Nolese: tre stagioni nella seria A dei dilettanti liguri

di FRANCO ASTENGO

Tra le protagoniste del calcio dilettanti ligure, anche se solo per tre stagioni, va ricordato e celebrato il “magic moment” della Nolese Resegotti Ganduglia, gloriosa società rappresentante della capitale della Quinta Repubblica Marinara, tradizionalmente alleata di Genova contro Savona e indipendente, nell’ambito della Repubblica di Genova, fino alla prima campagna d’Italia del generale Bonaparte.

A metà degli anni ’60, infatti, la società dai colori biancorossi ha militato in quella che tante volte abbiamo definito la Serie A dei dilettanti liguri: il campionato di Promozione, suddiviso in due gironi di Ponente e di Levante con le grandi squadra genovesi a fare da cuscinetto collocate un po’ da una parte (soprattutto Sestrese, Pontedecimo, Gruppo C, Elah Pegli) e un po’ dall’altra ( Molassana, Bolzanetese) fino alla riunificazione nel torneo d’Eccellenza avvenuta con la stagione 1968-69.

Torniamo però alla Nolese, fondata nel 1946 da un gruppo di appassionati di varie discipline guidati da Teodoro Moggio. In realtà a Noli il calcio si praticava fin dagli anni ’30 sulla spinta di un milanese, Nino Resegotti, uno dei pionieri del calcio italiano che negli anni ’10 era stato perfino componente della commissione tecnica per le squadre nazionali mentre allenava la gloriosa U.S. Milanese poi costretta dal fascismo a fondersi con l’Inter. Nell’U.S. Milanese giocava il primo portiere della Nazionale, quel De Simoni che aveva difeso la porta degli ancora “bianchi” sia nell’esordio all’Arena, maggio 1910, sconfitta la Francia 6-.2, sia nella successiva disastrosa trasferta di Budapest, 1- 6, con l’esordio del sedicenne Renzo De Vecchi il futuro “figlio di Dio” sceso in campo con le scarpe da passeggio.

La maggiore difficoltà per il calcio a Noli fu dovuta, in quel tempo, dall’assenza di spazio per costruire un campo regolare: tanto è vero che le squadre via, via formatesi erano costrette ad emigrare a Spotorno o a Vado. Così per un certo periodo lo sport-principe sotto le Torri dell’antica Repubblica fu il basket, al punto che la Polisportiva raggiunse perfino il vertice della Serie C.

Il calcio tornò di moda tra la fine degli anni ’50 e l’inizio del decennio successivo: prima di nuovo per l’impulso di Nino Resegotti,  fondatore dei “Resegotti Boys”, poi di Franco Ascanio, un operaio-gelatiere di origine meridionale simpaticissimo personaggio appassionato e fior di competente, un precursore del tiki – taka. Come racconta Bruno Marengo, all’epoca stopper, Ascanio raccomandava ai centro campisti : “Bisogna tenerlo sto balone”.

Con Ascanio i ragazzi nolesi (rinforzati come abbiamo visto da qualche spotornese) parteciparono con onore ai campionati ragazzi del CSI provinciale (giocando in casa sul nuovo terreno di Legino) indossando una magnifica casacca bianca con banda rossa diagonale stile River Plate e suscitando, per quel motivo, un po’ d’invidia tra i giocatori delle altre squadre partecipanti a quei campionati costretti per la gran parte ad indossare divise recuperate qui è là tra gli scarti delle società maggiori.

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Una formazione della Nolese: in piedi da sinistra, Maggiorano (dirigente), Tissoni, Marengo, Viglienzoni, Saccone, Rosa, Bonora (presidente); accosciati da sinistra: Sancio, Rebagliati, Talice, Pace, Rosciano, Covacci

La stagione 1961-62 rappresentò quella del grande salto: la partecipazione al campionato di Seconda Categoria. Intanto era avvenuta la fusione con la rifondazione della Polisportiva cui erano state aggiunte le denominazioni di Resegotti-Ganduglia.

Nella stessa stagione anche la Polisportiva Spotornese partecipò alla seconda categoria e si sviluppò così tra le due tifoserie un’acerrima rivalità: acuita dal fatto che la Spotornese poteva già dsporre di un campo da gioco proprio: il “Siccardi” che tutti conosciamo (anche se in quel momento non c’era ancora la gradinata e mancavano anche le reti di protezione).

La rivalità tra Noli e Spotorno in campo calcistico raggiunse il diapason proprio in quella stagione allorquando, nell’occasione del derby, i dirigenti spotornesi pretesero di far pagare il biglietto d’ingresso: dalla collina sovrastante i nolesi irruppero in massa in campo vanificando l’intento di Bagnarino e Cerruti. Se la memoria non ci inganna quella partita finì con un salomonico 3-3.

E’ il momento, però, di descrivere il personaggio-chiave della Nolese di quegli anni: il presidente “Rissetto” Bruzzone, vulcanico imprenditore in campo turistico (camping a Ceriale, Hotel Villa Letizia a Noli, in fondo al paese, quasi di fronte al modernissimo Hotel Capo Noli).

“Rissetto” (dai riccioli biondi della sua gioventù: noi l’abbiamo conosciuto quando presentava già un’incipiente calvizie) era il classico presidente padre-padrone (l’esatto contrario della managerialità espressa dal suo contraltare spotornese: l’altrettanto indimenticabile Luigi Bagnarino).

Bruzzone lo si potrebbe definire, adesso, come un incrocio tra Zamparini e Moratti: grandi acquisti con contratti suffragati da una stretta di mano con i giocatori ricevuti nel bar principale nella piazza della Loggia, allenatori cacciati a ripetizione, allenamenti fermati per fare in modo che lui, senza vergogna, potesse mostrare a Felice Levratto come voleva si tirassero i calci d’angolo; di routine le grandi scenate con gli arbitri.

L’elemento moderatore di quella Nolese barricadiera come il suo presidente era rappresentato dal segretario (sempiterno) Franco Salice, funzionario del Comune di Savona, persona notevole per sagacia, competenza e moderazione in quel periodo occupato a ricucire gli strappi del suo “Numero 1”, recuperando giocatori allontanati a male parole, facendo in modo che l’allenatore non si offendesse troppo e tessendo anche la tela dei rapporti con le altre società. Un galantuomo.

Nella stagione ’63-64 la Spotornese salì trionfalmente in Promozione, con un grande campionato dominato da cima a fondo. Ed era inimmaginabile se non impossibile che “Rissetto” stesse alla finestra, subendo la superiorità degli eterni rivali. Infatti, per la stagione successiva allestì una Nolese da brividi, senza badare  a spese acquistando la mezzala Somà e Greco dal Garessio, la punta Messa e il terzino Aramini dalla Loanese, il centravanti Capraro e Procopio II dalla Villetta e facendo ritornare all’ovile il cannoniere  Ettore Shad Rusticoni (simpatico giramondo, vero viveur anni ’60, circolante in Mercedes targata Andorra, figlio di un albergatore) che nella promozione della Spotornese aveva ricoperto un ruolo decisivo segnando valanghe di goal. Ettore si ripetè 12 mesi dopo nella Nolese e la Spotornese fu così raggiunta nell’Olimpo del calcio ligure.

Intanto anche Noli poteva disporre del proprio campo di gioco, sorto sulla collina di Voze, grazie alla munificenza del costruttore Truccato.

I tempi erano quelli di una grande partecipazione popolare: tutto il paese a piedi risaliva l’entroterra, e il pubblico si assiepava fino a far contare più di 2.000 spettatori. Capitò così nel primo derby giocato in quello che i nolesi volevano denominare come “Maracanà” (su Riviera Notte invece adottammo la dizione di “Città del Messico” per via dell’altitudine del sito) finito 2-2 (grandi parate del “gatto magico” Giuan Traversa che difendeva la rete biancoceleste) e soprattutto in quel che può essere ancora ricordato come il D-Day del calcio nolese: gennaio ’66, la Sestrese dominatrice del campionato, con Rusca, Rollando, Budicin, Ungaro, Bodi, Zingariello, Sommariva sconfitta 1-0, goal di Caracciolo.

I tempi poi cambiarono irrimediabilmente e quei ricordi appaiono lontani, quasi mitici, ma possiamo assicurarlo assolutamente reali.

Passiamo però alla parte statistica, partendo dal vittorioso campionato di seconda categoria 1964-65.

Classifica finale Seconda categoria: Nolese 43; Don Bosco Varazze 34; Carlin’s Boys 32; Dianese 30, Cadibona 27, Villetta 26, Priamar 24; Garessio 22, Don Bosco Savona 22; Millesimo 19; Carcarese 14; Soccorso Pietra Ligure 13; Libertà e Lavoro Speranza 12, Altarese 12.

Formazione-tipo della Nolese: Giacosa, Boi, Aramini, Coco, Brignole, Pisano, Ragusa, Messa, Rusticoni, Procopio II, Capraro.

CAMPIONATO DI PROMOZIONE GIRONE A 1965-66

Classifica Finale

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Esordio lusinghiero per la matricola. La squadra allenata da Felice Levratto è imperniata sul prodotto locale Titti Brignole, che poi compierà una brillante carriera con Cuneo, Imperia, Savona arrivando alla Serie C, con lui il portiere Raimondi (un militar-soldato di stanza a Legino, già nelle giovanili della Pro Patria e rivelatosi al torneo dei Bar della Valletta nelle fila del  Bar Corallo di Gianni Pessano e Luciano Casarino), l’oriundo naturalizzato nolese (per matrimonio) Beppe Pisano poi comandante dei vigili urbani della cittadina), il cengese Caracciolo e l’altro cannoniere Enrico Pierucci arrivato dalla Villetta.

Formazione: Raimondi, Zamboni, Aramini, Brignole, Ronchetti, Pisano, Messa, Pierucci II, Rusticoni, Procopio II, Caracciolo (Ghelli, Giacobbe, Bongiovanni, Saporito, Tissone, Greco).

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CAMPIONATO DI PROMOZIONE GIRONE A 1966-67

Classifica Finale

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Le novità sono rappresentate dal portiere Angelini dal Cuneo, il talentuoso Enrico Corso dall’Albisola e il rientro dei militari Somà e Capraro. Se ne va Rusticoni alla Villetta e la squadra ne risente in fase realizzativa. La salvezza è raggiunta grazie alla solidità difensiva, ma serve un durissimo girone finale che vede impegnate con i biancorossi anche la Villetta, l’Argentina e la Ventimigliese. Saranno i granata di confine a dover lasciare la categoria (fuochi d’artiificio in Nolese-Ventimigliese giocato in campo neutro ad Albenga: un 3.3 finale dalle mille emozioni).

Formazione: Angelini, Zamboni, Aramini, Rizzolo, Brignole, Pisano, Messa, Somà, Pierucci II, Corso, Capraro ( Restuccia, Saporito, Ragusa, Messa)

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Da sin. in piedi: Somà, Messa, Aramini, Brignole, Bruno Procopio, Angelini; accosciati: il massaggiatore Alfiere Ghione, Caracciolo, Capraro, Rizzolo, Zamboni, Pisano

CAMPIONATO DI PROMOZIONE 1967-68   girone A

Classifica finale

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Si tratta dell’ultimo campionato disputato su due gironi. Nasce l’Eccellenza e la Nolese non si qualifica e non arriverà mai più al livello raggiunto in queste tre stagioni, immediatamente a ridosso della Serie D.

La squadra parte male, con  7 sconfitte consecutive, poi si riprende e chiude con un dignitoso undicesimo posto. E’ l’ultimo campionato in panchina per Felice Levratto, il mitico sfondatore  di reti 30 volte nazionale, vincitore della Coppa Italia con il Vado. Il 18 settembre del 1968 il grande “sciu Felixe” muore in tragiche circostanze. Per noi, ancora una volta, l’espressione di un ricordo davvero commosso.

Formazione: Bonetti, Monti, Aramini, Saporito, Bocchia, Pisano, Santiglia, Procopio III, Pierucci II, Somà, Capraro (Tissoni, Alemanni, Velizzone, Messa, Saporito, Rosu, Taretto).

4La Nolese nel nuovo campionato di Prima Categoria: da sinistra in piedi il presidente Bruzzone, Sinagra, lagustena, Bordegari, Bruzzone, Somà, Giardina, l’allenatore Nizzola accosciati: Monti, Santiglia, Saporito, Pisano, il massaggiatore Restuccia, Aramini

 

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