava ancora nei paraggi con il suo dialetto stretto-stretto e il suo fare un po’ burbero nel dispensare consigli che parevano ordini: “Voggiu vedde e aoli cun e scorpe sporche de gessu”, per dire appunto alle ali di stare larghe su quelle che poi si sarebbe chiamate “fasce laterali”.

Si affacciava una nuova generazione di allenatori: Gino Ghersi, ex terzino della Serie B anni ’40, tecnico molto prudente poi passato per diverse stagioni al florido vivaio della Priamar; Sergio Sguerso, il “maestro”, che dopo l’esperienza da tecnico della “De Martino” , seconda squadra biancoblu, tornò ancora a giocare con la Libertà e Lavoro; Agostino Macciò,  ex portiere dai voli pindarici nelle categorie minori e poi tecnico molto attento ai dettagli; Pino Marte, difensore di classe in varie squadre savonesi ed allenatore “semplice” capace di mostrare una tecnica “vera” e di inquadrare efficacemente sul campo le squadre a lui affidate; Ezio Volpi, forse il personaggio di maggior spicco in questa carrellata, già difensore di Brescia, Fanfulla, Savona, Albenga, dopo un lungo tirocinio nel settore giovanile passato ad allenare la prima squadra con ottimi risultati e capace di una brillante carriera da trainer collezionando promozioni in giro per l’Italia. Una carriera purtroppo chiusa per la sua davvero dolorosa e immatura scomparsa. Ad Ezio Volpi va dedicato un nostro commosso ricordo.

Trait d’union tra il consiglio direttivo e il settore giovanile alcuni dirigenti che debbono essere assolutamente ricordati: da papà Ronchetti, padre del difensore Elvio che seguiva tutte le trasferte; al munifico latin lover Ninni Marchese, dispensatore di rose rosse a fascinose bionde, al sagace Gigino Grisolia sempre in caccia di talenti nei vari tornei a 7 che si disputavano negli oratori cittadini.

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Ma per i ragazzi del settore giovanile “maturi” per l’approccio allaprima squadra non c’erano grandi aperture. Il Savona Fbc era diretto , in quel periodo, dal presidentissimo Stefano Del Buono, autentico padre-padrone, il quale, sulla scia del suo predecessore l’ingegner Noceti, che aveva saputo portare gli striscioni sulla soglia della Serie A, preferiva i giocatori “già fatti” magari provenienti dalla Serie A o dalla Serie B (le ali sinistre Farinelli e Giordano, i centrocampisti Bianco e Negri, il centravanti Cella, i portieri Semenzin, Franci e Tonoli tanto per fare alcuni esempi) e vedeva con diffidenza l’esordio in prima squadra di giovani del vivaio.

Far parte delle “giovanili” del Savona Fbc era quindi frutto di una selezione molto attenta ma le possibilità di far parte della prima squadra, anche soltanto per poche partite, risultava impresa assai ardua.

In quel periodo i nomi si contarono quasi sulle dita di una mano, una miseria a confronto con il patrimonio a disposizione. Ad affermarsi compiutamente forse furono soltanto il cannoniere Panucci, che poi però per tornare titolare fu costretto ad un lungo giro (Imperia, Albenga, Pro Patria, Monza, Asti) e il “cervellone” Piero Pittofrati, poi emigrato a Chiavari e autore di una buona carriera con Como, Piacenza, Brescia. Sfortunato il suo sodale, il toscano “Poppo” Vannini infortunato al ginocchio dopo l’esordio e tenuto in naftalina per tutta la stagione di Serie B. Poche partite anche per il talentuoso acquese Prina, poi a lungo titolare nel Casale, una presenza per Marietto Dubourgel (a Monfalcone campionato già vinto) in seguito titolare in Serie C ad Imperia e ad Asti, poche gare anche per l’acrobatico e talentuoso portiere Piero Ianicelli e per un vero “crack” come il difensore Tullio Pierucci, in seguito per molte stagioni il miglior giocatore di Promozione in Liguria e Nazionale Dilettanti. Una sola gara in prima squadra anche per Marco Ghiara, mezz’ala super-tecnica proveniente dalla Villetta e qualcosa di più per il forte difensore Carlo Tosello. E’, questo, l’unico neo, e nemmeno tanto piccolo, della lunga e fruttuosa gestione del presidente Del Buono. Molti quattrini si sarebbero forse risparmiati dando via libera ai ragazzi fatti in casa.

Non riuscirono ad esordire, per varie ragioni, giocatori del settore giovanile che l’avrebbero ben meritato per capacità tecniche ed agonistiche come Alberto Sardo, Luciano Bordegari, Guido Lagustena (pur provati in allenamento e in amichevole) , l’ottimo mediano alassino Ziliani, l’attaccante Pier Basili che poi fu capace di svolgere una lunga carriera tra i professionisti militando, tra l’altro, con Modena, Avellino, Lecce, Parma, Udinese.

Per i portieri poi la strada era del tutto sbarrata sbarrata: per lunghi anni genio e sregolatezza Bruno Ferrero, molto considerato  (a ragione) dal presidentissimo, tenne il posto da titolare senza alcuna flessione, infortunio o squalifica. Alle sua spalle così non ebbe la possibilità di esordire pur largamente meritata (Pelizzari affermava “cosa volete lui vuol fare tutte le partite” alludendo a Ferrero) Luciano Angelini, mentre anche per Giuliano Spensatello non ci fu occasione. Non c’era il numero 12 ed anche il portiere di riserva filava in tribuna.

Di seguito, stagione per stagione, in quel periodo le “rose” del settore giovanile del Savona Fbc, tra “De Martino”, juniores e allievi.

Stagione 1958 – ’59

Squadra juniores: Biggi, Pacini, Giusto, Tessitore, Pieri, Valente, Formento, Marino, Rastelli, Rusticoni, Berruti; all. Ghersi.

Stagione 1959 – ’60

Squadra De Martino: Angelini,  Duce, Ziliani, Faccio, Tullio Pierucci, Turotti, Frione, Serena, Sergo, Meraviglia, Prina; all. Sguerso.

Stagione 1960 – ’61

Squadra juniores: Spensatello, Praiotti, Drago (“calollo”), Fedele, Ronchetti, Alfonso, Guglieri, Dubourgel, Ghiara, Sardo, Pastorino.

Stagione 1961 – ‘62

Squadra juniores: Spensatello, Praiotti, Ronchetti, Bordegari, Tosello, Sardo, Lagustena, Dubourgel, Panucci, Ghiara, Prina; all.Levratto.

Stagione 1962 – ’63

Squadra juniores: Piotto, Praiotti, Ronchetti, Bordegari, Ferro, Vannini, Lagustena, Dubourgel, Panucci, Pittofrati, Badoino all.Levratto

Stagione 1963 – 64

Squadra juniores: Piotto, Maddalena, Ronchetti, Bosio, Ferro, Vannini, Lagustena, Mellano, Morasso, Pittofrati, Badoino; all.Levratto.

Stagione 1964 – ’65

Squadra De Martino : Ianicelli (Spensatello), Tosello, Sciolla, Demaria, Ronchetti, Sardo, Lagustena, Bordegari, Basili, Pali, Bottinelli; all. Levratto.

Squadra juniores: Piotto, Sciolla, Gambetta, Tarchino, Botto, Bosio, Mellano, Demaria, Giribone, Caraccio, Devita; all. Macciò.

Squadra allievi: Astengo, Susco, Bottino, Neirotti, Giusto, Perlo, Loffredo, Cattardico, Bocca, Testa, Zanette; all. Volpi.

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Savona allievi 1965-66: Bertolucci, Gerion, Foglia, Perlo, Procopio, Lacota, Picci Rosso; accosciati: Casesa, Magnani, Francese III, Fazzi II, Corucci, Giacomelli, Poggio

Stagione 1965 – 66

Squadra De Martino (arrivata alle semifinali nazionali): Ianicelli, Sciolla, Vicenzi, Vannini, Verri, Bertani, Dubourgel, Sardo, Basili, Pittofrati, Mellano; all. Levratto.

Squadra juniores: Delfino, Maddalena, Alessandria, Perlo, Benelli, Tomei, Cattardico, Ferro, Testa, Camporeggi, Loffredo; all. Macciò.

Squadra allievi: Limongi, Cianci, Bocca, Martelli, Perlo, Neirotti, Fazzi II, Rosso jr, Battaglia, Tomei, Casesa; all. Volpi.

Al termine della stagione fu allestita una squadra giovanile con alcuni prestiti tra i migliori prodotti del vivaio provinciale (Foglia dall’Albisola, Procopio III dalla Villetta, Franco Lacota dalla Veloce,Mauro Gerion dal Cengio) e fu disputato un importantissimo torneo internazionale a Lugano, documentato nella foto sopra.

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Gli allievi binacoblu nella stagione 66/67 quella della Serie B. Da sinistra in piedi: il dirigente Curti, l’allenatore Volpi, Lacota, Procopio III, Perlo, Rosso, Magnani il massaggiatore Pippi Prussiati; accosciati: Gerion, Neirotti, Martelli, Giacone, Fazzi II, Ghiglione

Stagione 1966 – ’67 (Serie B)

Squadra De Martino: Sommariva (Pascali), Maddalena, Budicin, Gardella, Bocchia, Scaia, Rollando, Menconi, Basili, Vannini, Dalle Crode (Rizzo); all. Occhetta, poi Macciò.

Squadra allievi: Francese, Magnani, Zunino, Gerion, Perlo, Neirotti, Lacota, Rosso, Procopio III, Casesa, Fazzi II; all. Volpi-Marte.

Stagione 1967 – ’68

Squadra juniores: Rondelli, Coppola, Zanette, Gava, De Rizzo, Lardo, Foglia, Mannarelli, Marcolini, Murgita, Guerraz; all. Volpi.

Squadra allievi: Mendola, Giaccone, Neirotti, Falabella, Coppola, Ferrando, Desogus, Doni, Zanco, Canazza, Bolognesi; all. Marte.

Stagione 1968 – ’69

Squadra juniores: Benini, Aimone, Lavezzi, Giacone, Coppola, Neirotti, Guerraz, Canazza, Merlano, Murgita, Bolognesi (Gerbaudi, Torresan); all. Volpi.

Squadra allievi: Parodi, Torcello, Maspes, Colombo, Bertolucci, Rossi, Ceppi, Orcino, Ravera,Gentile, Barile; all. Marte.

In quel Savona Fbc, tra il 1958 e il 1969 (ma potremmo anche guardare più avanti, ha vissuto splendide esperienze sportive e di vita, ancorché con diverse fortune (poche in proporzione quelle calcistiche, in quelle formazioni troviamo futuri medici, ingegneri, professionisti, dirigenti d’azienda, insegnanti), la meglio gioventù savonese. E a scritto pagine importanti, significative. Da ricordare.Come merita.

 

La Liguria e la Nazionale: da Amoretti a Sturaro, ecco i “nostri” 32 azzurri

di FRANCO ASTENGO

Anche nel calcio esistono (e si realizzano) le favole. Come quella di vestire la maglia azzurra. Ed è quella che hanno vissuto, dal 1910 ad oggi, 32 calciatori nati in Liguria e che hanno toccato il vertice della loro carriera indossando la maglia azzurra (prima bianca) della Nazionale. Cercheremo di descriverne al meglio i vari passaggi di carriera e ricordarli nel modo più opportuno.

In precedenza però lasciamo spazio alla citazione di un grande progenitore del nostro calcio regionale che, per non essere nato in Liguria, non troverà posto nell’elenco successivo. Si tratta del barone Giuseppe Franz Calì, nato a Riposto in provincia di Catania che dopo aver appreso le regole del gioco in Svizzera da studente, capitò  a Genova (possedeva un grande magazzino all’ingrosso di cancelleria in via San Luca) partecipando alla fondazione della sezione “giuochi” della Società Ginnastica Andrea Doria sviluppando nei ginnasti doriani la passione del calcio.

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Il barone Franz Calì primo capitano della Nazionale Italiana

Il 15 Maggio 1910 a Milano, nello scenario dell’Arena Napoleonica la Nazionale Italiana giocò la sua prima partita avversaria la Francia (6-2 per l’Italia che indossava ancora la maglia bianca) e Calì fu il promo capitano. Ricordiamo l’intera formazione: De Simoni (Unione Sportiva Milanese), Varisco (Unione Sportiva Milanese) Calì (Andrea Doria) Trerè (Ausonia) Fossati (Inter) Capello (Torino) Debernardi (Torino) Rizzi (Ausonia) Cevenini I (Milan) Lana (Milan) Boiocchi (Unione Sportiva Milanese).

In seguito Calì, grande competente e anche arbitro, fu ripetutamente chiamato a far parte della Commissione Tecnica delle squadre nazionali.

Come Calì, liguri d’adozione ma non nati dalle nostre parti altri grandi atleti non saranno reperiti in questo elenco: Ricky Albertosi nato a Pontremoli a pochi metri dal nostro confino; il portiere Venturini, medaglia d’oro alle Olimpiadi di Berlino nato a Carrara ma che ha giocato sempre tra i pali della Sampierdarenese, Tojo Sardelli, più o meno come Albertosi, nato a Borgo Val di Taro, il nizzardo Borel II, “farfallino” campione del mondo 1934, Carlo Ghigliano grande difensore di Genoa e Savona fondatore dell’Albenga nato però a Bastia di Mondovì.

Ed ecco l’elenco completo.

1)      Ugo AMORETTI  portiere, nato a Genova il 6/2/1909, 1 presenza nel 1936 Italia – Svizzera 4-2. Diverse presenze anche in nazionale B e nelle rappresentative interregionali all’epoca molto attive. Portiere delle due squadre genovesi, della Juventus, Fiorentina, Padova poi allenatore di molte squadre della nostra Riviera.

2)      Valerio BACIGALUPO, portiere nato a Vado Ligure il 12/2/1924, 5 presenze, esordio nel 1947 a Bari, Italia – Cecoslovacchia 3-1. Invitto estremo difensore del Grande Torino perito a Superga. Abbiamo ancora negli occhi l’immensa folla di popolo che seguì il suo funerale in processione dalla stazione di Savona al cimitero di Bossarino. Ha rappresentato uno dei “miti” veri dello sport italiano. Muore giovane chi è caro agli Dei.

3)      Ottavio BARBIERI, mediano, nato a Genova il 30/4/1899, 21 presenze, esordio nel 1921 ad Anversa, Belgio – Italia 2-3. Mediano di un Genoa pluriscudettato si rivelò come un grande tecnico, innovatore del gioco con l’adozione del sistema alla fine degli anni ’30 con una Sampierdarenese portata in zona scudetto e poi con il Genoa. Il suo capolavoro lo “scudetto di guerra” conquistato con lo Spezia battendo il grande Torino (rinforzato da Piola) all’Arena di Milano nel giugno del 1944 (2-1). Morì giovanissimo, nel 1947, quando allenava la Lucchese.

4)      Fosco BECATTINI, terzino, Sestri Levante 16/3/1925, 2 presenze, esordio nel 1949 a Madrid Spagna – Italia 1-3, ultima partita in Nazionale dei giocatori di quel Torino più volte citato.

5)      Delfo BELLINI, terzino, Rivarolo, 13/1/1900, 8 presenze, esordio nel 1924 a Duisburg, Germania – Italia 0-1. Una drammatica partita giocata dagli azzurri per buona parte in 10 per un infortunio al centravanti Janni. A quel tempo non c’erano le sostituzioni.

6)      Augusto BERGAMINO ala, Genova, 12/7/1898, 5 presenze, esordio a Milano nel 1920, Italia – Francia 9-4. La prima partita dell’Italia dopo la prima guerra mondiale. I francesi arrivarono in Centrale con un forte ritardo e allo Stadio si era già pensato di sostituirli con una gara tra la Nazionale e la Rappresentativa Lombarda. Catapultati al Velodromo Sempione i “coqs” appena scesi dal treno fecero proprio quello potevano nelle loro precarie condizioni dopo un viaggio estenuante.

7)      Luigi BERTOLINI, mediano, Busalla, 13/9/1904,  26 presenze, esordio 1929 a Milano Italia – Portogallo 6-1, prima partita del ciclo vittorioso di Vittorio Pozzo, esordio anche di Mumo Orsi. Campione del Mondo 1934. A Savona Bertolini giocava centravanti, poi Carcano lo portò ad Alessandria trasformandolo in mediano e in seguito alla Juventus dei cinque scudetti. Noto a tutti come “l’uomo che giocava con il fazzoletto in testa”

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L’Italia campione del Mondo 1934: da sinistra in piedi, Combi, Monti, Ferraris IV, Allemandi, Guaita, Ferrari; accosciati, Schiavio, Meazza, Monzeglio, Bertolini, Orsi

8)      Ernesto BONINO, ala, Spezia 12/7!899, 2 presenze,  esordio nel 1921 a Ginevra Svizzera – Italia 1-1. Giocando nella Lucchese, assieme all’italo – scozzese Moscardini con lui è stato il primo giocatore appartenente ad una squadra centro – meridionale a giocare in azzurro.

9)      Luigi BURLANDO, centromediano, Genova 32 /1/1899, 19 presenze, esordio nel 1920 alle Olimpiadi di Anversa Italia – Norvegia 2-1. Dominatore dell’area nel grande Genoa di mister Garbutt (scudetti ’22- 23 e ’23 – 24) da ricordare per due particolari importanti. In quelle Olimpiadi di Anversa fu titolare sia della squadra di calcio sia di quella di pallanuoto. Il 21 Maggio 1922 a Milano in Italia – Belgio 4-2 segnò un goal di testa da oltre 40 metri, massima distanza delle reti di testa mai segnate in Nazionale. Da allenatore fu il secondo di Vittorio Pozzo ai mondiali del ’38 vinti dall’Italia in Francia.

10)   Giulio CAPPELLI, ala, Spezia 4/3/1911, 2 presenze, esordio alle Olimpiadi di Berlino 1936 con l’Italia medaglia d’oro. Italia-USA 1-0. Ottimo tecnico nel dopoguerra ricoprì più volte l’incarico di direttore tecnico nell’Inter e nel Genoa.

11)   Emilio CAPRILE, ala, Genova 30/9/1928, 2 presenze, esordio nel 1948 alle Olimpiadi di Londra (ultima esperienza di Vittorio Pozzo alla guida della Nazionale) Italia-USA 8-0. Cresciuto nella Sestrese, poi al Genoa, al Como, alla Juventus e al Legnano (i “lilla” all’epoca in Serie A).

12)   Ercole CARZINO, ala, Sampierdarena, 9/10/1901, 1 presenza, 1921 a Ginevra Svizzera – Italia 1-1. Capostipite di una dinastia di calciatori è stato il primo giocatore della Sampierdarenese a vestire la maglia azzurra.

13)   Claudio CASANOVA, terzino, Cornigliano 21/10/1895, 1 presenza, 1914 a Berna Svizzera – Italia 0-1 con l’Europa già immersa nella tragedia della Grande Guerra.

14)   Edoardo CATTO,  centravanti, Genova 29/3/1900, 1 presenza, 1924 a Milano Italia – Spagna 0-0, partita passata alla storia come gara ad altissima tensione.

15)   Enrico CHIESA, ala, Genova 29/12/1970, 17 presenze, esordio nel 1996 Italia – Belgio 2-2. Prolifico goleador, giocatore moderno, pupillo di Mancini alla Samp, ottimi campionati anche con Parma e Fiorentina.

16)   Enrico COLOMBARI, mediano, Spezia 31 /1/1905, 9 presenze, esordio nel 1928 a Marassi: Italia – Svizzera 3-2. Nel corso del calcio mercato 1932 per Colombari, passaggio dal Torino al Napoli, fu stabilita la cifra record per allora di 250.000 lire (tanti soldi anche per l’epoca intendiamoci).

17)   Giovanni COSTA, portiere, Spezia, 15/8/1901, una sola esperienza molto negativa, 1924 a Genova: Italia – Austria 0-4. All’epoca Costa giocava nella Sestrese: unico dei “verdi” ad aver giocato in Nazionale.

18)   Aldevildo DE MARCHI, ala, Genova 16/3/1894, 1 presenza alle Olimpiadi di Anversa 1920: Spagna – Italia 2-0. Per la prima volta gli azzurri affrontano il leggendario Ricardo Zamora, il più grande portiere di tutti i tempi.

19)   Giovanni DE PRA’, portiere, Genova 28/6/1900, 19 presenze, esordio nel 1924 a Milano:  Italia – Spagna 0-0. Con De Prà da una parte e Zamora dall’altra non poteva che finire ad occhiali. Fu una partita tiratissima, vigeva ancora la carica al portiere e il centravanti spagnolo Langara, un basco, prese di mira il genoano con particolare violenza. Dai bordi del campo scattò allora il massaggiatore Pilotta, ex campione italiano dei pesi massimi, prendendo letteralmente a pugni l’attaccante delle “furie rosse”. L’arbitro Cristophe, belga, riuscì poi a sedare il tafferuglio.

20)   Stefano ERANIO, ala, Genova 29/12/1966, 20 presenze, esordio nel 1990: Cipro – Italia 0-4, prima partita dopo i mondiali del ’90. Eranio era un finissimo interprete del ruolo dell’ala tornante prima con il Genoa di Bagnoli e poi con il Milan di Capello.

21)   Marco LANNA, difensore, Genova, 13/7/1968, 2 presenze, esordio nel 1992: Italia – Svizzera 2-2. Roccioso difensore centrale prima alla Sampdoria, dove ha vinto lo scudetto ’90-91, poi alla Roma.

22)   Virgilio Felice LEVRATTO, ala sinistra, Carcare 26/10/1904, 28 presenze e 11 reti (massimo cannoniere  ligure), esordio nel 1924 alle Olimpiadi di Parigi: Italia – Spagna 1-0. Giocatore dal tiro potentissimo con il quale si narrava avesse sfondato qualche rete, a partire da quella dell’Udinese nella finale di Coppa Italia 1922 giocata con il Vado. Pozzo lo vide in quella occasione e lo portò, unico giocatore di categoria inferiore, alle Olimpiadi. Ha giocato con Verona, Genoa, Inter, Lazio, Savona e allenato tantissime squadre curando con grande passione anche i vivai giovanili savonesi. Da ricordare la sua esperienza come “secondo” di Fuffo Bernardini alla Fiorentina. Bernardini gli diede il compito di impostare e affinare le qualità balistiche di Virgili. I risultati portarono il bomber fino alla maglia azzurra.

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Levratto esordiente alle Olimpiadi di Parigi 1924: in alto, mr. Garbutt, Rosetta, De Prà, Renzo De Vecchi “il figlio di Dio”, Vittorio Pozzo; al centro: Barbieri, Baldi, Aliberti; a terra: Conti, Baloncieri, Della Valle, Magnozzi, Levratto

23)   Federico MUNERATI, ala destra, Spezia, 16/10/1901, 4 presenze, esordio a Stoccolma nel 1926: Svezia – Italia 5-3. Alternandosi con il brasiliano Sernagiotto ricoprì il ruolo di ala destra nella Juve dei 5 scudetti ’30-35.

24)   Sebastiano (Sebino) NELA, terzino, Rapallo 13/3/1961, 5 presenze, esordio nel 1984: Germania – Italia 1-0. Difensore moderno ed eclettico, ottima carriera con Genoa, Roma e Napoli.

25)   Christian PANUCCI, terzino, Savona 12/4/1973, 57 presenze, 4 reti, esordio nel 1994: Slovenia – Italia 1-1. Probabilmente, con Felice Levratto e Valerio Baxcigalupo, il giocatore di vertice del calcio ligure di sempre. Terzino moderno, ambidestro, di grande spinta, cresciuto nella Veloce (nella sede di via Tissoni è esposta la sua maglia con il numero 2 ai tempi della Roma) prima di passare al Genoa. Figlio (il papà Vittorio, “Victor” per i tifosi, è stato protagonista di memorabili imprese e gol con la maglia del Savona) e fratello d’arte per descriverlo basta citare le squadre che lo hanno visto protagonista tra scudetti e Champions League: Genoa, Milan, Real Madrid, Chelsea, Monaco, Inter, Roma, Parma. In Nazionale ai Mondiali di Corea Giappone 2002. Pupillo di Fabio Capello (del quale è stato anche vice nell’esperienza da c.t. della Russia) e grandi litigate con Marcello Lippi, che non si è peritato di lasciarlo fuori dai 23 dei vittoriosi mondiali di Germania preferendo, nelle retrovie, il blocco palermitano Zaccardo, Barzagli, Grosso.

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Christian Panucci in una bella immagine in maglia azzurra

26)   Roberto PRUZZO, centravanti, Crocefieschi 1/4/1955, 6 presenze, esordio Italia – Turchia 1-0, tanti goal in campionato con Genoa, Roma e Fiorentina, vita grama in nazionale chiuso inesorabilmente da Paolo Rossi. Al punto che il presidente Pertini, sceso negli spogliatoi a salutare gli azzurri prima di una gara amichevole con la Svizzera a Roma, vedendolo in tuta esclamò: “ Ma nu ti zoghi mancu sta vota”.

27)   Rinaldo ROGGERO, ala, Savona 21/8/1891, 1 presenza, alle Olimpiadi di Anversa 1920: Italia – Norvegia 2-1 nella stessa partita d’esordio di Luigin Burlando e Viri Rosetta. “L’ala più veloce” è stato l’unico savonese a giocare in nazionale militando nel Savona Fbc. Funzionario dell’Ufficio Tecnico del Comune di Savona, sempre elegantissimo con l’immancabile farfallino al collo, ricoprì a lungo l’incarico di direttore tecnico degli striscioni al tempo delle presidenze Noceti e Stefano Del Buono.

28)   Gino ROSSETTI, mezz’ala, Spezia 7/117!904, 13 presenze, esordio nel 1927: Svizzera – Italia 1-5. Per lungo tempo la grafia del suo cognome fu storpiata dai giornali in Rosetti. Componente di un famoso trio d’attacco del Torino vincitore di due scudetti (uno revocato tra il 1926 e il 1928) con Adolfo Baloncieri e l’estroso italo-argentino Julio Libonatti.

29)   Aristodemo SANTAMARIA, mezz’ala, Genova, 9/2/1892,  11 presenze, esordio a Torino, Italia – Svizzera 3-1, ultima partita precedente allo scoppio della prima guerra mondiale. Di Nazionale non si parlò più per 5 anni. Uno dei primi “divi” del calcio italiano, protagonista con Sardi di uno dei primi casi di tentato professionismo nel passaggio tra la Doria e il  Genoa (12.000 lire versate sottobanco, con assegno fotografato dall’impiegato di banca tifoso doriano), con squalifica e successiva riabilitazione. Altri tempi!

30)   Enrico SARDI, mezz’ala, Genova, 11 /4 / 1891, 7 presenze, esordio alle Olimpiadi di Stoccolma 1912: Finlandia – Italia 3-2. Per la prima volta dirige la Nazionale (le panchine non esistevano ancora ci si accoccolava ai bordi del campo) Vittorio Pozzo. Per il resto vedi Santamaria.

Ed eccoci, per finire ai due azzurri in attività.

Stephan El Shaarawy, nato a Savona il 27 Ottobre 1992, da padre di origine egiziana. Attualmente alla Roma, dopo aver militato nel settore giovanile del Legino, squadra in cui è cresciuto,  Genoa, Milan, Monaco. Esordio in nazionale a 19 anni nella partita amichevole del 15 agosto 2012 contro l’Inghilterra, giocando titolare nella gara disputata allo Stade de Suisse di Berna e persa 2-1. Per ora 20 presenze.

Stefano Sturaro, Sanremo 9 marzo 1993, unico ponentino oltre Vado Ligure ad aver indossato la maglia azzurra. Mediano della Juventus arrivato dal Genoa. Esordio in nazionale, giugno 2016 a Verona: Italia – Finlandia 2-0. In tutto 4 presenze delle quali 3 ai recenti europei di Francia.

Savona “noblesse oblige”: 1922 si giocano due campionati con il Savona tra le grandi

di FRANCO ASTENGO

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La Nazionale dell’epoca schierata a Marassi contro l’Olanda. Da sin. in piedi: il barone Calì, primo capitano della nazionale nel 1910 e c.t., Luigin Burlando guardalinee, Rampini II, Baloncieri, Brezzi, Sardi, Forlivesi, l’allenatore Milano I; accosciati: Ara, Meneghetti, Lovati, Bruna, De Vecchi, Giacone

Stagione 1921-22. L’anno della scissione del calcio italiano e il Savona si schiera con la “parte nobile”. Il campionato 1920-21 era stato appannaggio della Pro Vercelli. Il torneo fu elefantiaco comprendendo 60 squadre del Nord e 24 del Centro-Sud, e la sua lunghezza scoraggiò molti sodalizi tra i quali Torino e Legnano che rinunciarono a disputare la finale interregionale. Alessandria e Bologna contesero così il primato nel gruppo settentrionale alla Pro Vercelli e nella finalissima, disputata a Torino, toccò al Pisa contendere (con esito negativo 2-1) il titolo alle bianche casacche. La partita si giocò il 24 Luglio.

Nei mesi estivi la Federazione fu colpita con violenza da uno scisma che la spezzò in due tronconi. Ed ecco come si venne alla scissione. Le società maggiori chiesero alla Federazione una restrizione del numero delle squadre ammesse alla massima competizione, con il proposito dichiarato di “migliorare il livello del gioco”; da parte delle cosiddette “piccole” si invocarono, invece, le ragioni della propaganda del gioco stesso e dell’equità sportiva per esigere che non si procedesse a una selezione troppo severa.

Le società maggiori, in vista dell’Assemblea annuale federale, si organizzarono attorno al cosiddetto “progetto Pozzo” affidando proprio a Vittorio Pozzo, futuro c.t. della nazionale, l’incarico di elaborare una riforma del campionato. Pozzo, all’epoca dirigente del Torino, aveva avuto modo di osservare da vicino l’organizzazione calcistica in Inghilterra e in Svizzera, cioè nelle due patrie del football moderno, ed elaborò un progetto fondato su quattro divisioni in base alla forza delle squadre, con un meccanismo di promozioni e retrocessioni. La “Divisione Nazionale” sarebbe stata composta da 24 squadre, divise in 2 gironi con finale tra le prime classificate. Le società minori accolsero la proposta come una immeritata umiliazione, e vollero restare fedeli alla formula delle gare eliminatorie per regione, prevedendo anche la disputa di una Coppa Italia per le squadre escluse dalle semifinali.

La scissione si consumò nel corso dell’assemblea tenuta il 23 e 24 luglio 1921 presso la Camera di Commercio di Torino: il progetto Pozzo fu respinto con 113 voti contro 65, ed i rappresentanti delle società maggiori abbandonarono i lavori dell’assemblea.

In tal modo, finita l’estate, di campionati se ne cominciarono due: quello confederale con 24 partecipanti di prima categoria e quello federale (definito ironicamente “decauville”, cioè a scartamento ridotto) nel sistema allargato. Tra l’altro, proprio in quell’anno, nel quadro della Lega Sud fu disputato il primo campionato siciliano con la partecipazione di cinque squadre più la calabrese Reggina. Lo vinse il Palermo. In margine ai due tornei nazionali si svolse pure, come era previsto dal progetto delle società minori, la prima Coppa Italia, vinta dal Vado in finale con l’Udinese. Nel Vado figurava all’ala sinistra un certo Levratto, autore del gol della vittoria, la cui potenza di tiro sarebbe poi rimasta leggendaria e sarà ricordato come lo “sfondatore di reti”.       Parteciparono, dunque, al campionato confederale di Prima Categoria le seguenti squadre, che possono essere considerate “di diritto” la vera nobiltà del calcio italiano: Pro Vercelli, Novara, Bologna, Juventus, Andrea Doria, Hellas Verona, Mantova, Milan, U.S. Milanese, Livorno, Spezia, Vicenza, Genoa, Alessandria, Pisa, Modena, Casale, Legnano, Padova, Torino, Savona, Brescia, Venezia, Internazionale.

La scelta del Savona fu considerata “naturale”: la società biancoblu da molti anni competeva infatti con gli allora vertici del calcio italiano partecipando fin dalla stagione 1913-14 al campionato di Prima Divisione e avendo anche fornito un giocatore alla Nazionale A, Rinaldo Roggero, nell’impegnativa occasione delle Olimpiadi di Anversa del 1920 (le Olimpiadi rappresentavano in quel momento la massima espressione a livello mondiale. I Campionati del Mondo, inizialmente sotto forma di Coppa Rimet furono organizzati per la prima volta nel 1930 in Uruguay).

L’altra squadra savonese, lo Speranza, partecipò invece al campionato di Prima Divisione della Figc (che le società più forti appartenenti alla CCI definirono “decauville” cioè a scartamento ridotto) e il Vado al campionato di Promozione (in sostanza la seconda serie) della stessa Figc.

Vinse il torneo della CCI la Pro Vercelli, mentre il campionato federale registrò la vittoria della Novese, rinforzata da assi come Cevenini III e Santamaria: in finale i biancocelesti piemontesi superarono 2-1 nei tempi supplementari la Sampierdarenese sul campo neutro di Cremona.

La Federazione in un primo tempo aveva deciso, infatti, di non chiamare giocatori militanti nella CCI in Nazionale e quindi temendo di perdere l’azzurro Cevenini III (il grande, estroso, Zizì) e Santamaria (pilastro del centrocampo del Genoa, dopo un contrastato passaggio dalla Doria) si rivolsero alla Novese rimasta – appunto – tra le presunte “minori”.

L’ostracismo però durò soltanto una partita: il 6 Novembre del 1921, pareggio con la Svizzera 1-1. Nell’occasione vestirono per la prima volta la maglia della Nazionale due giocatori appartenenti ad una squadra del centro-sud, la Lucchese. Si trattava dell’italo-scozzese Moscardini, centroavanti, e di Bonino, spezzino, ala sinistra.

Il 13 Gennaio 1922 fu affrontata l’Austria, il celebre Wunderteam, e si registrò l’accordo tra le due strutture nelle quali si trovava diviso il calcio italiano: rientrarono così Caligaris, De Vecchi, Barbieri, Burlando e ne uscì un clamoroso 3-3.           Nell’estate del 1922, auspice l’avv. Bozino, presidente della Pro Vercelli, si raggiunse l’accordo tra confederati e federati ponendo fine a quella che era stata davvero una guerra di secessione. L’accordo prevedeva la disputa di un campionato di Prima Categoria Lega Nord, a 36 squadre suddivise in tre gironi. Tutto questo nel corso di una riunione a Novara, per la precisione a Brusnengo, da cui la cosiddetta “pace di Brusnengo”.

Savona e Speranza si ritrovarono così in quel campionato, fu l’ultima occasione per il calcio savonese di cimentarsi al vertice. Ma si tratta di un’altra storia che racconteremo in diversa occasione. Ecco, invece, il dettaglio del campionato 1921-22 per quel che riguarda i due gironi di Lega Nord, che potevano ben essere considerati un anticipo della futura Serie A (che sarebbe poi nata con la stagione 1929-30)

 

PRO VERCELLI (punti 36): Curti, Rosetta, Bossola, Rivera, Parodi, Perino, Ceria, Ardissone, Gay, Fiorio, Borello . Erano le bianche casacche del capitano Ardissone che, prima della partita, schierati in  campo si rimboccavano le maniche come a dire agli avversari “siamo qui che vi stiamo aspettando”.

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La Pro Vercelli edizione 1921

NOVARA (punti 30): Terzi, Migliavacca, Meneghetti, Gallina, Gianfardoni, Patti, Farè, De Cara, Fornaro, Muratori, Mattuteia.

BOLOGNA (punti 27): Modelli, Modoni, Rossi, Genovesi, Baldi, Pilatti, Della Valle, Ponte, Alberti, Perin, Pozzi.

ANDREA DORIA (punti 23): Seghesio, Capris, Pollastro, Ghiglione, Traverso, Passano, Torriani, Gavoglio, Dellacasa, Cornazzani, Roncagliolo.

MANTOVA (punti 23): Mattinzoli, Barbieri, Ghirelli, Azzoni, Vidotto, Agostinelli, Prosperi I, Venturini, Galletti, Prosperi II, Masè.

JUVENTUS (punti 22) : Giacone, Frangia, Novo, Masera, Gilli, Sesia, Grabbi, Barale, Ferraris, Paroldi, De Bernardi. E’ l’ultima stagione della Juventus erede diretta della panchina di Corso D’Azeglio. Nella stagione successiva inizierà la saga della famiglia Agnelli. La Juventus passerà ad Edoardo Agnelli, figlio del senatore Giovanni e padre del futuro Avvocato Gianni. Agnelli, spirito manageriale, intraprendente, pilota d’auto, voglia di affrancarsi dal padre (padrone indiscusso della Fiat), aveva fiutato il valore del calcio sotto l’aspetto economico e propagandistico. Quauando prese in mano la Juventus aveva 31 anni, era vice presidente della Fiat e delle Officine di Villar Perosa, oltre che presidente del cda de La Stampa. Le risorse economiche non gli mancavano e cominciò a rastrellare il mercato in Italia e in Sud America. Costruì il mitico trio Combi-Rosetta Calligaris, portò in Italia gli oriundi (per evitare il blocco degli stranieri imposto dal fascismo) Orsi e Monti. Per 50.000 lire acquistò Rosetta dalla Pro Vercelli, primo tassello della squadra del “quinquennio” 1930-35. Edoardo Agnelli morì tragicamente il 14 luglio 1935 in un incidente aereo. L’idrovolante su cui viaggiava con un asso dell’aeronautica da Forte di Marmi a Genova si schiantò in fase di ammaraggio contro un tronco d’albero semi sommerso. Aveva appena festeggiato il quinto scudetto consecutivo della “sua” Juventus.

HELLAS VERONA (punti 22): Battistoni, Motta, Porta, Chiecchi II, Catturini, Bottacini, Bovio, Zanardi, Ferrari, Minzoni, Gemino.

US MILANESE (punti 20): Soffientini, De Simoni III, Pizzi, Carmelo, Bruciamonti, Robecchi, Pasqualetto, Veronese, Ferrari, Bianchi, Piazzalunga.  La gloriosa società dalla maglia a scacchi bianco neri che poi sarà sacrificata nella fusione con l’Inter imposta dal fascismo per formare un’Ambrosiana mai accettata dai tifosi che presto pretenderanno di ritornare al nero-azzurro interista.

LIVORNO  (punti 18): Ricci, Merlini, Innocenti II, Pagano, Vincenzi, Scotto, Collaveri, Nigiotti, Borgagna, Scipioni, Scazzola.

MILAN (punti 18): Binda, Soldati, Bronzini, Morandi, De Franceschini, Lovati, Murer, Poggia, Papa, Zacchi, Lojacono.

SPEZIA (punti 16): Latella, Rossetti I, Rossetti II, Morando, Caiti, Maggiani, Cassanello, Bergamini, Palmia, Calzolari, Lodolo.

VICENZA (punti 7) : Montano, Montemezzo, Zorzi, Facco, Masanello, Zorzan III, Zorzan II, Prosdocimo, Zanotto, Veronese, Bertoli.

GIRONE B:

GENOA (punti 37): De Prà, Minieri, De Vecchi, Barbieri, Burlando, Leale, Rebuffo, Sardi, Catto, Bergamino, Mariani. Un Genoa con 9 nazionali che nelle stagioni ’22-23 e ’23-24 dominerà il campionato perdendo la stella del decimo scudetto al termine della stagione 1924-25, quella delle complicatissime “cinque finali”.

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Il Genoa pluricampione d’Italia: da sinistra in piedi, Mister Garbutt, Leale, Barbieri, Burlando, De Prà, De Vecchi (il figlio di Dio), Bellini, il massaggiatore Cogliolo; accosciati: Neri, Sardi, Catto, Santamaria, Bergamino

ALESSANDRIA (punti 28): Caviglia, Lauro, Lazoli, Papa, Carcano, Brisio, Bai, Baloncieri, Brezzi, Gandini, Capra. Un’Alessandria stellare: Carcano sarà l’allenatore della Juventus del quinquennio; Baloncieri uno dei più grandi giocatori italiani di tutti i tempi trascinatore della Nazionale alla medaglia di bronzo delle Olimpiadi di Amsterdam del 1928. A Brezzi, poi trasferitosi a Genova, sarà intitolato per molti anni un importante torneo estivo a 11 che si giocava sul terreno della Sampierdarenese, trasformato in “deposito del tram”.

PISA (punti 27): Gianni (il “gatto magico” futuro portiere del Bologna e della Nazionale), Bartoletti, Giuntoli, Colombari (nel 1932 il suo trasferimento dal Torino al Napoli raggiungerà la cifra record per l’epoca di 250.000 lire), Viale, Boggetti, Ricci, Merciai, Corsetti, Sbrana, Favati.

MODENA (punti 26): Brancolini, Contini, Pedrazzi, Armari, Bonasotti, Maselli, Muratori, Agradi, Breviglieri, Forlivesi (un altro nazionale).

PADOVA ( punti 23): Paglianti, Marino, Danieli, Fayenz (anche lui protagonista in azzurro), Fagioni, Ronconi, Stura III, Barza, Monti II, Monti III, Modulo. Ai fratelli Monti, pionieri dello sport padovano, sarà intitolato un velodromo nel cui prato al centro muoverà i primi passi il celebre Petrarca Rugby.

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Il Padova: in piedi, da sinistra, Fayenz, Danieli, Fagiuoli, Girani, Modulo, Paglianti, Burgess (all.); accosciati, da sinistra, Busini I, Busini III, Barzan, Monti II, Pastore, Favaron, Monti III, Doni

CASALE (punti 20): Gaviorno, Barghero, Caligaris (protagonista della Juve dei cinque scudetti, componente del celeberrimo trio Combi, Rosetta, Caligaris), Silviardo, Sartorio, Gallina, Sarasso, Mattea, Fornero, Barbesino, Bertinotti.

LEGNANO (punti 20): Ghiringhelli, Mai, Colombo II, Colombo I, Rossi, Gerola, Sodano, Allemandi (trasformato in terzino, sarà alla Juve, squalificato a vita per “combine” e poi graziato, passato all’Inter, campione del mondo 1934), Raso, Malaspina, Crespi.

SAVONA (punti 20): Falco, Ghigliano,Ciarlo, Perlo, Romano, Gaia, Roggero, Veglia Hibbli, Cuttin, Chiabotto. Ghigliano e Roggero “nazionali”, Falco poi passato al Torino convocato in azzurro ma mai schierato. Cuttin era un bolzanino che si faceva passare per ungherese. Il primo vero “divo” del calcio savonese.

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Una formazione del Savona schierata sul campo che, all’epoca, sorgeva proprio di fronte alla Stazione Brignole a Genova. In piedi, da sinistra: Ciarlo I, Falco, Ghigliano; al centro: Gaia, Romano, Colombo I.; in ginocchio: Roggero, Perlo, Veglio, Esposto, Carlevarino

TORINO (punti 20): Baroli, Morando II, Martin II, Martin III, Martin I, Aliberti, Calvi, Denicolly, Fanni, Folchi, Stinco. I fratelli Martin, colonne granata erano italo-argentini.

VENEZIA (punti 17): Barzeghin, Borgatto, D’Esti, Frison, Gherio, Roncaratti, Dernin, Dreyer, Vacchina, Bighin II, Bighin I.

BRESCIA (punti 15): Zanelli, Bollani, Lanfritto, Vielmi, Bellardi, Bertani, Fantoni, Ferrari, Bonardi, Ferrero, Rossi.

INTERNAZIONALE (punti 11): Zamberletti, Beltrami, Sala, Milesi, De Sacco, Martinelli, Bocchi, Carozzi, Aebi (un italo-svizzero, primo oriundo a giocare in Nazionale), Crotti, Riccobuoni.

Finale

7 Maggio 1922, a Vercelli: Pro Vercelli – Genoa 0-0.

14 Maggio 1922, a Genova: Genoa – Pro Vercelli 1-2.

Finale Nord-Sud

11 Giugno 1922, a Roma: Fortitudo Roma-Pro Vercelli 0-3.

18 Giugno 1922, a Vercelli: Vercelli-Fortitudo Roma 5-2.

PRO VERCELLI Campione d’Italia per la Confederazione calcistica italiana.

 

Una pagina dimenticata nella storia del calcio italiano: il fascismo impone le fusioni. Lo Speranza costretto a confluire nel Savona FBC

di LUCIANO ANGELINI

“Coos-e u dià u Re che l’emmu a-guagno?” (Cosa dirà il re che abbiamo vinto): si interrogavano così due distinti signori sampierdarenesi uscendo dallo stadio di Cornigliano (dove oggi ha sede il deposito degli autobus) in conclusione della prima giornata del campionato di Serie A 34-35.

Era capitato davvero l’imponderabile: la piccola Sampierdarenese, espressione di una cittadina del ponente genovese (era nata da poco la “Grande Genova”)  appena risalita dalla serie B aveva sconfitto 2-1 il Bologna, lo squadrone “ che tremare il mondo fa” che, proprio in quell’estate del 1934 in parallelo con la Nazionale laureatasi campione del Mondo, si era imposta nella coppa Europa. Per i biancorossoneri aveva segnato una doppietta Comini (ancor oggi uno striscione blucerchiato appeso ai distinti  di Marassi recita: Segna Comini che il popolo soffre), lo stesso Comini (che mi è capitato di conoscere abbastanza bene, da anziano, dopo aver diretto per un lunghissimo periodo il settore giovanile della Sampdoria) che due mesi prima in quel di Bologna aveva marcato la rete del ritorno in Serie A dei “lupi” capaci di sconfiggere il Bari in un decisivo spareggio.

La frase pronunciata dai due sportivi, come indice insieme di stupore e di orgoglio, fu ascoltata da Bruno Roghi, il celebre giornalista della “Gazzetta dello Sport”, che ne fece l’incipit del suo articolo riguardante la partita, rendendola così del tutto emblematica della reazione di un Davide calcistico che riesce ad atterrare un Golia, ritenuto invincibile.

Quel successo della Sampierdarenese assumeva però anche un altro significato: quello dell’emergere di una piccola, ma importante crepa, nell’edificio costruito dal fascismo razionalizzando, come ho già avuto occasione di ricordare, la complessa struttura del calcio italiano.

In questa opera di razionalizzazione aveva assunto grande importanza, alla fine della stagione 1926-27 una iniziativa di “fusioni” coatte e di assorbimenti tra diverse società, attuate con un duplice scopo: quello di allineare i gruppi dirigenti sportivi alle direttive del fascismo, togliendo di mezzo i riottosi se non quando sovversivi; costruire, in particolare nelle grandi città, delle società economicamente e organizzativamente molto forti, in grado da risultare pieno supporto alla crescita del movimento, sia dal punto di vista della qualità del gioco sia, come ho già avuto occasione di rimarcare, al riguardo della crescita di prestigio da parte della Nazionale, cui il regime aveva affidato un vero e proprio compito di “ambasciatrice” nel mondo.

Ebbene, a Genova l’operazione “fusione” non riuscì e vale la pena raccontare questa piccola storia.

Al termine della stagione 1926-27 fu deciso, infatti, che Sampierdarenese (che giocava a Villa Scassi) e Andrea Doria (che giocava sul terreno della “Cajenna” a Marassi, laddove oggi sorge la gradinata nord dello stadio Luigi Ferraris) dovesse fondersi, intoccabile il Genoa dei nove scudetti, per dotare la “Superba” di un’altra squadra fortemente competitiva a livello nazionale.

I dirigenti sampierdarenesi, noti antifascisti che avevano fondato la loro società nel 1911 quando ancora frequentavano le scuole medie, furono brutalmente estromessi e nacque così la “Dominante” dalla maglia nera con bordi verdi.

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La disgraziata Dominante: da sinistra in piedi l’allenatore Stanzel, Bellini, Cambiaso Cibrario, Lulich, Moruzzi, Poggi I, Poggi II, Raggio accosciati Carzino, Fontana, Chittolina, Montaldo

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Ecco l’immagine dello stadio di Cornigliano. Oggi deposito del tram.

Sorse anche a tempo di record, per ospitare la nuova compagine, lo stadio di Cornigliano, molto moderno per l’epoca, che si situava dove adesso ha sede il deposito degli autobus (il muro di cinta è sempre quello) e la nuova compagine, allestita senza badare a spese, esordì nella nuova sede nel campionato di Divisione Nazionale 27-28.

Un esordio, senza infamia e senza lode, tramutatosi in tragedia nella stagione successiva allorquando la squadra non si qualificò per il nuovo girone unico di Serie A previsto per la stagione 29-30: il pubblico del Ponente operaio aveva rifiutato la nuova squadra; le scalinate del nuovo stadio (denominato “Littoriale”) erano deserte, la “Dominante” giocava in clima del tutto ostile, quasi spettrale.

Iniziata il Serie B l’avventura del “girone unico” e mutata la denominazione in Liguria (includendo anche Corniglianese e Rivarolese) la squadra inventata dai fascisti finì con il capitombolare addirittura in I Divisione.

A quel punto i gerarchi della XXVI legione di Sampierdarena, non sapendo più che pesci prendere, chiamarono gli antichi dirigenti Cornetto, Buttignol, Lenuzza: che accettarono di riprendere in mano le sorti della compagine, alla condizione che la denominazione fosse quella “storica” di Sampierdarenese, la maglia quella bianca con la striscia rosso-nera (si ricostituì in altro ambito anche l’Andrea Doria, bianco blu ma ebbe minore fortuna non riuscendo per tutti gli anni’30 a salire oltre la Serie C).

Tre anni dopo si verificò quanto ho già raccontato: il ritorno trionfale in serie A.

Un’altra crepa, di minori dimensioni ma pure assai significativa, si verificò anche a Milano.

Intoccabile il Milan ( il fascismo, in quel momento, appariva restio a toccare quanto fondato dagli inglesi) fu l’Inter ad essere sottoposta al diktat della fusione forzata: partner in questo caso l’US Milanese, storica società di “pionieri” dalla maglia a scacchi bianco-neri che aveva dato alla nazionale italiana il suo primo  portiere, il celebre De Simoni.

Inter e US Milanese, in un primo tempo furono davvero rase al suolo: la nuova società si denominò “Ambrosiana”, e fu scelta la maglia bianca con la croce rossa del gonfalone meneghino.

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Ecco l’Ambrosiana appena formata dalla fusione tra Internazionale e US Milanese. Tra poco però rispuhterà l’Inter. Da sinistra in piedi: il massaggiatore Tumela, Pietroboni, Degani, Allemandi; al centro Blasevich, Rivolta, Castellazzi accosciati: Conti, Gipo Viani (l’inventore del famoso “Vianema” schema di catenaccio all’italiana), il “Balilla” Giuseppe Mezza, Serantoni, Visentin

Durò poco: l’Inter era già l’Inter, aveva vinto due scudetti (nei “decennali” 1910, 1920, la tradizione sarebbe stata rispettata anche nel 1930 e nel 1940)e, soprattutto, era interista l’idolo della Milano calcistica di quel momento, il “balilla” Giuseppe Meazza.

La folla cominciò a recarsi allo stadio (l’Ambrosiana giocava in via Goldoni) invocando a tutto spiano: “Inter”, “Inter”.

Una situazione insostenibile che diede, alla fine, origine ad una soluzione di compromesso: tornò la maglia neroazzurra (in un primo tempo con un collare bianconero proprio per ricordare l’US Milanese) e alla denominazione Ambrosiana, fu aggiunto “Inter”.

La squadra si trasferì all’Arena, in foro Bonaparte ed avviò un decennio di glorie.

Se a Genova e a Milano la razionalizzazione della struttura calcistica voluta dal Regime, aveva avuto esiti perlomeno mediocri, altri risultati si ebbero a Roma, Napoli, Firenze e Bari.

Il successo più importante si ebbe nella capitale: salvaguardata la Lazio,  pupilla del regime di cui era presidente il Gen. Vaccaro futuro presidente della federazione ed erano tifosi i figli del Duce, il processo di fusione interessò le altre squadre della capitale che, fin dall’avvio del calcio nell’Italia centro-meridionale, l’avevano rappresentata ai massimi livelli, disputando anche ai tempi della Lega Nord- Lega Sud, alcune finali per il titolo: Alba, Fortitudo, Roman.

L’affermazione, di quella che era stata definita “idea Roma” pur non senza contrasti (fu decisivo il peso politico dell’on.Foschi, pittoresco personaggio del regime, primo presidente del nuovo  sodalizio) suffragò, per la sua importanza legata al ruolo della Capitale, l’operazione voluta dal fascismo, ratificando, in una qualche misura l’autorità del Partito Fascista capace di affermare il proprio controllo in ogni settore della vita nazionale, comprese le attività ricreative e lo sport.

Paradossalmente, però, la Roma incontrò subito i favori delle masse popolari e si disse che i colori scelti (il giallo e il rosso dell’Urbe) costituissero anche un’occasione per portare le bandiere rosse allo stadio (all’epoca situato a Testaccio, di fronte al Foro Boario, dove la Roma giocò per tutti gli  anni’30, mentre la Lazio giostrava alla Rondinella).

In ogni caso il pubblico della Roma si dimostrò, a quell’epoca, anche in  tempi successivi uno de più caldi e appassionati: come a Milano Meazza, anche la Roma disponeva di un giocatore simbolo, quel Ferraris IV raro esempio di generosità calcistica; in seguito sarebbe tornato da Milano anche il laziale d’origine, ma poi colonna giallo-rossa Fulvio Bernardini (il dott. Bernardini che si diceva Pozzo escludesse dalla Nazionale, per via del suo modo di giocare troppo elaborato, in contrasto con quello sbrigativo dei suoi amati juventini).

A Napoli, invece, la fusione tra Internazionale e Naples (in un primo tempo denominata Internaples) diede origine ad una operazione di grande portata, guidata dall’industriale Ascarelli, che costruì un grande stadio esattamente a Fuorigrotta dove oggi sorge il San Paolo: uno stadio distrutto dai bombardamenti durante la guerra e ricostruito poi nel 1960: anche a Napoli all’epoca giostrava un vero e proprio “idolo delle folle” ( e delle donne si diceva..) il paraguayano Attila Sallustro che aveva spostato una delle più celebri “soubrette” dell’epoca (nihil sub sole novum..) Lucy D’Albert.

Anche sulla presenza di Sallustro in Nazionale si sviluppò una forte polemica: chiamato per la gara con il Portogallo (6-1 esordio anche di Orsi) il sudamericano fu accantonato a favore di Meazza e Pozzo fu accusato di “nordismo” forse non del tutto a torto.

A Bari si fusero Liberty ed Ideale formando l’AC Bari ed anche in questo caso c’era un “reuccio” (soprannominato proprio in questo modo) ad attirare l’applauso della folla: “Faele” Costantino, ala destra della Nazionale poi passato alla Roma.

Merita un poco di racconto anche la vicenda di Firenze, laddove la fusione si verificò tra CS Firenze e Libertas, dando vita all’Associazione Fiorentina del Calcio, presidente il munifico marchese Ridolfi (che dirigeva, all’epoca, anche la Federazione di Atletica Leggera) e che commissionò addirittura al celebre architetto Pier Luigi Nervi il progetto del nuovo Stadio, poi realizzato e tutt’ora in funzione.

La Fiorentina aveva adottato i colori bianco-rossi, sommatoria delle due società d’origine, ma non si qualificò per la Serie A del nuovo girone unico.

Il marchese Ridolfi si convinse che quel colore delle maglie portasse sfortuna e decise di adottarne uno del tutto inusuale: quel bellissimo viola che brilla, ancor oggi, sui prati verdi degli stadi italiani.

Le fusioni non riguardarono però soltanto le grandi città, ma anche centri minori: in questo caso l’obiettivo di “allineare” i dirigenti al regime fu più scoperto e palese, come nel  caso di Savona, dove lo Speranza, noto covo di “rossi” fu costretto a confluire nel Savona (aprendo una polemica non ancora del tutto sopita oggi); sottoposti a provvedimento draconiano furono anche altre due società, Fornaci e Avis Valleggia, per lo stesso motivo dello Speranza.

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24 Febbraio 1929
17a giornata Rivarolese-Savona 2-1 Il Savona, da sin.: Tomasi, Cava, Bertolero, Pellati, De Valle
Storti, Ceppone,Chiesa, Grassi, Pantani, Baldassarre

Cava (figlio del grande poeta Beppin da Cà e padre del giornalista Pino, scomparso alcuni anni fa al quale dedichiamo un affettuoso ricordo), Storti (pescatore delle Fornaci), Ceppone (anche lui un fornacino, titolare di un famoso ristorante e padre di un giornalista di Tuttosport) provenivano dall forzatamente disciolto Speranza

Dall’agenda del calcio 1927 ho tratto comunque l’elenco completo dei provvedimenti di fusione, oltre a quelli già citati precedenza: da Venezia e Rialtina Venezia nacque il Venezia; dall’Anconitana e dalla Stamura Ancona nacque l’Ancona; da Pro Italia Taranto e Audace Taranto nacque il Taranto; dal Daunia Foggia e  dal Savoia Foggia nacque il Foggia; il Petrarca Padova fu costretto ad assumere la denominazione sociale di “GS Titta Fumei”; dall’Audax Salernitana, Libertas Salerno e Campania FC nacque l’US Salernitana Fascista; dall’Omegnese, AC Omegna e CS Crusinatese nacque l’AS Cusiana Omegna; dal Ginnico Saluzzo e La Saluzzo nacque l’UGS Saluzzo;  da Alta Italia Cuneo e US Cuneese nacque la “Fedelissima” Polisportiva Cuneese”;  dal Miramare FC e Aurora FC nacque l’US Savonese; da nuova SCAT Savona e Fornaci Savona nacque l’US Cristoforo Colombo Savona; il Vola GS Genova fu fatto confluire nell’US Fiorente  Genova; l’AC Stelvio Olona dovette assumere la denominazione di “GS Emilio Tonoli Bovisa” Milano; il GS Ferrovieri di Milano dovette confluire nel Dopolavoro Fascista Ferrovieri Milano; da Pro Cervignano e Pietro Zutti Cervignano nacque la Cervignanese; il GS Dopolavoro Panaro di Modena dovette assumere la denominazione di 72° Legione MVSN Farini Modena; lo SC Rimini dovette confluire nella Libertas Rimini; dall’ASSI Firenze e US Gea Firenze nacque l’US Fiorenza Firenze; il Tivoli SS dovette assumere la denominazione di 114° Legione MVSN GS Tivoli; il GS Officine Meccaniche San Giorgio di Genova dovette confluire nella AP Rivarolese; da Arduino Pavia e SS Vittoria Pavia nacque il FC Pavia; da Bentegodi Verona, Scaligera e Hellas Verona nacque l’AC Verona; il Circolo Cotonificio Rossi di Vicenza dovette confluire nell’AC Vicenza; da Edera Trieste e Ponziana nacque l’ASPE Trieste; l’Amatori Calcio Gorizia dovette confluire nella Pro Gorizia; da Libertas Venezia, Folgore Venezia e Giudecca nacque l’AC San Marco Venezia.

La ristrutturazione delle forze e dei quadri del calcio italiano si era così completata: poteva partire la storia del girone unico di serie A

Nolese: tre stagioni nella seria A dei dilettanti liguri

di FRANCO ASTENGO

Tra le protagoniste del calcio dilettanti ligure, anche se solo per tre stagioni, va ricordato e celebrato il “magic moment” della Nolese Resegotti Ganduglia, gloriosa società rappresentante della capitale della Quinta Repubblica Marinara, tradizionalmente alleata di Genova contro Savona e indipendente, nell’ambito della Repubblica di Genova, fino alla prima campagna d’Italia del generale Bonaparte.

A metà degli anni ’60, infatti, la società dai colori biancorossi ha militato in quella che tante volte abbiamo definito la Serie A dei dilettanti liguri: il campionato di Promozione, suddiviso in due gironi di Ponente e di Levante con le grandi squadra genovesi a fare da cuscinetto collocate un po’ da una parte (soprattutto Sestrese, Pontedecimo, Gruppo C, Elah Pegli) e un po’ dall’altra ( Molassana, Bolzanetese) fino alla riunificazione nel torneo d’Eccellenza avvenuta con la stagione 1968-69.

Torniamo però alla Nolese, fondata nel 1946 da un gruppo di appassionati di varie discipline guidati da Teodoro Moggio. In realtà a Noli il calcio si praticava fin dagli anni ’30 sulla spinta di un milanese, Nino Resegotti, uno dei pionieri del calcio italiano che negli anni ’10 era stato perfino componente della commissione tecnica per le squadre nazionali mentre allenava la gloriosa U.S. Milanese poi costretta dal fascismo a fondersi con l’Inter. Nell’U.S. Milanese giocava il primo portiere della Nazionale, quel De Simoni che aveva difeso la porta degli ancora “bianchi” sia nell’esordio all’Arena, maggio 1910, sconfitta la Francia 6-.2, sia nella successiva disastrosa trasferta di Budapest, 1- 6, con l’esordio del sedicenne Renzo De Vecchi il futuro “figlio di Dio” sceso in campo con le scarpe da passeggio.

La maggiore difficoltà per il calcio a Noli fu dovuta, in quel tempo, dall’assenza di spazio per costruire un campo regolare: tanto è vero che le squadre via, via formatesi erano costrette ad emigrare a Spotorno o a Vado. Così per un certo periodo lo sport-principe sotto le Torri dell’antica Repubblica fu il basket, al punto che la Polisportiva raggiunse perfino il vertice della Serie C.

Il calcio tornò di moda tra la fine degli anni ’50 e l’inizio del decennio successivo: prima di nuovo per l’impulso di Nino Resegotti,  fondatore dei “Resegotti Boys”, poi di Franco Ascanio, un operaio-gelatiere di origine meridionale simpaticissimo personaggio appassionato e fior di competente, un precursore del tiki – taka. Come racconta Bruno Marengo, all’epoca stopper, Ascanio raccomandava ai centro campisti : “Bisogna tenerlo sto balone”.

Con Ascanio i ragazzi nolesi (rinforzati come abbiamo visto da qualche spotornese) parteciparono con onore ai campionati ragazzi del CSI provinciale (giocando in casa sul nuovo terreno di Legino) indossando una magnifica casacca bianca con banda rossa diagonale stile River Plate e suscitando, per quel motivo, un po’ d’invidia tra i giocatori delle altre squadre partecipanti a quei campionati costretti per la gran parte ad indossare divise recuperate qui è là tra gli scarti delle società maggiori.

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Una formazione della Nolese: in piedi da sinistra, Maggiorano (dirigente), Tissoni, Marengo, Viglienzoni, Saccone, Rosa, Bonora (presidente); accosciati da sinistra: Sancio, Rebagliati, Talice, Pace, Rosciano, Covacci

La stagione 1961-62 rappresentò quella del grande salto: la partecipazione al campionato di Seconda Categoria. Intanto era avvenuta la fusione con la rifondazione della Polisportiva cui erano state aggiunte le denominazioni di Resegotti-Ganduglia.

Nella stessa stagione anche la Polisportiva Spotornese partecipò alla seconda categoria e si sviluppò così tra le due tifoserie un’acerrima rivalità: acuita dal fatto che la Spotornese poteva già dsporre di un campo da gioco proprio: il “Siccardi” che tutti conosciamo (anche se in quel momento non c’era ancora la gradinata e mancavano anche le reti di protezione).

La rivalità tra Noli e Spotorno in campo calcistico raggiunse il diapason proprio in quella stagione allorquando, nell’occasione del derby, i dirigenti spotornesi pretesero di far pagare il biglietto d’ingresso: dalla collina sovrastante i nolesi irruppero in massa in campo vanificando l’intento di Bagnarino e Cerruti. Se la memoria non ci inganna quella partita finì con un salomonico 3-3.

E’ il momento, però, di descrivere il personaggio-chiave della Nolese di quegli anni: il presidente “Rissetto” Bruzzone, vulcanico imprenditore in campo turistico (camping a Ceriale, Hotel Villa Letizia a Noli, in fondo al paese, quasi di fronte al modernissimo Hotel Capo Noli).

“Rissetto” (dai riccioli biondi della sua gioventù: noi l’abbiamo conosciuto quando presentava già un’incipiente calvizie) era il classico presidente padre-padrone (l’esatto contrario della managerialità espressa dal suo contraltare spotornese: l’altrettanto indimenticabile Luigi Bagnarino).

Bruzzone lo si potrebbe definire, adesso, come un incrocio tra Zamparini e Moratti: grandi acquisti con contratti suffragati da una stretta di mano con i giocatori ricevuti nel bar principale nella piazza della Loggia, allenatori cacciati a ripetizione, allenamenti fermati per fare in modo che lui, senza vergogna, potesse mostrare a Felice Levratto come voleva si tirassero i calci d’angolo; di routine le grandi scenate con gli arbitri.

L’elemento moderatore di quella Nolese barricadiera come il suo presidente era rappresentato dal segretario (sempiterno) Franco Salice, funzionario del Comune di Savona, persona notevole per sagacia, competenza e moderazione in quel periodo occupato a ricucire gli strappi del suo “Numero 1”, recuperando giocatori allontanati a male parole, facendo in modo che l’allenatore non si offendesse troppo e tessendo anche la tela dei rapporti con le altre società. Un galantuomo.

Nella stagione ’63-64 la Spotornese salì trionfalmente in Promozione, con un grande campionato dominato da cima a fondo. Ed era inimmaginabile se non impossibile che “Rissetto” stesse alla finestra, subendo la superiorità degli eterni rivali. Infatti, per la stagione successiva allestì una Nolese da brividi, senza badare  a spese acquistando la mezzala Somà e Greco dal Garessio, la punta Messa e il terzino Aramini dalla Loanese, il centravanti Capraro e Procopio II dalla Villetta e facendo ritornare all’ovile il cannoniere  Ettore Shad Rusticoni (simpatico giramondo, vero viveur anni ’60, circolante in Mercedes targata Andorra, figlio di un albergatore) che nella promozione della Spotornese aveva ricoperto un ruolo decisivo segnando valanghe di goal. Ettore si ripetè 12 mesi dopo nella Nolese e la Spotornese fu così raggiunta nell’Olimpo del calcio ligure.

Intanto anche Noli poteva disporre del proprio campo di gioco, sorto sulla collina di Voze, grazie alla munificenza del costruttore Truccato.

I tempi erano quelli di una grande partecipazione popolare: tutto il paese a piedi risaliva l’entroterra, e il pubblico si assiepava fino a far contare più di 2.000 spettatori. Capitò così nel primo derby giocato in quello che i nolesi volevano denominare come “Maracanà” (su Riviera Notte invece adottammo la dizione di “Città del Messico” per via dell’altitudine del sito) finito 2-2 (grandi parate del “gatto magico” Giuan Traversa che difendeva la rete biancoceleste) e soprattutto in quel che può essere ancora ricordato come il D-Day del calcio nolese: gennaio ’66, la Sestrese dominatrice del campionato, con Rusca, Rollando, Budicin, Ungaro, Bodi, Zingariello, Sommariva sconfitta 1-0, goal di Caracciolo.

I tempi poi cambiarono irrimediabilmente e quei ricordi appaiono lontani, quasi mitici, ma possiamo assicurarlo assolutamente reali.

Passiamo però alla parte statistica, partendo dal vittorioso campionato di seconda categoria 1964-65.

Classifica finale Seconda categoria: Nolese 43; Don Bosco Varazze 34; Carlin’s Boys 32; Dianese 30, Cadibona 27, Villetta 26, Priamar 24; Garessio 22, Don Bosco Savona 22; Millesimo 19; Carcarese 14; Soccorso Pietra Ligure 13; Libertà e Lavoro Speranza 12, Altarese 12.

Formazione-tipo della Nolese: Giacosa, Boi, Aramini, Coco, Brignole, Pisano, Ragusa, Messa, Rusticoni, Procopio II, Capraro.

CAMPIONATO DI PROMOZIONE GIRONE A 1965-66

Classifica Finale

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Esordio lusinghiero per la matricola. La squadra allenata da Felice Levratto è imperniata sul prodotto locale Titti Brignole, che poi compierà una brillante carriera con Cuneo, Imperia, Savona arrivando alla Serie C, con lui il portiere Raimondi (un militar-soldato di stanza a Legino, già nelle giovanili della Pro Patria e rivelatosi al torneo dei Bar della Valletta nelle fila del  Bar Corallo di Gianni Pessano e Luciano Casarino), l’oriundo naturalizzato nolese (per matrimonio) Beppe Pisano poi comandante dei vigili urbani della cittadina), il cengese Caracciolo e l’altro cannoniere Enrico Pierucci arrivato dalla Villetta.

Formazione: Raimondi, Zamboni, Aramini, Brignole, Ronchetti, Pisano, Messa, Pierucci II, Rusticoni, Procopio II, Caracciolo (Ghelli, Giacobbe, Bongiovanni, Saporito, Tissone, Greco).

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CAMPIONATO DI PROMOZIONE GIRONE A 1966-67

Classifica Finale

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Le novità sono rappresentate dal portiere Angelini dal Cuneo, il talentuoso Enrico Corso dall’Albisola e il rientro dei militari Somà e Capraro. Se ne va Rusticoni alla Villetta e la squadra ne risente in fase realizzativa. La salvezza è raggiunta grazie alla solidità difensiva, ma serve un durissimo girone finale che vede impegnate con i biancorossi anche la Villetta, l’Argentina e la Ventimigliese. Saranno i granata di confine a dover lasciare la categoria (fuochi d’artiificio in Nolese-Ventimigliese giocato in campo neutro ad Albenga: un 3.3 finale dalle mille emozioni).

Formazione: Angelini, Zamboni, Aramini, Rizzolo, Brignole, Pisano, Messa, Somà, Pierucci II, Corso, Capraro ( Restuccia, Saporito, Ragusa, Messa)

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Da sin. in piedi: Somà, Messa, Aramini, Brignole, Bruno Procopio, Angelini; accosciati: il massaggiatore Alfiere Ghione, Caracciolo, Capraro, Rizzolo, Zamboni, Pisano

CAMPIONATO DI PROMOZIONE 1967-68   girone A

Classifica finale

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Si tratta dell’ultimo campionato disputato su due gironi. Nasce l’Eccellenza e la Nolese non si qualifica e non arriverà mai più al livello raggiunto in queste tre stagioni, immediatamente a ridosso della Serie D.

La squadra parte male, con  7 sconfitte consecutive, poi si riprende e chiude con un dignitoso undicesimo posto. E’ l’ultimo campionato in panchina per Felice Levratto, il mitico sfondatore  di reti 30 volte nazionale, vincitore della Coppa Italia con il Vado. Il 18 settembre del 1968 il grande “sciu Felixe” muore in tragiche circostanze. Per noi, ancora una volta, l’espressione di un ricordo davvero commosso.

Formazione: Bonetti, Monti, Aramini, Saporito, Bocchia, Pisano, Santiglia, Procopio III, Pierucci II, Somà, Capraro (Tissoni, Alemanni, Velizzone, Messa, Saporito, Rosu, Taretto).

4La Nolese nel nuovo campionato di Prima Categoria: da sinistra in piedi il presidente Bruzzone, Sinagra, lagustena, Bordegari, Bruzzone, Somà, Giardina, l’allenatore Nizzola accosciati: Monti, Santiglia, Saporito, Pisano, il massaggiatore Restuccia, Aramini

 

Sull’almanacco del calcio i 217 giocatori liguri DOC nelle squadre di serie A, B e C

di LUCIANO ANGELINI e FRANCO ASTENGO

Sono 217 i calciatori nati in Liguria ad aver avuto la ventura di essere citati come appartenenti alla rosa dei titolari di squadre di Serie A, B, C sulle colonne dell’Almanacco del Calcio (all’epoca “Boccali”, successivamente “Panini”) tra le stagioni calcistiche 1959-60 e 1969-70: quel decennio ruggente di cui il nostro blog si occupa con cura particolare, pur cercando di inoltrarsi nella storia dell’insieme del football nostrano (e oltre).

Nomi che rappresentano davvero un’èlite in una Regione nella quale il calcio ha avuto momenti di grandissimo sviluppo e – addirittura – di vero e proprio pionierismo rispetto all’intera nazione: da ricordare il Genoa dei 9 scudetti, l’Andrea Doria che ha iniziato a partecipare ai campionati nazionali fin dal 1902 .

Sul terreno della piazza d’Armi di Savona, nella primavera del 1893 in precedenza alla fondazione stessa del Genoa Cricket and Athletic Club, si disputò la prima partita internazionale mai svoltasi in Italia avversarie la squadra dei “gentleman” fondata a Torino dal commerciante di tessuti Bosio e una compagine di marinai inglesi selezionata tra quelli appartenenti alle navi alla fonda nei porti di Savona e di Genova.

Si imposero per 2-1 i “torinesi” di Bosio che allinearono, nell’occasione, questa formazione: Beaton, Kilpin (un inglese, tecnico addetto alle macchine tessili poi trasferitosi a Milano e lì fondatore del Milan), Dobbie, Lubatti, Schoenbrud, Pecco, Beltrami, Weber, Bosio, Savage, Nasi.

In seguito una crescita tumultuosa, tante squadre, tanti giocatori nelle categorie più importanti nelle quali venne suddiviso il movimento calcistico italiano.

L’Almanacco del Calcio fu fondato da Leone Boccali, direttore del “Calcio Illustrato” rivista specializzata che forniva una meravigliosa documentazione fotografica delle partite quando la televisione non esisteva ancora (poi dal 1954 fino a tutti gli anni ’70 fu trasmesso il secondo tempo di una partita di Serie A in differita alle ore 19 della domenica, come avvenne per Savona-Juventus di Coppa Italia, decisa da De Paoli nei tempi supplementari, telecronista Nando Martellini).

L’Almanacco ha dato sempre conto delle “rose” delle squadre appartenenti alle tre massime categorie : A e B (formatesi come girone unico dalla stagione 1929 – 30)  e C (disputatasi su di una pluralità di gironi dall’annata 1935 – 36. Nell’occasione del decennio preso in esame in questo frangente i gironi erano 3 : settentrionale, centrale, meridionale).

In totale (gli elenchi erano molto più ristretti numericamente rispetto ad oggi) si possono calcolare  circa  un migliaio di giocatori per stagione citati: la vera e propria avanguardia di quasi 200.000 praticanti tesserati. Da esserne orgogliosi insomma per i bravi protagonisti.

Con un lavoro di ricerca molto scrupoloso li abbiamo catalogati per tutto il decennio individuando tutte le società di appartenenza per ciascuno: c’è chi ha raccolta una sola citazione, chi per tutto il decennio o quasi ha giocato in Serie A e chi, invece, per diverse stagioni ha girato per l’Italia cambiando squadra in diverse categorie. Tutti vanno però ricordati come protagonisti di una grande, irripetibile, stagione.

Un’avvertenza prima della lettura: il nostro personalissimo algoritmo (la lettura manuale di tutti i testi in questione) ha individuato soltanto i giocatori nati tra il Roja e il Magra, sono rimasti fuori anche tutti quelli che pur avendo svolto gran parte della loro attività e anche della loro vita in Liguria sono nati fuori dai suoi confini.

Gli appassionati noteranno così la loro assenza, ma un criterio rigido in questo senso andava adottato. Qualche esempio: Bruno Ferrero, indimeticato portiere di Veloce e Savona, nato però a Saliceto(ci sono però  Persenda, Ciglieri e Mariani suoi magnifici compagni di linea del meraviglioso Savona dell’epoca), Corrado Teneggi, attaccante nato a Reggio Emilia; “Victor” Panucci, nato a Rovito in Calabria; Giorgio Canali, nato a Roma; “Martello” Delfino, nato a Castelspina (Alessandria); i fratelli Tonoli, portiere e attaccante, nati in provincia di Mantova; il portiere Giuliano Spensatello, nato a San Pier d’Isonzo; il terzino Sergio Budicin, nato a Rovigno d’Istria; il vadese Franco Chittolina, nato però a Nicastro; Emmerich Tarabocchia, portiere, nato pure lui in Istria; Leo Grosso portiere e avvocato con studio all’inizio di via Venti (dall’angolo di via Fiume), nato a Bra; il centravanti Merlano, nato a Ovada; Ermes Nadalin, nato ad Aquileia (in elenco però Righetti, Rolando, Cavina i suoi sodali del gioco “atletico” praticato dall’Entella dell’epoca). Orlando Rao addirittura era nato in Argentina e venne in Italia per giocare al calcio fermandosi per tutta la carriera alla Sanremese e trasformandosi in sanremasco doc: con  lui, sul  Conte Biancamano (il piroscafo sul quale viaggiavano gli argentini diretti in Europa e che Pedro Luis Rossi e Felix Latronico raccomandavano alle squadre italiane) c’era anche suo cognato Bruno Pesaola, “el petisso”, che invece indossò le maglie di Roma, Novara, Napoli e Genoa e a Sanremo arrivava ogni tanto per puntare qualche fiches al Casinò. Una passione per il gioco e per la roulette su cui dilapidò parte degli ingaggi. Per una distanza inferiore al km. La nostra regione ha perso un  grande portiere, Ricky Albertosi, tra gli eroi dell’Atzeca, nato a Pontremoli.

Ma si tratta soltanto di esempi.

Azzardiamo, infine, una ipotetica Nazionale . Nel decennio avrebbe potuto giocarsi sicuramente in maniera dignitosa le qualificazioni europee e mondiali: Di Vincenzo, Bruno, Teneggi, Rivara (Carpanesi), Benedetti, Turone, Dell’Omodarme, Salvi, Volpi, Recagno, Morelli. Panchina: Scabini, Dordoni,  Ivo Brancaleoni, Cuttica,Arnuzzo, Derlin, Garbarini,Baveni, Uzzecchini, Fotia.

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Ecco il Genoa edizione 1963 – 64 nella quale figura Franco Rivara, la “tigre di Ronco”, uno dei più significativi giocatori liguri del periodo. Da sinistra in piedi: Bicicli, Piaceri, Rivara, Fossati, Occhetta; accosciati: Bassi, Locatelli, Calvani, Da Pozzo, Bean e Pantaleoni

Ecco il famoso elenco, ricostruito attraverso le pagine dell’Almanacco del Calcio. I giocatori sono suddivisi per ruolo (portieri, difensori, centrocampisti, attaccanti), seguono luogo e data di nascita, squadra di appartenenza, stagione. La scansione è quella della prima stagione di apparizione sulle colonne dell’ebdomadario a partire – appunto – da quella ’59-60 chiudendo con quella ’69-70 (undici stagioni in tutto).

PORTIERI

Angelini Luciano – Savona – 30/1/1940: Savona 59 – 60

Mencattini Giuseppe – Sampierdarena 4/10/1937 Akragas 59 – 60

Mencacci Franco – Genova 7/8/1938 Entella 60 – 61

Righetti Ferdinando – Sesta Godano 4/12/1933 Entella 60 – 61, Casertana 63 – 64

Drioli Emilio – Bordighera 18/8/1940 Sanremese 60 – 61

Rossi Silvano – Spezia 2/9/1941 Spezia 61-62

Di Vincenzo Rosario- Genova – 16/6/1941 Inter 62 – 63, 64 – 65, Genoa 65-66 Potenza 66- 67 Lazio 67-68, 68 – 69, 69-70

Canese Lauro – Spezia – 8/4/1942 Pordenone 62 – 63

Salvatici Giorgio – Rapallo – 9/5/1948 Rapallo 65 – 66, 66 – 67 Salernitana 69 – 70

Merciai Paolo – Savona – 24 /10 /1946 Savona 69 – 70

Ianicelli Piero  – Finale Ligure – 12/11/1947 Savona 66 – 67

Bianchi Remo – Badalucco – 10/1/1947 Como 69 – 70

Sommariva Angelo – Recco – 28/8/1940 Savona 66 – 67

Malagutti Sergio – Genova – 24/8/1949  Foggia 69 – 70

Re Emilio – Chiavari – 2/1/1943 Entella 67 – 68, 68 – 69

Paganetto Dario – Genova – 9/2/1946 Rapallo 67 – 68

Paterlini Ermes – Sestri L. – 18/3/1947 Sampdoria 68 – 69, 69 – 70

Rosso Giacomo – Quiliano – 8/7/1949  Alessandria 68 – 69

Iacuzzi Sergio – Loano – 7/11/1945 Rovereto 69 – 70

DIFENSORI

Becattini Fosco – Sestri L. – 16/3/1925 Genoa 59 – 60, 60 – 61

Bruno Maurizio – Genova – 21/9/1933  Genoa 59-60, 60 -61, 61-62, 62-63, 63- 64, 64 – 65 Savona 65  – 66, 66 ��� 67

Cuttica Dalmazio – Sestri L. – 29/11/1933 Genoa 59 – 60  Modena 61 – 62, 62 – 63

Benedetti Enzo – Vezzano L.- 11/6/1932 Palermo : 59 – 60, 60 – 61, 61 – 62, 62 – 63, 63 – 64, 64 – 65, 65 – 66

Bernardin Giorgio – Bonassola – 24/4/1928 Roma 59 – 60

Dordoni Enrico – Genova – 15/5/1941 Sampdoria 59 – 60, 60 – 61, Lucchese 62- 63, Vis Pesaro 63- 64, Sampdoria 64 – 65, 65 – 66, 66 – 67, 67 – 68, 68 – 69 Atalanta 69 – 70

Cattani Giordano – La Spezia – 12/7/1939 Modena 59 – 60, 60 – 61, 61 – 62, 62 – 63, 63 – 64, 64 – 65, 65 – 66

Bodrato Giuliano – Genova – 15/10/1935  Parma 59 – 60, Reggina 60 – 61, Savona 61 – 62

Basiliani Enzo – La Spezia – 10/9/1934 Verona 59 – 60, 60 – 61, 61 – 62, 62 – 63 Lucchese 63 – 64

Magnetto Antonio – Borghetto S.S. 1/6/1933  Pordenone 59 – 60, 61 – 62, 63 – 64

Borfiga Bruno – Sanremo 3/12/1940  Sanremese 59 – 60, 60 – 61, 61 – 62, 62 – 63

Fogli Giorgio – Genova – 28/10/1933 Sanremese 59 – 60, Cosenza 60 – 61

Ballauco Dario – Bordighera 3/11/1931 Savona 59 – 60

Caffaratti Franco – Genova 9/11/1936 – Savona 59 – 60, 60 – 61, 61 – 62

Ciglieri Giovanni Battista – Savona – 29/1/1936 Savona 59 – 60, 60 – 61, 61- 62, 62 – 63

Pierucci Tullio – Savona – 26 /6 /1935 Savona 59 – 60

Persenda Valentino – Savona 8/7/1936 Savona 59 – 60, 60 – 61, 61 – 62, 62 – 63, 63 – 64, 64 – 65, 65 – 66, 66 – 67

Pedemonte Mario – Genova – 28/5/1939 – Lucchese 59 – 60

Brancaleoni Ivo, Alassio 23 /11/1931 Bari 60 – 61, 61 – 62, Reggina 62 – 63

Vergazzola Gaetano – Fezzano – 29/9/1936 Sampdoria 60 – 61, Salernitana 61 – 62, 62 – 63, 63 – 64 Livorno 64 – 65

Cavina Antonio – Chiavari – 28/7/1929 Entella 60 – 61

Rolando Giovanni – Vernazza – 7/2/1932 Entella 60 – 61

Visani Luigi – Sestri L. – 4/10/1935 Entella 60 – 61 Rapallo 63 – 64

Teneggi Luciano – Varazze – 27/2/1941 Savona 60 – 61, 61 – 62, Torino 62 – 63, 63 – 64. 64 – 65, 65 – 66 Catania 66 – 67, Foggia 68 – 69

Incerti Ferruccio – Spezia – 25 /11/1934 Spezia 60 – 61, 61 – 62

Dassereto Franco – Santa Margherita Lig. – 3/2/1938  Tevere Roma 60 – 61 Legnano 62 – 63

Dellepiane Mario – Genova – 24 /6/1938 Viareggio 60 – 61, Entella 64 – 65, 65 – 66, 66 – 67, 67 – 68, 68 – 69, 69 – 70

Caviglia Antonio – Vado L. – 17/4 /1931 Akragas 60 – 61, 61 – 62

Genisio Giancarlo – Genova 10 /4 /1943 Genoa 61 – 62 Rapallo 63 – 64

Motto Osvaldo – Vado L. – 19/7/1942 Monza 61 – 62, 62 – 63, 63 – 64 Rapallo 66 – 67 Spezia 67 – 68, 68 – 69, 69 – 70

Bodrato Mario – Genova – 5/9/1940 Marzotto 61 – 62

Aloe Felice – Sanremo – 10/1/1940 Sanremese 61 – 62

Conte Giovanni – Spezia – 6/5/1941 Spezia 61 – 62

Pozzi Carlo – Genova – 25/2/1941 Taranto 61 – 62, Prato 62 – 63, 63 – 64 Savona 64 – 65, 65 – 66, 66 – 67, 67 – 68, 69 – 70

Caboni Ezio – Sanremo – 16 /6 /1942  Sanremese 62 – 63

Hanset Enrico – Genova – 21 /1 /1936  Rapallo 62 – 63, 65 – 66

Odone Benito  – Rossiglione – 17/7/1941  Rapallo 62 – 63

Strada Rinaldo – Spezia – 19/5/1942  Rapallo 62 – 63

Tanganelli Alessandro – Genova – 15 /7/1933  Rapallo 62 – 63

Garbarini Giorgio – Genova – 18/11/1944 Sampdoria 63 – 64, 64 – 65. 65 – 66, 66 – 67, 67 – 68, 68 – 69, 69 – 70

Ghiglione Giampiero – Genova – 21 /1/1936  Rapallo 63 – 64, Torres 66 – 67, Reggina 67 – 68, 68 – 69. 69 – 70

Trinchero Giuseppe – Busalla – 8/4/1944  Sampdoria 64 – 65 Alessandria 65 – 66, 66- 67, 67 – 68  Como 69 – 70

Ginocchio Gian Luigi – Genova – 13/4/1940  Entella 64 – 65, 65 – 66,.66 – 67

Giordan Alessandro – Chiavari – 22/7/1945  Entella 64 – 65

Calzolari Fabio – Cairo M. – 26 /3/1939  Savona 64 – 65

Campora Carlo – Genova – 27/3/1944 Genoa 65 – 66, 66 – 67, 67 – 68

Tosello Carlo – Genova – 30 /1 /1941 Savona 65 – 66

Siccardi Nazzareno – Cisano sul Neva – 11/6/1943 Massese 65 – 66

Ferrari Franco – Genova – 9/1/1946  Genova 66 – 67, 67 – 68, 68 – 69, 69 – 70

Nocentini Adriano – Genova – 25 / 2 /1945 Genoa 66 – 67 Como 68 – 69 Pro Patria 69 – 70

Vezzoso Sergio – Genova – 5/8/1943  Entella 66 – 67, Arezzo 68 – 69 69 – 70

Turone Maurizio – Varazze – 27 /10 /1948  Genoa 67 – 68, 68 – 69, 69 – 70

Malagamba Flavio – Vernazza – 12 /4 /1948  Rapallo 67 – 68

Spella Claudio – La Spezia – 27 / 4 /48 Rapallo 67 – 68

Beltrami Mario – Genova – 20 /1 /1949  Sampdoria 68 – 69

Arnuzzo Domenico – Genova – 6/5/1947 Reggiana 68 – 69 Sampdoria 69 – 70

Andreuzza Giovanni –  Genova 1950 – Rapallo 68 – 69

Rossinelli Marco – Spezia – 29 / 3 /1949  Spezia 68 – 69, 69 – 70

Drigo Roberto – Genova – 16 /4/1945  Potenza 68 – 69

Colletta Angelo – Genova – 3/5/1945 Sampdoria 68- 69

Labate Eugenio – Genova – 17 / 9 /1944 Genoa 69 – 70

Sobrero Mauro – Genova – 29 /6 /1950  Derthona 69 – 70

Sciutto Stelvio – Genova – 5 /5/ 1948  Lecco 69 – 70

Canepa Francesco – Finale Ligure 2/4/1948  Savona 69 – 70

2

Il  Savona in Serie C con 7 giocatori liguri su 11 in squadra (con Ferrero nato casualmente a Saliceto ma savonese d’animo e non solo d’adozione): da sin., Ferrero, Ciglieri, Persenda, Teneggi, Merighetto, Mariani; in ginocchio, da sinistra, Bartolaccini, Serena, Ballauco, Turotti, Marchiandi

CENTROCAMPISTI

Recagno Giuseppe – Varazze – 2/7/1937  Sampdoria 59 – 60, 60 – 61 Brescia 61 – 62  62 – 63 Pro Patria 63 – 64, 64 – 65, 65 – 66  Rapallo 66 – 67

Corti Mario – Genova – 16 /11/1931 Catania 59 – 60, 60 – 61, 61- 62, 62 – 63, 63 – 64

Guercini Alemanno – La Spezia – 4/3/1941  Reggiana 59 – 60 Mantova 60 – 61 Pistoiese 61 – 62

Repetti Andreino – Genova – 7/10 /1932 Sambenedettese 59 – 60

Corongiu Carlo – La Spezia 2/3/1938 Casale 59 – 60 Spezia 60 – 61

Callegari Enrico – Genova – 4/8/1935  Fanfulla 59 – 60

Parodi Luigi – Genova – 18/8/1928 Legnano 59 – 60, 60 – 61

Bibolini Pietro – La Spezia – 16/3/1932 Piacenza 59 – 60 Siracusa 60 – 61

Amato Umberto – Sanremo – 5/1/1941 Sanremese 59 – 60, 60 – 61, 61 – 62 Marzotto 62 – 63

Barbarossa Francesco – Varazze – 17/4/1935  Sanremese 59 – 60 Entella 60 – 61

Broccini Pietro – Portovenere – 2/1/1928  Sanremese 59 – 60, 60 – 61, 61 – 62

Mariani Giulio – Finale Lig. – 25 /4/1936  Savona 59 – 60, 60 – 61, 61 – 62, 62 – 63, 63 – 64, 64 – 65

Merighetto Natale – Genova – 25 /12 /1930  Savona 59 – 60

Aquiliani Romano – La Spezia – 9/1/1939 Spezia 59 – 60, 60 – 61, 61 – 62 Torres 63 – 64

Campioli Umberto – La Spezia  – 21 /11/1940  Spezia 59 – 60, 60 – 61 61 – 62 Torres 63 – 64 Lucchese 64 – 65 65 – 66 69 – 70

Currarini Attilio – Spezia – 5/8/1936 Spezia 59 – 60 Anconitana 62 – 63, 63 – 64 Torres 64 – 65

Currarini Giovanni – Spezia – 5/8/1936 Spezia 59 – 60, 60 – 61, 61 – 62 Torres 62 – 63, 63 – 64, 64 – 65

Derlin Roberto Spezia – 17 – 7 – 1942  Spezia 59 – 60, 60 – 61, 61 – 62 Como 62 – 63 Messina 63 – 64, 64 – 65, 65- 66, Genoa 66 – 67, 67 – 68, 68 – 69  Lanerossi Vicenza 69 – 70

Bigogno Furio – Genova – 30 /9/1939 Prato 59 – 60

Da Passano Luigi – Genova – 15 /5/1934  Ravenna 59 – 60, 60 – 61 Trapani 61- 62 62 – 63

Delfino Mario  – Albisola Marina – 10 / 7 /1934  Cosenza 59 – 60, 60 – 61

Conio Giacomo – Arma di Taggia – 26/10/1935 Pescara 59 – 60

Pedroni Augusto – Genova – 10 /1 /1935 Salernitana 59 – 60

Baccalini Eros – La Spezia – 16 /11/1930 Siracusa 59 – 60, 60 – 61, 61 – 62, 62 – 63

Vigna Manlio – Genova – 7/8/1939  Sampdoria 60 – 61, 61 – 62  62 – 63 Pisa 63 – 64

Carpanesi Sergio – La Spezia – 21 /3 /1936 Spal 60 – 61, Roma 61 – 62, 62 – 63, 63 – 64, 64 – 65, 65 – 66, 66 – 67 Sampdoria 67 – 68, 68 – 69

Baveni Bruno – Sestri L. – 15 /12/1939  Genoa 60 – 61, 61 – 62, 62 – 63, 63 – 64, 64 – 65, 65 – 66 Milan 67 – 68, 68 – 69

Rivara Franco – Ronco Scrivia – 17 /10/1938  Genoa 60 – 61, 61 – 62, 62 – 63, 63 – 64, 64 – 65, 65 – 66, 66 – 67, 67 – 67 – 68, 68 – 69, 69 – 70

Parodi Basilio – Genova – 19/1/1932 Entella 60 – 61, 64 – 65

Pieri Mario – Genova – 26 /4/1930 Entella 60 – 61

Sanguineti Giancarlo – Chiavari – 20 / 3 /1941 Entella 60 – 61

Nicolini Franco – Sestri L. – 2/1/1938 Pro Vercelli 60 – 61 Ternana 64 – 65, 66 – 67, 67 – 68, 68 – 69, 69 – 70

Lops Franco – Sanremo – 16 /4/1940 Sanremese 60 – 61

Mangini Giovanni – Sarzana – 16/9/1927 Spezia 60 – 61

Rivara Renzo – Sestri L. – 30/3/1940 Viareggio 60 – 61, Torres 61 – 62 Rapallo 62 – 63, 63 – 64 Torres 64 – 65, 65 – 66

De Dominicis Domenico – La Spezia 19/6/1937 Catania 61 – 62, 62 – 63, 63 – 64

Castello Fulvio – Sampierdarena – 11/5/1942 Como 61 – 62, Rapallo 62 – 63

Salvini Edilio – Genova – 1/5/1941 Arezzo 61 – 62, Vis Pesaro 66 -67

Boggio Roberto – Spezia – 2/6/1941 Spezia 61 – 62

Maggi Sergio  – Spezia – 11/9/1942 Spezia 61 – 62

Colondri Mario – Chiavari – 22/2/1935 Alessandria 62 – 63, Derthona 69 – 70

Russo Silvano – Savona – 31 /8/1940 Pordenone 62 – 63

Baiardo Ferruccio – Pontedecimo – 22 /6 /1939  Sanremese 62 – 63

Natta Piero – Chiusavecchia (Imperia) – 15 /7/1940 Savona 62-63, 64-65, 65-66, 66-67, 67-68

Salvi Giancarlo – Dego – 23 /2/1945 Sampdoria 63 – 64 Milan 64 – 65 Sampdoria 65 – 66, 66 – 67, 67 – 68, 68 – 69, 69 – 70

Invernizzi Clemente – Alassio – 8/1/1942  Carrarese 63 – 64, 65 – 66, 66 – 67

Mainetto Paolo – Genova – 29/11/1936  Rapallo 63 – 64

Menini Giancarlo – Genova – 16 /4/1942 Rapallo 63 – 64

Dossena Luigi – Genova – 25 /11/1940  Entella 64 – 65, 65 – 66, 66 – 67

Gittone Orazio – Pegli – 27/11/1941 Savona 64 – 65, 65 – 66, 66 – 67, 67 – 68 Entella 68 – 69, 69 – 70

Pittofrati Piero – Pra – 4/4/1945  Savona 64-65, 65-66 Entella 66-67 Como 68-69, 69-70

Seghezza Angelo – Genova – 2/8/1946  Messina 65 – 66, 66 – 67, 67 – 68

Capriati Giuseppe – Alassio – 13 /4/1943  Como 65 – 66

Boido Roberto – Spezia 14/1/1944 Entella 65 – 66

Burlando Enrico – Spezia – 5/8/1944  Massese 65 – 66, Lazio 66 – 67 Varese 68 – 69 Monza 69 – 70

Scazzola  Carlo – Genova – 6/10/1940  Torres 65-66, 66-67 Arezzo 67-68, 68-69

Zino GB – Genova – 25 /1/1947  Genoa 66 – 67

Fontana Elvio – Alassio – 17/2/1944  Entella 66 – 67, 67 – 68, 68 – 69 – 69 – 70

Pacciani Mario – Genova – 26 /2/1944  Entella 66 – 67, 67 – 68, 68 – 69, 69 – 70

Colombo Michele – Genova – 5/6/1947  Rapallo 66 – 67

Malanima Mauro – Spezia – 9/5/1946 Rapallo 66 – 67

Pardi Mario – Spezia – 15 /4 / 1942  Spezia 66 – 67

Castelletti Franco – Sestri L. – 28/2/1946  Ternana 66 – 67, Matera 68 – 69

Casaretto Giovanni – Sestri L. – 19/5/1946 Entella 67 – 68

Tassara Roberto – Spezia – 21 /10 /1944 Entella 67 – 68, 68 – 69, 69 – 70

Gualco Severino – Genova – 19/9/1945  Rapallo 67 – 68

Montanari Piero – Rapallo – 19/4/1948  Rapallo 67 – 68

Roberts Paolo – Genova – 15 /7/1946  Rapallo 67 – 68

Cappanera Luigi – Genova – 20 /1/1949 Sampdoria 68 – 69, Lecce 69 – 70

Alessio Giacomo – Genova – 13 /5/1946 Livorno 68 – 69 Lecco 69 – 70

Zunino Wladimiro – Sestri Ponente – 25 /3/1949 Entella 68 – 69, Genoa 69 – 70

Raschi Luigi – Spezia – 23 /4 /1948 Spezia 68 – 69

Sacchini Sergio – Genova – 21/7/1950 Sampdoria 69 – 70

Cazzola Carlo – Genova – 26 /2/1946  Derthona 69 – 70

Vignolo Franco – Pietra Ligure – 11/6/1944 Derthona 69 – 70

Macciò Claudio – Masone – 22/7/1940  Rimini 69 – 70

Barzaghi Mario – Spezia – 1946 Spezia 69 – 70

3

Ecco Beppe Recagno, prodotto del vivaio varazzino, in maglia blucerchiata: da sin., in piedi, Vicini, Ockwirck, Milani, Vincenzi, Bergamaschi, Bardelli; accosciati, Bernasconi, Mora, Tomasin,  Recagno, Cucchiaroni

4

Giancarlo Salvi, in blucerchiato: il miglior prodotto del vivaio della Valbormida

ATTACCANTI

Gasparini Amedeo – Ospedaletti – 21 /3/1933 Napoli 59 – 60 60 – 61 Savona 61 – 62

Dell’Omodarme Carlo – Spezia – 11/2 /1938  Como 59 – 60, Spal 60 – 61 62- 63 Juventus 63 – 64 64 – 65 65 – 66, Spal 66 – 67, 67 – 68, 68 – 69

Calleri Gian Marco – Busalla – 10 /1 /1942  Novara 59 – 60

Uzzecchini Renzo – Sestri L. – 11/6/ 1935 Mantova 59 – 60, 60 – 61, 61 – 62 Anconitana 64 – 65 Entella 65 – 66, 66 – 67, 67 – 68

Volpi Carlo – Sampierdarena – 8/2/1941 Monza 59 – 60, Reggiana 60 – 61, 61 – 62 Palermo 62 – 63, Mantova 63 – 64, 64 – 65, 65 – 66, 66 – 67 Juventus 67 – 68 Brescia 68 – 69,.69 – 70

Bertani Cesare  – Genova – 15/4/1938  Biellese 59 – 60

Di Fraia Rino – La Spezia – 20/2/1932  Piacenza 59 – 60, 60 – 61

Massa Oreste – Genova – 3/5/1939  Sanremese 59 – 60, Sampdoria 60 – 61

Marchiandi Marco – Genova – 3/4/1938  Savona 59 – 60  60 – 61, Entella 64 – 65

Parodi Giacomino – Vado Ligure – 28/6/1935 Savona 59 – 60, 60 – 61, 61- 62, 62 – 63

Santoro Franco – Spezia – 12 /9 /1941  Spezia 59 – 60, 60 – 61, 61 – 62 Ivrea 62 – 63

Giordano Emiliano – Genova – 18/8/1937  Siena 59 – 60 60 – 61 Savona 61 – 62, 62 – 63, 63 – 64

Gaio Andrea – Genova 25 /7/1935 Torres 59 – 60 60 – 61

Della Gora Alfredo – Spezia – 9/8/1934  Crotone 59 – 60

Cervetto Carlo – Genova – 7/6/1938  Bari 60 – 61 Siena 62 – 63 Pisa 63 – 64, 64- 65, 65 – 66 Ternana 66 – 67 Pisa 67- 68, 68 – 69

Vaccari Franco – Genova – 6/10/1937  Casale 59 – 60

Carletti Giuseppe – Lavagna – 19/1/1940  Entella 60 – 61 66- 67

Forno Giacomo – Genova – 29/5/1940  Entella 60 – 61, 64 – 65

Sanguineti Giuseppe – Chiavari – 8/5/1937  Entella 60 – 61

Tacchini Roberto – Rapallo – 4/12/1940 Pordenone 60 – 61, Tevere Roma 61 – 62, 62 – 63

Pesante Bruno – Sanremo – 9/10/1941 Sanremese 60 – 61, 61 – 62, 62 – 63

Brancaleoni Francesco – Genova – 29/1/1940  Savona 60 – 61, Rapallo 62 – 63, 65 – 66 Spezia 66 – 67, 67 – 68, 68 – 69, 69 – 70

Persenda Giacomo – Savona – 24/11/1934  Spezia 59 – 60  Savona 60 – 61, 61- 62, 62 – 63

5

Uno Spezia quasi tutto fatto in casa con un rinforzo savonese, il “bombardiere” Mino Persenda, indimenticato protagonista dello sport savonese 

Ravecca Roberto – Spezia – 7/2/1944  Spezia 60 – 61, 61 – 62

Fonda Fulvio – Genova – 4/7/1931 Vis Pesaro 60 – 61

Pivetta Attilio – Taggia – 27/11/1944 Sanremese 61- 62

Canepa Domenico – Spezia – 14/10/1939  Pordenone 62 – 63

Natta Carlo – Arma di Taggia – 25/5/1942  Sanremese 62 – 63

Fazzi Marco – Genova – 4/2/1941 Savona 62 – 63, 64 – 65, 65 – 66, 66 – 67, 67 – 68 Casertana 69 – 70

Benvenuto GB – Genova – 29 / 7 71942  Treviso 62 – 63, Arezzo 67 – 68, Genoa 68 – 69, 69 – 70

Gatto Giorgio – Ronco Scrivia – 30/1/1940  Rapallo 62 – 63

Rollando Lorenzo – Vernazza – 9/11/1942  Rapallo 62 – 63, 65 – 66 Savona 66 – 67 Spezia 67 – 68 69 – 70

Bosio Antonio – Genova – 27/3/1943  Rimini 62 – 63

Dalmonte Stefano – Imperia – 27/8/1943 Genoa 63 – 64, 64 – 65 Casertana 65 – 66, 66 – 67, 67 – 68, 68 – 69

Malcontenti Roberto – Genova – 4/9/1943 Rapallo 63 – 64 Empoli 65 – 66

Pascale Angelo – Spezia – 14/8/1942  Rapallo 63 – 64

Costanzo Claudio – Spezia – 11/2/1942 Ivrea 64 – 65, Biellese 65 – 66, Como 66 – 67, Monza 67 – 68, Biellese 68 – 69, 69 – 70

Onesti Armando – Spezia – 4/8/1936 Piacenza 64 – 65, Parma 65 – 66, Trevigliese 66 -67. 67 – 68

Lagustena Guido – Genova – 9/6/1945 Savona 64 – 65

Bertelloni Andrea – Sarzana – 30 /11/1944 Prato 64 – 65

Morelli Gian Carlo – Pontedecimo – 23/3/1946 Prato 64 – 65, Perugia 65 – 66 Sampdoria 68 – 69 69 – 70

Fotia Rocco – Genova – 20/3/1947 Sampdoria 65 – 66, 66 – 67 Internapoli 68 – 69

Lercari Franco – Genova – 23/2/1947 Entella 66 – 67

Tonelli Paolo – Finale Ligure – 13 /5/1942  Catanzaro 67 – 68

Biasotti Bruno – Chiavari – 15 /6/1944  Entella 67 – 68

Codognato Mario – Genova – 12 /4/1946  Rapallo 67 – 68

Favara Giorgio – Genova – 16/6/1949 Sampdoria 68 – 69

Basili Pierangelo – Savona – 1/10/1947 Modena 68 – 69, Torres 69 – 70

Montepagani Claudio – Sarzana – 10/3/1946 Ternana 68 – 69, Foggia 69 – 70

Dubourgel Mario – Savona – 4/6/1944  Asti 68 – 69

Cazzaniga Wilmer – Genova – 1949  Entella 68 – 69

Imelli Lino – Genova – 1945 Entella 68 – 69

Bisio Roberto – Ronco Scrivia – 28/7/1946 Pistoiese 69 – 70

Gicomelli Mauro  – Genova – 19 /1/1952  Savona 69 – 70

Lazzarini Francesco – Sarzana – 1949  Spezia 69 – 70

 

Serie C non solo biancoblù: presenze per Vado, Albenga, Alassio, Speranza, Ilva, Cairese e Varazze

di FRANCO ASTENGO

La Serie C, terzo livello del calcio italiano, è sorta nella stagione 1935-36 in seguito a due importanti decisioni della Federazione gioco calcio che, in quel periodo, stava pianificando una fase di ulteriore crescita e razionalizzazione del movimento che, da qualche anno, con l’avvento del girone unico di Serie A e B, aveva portato il calcio italiano ai vertici internazionali. La squadra nazionale infatti si era imposta nei campionati mondiali del 1934 e si sarebbe ripetuta in quelli del 1938 ed il Bologna si era aggiudicato ben due edizioni della Coppa Europa nel 1932 e nel 1934.

Prima di tutto si trattava di fornire alle tante società rappresentative della provincia italiana una sede adeguata di confronto tecnico e organizzativo fornendo occasione di crescita per vivai sempre più numerosi e sbocchi concreti alla crescente (anche se non ancora ufficiale) presenza del professionismo;  in secondo luogo si trattava di sostituire la vecchia I Divisione, antico retaggio della suddivisione regionale dei campionati e nella quale militavano ancora le cosiddette “squadre riserve” delle compagini maggiori per le quali fu organizzato un apposito campionato.

La Serie C  ha via via nel tempo modificato il proprio formato mantenendosi sempre, pur attraverso la variazione nel numero di gironi, a livello nazionale. Una fase negli anni ’50 fu disputata addirittura a girone unico con un intento selettivo fin troppo rigido; negli anni ’70 fu poi introdotta una divisione in serie C1 e C2 abolita di recente dopo aver assunto l’orrida denominazione di Lega Pro di Prima e Seconda Divisione.

Inoltrandoci nel nostro racconto verificheremo, via, via questi cambiamenti osservando le presenze a questo livello delle squadre della provincia di Savona.

IL Savona Fbc ha avuto per lungo tempo nella serie C il proprio campionato di riferimento. Ma delle avventure dei biancoblu abbiamo già scritto e avremo occasione di scrivere ancora in questo lavoro di ricostruzione storica. In questa occasione invece l’intenzione è quella di registrare le presenze delle altre compagini della Provincia. Si tratta di vicende ormai lontane nel tempo ma che è proprio il caso di far riemergere dall’oblio perché ci narrano di imprese memorabili, di grande spessore sportivo ed umano.

Il tutto racchiuso in un arco temporale ben preciso. Le ultime partecipazioni savonesi, a parte gli striscioni, alla terza serie risalgono alla stagione 1947-48, salvo una puntata della Cairese nell’annata ’85- 86 che pure rievocheremo con cura.

Andando per ordine, allora. La Serie C nasce nella stagione 1935-36 basata su 4 gironi interregionali. E’ il caso di ricordare tutte le partecipanti a quel campionato inaugurale. Ci accorgeremo così dello straordinario mix, già presente in allora, tra compagini rappresentative di città di grandi dimensioni e – insieme – di piccoli paesi. Uno spaccato dell’Italia più viva.

Girone A: Venezia, Vicenza, Udinese, Padova, Treviso, Anconitana, Rovigo, Mantova, Jesina, Fiumana, Pro Gorizia, Alma Juventus Fano, Grion di Pola, Rimini, Forlimpopoli, Trento.

Girone B: Cremonese, Reggiana, Biellese, Seregno, Falck Milano, Monza, Piacenza, Lecco, Pavia, Crema, Pro Patria, Fanfulla, Legnano, Gallaratese, Cusiana, Como.

Girone C: Spezia, Sanremese, Andrea Doria, Entella, Imperia, Pontedecimo, Asti, Derthona, Savona, Rivarolese, Pontedera, Ventimigliese, Casale.

Girone D: Catanzaro, Piombino, Nissena, Civitavecchia, Benevento, Salernitana, Lucano, Bagnolese, Savoia Torre Annunziata, Cosenza, La Signe, Cerignola, Prato, Fermana.

Campionato 1935 – 36

In Serie C c’è soltanto il Savona incluso in un girone ligure-piemontese-toscano dominato da Spezia e Sanremese , che finiscono appaiate. Saranno gli spezzini a salire in Serie B. Gli striscioni disputano un campionato mediocre piazzandosi al decimo posto con 25 punti, 9 vittorie, 7 pareggi e 12 sconfitte.

Formazione base del Savona: Durando, De Valle, Massazza, Ricchebuono, Porta, Argenti, Grosso, Luraghi, Vanara, Canepa, Rosso. Direttore tecnico Rinaldo Roggero, allenatore l’ungherese Imre Payer.

Campionato 1936 – 37

Anche in questa occasione il Savona Fbc è solo a rappresentare la nostra provincia. Si segnala un netto miglioramento nella classifica degli striscioni: sesto posto con 33 punti, 14 vittorie, 5 pareggi, 11 sconfitte. E’ arrivato Felice Levratto dalla Lazio a svolgere le funzioni di giocatore-allenatore e la mano dell’ex nazionale si sente.

Formazione biancoblu: Moretti, Testa, Massazza, Astengo, Bianchi, Argenti, Caviglia, Vanara, Calcagno, Canepa, Borgo; all. Levratto  (u sciu Felixe gioca 12 partite segnando anche 4 goal).

Campionato 1937  38

E’ salito il Vado a tenere compagnia ai bianco blu e il comportamento dei vadesi è ottimo, salvezza raggiunta con largo anticipo . Il Savona contende al Casale la palma del primato ma i nero stellati si affermano risalendo in Serie B: in quel periodo il Casale appartiene al novero delle “nobili decadute” del calcio italiano.

Formazioni

Savona: Moretti, testa, Morchio, Astengo, Bianchi, Canepa, Borgo, Vanara, Calcagno, Caviglia, Levratto; all. Rossi.

Vado: Chittolina, Pallaro, Motto, Bartoli, Frumento, Tassara, Casaccia, Aprile, Tomei, Poli, Francia.

1

Stagione 1937-38, l’Albenga schierata sul terreno della Valletta di Savona. In piedi da sinistra: Facollo, Giribaldi, Rossi, Zarri, Ferrua, Volpe, Carrega, Balloni (Allenatore); accosciati: Magnetto, Ascheri, Tornago, Enrico

Campionato 1938 – 39

Le savonesi salgono a tre, con Vado e Savona c’è anche l’Albenga diretta magistralmente dall’appassionato Balloni, bandiera del calcio ingauno.

Il Savona vince il girone staccando la Sestrese (che i fascisti hanno costretto a denominarsi in Cavagnaro), il Vado si piazza al settimo posto, con 22 punti, 9 vittorie, 4 pareggi, 11 sconfitte; l’Albenga si colloca immediatamente alle spalle dei rossoblu con 21 punti, 9 vittorie, 3 pareggi, 12 sconfitte.

Formazioni
Savona: Origone, Argenti, Morchio, Sandroni, Nervi, Canepa, Allegri, Vanara, Savio, Caviglia, Borgo; all. Levratto. Il Savona accede alle finali per salire in Serie B ma fallisce l’obiettivo. Il girone viene vinto dal Brescia.

Vado: Chittolina, Tomei, Giavarini, Caviglia, Siccardi, Lagorio, Casaccia, Poli, Zioni, Gambetta, Francia.

Albenga: Tornago, Ascheri, Enrico, Zarri, Woinich, Facollo, Castellani, Magnetto, Rossi, Gravisi, Volpi.

Campionato 1939 – 40

Il Savona sale trionfalmente in Serie B e l’Albenga disputa un ottimo campionato collocandosi al nono posto, 28 punti, 10 vittorie, 8 pareggi, 10 sconfitte; cede terreno il Vado in difficoltà economiche e con molti giocatori richiamati sotto le armi. I rossoblu giungono tredicesimi con 17 punti 7 vittorie 3 pareggi 18 sconfitte.

Formazioni

Savona: Caburi, Cozzi, Villa, Sandroni, Gallino, Argenti, Piana, Vaschetto, Borel I, Gè, Morchio; all. Harpad Hajos; direttore tecnico Rinaldo Roggero.

Albenga: Aicardi, Enrico, Ascheri, Astengo, Vignolo, Magnetto, Ferruta, Cappanera, Rossi, Canepa, Riolfo. Nelle fila degli ingauni brilla un giovanissimo Gino Vignolo che poi, dopo un passaggio al Genoa, sarà una delle colonne del Savona nel dopoguerra. Con lui, in quell’Albenga sempre diretta da Balloni, due ex savonesi, Astengo e Canepa.

Vado: Arrigo, Tomei, Levratto II, Tomberli, Siccardi, Poli, Casaccia, Bartoli, Ceporina, Cioli, Bacigalupo II.

Campionato 1940 – 41

2

Ecco l’ILVA schierata sul vecchio campo del Morteo di Pegli. Da sinistra in piedi: l’allenatore Valentino, Pellegrino, Fenoglio,, Levratto II, Gino Ghersi (Indimenticabile. Da allenatore, quando in trasferta si segnava nel primo tempo al rientro diceva: “figiou emmu segnou troppu prestu”), Villa, Origone, Gè accosciati: Fiammengo, Merello, Cerruti, Curotto

Mentre il Savona in Serie B lotta per salire in Serie A (e sfiora la promozione) in Serie C per quel che riguarda la nostra provincia ci sono due grandi novità: il Varazze e l’Ilva Savona, mentre il Vado esce di scena a questo livello.

L’Ilva rappresenta la squadra della più grande fabbrica della città che in quel momento occupa circa 3.000 lavoratori. E’ il cuore pulsante di Savona assieme alle sue consorelle nei settori meccanico, elettromeccanico, chimico dalla Scarpa e Magnano alla Servettaz Basevi alla Balbontin. Erano gli anni, ormai lontani e colpevolmente dimenticati, in cui Savona poteva fregiarsi del titolo di “Città industriale”. Una vocazione colpevolmente perduta.

Il gruppo sportivo dell’Ilva raggiunge, in quell’annata, livelli di assoluta eccellenza con la squadra di calcio in Serie C e quella di atletica campione d’Italia di Serie B: vi militano due nazionali, l’olimpionico 27 volte campione d’Italia nelle gare di fondo Niculin Beviacqua (uno dei miti a tutto tondo dello sport savonese) e il martellista Sargiano, oltre al futuro medico Bogliolo primatista nel getto del peso (con lui nella stessa specialità Gino Vignolo, già citato come calciatore e un altro foot-baller che si cimenta nei 400 metri, Littarelli, nel dopoguerra terzino di Savona e Sanremese).

IL Varazze neo-promosso stupisce piazzandosi al quinto posto con 26 punti, 10 vittorie, 6 pareggi, 8 sconfitte. L’Albenga è nona con 23 punti, 8 vittorie, 7 pareggi, 9 sconfitte, l’Ilva  undicesima, 8 vittorie, 6 pareggi, 10 sconfitte e 22 punti all’attivo. Vince il campionato la Sestrese.

Formazioni

Varazze: Bobbio, Roncallo, Strata, Pedrinetti, Viano, Avvenente, Dodi, Moroni, Beltrami, Carissimi, Ceporina.

Il nerazzurro Avvenente nel dopo guerra allenerà per molte stagioni l’Entella, Dodi sarà in Serie B l’ala destra del Savona, mentre Carissimi, mezz’ala dal tocco raffinato, giocherà in Serie A con la “nuova” Sampdoria.

Albenga: Amoretti, Vignolo, Ascheri, Zarri, Valgimigli, Facollo, Casaccia, Lagorio, Rossi, Magnetto, Selmi.

Tra i pali dei bianconeri ingauni addirittura Ugo Amoretti, imperiese produttore d’olio e già portiere di Juventus, Fiorentina, Padova e della Nazionale. Ma anche, come raccontò, scopritore di Esubio. Da ex juventino lo propose al club bianconero ma senza fortuna “perché di colore”. Eusebio divenne la perla del Benfina.

ILVA: Origone, Villa, Levratto II, Ghersi, Lombardo, Curotto, Gamba, Baldini, Gè, Merello, Zunini; all. Valentino, massaggiatore Piero Molino.

Da notare nelle fila dell’Ilva tre ex- savonesi di grande peso come il portiere Origone, il terzino Villa e soprattutto il centravanti Gè, che nel dopoguerra giocherà in Serie A con Genoa e Atalanta. In campo anche un giovanissimo Gino Ghersi: durante la guerra sarà uno dei sopravvissuti dal drammatico affondamento della corazzata Roma e nel dopo guerra una colonna del Savona FbcC in Serie C e B. Ghersi va ricordato, oltre che per le sue qualità tecniche ed agonistiche, per la grande umiltà e umanità.

Campionato 1941 – 42

Le vicende belliche costringono Albenga e ILVA al passo indietro. Rimane in Serie C soltanto il Varazze, costretto però all’ultimo posto con  15 punti, 4 vittorie, 7 pareggi e 19 sconfitte. Pesano soprattutto le difficoltà nei trasporti in una Liguria martoriata dai bombardamenti che colpiscono prioritariamente porti e ferrovie

Formazione: Caviglione, Nervo, Parodi, Piannacci, Vezzi, Garbarino, Macciò, Suetta, Moron, Bruzzone, Giusto.

Campionato 1942 – 43

Nessuna squadra della provincia di Savona partecipa alla Serie C. Il Savona è in serie B, l’ILVA milita assieme alla Cairese in Prima Divisione, per le altre società l’attività sportiva appare assolutamente impossibile.

Campionato 1945 – 46

All’indomani dell’alba radiosa del 25 Aprile il calcio tra grandi sacrifici e con enorme fatica si riorganizza, si gioca subito e la struttura dei campionati rimane molto solida.

Il Savona Fbc partecipa ad un girone di Serie B (sarà decimo; successo finale dell’Alessandria) e alla Serie C (girone piemontese) è ammesso lo Speranza ricostituitosi fin dal luglio 1945 dopo le angherie e i soprusi subiti durante il regime. Nel 1926-27, infatti, lo Speranza era stato costretto a inglobarsi nel Savona, ma i dirigenti speranzini non avevano mai accettato l’imposizione dall’alto.

La Liguria rimane ancora in una situazione particolarmente difficile per quel che riguarda le vie di comunicazione, interrotte quasi completamente le ferrovie, i trasferimenti sono complicati e spesso avventurosi. Per le altre squadre si organizza così un torneo ligure fuori dalle categorie ufficiali. L’ attività riprenderà normale nella stagione successiva.

Il torneo Ligure risulta suddiviso in due gironi, quello di Ponente e quello di Levante. Disponiamo della classifica del girone di Ponente: Albenga 43, Cairese 39, Vado 37, Alassio 33, Imperia 32, Altarese 27, Sanremese 24, Ventimigliese 22, Varazze 21, Vallecrosia 20, Finalese 19, Valbordighera 14, Carcarese 13, Argentina 11.

Quanto allo Speranza il comportamento  dei rossoverdi nel girone di Serie C piemontese è ottimo: quinto posto (vince il campionato l’Asti) con 10 vittorie, 3 pareggi, 10 sconfitte.

Formazione dello Speranza 1945-46: Guidetti, Testa, Roncallo, Giusto, Moroni, Canepa, Milanesi, Vanara, Ferrari, Rusca, Borgo.

Da notare la presenza dei grandi protagonisti del Savona d’anteguerra: i cannonieri Borgo e Vanara, la mezz’ala Canepa e il difensore “Giulin” Testa. Giocatori entrati nella storia del Savona Fbc.

CAMPIONATO 1946 – 47

Nell’itinerario faticoso verso il ritorno alla normalità nella struttura dei campionati (il quadro sarà completato con la stagione ’48-49: ritorno della Serie B a girone unico, serie C Nazionale su quattro gironi) viene organizzato un girone ligure di Serie C che registra il successo della Sanremese sull’Entella e la presenza di Speranza, quarto con 47 punti, 20 vittorie, 7 pareggi, 11 sconfitte; Cairese settima, 42 punti, 14 vittorie, 14 pareggi, 10  sconfitte; Vado, nono, 40 punti, 15 vittorie, 10 pareggi, 13 sconfitte; Alassio undicesimo, 39 punti, 16 vittorie, 7 pareggi, 15 sconfitte; Albenga tredicesima, 37 punti, 15 vittorie, 7 pareggi, 16 sconfitte alla pari del Varazze, 13 vittorie, 11 pareggi, 14 sconfitte.

Si tratta di un maxi-girone di 20 squadre.

Formazioni

Speranza: Guidetti, Testa, Roncallo, Schiappapietra, Bernardini, Baldini, Bacchetta, Albiosi, Frumento, Siccardi, Vanara all. Valentino. Un vero e proprio squadrone ricolmo di grandi giocatori da Schiappapietra a Vanara, da Frumento a “Giulin” Siccardi.

Cairese : Carzino, Melandri, Dionisio, Grenno, Molinari, Benedetto, Grassano, Parisio, Milanesi, Ferrero, Ferro. Un’altra squadra con grandi nomi: Carzino ha giocato in serie A nella Sampierdarenese; Melandri sarà al Savona e al Genoa nel dopoguerra per poi aprire un avviato studio di avvocato in via XX Settembre e ricoprire anche la carica di presidente dell’Alessandria; Molinari centro-mediano del Savona in anni ruggenti, dopo aver giocato nell’Olimpia di Lubiana nel campionato di guerra, giocherà nella Carbosarda.

3

Un Vado davvero di grandi nomi schierato alle “Traversine” ricolmo di pubblico. Da sinistra in piedi: Tomei, Motto, Felice Pelizzari (un vero gentleman e un grande allenatore), Bertin Mantero golaeador di razza, Marchese, Pierino Bacigalupo; accosciati: Barile, Vessillo Bartoli, Bruno Ferrero “genio e sregolatezza”, Rino Mucci, Tomberli

Vado: Ferrero, Canova, Motto, Barile, Tomberli, Tomei, Mucci, Bacigalupo IV, Mantero, Bartoli, Pelizzari.

Bruno Ferrero sarà il portiere del Savona promosso di nuovo in Serie C nel ’58-59, dopo aver militato in una grande Veloce in IV Serie; Bertin Mantero cannoniere di razza con Savona, Sanremese, Asti, di nuovo Savona e chiudere la carriera ritornando all’amato Vado; Felice Pelizzari sarà il più preparato allenatore della generazione savonese negli anni ’50, tra i primi con Natale Zamboni (saggia guida di una grande Cairese con Pierucci, Pape4s e Pepè Minuto) ed Eliseo Colla (grande feeling velociano) a laurerarsi a Coverciano, porterà il Savona in Serie C guidandolo dalla panchina nel trionfale campionato 58-59 l’ultimo giocato sul terreno del vecchio e glorioso campo di Corso Ricci, palcoscenico di grandi sfide.

Alassio: Sandon, Ivaldi, Chinaglia, Bologna, Del Guerra, Grossi, Pelle, Mastroianni, Gallarati, Turate, Gigli.

Varazze: Chiozzi, Parodi, Lucarini, Mariotti, Veschi, Viacava, Rivano, Senesi, Giachino, Canepa, Daqui.

Tra i nero azzurri esordisce Viacava, dopo aver giocato con Savona e Rapallo, negli anni ’60-70, da fortunato imprenditore alberghiero, sarà il Presidente della società nerazzurra.

Campionato 1947  48

Si ritorna alla Serie C su base interregionale, ma in realtà si tratta di un campionato di qualificazione per la futura Serie C a dimensione nazionale che partirà nella stagione successiva.

Domina il girone il Savona, tornato al terzo livello dopo 6 campionati in Serie B: una squadra di alto livello quella diretta da Bertolotto e Cattaneo che domina assolutamente il campionato infliggendo nove punti di distacco alla Fossanese e dieci alla Sanremese. Quarto posto per il Vado, 39 punti, 17 vittorie, 5 pareggi, 8 sconfitte; quinta piazza per lo Speranza, 30 punti, 12 vittorie, 6 pareggi, 12 sconfitte; al decimo posto l’Albenga con 27 punti, 10 vittorie, 7 pareggi, 13 sconfitte, a pari punti con gli ingauni la Cairese, stesso “score” 10-7-13; tredicesimo l’Alassio, 24 punti, 9 vittorie, 6 pareggi, 15 sconfitte.

In Serie C c’è anche il Varazze, incluso però in un girone che oltre le squadre liguri genovesi e di levante comprende lombarde ed emiliane. A sorpresa si aggiudica il girone il Sestri Levante; i nero azzurri  sono decimi con 30 punti, 13 vittorie, 4 pareggi e 13 sconfitte.

Formazioni

Savona: Castagno, Molinari, Vignolo, Puccini, Alvigini, Longoni, Zilli, Ighina, Cappelli, Siccardi, Manzelli. L’attacco bianco blu segna 68 reti in 30 partite.

Vado: Ferrero, Ghiorzi, Motto, Bacigalupo IV, Sappa, Barile, Marchese II, Tommasini, Mantero, Mucci, Marchese I.

Speranza: Perlo, Ferro, Bernardini, Moroni, Schiappapietra, Baldini, Frumento, Vanara, Bartoli, D’Amore, Borgo.

Albenga: Bossi, Fenech, Ascheri, Bottero, Ferro, Gini, Macciò, Littarelli, Facchinetti, Vacca, Bortoluzzi.

Cairese: Valle, Vespi, Melandri, Milanesi, Rinaldi, Olmi, Bianchi, Bensi, Gandolfi, Bulbarella, Introini.

Alassio: Amoretti, Armanini, Sacccheri, Gallo, Del Guerra, Grossi, Amadori, Rodi, Turati II, Mastroianni, Turati III.

Varazze: Chiozza, Parodi, Luccarini, Mariotti, Deschi, Ischiavo, Rivano, senesi, Ravaschini, Canepa, Daqui

La storia delle savonesi in Serie C finisce a questo punto, salvo un’interruzione a metà anni ’80. Campionato di Serie C ’85-86 toccata e fuga della Cairese giunta all’apice dell’avventura spettacolosa e tragica portata avanti dalla presidenza di Cesare Brin, protagonista (con Gigliola Guerinoni, definita dai media la “mantide di Cairo Montenotte) e vittima di un noir che sconvolse la Val Bormida e tenne a lungo le prime pagine dei giornali nazionali.

Si tratta di un campionato di lusso che sarà vinto dalla Lucchese sullo Spezia e registrerà oltre l’immediata retrocessione dei gialloblu anche quella del Savona, in una stagione davvero difficile per le squadre della nostra provincia. Il Savona raggranella la miseria di 21 punti con 4 vittorie, 13 pareggi e 17 sconfitte. La Cairese, sulla cui panchina si alternano Zunino, Viviani e Italo Ghizzardi, raccoglie 20 punti, 2 sole vittorie, 16 pareggi e 19 sconfitte.

4

La Cairese in C2 nella stagione ’85- 86: Talami, Turone, Pietropaolo (per lui un ricordo commosso), Tomasino, Di Stefano, Fracas. Accosciati: Bozzini, Castellazzi, Natale, Eretta

Formazione: Bozzini, Marazzi, Eretta, Castellazzi, Talami, Bertone,  Natale, Castellazzi, Tomasini, Fracas, Altovino.

Gioca nove partite, che rappresentano il suo canto del cigno, anche il varazzino Maurizio Ramon Turone, splendida ed esaltante carriera con le maglie di Genoa, Milan, Catanzaro, Roma (suo il famoso goal annullato a Torino in un mare di polemiche che costò lo scudetto ai giallorossi: un episodio passato davvero alla storia del calcio), Bologna e Savona.

Stagione 70/71: 5 liguri in serie C, storia del “campionatissimo” e nell’Enna c’è Giampiero Ventura

di FRANCO ASTENGO

Stagione 1970-71, Serie C. Un campionato da rievocare. Capita in questo frangente un fatto storico, del tutto inedito, nelle varie vicende del calcio italiano: scende per la prima volta a questo livello il gloriosissimo Genoa Cricket and Foot Ball club, lo squadrone dei nove scudetti.

I rosso blu stanno attraversando una gravissima crisi dirigenziale che sarà risolta da Tongiani – un massese, titolare di autoconcessionarie – che affida la squadra a Sandokan Silvestri, già terzino nel Milan del Gre-No-Li e allenatore di lungo corso già protagonista dell’ascesa di un Cagliari già illuminato da Gigi Riva dalla Serie B alla Serie A. Silvestri riuscirà a vincere il campionato dopo una dura lotta, testa a testa, con la Spal: c’è una sola promozione e non esistevano ancora i play-off (in un girone a 20 squadre).

Per il calcio ligure nel suo insieme la stagione è tutta da ricordare: partecipano infatti al girone B, quello centrale, che Savona, Spezia, Entella hanno già disputato nella precedente stagione, ben cinque squadre liguri equamente divise sull’arco delle due Riviere: con il Genoa ci sono a ponente l’Imperia (assoluta esordiente a questo livello) e il Savona, a levante l’Entella e lo Spezia.

Per il Savona è una stagione mediocre: la squadra, della quale ha preso il bastone del comando il vulcanico Evaristo “Ringo” Malavasi (allenatore sanguigno e scaramantico: calzini rigorosamente bianchi; una monetina da 5 lire nascosta sotto il cerchio di gesso di centrocampo prima di ogni partita casalinga; a bordo campo con il camice da infermiere della Croce Bianca per ovviare ad una squalifica), giocano un buon campionato Barlassina (che a fine stagione si trasferirà all’Arezzo) e Marcolini. Lottano dignitosamente Anzuini (reduce  da un brutto infortunio: frattura di tibia e perone in una partita amichevole, operato con successo dal professor Renzo Mantero), Zucchini e Vivarelli ma alla fine i bianco blu saranno soltanto quindicesimi superati da tutte le altre corregionali: lo Spezia è nono, l’Entella undicesima, l’Imperia dodicesima.

Anche i derby con il Genoa non ricalcano certo il clima di quelli vissuti qualche stagione avanti in Serie B: all’andata una “panciata” di Speggiorin offre al Genoa una comoda vittoria esterna; nel girone di ritorno a Marassi, la capolista liquida la contesa con un rotondo e classico 2-0.

Ecco di seguito le formazioni di tutte le compagini partecipanti al Girone B (poi di seguito ci saranno anche quelle del Girone A e del Girone C: ancora una terza serie di altissimo livello).

GIRONE B

Genoa punti 56: Lonardi, Rossetti, Ferrari, Derlin, Benini, Turone, Bittolo, Maselli, Cini, Piccioni, Speggiorin (Buffon, Perotti),  all. Silvestri.

Sicuramente si tratta di un Genoa di lusso per la categoria. Spiccano il portiere Lonardi ex di Como e Varese, il mediano Derlin a lungo in Serie A, il varazzino Maurizio “Ramon” Turone che compirà una splendida carriera in particolare con Milan e Roma, l’attaccante Speggiorin poi alla Fiorentina.

1

Ecco il Genoa che vinse il campionato: Lonardi; Corradi, Turone,  Ferrari; Derlin, Benini, Agnetti; il massaggiatore Pelizza (suo padre fu il mitico “masseur” di Fausto Coppi) Perotti, Maselli, Cini, Bittolo, Capogna

Spal punti 54 : Marconcini, Cariolato, Vecchiè, Molinari, Cairoli, Malatrasi, Donati, Novelli, Gambin. Miorandi, Asnicar II (Fattori, Pezzotti), all. Meucci.

Nelle fila dei ferraresi c’è Saul Malatrasi a spendere gli ultimi spiccioli di una straordinaria carriera che con Milan e Inter lo ha visto vincere scudetti, Coppe de Campioni e Intercontinentali.

Sambenedettese punti 47: Isetto, Frigeri, Pilone, Bovari, Beni, Marchini, Masi, Mongardi, Caposciutti, Antonioli, Carnevali ( Di Fidio, Dalla Pietra), all. Faccenda.

Ascoli punti 44: Sclocchini, Schicchi, Carloni, Pagani, Castoldi, Gola, Oltramari, Vivani, Bertarelli, Cherubini, Campanini (Massari, Franchini), all.Mazzone.

C’è Mazzone alla guida dei bianconeri appena avviato ad una sfolgorante carriera di allenatore, principiata proprio ad Ascoli dove nel giro di qualche anno riuscirà a portare l’antica “Del Duca” del presidente Rozzi in Serie A.

Rimini punti 43: Conti, Melotti, Natali, Sarti, Ferrari, Bolognesi, Macciò, Zengarini, Garri, Spadoni, Iseppi (Bellucci, Quadrelli), all. Pivatelli.

Allenati dal grande Gino PIvatelli indimenticabile cannoniere del Bologna, nel Rimini ci sono il portiere Paolo Conti che, con Roma e Sampdoria, sarà a lungo il secondo di Dino Zoff in  Nazionale, e l’attaccante Spadoni, poi passato alla Roma ma tagliato fuori da uno sfortunato gravissimo infortunio.

Lucchese punti 42: Masoni, Cappellotto, Campioli, Pomelli, Monari, Giani, Pasqualini, Lazzotti, Cavallino, Volpato, Grilli (Bianchi, Russo), all. Salar.

Prato punti 41: Ciappi, Guasti, Magelli, Varnier, Fedi, Minigutti, Dabizzi, Orlandini, Graziani, Parola, Biliotti (Molteni, Paltoni), all. Petagna.

In panchina c’è Petagna, ex –mediano della Triestina, nonno dell’attuale centroavanti dell’Atalanta di Gasperini.

Maceratese punti 39: Capponi, Ciappelloni, Biondi, Prenna. Valadè, Olivieri I, Alessandrini, Nobili, Cittadini, Donatello, Varacini (Posocco, Toniet), all. Gianmarinaro.

In panchina c’è Gianmarinaro, uno dei ragazzi che in maglia granata, insieme con Vandone, Tomà, Mari, Motto, Biglino, Lussu, Balbiano, Francone, Marchetto e Audisio, Macchi, Bersia e Ferrari, si alternarono nelle ultime quattro partite contro Fiorentina, Genoa, Sampdoria e Palermo,  del Torino dopo la tragedia di Superga.

Spezia punti 37: Grassi, Memo, Dondoni, Zignego, Bonanni, Motto, Rollando, Callioni, Dido, Spanio, Rolla (El Bay, Magnani), all. Orazi.

Il pilastro della difesa aquilotta è ancora il veterano vadese Osvaldo Motto, mentre con la maglia bianca giostrano due ex-savonesi della Serie B: l’attaccante Rollando e il grande “Giullo” Spanio il rosso dominatore del centro campo. Da notare che il portiere di riserva è Farouk El Bay, di origine egiziana, che nelle fila dell’Arsenal Spezia di Buticchi era stato protagonista di eccezionali parate in una partita di finale di Promozione a Varazze finita a reti inviolate (stagione ’67 – 68).

Viareggio punti 37: Ciaschini, Torrioni, Cupisti, Nenci, Coscietti, Bonzi, Viviani, Monsini, Santagiuliana, Giampaglia, Ferrari (Cinquini, Palazzese), all. Riccomini.

Entella punti 36: Parisio, Fontana, Giordan, Tassara, Nadalin, Favara, Barbana, Gittone, Gazzaniga, Pacciani, Ciardella (Semprevivo, Rossi), all. Mari.

La difesa dei chiavaresi è sempre imperniata (ormai da un decennio) dall’imponente vigile urbano Ermes Nadalin; in porta c’è Parisio, figlio di un pluristellato ristoratore di Acqui Terme; a centro campo giostrano “Pucci” Gittone grande protagonista con il Savona nelle stagioni più brillanti nella storia bianco blu tra Serie B e Serie C e l’ex alassino Pacciani, oggi titolare di un avviato studio di commercialista nel centro di Genova.

Imperia punti 35: Janicelli, De Maria, Brignole, Natta, Ronco, Pischedda, Chiari, Bosca, Bini, Alessio, Boido (Settimio, Bisio), all. Bodi.

E l’Imperia di Gigi Bodi, originario di Pola, trasferitosi in Liguria per ragioni di matrimonio e di lavoro (carrozzeria a Sestri Ponente). Dopo aver portato la Sestrese in Serie D, Bodi, che nella sua carriera aveva indossato le maglie di Bologna, Napoli, Atalanta, Torino e della nazionale Under 23, riesce nell’impresa di condurre un’Imperia assolutamente autarchica addirittura in Serie C e a centrare l’obiettivo-salvezza.  Nella formazione tipo ci sono ben quattro savonesi, ex o futuri: Janicelli, il nolese Brignole, Piero Natta (il macellaio di Chiusavecchia, recentemente scomparso) e Gigi Bosca.

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Genoa-Imperia per la prima e unica volta a Marassi: un evento storico

Empoli punti 34: Tortora, Mannelli, Fumagalli, Lasagni, Torchio, Rigoni, Rosa, Bonetti, De Biase, Salvemini, Vernacchia ( Valzoni, Fusi), all. Lamberti.

Olbia punti 34: Bettella, Romanini, Ceccotti, Frenati, Noccioli, Selleri, De Rosa, Caocci, Buglioni, Cuspini, Caccia (Tamponi, Ramaciotti), all. De Petrillo.

Savona punti 33: Ghizzardi, Verdi, Mialich, Canepa, Gava, Scichilone, Vivarelli, Bulli, Marcolini, Rumignani, Barlassina (Merciai, Rosso, Anzuini, Cappanera, Budicin, Capra, Poggio , Sacco, Restelli, Gentile, Benini, Manitto, Giacone), all. Malavasi.

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7 Febbraio 1971, 21a giornata Savona-Rimini 1-1. I biancoblu: da sin., Ghizzardi, Budicin, Canepa, Gava, Verdi, Zucchini; accosciati Rumignani, Barlassina, Scichilone, Marcolini, Bulli

Conta molto per noi quella scritta “Foto di Gino Ferrando”: Gino Ferrando indimenticabile amico e collaboratore in tutte le avventure giornalistiche con negozio a Zinola, un altro protagonista di una irripetibile stagione.

Anconitana punti 33: Di Giorgio, Petta, Bussolari, Bonvicini, Carpanesi, Bellisari, Marchi, Di Giacomo, Plutino, Zironi (Luzzi, Petaccini), all. David.

Nella squadra di Mario David, terzino del Milan vincitore della Coppa dei Campioni 1962-63 ci sono due frequentatori dei nostri campi: il portiere Enzo Di Giorgio, già protagonista con Veloce e Vado fino a concludere la carriera con il Calizzano, e la mezz’ala Plutino, successivamente all’Albenga e altre squadre del circondario. In quell’Anconitana però ci sono due “grandi” che hanno frequentato a lungo la Serie A: il mediano Sergio Carpanesi  vincitore di una scudetto alla Fiorentina e di una Coppa delle Fiere (l’antenata dell’Europa League) con la Roma prima di passare alla Sampdoria e Beniamino Di Giacomo, centravanti dalla Spal al Napoli, poi all’Inter di Herrera dove ha vinto lo scudetto 62- 63.

Imola punti 33 : Ciccarelli, Bonadonna, Ricci, Lucchitta, Govoni, Mazzotta, Bologna, Amadori, Mazzoli, Rubinato, Serena (Cassani, Mirti), all. Tagliasacchi.

Aquila Montevarchi punti 32: Cabella, Notari, Bruni, Picciafuoco, Pellini, Bracchi, Romano, Nencini, Taddei, Scotto, Scarpa ( Monaldo, Martinello), all.Collesi.

Torres  punti 27: Planetta, Gelli, Valeri, Miani, Dettori, Cadeddu, Caneo, Marcellino, Bigaran, Morosi, Sassi (Natta, Chimenti), all. Genta.

Ravenna punti 22: Vannoni, Feresin, Fantoni, Lancini, Boschi, Barucco, Reali, Gasparini, Bardi, Capecchi, Ciani, all. Tognon.

Il Ravenna finisce ultimo e retrocede. Sulla sua panchina siede Omero Tognon, già centromediano del Milan del Gre-No-Li: Tognon avrà successivamente una purtroppo breve esperienza (venne esonerato con una fretta eccessiva) sulla panchina del Savona.

Occupiamoci ora nel dettaglio degli altri due gironi nei quali era suddivisa all’epoca la Serie C.

Girone A

Reggiana punti 58 : Boranga, Giorgi, Malisan, Barbiero, Stefanello, Vignando, Barboni, Borghi, Frisoni, Zanon, Spagnolo,  all.Galbiati.

I granata emiliani conquistano la Serie B sotto la guida dell’ex – portiere dell’Atalanta Galbiati che, proprio tra i pali, lancia Lamberto Boranga, personaggio spettacolare, medico ricercatore, volontario in Africa, capace di stare in campo fino a 50 anni militando in moltissime squadre: Perugia, Parma, Fiorentina, Brescia, Cesena e campione italiano master (over 45) di salto in alto. C’è anche il libero Barbiero che successivamente sarà al Savona.

Alessandria punti 52: Ciceri, Fusi, Paparelli, Berta, Colombo, De Luca, Di Pucchio, Lorenzetti, Sassarini, Proietti, Vanzini,  all.Manente.

Al posto d’onore i grigi allenati da Manente ex – terzino della Juve di Boniperti,  Parola, John e Karl Hansen e Praest. Notati l’ex – terzino del Savona Paparelli mentre il portiere Santino Ciceri, scuola Milan, sotto la Torretta svolgerà anni dopo la funzione di direttore sportivo.

Padova punti 48: Buso, Marin, Gatti, Panisi, Miozzo, Chiodi, Beorchia, Fraschini, Zandoli, Modonese, Filippi, all.Matè.

Padova di lusso dove tra ex di Serie A come Fraschini e Gatti si impone il giovane Filippi che poi sarà vice-campione d’Italia nel Lanerossi di Paolo Rossi.

Venezia punti 42: Terreni, Kuk, Rigo, Rossi, Valmassoi, Dotti, Ridolfi, Maiani, Bellinazzi, Salvadori, Dori, all. Radio.

Da ricordare assolutamente Bellinazzi, centravanti super-tecnico dalla carriera inespressa (un genio e sregolatezza alla Vendrame). Quando Rosato lasciò il calcio i giornalisti gli chiesero qual era stato il centravanti che lo avesse messo maggiormente in difficoltà. Tutti si aspettavano citasse Gerd Muller o Tostao (semifinale e finale ai mondiali del Messico), lui invece rispose Bellinazzi che lo aveva fatto morire affrontandolo in Torino-Modena e Torino-Venezia. Salvadori sarà campione d’Italia con il Toro di Radice e del duo Pulici – Graziani.

Parma punti 41: Fiaccadori, Chiossi, Bianchi, Casini, Piaser, Caleffi, Mora, Govi, Fava, Gioia, Zanotti, all. Angeleri.

Spende gli ultimi spiccioli di una grande ma sfortunata carriera Brunin Mora, ala destra della Samp dei “terribili vecchietti” di Monzeglio, della Juve di Sivori, Boniperti e Charles e del Milan di Rivera e Altafini, e della nazionale. Indosseranno in seguito il biancoblu savonese il forte difensore Piaser e l’ala Zanotti (quest’ultimo per poche partite).

Solbiatese punti 41: Borghesi, Barbaresi, Beatrice, Boni, Rossi, Crespi, Musa, Bellotto, Centazzo, Volpati, Dalle Crode,  all. Molina.

Tanta gente da Serie A : il povero Beatrice, Loris Boni, Gianfranco Bellotto, Volpati. C’è anche “Crodino”, al secolo Renzo Dalle Crode ala tascabile passato senza lasciar traccia dopo tante aspettative dal Savona di Serie B, talento un po’ inespresso.

Trento punti 41: Cometti, Sartori, Turinelli, Bobbo, Apostoli, Gallerani, Milanesi, Baveni, Marchesi, Bissoli, Sigarini,  all.Bozzato.

Il portiere Cometti è stato a lungo un punto di forza dell’Atalanta in Serie A, il cervellone Baveni del Genoa: Bruno Baveni da Sestri Levante indosserà anche, in tempi successivi, la maglia del Savona.

Lecco punti 40: Meraviglia, Pomaro, Bravi, Gritti, Sciutto, Sacchi, Salvigni, Mereghetti, Goffi, Frank, Marchi,  all.Longoni.

Ci sono ancora veterani dell’epopea del Lecco in Serie A chiusasi definitivamente nel 1967: Meraviglia, Bravi, “magia” Mereghetti scuola Inter e l’allenatore Longoni che in un pomeriggio del 1956, a Marassi, con addosso la maglia azzurra aveva segnato una doppietta al Wunderteam austriaco.

Treviso punti 39: Storto, Sirena, Cimenti, Paladin, Zahtila, Perego, Cei, Lanciaprima, Pedroni, Magistrelli, Colusso, all.Massei.

Udinese punti 37: Miniussi, Bonora, Leban, Giacomini, Nicoloso, Caporale, Barzaghi, Bernardis, Sperotto, Tuttino, De Monte,  all.Tabanelli.

Gente da Serie A anche nell’Udinese : Massimo Giacomini, gran cervello, il libero Caporale poi al Toro e al Bologna, la mezzala Tuttino alla Sampdoria. Il portiere Miniussi, a questo punto già ex di Milan e Inter era stato scartato una decina d’anni prima dal neo promosso Savona di Felicino Pelizzari dopo un provino sul campo di Valleggia.

Seregno punti 36: Battistini, Galliani, Bonomini, Pavesi, Borini, Monti, Livieri, Arienti, Ballabio, Silva, Rizzi,  all.Trezzi.

Rovereto punti 35: Muraro, Nardello, Donzelli, Giavara, Battiston, Taddei, Moioli, Tumburus, Aldi, Vendrame, Manganotti,  all.Ballico.

Paride Tumburus, mediano del Bologna campione d’Italia 63- 64 arriva a Rovereto dopo che alla buste Bologna e Vicenza hanno scritto 0 (zero), un caso clamoroso per un giocatore ancora valido e molto serio. Meno serio, un beatnik alla Meroni con tanto di gallina al guinzaglio e capelloni, l’estrosissimo Vendrame: un Baggio in potenza mai espressosi fino in fondo nonostante alcune grandi chances proprio a Vicenza e a Napoli.

Legnano punti 35: Castellazzi, Grechi, Talarini, Frosio, Gibellini, Lamera, Restelli, Pirovano, Nova, Zanelli, Gerosa, all. Facchini.

Giocano il finale di carriera il fortissimo mediano Pirovano dalla Pro Vercelli a lungo alla Fiorentina e il centravanti Nova, Atalanta e Brescia che finirà definitivamente alla Gavinovese di Mario Robbiano. Da notare la presenza del terzino Grechi già Cuneo  in coppia con Cavasin e Ternana.

Verbania punti 35: Fellini, Giannini, Galimberti, Guidetti, Sadocco, Bagnoli, Maioni, Salvadori, Signorelli, Butti, Libera, all. Marchioro.

Gioca da “libero” in finale di carriera Osvaldo Bagnoli protagonista di un episodio particolare. Nella stagione successiva l’allenatore Marchioro se lo porterà a Como per utilizzarlo da “secondo”. Entrambi diventeranno due grandi trainer, veri modernizzatori del calcio italiano: Marchioro compirà grandi imprese portando in Serie A il Cesena e allenando il Milan; Bagnoli vincerà addirittura uno scudetto al Verona e condurrà il Genoa nelle coppe europee vincendo uno storico quarto di finale all’Anfield Road di Liverpool.

Piacenza punti 34: Fioravanti, Freddi, Filippone, Avere, Montanari, Zoff II, Ardemagni, Illiano, Franzoni, Jacolino, Stevan, all. Arcari.

C’è Tiziano Stevan che a Savona disputò un campionato in chiaro scuro (67-68) centrando però la convocazione nella nazionale Under 21.

Derthona punti 32: Bertola, Ghidoni, Romanini, Vignolo, Gastaldi, Pozzi, Guerra, Massucco, Cella, Rossi, Carniglia, all. Mialich.

Intrecci importanti con la storia del Savona FBC: Carletto Pozzi stopper della Serie B, Marchetto Rossi tessitore di centrocampo, Albino Cella grande protagonista all’attacco, l’ex-genoano Massucco. Per i tifosi finalesi e ingauni c’è Vignolo, altro talento un po’ trascurato da se stesso.

Pro Patria punti 31: Anelli, Croci, Mischis, Bolchi, Milani, Taglioretti, G.P. Calloni, Verdelli, Panucci, Gambazza, De Bernardi, all. Burini.

Taglioretti e Gian Piero Calloni testimoniano ancora in campo le antiche vestigia di una “Pro” da serie A. Chiude qui la carriera di “Maciste” Bolchi, tipico mediano di spinta con l’Inter e la Nazionale oltre che con Torino, Atalanta, Verona e Genoa, Soprattutto però in quella Pro Patria c’è il nostro cannoniere “Victor” Panucci, futuro padre d’arte. In quella stagione: 26 presenze e 9 reti. Un bomber di razza.

Triestina  punti 31: Colovatti, D’Eri Martinelli, Marcolini, De Gasperi, Pestrin, Rakar, Scala, Ciclitira, Truant, Fregonese, all. Pison.

Per la prima volta nella storia, per via della differenza reti, scende in Serie D la gloriosa Unione. I rosso alabardati, celebrati da Umberto Saba, avevano tenuto Trieste in Serie A dal 1929 al 1958.

CRADA Monfalcone punti 26: Maschietto, Ceschia, Rigonat, Baccari, Zelesenich, Barile, Sartori, Zanolla, Bordon, Benfatto, Tomasin, all. Lulich.

Sottomarina punti 25: Bubacco, Drigo, Gallio, Rinaldi, Schiavo, Visentin, Gurian, Fasoli, Fumagalli, Cerilli, Rizzi, all. Fongaro.

Nonostante una sconsolante stagione i granata veneti lanciano il piccoletto Cerilli, quello che Lady Fraizzoli definì “il nuovo Corso”. Dopo aver fallito all’Inter passò al Lanerossi dove con Filippi compose una coppia di giocatori dal “baricentro basso” imprendibili lanciando a rete Paolo Rossi e conquistando, stagione ’77-78, il titolo di vice-campione d’Italia alle spalle della Juventus.

GIRONE C

Sorrento punti 51 : Gridelli, Noletti, Bruscolotti, Lorenzini, Mamilovich, Savarese, Bozza, Costantino, Nevola, Furlan, Angrisani, all. Vitali.

Conquista la Serie B (per la prima e l’unica volta) il Sorrento pupilla degli occhi del comandante Lauro, quello che in corsa per le elezioni a Napoli regalava un pacco di pasta e una scarpa, l’altra a voto espletato, agli elettori). In difesa spiccano l’ex milanista e juventino Noletti e il giovane virgulto Bruscolotti che sarà un terzino del Napoli scudettato di Diego Armando Maradona.

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Il Sorrento vincitore del girone C 1970 – 71: Gridelli, Lorenzini, Mamilovich, Noletti, Bruscolotti, Savarese acc. Costantino, Nevola, Furlan, Bozza, Angrisani

Salernitana punti 50: Valsecchi, Rosati, Olivieri, PIgozzi, Raschi, Urbani, Horton, Daolio, Tomy, Bianchini, Rigotto, all. Rosati.

Fallisce l’impresa per un punto la Salernitana del vulcanico Tom Rosati che schiera sempre il fratello nel ruolo di “picchiatore scientifico”. Ci sono Daolio e Tomy altri due talenti sprecati: Daolio a Parma era soprannominato dai tifosi “Mozart” per la capacità di dirigere l’orchestra del centrocampo. Alla sinistra il piccolo Rigotto già Solbiatese, Genoa , Lecco e Atalanta.

Brindisi punti 47: Luigi Ferrero, Bellan, Sensibile, Calzolari, Brugherotto, Ermito, Renna, Quadalti, Turella, Zurlini, Girol, all. Castignani.

Un brivido per gli sportivi savonesi: tra i pali del Brindisi c’è Luigi Ferrero lo sfortunato protagonista assoluto della “fatal” Catania. Ala destra gioca Renna, già campione d’Italia con il Bologna 63-64 e in A con Lazio e Varese

Lecce punti 46: Ferretti, Tornesi, Fianni, Materazzi, Virgolini, Di Somma, Fiaschi, Lorusso, Mattei, Donadel, Rigato, all. Bersellini.

Un grande trainer, Eugenio Bersellini che vincerà uno scudetto all’Inter e una mediana di ferro chiusa da papà Materazzi e dal mitico Di Somma, futuro capitano di un Avellino capace di arrivare in Serie A.

Potenza punti 41: Tarabocchia, Caocci, Garbuglia, Venturelli, Cavazza, Meciani, Rinaldi, Brambilla, Signorile, Foresti, Barone,  all. Mancinelli.

Diversi ex genoani : Emmerich Tarabocchia, Caocci, Brambilla e l’alassino Foresti, già nell’Auxilium e nelle “vespe” poi al settore giovanile del Toro.

Acquapozzillo punti 40: Ridolfi, Bompani, Dugaro, Donzelli, Misani, Aldinucci, Rubino, Antonini, Tajano, Casella, Ferraro, all. Morisco.

Acquapozzillo futuro Acireale: lì tentò, anni dopo, un improbabile rilancio Cecchi Gori candidandosi anche al Senato nel collegio. Squadra retrocessa e trombatura politica. Tra i pali dell’Acquapozzillo ’70-71 c’è Beppe Ridolfi, bravissimo e modestissimo, diversi anni a Savona, meritevole di ben altre platee.

Matera punti 38: Antezza, Montesano, Giannatasio, Loprieno, Mayer, Rossi, Veneranda, Cantagalli, Toffanin, Buccione, Gottardo, all. Chiricallo.

All’ala sinistra Natalino Gottardo. Nella stagione ’72-73 un grande campionato nel Savona per poi passare al Piacenza, assieme al sodale Corbellini.

Cosenza punti 38: Bastiani, Faggio, Vita, Fiore, Gianetto, D’Elia, Dalle Fratte, Campidonico, Fusaro, Lodi, Frisenda, all. Del Morgine.

Savoia Torre Annunziata punti 37: Cuman, Albano, Andreoli, Ciravegna, Pappalettera, Griffi, Cavallino, Gonella, Villa, Gramoglia, Marcello, all. Zanotti.

Tra i pali Cuman, già di Inter e Napoli, a centrocampo Ciravegna, mediano dalle movenze feline detto “mossette” dai tempi del vivaio della Juve, poi al Cuneo con Angelini, Isacchi, Oderda, Portela, Fiaschi e Tonegutti, e alla Vogherese.

Martina Franca punti 37: De Jaco, Ricciardi, Scarola, Addante, Basile, Laudisa, Sciacovelli, Toscano, Bonaldi, Catalano, Serina, all. Pellegrini.

C’è Biagio Catalano, in chiusura di carriera (svolge già in questo caso le funzioni di vice-allenatore), in passato cervellone di Bari, Sampdoria e Mantova.

Pescara punti 36 : Lamia Caputo, Ceccardi, De Marchi, Giagnoni, Palanca, Simeoni, Di Francesco, Majo, Di Carlo, Carrano, Cicogna, all. Capocasale.

Parecchi ex – baresi dei tempi gloriosi, in particolare Carrano e Cicogna

Chieti punti 34: Garzelli, De Pedri, Lancioni, Marongiu, Campagnolo, Pierleoni, Peressin, Zanotti, Scicolone, Tarquini, Cavicchia, all. Eliani.

Da ricordare l’allenatore Eliani: da giocatore sostituì in Nazionale Maroso marcando Matthews nel clamoroso 4-0 per l’Inghilterra. Torino, maggio, 1948, il giorno del celebre goal di Mortensen dalla linea di fondo.

Viterbese punti 34: Restani, Piacentini, Lorenzon, Vuerich, Anghileri, Marini, Gargenti, Di Giovanni, Pescosolido, Fracasso, Menegon, all. Rambone.

Crotone punti 34 : Bertoni, De Marco, Andreatini, Seghezza, Virgili, Agostinelli, Sacchella, Manfredini, Zapparoli, Sansone, Rizzuto, all. Vinicio Viani.

Da segnalare la presenza di Seghezza già polceverasco e ingauno e di Sacchella, uomo dal passato da Serie A con Brescia e Bari.

Avellino punti 33: Negrisolo, Genovesi, Rotoni, Taglialatela, Lodrini, Rampini, Ceccolini, Cosimi, Basili, Eusebi, Giugno, all. Forgione.

Al centro della prima linea dei lupi dell’Irpinia il savonese Pier Basili cresciuto nel Don Bosco di Via Piave, poi al Savona e all’Albenga dove scoperto da Lajos Szekely partì per una lunga carriera: protagonista con Lecce, Udinese, Parma e tante altre squadre.

Pro Vasto punti 33: Milone, Colizza, D’Adario, Parlanti, taverna, Maso, Amodio, Fera, Di Paolo, Mileno, Fanani, all. Mariani.

Enna punti 33: Sprocati, Dolza, Paola, Comite, Rosso, Ventura, Mariani, Braccio, Rebecca, Scarfò, Cino, all. Confalonieri.

Non bastano all’Enna i rinforzi genovesi provenienti dalla Sestrese per evitare la retrocessione. Tra di loro però c’è Giampiero Ventura,  c.t. della Nazionale attualmente in carica. Tornato al Nord si diplomerà all’Isef, giocherà con Novese e Sanremese, senza mai eccellere, per partire da Albenga per una fortunata carriera da allenatore maturata alla guida del Torino fino alla chiamata per sostituire Conte al termine dell’Europeo.

Barletta punti 31: Corti, Milillo, Rosseto, Bonassin, Del Sorbo, Scandola,Rossi, Amici, De Angelis, Iosche, Paradiso, all. Cosmano.

Corti nella stagione ’74-75 giocherà qualche partita con il Savona in Serie D.

Internapoli punti 29: Del Prete, Brilla, Paloni, Menconi, Giambelli, Martella, Romano, Turola, Cesaro, Palcini, Gallina, all. Montez.

1974/75: La grande stagione del nostro calcio dilettanti

di FRANCO ASTENGO

Sono passati 42 anni dalla stagione più prolifica del nostro calcio dilettanti. Vi fu, come vedremo più avanti, una platea di squadre senza precedenti in tutte le categorie con organici di notevole caratura, a cominciare dai tecnici. Da allora molte cose sono cambiate, e non in meglio. Lo spunto per questa riflessione ce lo fornisce l’attualità. Nella corrente stagione calcistica 2016-2017 nella Provincia di Savona non si è riusciti a riorganizzare il campionato di terza categoria e in seconda si sono approntati (compresa la provincia di Imperia e sconfinando in quella di Genova) due miseri gironi da 11 squadre ciascuno.

Troppe difficoltà per formare le squadre, costi altissimi (compresi gli obblighi per le divise), trasferte lunghe (Priamar e Valleggia sono inserite in un girone davvero chilometrico), un gran numero di abbandoni da parte di ragazzi delusi dall’eccesso di aspettative che deriva dalla conduzione fintamente professionistica dei settori giovanile e dalle sciagurate pressioni dei genitori. Ragazzi che si riducono alla fine a giocare il calcetto del lunedì con gli amici. Una nota in controtendenza la nascita di una nuova società, la Fortitudo Savona, alla quale rinnoviamo gli auguri più fervidi per una positiva riuscita dell’avventura.

Abbiamo così pensato di tornare al momento della massima espansione del nostro calcio provinciale.

Alla metà degli anni ’70, infatti, la provincia di Savona contava compagini in Serie D, Eccellenza, Prima, Seconda e addirittura erano formati esclusivamente da nostre squadre (salvo due presenze imperiesi) bem 3 gironi di Terza Categoria per complessive 31 squadre.

Quindi: il Savona Fbc in Serie D, 4 squadre in Eccellenza, 10 squadre in Prima Categoria, 13 squadre in seconda e – come già segnalato – 29 squadre in Terza : un totale di 57 compagini, buona parte delle quali provviste di settore giovanile, all’epoca suddiviso in tre categorie juniores, allievi, esordienti.

Diamo quindi conto della importantissima stagione calcistica 1974 – 75.

Note negative per il Savona Fbc, appena retrocesso in serie D dopo tante stagioni in Serie C (con un intervallo in Serie B). Gli striscioni, allenati in partenza dall’indimenticato Mino Persenda,  poi sostituito dalla coppia Cucchi Pellizzari, si classificarono soltanto all’ottavo posto alla pari con il Borgomanero nel girone A vinto dall’Albese.

Questo l’organico biancoblu: portieri: Ghiso, Corti, Nacinovich; difensori: Perlo, Mircoli, Favalli, Brignole, Capra G., Capra D., Canepa; centrocampisti: Orcino, Fossa, Fraioli, Borri, Cucchi, Corbelli, Scichilone, Longoni, Cipollina; attaccanti: Beppe Corbellini (7 reti), “Victor” Panucci (16 reti), Rota, D’Alessandro.

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3 novembre 1974, 7a giornata: Entella-Savona 1-0. La formazione di quel giorno da sinistra: lo storico segretario Gaetano Chiarenza, Orcino, Perlo, Rota, Canepa, Nacinovich, Borri; In ginocchio: Favalli, Cucchi, Corbelli, Corbellini, Brignole

CAMPIONATO DI ECCELLENZA

Una Sanremese stratosferica ammazza il campionato con 8 punti di vantaggio sul pur agguerrito Gruppo C. Tra i matuziani ci sono tre savonesi, il portiere Duce, il difensore-centrocampista Carlo Foglia, e l’indimenticabile sfortunato Alberto Tonoli già protagonista in Serie A e B e nazionale under 21 con Bologna, Bari, Siena, Savona. Nella fila degli azzurri rivieraschi troviamo anche l’attuale commissario  tecnico della Nazionale Giampiero Ventura oltre ad altri protagonisti che avevano già calcato o erano in procinto di spiccare il volo verso le categorie superiori come Zitta alla Roma e Scaburri al Brescia.

Il parco allenatori è di tutto prestigio. C’è il meglio del nostro calcio da Neuhoff a Celiberti, già colonne dell’Albenga, dall’ex blucerchiato Beppe Recagno ad Elvio Fontana, da Gianetto, già faro delle Sestrese, a Milly Giordano e Solari.

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La Sanremese dominatrice del campionato: da sin. in piedi, Porzio (dirigente), Cavalleri (oggi agente di Borriello e altri), Foglia, Ventura, Chiari, Grammatica, Zitta, Gatti, Scaburri, Duce, Brenna (all.); acc.: Conchioni, Rigato, Ferlito, De Maria, Masia, Tonoli, Guindani (mass.)

Formazioni (in ordine di classifica)

Sanremese: Duce, Zitta, Foglia, Gatti, Ferlito, Ventura, Scaburri, Rigato, Masia, Grammatica, Chiari  (Conchioni, De Maria, Bella, Alberto Tonoli); all. Brenna.

Presidente Amato, ds Mario Ventimiglia, segretario Petitti.

Gruppo “C”:  D’Orsi, Parodi, Rusca, Marchiandi, Cavalletto, Dellepiane, Carbone, Lippi, Pastorino, Bertani, Bennati (Campora, Panarello, Zino), allenatore Basilio Parodi.

Varazze : Lupi, Musmeci II, Lucchesi, Prato, Rossi, Perata, Vitali, Landolfa, Dossena, Musmeci I, Polignano (Ghigliazza, Giannini, Vitali, Torri), all. Recagno.

Pontedecimo: Profumo, Ghezzi, Cordasco, Orlando, Schiaffino, Fontana, Spinelli, Bosio, Bisio, Zago, Di Giorgio (Cassinelli, Cereseto), all. Elvio Fontana.

Ovadese: Euno, Bisio, Cerutti, Ameri, Bianucci, Olivieri, Pusineri, Giordani, Scodeggio, Schiavini, Merlano (Massarelli, Core, Sobrero), all. Fucile.

Lerici: Marotta, Bellè, Giorgi, Gimelli, Peselli, Ardesi, Rollando, Rocchi, Pindaro, Vendramini, Pini (Battistini, Corrado, Rizzo, Ianello),  all. Bibolini.

Navalcavi (squadra di Aldo Dapelo che aveva sostituito la Fulgorcavi trasferita a Latina; in quella squadra iniziò la sua carriera di allenatore Eugenio Fascetti): Parodi, Mazzitelli, Bertozzi, Antelmi, Curlo, Terrile, Ceretti, Ciani, Lupi, Grossi, Prefumo (Magliveras, Mibelli, Bucalo),  all. Gianetto.

Vado: Di Giorgio, Turezzini, Grippo, Bianchino, Bertero, Micca, Boschis, Dagnino, Crosa, Camici, Chittolina (Gerbaudi, Dubourgel, Becco, Mazzucchelli, Bordero, Davi), all. Solari.

Albenga: Zanardini, Bruzzone, De Campo, Costanzo, Roveta, Cazzola, Ferrara, Fabbris, Tonelli, Pizzo, Vasconi (Casalino, Albini, Massone, Pioppo), all.Celiberti

Ventimigliese : Cassini, Zunino, Principato, Seva, Unmarino, Mesiano, Calabrese, Colucci, Scibilia, Savarino, Conti ( Bellantonio, Zavaglio, Camareri, La Penna), all. Grammatica.

Arenzano: Cogorno, Morgavi, Pesce, Serra, Tedone, Pedevilla, Mussini, Valeri, Carmarino, Rolleri, Poggiali (Minguzzi, Podestà, Pigliacelli, Papalia), all. Maglioni.

Loanesi: Settimio, Bagnasco, Damonte, Sinagra, De Rizzo, Benedetto, Magliano, Costa, Lovetere, Monti, Ghigliazza (Casella, Poccio), all. Neuhoff.

Argentina: Ramella, Ganzerli, Manera, Natta, Caprile, Roberi, Azziero, Fellegara, De Carlini, Giordano, Fortunio (Modesti, Steva, Mela, Cerri II); all. Milly Giordano, ancora in campo, già grande ala sinistra con Sampdoria, Siena, Savona, Imperia, Sanremese.

Little Club Genoa; Bonetti, Avellino, Bortolone, Blondet I, Piana, Emoli, Cai, Blondet II, Zingariello, Dalmonte, Sacchini (Resmini, Pateriniti, Cossu, Dassori), all. Bussolino e Podestà. Da notare nella fila dei rossoblu genovesi la presenza di Flavio Emoli, in quel momento titolare di un negozio di scarpe in vi XX Settembre, già vincitore di scudetti nella Juve di Boniperti, Charles e Sivori, poi con Napoli e Genoa. Con lui l’eterno Zingariello grande match-winner dei campi liguri per oltre un ventennio.

Sant’Agostino Sant’Olcese (non bastarono due santi messi assieme per salvare gli azzurri dell’entroterra genovese dalla retrocessione): Piaggio, Righetto, Martini, Gatti, Ottonello, Tabellini, Retaro, Campi, Battistini, Boero, Nizzola (Fiorito, Capurro, Brancaleoni), all. Marchi.

Rapallo: Zanforlini, Stratimirovich, Casaretto, Monti, Schiavino, Castiglione, Parodi, Coppa, Anania, Morello (Lonatto, Bertozzi, Merello), all. Lamanna.

PRIMA CATEGORIA

Nel Girone A della Prima Categoria militavano undici compagini della nostra provincia. Il campionato fu vinto dalla Taggese (43 punti), davanti alla Veloce (35) allenata da Tullio Pierucci con i fratelli Morando, l’indomabile Sarti, l’ex biancoblu Torresan e con Enrico Pierucci alla guida dell’attacco. Questi gli organici.

Taggese (primo posto): Vigilante, Cottino, Lavazza, Bertoni, Garibbo, Bolognesi, Boido, Siffredi, Cicognini, Pignotti (Graglia, Quaglia, Arnaldi). All. Curti.

Veloce (secondo posto): Baldelli, Crispino, Marenco, Lingua, Morando I, Giaccone, Sarti, Milanese, Pierucci II, Torresan, Colombo (Valente, De Valle, Morando II, Chiesa, Gallo). All. Pierucci.

Pietra Ligure (terzo): Porta, Rezzaio, Puppo, Iacoponi, Centino, Barberis, Desogus, Coccati, Mandraccio, Fadda, Bosio (Bottaro, Roggi, Matis, Micheli). All. Luciano Salamini.

Carlin’s Boys (quarto): Angelotti, Semeria II, Filetti, Barale, Giroldi, Laura, Montefeltrone, Attus, Morganella, Pattone (Pistone, Semeria I, Armela). All. Borfiga.

Finale (quinto): Alberelli, Pregliasco, Colombo, Daga, Botto, Cusimano F., Dominici, Cusimano L., Franco, Poddighe, De Sciora (Calcagno, De Franco, Borgo, Cavanna, Colombo, Balbo). All.Luciano.

Cairese (sesto): Zanini, Campora, Caviglia, Bertone, Ferraro, Bianco, Pastorino, Bordino, D’Anna, Tardito, Bottinelli (Isola, Berretta, Ventriglia, Pesce, Scarsi, Lambertini). All. Pizzorno.

Ceriale (settimo): Casella, Lombardini, Benvenuti, Lunetta, Enrico, Capriati, Sesini, Bogliolo, Fazio, Molli, Francia (Demin, Peregan, Cammarata, Botto). All. De Sciora.

Alassio (ottavo): Graglia, Brilla, Tabò, Balbi, Giustinetti, Testa, Fazio, Formento, Costa, Ravera, Martino (Tamarindo, Villani, Bianchi I, Bianchi II, Gentile). All. Brancaleoni.

Carcarese (nono posto): Bertonasco, Cruciani, Giribone, Odella, Garra, Marenco, Oddera, Tagliaferri, Casazza, Goslino, Perotti (Ronchi, Resio, Meggiolaro, Laoretti, Pizzorno, Zanco). All. Giorgi.

Borghetto (decimo): Gibertini, Airaldi, Smrelli, Grego, Scazzola, Piccolo, Parodi, Badano, Baucia, Minucci, Dagnino (Durando, Zolezzi, Romano, Airaldi, Chirivì). All. Camilloni.

Auxilium Alassio (undicesimo): Ferrandi, Maghella II, Giacchello I, Merello, Giacchello II, Avogadro, Leone, Danio, Mosca, Russo, Vitale (Cacciamani, Fui). All. Giachello.

Albisola (dodicesimo): Piotto, Spangher, Zunino, Ratto, Vallerga, Cianciulli, Illarcio, Genta, Bolognesi, Villani, Procopio (Rossi, Di Cola, Silivestro, Berardo, Lunati, Ziliani). All. Bosio.

Intemelia (tredicesima): Carnevali, Allegri, Russi, Bevilacqua, Di Antonio, Savarino, Monza, Bellavita, Raffa, Lupi, Porcù (Pastorino, Tacconi, Modena). Allenatore Secco.

Dianese (quattordicesima): Masieri, Coppola, Mascheroni, Bellini, Vecchio, Di Stefano, Cioni, D’Errico, Panuccio, Lardo, Garibbo (Palermo, Arena). All. Nicosia.

Garessio (quindicesimo): Resio, Balbo, Carrara, Penone, Negro, Pio,.Colombo, Galvagno, Scarlato, Cevrero, Di Stefano (Zanone, Ferrari, Aschero, Bormida). Allrnastore. Labbate

Finalpia (sedicesimo): Spensatello, Mandraccio, Pittalis, Sabadini, Finocchio, Cagnetti, Tortarolo, Mamberto, Robutti, Neirotti, Fiorani (Parodi, Stocco, Cancelleri). All.Balestrieri.

SECONDA CATEGORIA

La Seconda Categoria presentava al via 14 squadre in un girone unico con 13 savonesi e una imperiese (Sanremo ’70). Si trattò della grande stagione del Ferraro di Savona, che, guidato dall’indimenticabile Emilio Pacini, Ghizzardi tra i pali, il mastino Siter, Francese goleador, vinse il campionato con 5 punti di vantaggio su tre squadre piazzate al secondo posto: Andora, Cengio e Spotornese. Questi gli organici. Da ricxordare in panchina l’ex juventino Muccinelli, Armella, Ninni Gaggero bandiera del Santa Cecilia, Dodi e Pansera.

Ferraro: Ghizzardi, Borghini, Siter, Bocca, Barbino, Gianotti, Vasconi I, Rodino, Francese, Avezza, Lori (Turco, Bottino, Termini, Zilli). All. Pacini.

Andora: Messico, Ordano, Curtolo, Valenza, Luzzo; Bernardini, Papone, Cova, Gagliolo, Capasso, Lupo. All. Dodi.

Cengio: Meliga, Zunino, Pini, Bagnasco, Scavino, Massaro, Gaiero, Dormetta, Monaci, Foglia, Spata (Ghisolfo, Reviglio, Ardenti). All. Foglia.

Spotornese: Francese, Triolo, Torcello, Pisà, Maspes, Incorvaia, Ciappellano II, Restuccia, Ferrelli, Chiappella, Maffei (Ghelli, Luca). All. Ermes Muccinelli. Sì proprio lui, la fantastica ala destra della Juventus di Boniperti, Viola, Bertuccelli, Manente, Mari, Piccinini, Parola, Karl e John Hansen, Praest.

Altarese: Carbone, Occhi, Alluigi, Giribaldi, Fornaciari, Berio, Pangolino, Pansera, Giribone, Briano, Bellomi . All. Pansera.

Laigueglia: D’Amore, Chirivì, Moroni, Bergoin, Siffredi, Bonelli, Etzi, Giraudo, De Lorenzo I, Ferro, De Lorenzo II, (Guardone, Ponzonetto). All. Alciatore.

S.Cecilia: Traversa, Scannavino, Bruzzone, Basso, Fiore, Mongaro, Lagasio, Zunino, Barisone, Cella, Tronchin (Carlevaro, Bellomi). All. Gaggero.

Nolese: Tissoni I, Roberto II, Ragusa, Castino, Saccone, Pisano, Zamboni, Rosu, Rusticoni, Ciappellano I, Tissoni II (Roberto I, Maio, Pastorino). All. Pisano.

Valleggia: Bertola, Vota, Piccaluga, Monti, Conterno, Filippi, Riolfo, Pirito, Fiore, Scarrone, Pittaluga (Nari, Tabellario, Vasconi II). All. Armella.

Calizzano: Barberis I, Marta, Oddone, Badano I, Merola, Rocca I, Barberis II, Cislaghi, Massaboa, Martin, Rocca II ( Badano II, Briozzo, Rasetto, Etalle). All. Rosasco.

Millesimo: Povigna, Giasino, Molinari, Calzaghe, Dogliotti, Ferretti, Ziglioli, Siri, Teneggi, Ivaldi, Gualdo (Montella). All. Damonte.

Borgio Verezzi: Porzio, Perrone, Magni, Bruzzone, Gianazzi, Gallina, Gerardi, Signoroldi, Aicardo, Vignaroli, Gattero (Spinacorona, Salvi, Rescigno, Bongiovanni). All. Aicardo.

Bragno: Marsiglio, Di Giosia, Ottonelli, Ferraro, Rossi, Giordano, Camoirano, Menghi, Zullo, Demaria, Ramognino (Spanti, Pensiero, Pesce). All. c.t..

Sanremo ‘70: Cocconcelli, Minti, Palagi, Lobello, Mellano, Bertucco, Balestro, Toniolo, Laura Del Gratta, Valdambrini. Allenatore Bertucco, già protagonista di rilievo in Serie A con Napoli e Verona.

TERZA CATEGORIA

E’ la partecipazione alla Terza Categoria a fornire, davvero, il dato di espansione che il calcio savonese stava vivendo trentacinque anni or sono. Si formarono infatti tre gironi (ponente savonese-Imperia; Savona e Ponente; Savona e Valbormida) con complessive 29 squadre della nostra provincia.

Nel Girone A prevalse la Cervese, distanziando Balestrinese e Pontelungo; nel Girone Bdrammatico spareggio tra Gagliardi Loanesi e Finalborghese (1-1 con successo dei gialloblu finalesi alla “monetina”); nel Girone C primato del Mallare davanti a Dego e Priamar. Questa la composizione dei gironi, secondo la graduatoria finale.

Girone A: Cervese, Balestrinese, Pontelungo, Elettrica Rossi Albenga, San Bernardino, San Giorgio, Partenope Albenga, San Filippo Neri, Pontedassio, Ingauna.

Girone B: Finalborghese, Gagliardi Loanesi, Savona Nord, Bardinetese, Pietra Sport, Letimbro Bar Belluno, Villetta, Chimor, Fornaci, Sampdoria Club Loano.

Girone C: Mallare, Dego, Priamar, Cinque Stelle, Cosseria, Pallare, Rocchettese, Carcare Fc, Nuraghe, Don Bosco Savona.

Ecco quanto è disponibile come formazioni.

GIRONE A

Cervese: Ferrari, Catalano, Talladira, Turdo, De Falco, Mancuso, Campagna, Pirero, Bruno, Falcinelli, Sarli (Ardissone, Desiglioli, Valenti). All. Garneri.

Partenope Albenga: Passino, Ungarelli, Sirio, Norato, Valdissera, Lucchini, Cacciapuoti, Sanguineto, Meringolo, Apostolico, Brusco. All. Pollio.

Elettrica Rossi Albenga: Sangiovanni, Garello, Bruzzone, Bonifazio, Arnaldi, Ferrari, Gala, Rodin, Benedetto, Corello, Vigo. All. Sangiovanni.

Ingauna: De Grandi, Lovetere, Croce, Bogliolo, Piazza, Enrico I, Guastamacchia, Rotolo, Lucido, Polliotto, Bacinelli (Guerra); all. Parascandolo.

San Filippo Neri: Ricordo, Sandre, Galata, Salvaggio, Enrico II, Rodriguez, Vio, Schivo, Ascheri, Sarzi, Calcagno; all. Prando.

San Giorgio Ceriale: De Palmas, Gervasoni, Vigo, Revello, Caviglia, Calò, Beghini, Scola, Sacchi, Piazza, Bertolini; all. Fessia.

Pontelungo: Giazzi, Sasso, Bruzzone, Rolando, Rossi, Navone, Scola, Negro, Salvaggio, Grimaldi, D’Aurizio; all. Picollo.

GIRONE B

Finalborghese: Zunino, Gottardi, Pianese, De Sciora, Ferrara, Bellora, Cervone, Vadone, Penello, Romano, Caffarena (Barusso, Pucci, Baietto, Sterla). All. Sorrentino.

Villetta:  Robiglio, Sogno, Modica, Assereto, Repetto, Faggioli, Zuccarini, Brandini, De Salvo, Perna, Siri. All. Ferro.

Bardinetese: Fresia,Mattiauda I, Fazzone, Menegazzo,Sangrali, Ghisolfo, De Felice, Salvatico, Ferro I, Ferro II, Gentile (Carretto, Berta ); all.Vassallo.

Pietra Sport: Lavruti, Lanati, Farinazzo, Belvedere, Pissarello, De Biase, Busatta, Campise, Mazzucchelli, Cascone, Malacarne (Travaglio, Caldana); all. De Biase.

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La formazione del Pietra Sport ritratta nella stagione della promozione in  Seconda categoria: da sin. in piedi, Bova, Malacarne, Fulvia, Farinazzo, Di Biase, Bottaro E., Ferraro A.,; accosciati, Romano, Passarella, Cagnetti, Vio, Giacomini U., Aicardi G..

Savona Nord: Garbarino, Rigardo, Cattardico, Prette, Not, Ronchetti, Agostino, Doni, Bosano, Grillone, Piana  (Manotti, Maretti, Bongiorno, Delfino);  all. Cattardico.

Letimbro: Giardina, Manzoni, De Luca, Nasuti,Parodi, Ferrari, Ceppi, Minuti, Vallarino, Pierfederici, Ravera  (Revelli, Briano); all. Pellosio.

Sampdoria Club Loano: De Francesco, Orlani, Fiorito, Catanese, Moglia, Del Chierico,I, Del Chierico II, Picasso, prochiccio, Testa, Tituggia (Gottardi, Gibellini, Tonon); all. Lazzari.

Gagliardi Loanesi: Pascarella, Revetria, Murrighile, Borracino, Carzolio, Lazzari, La Cognata, Piccinini, Coppola, Clerici, Vecchio  (Ivaldi, Andorno, Evoli); all. Damonte.

Chimor: D’Anna, Antonioli, Sulas, Di Maggio, Macciò, Benelli, Siri P, Bossio, Astengo, Bellissimo, Bonifacio (Zunino, Minuto, Castelli, Mondino); all. Astengo.

Fornaci: Rama, Briata, Ascione, Delfino, Robatto, Boschi, Allarchi, Amedeo, Lacota, Bensi, De Benedetti (Aiello,Caria, Volpez); all. Ostuni.

GIRONE C

Mallare: Panelli, Daffara, Oliveri, Parodi, Rolando, Rebella, Moreno I, Maggi, Frediani, Moreno II, Opisso (Marenco, Sanna). All. Bertone.

Pallare: Boero, Zanco I, Bolla, Zanco II, Delfino, Caprini, Core, Zunino, Castiglia, Briano, Parodi (Doglio); all. Peluffo.

Priamar: Bragantini, Nervi, Di Tullio, Ricci, Santini, Nofroni, Testa, Sasso, Aisoni, Caraccio, Lucia (Lucisano, Caponi, Vernazza); all. Reggiori.

Don Bosco Savona: Ghiglione, Borghini, Barile, Tarantino, Serra, Besio, Montorsi, Pinelli, Gasco, Bigliani, D’Antonio; all. Gian Besio.

 

Le “nostre” nazionali dilettanti, negli anni d’oro della rappresentativa ligure

di LUCIANO ANGELINI e FRANCO ASTENGO

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La squadra rappresentata nella foto ha costituito probabilmente l’edizione della Liguria più forte ed equilibrata negli anni della partecipazione al “Trofeo Zanetti” fra tutte le Regioni d’Italia.

Di seguito si troveranno tutte le classificazioni riguardanti il periodo tra i primi anni’60  e i ’70 relative ai valori individuali espressi nei nostri campionati. Proponiamo anche un “11” ideale che raccolga l’insieme delle tre classi d’età di seguito considerate.

Questo il nostro “Superundici”: Merciai, Sala, Bodrato, Pierucci, Bartoli, Blondet, Seghezza, Lardo, Marcolini, Mainetto, Polignano.

La Liguria, per oltre un decennio, tra la fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni ’70, ha sempre frequentato i quartieri alti del calcio dilettanti. Una posizione conquistata con i risultati delle varie Rappresentative a livello interregionale, nazionale e internazionale. Si può ben parlare di vere e proprie “nazionali” di categoria, costruite attraverso accurate selezioni dei giocatori che erano il fior fiore dei campionati. A ripercorrere ancora oggi quelle magiche stagioni e a rivisitare le varie formazioni ci si chiede, per chi ha vissuto e conosciuto da vicino quei capitoli della storia del nostro calcio, se possa esserci e quale sia la Rappresentativa ideale. Ci hanno provato Luciano Angelini (già condirettore de Il Secolo XIX, negli anni ’60 un militanza con Savona, Alassio, Quiliano, Cuneo, Cairese e Nolese, portiere della Rappresentativa ligure e in azzurro con l’Italia B), Franco Astengo (politologo, storico del calcio a 360 gradi, scrittore ma in anni lontani giocatore, allenatore e c.t. a diversi livelli), ciascuno con le proprie esperienze professionali, conoscenze e valutazioni tecniche, tattiche e agonistiche, insieme con Carlo Foglia, uno che ha frequentato a lungo con successo i palcoscenici del calcio ligure (dal Varazze alla Sanremese compagno di squadra di un certo Giampiero Ventura con i matuziani). Una mera esercitazione in cui le scelte personali possono non coincidere, come è giusto che sia, anche se la classe e il rendimento di alcuni giocatori non possono che trovare tutti d’accordo.

Ne parleremo più avanti. Ma una premessa è d’obbligo: raccontare il clima di quegli anni, la tensione, le attese, le speranze di decine di giovani calciatori in cerca di una iniziale consacrazione. “Sei convocato per la Rappresentativa”. Quando l’allenatore e talvolta il presidente (team manager e general manager erano di là da venire, spesso inutili se non dannosi) ti prendeva da parte e ti dava la (bella) notizia era difficile nascondere la soddisfazione. Era il raggiungimento di un piccolo, grande traguardo per chi dalle squadre giovanili era approdato al calcio maggiore, ancorché sempre di dilettanti si trattasse. Vado, Cairese, Alassio, Albenga, Veloce, Varazze, Loanesi, Pontedecimo, Sestrese, Dianese, Gruppo C,  Sammargheritese, Lavagnese e ArsenalSpezia erano le società che fornivano i maggior numero di selezionati.

La Rappresentativa, che per una fortunata coincidenza (la rinuncia della Grecia al Torneo internazionale organizzato in Liguria) ebbe l’onore e l’orgoglio di trasformarsi in Italia B, era davvero un capitolo importante della storia di un calciatore. I selezionatori che si sono succeduti dai primissimi anni ’60 (Tojo Sardelli, già bandiera del Genoa, e poi l’inossidabile Pippi Postiglioni) hanno potuto contare su giocatori controllati domenica dopo domenica da osservatori di grande esperienza, come il savonese Angin Aime, uomo di calcio di grandissima esperienza.

La Rappresentativa nasceva a poco a poco, partita dopo partita. Era il campionato a dare le prime indicazioni. La concorrenza era forte in ogni ruolo dal portiere al’ala sinistra. Il lunedì mattina si “divoravano” i giornali (Corriere del Pomeriggio e Gazzetta del Lunedì) per controllare come era stata giudicata la propria prestazione e per controllare i giudizi sui diretti rivali nella corsa ad una convocazione con la Rappresentativa. E i selezionati dovevano dare il meglio negli allenamenti (partitelle e amichevoli con squadre di categoria superiore) per ottenere la conferma. La prima scrematura portava ad una rosa di 16-18 giocatori. Allenamenti quasi sempre al Pio di Genova Pegli, campo base della selezione, ma anche amichevoli in giro per la Liguria. Ricordo amichevoli con la Sammargheritese guidata all’epoca da Riccardo Carapellese, indimenticata ala sinistra della Nazionale, e con l’Albenga.

Quasi sempre si arrivava ad un’impalcatura fornita da tre-quattro squadre. L’allenatore Sardelli, già mnitico terizo del Genoa, per affrontare la fase finale della prima edizione del Trofeo Zanetti (Roma aprile-maggio 1961) puntò su tre blocchi: Alassio (con il collaudato trio difensivo Angelini, Sala, Bodrato), Albenga (il mediano Ramella, i centrocampisti Celiberti e Paltrinieri, l’ala mancina Ciotti) e Vado (i difensori Peluffo e Motto, il mediano Martinucci). L’organico fu completato con i carcaresi Savio e Pasio (uscito dalle giovanili del Savona, poi protagonista con la Cairese di Natale Zamboni), l’attaccante Pittaluga del Cengio (in futuro uomo-gol del Vado), il centravanti Taccioli della Dianese, il portiere Costa e lo stopper Merello della Lavagnese.

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La Liguria fu protagonista sfortunata di quella prima edizione dello “Zanetti”, ma esperienza indimenticabile. Fantozziano viaggio in treno, seconda classe, Genova-Roma, con Lello Paltrinieri scatenato nel raccontare aneddoti sulla sua vita da postino e provocare scherzi anticipatori del film “Amici miei” coinvolgendo i compagni di squadra e gli altri passeggeri. Da sogno il ritiro all’Acqua Acetosa, all’epoca utilizzata dalle varie nazionali: camerette a due-tre letti, sale riunioni, mensa-ristorante, tutto intorno campi in erba lisci come biliardi. Ma veniamo al torneo. Semifinale a Tivoli, avversari i padroni di casa del Lazio, che godevano dei favori del pronostico. Sardelli impostò da par suo la partita e si andò alla finale, in programma al Flaminio. Match molto tattico, poche occasioni, si andò ai rigori, che premiarono gli emiliani. Se non una beffa, quasi. Questi gli undici della finale: Costa, Sala, Bodrato; Martinucci, Merello, Rumazza;, Pittaluga, Savio, Taccioli, Celiberti, Ciotti.

Le cose andarono meglio alla Liguria nella stagione 1963-64, anche sul fronte della fortuna, quando dovette affrontare la Sardegna sul campo di Sorso. I padroni di casa, superati 1-0 nel match di andata, si giocavano tutto sul terreno amico, il “Madau”, sospinti da oltre tremila spettatori. Il bunker ligure, imperniato sulla inossidabile coppia Pierucci-Ottobrini, resse fino al 41’ della ripresa quando il centravanti Capasso infilò l’incrocio dei pali. A decidere fu la monetina. Che premiò la Liguria in cui emergeva la classe di giocatori come Mainetto e Gianetto, la forza agonistica e il temperamento dei difensori Pierucci e Ottobrini, la squisita tecnica e visione di gioco di Magnanego (stella del Gruppo C) e l’imprevedibilità degli attaccanti Bagnara e Zingariello. Ma tutto l’impianto brillava per compattezza e organizzazione del gioco. Era davvero una Rappresentativa bella e vincente.Questa la formazione schierata da Pippi Postiglioni (per inciso il medico della Rappresentrativa era il dottor Ferrando poi a lungo con la Nazionale maggiore): Angelini, Marchiano, Bussolino, Pierucci, Ottobrini, Gianetto; Zingariello, Magnanego, Bagnara, Mainetto (Pacciani), Gambino. L’organico era completato dal portiere Profumo, Verdino e Ungaro. Il cammino della Liguria si interruppe a Carpi, contro l’Emilia. I padroni di casa vinsero grazie ad un rigore molto dubbio.

La Rappresentativa ligure fu come detto nobilitata con la decisione di trasformarla tout court in Italia B nel Torneo internazionale con le più forti nazioni dilettanti d’Europa. Il citì Pippi Postiglioni (allenatore l’indimenticato ex vadese Caviglia), un’autentica istituzione, convocò i portieri Carabba, Angelini e Ferraguti; i difensori Ramella, Giusto, Rocca, Altobelli e Pierucci, i centrocampisti Papes, Suraci, Cazzola, Micca e Celiberti; le punte Seghezza, Monaci, Zago, Ciotti, Ungaro e Pali. L’Italia B, che esordì Marassi, tenne testa all’Inghilterra per oltre 60 minuti per poi cedere 4-2. Otttima anche la prova contro la Germania al “Rizzo” di Cairo Montenotte: la nazionale tedesca prevalse 3-2. Ma fu unanime il riconoscimento per la qualità del vivaio ligure.

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La scelta di una “Nazionale” non è facile. Ma provarci, a distanza di tanti anni, è un simpatico e un nostalgico ritorno al passato, oltre che un riconoscimento per la qualità di una intera generazione di calciatori . Veniamo, dunque, alle convocazioni, ciascuno con le proprie esperienze e valutazioni, oltre che con le inevitabile esigenze anagrafiche.

“Rosa”, classi  dal 1936 al 1942

Portieri: Carabba, Costa e Profumo.

Difensori: Sala, Bodrato, Ramella, Bussolino, Altobelli, Pierucci, Ottobrini, Sole, Marchiano, Rocca.

Centrocampisti: Papes, Rumazza, Gianetto, Mainetto, Celiberti, Magnanego, Celiberti, Veglio, Cazzola, Pacciani.

Attaccanti: Taccioli, Bagnara, Zingariello, Monaci, Seghezza, Zago, Ungaro, Ciotti.

I “magnifici undici”: Carabba, Sala, Bodrato; Pierucci, Ottobrini, Gianetto; Seghezza, Magnanego, Monaci, Mainetto, Ciotti.

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“Rosa” classi dal 1943 al 1948

La selezione riguarda giocatori di Promozione delle stagioni 1966-69.

Portieri: Merciai, Sommariva..

Difensori: Sirito, Brundo, Zuffo, Costa, Bertero, Sassu, Bartoli, Carattino, Paterniti.

Centrocampisti: Magnanego, Bertone, Gardella, Pastine,Tagliaferri, Bordegari, Massucco, Capriati Sardo,.

Attaccanti: Mandraccio, Vasconi, Calligaris, Mezzano, Francois, Polignano, Lagustena, Ratti, Tobia.

I “magnifici undici”:  Merciai, Brundo, Sassu, Bordegari, Bartoli, Bertero, Vasconi, Magnanego, Tobia, Tagliaferri, Polignano

“Rosa” classi dal 1949 al 1952

Portieri: Giacomo Rosso, Bonetti.

Difensori: Paolo Blondet, Serra, Eillmann, Macelloni, Torri, Foglia, Zanette.

Centrocampisti: Maffieri, Lardo, Landolfa, Perez, Semenza, Camogli.

Attaccanti: Fortugno, Merlano, Marcolini, Favara, Crosa, Procopio. Masia

I “magnifici undici”: Rosso, Serra, Macelloni, Perez,Torri, Blondet, Favara, Lardo, Crosa, Masia, Marcolini.

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