L’elenco che segue comprende brevi biografie di un certo numero di calciatori. Tra di loro ci sono super-assi alla loro epoca celebrati dai tifosi e dalla stampa: Stabile, Sarosi, Skoglund, Schiaffino tanto per fare qualche nome, buoni giocatori e assolute mezze figure da considerare nella categoria “bidoni”.
Tutti quanti però hanno un tratto in comune, quello di aver disputato la fase finale dei Mondiali (fino al 1970 “Coppa Rimet”) con la squadra della loro Nazionale mentre oppure successivamente hanno partecipato al campionato italiano.
E’ questa la prima parte di questo lavoro e comprende il periodo tra il 1930 e il 1950 che registrò la disputa di quattro edizioni della Coppa (nel 1942 e nel 1946 non si poté giocare a causa della guerra e del mancato ripristino delle relazioni internazionali).
Alcuni tra questi protagonisti hanno poi indossato anche la maglia della nazionale italiana e per Monti e Demaria ci fu anche la possibilità di diventare campioni del mondo con l’Italia guidata da Vittorio Pozzo dopo che nel 1930 con l’Argentina erano stati sconfitti in finale dall’Uruguay che pure allineava diversi futuri protagonisti del nostro campionato.
Da notare il lungo elenco dei calciatori svedesi approdati in Italia dopo che la nazionale scandinava aveva eliminato l’Italia (3-2 a San Paolo) nei mondiali brasiliani del 1950.
Si scatenò allora una vera e propria “caccia” allo svedese (erano già in Italia Gren, Gunnar Nordhal e Liedholm protagonisti della vittoria della Svezia alle Olimpiadi di Londra del 1948) ma per molti non ne valeva proprio la pena: i veri assi in quell’edizione della squadra svedese erano Skoglund e Jeppson, ma in Italia, pur facendo intravedere lampi di classe il loro rendimento risultò alterno anche perché nel caso di Skoglund, amante della bella vita, il comportamento fuori campo non era certo ineccepebile.
LUIS MONTI
Luis Monti, all’anagrafe Luis Felipe Monti (Buenos Aires, 15 maggio 1901 – Escobar, 9 settembre), è stato un calciatore e allenatore di calcio argentino naturalizzato italiano, di ruolo centromediano. Vicecampione del mondo nel 1930 con l’Argentina e campione del mondo nel 1934 con l’Italia. È stato l’unico calciatore ad avere disputato due finali di Coppa del mondo con due nazionali diverse.
Ritenuto uno dei massimi esponenti della disciplina a livello mondiale era soprannominato doble ancho, cioè “armadio a due ante” per via della sua robustezza e forza fisica.
Luis Monti con la maglia della nazionale argentina
ATTILIO DEMARIA
Atilio José Demaría, italianizzato in Attilio Demaria (Buenos Aires, 19 marzo 1909 – Haedo, 11 novembre 1990), è stato un calciatore e allenatore di calcio argentino naturalizzato italiano di ruolo centrocampista o attaccante. Campione del Mondo con la Nazionale italiana nel 1934.
Giocava come mezzala sinistra. In Argentina giocò anche alcune partite nel ruolo di centravanti (1928) e di mezzala destra (1929).Abile tecnicamente, era basso di statura e aveva le gambe storte, ma era comunque in grado di effettuare precisi passaggi, sia sulle brevi che sulle lunghe distanze. Era in possesso di una affinata visione globale di gioco, di buone capacità di palleggio e di riflessi pronti. Era anche un giocatore piuttosto concreto, in questo aiutato dalla precisione del suo tiro, solitamente effettuato con il piede sinistro; all’Inter formò una buona intesa con Meazza.
RODOLFO ORLANDINI
Rodolfo Orlando Orlandini (Buenos Aires, 1º gennaio 1905 – Buenos Aires, 24 dicembre 1990) è stato un calciatore argentino, di ruolo centrocampista.
In patria Orlandini giocò con numerosi club, tra cui Boca Juniors, Estudantil Porteño e Sportivo Buenos Aires, nei quali riesce a mettersi in mostra e raggiungere la nazionale albiceleste. Agli inizi del 1931 decide di provare l’avventura europea, accettando l’ingaggio del Genova 1893, con cui esordisce in serie A nell’incontro del 1º marzo, che vide i rossoblu sconfiggere per 1 a 0 il Livorno.
Tra le file del Grifone rimase 6 stagioni, affrontando anche il primo anno di serie B che il Genova 1893 dovette disputare nel 1934-1935.
Nel 1936 lasciò la compagine rossoblu per trasferirsi in Francia, tra le file del Nizza che militava in seconda divisione. Con il club della Costa Azzurra rimarrà due anni chiudendo la carriera agonistica nel 1938.
ALESSANDRO SCOPELLI
Alejandro Scopelli Casanova (La Plata, 12 maggio 1908 – Città del Messico, 23 ottobre 1987) è stato un allenatore di calcio e calciatore argentino naturalizzato italiano, di ruolo attaccante. In Italia fu conosciuto come Alessandro Scopelli.
Inizia la sua carriera in Argentina con l’Estudiantes de La Plata, dove fa parte della leggendaria squadra detta de “Los Profesores”. Nel 1931 segna 31 gol in campionato, superato solo dal compagno di squadra Alberto Zozaya con 33. Gioca per la nazionale argentina tra il 1929 e il 1941, e partecipa al Campionato mondiale di calcio 1930, giocando la vittoriosa semifinale con gli Stati Uniti (6-1), realizzando una rete.
Nel 1933 Scopelli si trasferisce in Italia dove gioca per la Roma. Durante questo periodo prende la cittadinanza italiana (come oriundo) e gioca con la maglia azzurra la vittoriosa partita Italia-Francia (2-1) del 17 febbraio 1935. Il 20 settembre 1935, insieme ai compagni di squadra Enrique Guaita e Andrés Stagnaro, anch’essi italo-argentini, espatria di nascosto attraverso il confine italo-francese, per paura di essere arruolato nell’esercito e avviato a combattere nell’imminente guerra d’Etiopia.
Nel 1936 Scopelli torna in Argentina per giocare con Racing Club de Avellaneda e viene nuovamente convocato con la nazionale argentina. Fa parte della vittoriosa squadra che si aggiudica la Coppa America del 1937, segnando due goal.
Nella sua carriera gioca anche in Francia per la Red Star di Parigi; allo scoppio della Seconda guerra mondiale si trasferisce in territorio neutrale per giocare in Portogallo nel Belenenses e quindi nel Benfica. Nel 1942, Scopelli torna in Sud America per giocare con l’Universidad de Chile.
GUGLIELMO STABILE
Guillermo António Stábile (Buenos Aires, 17 gennaio 1905 – Buenos Aires, 26 dicembre 1966stato un allenatore di calcio e calciatore argentino, di ruolo attaccante. Conosciuto in Sudamerica come El filtrador, con i sei successi raggiunti dal 1941 al 1957, è l’allenatore più vincente della storia della Coppa America
Quarto di dieci fratelli di una famiglia di origine italiana, iniziò nell’Huracán, squadra di Buenos Aires, dove giocò dal 1924 al 1930. Al termine dell’esperienza con gli argentini si trasferì in Europa per giocare nel Genova 1893, squadra con la quale totalizzò 41 partite con 13 reti, segnando una tripletta all’esordio nell’incontro del 16 novembre 1930 contro il Bologna, che terminò 3-1 per i Grifoni.
L’esperienza rossoblu fu tormentata dagli infortuni: il primo avvenne il 29 marzo 1931, quando in un’amichevole con l’Alessandria si spezzò il perone della gamba destra in uno scontro di gioco con il portiere avversario Rapetti. Secondo grave infortunio lo colpì il 26 marzo 1933 nell’incontro Genova 1893-Fiorentina in uno scontro con il viola Giuseppe Galluzzi, dove nuovamente si spezzò la gamba destra. L’ultimo grave infortunio lo colpì il 17 settembre 1933, nell’incontro che vide i rossoblù opporsi al Napoli, dove si procurò una lesione ai legamenti della gamba destra.
Nonostante questa serie di infortuni, nel 1934 fu ingaggiato in prestito dal Napoli, dove rimase una sola stagione, segnando solo tre reti nelle 20 gare disputate. Nel 1935 tornò brevemente al Genova 1893, dove giocò un unico incontro segnando una rete prima di riscattare nell’ottobre dello stesso anno il proprio cartellino e trasferirsi in Francia per indossare la maglia del Red Star di Parigi, club nel quale chiuse la carriera nel 1938.
È ricordato per essere stato il primo capocannoniere nella storia del Campionato mondiale di calcio, avendo segnato otto reti in quattro partite giocate nell’edizione del 1930, 3 al Messico, 2 al Cile, 2 agli USA ed 1 all’Uruguay.
BLAGOJE MARIANOVIC
Blagoje Marjanović (Belgrado, 9 settembre 1907 – Belgrado, 1º ottobre 1984) è stato un calciatore e allenatore di calcio jugoslavo, di ruolo attaccante. Con la Nazionale jugoslava ha preso parte ai Mondiali di calcio Uruguay 1930, segnando una rete nelle tre partite disputate e risultando uno dei giocatori con la maggiore personalità. In quel periodo era tesserato per il BSK Belgrado. Precedentemente aveva giocato con l’SK Belgrado. Passato nel ruolo di allenatore approdò in Italia e el campionato 1956-1957 sostituì Fioravante Baldi sulla panchina del Torino e a sua volta fu rimpiazzato dallo stesso Baldi l’anno dopo. Nel 1958-59 iniziò la stagione al Catania, ma venne rimpiazzato da Carmelo Di Bella.
ERNESTO MASCHERONI
Ernesto Mascheroni (Montevideo, 21 novembre 1907 – Montevideo, 3 luglio 1984) è stato un calciatore uruguaiano naturalizzato italiano, di ruolo difensore. Campione del Mondo con la Nazionale uruguayana nel 1930.
Soprannominato El tío (lo zio), Mascheroni si affermò giovanissimo nell’Olimpia Montevideo. Nel 1930 il c.t. dell’Uruguay Suppici lo inserì tra i convocati in vista della prima edizione del campionato mondiale di calcio in programma quell’anno proprio in Uruguay.
Nella rassegna iridata collezionò quattro presenze (giocò tutte le partite dell’Uruguay, tranne la prima contro il Perù) e a 22 anni e mezzo si laureò campione del mondo.
Dopo i Mondiali fece il salto di qualità al Peñarol, con cui vinse il titolo nazionale nel 1932. Due anni dopo lasciò gli aurinegros per trasferirsi in Argentina all’Independiente. Restò però ben poco al club di Avellaneda: dopo poche settimane passò, infatti, all’Ambrosiana-Inter di Giuseppe Meazza, due anni dopo il suo connazionale Héctor Scarone. L’esperienza in nerazzurro si rivelò brillante: pur non vincendo nulla, nelle due stagioni (1934/35 e 1935/36) a Milano collezionò 53 presenze e 3 goal, oltre a 2 presenze con la maglia dell’Italia. Grazie alle proprie origini italiane fu infatti convocato in Nazionale da Vittorio Pozzo: esordì nell’amichevole giocata a Roma il 17 febbraio 1935 contro la Francia e vinta 2-1 dagli azzurri; giocò poi la partita della Coppa Internazionale 1933-1935 (poi vinta dall’Italia) disputata a Milano contro l’Ungheria e pareggiata 2-2.
Nel 1936 tornò al Peñarol, con cui vinse altri due titoli nazionali nel 1937 e nel 1938. Nel frattempo rientrò nel giro della nazionale uruguaiana, con cui partecipò al Campeonato Sudamericano de Football 1939 (nel quale l’Uruguay giunge secondo dietro al Perù padrone di casa). L’anno dopo diede l’addio al calcio.
PEDRO PETRONE
Pedro Petrone Schiavone (Montevideo, 11 maggio 1905 – Montevideo, 13 dicembre 1964) è stato un calciatore uruguaiano, di ruolo attaccante. Due volte campione olimpico a Parigi 1924 e Amsterdam 1928, e campione del mondo nel 1930 con la nazionale uruguaiana.
Nella sua carriera in Italia ha realizzato complessivamente 37 reti in 44 incontri di Serie A. È stato il primo giocatore straniero a vestire la maglia della Fiorentina, nonché il primo straniero a vincere la classifica dei marcatori della Serie A a girone unico.
HECTOR SCARONE
Héctor Pedro Scarone (Montevideo, 26 novembre 1898 – Montevideo, 4 aprile 1967) è stato un calciatore e allenatore di calcio uruguaiano, di origini liguri, di ruolo attaccante. Da calciatore fu Campione del mondo nel 1930 e due volte campione olimpico con la Nazionale uruguaiana, detenendo con tale maglia il record delle reti realizzate (31 in 52 partite) per settantun anni, fin quando Diego Forlán, l’11 ottobre 2011, non lo ha superato.
Soprannominato “El mago” (il mago) o “el Gardel del fútbol” (il Gardel del calcio, in chiaro riferimento al “re del tango” Carlos Gardel), ma anche la Borelli (con riferimento a Lyda Borelli, diva del cinema muto) per il suo carattere bizzoso e altezzoso, è considerato uno dei più grandi calciatori dell’anteguerra ed uno dei primissimi di sempre anche a livello assoluto Molti inoltre lo ritengono il più grande calciatore uruguayano di tutti i tempi.
Nel 1931 Scarone tenta l’avventura italiana, giocando la stagione 1931-32 con la maglia dell’Ambrosiana-Inter, della quale fu il primo giocatore oriundo L’esperienza non è però delle migliori: pur realizzando 7 goal in 14 partite, a fianco di Giuseppe Meazza (che anni dopo lo definirà «il miglior giocatore del mondo»), Scarone è frenato da continui infortuni e da un’età non più giovanissima. Curioso il soprannome di Garibaldi, attribuitogli dai tifosi dopo una partita con la Lazio, in cui segnò due reti nonostante il suo viso fosse coperto di sangue dopo aver ricevuto una botta.
L’anno seguente passa al Palermo, neopromosso in Serie A: due salvezze (in entrambi i casi i rosanero si piazzano dodicesimi) nelle stagioni 1932-33 e 1933-34 e 11 reti in 54 partite. Poi el Mago torna a Montevideo al Nacional.
Con El Decano la squadra vince un ultimo titolo nazionale, l’ottavo, nel 1934, giocandovi fino al 1939. In totale con la maglia del Nacional avrebbe realizzato 301 goal in 369 partite. Proprio nel 1939, el Mago decide di concludere la propria carriera di calciatore.
Dopo il ritiro, Scarone allena il Real Madrid (1951-1952). Curiosamente riprenderà l’attività agonistica ormai in età avanzata, riuscendo a militare ancora a 55 anni nella massima serie uruguayana. Dopo la morte il Nacional gli ha dedicato la tribuna est del proprio stadio, il Gran Parque Central
GYULA ZSENGELLER
Gyula Zsengellér (Cegléd, 27 dicembre 1915 – Nicosia, 29 marzo 1999) è stato un calciatore e allenatore di calcio ungherese, vice cmpione del Mondo con l’Ungheria nel Campionato mondiale di calcio 1938 tenutosi in Francia. Nel 2017 è stato inserito al terzo posto nella classifica dei migliori capocannonieri dei campionati di Prima Divisione di tutti i tempi, stilata dall’IFFH.
Zsengellér iniziò a giocare a calcio nella squadra della sua città, il Cegléd, nel 1929, passando l’anno successivo al Salgótarján con cui vinse per due volte il campionato non professionistico, nel 1933 e nel 1935. Rimase nel club fino al 1936, facendo il suo esordio nello stesso anno nella massima serie ungherese, marcando diciannove reti in 24 presenze: nonostante i suoi gol, però, la squadra retrocesse in seconda divisione. Venne allora acquistato dall’Újpest: con la squadra di Budapest rimase per dodici stagioni, interrotte dalla seconda guerra mondiale, vincendo quattro campionati di massima serie e conquistando, sotto la guida di Béla Guttmann, la Coppa Mitropa del 1939, della quale fu anche capocannoniere con nove reti. Fu anche in cima alla lista dei goleador del campionato ungherese per cinque volte ed in particolare, nella stagione 1938-1939, mise a segno 56 reti, che fecero di lui il giocatore più prolifico del mondo in quell’annata. Prima dell’esistenza della Scarpa d’oro fu due volte miglior cannoniere europeo: nel già citato 1938-1939 con 56 reti, e nel 1944-1945 con 36 reti Siglò almeno 25 gol in ogni campionato, tranne in due circostanze: nel 1944 per cause belliche, e nel 1939-1940 a causa di un grave infortunio occorsogli il 29 ottobre 1939, che lo tenne lontano dai campi fino ad aprile 1940. Nella squadra magiara mise a segno in campionato 368 reti in 301 presenze fino all’ottobre del 1947 (inizio della sua tredicesima stagione nell’Újpest), quando venne acquistato dalla Roma.
Zsengellér venne pagato dai capitolini 14 milioni di lire e fu l’ultimo giocatore ungherese autorizzato a lasciare il paese: il suo ingaggio fu promosso dal connazionale Imre Senkey, che aveva accettato la guida della squadra giallorossa proprio in quella stagione, e che intendeva utilizzarlo nel sistema. Esordì in Serie A il 26 ottobre 1947 in Roma-Atalanta 4-1, siglando la sua prima rete nella giornata successiva, il 2 novembre, in Roma-Pro Patria 1-1. L’esperienza romana non fu però delle migliori: nella prima stagione mise a segno solo cinque reti in 28 gare, mentre nella seconda giocò solo sei gare e tutte nella seconda parte della stagione mettendo a segno una sola rete Passò quindi, a stagione iniziata, all’Anconitana militante in Serie C, nella quale mise a segno 18 gol in trenta gare: anche grazie alle sue marcature, in particolare dalla diciassettesima giornata (in cui segnò il suo primo gol, il 25 dicembre 1949, in Anconitana-Piombino 2-1) in poi, la squadra conquistò la promozione in Serie B.
Nell’agosto del 1950 entrò a far parte, insieme ad altri giocatori di origine ungherese e apolidi, di una squadra chiamata Hungaria FbC Roma che ebbe base a Cinecittà e che i giornali dell’epoca indicano anche come I.R.O. (acronimo per International Refugee Organization): di questa squadra, che non giocò mai partite ufficiali ma solo amichevoli, fu allenatore-giocatore insieme a Kosegy. La formazione così composta, che già aveva girato sia la Germania che la Spagna sfidando i migliori giocatori dell’epoca, fece un tour in Colombia nel 1950, giocando numerosi match di esibizione contro squadre locali: successivamente, diversi giocatori (come Ferenc Nyers e Béla Sárosi) militarono nel campionato colombiano (che in quegli anni si stava riorganizzando e stava attirando giocatori da tutto il mondo, grazie agli alti ingaggi elargiti. Lo stesso Zsengellér firmò un contratto come giocatore-allenatore del Deportivo Samarios, nel quale rimase per due stagioni siglando 23 gol in trentasette gare: dopodiché si ritirò dal calcio giocato, all’età di 37 anni, per fare esclusivamente l’allenatore.
Meazza capitano dell’Italia e Sarosi capitano dell’Ungheria con l’arbitro Capdeville. Siamo al sorteggio della finale della Coppa del Mondo 1938. L’Italia vincerà per 4-2.
GIORGIO SAROSI
György Sárosi, noto in Italia anche con il nome italianizzato Giorgio Sarosi (Trieste, 16 settembre 1912 – Genova, 20 giugno 1993), è stato un calciatore e allenatore di calcio ungherese. Occupa l’89ª posizione nella speciale classifica dei migliori calciatori del XX secolo pubblicata dalla rivista World Soccer. Era il fratello maggiore di Béla Sárosi. e di Laszlo Sarosi (1913), nuotatore e giocatore di pallanuoto.
Inizialmente Sárosi giocò in varie posizioni nel Ferencvárosi TC e nella Nazionale di calcio ungherese. Pur essendo essenzialmente un attaccante, poteva giocare anche come difensore centrale. Vinse con il Ferencvárosi TC cinque campionati tra il 1932 e il 1941, oltre alla Coppa dell’Europa Centrale 1937, quando, sotto una pioggia battente, segnò da capitano 3 gol nella vittoria della squadra contro la Lazio per 5-4.
Ha giocato in totale 62 partite con la Nazionale magiara segnando 42 gol, dall’esordio il 21 maggio 1931 a Belgrado contro la rappresentativa Nazionale dell’allora Jugoslavia; tra le sue gare in Nazionale va ricordata la partita di Coppa Internazionale del 19 settembre 1937 a Budapest contro la Cecoslovacchia, vinta dagli ungheresi per 8–3, quando in 51 minuti, tra il 34′ e l’85’, segnò 7 reti. La sua ultima partita in Nazionale fu da lui disputata il 7 novembre 1943 allo stesso Belgrado contro la rappresentativa della Svezia.
Ai mondiali ha segnato 6 gol in totale, di cui 1 nell’edizione del 1934 e 5 in quella del 1938 con la fascia di capitano della Nazionale d’Ungheria, compreso quello segnato nella finale contro l’Italia, persa per 2-4. Avendo realizzato un gol anche negli ottavi, nei quarti e nelle semifinali del Mondiale 1938, è uno dei tre giocatori, insieme all’uruguayano Ghiggia e al brasiliano Jairzinho, ad aver segnato almeno un gol in ogni partita di un’edizione dei Mondiali, compresa la finale per il 1º e 2º posto.
Terminata la carriera agonistica da calciatore, Sárosi si trasferì in Italia nel 1947 e intraprese quella di allenatore di diverse squadre, tra cui il Bologna, la Lucchese Libertas (dove fu esonerato all’undicesima giornata dopo la sconfitta casalinga contro l’Udinese e sostituito da Ivo Fiorentini, a cui subentrò alla quinta giornata di ritorno), il Bari, la Juventus (con la quale vinse lo scudetto 1951-1952), il Genoa (dove curò a lungo anche il vivaio giovanile), la Roma, e il Brescia. Ebbe una breve esperienza in Svizzera al Lugano.
Tornato in Italia, allenò in Serie D e Promozione il sodalizio genovese Gruppo C.
BELA SAROSI
Béla Sárosi (Budapest, 15 agosto 1919 – Saragozza, 15 giugno 1993) è stato un calciatore e allenatore di calcio ungherese, di ruolo centrocampista.
Dopo diversi campionati disputati in patria nel Ferencváros, che gli valsero anche una presenza continua in Nazionale, approdò in Italia al Bologna, dove rimase per tre stagioni (dal 1946 al 1949). Aveva lasciato la patria per motivi politici. In seguito, quando il Bologna iniziò a giocare con il sistema, fu ceduto al Bari dove rimase per una stagione giocando 21 partite e segnando 2 gol. Nel 1950 giocò invece nel Hungaria Fbc Roma, squadra formata solo da giocatori apolidi o di origine ungherese, che fece un tour in Colombia nel 1950; successivamente rimase a giocare lì per una stagione nell’Atlético Junior, nel periodo dell’El Dorado. In seguito giocò per il Porto, Real Saragozza (dove divenne noto con il nome di Albert Sarosy Bus[3]) e il Lugano.
Ha giocato in totale 25 partite con la Nazionale magiara, tutte prima del suo arrivo in Italia. Pur convocato per il Mondiali del 1938, debuttò in Nazionale solo l’anno seguente, il 16 marzo, in amichevole contro la Francia, partita terminata 2-2.
LEONGINO UNZAIN
Nato a Guarab in Paraguay. Nazionale Paraguayano, avversario dell’Italia nell’inutile partita vinta dagli azzurri per 2-0 ai mondiali brasiliani del 1950, giocata quando l’Italia era già stata eliminata dalla Svezia venne ingaggiato dalla Lazio per il campionato 1949 – 50. Ala sinistra, una sola stagione nel nostro campionato con 15 presenze e una rete.
KNUT NORDAHL
Knut Nordahl (Hörnefors, 13 gennaio 1920 – Föllinge, 28 ottobre 1984) è stato un calciatore svedese, di ruolo centrocampista.
A livello di club ha giocato con l’IFK Norrköping e la Roma, segnando su rigore la sua unica rete in Serie A, il 13 maggio 1951, nella vittoria casalinga contro la Sampdoria per 5-0[1]; la stagione fu però infelice, poiché terminata con la prima ed unica retrocessione della squadra capitolina.
Con la Svezia ha partecipato al torneo olimpico del 1948, vincendo la medaglia d’oro assieme ai fratelli Bertil e Gunnar, e al campionato del mondo 1950. Insieme ai fratelli dominò il premio Guldbollen tra il 1947 ed il 1949: Gunnar vinse nel 1947, Bertil nel 1948 e Knut nel 1949[2]. Aveva inoltre altri due fratelli calciatori, i gemelli Gösta e Goran
GUSTAF GARD
Gustaf Ingvar Bertil Gärd (Malmö, 6 ottobre 1921 – 31 agosto 2006) è stato un calciatore e allenatore di calcio svedese, di ruolo mediano.
Iniziò la sua carriera nel Malmö FF, squadra svedese, con cui totalizzò 89 presenze nel corso dei nove anni di militanza. Nel 1950 si trasferì in Italia, avanzando da difensore a centrocampista, accasandosi alla Sampdoria. Con la squadra genovese assommò 20 presenze in Serie A.Una volta lasciata la società italiana, però, non poté tornare a giocare in Svezia ad alti livelli, in quanto lì non esisteva il professionismo e le regole gli impedirono di giocare nuovamente da dilettante.
Debuttò in Nazionale di calcio svedese l’8 giugno 1950, venendo incluso nella lista dei convocati per Brasile 1950. Nel corso di tale manifestazione giocò da titolare tutte e cinque le partite della sua compagine, senza però riuscire ad andare a segno; non fu più convocato negli anni a seguire.
BROR MELLBERG
Bror Mellberg (Ambjörby, 9 novembre 1923 – Ambjörby, 8 settembre 2004) è stato un calciatore svedese, di ruolo attaccante. Fece parte della Nazionale svedese, con la quale ha partecipato ai Mondiali del 1950 e a quelli del 1958.
Ingaggiato dal Genoa disputò in maglia rossoblu i campionati 1950 – 51 in Serie A e 1951 – 52 in Serie B per complessive 65 presenze segnando 2 reti.
STIG SUNDQVIST
Stig Sundqvist (Vittjärv, 19 luglio 1922 – Jönköping, 3 agosto 2011) è stato un calciatore svedese, di ruolo centrocampista.
Si fece conoscere con la maglia della propria Nazionale ai Mondiali 1950, in cui la Svezia eliminò la selezione italiana. La Roma lo scelse anche poiché dotato di continuità e affidabilità dal punto di vista comportamentale. Lo svedese, abituato a giocare con il “sistema”, faticò ad inserirsi nel modulo voluto dal tecnico Baloncieri e le sue prestazioni in campo risentirono anche del lento adattamento al nuovo ambiente. Riuscì a mostrare il suo valore solo nel finale di stagione, in cui i giallorossi retrocedettero. L’anno successivo contribuì alla promozione e, dopo un’ultima stagione in Serie A, tornò in patria per allenare.
KARL ERIK PALMER
Karl-Erik Palmér, noto anche come Calle Palmér (Malmö, 17 aprile 1929 – Malmö, 2 febbraio 2015), è stato un calciatore svedese, di ruolo centrocampista.
Di ruolo mezzala, proveniente dal Malmö, dove si era aggiudicato tre campionati nazionali consecutivi e una Coppa di Svezia, venne acquistato nell’estate 1951 dal Legnano, che si accingeva a disputare il suo primo campionato di Serie A. Il 23 settembre 1951 realizza la prima storica rete dei lilla in massima serie, in occasione della sconfitta esterna contro la Lucchese; in tutto il campionato, chiuso all’ultimo posto, le reti al suo attivo saranno 6 (secondo miglior marcatore della squadra dopo Bruno Mozzambani), fra cui una doppietta decisiva per il successo esterno sul Napoli del 15 giugno 1952.
Nella stagione successiva con 3 reti all’attivo contribuisce all’immediato ritorno in A dei lombardi, mentre nella stagione 1953-1954, che vede nuovamente il Legnano arrivare in fondo alla classifica, mette a segno una rete nel 2-2 in casa dei futuri campioni d’Italia dell’Inter.
Resta a Legnano fino al 1958 per altri 3 campionati di Serie B e uno di Serie C, quindi passa alla Juventus come riserva di Giampiero Boniperti e Omar Sívori, disputando tre incontri di campionato e 6 in Coppa Italia (di cui una nell’edizione 1958-1959 vinta dai bianconeri). Nel 1959 torna al Malmö FF dove chiude la carriera.
In Italia ha totalizzato complessivamente 58 presenze e 7 reti in Serie A e 118 presenze e 13 reti in Serie B.
Con la Svezia ha partecipato al campionato del mondo 1950, in cui ha disputato 5 partite e segnato 3 gol (il primo contro il Paraguay, il secondo contro l’Uruguay ed il terzo contro la Spagna).
HASSE JEPPSON
Hans Olof Jeppson, detto Hasse (Kungsbacka, 10 maggio 1925 – Roma, 21 febbraio 2013), è stato un calciatore svedese, di ruolo attaccante. È scomparso nel 2013 a Roma all’età di 87 anni, per complicazioni renali e cardiache a seguito di un intervento chirurgico per una frattura al femore.
Inizia la sua carriera nel Kungsbacka IF, per poi passare all’Örgryte IS. Con il trasferimento al Djurgårdens IF, nel 1948, arriva la consacrazione: Jeppson vince la classifica cannonieri del massimo campionato svedese (1950-1951, 17 reti) e gli si aprono le porte della Nazionale dove sostituisce Gunnar Nordahl, facendolo diventare noto con il soprannome Hasse Guldfot (Hasse piede d’oro).