Non solo Walter Zenga, Pierino Prati e Beppe Furino hanno nella loro storia calcistica, densa di successi, un importante, forse decisivo capitolo biancoblu. Zenga, cresciuto alla scuola del grande Italo Ghizzardi, ricordiamolo almeno noi (vero Walter?), non è il solo portiere ad essere passato dal Savona FBC alla Serie A. L’occasione per ricordarlo la offre Vladimiro Falcone. Dopo l’esperienza alla Sampdoria, Wladimiro Falcone, classe 1995, romano, attore in fasce in un film di Carlo Verdone, è partito titolare in Serie A con la maglia del Lecce.
E’ il caso di ricordare come nel corso della stagione 2015-2016 Falcone avesse difeso i pali della porta del Savona nel corso di una stagione sfortunata, quella del “caso Teramo”, e della retrocessione in Serie D dopo diverse stagioni di navigazione in Lega Pro.
In quell’annata Falcone aveva accumulato 29 presenze nella compagine allenata prima di Riolfo e poi da Braghin incassando 36 reti successivamente un lungo giro tra Bassano, Livorno, Cosenza e altre piazze fino ad arrivare al ritorno alla Samp e disputare nella scorsa stagione 10 partite in sostituzione di Emil Audero.
Nel campionato in corso il passaggio a Lecce, dove l’arrivo di portieri che avevano avuto esperienze nel Savona si è ripetuto a distanza di tanti anni. In precedenza, infatti, tra i pali giallorossi tra la stagione 1983-84 e quella 1986 – 87 in ben 84 occasioni si era schierato Giordano Negretti, bresciano, classe 1992, arrivato proprio dal Savona dove nel corso del campionato 1982-83 aveva giocato 14 partite nel campionato di Serie C2. La carriera di Negretti sarebbe poi proseguita dalla stagione 1987-88 con Ospitaletto, Licata, Avellino (63 presenze), Cremapergo, Voghera, Castel di Sangro per poi avviare una lunga carriera da preparatore dei portieri e seguire anche la carriera della figlia Federica ottima pallavolista.
Esordio di Negretti nel Savona FBC
21 Novembre 1982 – 10a giornata Serie C2 girone A Civitavecchia – Savona 1-0 Rete: autorete Zorzetto Civitavecchia: De Felici, Vincenzo, Biferrari, Polverino, Fazzino, Petronilli, Colla, Salvori, Cacciari, Tintisona, Olivetti (Scisiola, Gorla) all. Melchiorri Savona: Negretti, Tumellero, Dainese, Zorzetto, Scannerini, Manieri, Enzo (anche lui destinato a Lecce) Vianello, Petrini, Marini, Melillo (Turini) all. Caboni Arbitro: Buscemi di Taurianova
Esordio di Negretti in Serie A con il Lecce 8 settembre 1985 Prima Giornata Verona (campione d’Italia) – Lecce (neo promossa) 2-2 Reti: Elkjar, Nobile, Di Gennaro, Paciocco Verona: Giuliani, Ferroni, Volpati, Tricella, Fontolan, Sacchetti, Galderisi, Verza, Bruni, Di Gennaro, Elkjar (Vignola) all. Bagnoli Lecce: Negretti, Di Chiara, Miggiano, Enzo, Raise, Miceli, Causio, Barbas, Pasculli, Di Chiara, Palese (Nobile, Paciocco) all. Fascetti che nell’occasione da ex-savonese fece esordire in Serie A Negretti e Enzo provenienti proprio dal Savona. Arbitro: Lo Bello di Siracusa Raccontando però della carriera di Negretti non si può tralasciare il finale di quel campionato: la Roma di Eriksson in piena rimonta sulla Juventus per la conquista dello scudetto e il Lecce già retrocesso si incontrarono all’Olimpico per la penultima giornata di campionato il 29 aprile 1986 (la Nazionale stava per partire per i mondiali del Messico, dove non sarebbe riuscita a difendere il titolo conquistato in Spagna nel 1982). La Juventus aveva dilapidato un vantaggio che a lungo aveva raggiunto i 5 punti e alla vigilia della 29a giornata (La Serie A era disputata da 16 squadre) giallorossi e bianconeri erano alla pari con 41 punti (le vittorie all’epoca valevano ancora 2 punti). Al termine delle partite più incredibili della storia del calcio italiano il Lecce si impose all’Olimpico per 3-2 mentre la Juve piegava il Milan per 1-0 con un goal di Laudrup. ROMA – LECCE 2-3
Reti: Graziani, Di Chiara II, Barbas (2, 1 rigore), Pruzzo
Roma: Tancredi, Oddi, Gerolin, Boniek, Nela, Righetti, Graziani, Giannini, Pruzzo, Ancelotti, Di Carlo (Bruno Conti, Tovalieri) all.Sormani d.t. Eriksson
Lecce: Ciucci (dal ’29 Negretti autore di una serie di parate), Vanoli, Colombo, Enzo, Di Chiara I, Miceli, Raise, Barbas, Pasculli, Nobile, Di Chiara II(Paciocco) all. Fascetti
Arbitro: Lo Bello di Siracusa
Accadde infine che la Juve si cucisse lo scudetto proprio a Lecce nell’ultima giornata, mentre la Roma perdeva nuovamente a Como per 1-0.
27 aprile 1986
Lecce – Juventus 2-3
Reti: Mauro, Miceli, Cabrini, Serena, Di Chiara II
Lecce: Negretti, Vanoli, Danova, Enzo, Di Chiara I, Miceli, Raise, Barbas, Pasculli, Nobile, Di Chiara II (Causio) all. Fascetti
Una formazione della Tharros Oristano nel periodo in cui la squadra fu allenata dal nostro “capitano per sempre” Valentino Persenda: da sinistra, in piedi, il dirigente Chiesa, Villatora, Franceschini, Melis, Bistrussu, Nocera, Semenzato, l’allenatore Valentino Persenda. Accosciati: Busi, Cardu, Moro, Piras, Locatelli, Marcialis
La crescita del movimento calcistico sardo è sempre stata frenata dalle difficoltà di spostamento in continente ma è proseguita ininterrotta anche nei tempi più difficili. Alla fine della seconda guerra mondiale con la stagione 1946-47 fu disputato un girone sardo di Prima divisione. Questa la classifica: Quartu Sant’Elena 49, Carbosarda 47, Cagliari 45, Torres 36, Bacu Abis 35, Tharros Oristano 34, Audax Calangianus 29, Gallura 29, Ozieri 27, Nuorese 25, Olbia 25, Montevecchio 23, Ilvamaddalena 22, Nettuno 19, Macomer 18, Aquila Cagliari 17. Al termine della stagione il Cagliari fu inserito dalla FIGC in Serie B (in quel momento a 3 gironi) mentre Carbosarda, Torres e Olbia ammesse alla Serie C interregionale: il Quartu Sant’Elena proclamato campione regionale non disponeva, infatti,del terreno di gioco adatto per le categorie superiori. Al termine del campionato 1947-48 il Cagliari si classificò all’ultimo posto nel girone A di Serie B comprendente le squadre settentrionali e con il ritorno al girone unico di Serie B e della Serie C a dimensione nazionali fu inserito assieme alla Carbosarda nel girone C della terza serie, ritornando poi in Serie B con la stagione 1951-52 vincendo il girone finale con questa classifica: Cagliari 11, Alessandria 8, Piacenza 7, Molfetta 7, Marzoli Palazzolo sull’Oglio 6, Siena 3, Toma Maglie 3, Vigevano 3. Nella stagione 1948-49 il Gruppo Sportivo Montevecchio rappresentante della zona mineraria di Guspini e Arbus fu inserito nel girone I del campionato di Promozione Interregionale con le squadre laziali mentre sull’isola si disputò un girone di Prima Divisione concluso con questa classifica: Monreale Italpiombo 41, Iglesias 41, Torres 36, Bacu Abis 35, Iglesias 29, Gallura 28, Nettuno 24, Argentiera 23, Tharros Oristano 22, Proletaria La Maddalena 19, Ilvarsenal La Maddalena 19, Nuorese 19, Cagliari B 18, Olbia 10 esclusa l’Audax Calangianus. La ristrutturazione dei campionati verificatasi con la stagione 1951-52 registrò il Cagliari in Serie B (sesto posto) , nessuna squadra sarda nel girone unico di Serie C in cui fu promossa nella stagione successiva la Carbosarda dopo essersi imposta nelle finali della neonata IV Serie, mentre nella stagione successiva (53-54) Monteponi , Montevecchio, Olbia furono inserite nel girone G con squadre laziali, campane e pugliesi. Con la stagione 1959-60 la Serie C fu allargata a 3 gironi: mentre il Cagliari retrocedeva dalla Serie B, nel girone centrale della terza serie la Torres si piazzava al nono posto mentre si chiudeva il ciclo della Carbosarda relegata al 18° posto. Nella nuova serie D, inserite nel girone D con squadre toscane e laziali, erano presenti: Nuorese, Tempio Pausania e Olbia. La crescita del calcio in Sardegna proseguì negli anni ’60 – 70 fino a raggiungere il proprio “momento magico” con l’ascesa del Cagliari in Serie A (1964-65) e addirittura con la conquista dello scudetto da parte della compagine rossoblu (1969-70). Era aumentato anche il novero delle squadre competitive a livello nazionale al punto che, in occasione di una ristrutturazione dei campionati con la stagione 78-79 e l’istituzione della Serie C2 il quadro complessivo si presentava in questo modo:
Serie B: Cagliari (secondo posto, promosso in Serie A)
La stagione 1981-82 registrò poi un fatto che per il calcio sardo poteva essere considerato epocale.
Un ulteriore allargamento dei quadri della Serie D, diventata Campionato Interregionale, permise la formazione di un girone interamente regionale (con diretto accesso della vincente alla Serie C2): una combinazione che proseguì fino al campionato 1987-88.
Di seguito le classifiche del girone di Serie D composto esclusivamente da squadre sarde:
1987-88 Ilvamaris La Maddalena 44, La Plama Cagliari 40, Calangianus 39, Fersulcis 39, San Marco Cabras 35, Fertilia 35, Portotorres 31, Ittiri 30, Alghero 30, Gonnesa 29, Gialeto 28, Tharros Oristano 25, Macomer 25, Guspini 21, Ozierese 18, Mandas 11
La stagione 1988-89 registrò un ulteriore rimescolamento di carte e le squadre sarde furoni inserite nel girone H e nel girone I con queste classifiche: Girone H: Tharros Oristano (ottavo posto); Calangianus (decimo posto) Fertilia (dodicesimo posto) San Marco Cabras (tredicesimo posto) Thiesi (quindicesmo posto) Alghero (sedicesimo posto) Ittiri (diciassettesimo posto), Portotorres (diciottesimo posto) Girone I: La Palma Cagliari (primo posto) Carbonia (quinto posto) Gialeto (undicesimo posto) Iglesias (quindicesimo posto) Fersulcis (sedicesimo posto) Gonnesa (diciassettesimo posto) Guspini (diciottesimo posto). Si era così conclusa la bella favola del girone sardo di Serie D.
A 84 anni anni è mancato Gianni Minà: Ha seguito otto mondiali di calcio, sette olimpiadi e innumerevoli mondiali di pugilato. Vicino soprattutto a Muhammad Ali e a Diego Armando Maradona, oltre che a Gabriel Garcia Marqez, a Fidel Castro e al mondo sudamericano, culturale e sportivo. In Italia il suo preferito era stato Pietro Mennea, un altro grandissimo dall’anima tormentata.
L’annuncio della sua morte è stato dato dalla famiglia sui social, che sono anche un modo per misurare la sua straordinaria popolarità. Stava anche su Facebook perché non voleva censure né misure, stava preparando un libro sulla boxe, aveva portato ai Festival il film della sua vita, ma a Bari c’era andata solo sua moglie Loredana, regista.
Uomo “contro” per definizione non si sentiva più nemmeno uomo Rai e aveva lanciato un crowdfunding per riprendersi l’archivio delle immagini.
Casa sua era un misto fra Cinecittà e le Olimpiadi, fra Sanremo e un festival di musica latinoamericana.
Gianni Minà ha passato gli ultimi tempi a raccontare la sua vita . Non aveva voglia di mostrarsi, non dava interviste, aveva bisogno dei suoi tempi per rispondere, e ormai i tempi delle tv e dei giornali sono diventati feroci. Ha detto tante volte no, però si andava da lui con devozione, aspettando un racconto sulle sue stelle ribelli. maradona gli aveva lasciato un messaggio sulla segreteria poco prima di andarsene, e Gianni ne soffriva ancora.
Casa sua era un misto fra Cinecittà e le Olimpiadi, fra Sanremo e un festival di musica latinoamericana
Per il docufilm “Una vita da giornalista” aveva ritirato fuori la 500 con cui accompagnò i Beatles in giro per Roma nel 1965. È vero, arrivarono davanti al Piper e c’era troppa fila, Gianni li portò al Club 84. Forse nacque lì quel suo racconto sui favolosi anni 60,
Sicuramente le interviste a Fidel Castro furono un punto di svolta della sua vita. La prima dura sedici ore e c’è il Lìder Màximo che inizia dicendo “Cercherò di sintetizzare”. La prendono le tv di tutto il mondo. In Natural Born Killers c’è uno che dice: “Voglio un’intervista come quella che ha fatto quell’italiano a Castro!!!”. Ma nell’edizione del film che è arrivata da noi quella battuta non l’hanno messa. Gianni fu accusato di aver fatto un’intervista accondiscendente e ne soffrì.
Gianni Minà e un sorridente Nereo Rocco a Messico ’70 con il gotha del giornalismo sportivo: da sin., Giglio Panza, direttore di Tuttosport; Enrico Crespi, inviato della Notte; Paolo Bertoldi, inviato della Stampa; Antonio Ghirelli, direttore del Corriere dello Sport; Aldo Pacor inviato del Corriere dello Sport, e Nando Martellini Rai-Tv, sostituto di Nicolò Carosio, sostituito per un presunto commento sul guardalinee etiope Rarekegn che aveva annullato un gol di Gigi Riva in Italia-Israele (0-0). Altri tempi altro giornalismo.
Sarà forse ora sulla stessa nuvola di Gianni Mura e Mario Sconcerti: insieme hanno portato un racconto dello sport mai banale, che andava oltre il campo di gioco, che toccava il cuore della gente.
Un ricordo personale: con lui mi è capitato di rovesciare le parti. Fine anni’80 lo intervistai per “Radio Savona sound”: erano i tempi d’oro delle radio che si chiamavano ancora “libere” e non “private” e con quell’emittente realizzamo una serie di interviste con molti dei grandi protagonisti della cultura e dell’informazione, così capitò anche di coinvolgere Gianni che in quel periodo passò anche da Savona per un dibattito pubblico sui Mondiali che avrebbero dovuto svolgersi in Italia nel 1990 (quelli delle “notte magiche” e di Maradona che, davanti al San Paolo stracolmo e in festa, scandisce “Argentina”, “Argentina” dopo aver eliminato l’Italia. Ma alla fine, come sentenziò Lineker, si gioca, si gioca ma vince la Germania, altri tempi).
Il lunghissimo elenco che segue rappresenta uno spaccato della crescita del movimento calcistico in Italia negli anni del dopoguerra e del boom economico. Si trovano citate tutte le squadre che nel periodo 1952-53 (data di istituzione) 1967-68 (data di trasformazione, in realtà anticipata di 12 mesi in Lombardia e in Campania) hanno vinto il proprio girone del campionato di Promozione, in allora quinto livello della scala gerarchica. Si troveranno squadre rimaste pressoché sconosciute e altre che saliranno (o erano discese) dall’Olimpo della Serie A e B. Si noterà la crescita del movimento in particolare al Sud dove l’avvio fu magari di un solo girone per poche squadre e successivamente più gironi a pieno organico. Sono presenti in misura massiccia squadre rappresentative dell’industria e del mondo del lavoro.
Di seguito le compagini che si sono imposte più volte nel loro raggruppamento.
Primato assoluto per i verdi della Sestrese, terza squadra di Genova, con 6 vittorie.
4 vittorie: Arsenal Spezia, Atac-Stefer Roma, Audace San Michele Extra Verona, Azzurra Sandrigo, Libertas Invicta Potenza, Ponziana Trieste
PRESENTI NEI MAGGIORI CAMPIONATI (dal girone unico ed esclusi i campionati misti 1945-46) Serie A: Ascoli, Carpi, Cesena, Pistoiese, Ternana Serie B: Arezzo, Barletta, Brindisi, Cavese, Derthona, Entella, Fidelis Andria, Gubbio, Latina, Maceratese, Matera, Nocerina, Sorrento, Viareggio, Virtus Lanciano, Sestrese, Crema Seregno, Carrarese, Casertana
Nel lunghissimo elenco non manca, oltre la Sestrese dei record, la rappresentanza ligure: Albenga, Alassio, Entella, Finale, Ligorna, Veloce, Sarzanese, Cairese, Arsenal Spezia, Lavagnese, Pontedecimo.
Abete Roma (Lazio Girone C) 1959-60
Acquapozzillo Acireale (Sicilia) 57-58
Acqui (Piemonte girone B) 58-59
Adriese (Veneto Girone B) 52-53
Akragas (Sicilia) 56-57
Alassio (Liguria girone A) 1961-62
Alatri (Lazio girone B) 65-66
Alba Napoli (Campania girone B) 57-58
Albenga (Liguria Girone A) 1952-53; 60-61; 63-64
Alcamo (Sicilia Girone A) 60-61; 63-64
Alghero (Sardegna girone A- B) 65-66; 66-67
Alma Juventus Fano (Marche) 55-56
Almas Roma (Lazio Girone A 60-61)
Altamura (Puglia girone B 59-60)
Alzano (Lombardia girone C) 60-61
Andrea Doria (Liguria girone A) 56-57
Angelana (Umbria) 1967-68
Angelo Antonini Sarezzo Lombardia Girone B) 52-53
Angri (Campania girone D) 60-61
Annunziata Ceccano (Lazio Girone B) 53-54
Anzio (Lazio Girone C- B) 60-61; 62-63
Arezzo (Toscana Girone C) 55-56
Apricena (Puglia girone A) 60-61
Aquila Montevarchi (Toscana girone C- B) 61-62, 65-66, 66-67
Aquila Trento (Trentino Alto Adige) 61-62
Aquilieia (Friuli girone A) 62-63 ARC Voghera (Lombardia girone B) 61-62 Argenta (Emilia Romagna Girone B) 59-60 Arsenal Spezia (Liguria Girone B) 1952-53; 57-58; 64-65; 67-68 Arzignano (Veneto girone A) 64-65 Ascoli (Marche 56-57) Asti (Piemonte Girone B) 54-55 Atac – Stefer Roma (Lazio Girone A e B) 54-55; 56-57; 59-60; 64-65 Atripalda (Campania Girone C) 60-61 Audace Cerignola (Puglia- Girone A) 52-53; 62-63 Audace San Michele Extra (Veneto girone A- B) 54-55; 60-61; 62-63; 63-64 Aurora Desio (Lombardia Girone B 59-60) 64-65 Aurora Travagliato (Lombardia girone A) 55-56; 60-61; 61-62 Ava Victoria Pesaro (Marche girone B) 62-63 Azzurra Sandrigo (Veneto girone B- A) 57-58; 58-59; 60-61; 61-62 Bagnarese (Calabria – Girone B) 67-68 Bagnolese Ilva (Campania – Molise; Campanioa Girone A) 52-53; 57-58 Baracca Lugo (Emilia – Romagna girone A- B) 55-56; 60-61; 63-64 Banco Ambrosiano Milano (Lombardia – Girone B) 63-64 Barletta (Puglia) 54-55 Bastia Umbra (Umbria) 60-61 Battipagliese (Campania girone C) 62-63 Belgioioso Costantes (Lombardia girone F) 61-62
Bellaria Igea Marina (Emilia Romagna girone A) 67-68
Michele Marcolini nella sua nuova veste di CT della nazionale maltese
Malta-Italia, seconda gara del Gruppo C per le qualificazioni a Euro 2024, si gioca oggi alle 20:45 allo Stadio Ta’Qai National.
La Nazionale di Mancini è chiamata al riscatto dopo la brutta sconfitta casalinga di Napoli avversaria l’Inghilterra: ma gli azzurri troveranno sulla loro strada un savonese convinto di far fare una bella figura alla sua squadra.
Se Rinaldo Roggero, Felice Levratto, Valerio Bacigalupo e Christian Panucci hanno difeso nel tempo con grande onore la maglia azzurra questa sera toccherà a Michele Marcolini recitare la parte del “bastian contrario”.
Dal dicembre 2022, infatti, la squadra dell’antica isola dei Cavalieri di San Giovanni è allenata da Michele Marcolini.
L’ex centrocampista ha firmato un contratto valido fino alla fine del 2024. Nella prima partita delle qualificazioni europee la sua squadra è stata sconfitta per 2-1 dalla Macedonia (L’incubo dell’Italia eliminata dalla fase finale dei mondiali 2022)
Marcolini avrà un altro italiano all’interno del suo staff: trattasi dell’ex difensore Davide Mandelli, suo vice ed ex compagno di squadra ai tempi del Chievo e del Lumezzane.
Marcolini è il quarto italiano a ricoprire questo incarico dopo Mangia, Pietro Ghedin (in due periodi separati) e Terenzio Polverini, c.t. nel biennio 1974-1976. Nella stagione 2021/2022 ha guidato l’AlbinoLeffe.
Vale la pena, allora, di raccontare la storia di Michele Marcolini.
Michele è l’erede di una grande dinastia che tanto ha dato al calcio non solo savonese: Michele infatti è cresciuto alla scuola di nonno Roberto signore di antico stampo, uno dei più grandi interpreti della storia biancoblu,.di papà Antonio e dello zio Paolo muovendo i primi passi nel Quiliano per poi passare al Torino, al Sora, al Bari dove ha trovato come allenatore un altro savonese d’adozione come Eugenio Fascetti, all’Atalanta, al Vicenza, al Chievo per poi concludere la carriera al Lumezzane e iniziare quella di allenatore in varie squadre dal Feralpi Salò , Alessandria, Pavia fino alla recente già citata esperienza all’Albinoleffe.
Papà Antonio e Nonno Roberto non ci sono più ma il loro ricordo è ancora vivo e noi cercheremo di alimentarlo sempre nel nome della comune passione e impegno.
La notizia riguarda il campo sportivo di Millesimo che sarà dotato di un tappeto di erba sintetica: un vero salto di qualità che ci ha ricordato tempi lontani.
Le due immagini sopra riportate forniscono un’idea circa la validità della nostra affermazione iniziale.
Nella foto in alto l’immagine riguarda l’attuale struttura sportiva di Millesimo sul cui terreno sarà impiantato il manto sintetico.
Il fotogramma in basso (sfuocato perché tratto dal sito youtube “L’Ultimo Sta in Porta” 1-2-3 nel quale sono raccolti frammenti di filmati di partite giocate dalla Priamar o all’Oratorio Sacro Cuore all’inizio degli anni’60 che mostra proprio il terreno di Millesimo inondato di fango in una giornata di pioggia del mese di Novembre 1962.
Una giornata davvero “storica” per l’ormai antico club di Corso Colombo che in questo campionato sta lottando per la salvezza in Prima Categoria.
Vale la pena raccontare quell’avventura.
Diluvio su tutta la Valbormida: l’allegra compagnia dei giocatori della Priamar arriva a Millesimo con il pulmann di linea e a piedi sotto la pioggia arriva al campo sportivo (il terreno all’epoca era posto longitudinalmente rispetto all’attuale, qualcuno lo ricorderà certamente). Tutti pensavamo che la partita sarebbe stata rinviata per impraticabilità di campo. Arriva l’arbitro: il famoso signor Cocca di Mondovì (si intravvede nel fotogramma) che non ci degna di uno sguardo, non chiama i capitani (con un genovese mi era capitato di cambiarmi da solo qualche settimana prima a Carcare e con due gocce d’acqua ci aveva mandato a casa per non sporcarsi le scarpe) e ci convoca al centro del campo. Si gioca in un mare di fango che il filmino (se qualcuno ne ha voglia può vederlo sul canale youtube indicato) mostra in abbondanza, meglio del fotogramma che pure sembra già abbastanza significativo.
Il Millesimo era una squadra atleticamente attrezzata con alcuni pesi massimi come Siri e i fratelli Ferro che giganteggiavano nel fango. Priamar arroccata attorno alla porta difesa da Beppe Tarditi e grande prestazione difensiva di Storti ,Triolo (schierato centromediano) e Chidu Caviglia.
Lo 0-0 regge anche perché i giallorossi sprecano alcune buone occasioni.
All’89’ passiamo la metà campo in una delle rare occasioni: tento di crossare al centro ma la palla si ferma su di una pozzanghera al limite dell’area: arriva Nico Vasconi con la sua inimitabile tecnica, solleva la palla (sarà pesata 2 chili a quel punto) con la punta e inventa un delizioso pallonetto che si infila nell’angolo di Boetti: 0-1 partita vinta per così dire “avventurosamente” per non dire di peggio. Gli spettatori presenti sotto gli ombrelli (non c’era gradinata, il pubblico stava incollato alla rete) alla fine strinsero d’assedio gli spogliatoi al grido di “ladri, ladri”. Ma in realtà non avevamo rubato nulla. Nico Vasconi che nella sua carriera avrà segnato più di 100 goal quando se ne parla esclama “Quel goal lì me lo ricorderò sempre”.
26 novembre 1962
Millesimo – Priamar 0-1
rete. Vasconi all’89’
Millesimo: Boetti, Cominetti, Siri I, Cavalli, Zazzara, Siri II, Giacchello, Ferro I, Ferro II, Besenzoni, Giacosa II allenatore Pastorino
Nella sua Vado è mancato Nino Parodi, classe 1935, centravanti del più grande Vado della storia quello che vinse il campionato di Promozione 53-54, poi in Serie B con Alessandria e Vigevano quindi al Savona punta di diamante della grande squadra del cuore degli anni’60: successivamente al Casale, all’Alassio per tornare in rossoblu a chiudere la carriera con la “sua” squadra di casa poi allenata per lunghi anni.
Giocatore dalla grande tecnica e dal sicuro senso del goal nella prima stagione di IV Serie costituì con Mino Persenda una vera e propria “coppia” di rapinatori d’area: al punto che il “Campione” (celebre rivista dell’epoca) dedicò ai due, assieme al vercellese Pensotti un articolo titolato “Per le 3 P appuntamento in Serie A”. Pensotti riuscì a militare nella massina divisione con l’Atalanta mentre Parodi e Persenda dovettero accontentarsi di un gradino più basso in Serie B ( “Mino il bombardiere nero” dalla maglia dei Portuali con cui disputava il torneo dei Bar alla Valletta con la Lucchese).
Parodi però non aveva mai abbandonato il suo negozio di distribuzione di bombole di gas sito a Vado nell’angolo di fronte alla sede della Banca Popolare di Novara di cui era direttore un altro indimenticabile come Roberto Longoni.
Dedichiamo a Nino Parodi alcune immagini che lo ritraggono nei momenti più belli della sua carriera.
Il più grande Vado di tutti i tempi: nell’occasione Savona battuto 5-1 in Corso Ricci
Il Savona FBC protagonista nei primi anni ’60: da sinistra, in piedi, Semenzin, Parodi, Calegari, Valentino Persenda, Mariani, Ciglieri, Nadali; accosciati. Doni, Mino Persenda, Prina, Negri, Giordano, il massaggiatore Piero Molino “Mulina”
Vado primi anni ’70. Ci sono ancora i vecchi leoni Parodi, Armella, Micca. Da sinistra in piedi: Marenco, Piotto, Parodi, Armella, Gianni Rosso, Glauda, Albani; accosciati: Calzetta, Lori, Desogus, Chittolina, Micca
Il campione del mondo Angel Di Maria probabilmente il più illustre dei convocati dalla Serie A
In questa settimana dedicata alle competizioni per squadre nazionali il CT azzurro Roberto Mancini ha espresso alti lai per la quasi impossibilità di trovare attaccanti da schierare nella squadra azzurra, considerato che i titolari di ruolo nelle squadre di Serie A sono quasi tutti stranieri. In alternativa per i ruoli di punta l’Italia dovrà ricorrere a giocatori che militano nei campionati esteri, addirittura l’oriundo Retegui gioca in Argentina.
I 182 convocati sono comunque dovuti al fatto che ormai tutti i CT convocano 30 giocatori per volta; da notare che anche la Nuova Zelanda presenta un giocatore convocato dalla Serie A e perfino la disgraziatissima Sampdoria può vantare 7 nazionali,
Ricordato che proprio il CT quando allenava l’Inter fu il primo a schierare 11 giocatori stranieri nella formazione titolari e che – dal nostro punto di vista – non c’è la neppur minima tentazione nazionalista, questo è il quadro che ci troviamo di fronte.
ATALANTA: 10 CONVOCATI
Oltre ad Okoli e Ruggeri, ora con l’Under 21 di Nicolato, hanno raggiunto i rispettivi connazionali De Roon (Olanda), Demiral (Turchia), Lookman (Nigeria), Pasalic (Croazia), Maehle, Hojlund (Danimarca), Toloi e Scalvini (Italia).
BOLOGNA: 9
Oltre a Medel (Cile), Lucumì (Colombia), Ferguson (Scozia), Barrow (Gambia), Skorupski (Polonia) e Posch (Austria), Thiago Motta ha registrato anche le partenze di Zirkzee (Olanda U21), Cambiaso (Italia U21) e Pyyhtia (Finlandia U21).
CREMONESE: 2
Vasquez per il Messico, Carnesecchi per l’Italia
EMPOLI: 8
Parisi e Baldanzi, stelline dei toscani, hanno raggiunto il ritiro dell’Italia Under 21, così come De Winter ha fatto con i pari età del Belgio. Oltre a loro, Zanetti dovrà fare a meno di Cacace (Nuova Zelanda), Stojanovic (Slovenia), Marin (Romanua), Ismajli (Albania) e Ujkani (Kosovo)
FIORENTINA: 6
Amrabat ha riabbracciato i suoi compagni marocchini. In Qatar doveva esserci pure Nico Gonzalez, preconvocato dall’Argentina, poi rimasto fuori a causa di un infortunio: l’esterno adesso è tornato al top ed è di nuovo nel gruppo del ct Scaloni. Sono in nazionale anche Kouame (Costa d’Avorio), Barak (Repubblica Ceca), Jovic e Milenkovic (Serbia).
INTER: 12
Bellanova con l’Under 21Acerbi, Darmian e Barella (Italia), gli argentini Lautaro e Carboni, Dumfries (Olanda), Asllani (Albania), Brozovic (Croazia), Dzeko (Bosnia), Lukaku (Belgio) e Calhanoglu (Turchia).
JUVENTUS: 10
Fagioli all’Under 21. Il baby centrocampista è, insieme a Iling-Junior (Inghilterra U20), l’unico juventino convocato in una nazionale under. Gli altri sono tutti “senior”: Bremer (Brasile), Rabiot (Francia), Szczesny (Polonia), Kostic e Vlahovic (Serbia), Paredes e Di Maria (Argentina) Bonucci(Italia)
LAZIO: 7
Cancellieri e Gila hanno raggiunto le Under 21 di Italia e Spagna, mentre Hysaj (Albania), Romagnoli (Italia), Marusic (Montenegro), Vecino (Uruguay) e Milinkovic-Savic (Serbia) sono stati convocati in nazionale maggiore.
LECCE 9
Morten Hjulmand è stato convocato dalla Danimarca del… ct Hjulmand. Prima volta anche per Falcone (Italia), mentre Helgason (Islanda), Banda (Zambia) e Ceesay (Gambia) sono già da tempo nel giro delle rappresentative dei loro paesi. Tra i baby, Baroni saluta Gendrey (Francia U21), Persson (Svezia U21), Gallo e Colombo (Italia U21).
MILAN: 16
Kalulu e Vranckx restano tra i baby (rispettivamente Francia e Belgio U21), mentre il difensore tedesco Thiaw fa parte del gruppo dei 14 “big” che lasciano Milanello: ci sono i francesi Maignan, Theo e Giroud, Ibrahimovic (Svezia), Kjaer (Danimarca), Tonali (Italia), Krunic (Bosnia), Dest (Usa), Leao (Portogallo), Vasquez (Colombia), Bennacer (Algeria), Saelemaekers e De Ketelaere (Belgio).
MONZA: 4
Matteo Pessina è il leader della squadra di Palladino e, grazie alla continuità trovata in Brianza, fa parte ancora del gruppo del ct Mancini. Come il centrocampista, sono attualmente in nazionale anche Antov, Sorrentino e Vignato, rispettivamente chiamati da Bulgaria, Italia U21 e Italia U19
NAPOLI: 16
Anguissa (Camerun), Bereszynski, Zielinski (Polonia), Lobotka (Slovacchia), Elmas (Macedonia), Ostigard (Norvegia), Rrahmani (Kosovo), Lozano (Messico), Kim (Corea del Sud), Olivera (Uruguay), Osimhen (Nigeria), Simeone (Argentina), Kvaratskhelia (Georgia) e gli italiani Meret, Di Lorenzo e Politano.
ROMA: 13
Dybala (Argentina), Kumbulla (Albania), Wijnaldum (Olanda), Zalewski (Polonia), Ibanez (Brasile), Celik (Turchia), Rui Patricio (Portogallo), Solbakken (Norvegia), Tahirovic (Bosnia), più Spinazzola, Cristante e Pellegrini, adesso a Coverciano con Mancini.
SALERNITANA: 12
Fanno parte della lista Ochoa, star del Messico, gli attaccanti Piatek (Polonia) e Dia (Senegal), così come Coulibaly (Mali), Daniliuc (Austria), Kastanos (Cipro), Bronn (Tunisia), Gyomber (Slovacchia) e Crnigoj (Slovenia). Nicolato, ha voluto nella sua Under 21 i difensori Lovato e Pirola. Botheim, infine, è con la Norvegia U21.
SAMPDORIA: 7
Djuricic (Serbia), Rincon (Venezuela, Leris (Algeria) e Sabiri (Marocco). Il portierino Turk è con l’U21 slovena, Zanoli con quella italiana e Ilkhan con quella turca.
SASSUOLO: 5
Frattesi e Berardi con l’Italia Dionisi dovrà fare a meno anche dell’albanese Bajrami, del croato Erlic e del norvegese Thorstvedt.
SPEZIA: 9
Salvatore Esposito torna a far parte dell’Under 21 di Nicolato. Anche Cipot ha raggiunto i pari età della Slovenia, mentre sette compagni sono stati convocati in nazionale maggiore: Nzola (Angola), Shomurodov (Uzbekistan), Ampadu (Galles), Ekdal, Holm (Svezia), Krollis (Lettonia) e Dragowski, di nuovo nella lista della Polonia
TORINO: 14
Ben quattordici granata (incluso l’azzurrino Ricci) sono stati chiamati dalle rispettive nazionali: oltre a Buongiorno, convocato da Mancini, scenderanno in campo nei prossimi giorni pure Berisha (Albania), Singo (Costa d’Avorio), Ola Aina (Nigeria) Vlasic (Croazia), Gienitis (Lituania), Linetty (Polnia), Rodriguez (Svizzera), Vojvoda (Kosovo), Gravillon (Guadalupa) e i serbi Milinkovic-Savic, Ilic e Radonjic.
UDINESE: 8
Destiny Udogie al servizio di Nicolato: l’esterno bianconero rimane con l’Under 21, nonostante le ottime prestazioni collezionate nella prima parte del 2023. L’altro “under” di Sottil è Ebosele, aggregatosi ai coetanei dell’Irlanda, mentre ben sei calciatori sono con le rispettive nazionali maggiori: Perez (Argentina), Pafundi (Italia), Bijol, Lovric (Slovenia), Nestorovski (Macedonia) e Samardzic (Serbia).
VERONA: 5
Dawidowicz (Polonia), Duda (Slovacchia), Hien (Svezia), più i giovani Coppola (Italia U21) e Doig (Svezia U21).
Il calcio fa la sua comparsa negli Stati Uniti con l’Oneida Football Club, fondato a Boston nel 1862 da Gerritt Smith Miller e sostenuto dalla locale comunità inglese. Sembrerebbe l’atto di nascita di uno sport destinato a un enorme successo e invece il soccer assumerà nel paese un ruolo di secondo piano. Se nel 1874, sfidando la McGill University di Montreal, i giocatori di Harvard non si fossero lasciati persuadere a usare la palla ovale anziché quella rotonda, forse le cose sarebbero andate diversamente: infatti, quando il rugby fa la sua comparsa, il calcio, benché già diffuso in tutte le maggiori università dell’East Coast, ne viene soppiantato e rimane circoscritto alle numerose comunità di immigrati. La nascita di una American Football Association, nel 1884, non è sufficiente a dissolvere la miriade di associazioni regionali intorno alle quali di fatto si concentra (e disperde) l’attività calcistica. In quegli anni vengono organizzate due partite contro il Canada a Newark (1885) e altrettanti match di esibizione ai Giochi di St. Louis (1904), dove, sotto la bandiera americana, si celano in verità due squadre di club: il St. Rose Kickers e il Christian Brothers College.
L’American Football Association viene sostituita nel 1913 dall’American Amateur Football Association, sotto l’egida della United States Football Association, che sarà più tardi denominata United States Soccer Federation. Nello stesso anno la FIFA decide di affiliare il nuovo organismo, il cui primo significativo atto è l’organizzazione di un torneo su base nazionale, la National Open Challenge, che nel 1924 sarà affiancata dalla National Amateur Cup. I momenti clou del calcio statunitense, nei due decenni successivi, sono la qualificazione alle semifinali dei Mondiali in Uruguay nel 1930 e il clamoroso successo sull’Inghilterra in quelli del 1950, dove l’unico decisivo gol agli inglesi fa tanto scalpore che il primo dispaccio di agenzia, “England-USA 0-1”, è ritenuto un errore di stampa, corretto dai quotidiani di Londra in 10-1.
Nel 1968 si forma la Norh American Soccer League (NASL), la lega professionistica, precorsa quarant’anni prima dall’American Soccer League (ASL) e preceduta nel 1960 dalla International Soccer League, comprendente 11 formazioni straniere. La creazione della NASL, modellata sulle leghe del football americano e del baseball, costituisce un vero salto di qualità e crea molte aspettative. Gli ingredienti perché il calcio faccia presa ci sono: vengono creati nuovi club a Miami, Atlanta, Kansas, ingaggiati campioni stranieri, anche se ormai ritiratisi dalle competizioni (fra gli altri Pelé, Beckenbauer, Cruijff, Chinaglia), incrementati gli investimenti, riempiti gli stadi. Ma il calcio è ancora poco radicato nel tessuto sociale e non ha una base popolare sufficientemente ampia.
Di seguito le classifiche del campionato USA dal 1945-46 all’avvento della Lega Professionistica.
Come si noterà buona parte delle squadre è formata da immigrati: spagnoli, portoghesi, ucraini, italiani, argentini, scozzesi: squadre rappresentative delle rispettive comunità ( per gli Italiani celebre la Brooklyn Italians successivamente l’Inter e la Roma che si agguidcò un titolo).
L’ambito geografico è molto ristretto tra lo Stato di New York, il New Jersey e il New England.
Per qualche tempo le squadre di Brooklyn e Manhattan si fusero in un’unica compagine mentre la squadra dell’Uhrik Trukers campione nel 1954-55 e 1955 – 56 rappresentava l’isola di Staten Island luogo di sbarco degli immigrati e sede della quarantena cui erano sottoposti.
Final League Standings, 1945-46
G W T L GF GA PTS
Baltimore Americans 20 13 3 4 61 40 29
Brooklyn Hispano 20 12 3 5 54 34 27
Kearny Celtic 20 10 5 5 50 46 25
Brooklyn Wanderers 20 8 6 6 49 46 22
New York Americans 20 9 3 8 53 44 21
Kearny Scots 20 9 3 8 42 47 21
Brookhattan 20 7 3 10 55 51 17
Philadelphia Americans 19 6 4 9 41 38 16
Philadelphia Nationals 20 5 5 10 36 44 15
Baltimore S.C. 19 2 1 16 32 82 5
Final League Standings, 1946-47
G W T L GF GA PTS
Philadelphia Americans 20 14 3 3 56 26 31
Brooklyn Wanderers 20 10 5 5 56 41 25
Brooklyn Hispano 20 10 2 8 48 38 22
Baltimore Americans 19 9 4 6 44 42 22
Kearny Scots 20 7 5 8 32 42 19
New York Americans 19 8 2 9 38 42 18
Kearny Celtic 19 6 5 8 27 30 17
Philadelphia Nationals 18 6 3 9 45 44 15
Brookhattan 20 5 3 12 31 49 13
Baltimore S.C. 15 3 2 10 19 39 8
Final League Standings, 1947/48
G W T L GF GA PTS
Philadelphia Americans 19 14 1 4 60 34 29
Kearny Scots 17 9 5 3 40 27 23
Brooklyn Wanderers 17 10 3 4 39 32 23
Baltimore Americans 17 9 2 6 48 32 20
Philadelphia Nationals 18 8 3 7 40 37 19
New York Americans 17 7 3 7 35 34 17
Brookhattan-Galicia 18 6 3 9 38 43 15
Baltimore S.C. 18 6 2 10 35 47 14
Kearny Celtic 18 3 4 11 23 45 10
Brooklyn Hispano 17 1 4 12 28 55 6
Final League Standings 1948/49
Philadelphia Nationals 16 10 2 4 57 35 22
New York Americans 16 10 2 4 33 22 22
Brooklyn Hispano 16 10 2 4 31 24 22
Brookhattan 15 7 3 5 39 35 17
Kearny Scots 14 6 3 5 36 32 15
Philadelphia Americans 15 4 4 7 29 35 12
Kearny Celtics 15 4 3 9 30 37 11
Trenton Americans 15 4 1 10 29 41 9
Brooklyn Wanderers/Hakoah 13 3 0 10 20 43 6
Philadelphia Nationals campione per rinuncia dei New York Americans e del Brookyn Hispano a giocare gli spareggi
Final League Standings, 1949-50
G W T L GF GA PTS
Philadelphia Nationals 16 12 1 3 50 31 25
Kearny Celtic 16 8 3 5 37 32 19
New York Americans 16 6 6 4 31 27 18
Brooklyn Hakoah 16 7 2 7 31 35 16
Kearny Scots 16 4 7 5 36 35 15
Philadelphia Americans 14 4 5 5 27 31 13
Trenton Americans 15 4 3 8 36 44 11
Brooklyn Hispano 14 3 5 6 26 32 11
Brookhattan 15 3 4 8 31 38 10
Final League Standings, 1950-51
G W T L GF GA PTS
Philadelphia Nationals 13 11 0 2 47 19 22
Kearny Scots 14 7 3 4 29 20 17
Kearny Celtic 13 6 3 4 18 16 15
Brookhattan 13 6 0 7 22 26 12
New York Americans 15 5 2 8 26 30 12
Philadelphia Americans 12 5 1 6 21 26 11
Trenton Americans 12 5 0 7 21 21 10
Brooklyn Hakoah 13 4 2 7 14 29 10
Brooklyn Hispano 13 4 1 8 16 27 9
Final League Standings, 1951-52
G W T L GF GA PTS
Philadelphia Americans 13 6 4 3 30 18 16
Kearny Scots 13 7 1 5 39 31 15
Philadelphia Nationals 13 7 1 5 36 31 15
Brookhattan 13 6 3 4 26 24 15
Newark Portuguese 12 4 5 3 40 36 13
New York Americans 12 5 1 6 22 21 11
Brooklyn Hakoah 14 4 2 8 31 41 10
Brooklyn Hispano 12 2 3 7 15 28 7
Final League Standings, 1952-53
Philadelphia Nationals 14 10 2 2 34 17 22
Newark Portuguese 14 7 3 4 33 27 17
Philadelphia Americans 14 6 4 4 22 18 16
Brooklyn Hispano 14 6 3 5 30 32 15
Brookhattan 14 6 1 7 13 19 13
New York Americans 12 3 3 6 19 19 9
Kearny Scots 12 2 4 6 20 32 8
Brooklyn Hakoah 12 3 0 9 14 23 6
Final League Standings, 1953-54
G W T L GF GA PTS
New York Americans 14 11 1 2 35 16 23
Brookhattan 15 10 2 3 39 25 22
Newark Portuguese 16 9 4 3 39 26 22
Brooklyn Hispano 13 5 5 3 22 21 15
Brooklyn Hakoah 14 6 2 6 26 26 14
Trenton Americans 15 4 3 8 16 27 11
Baltimore Rockets 15 3 5 7 22 36 11
Philadelphia Americans/Uhrik 14 2 5 7 25 33 9
Philadelphia Nationals* (assorbita dall'Uhrik dopo la quarta giornata di campionato) 4 2 1 1 10 10 5
Final League Standings, 1954-55
G W T L GF GA PTS
Uhrik Truckers 16 12 2 2 26 56 26
Brooklyn Hispano 16 12 1 3 25 48 25
New York Hakoah 15 8 5 2 39 20 21
New York Brookhattan 15 7 2 6 47 44 16
Elizabeth Falcons 15 5 3 8 25 29 13
Newark Portuguese 16 4 4 8 35 38 12
Trenton Americans 15 4 4 7 23 47 12
New York Americans 16 2 4 10 32 46 8
Baltimore Rockets 14 2 3 9 28 40 7
Final League Standings, 1955-56
G W T L GF GA PTS
Uhrik Truckers 16 10 4 2 48 25 24
Elizabeth Falcons 16 10 4 2 45 26 24
Ludlow Lusitano 16 10 2 4 35 17 22
Newark Portuguese 16 7 5 4 40 24 19
Brookhattan 16 6 1 9 31 29 13
New York Americans 15 4 5 6 34 30 13
Brooklyn Hakoah 16 4 5 6 23 34 13
Brooklyn Hispano 14 2 4 8 20 34 8
Baltimore Rockets 16 1 2 13 21 77 4
Uhrik Truckers campione dopo spareggio con Elizabeth Falcons
Final League Standings, 1956-57
G W T L GF GA PTS
New York Hakoah 12 10 1 1 44 10 21
Uhrik Truckers 14 7 1 6 37 27 15
Newark Portuguese 14 6 3 5 28 28 15
Elizabeth Falcons 13 6 2 5 37 26 14
Ludlow S.C. 13 6 2 5 26 40 14
Brookhattan 13 6 0 7 27 29 12
Brooklyn Italians 14 4 2 8 22 32 10
Baltimore Rockets 13 2 1 10 19 48 5
Final League Standings, 1957-1958
G W T L GF GA PTS
New York Hakoah 18 16 0 2 66 22 32
Ukrainian Nationals 17 12 3 2 57 16 27
Baltimore Pompei 18 11 3 4 49 35 25
Brookhattan-Galicia 16 9 0 7 43 36 18
Fall River S.C. 18 6 3 9 23 40 15
Elizabeth Falcons 14 6 2 6 25 36 14
Uhrik Truckers 14 4 4 9 33 43 12
Newark Portuguese 16 3 6 7 29 42 12
Ludlow Lusitano 15 2 3 10 19 44 7
Brooklyn Italians 17 0 2 13 15 45 2
Philadelphia Ukrainians 1 1 0 0 2
Final League Standings, 1958-1959
G W T L GF GA PTS
New York Hakoah 16 11 3 2 52 31 25
Ukrainian Nationals 16 8 3 5 32 22 19
Uhrik Truckers 15 8 1 6 47 44 17
Brooklyn Italians 16 6 3 7 39 31 15
Baltimore Pompei 16 5 5 6 40 39 15
Fall River SC 15 6 3 6 28 29 15
Galicia SC 16 3 7 6 40 49 13
Newark Portuguese 15 3 6 6 34 42 12
Elizabeth Falcons 15 3 3 9 31 54 9
Final League Standings, 1959-1960
Colombo 18 15 1 2 70 25 31
Ukrainian Nationals 16 12 2 2 49 21 26
New York Hakoah 16 7 4 5 31 22 18
Brooklyn Italians 15 7 1 7 30 25 15
Baltimore Pompeii 13 6 1 6 34 27 13
Fall River SC 13 5 3 5 26 27 13
Galicia SC 16 4 5 7 32 40 13
Newark Portuguese 16 5 2 9 24 39 12
Falcons SC 16 3 3 10 25 52 9
Uhrik Truckers 17 2 2 13 26 69 6
Final League Standings, 1960-61
G W T L GF GA PTS
Ukrainian Nationals 14 12 2 0 60 10 26
Falcons SC 15 8 2 5 35 21 18
New York Hakoah 14 8 1 5 27 25 17
Fall River SC 16 8 1 7 27 35 17
Galicia SC 14 6 4 4 27 23 16
Inter SC 15 6 3 6 30 28 15
Newark Portuguese 16 5 2 9 30 43 14
Brooklyn Italians 14 4 3 7 17 23 11
Baltimore Pompei 6 4 1 1 26 38 9
Uhrik Truckers 14 1 1 12 18 42 3
Final League Standings, 1961-62
G W T L GF GA PTS
Ukrainian Nationals 20 16 1 3 54 24 33
Inter-Brookklyn Italians 23 12 4 7 73 50 28
Newark Portuguese 19 11 3 5 46 31 25
Fall River SC 18 8 2 8 29 30 18
New York Hakoah SC 19 6 5 8 31 35 17
Falcons SC 21 5 2 14 35 51 12
Galicia-Honduras 20 2 4 14 28 49 8
Uhrik Truckers SC 17 1 1 15 26 78 3
Final League Standings, 1962-63
G W T L GF GA PTS
Ukrainian Nationals 14 10 1 3 51 13 21
Inter SC 13 9 2 2 30 22 20
Fall River SC 12 6 3 3 21 13 15
Newark Portuguese 13 6 3 4 29 28 15
Newark Ukrainian Sitch 14 6 2 6 29 28 14
New York Hakoah-Americans 12 4 3 5 33 20 11
Falcons-Warsaw 14 2 1 11 23 40 5
Uhrik Truckers 14 1 1 12 13 74 3
Final League Standings, 1963-64
G W T L GF GA PTS
Ukrainian Nationals 13 11 2 1 44 13 24
Boston Metros 13 9 3 1 21 7 21
Newark Ukrainian Sitch 14 6 4 4 16 17 16
Boca Juniors 13 5 3 5 20 13 13
New York Hakoah-Americans 13 4 3 6 18 21 11
N.B. Hungarian Americans 13 3 3 7 15 26 9
Uhrik Truckers 13 3 2 8 17 33 8
Falcons-Warsaw 13 1 2 10 13 34 4
Final League Standings, 1964-65
Final League Standings 1964-65
G W T L GF GA PTS
Hartford FC 9 8 0 1 22 9 16
Newark Portuguese 9 6 0 3 20 10 12
Roma SC 10 5 2 3 21 18 12
N.B. Hungarian Americans 8 3 1 4 24 23 7
Uhrik Truckers 8 2 1 5 9 18 5
Newark Falcons 8 0 0 8 8 26 0
Final League Standings, 1965-66
G W T L GF GA PTS
Roma SC 17 15 1 1 62 19 31
Newak Ukrainian Sitch 15 13 0 2 47 13 26
Ukrainian Nationals 14 11 0 3 62 13 25
Inter SC (New York) 15 9 1 5 32 22 19
Hartford SC 16 8 3 5 42 36 19
Boston Tigers 15 7 3 5 19 17 17
Newark Portuguese 17 3 2 12 20 42 8
N.B. Hungarian Americans 17 2 2 13 25 53 6
Olympia 18 1 4 13 34 88 6
Newark Falcons 14 1 2 11 21 62 4
Stagione 1976-77: La Juventus, decisa a lasciarsi alle spalle il cocente epilogo del precedente torneo quando dopo un intenso duello lo scudetto era terminato sulle maglie del Torino, si liberò di due punti fermi dell’undici titolare, additati a capri espiatori e ormai avulsi dalle dinamiche bianconere: il raffinato regista Capello venne dirottato al Milan in cambio del «rude» mediano Benetti, pochi fronzoli e «tutta sostanza»; se ciò non bastava a stordire gli addetti ai lavori,venne dato il benservito anche al capitano Anastasi, idolo di una tifoseria a questo punto più che mugugnante, ceduto all’Inter in cambio del più anziano Boninsegna, bandiera frettolosamente bollata come «alla frutta» dall’ambiente nerazzurro, in quello che passerà agli annali come uno dei più clamorosi scambi di mercato del calcio italiano.
Oltre all’arrivo a Torino di una giovane promessa quale il terzino Cabrini, pescato tra i cadetti dell’Atalanta, il presidente bianconero Giampiero Boniperti concluse il suo repulisti con l’avvicendamento in panchina tra Parola e la scommessa Giovanni Trapattoni, giovane tecnico di «grinta e personalità», ma con ancora tutto da dimostrare. Una serie di mosse, queste di Madama, che prestarono il fianco a più di una critica durante il precampionato.
Una rivoluzione, un cambio di marcia, per dirla come al Lingotto, voluta dall’Avvocato per antonomasia e dal suo fedelissimocolonnello sabaudo Giampiero Boniperti, il più grande della storia juventina. Il Trap è il classico sergente di ferro per portare sul campo l’efficienza e la fantasia dei suoi due comandanti in capo. Reduce da una grande carriera da calciatore con il Milan, dove aveva vinto scudetti, Coppe dei Campioni, Coppe Intercontinentali alimentando la propria fama con le marcature di Pelè (infortunato e in in campo solo 23′ minuti per rispetto del cachet a rischio dimezzamento in caso di un suo forfait) e di Cruijff, aveva iniziato la carriera da allenatore all’ombra di Rocco, diciamo un allievo del “paron”.
Il suo arrivo alla Juve stupì tutto il mondo calcistico. Ma era l’uomo giusto, e qui si esalta l’acume dell’Avvocato e del “suo” capitano, al posto al giusto, al momento giusto. Trapattoni è il traduttore migliore della potenza juventina perché ne sa gestire le possibilità e non si perde tra la forza dei consigli di Boniperti e Agnelli, seppure sempre incombenti. Trapattoni assembla, non inventa. Gestisce, grazie al portafoglio di mamma Fiat, gran mucca da mungere anche a spese dello Stato, decine di giocatori di livello altissimo. La sua tabella di marcia ideale sono tre punti in due partite: vittoria in casa, che allora valeva due punti, pareggio in trasferta, rispettoso della media inglese. Quasi la filosofia riveduta e poco corretta dal primo Allegri: chi vuole lo spettacolo, vada al circo. Conta vincere. A tentare altre strade e aprire ad un futuro in cerca del calcio totale, ci provano Gigi Radice, più libero, più artista, con un bel Torino ad una sola lunghezza dalla grande impresa, e, in periferia, G.B. Fabbri a Vicenza e Corrado Vicina a Terni.
Fu scudetto al primo colpo (per un punto sul Torino, con il record di punti fatti all’epoca dei 2 punti per partita in un campionato a 16 squadre) poi un periodo decennale alla guida dei bianco – neri (con 6 scudetti) e un ritorno tra il 1991 e il 1994, in mezzo scudetto con l’Inter e poi un prosieguo di attività in Italia e all’estero con culmine alla guida della Nazionale ai mondiali di Corea e Giappone (quelli dell’acqua santa e del famigerato arbitro Moreno) per una affermazione che crediamo possa valere la definizione di miglior allenatore italiano tra gli anni ’70 e l’inizio del duemila.
Raccontiamo qui nel dettaglio, partita per partita, quella prima stagione vittoriosa alla guida della Juve.
In estate il “blocco Juve” avrebbe fatto faville ai Mondiali d’Argentina, sotto la guida di Bearzot, conquistando il quarto posto (magari meritando anche qualcosa di più).
Classifica finale: Juventus 51, Torino 50, Fiorentina 35, Inter 33, Lazio 31, Perugia 29, Napoli 28, Roma 28, Verona 28, Milan 27, Genoa 27, Bologna 27, Foggia 26, Sampdoria 24, Catanzaro 21, Cesena 14.
Prima giornata
Lazio- Juventus 2-3
reti: Re Cecconi, Giordano, Bettega (2), Boninsegna
Lazio: Felice Pulici, Ammoniaci, Ghedin, Wilson, Manfredonia, Cordova, Renzo Rossi, Re Cecconi, Badiani, D’Amico, Giordano all. Vinicio
Torino: Castellini, Danova, Santin, Salvadori, Mozzini, Caporale, Claudio Sala, Patrizio Sala, Graziani, Zaccarelli, Paolo Pulici (Cazzaniga) all. Radice