CALCIO LIGURE DAL ’48 AL 2000: PROMOZIONI E RETROCESSIONI DA ECCELLENZA A I CATEGORIA

a cura di FRANCO ASTENGO Allo scopo di rendere sempre più completo il nostro blog anche dal punto di vista dei dati complessivi della storia del Calcio Ligure riassumiamo in questa occasione il quadro completo di promozioni e retrocessioni dalle diverse categorie regionali (Eccellenza, Promozione, Prima Categoria) dalla stagione 1948-49 alla stagione 1999-2000. L’intero secondo cinquantennio del secolo. Si troveranno citate, come è già capitato in altre occasioni di raccolta di dati, società di altissimo profilo, vere e proprie “nobili decadute”(Savona, Entella), squadre per lunghi tratti egemoni nei nostri campionati dilettantistici (ad esempio Sestrese e Sestri Levante) e altre che hanno vissuto qualche stagione e adesso sono state dimenticate, ma la cui memoria non deve andare definitivamente perduta. Citazione particolare per la gloriosa Rivarolese alla vigilia del centesimo anno di fondazione. Nella stagione 1922-23, campionato di Prima Divisione (la futura Serie A), vinto dal Genoa, i polceveraschi si tolsero la soddisfazione di battere 2-0 (gol di Pienovi al 15′ e Robotti al 53′) la Juventus, al ritorno vinsero i bianconeri 5-0. Questa la formazione della Rivarolese: Vercelli, Pittaluga, Gallino, Bottino, Barabino, Romanelli, Vannozzi, Pienovi, Taverna, Robotti, Giorgini.  Andiamo per ordine. STAGIONE 1948 – 49 PROMOZIONE INTERREGIONALE (campionato collocato immediatamente al di sotto della Serie C) Promossa: Rivarolese. Retrocesse: Novese (dopo spareggio con la Bolzanetese 0-1), Intemelia, Cairese, Sarzanese. La Cairese: da sinistra, Garello, Rissone, Sesca, Bronda, Varaldo, Rinaldi, Ferrero, Fenech, Bulbarella, Milanese, Scanferlato, il massaggiatore Benevento STAGIONE 1949 – 50 PROMOZIONE INTERREGIONALE Promossa: Rapallo. Retrocesse: Borgotarese, Liberi Sestresi e Speranza Savona. STAGIONE 1950 -51 PROMOZIONE INTERREGIONALE Promossa: Rivarolese. Retrocesse: Lavagnese, Corniglianese, Derthona, Varazze. OTO Ausonia Spezia ritirata dal campionato. STAGIONE 1951 – 52 PROMOZIONE INTERREGIONALE Promosse: Novese, Vigherese, Sestrese, Cuneo,, Sestri Levante. Retrocesse: non ci sono retrocessioni. Le squadre classificate dal 6° al 18° posto sono ammesse al nuovo campionato di Promozione Regionale, essendo  a livello interregionale istituita la IV Serie. STAGIONE 1952 – 53 PROMOZIONE REGIONALE (due gironi Ponente e Levante) quinto livello del calcio italiano. Promosse: Albenga e Arsenal Spezia. Retrocesse: Monteponi Vado, Loanesi, Juventina Dogali, Bolzanetese, , Di Stefano, Pro Recco e Liberi Sestresi. Albenga: da sinistra in piedi Magnetto, Vignolo, Maritano, Gallarati, Tonini, Bernini, Ballaucco; accosciati: il massaggiatore Aicardi, Grammatica, Longoni, Malco, Fiorucci STAGIONE 1953 – 54 PROMOZIONE REGIONALE Promosse: Vado e Novese. Retrocesse: Valbordighera, Cairese, Migliarinese, Santerenzina, Orione e Levanto. Il Vado 1953 – 54 con gli indimenticabili Ansaldo, Murialdo, Biggi, Macrì e Vittorio Caviglia  STAGIONE 1954 – 55 Promosse: Veloce Savona e Sammargheritese. Retrocesse: Ventimigliese, Finale, Dianese,Auxilium Alassio, Proletaria Sarzana, Ferrovieri Sampierdarena, Riva Trigoso, Pitellese. STAGIONE 1955 – 56 Promosse: Sestrese, Entella. Retrocesse: Cairese (poi ripescata), Mameli Voltri, Migliarinese. Un’immagine del campo di via Chiaravagna negli anni ’50 : si gioca il derby Sestrese – Elah Pegli STAGIONE 1956 – 57 Promosse: Andrea Doria e Sestri Levante (Savona ammesso alla II serie Interregionale per merito sportivi). Retrocesse: Calciatori Prè, Cairese (poi ripescata), Fezzanese, Barbieri Grifone. STAGIONE 1957 – 58 Promosse: Varazze e Arsenal Spezia. Retrocesse: Ansaldo Fossati, Audace Venezia, SIAC Ansaldo, Serravallese e Chiavari Calcio. STAGIONE 1958 – 59 Promosse : Imperia e Sestrese. Nessuna retrocessione. STAGIONE 1959 – 60 Promossa : Finale Ligure ( dopo spareggio con il Pontedecimo). Retrocesse: Libertà Lavoro Speranza Savona, Pertinace. STAGIONE 1960 – 61      Promossa: Albenga (dopo spareggio con la Lavagnese). Retrocesse: Colombo Cogoleto, Quiliano, Veloce, Arma Juve, Bolzanetese, Edera Prà, Carlo Grasso Rapallo, Liberi Sestresi. Tutte le squadre retrocesse sono ripescate per allargamento dei quadri. STAGIONE 1961 – 62 Promossa: Lavagnese (dopo spareggio con l’Alassio), Alassio poi promosso per completamento organico in Serie D. Retrocesse: Ventimigliese (poi ripescata), Veloce Savona, Quiliano, Borgo Pila e Ovadese. STAGIONE 1962 – 63 Promossa Sammargheritese (dopo girone finale con Arsenal Spezia, Cairese e Vado). Retrocesse: Carcarese (poi ripescata), Dianese (poi ripescata), Altarese, Busallese, Bolzanetese, Croce Verde Sestri Ponente. STAGIONE 1963 – 64 Promossa : Albenga (dopo girone finale con Cairese, Pontedecimo, Sestrese). Retrocesse: Dianese, Carcarese, Fincosit e Borgoratti. STAGIONE 1964 – 65 Promossa: Gruppo “C” ( dopo girone finale con Arsenal Spezia, Sammargheritese e Sestrese). Retrocesse: Cengio (dopo spareggio a Varazze: Cengio – Borgo Pila Cannevello 0-1), Elah Pegli, Edera Prà, Don Bosco Spezia, Rivarolese. STAGIONE 1965 – 66 Promossa. Sestri Levante (dopo girone finale con Campese, Sammargheritese, Sestrese). Retrocesse: Albisola, Colombo Cogoleto, Busallese. STAGIONE 1966 – 67 Promosse: Sestrese e Ligorna. Retrocesse Ventimigliese (dopo girone finale con Nolese e Villetta Savona), Rossiglionese, Nuova Corte S. Margherita, Riva Trigoso. STAGIONE 1967 – 68 Promossa: Arsenal Spezia (dopo spareggio con il Varazze). Istituito il nuovo campionato di Eccellenza al Girone Unico Regionale. Nessuna retrocessione. STAGIONE 1968 – 69 CAMPIONATO DI ECCELLENZA (girone unico regionale) campionato subito al di sotto della Serie D. Promossa: Pro Molare (dopo spareggio con la Campese). Retrocesse Pro Recco, Vigili Genova, Ligorna, Cairese ammessa in Eccellenza per completamento dell’organico. CAMPIONATO DI PRIMA CATEGORIA Promosse: Gaviese, Ventimigliese, Fezzanese. Retrocesse: Carcarese, Borgio Verezzi, Sampierdarnese, Pro Figaro Viacava. La Gaviese superstar, da notare che con Rivara e Delfino si schiera anche il portiere Valeri, vincitore di un torneo di Viareggio con la Sampdoria. Da sin., in piedi: Nervi, Reghitto, Rivara, Landini, Ghisoni, Valeri;  accosciati: C. Cazzola, Delfino, Verdino, M. Cazzola, Tagliaferri STAGIONE 1969 – 70 CAMPIONATO DI ECCELLENZA Promossa: Gaviese. Retrocesse: Ventimigliese (poi ripescata), Pontedecimo, Laonesi, Cairese, Sant’Agostino di Sant’Olcese, Dianese) CAMPINATO DI PRIMA CATEGORIA Promosse: Soccorso Pietra Ligure, Ovadese, Pro Recco, Lerici.. Retrocesse: Garessio, Nolese, Cengio, Don Bosco Varazze, Santa Cecilia Albisola, Elah Pegli, Postelegrafonici, Foce, Nuova Corte Santa Margherita, Molicciari, Santerenzina, Fezzanese. STAGIONE 1970 – 71 CAMPIONATO DI ECCELLENZA Promossa: Sestri Levante. Retrocesse: Pro Recco (poi riammessa), Ventimigliese, Campese e Fulgor Cavi. CAMPIONATO DI PRIMA CATEGORIA Promosse. Argentina, Pontedecimo, Levante, Migliarinese. Retrocesse: Andora, Auxilium Alassio, Ceriale, Bolzanetese, Centrale Solpar, Vigili Genova, Baiardo, Ligorna, Basile Marsano, S, Benedetto, Lunense Castelnovese, Santerenzina. STAGIONE 1971 – 72 CAMPIONATO DI ECCELLENZA Promossa: Lerici (dopo spareggi con Sammargheritese e Sestri Levante). Retrocesse: Sanremese (poi ripescata), Alassio, Molassana Boero, Migliarinese e Pro Recco). STAGIONE 1972 – 73 CAMPIONATO DI ECCELLENZA Promossa: Levante Genova  dopo spareggio con il Pontedecimo). Retrocesse: Lavagnese (poi ripescata), Quezzi, Pietra Soccorso, Valdellora, Sestrese. STAGIONE 1973 – 74 CAMPIONATO DI ECCELLENZA Promossa: Sarzanese. Retrocesse: Erg, Lavagnese, Sammargheritese, Lunense Castelnovese. Un’immagine di Lerici – Imperia 1-1 STAGIONE 1974 – 75 Promossa: Sanremese. Retrocesse: Argentina (per differenza reti rispetto alla Loanesi, poi riammessa), Little Club Genova, Sant’Agostino di Sant’Olcese, Rapallo. Fusione tra Gruppo C e Levante: nuova denominazione: Levante C. La Sanremese dominatrice del campionato 1974 – 75: da sin. in piedi, Porzio (dirigente), Cavalleri (oggi agente di Borriello e altri), Foglia, Ventura (futuro allenatore della Nazionale eliminata dal Mondiale 2018), Chiari, Grammatica, Zitta, Gatti, Scaburri, Duce, Brenna (all.); accosciati, Conchioni, Rigato, Ferlito, De Maria, Masia, Tonoli, Guindani (massaggiatore) STAGIONE 1975 – 76 Promossa: Rivarolese. Nessuna retrocessione. Istituito nuovamente il campionato di Promozione su due gironi regionali. STAGIONE 1976 – 77 CAMPIONATO DI PROMOZIONE: su 2 gironi regionali Ponente e Levante, campionato immediatamente successivo alla Serie D. Promossa: Albenga (dopo spareggio con il Pontedecimo). Retrocesse: Taggese, Carcarese, Monzone, Quarto (poi ripescato). Erg e Navalcavi rinunciano al campionato 1977 – 78 a completamento dell’organico viene ammessa la Veloce Savona. STAGIONE 1977 – 78 Promosso: Pontedecimo. Retrocesse: Pietra Ligure, Veloce Savona, Lavagnese e Lerici. STAGIONE 1978 – 79 Promossa: Sestrese (dopo spareggi con Vado, Levante “C” e Sarzanese). Retrocesse: Argentina, Arenzano, Molicciara, Ortonovo. STAGIONE 1979 – 80 Promossa: Quarto San Desiderio (dopo spareggi con Sarzanese e Vado). Retrocesse: Samp ’46, Intemelia, Borgoratti e Pro Recco. Ammesse per completamento organici Audace Campomorone (al posto del Rapallo che si fonde con il Quarto San Desiderio e passa in Serie D) e Ausonia Brin (il Monzone rinuncia al campionato). STAGIONE 1980 – 81. CAMPIONATO DI PROMOZIONE Promosse: Vado e Sarzanese. Ripescata in Serie D, a completamento dell’organico l’Entella. Retrocesse: Multedo Pegli e Don Bosco Sampierdarena. Ripescata la Pro Recco. CAMPIONATO DI PRIMA CATEGORIA: secondo livello del calcio ligure. Promosse: Cairese, Baiardo, Lavagnese, Monzone ripescata Pro Recco. Retrocedono: Altarese, Millesimo, Ronchese, Mignanego, Calvarese, Quinto, Vezzano, Pagliari. STAGIONE 1981 – 82 CAMPIONATO DI PROMOZIONE Promosse: Cairese e Busallese. Retrocesse: Ovadese (dopo spareggio con il Molassana), Rivarolese e Fivizzanese. Per la fusione tra Bacezza ed Entella ammessa la Veloce Savona.  Cairese  81- 82: da sinistra, in piedi, l’allenatore Mino Persenda, Lupi, Pala, Fadda, Mario Bertone, Lucchesi, Caviglia, Badano, Poggio, Bressan; accosciati: Moretti, Grasso, Marcolini, Petrangelo, Barbiero, Cazzola, il massaggiatore Collenghi CAMPIONATO DI PRIMA CATEGORIA    Promosse: Intemelia, Arenzano, Bogliasco, Migliarinese ripescata la Veloce Savona. Retrocesse: Carlin’s Boys, Vallecrosia (poi ripescata), Villetta Savona, Casellese, Carlo Grasso Rapallo, Veronesi Marinella e Rio Major. STAGIONE 1982 – 83 CAMPIONATO DI PROMOZIONE Promosse: Andora e Migliarina Sport. Retrocesse: Alassio, Loanesi, Intemelia, Pro Recco, Sammargheritese, Ausonia Brin. Fusione tra Lunense e Marinella Luni e Tra Ventimigliese e Intemelia. CAMPIONATO DI PRIMA CATEGORIA Promosse: Cariale, Mallare, Rivarolese, Ovadese, Fossese, Fivizzanese, Fratelli Signani Aulla. Retrocesse: Cervese, Priamar Savona, Santa Cecilia Albisola, Campasso, Bolzanetese, Sarissolese, ANPI Casassa, Fontanabuona, Ravecca, Fossitermi, Bottagna, Santerenzina. STAGIONE 1983 – 84 CAMPIONATO DI PROMOZIONE Promosse: Varazze e Bogliasco. Retrocesse: Finale, Arenzano, Corniglianese, Monterosso, Riva Trigoso, Marinella Luni. Fusione tra Levante “C” e Pegliese, sorge la Levante “C” Pegliese. CAMPIONATO DI PRIMA CATEGORIA Promosse: Cengio, Vado Boys, Samp’46, Sammargheritese, Ascom Ortomercato, Canaletto, Levanto. Retrocesse: Vallecrosia, Loanesi, Alassio, Folgore Prà, Pegliese, Silces, Camogli, Calvarese, Little Club Genova, Ausonia Brin, Fezzanese (poi ripescata), Brugnato. Fusione tra Albaro e Athletic Club. STAGIONE 1984 – 85 CAMPIONATO DI PROMOZIONE Promosse: Levante “C” Pegliese e Sammargheritese (dopo spareggio con Ceparana). Retrocesse: Mallare, Busallese, Boys Vado, Monzone, Ascom Ortomercato, Valdellora. CAMPIONATO DI PRIMA CATEGORIA Promosse: Sanremno ’80, Taggese, Lagaccio, , EA CAP, Monterosso. Retrocesse. Priamar Savona, Celle, Carlin’s Boys, Corniglianese, Voltrese, Pro Figaro, Goliardica, Pontecarrega, Marassi, Forza e Coraggio La Spezia, Orione, Candor. Ortomercato confluisce nel Ligorna, fusione tra Robino e Little Club nasce Robino Little Club. STAGIONE 1985 – 86 CAMPIONATO DI PROMOZIONE Promosse: Vado e Levanto (spareggio con la Fossese). Retrocesse: Dianese, Cengio, Audace Campomorone, Cap San Salvatore, Rivarolese, Lagaccio). CAMPIONATO DI PRIMA CATEGORIA Promosse: Bastia Villanovese, Finale, Sant’Olcese, Nuova San Fruttuoso, Lerici. Retrocesse: Albisola, Bragno, San Filippo Neri Albenga, Arenzano, Rossiglionese, Bolzanetese, ANPI Casassa, Rupinarese, Riva Trìgoso, Don Bosco Spezia, Marinella, Migliarinese.  Orione, Bottagna e Valdellora confluiscono in Ortonovo, Vezzano, Migliarinese. STAGIONE 1986 – 87 CAMPIONATO DI PROMOZIONE Promosse: Ventimigliese e Sammargheritese. Retrocesse: Taggese, Andora, Sant’Olcese, Molassana Boero, Albiano Capriogliola, Fivizzanese. Fusione tra Bastia , Villanovese e Alassio: denominazione Alassio Bastia. CAMPIONATO DI PRIMA CATEGORIA Promosse: Cervese, Folgore Prà, Cogoleto, Cosmos USVE, Santo Stefano Magra, Lunense. Retrocedono: Vado Boys, Auxilium Alassio, Calizzaano, Sarissolese, Santo Stefano, Multedo Pegli, Borgoratti, Pro Figaro, Pro Recco, Ausonia Brin, Fezzanese, Valmar. La Sarissolese confluisce nella Busallese. STAGIONE 1987 – 88 CAMPIONATO DI PROMOZIONE Promosse: Carcarese e Levanto. Retrocesse: Ovadese, Cervese, Cogoleto, Ceparana (dopo spareggio con il Cosmos), Santo Stefano Magra e Lunense. CAMPIONATO DI PRIMA CATEGORIA Promosse: Taggese, Millesimo, Audace  Campomorone, Rivarolese, Fontanabuona, Casarza Ligure, Migliarinese, Ortonovo. Retrocesse: Bordighera, Andora, Altarese, Don Bosco samperdarena, Olimpic Palmarese, Lagaccio, Riva Trigoso, Marassi, Monegliese, Cadimare, Monzone, Albiano. Il Ligorna assorbe il Robino Little Club. STAGIONE 1988 – 89 CAMPIONATO DI PROMOZIONE Promosse: Savona e Pontedecimo. Retrocesse: Veloce Savona, Finale, Riviera dei Fori, Bogliasco, Sestri Levante, Casarza Ligure. I “granata” della Veloce: da sinistra, piedi, il medico sociale dott. Natale Vanara, Vaccarezza, Centino, Caramello, Marchisio, Brondo, il massaggiatore Bordo, l’allenatore Corrado Orcino; accosciati: Monge, Reverdito,Sponza, Lombino, Papalia, Guarisco, Pesce CAMPIONATO DI PRIMA CATEGORIA Promosse: Dianese, Culmv, Fegino, Molassana Boero, Moneglia, Garibaldina Spezia. Retrocesse: Zinola, Borghetto santo Spirito, Lavagnola ’78, Calizzano, Cffs Sampierdarena, Vecchia Genova, Multedo Pegli, Rupinarese Leivi, Anpi Casassa, Istituto Arecco, Romitomagra, Azzurri Spezia, Don Bosco Spezia (ripescato). Endas Molino e Chiappa rinunciano al prossimo campionato. San Francesco Loano assorbito dalla Loanesi. Zinola e Fornaci Savona (neopromosso) si fondono per formare lo Zinola Fornaci. STAGIONE 1988 – 90 CAMPIONATO DI PROMOZIONE Promosse: Libarna e Rapallo. Retrocesse: Millesimo, Folgore Prà, Samp’46, Cosmos USVE (dopo spareggio con il Moneglia), Lerici, Nuova San Fruttuoso, Molassana Boero. Riammesso il Cosmos USVE dopo la fusione tra Cavese, Fossese e Lavagnese. CAMPIONATO DI PRIMA CATEGORIA Promosse: Sanremese, Busallese, Sestri Levante, Vezzano Ligure. Retrocesse: Arma ’85, Pietra Ligure, Cengio, Riviera dei Fiori, Goliardica, Voltrese Vultur, Arenzano, Carasco (poi ripescato), Borgoratti, Solferino, Bogliasco, Fivizzanese, Monzone, Cadimare. Fusione tra Italstrade e Amicizia San Rocco nasce l’Italstrade  Amicizia San Rocco. STAGIONE 1990 – 91 CAMPIONATO DI PROMOZIONE Promossa: Cairese. Nessuna retrocessione. Viene nuovamente istituito il campionato di Eccellenza a girone unico regionale. CAMPIONATO DI PRIMA CATEGORIA Le prime cinque classificate di ciascun girone vanno a formare l’organico del nuovo campionato di Promozione. Vengono ripescate Bogliasco e Pro Recco. La Finalborghese ritratta prima dell’ultimo derby con il Finale, poi ci sarà la fusione. Da sinistra, in piedi: Caffarena, Boni, Toro, Bertozzi, Torcello, Pascarella, Firpo, Di Pasquale, l’allenatore Mariani; accosciati: Gualerzi, Parodi, Novello, Garzoglio, Muraglia, Beccaria, Fasce, Rosu, Finocchio, il massaggiatore STAGIONE 1991 – 92 CAMPIONATO DI ECCELLENZA (girone unico regionale) campionato subito sottostante la Serie D. Promossa: Sanremese. Retrocesse: Baiardo, Monterosso, Vezzano Ligure. CAMPIONATO DI PROMOZIONE (due gironi regionali ponente e levante) secondo livello del calcio regionale. Promosse: Loanesi , Finale (dopo spareggio con Ligorna), Migliarinese. Retrocesse: Quliano (dopo spareggio con la CULMV) Alassio, Dianese, Castelnuovo Magra, Canaletto, Cosmos USVE. Il Lerici cede il titolo sportivo al Canaletto. CAMPIONATO DI PRIMA CATEGORIA (quattro gironi interprovinciali) terzo livello del calcio regionale. Promosse: Cogoleto, Carlin’s Boys, Bolzanetese, Italstrade Amicizia San Rocco, Folbas e Sesta Godano. Retrocesse: Mallare, Borgio Verezzi, Albisola, Rossiglionese, Don Bosco sampierdarena, Little Club Genova, Marinella Azzurri, Pignone e Moneglia. L’Ardita Juventus Nervi cede il titolo sportivo alla  Grafiche Del Cielo. L’Auxilium Alassio confluisce nell’Alassio. STAGIONE 1992 – 93 CAMPIONATO DI ECCELLENZA Promossa: Migliarinese. Retrocesse: Busallese, Ortonovo, Carcarese. Ripescato Baiardo. CAMPIONATO DI PROMOZIONE Promosse: Imperia e Folbas, Baiardfo ripescato in Eccellenza. Retrocesse: Cogoleto, Arma Taggia, Coalma via dell’Acciaio, Bogliasco Pontetto, Santo Stefano Magra, Fontanabuona. Ripescate Auxilium Alassio e Sam ’46. CAMPIONATO DI PRIMA CATEGORIA Promesse: Vallecrosia, Torriglia, Borgoratti,Ceparana. Ripescate Alassio e Samp ’46. Retrocesse: Cengio, Santo Stefano al mare, Dianese, Serra Riccò, ANPI Casassa, Santo Stefano Borzoli, Camogli, Campo Ligure, Istituto Arecco, Valle Sturla, Ameglia, Valdellora. STAGIONE 1993 – 94 CAMPIONATO DI ECCELLENZA Promossa: Sestrese. Retrocesse: Folbas (dopo spareggio con il Vado), Argentina  e Baiardo. CAMPIONATO DI PROMOZIONE Promosse: Albenga e Ceparana. Retrocesse: Varazze, Don  Bosco Sampierdarena (dopo spareggio con l’Albaro Athletic Club), Vallecrosia, Carcarese, Borgoratti, Canaletto e Monterosso. Fusione tra Olimpic Palmarese e Campo Ligure 1973, nasce l’Olimpic CampoLigure. CAMPIONATO DI PRIMA CATEGORIA Promosse: Pietra Ligure, Coalma Via dell’Acciaio, Send Italia, Arenzano, Santo Stefano Magra. Retrocesse: Borghetto ’84, San Bartolomeo del Cervo, Millesimo, Rossiglionese, Sori, Lagaccio, Romito magra, Calvarese, Fontanabuona. Send Italia cede il titolo sportivo alla Praese. Riva Trigoso, Pro Sestri e San Bartolomeo Lazzarini formano il Rivasamba, il Don Bosco Varazze confluisce nel Varazze. STAGIONE 1994 – 95 CAMPIONATO DI ECCELLENZA Promosso: Pontedecimo (dopo spareggio con la Pegliese). Retrocesse: Sestri Levante (dopo spareggio con la Loanesi), Vado e Finale. CAMPIONATO DI PROMOZIONE Promosse. Busallese, Folbas e Samp’46 (dopo spareggio con il Pietra Ligure). Retrocesse: Italstrade San Rocco (dopo spareggio con il Sant’Olcese), Alassio, CULMV, Carlo Grasso Rapallo, Vezzano Ligure, Pro Recco. Il Torriglia rinuncia al campionato, fusione tra Carlo Grasso e Rutese nasce la Grassorutese e tr Cisano San Giorgio e Conscente, nasce Cisano Ceriale. CAMPIONATO DI PRIMA CATEGORIA Promosse: Ospedaletti Sanremo, Cisano San Giorgio, Bogliasco, Riviera Fazzini, Borgoratti, CAP San Salvatore. Retrocesse: Legino, Arma Taggia, Bordighera, San Gottardo, Solferino, Veloce Savona, Ronchese, Virtus Sestri, Marassi, Pontecarrega, Canaletto, Marinella Azzurri, Borghetto Vara. Bordighera e Ronchese ripescate, Finalborghese confluisce nel Finale, Ponente e Italstrade Amicizia San Rocco cedono il titolo sportivo ad Arsenal Spezia e Corniglianese. Il Legino che ha rilevato il titolo sportivo dallo Zinola. Una società società capace poi di proseguire  ai massimi livelli regionali e di lanciare anche giocatori in Serie A come Stephan El Shaaraway.  Nella foto il primo a destra è il sempiterno presidente Carella cui si deve molto nei successi conseguiti dalla società verdeblu. La rosa degli anni ’90 comprendeva i portieri  Zappa (già titolare di Zenga nel Savona anni ’80) e Bizzarri; difensori: Avico, Rebella, Grillone, Grazzini, Azzolini a lungo capitano della squadra; centrocampisti: Festanti, Abbate, Pinelli, Rigato, Altieri, Peluso, Biffi, Briano, Carella; attaccanti : Venturino, Sponza, Morbelli  STAGIONE 1995 – 96 CAMPIONATO DI ECCELLENZA Promossa: Sanremese. Imperia ripescata. Retrocesse: Lavagnese, Rapallo, Albenga. Ripescato il Finale. CAMPIONATO DI PROMOZIONE Promosse: Vado (dopo girone finale con Finale e Loanesi) Sestri Levante e Grassorutese (spareggio con il Finale), Finale ripescato in Eccellenza. Retrocesse: Olimpic Campo Ligure, Carlin’s Boys, Sant’Olcese, Nuova San Fruttuoso, Ortonovo, Borgaratti. Ripescata la Voltrese Vultur. CAMPIONATO DI PRIMA CATEGORIA Promosse: San Bartolomeo Cervo, Bragno, Serra Riccò, Genoa Club MIgnanego, Caperanese, Sarzanese. Ripescata Voltrese Vultur. Retrocesse: Alassio, Millesimo, Mallare, Panificio Quintano (poi ripescato), CEP Borzoli (poi ripescato), Città Giardino Pegli, Certosa, Biga Quezzi,Forza e Coraggio la Spezia, Casarza Ligure, Monterosso.l’Olimpic Campo Ligure confluisce nella Campese. Il Picarello nel Sant’Olcese. STAGIONE 1996 – 97 CAMPIONATO DI ECCELLENZA Promossa: Entella. Retrocesse: Samp ’46, Ceparana, Folbas. CAMPIONATO DI PROMOZIONE Promosse: Argentina, Baiardo, Sarzanese (dopo spareggio con il Bogliasco). Retrocesse: Genoa Club Mignanego, Praese, Rivarolese, Brugnato, Stato Stefano Magra, Riviera Fazzini. CAMPIONATO DI PRIMA CATEGORIA Promosse: Porto Vado, Casellese, Pieve Ligure, Corte ’82 Santa Margherita, Vezzano Ligure, Rivasamba. Retrocesse: Don Bosco Vallecrosia (ripescata), Bordighera, Poggese, Nuova San Fruttuoso, Multedo Pegli, Gargiullo, Corniglianese, Ronchese, Lagaccio, Riese, Marinella Azzurri. Pro Figaro confluisce nella Nuova San Fruttuoso, Panificio Quintano nel Colombo ’92. STAGIONE 1997 – 98 CAMPIONATO DI ECCELLENZA Promossa: Sestrese. Retrocesse: Ventimigliese, Pegliese, Migliarinese. Fusione tra Albenga e Cisano. CAMPIONATO DI PROMOZIONE Promosse: Albenga e Fezzanese (dopo spareggio con il Bogliasco). Retrocesse: Bragno (dopo spareggio con la Samp ’46), Porto Vado, Serra Riccò, Corte ’82 Santa Margherita, Lavagnese e Rapallo. Ripescate Ortonovo, Pro Recco e Varazze. Il Cisano Ceriale confluisce nell’Albenga, dalla fusione tra San Bartolomeo del Cervo e Dianese nasce la Golfodianese. CAMPIONATO DI PRIMA CATEGORIA: Promosse: Zinola, Carlin’s Boys, Genoa Club Mignanego, Masone, Brugnato, Ortonovo. Ripescate Pro Recco e Varazze. Retrocesse: Santo Stefano al Mare, Santa Cecilia Albisola, Spotornese, Cogoleto, Prato salis, Castagna, Quarto, Borgoratti, Calvarese (ripescata), Ravecca, Mazzacandor, Ameglia, Levanto. Levanto, Dianese, Colombo ’92 rinunciano alla Prima Categoria. STAGIONE 1998 – 99 CAMPIONATO DI ECCELLENZA Promossa: Entella. Retrocesse: Finale (dopo spareggio con la Grassorutese), Sarzanese e Cairese. CAMPIONATO DI PROMOZIONE Promosse: Samp ’46, Bolzanetese, FOCE Vara, Caperanese. Retrocesse: Audace Campomorone (spareggio con la Golfodianese), Voltrese Vultur, Rivarolese, CAP San Salvatore, Bogliasco e Pieve Ligure. CAMPIONATO DI PRIMA CATEGORIA Promosse: Bragno, Quiliano, Praese, Cicagna, Corniglianese, Arci Pitelli, Valle Sturla. Retrocesse. Riviera dei Fiori, Pietrabruna, Taggese, Sant’Ampelio, Sant’Eusebio, Sori, CEP, Calvarese, Crevarese, Solferino, Borghetto Vara, Don Bosco Spezia, Romito Magra. Ripescato il Pontelungo Albenga. STAGIONE 1999 – 2000 CAMPIONATO DI ECCELLENZA Promossa: Savona. Retrocesse: Sestri Levante (dopo spareggio con il Baiardo, Caparanese e Samp ’46. CAMPIONATO DI PROMOZIONE Promosse: Cairese, Molassana Boero, Casellese (spareggio con il Finale). Retrocesse: Ospedaletti, Praese, Varazze, Vezzano Ligure, (spareggio  con l’Arci PItelli) Sesta Godano e Pro Recco. Lo  Zinola Riviera cede il titolo sportivo al Legino e gli Anni ’50 (neopromossa) cedono il titolo sportivo alla Nuova San Fruttuoso. Fusione tra via della Acciaio e Virtus Sestri, nasce la Virtus Via dell’Acciaio. CAMPIONATO DI PRIMA CATEGORIA Promosse: Alassio, ANNI’50, Camogli, Rapallo, Lavagnese e Bolanese. Anni’50 cede il titolo sportivo alla Nuova San Fruttuoso. Retrocesse: Andora, Sassello, Pontevecchio Pietra Ligure, Gargiullo, Virtus Sestri, Borzoli, Goliardica, Cogornese, ANPI Casassa, Castelnuovo Magra, Arci San Colombabo, CAP San Salvatore, Casarza Ligure. Cus Genova cede il titolo sportivo al Borgoratti, il Piana Crixia confluisce nel Dego, il Legino acquisisce il titolo sportivo dello Zinola. Lo Sciarborasca confluisce nel Cogoleto e lo Spezia Nord nel Vezzano. Ripescate: Andora, Anpi Casassa, Casarza Ligure, Priaruggia.

SERIE A 2018 – 2019: SUD VICINO AL MINIMO STORICO, NEL 2002 – 2003 MERIDIONE OUT

di FRANCO ASTENGO Stretto tra retrocessioni, mancati ripescaggi e fallite promozioni il Sud calcistico d’Italia si trova ridotto a minime proporzioni nella presenza nel campionato di Serie A 2018 – 2019. Una sola rappresentante meridionale, ancorché particolarmente illustre e competitiva come il Napoli, e una sola rappresentante delle Isole cioè il Cagliari con la Sicilia completamente tagliata fuori. Non è il minimo storico: addirittura nella stagione 2002 – 2003 non ci fu alcuna squadra a Sud di Roma presente nel massimo torneo. Ma, insomma, ci siamo vicini. Abbiamo così pensato di ricostruire le presenze di tutte le compagini meridionali e isolane a partire dal girone unico 1929 – 30. Ecco di seguito la situazione campionato per campionato. 1929 – 30: Napoli al quinto posto con 37 punti, scudetto all’Ambrosiana – Inter con 50 (due punti per la vittoria, un punto per il pareggio). E’ il Napoli dello “zio” Cavanna tra i pali (effettivamente zio di Silvio Piola) e dell’immaginifico Attila Sallustro al centro dell’attacco. La rosa del Napoli 1929-1930: Dall’alto al basso e da sinistra a destra, Vincenzi, Cavanna, Innocenti, il trainer Garbutt, De Martino, Roggia, Cassese, Perani, Vojak, Sallustro, Buscaglia, Mihalich 1930 – 31: ancora il Napoli solitario: sesto posto con 37 punti. Scudetto alla Juventus con 55. 1931 – 32: il Napoli arretra al nono posto 35 punti, ma c’è per la prima volta anche il Bari che raggranella 25 punti e si salva superando 2-1 il Brescia in uno spareggio giocato a Bologna.  Tra i pali bianco-rossi l’ex interista Zamberletti.Scudetto alla Juventus, 54 punti. 1932 – 33: Napoli addirittura al terzo posto con 42 punti , indossano la maglia azzurra alcuni grandi campioni come Colombari (record d’acquisto: 350.000 lire dal Torino), Ferraris II e Vojak. Retrocede il Bari con 22 punti, ma per la prima volta c’è il Palermo a rappresentare la Sicilia: dodicesimo con 29 punti. Tra i rosanero da ricordare la presenza di Banchero, l’uomo del fango, dal Genoa, di Faotto, dell’uruguayano Scarone e di Santillo, a lungo colonna dello Spezia. Scudetto alla Juventus 54 punti. 1933 – 34. Napoli ancora al terzo posto con 46 punti e Palermo dodicesimo (la Serie A si gioca a 16 squadre). Scudetto alla Juventus 53 punti. Italia campione del mondo superando nella finale la Cecoslovacchia 2-1 dopo i tempi supplementari. Il  Palermo campionato 1933 – 34 1934 – 35: Cala il Napoli al settimo posto con 29 punti e sale il Palermo che lo affianca con lo stesso punteggio. Nel Palermo sono arrivati rinforzi  come l’ex-interista Blasevich e l’ex-milanista Da Manzano. Scudetto alla Juventus  con 44 punti. 1935 – 36: Napoli ottavo con 28 punti. Ritorno in Serie A per il Bari, quattordicesimo con 25 punti (nei “galletti” tra i pali Cubi, che poi avremmo conosciuto come allenatore del CRADA Monfalcone nella Serie C ann’60, e due future colonne delle squadre genovesi: Battistoni e Marchionneschi). Inopinata retrocessione, invece, per il Palermo quindicesimo a ventitre punti. Scudetto al Bologna, 40 punti. 1936 -37: Il Bari si piazza al decimo posto con 27 punti togliendo al Napoli, tredicesimo con 24 punti, il virtuale “scudetto del Sud”. Vince il campionato il Bologna con 42 punti. 1937 – 38: Napoli al decimo posto con 28 punti (negli azzurri giostra Nereo Rocco e tra i pali si avvia l’epopea dei Sentimenti. L’apripista è Arnaldo, segnato dalle cronache come Sentimenti II), Bari tredicesimo a ventitre punti. Scudetto all’Ambrosiana – Inter con 41 punti. La nazionale italiana si conferma campione del mondo superando l’Ungheria a Parigi per 4-2. 1938 – 39: Napoli settimo con 31 punti e Bari undicesimo con 27. A Bari è tornato da Roma il “reuccio” Faele Costantino e fa il suo esordio un giovanissimo Tommaso Maestrelli: nella stagione 1973 – 74 sarà l’allenatore del primo scudetto della Lazio. Campionato vinto dal Bologna con 42 punti 1939 – 40: Bari campione del Sud con 27 punti e Napoli quattordicesimo con 24, salvo per il quoziente reti ( in inglese goal – average) che condanna la Sampierdarenese – Liguria. Sono tempi difficili per i partenopei perché il munifico presidente Ascarelli (costruttore anche di un magnifico stadio a lui intolato che poi sarà distrutto dai bombardamenti e ricostruito nel  1960 come Stadio San Paolo) è stato colpito dalla leggi razziali. Scudetto all’Ambrosiana Inter con 44 punti. 1940 – 41: Napoli ottavo con 30 punti,Bari retrocesso: sedicesimo posto con 17 punti. Non è  bastato tra i pali l’esordio di Leonardo Costagliola che poi sarà azzurro e a lungo portiere della Fiorentina. Intanto l’Italia è entrata in guerra. Scudetto al Bologna con 39 punti. Volo d’angelo di Nardino Costagliola 1941 – 42: Cadono le bombe ma il campionato continua e il Napoli, unica rappresentante meridionale, retrocede: quindicesimo posto, 23 punti. Tra gli azzurri troviamo la “Stella del Sud” Andrea Verrina, un voltrese che poi sarà allenatore del Savona. Primo Scudetto per la Roma, con 42 punti. 1942 – 43: Unica squadra meridionale il Bari che però immediatamente retrocede: quindicesimo posto con 24 punti. Si apre la stagione degli scudetti per quello che sarà il “Grande Torino” 44 punti, uno in più del sorprendente Livorno. 1945 – 46: Il calcio riprende in un’Italia spezzata dalla guerra. La frattura però non è soltanto simbolica. Si giocano due campionati, per via delle difficoltà di comunicazione con strade e ferrovie interrotte. Questa la classifica nel girone del centro – sud: Napoli 28, Bari 28, Roma 27, Livorno 26, Fiorentina 23, Pescara 18, Lazio 17, Palermo 17, Salernitana 14, Siena 13, Anconitana 9. Si disputa anche un girone finale per lo scudetto tra le prime 4 classificate al Nord e le prime 4 del Centro – Sud. Vince il Torino con 22 punti, Napoli al quinto posto (tra gli azzurri gioca Michele Andreolo, uruguyano, centromediano della nazionale italiana campione del mondo 1938) e Bari ottavo. 1946 – 47: A tempo di record si torna al girone unico di Serie A. Bari settimo con 38 punti, Napoli ottavo con 37 (campionato a 20 squadre) . Nel Bari spicca il centravanti Tontodonati, poi sarà alla Roma. Scudetto al Torino con 63 punti. 1947 – 48: Per motivi nazionalistici si riammette la Triestina e per la prima e unica volta il campionato si gioca a 21 squadre. Tra le meridionali si salva soltanto il Bari,undicesimo a trentotto punti. Retrocede il Napoli per via del coinvolgimento in un brutto caso di corruzione e cade anche la “matricola” Salernitana, una novità assoluta. I granata però vendettero cara la pelle soprattutto  grazie al nuovo sistema di gioco, imperniato sul “libero” ideato dal suo allenatore Gipo Viani: 34 punti e diciottesimo posto ( nella Salernitana giocano il mediano Piccinini, poi al Milan e alla Juventus padre del telecronista di Mediaset,  e il primo “falso nueve”  (centravanti alla Hidegkuti) del calcio italiano, l’ex-savonese Vaschetto). Scudetto al Torino con 65 punti (con il sistema attuale sarebbero stati 94). Al vecchio “Vestuti” la Salernitana batte il Bologna 1948 – 49. La stagione si chiude con il rogo di Superga: la più grande tragedia dello sport italiano. Scudetto d’ufficio ai granata che chiudono il campionato con la squadra ragazzi: 60 punti complessivi. Bari diciassettesimo con 30 punti. 1949 – 50. Si riaffaccia la Sicilia con il Palermo che il munifico presidente Lanza di Trabia  rinforza con assi del calibro di Carletto Galli e Aredio Gimona, tra i pali il savonese Pendibene un para-rigori d’eccezione e in panchina Gipo Viani. I rosanero sono tredicesimi con 33 punti. Il Bari retrocede: diciannovesimo posto con 29 punti. Vince lo scudetto la Juventus con 63 punti. 1950 – 51. Torna alla grande il Napoli: sesto posto con 41 punti. E’ il momento d’oro del comandante Lauro, Sindaco della Città, segretario del Partito Monarchico, presidente della squadra: una perfetta commistione tra politica, populismo e calcio, un vero progenitore. Palermo al decimo posto con 34 punti. Scudetto al Milan, illuminato dal trio Gre – No – Li, 60 punti. 1951 – 52. Napoli ancora sesto  con 42 punti:è la squadra del fornaretto Amadei, di Comaschi, Gramaglia, Castelli, Granata. Palermo undicesimo con 36 punti. Scudetto alla Juventus con 60 punti. 1952 – 53. “E’ cadduto o’Banc’e Napule” Così il “Mattino” annuncia l’acquisto dello svedese Jeppson da parte del Comandante Lauro: si passa per la prima volta la quota fatidica dei 100 milioni per l’ingaggio di un giocatore. Tanta attesa però non sarà ripagata: niente scudetto, Napoli quarto con 41 punti, Palermo quindicesimo con 30. Vince lo scudetto l’Inter con 47 punti (campionato a 18 squadre). Hasse Jeppson: il colpo da 105 milioni 1953 – 54. Napoli quinto con 38 punti: tra i pali cambio della guardia tra l’anziano Casari e il giovane Bugatti, arrivato dalla Spal. Retrocede il Palermo dopo spareggi con Spal e Udinese. Vince lo scudetto l’Inter con 51 punti. 1954 – 55. Napoli sesto con 38 punti. Esordio in Serie A per il Catania subentrato al Palermo a rappresentare la Sicilia. Ottimo comportamento sul campo, dodicesimo posto con 30 punti (in maglia rosso azzurra chiude la carriera Karl Hansen). Scoppia però, all’improvviso, il caso “Scaramella”, un arbitro coinvolto in un giro di partite truccate. Così arriva per il Catania la retrocessione d’ufficio. Vince lo scudetto il Milan con 48 punti. 1955 – 56. Napoli quattordicesimo con 32 punti nonostante l’arrivo di “O Lione” Vinicius de Menezies, detto Vinicio, un goleador che infiammerà per diverse stagioni il pubblico del Vomero. Lo scudetto scende sotto la Pianura Padana, tocca alla Fiorentina con 53 punti. I viola, allenati da Fulvio Bernardini e da Felice Levratto, stabiliscono un record per l’epoca: una sola partita perduta, proprio all’ultima giornata. 1-3 dal Genoa del professor Gren e di Carapellese. 1956 – 57. Napoli undicesimo con 32 punti. Il Palermo si rivela squadra –ascensore. Appena risalito in Serie A retrocede subito: diciottesimo posto con 22 punti. Scudetto al Milan con 48 punti. 1957 – 58. Napoli al quarto posto, 40 punti per un campionato brillante dove accanto a Vinicio eccelle il “petisso” Bruno Pesaola. Torna a vincere lo scudetto la Juventus che ha acquistato Sivori e Charles con 53 punti. 1958 – 59. Napoli al settimo posto con 34 punti. Dopo un lungo periodo di oblio torna in Serie A il Bari, undicesimo a 30 punti (in squadra “Pecos Bill” Virgili e la celebre mediana Mazzoni-Seghedoni-Cappa). Retrocede per la prima volta in Serie B il Torino sponsorizzato Talmone. Vince lo scudetto il Milan dove esordisce Josè Altafini, con 52 punti. 1959 – 60. Napoli tredicesimo con 29 punti appaiato al Bari. Appena promosso ancora scende subito in Serie B il Palermo sedicesimo con 27 punti. Scudetto alla Juventus con 55 punti 1960 – 61. Torna in Serie A il Catania e disputa un ottimo campionato: ottavo posto con 36 punti. E’ la stagione del “Clamoroso al Cibali”, con l’Inter di Herrera che lascia lo scudetto proprio sul terreno di casa della società etnea perdendo alla penultima giornata per 2-0. E’ il Catania di Di Bella  con Calvanese, Grani, Corti, Zannier. Per il resto tracollo del Sud: retrocedono Bari e Napoli. I galletti dopo spareggio con Lecco e Udinese. Gli azzurri direttamente classificandosi al diciassettesimo posto con 25 punti. Eppure la squadra era apparsa rinforzata da due acquisti di valore come Pivatelli dal Bologna e Gratton dalla Fiorentina. Scudetto alla Juventus con 49 punti. Lascia il calcio, dopo 444 partite in bianconero, Giampiero Boniperti. Il Catania del “clamoroso al Cibali”. Da sinistr ain piedi: Michelotti, Prenna, Corti, Gaspari, Grani, Morelli; accosciati, Calvanese, Ferretti, Giavara, Biagini, Castellazzi 1961 – 62: Solo la Sicilia in Serie A. Il Palermo gioca uno dei migliori campionati della sua storia piazzandosi all’ottavo posto  con 35 punti: si pongono in particolare luce il portiere Mattrel, che tornerà alla Juventus, e il terzino Burgnich che andrà all’Inter a rafforzare in maniera decisiva l’impianto difensivo della grande Inter di Helenio Herrera. Catania decimo con 30 punti. Scudetto al Milan, con 53 punti: è il primo tricolore di Gianni Rivera 1962 – 63: Il Catania arretra fino all’undicesimo posto con 30 punti. Il disastro però lo combinano Napoli (appena promosso) e Palermo retrocedendo entrambe. I partenopei sono sedicesimi con 27 puntie i rosanero diciottesimi con 20. Finalmente, dopo due tentativi a vuoto, vince lo scudetto l’Inter di Herrera e Moratti con 49 punti 1963 – 64: Catania ottavo con 30 punti: nelle fila dei rossoazzurrri brilla la stella del brasiliano Cinesinho, forse il più forte giocatore mai arrivato in forza ai catanesi. La Sicilia presenta una grossa novità: per la prima volta al vertice il Messina che,innestato a novembre il peruviano Benitez che poi andrà all’Inter e al Milan, riesce nell’impresa della salvezza. Tra i giallo rossi gioca 25 partite “Nano” Fascetti, mezz’ala di  genio che poi sarà con il Savona in Serie B e successivamente si trasformerà in uno dei più importanti allenatori italiani. Disastro per il Bari appena risalito, diciottesimo posto con 22 punti: retrocesso. Vince lo scudetto il Bologna. In testa e in coda  per la prima e unica volta spareggio in contemporanea: a Roma il Bologna batte 2-0  l’Inter (che aveva appena conquistato la sua prima Coppa dei Campioni) e si aggiudica il tricolore, a Milano con identico punteggio la Sampdoria regola il Modena e rimane in Serie A. Messina 1963 – 64. Formazione: Rossi, Dotti, Stucchi, Ghelfi, Landri, Radaelli, Calzolari, Brambilla, Giampiero Calloni, Fascetti, Cardillo 1964 – 65. Esordisce in serie A il Cagliari: per la prima volta la Sardegna è rappresentata nella massima serie. Si tratta del Cagliari di Gigi Riva che per molte stagioni rimarrà nei ristretti vertici del calcio italiano: per intanto sesto posto con 34 punti. Catania ottavo con 32. Il Sud registra un altro esordio di grande importanza: quello del Foggia allenato da don Oronzo Pugliese. I satanelli si piazzano al nono posto con 31 punti portando il loro cannoniere Cosimo Nocera fino ai fasti della maglia azzurra. Cede le armi, invece, il Messina che scende in Serie B: diciassettesimo posto e 22 punti. Il calcio meridionale e insulare sta comunque attraversando un periodo di grande crescita. Vince lo scudetto l’Inter con 54 punti. 1965 – 66. Boom del Napoli che tornato in Serie A sviluppa una strepitosa campagna acquisti ingaggiando nientemeno che Sivori dalla Juventus e Altafini dal Milan. Si punta allo scudetto ma alla fine arriverà il terzo posto con 45 punti. Cagliari undicesimo con 30 punti, Foggia dodicesimo con 29. Crolla il Catania, diciassettesimo e retrocesso, 22 punti. Titolo nuovamente all’Inter con 50 punti. 1966 – 67. Napoli al quarto posto con 44 punti mentre il Cagliari sale al sesto con 40. Retrocede il Foggia sedicesimo con 24 punti. Non sono stati sufficienti i trapianti d’esperienza di Capra dal Bologna, Tagliavini dall’Inter, Traspedini dal Torino. Scudetto all’Juventus al fotofinish, la “papera” di Sarti a Mantova spiana inaspettatamente la strada ai bianconeri (49 punti) ai danni dell’Inter (48). 1967 – 68. Napoli vice –campione d’Italia con 37 punti anche se con sole 7 presenze chiude la carriera Omar Sivori.  Nona piazza per il Cagliari con 31 punti. A distanza di oltre cinquant’anni anche nel campionato in corso Napoli e Cagliari sono le sole rappresentanti del calcio meridionale e insulare. Scudetto al Milan con 46 punti. 1968 – 69. Crescita esponenziale del Cagliari che ha ingaggiato Albertosi, miglior portiere italiano nel dopoguerra. I sardi arrivano al secondo posto con 41 punti alle spalle della sorprendente Fiorentina che con 45 punti conquista il suo secondo scudetto.Il Napoli scende al settimo posto  e il neo- promosso Palermo si aggiudica l’undicesima piazza con 25 punti. Nei rosanero esordisce in serie A Giorgio Costantini, terzino classicheggiante per diverse stagioni a Savona. Con lui “vernissage” ai massimi livelli per un altro ex-savonese Beppe Furino: tornerà alla Juventus per percorrere una folgorante carriera che lo porterà a vincere otto scudetti. 1969 – 70. Anno storico. Lo scudetto approda a Cagliari, per la prima e unica volta in un’isola. I rossoblu allenati da “filosofo” Scopigno hanno compiuto, grazie alla lungimiranza del presidente Arrica, il grande salto di qualità cedendo Boninsegna (per certi versi incompatibile con Riva) in cambio di Domenghini, Poli e Sergio Gori. Il Cagliari accumula 45 punti che valgono il primo posto in classifica. Il Napoli è sesto mentre retrocedono Palermo e Bari rispettivamente al quindicesimo e al sedicesimo posto (Serie A a 16 squadre tanto per precisare) con 20 e 19  punti. Nel Bari gioca undici partite l’indimenticabile e sfortunato Alberto Tonoli, al quale va il nostro ricordo più commosso.  In biancorosso anche l’ex-savonese Zuckzowski. Cagliari campione d’Italia: In piedi, da sinistra, Claudio Olinto de Carvalho “Nené”, Enrico Albertosi, Angelo Domenghini, Comunardo Niccolai, Giuseppe Tomasini, Luigi “Gigi” Riva; accosciati: Ricciotti Greatti, Mario Martiradonna, Sergio “Bobo” Gori, Pierluigi Cera, Cesare Poli 1970 – 71: Il Napoli, ingaggiato Sormani, sale al terzo posto con 39 punti, mentre il Cagliari scende al settimo (Riva gioca soltanto 13 partite: a Vienna nel corso di Austria – Italia un’entrata assassina del difensore Hof lo mette fuori combattimento per quasi tutta la stagione). Retrocedono Foggia e Catania appena promosse. Foggia quattordicesimo con 25 punti, Catania sedicesimo con 21 nonostante l’innesto di Fogli veterano di grande classe. Vince il campionato l’Inter auto-gestita. I senatori nerazzurri contrari all’eccessivo carico di lavoro imposto dal ginnasiarca paraguiano Heriberto Herrera (che per lo stesso motivo aveva litigato con Sivori alla Juventus) si ammutinano, liquidano il trainer e, posto il loro ex-compagno Invernizzi in panchina, si aggiudicano lo scudetto con 46 punti. 1971 – 72: Cagliari al quarto posto (Riva è rientrato e gioca 30 partite su 30), Napoli ottavo con 28 punti. Finisce con il ritorno in Serie B la prima avventura nella massima serie di una squadra calabrese: il Catanzaro. Un campionato quello dei giallo rossi impreziosito da una clamorosa vittoria casalinga sulla Juve :si giocò nel fango quel giorno al “Militare” anche se non aveva piovuto: era un vezzo quello di innaffiare a fondo il terreno di gioco – privo di erba – per mettere in difficoltà avversari più tecnici. Una gherminella inventata fin dal tempo dei pionieri nelle risaie di Vercelli, Casale, Novara. 1-0 storico goal di Mammì, Catanzaro quindicesimo con 21 punti. Juve campione d’Italia con 43 punti. 1972 – 73: Cagliari ottavo con 29 punti e Napoli nono con 28. Ennesimo saliscendi del Palermo appena promosso e subito retrocesso: quindicesimo posto con 17 punti.  Con i rosanero gioca otto partite Vallongo, sarà poi il trainer del Savona vincente nella Coppa Italia Dilettanti all’inizio degli anni’90. Vince lo scudetto la Juventus, con 45 punti: scavalcato il Milan fermo a 44 dopo essere caduto, all’ultima giornata, con il 5 – 3 della “fatal Verona”. 1973 – 74: Napoli al terzo posto con 36 punti. Cagliari decimo con 28. Retrocede l’appena promosso Foggia per una penalizzazione di 6 punti comminati dalla Caf per illecito sportivo. Primo scudetto nella storia per la Lazio di Tommaso Maestrelli con Wilson, Chinaglia, Frustalupi prim’attori. 1974 – 75: Napoli vice- campione d’Italia con 41 punti alle spalle della Juve che ne totalizza 43. Decisivo per i bianconeri l’apporto “a gettone” (nel frattempo sono state introdotte le sostituzioni in corso d’opera) di Josè Altafini transitato fin dalla stagione 1973- 74 proprio dal Napoli alla Juve. Cagliari al decimo posto con 26 punti. 1975 – 76: Napoli al quinto posto con 36 punti: nel frattempo la società partenopea ha stabilito un nuovo record nella spesa per ingaggio di un giocatore. Questa volta si è superato il muro del miliardo di lire per l’acquisto del centravanti Savoldi dal Bologna (il campionato è sempre su 16 squadre e sono vietati gli acquisti di giocatori stranieri). Retrocede inopinatamente il Cagliari: Riva gioca soltanto 15 partite, Albertosi è passato al Milan: sedicesimo posto con 19 punti. Vince lo scudetto il Torino di Radice con 45 punti, rimontando nelle ultime giornate di campionato la Juve. 1976 – 77: Napoli al settimo posto con 28 punti. Foggia salvo alla tredicesima piazza con 26: con i satanelli chiudono la loro carriera due astri del calcio italiano anni’60 come Domenghini e Lodetti. Retrocede il Catanzaro, appena ritornato per la seconda volta in Serie A: quindicesimo posto con 21 punti. Vince lo scudetto la Juventus con 51 punti superando di una sola lunghezza i campioni uscenti del Torino. Il Foggia stagione 1968 – 69, terzo in Coppa Italia 1977 – 78: Napoli al sesto posto con 30 punti. Retrocede il Foggia quindicesimo posto con 25 punti e cade anche il Pescara, appena arrivato a rappresentare per la prima volta l’Abruzzo nella massima divisione.  I “delfini” biancazzurri sono sedicesimi  con 17 punti. Assomma con il Pescara ventinove presenze Vincenzo Zucchini, a Savona giostrava centravanti qui ha arretrato molto il suo raggio d’azione. Scudetto alla Juventus, 44 punti. 1978 – 79: Napoli ancora al sesto posto con 32 punti è la squadra di Castellini, Caso, Savoldi.  Catanzaro ottimo nono con 28 punti: c’è Mazzone in panchina e qualche grosso giocatore in campo come “Tato” Sabadini e “Ramon” Turone. In Serie A per la prima volta anche l’Avellino (terza squadra campana nella storia dopo Napoli e Salernitana) : i verdi si piazzano undicesimi con 26 punti. Vince lo scudetto il Milan: è il titolo della “Stella”, l’ultimo di Gianni Rivera. Il Perugia arriva secondo stabilendo il record di imbattibilità: 11 vittorie, 19 pareggi (troppi!), nessuna sconfitta: e non è bastato. Il Catanzaro stagione 1978 – 79 1979 – 80: Cagliari tornato in A al nono posto con 30 punti, Napoli undicesimo con 28, Avellino dodicesimo con 27 (in campo anche l’ex- bianco blu e blu cerchiato Tuttino). Si salva il Catanzaro che pure arriva quattordicesimo con 24 punti ma il “calcio – scommesse” scombussola la  classifica: Milan e Lazio retrocesse d’ufficio. Cade però senza remissione il Pescara, all’ultimo posto con 16 punti. Scudetto all’Inter di Eugenio Bersellini, 41 punti. Nei nerazzurri Beppe Baresi, Spillo Altobelli, Evaristo Beccalossi, “Lele” Oriali e “Pinna d’oro” Marini. 1980 – 81: Tornano gli stranieri: per adesso uno per squadra in Serie A, poi piano piano arriverà la valanga e dopo la sentenza Bosman una vera alluvione. Napoli terzo con 38 punti: negli azzurri gioca ventinove partite il grande olandese Krol, interprete sopraffino del calcio totale. Cagliari sesto con 30 punti, Catanzaro ottavo con 29 punti, nei ranghi Claudio Ranieri e Massimo Mauro (sarà deputato del Pd e scriverà un libro: ho giocato con tre geni, Platini, Maradona, Zico); Avellino decimo a quota venticinque. Con gli irpini esordisce l’aletta brasiliana Juary, poi sarà con l’Inter e vincerà una coppa dei campioni con il Porto (2-1 al Bayern: la partita che passerà alla storia come quella del “tacco di Allah” per il goal della vittoria segnato dall’algerino Madjer) Vince lo scudetto la Juventus con 44 punti. 1981 – 82: Napoli quarto con 35 punti. Catanzaro settimo con 28 punti:i giallorossi hanno ingaggiato il romeno Nastase, non si dimostrerà un fulmine di guerra. Avellino ottavo con 27 punti. Cagliari dodicesimo con 25 punti. Scudetto alla Juventus con 46 punti uno in più della Fiorentina. Al termine della stagione l’Italia di Bearzot si laurea per la terza volta campione del mondo. 1982 – 83: Avellino campione del Sud: nono posto con 28 punti: con gli irpini l’estroso peruviano Geronimo Barbadillo, Napoli alla stessa quota 28. Retrocedono Cagliari, quattordicesimo con 26 punti e Catanzaro sedicesimo con 13. Vince il suo secondo scudetto la Roma illuminata dal gioco eccelso di Paolo Roberto Falcao, 43 punti. 1983- 84: Avellino undicesimo con 26 punti, in verde è arrivato l’argentino Ramon Diaz, vincerà uno scudetto con l’Inter.  Napoli appaiato agli irpini. Retrocede appena tornato in Serie A il Catania, sedicesimo con 12 punti: si rivelano sbagliati gli acquisti dei brasiliani Luvanor e Pedrinho. Vince lo scudetto la Juventus con 43 punti. 1984 – 85: Napoli all’ottavo posto con 33 punti: ma sotto il Vesuvio è arrivato Diego Armando Maradona, si promettono scintille.  Avellino tredicesimo con 25 punti. Vince lo scudetto una vera provinciale, il Verona di Osvaldo Bagnoli con 43 punti. 1985 – 86: Maradona  affiancato da Bertoni, Pecci e Bruno Giordano porta il Napoli al terzo posto con 39 punti. Avellino dodicesimo con 27 punti. Dura soltanto 12 mesi la prima esperienza in Serie A del Lecce. I salentini finiscono sedicesimi con 16 punti e retrocedono  nonostante l’apporto di due argentini come Barbas e Pasculli.  Tra i pali gioca 18 partite l’ex bianco blu Giordano Negretti. I giallorossi, allenati da Eugenio Fascetti, fanno però in tempo a decidere il campionato a favore della Juventus (45 punti). A Roma nella penultima giornata, infatti, la Roma di Eriksson è superata con un clamoroso 3-2. Maradona esulta con lo scudetto cucito sul petto 1986 – 87: Finalmente lo scudetto a Napoli: Maradona  con Bagni, Ferrara, Giordano, allenatore Ottavio Bianchi trascina la squadra azzurra sulla vetta del torneo con 47 punti. Avellino ottavo con 30. 1987 – 88: Napoli secondo con 42 punti alle spalle del Milan di Berlusconi, Sacchi , Gullit e Van Basten (oltre ad Ancellotti, Franco Baresi, Paolo Maldini, Virdis, ecc,ecc) che di punti ne totalizza 45. Si salva il Pescara, quattordicesimo con 24 punti: nella neo –promossa giostra il fantastico brasiliano Leo Junior arrivato dal Torino. Retrocede dopo nove onorate stagioni in Serie A l’Avellino, quindicesimo con 23 punti. 1988 – 89: Ancora il Napoli al secondo posto con 47 punti: Maradona è affiancato da Alemao e Careca. Ottimo campionato del Lecce al nono posto con 31 punti: tra i giallorossi spicca la presenza di Antonio Conte. Retrocede il Pescara che non ripete il miracolo dei 12 mesi precedenti: sedicesimo posto con 27 punti. Il campionato nel frattempo è formato da 18 squadre. Scudetto all’Inter dei record, con Trapattoni in panchina e i tedeschi in campo: 58 punti. 1989 – 90: Secondo scudetto per il Napoli, questa volta allenato da Albertino Bigon: si ripete il miracolo Maradona. Bari neo – pronosso assiso sulla decima piazza con i brasiliani Gerson e Joao Paulo. Lecce quattordicesimo con 28 punti: spende gli ultimi spiccioli di carriera Pietro Paolo Virdis. 1990 – 91: A Napoli finisce l’era Maradona: Diego gioca soltanto 18 partite e la squadra si piazza ottava con 37 punti. Bari tredicesimo, 29 punti: trai bianco rossi gioca lo sfortunato savonese Enrico Cucchi, figlio d’arte, ragazzo serio e generoso rapito alla vita in maniera inspiegabile. Alla pari del Bari il rientrante Cagliari che inaugura la stagione degli uruguaiani con Fonseca, Herrera e l’eccelso Francescoli. Lecce in Serie B, quindicesimo posto (ci sono quattro retrocessioni) e 25 punti. Vince lo scudetto con 51 punti la Sampdoria di Boskov, Mancini e Vialli. 1991 – 92: Napoli quarto con 42 punti, grazie al genio del piccolo Gianfranco Zola. Torna in A il Foggia: nono posto 35 punti: è il Foggia di Zeman, Rambaudi e del cannoniere Signori. Tredicesima piazza al Cagliari, 29 punti e retrocessione per il Bari, qundicesimo con 22 punti: da notare nelle fila biancorosse la presenza di due assi come Zvonomir Boban e David Platt. Il livello del campionato italiano in questo momento è davvero eccelso. Primo scudetto dell’era Capello per il Milan, 56 punti. David Platt in elegante palleggio con la maglia del Bari 1992 – 93: il Cagliari, rafforzato da Lulù Oliviera schizza al sesto posto con 37 punti. Napoli undicesimo con 32. Il Foggia ha ceduto Signori alla Lazio e scende allo stesso livello dei partenopei. Toccata  e fuga con la Serie A da parte del Pescara, nonostante la presenza in biancoceleste di Carlos Dunga: nel 1994, a Pasadena, nel giorno della “tragedia del dischetto” di Baggio e Baresi, sarà campione del mondo con il Brasile. Ancora scudetto al Milan, 50 punti. 1993 – 94: Napoli sesto con 36 punti, Foggia nono con 33 (spicca la presenza di Di Biagio), Cagliari dodicesimo con 32 punti. Tonfo verso la serie B del Lecce che raggranella soltanto 11 punti. Ultimo scudetto della serie consecutiva per il Milan con 50 punti. 1994 – 95: Napoli settimo con 51 punti: è la prima stagione con la vittoria a tre punti. Cagliari nono con 49 punti: in rossoblu gioca 24 partite un certo Max Allegri, si farà conoscere meglio da allenatore. Bari dodicesimo con 44 punti. Retrocessione per il Foggia, sedicesimo con 34 punti. Scudetto alla Juve di Lippi con Baggio, Vialli e Del Piero. 73 punti. 1995 – 96: Cagliari al decimo posto con 41 punti, alla pari del Napoli. Retrocede il Bari, quindicesimo con 32 punti. Lo scudetto torna al Milan con 73 punti, in rossonero ci sono Savicevic, Desailly e Weah. 1996 – 97: Napoli tredicesimo con 40 punti. Retrocede il Cagliari nonostante la presenza di ottimi giocatori come Pancaro, Minotti, Bisoli. Scudetto alla Juventus con 65 punti. Esordisce in bianco nero Zinedine Zidane. 1997 – 98: Bari, ritornato in Serie A, campione del Sud: undicesimo posto 38 punti. Fascetti fa esordire Michele Marcolini, rampollo della stirpe savonese Longoni – Marcolini. Stagione rovinosa per le squadre meridionali: retrocedono Lecce, diciassettesimo con 26 punti e addirittura il Napoli, ultimo in classifica, con la miseria di 14 punti. Scudetto alla Juve, 74 punti: il secondo titolo per Marcello Lippi. 1998 – 99: Bari decimo con 42 punti: in campo anche Zambrotta, futuro campione del mondo 2006. Dodicesima piazza per il Cagliari , 41 punti. Dura soltanto 12 mesi il sogno della Salernitana ritornata in Serie A dopo 50 anni. Quindicesimo posto, 38 punti e retrocessione. Tra i granata però ci sono fior di giocatori: primo fra tutti Rino Gattuso, poi Di Vaio, Di Michele e l’incompreso Vannucchi. Scudetto al Milan allenato da Alberto Zaccheroni con 70 punti. 1999 – 2000: Lecce tornato in A e tredicesimo con 40 punti. Nel Bari, quattordicesimo con 39 punti, Eugenio Fascetti fa esordire Antonio Cassano che segna immediatamente un gran goal all’Inter: uno dei talenti più puri del calcio italiano, vincolato però da bizze e capricci a volte inspiegabili. Retrocede il Cagliari, diciassettesimo con 22 punti. Secondo scudetto, con 72 punti in carniere, nella storia per la Lazio di Sven Goran Erikson. Il tecnico svedese dispone di un organico impressionante con Mancini, Mihailovic, Nedved, Salas, Nesta, Fernando Couto. Il Lecce stagione 1999 – 2000 2000 – 2001: Lecce tredicesimo con 37 punti. Retrocedono Napoli e Bari. Gli azzurri, appena tornati in Serie A, sono diciassettesimi con 36 punti. I galletti ultimi a quota 20. Lo scudetto non lascia Roma ma la sponda questa volta è giallo rossa. 75 punti: allenatore Capello, organico anche in questo caso fanta –scientifico. All’attacco ci sono Batistuta, Totti e Montella. E l’ultima vittoria fuori dall’asse Milano – Torino. 2001 – 2002: Per il Sud c’è soltanto il Lecce che retrocede: sedicesimo posto con 28 punti:è il Lecce della mancata promessa Boijnov. Scudetto alla Juventus: è cominciata l’era Moggi – Giraudo – Bettega. 2002 – 2003: E’ il torneo più settentrionale nella storia del girone unico. Sotto Roma non ci sono rappresentanti. Scudetto alla Juve: la burrasca si avvicina. 2003 – 2004: Lecce decimo con Vucinic e Chevanton. Scudetto al Milan di Carlo Ancelotti. 2004 – 2005: Uno tra i migliori Palermo di tutti i tempi sale fino al sesto posto con 53 punti (nel frattempo le squadre di Serie A sono diventate 20) e il Palermo di Guidolin con cinque futuri campioni del mondo: Zaccardo, Barzagli, Grosso, Barone e Luca Toni. Grandissimo anche il Messina, settimo con 48 punti, allenato da Bortolo Mutti. Lecce undicesimo con 44 punti, la Reggina di Mazzarri è tredicesima con  44 punti. Il Sud quindi in grande recupero. E’ scoppiata “Calciopoli”: titolo revocato alla Juventus e non assegnato. La figurina Panini del Palermo 2004 – 2005 schierato 2005 – 2006. Calciopoli colpisce duro. Titolo revocato alla Juventus retrocessa d’ufficio in Serie B e assegnato all’Inter. Per quel che riguarda il Sud: Palermo – super al quinto posto con 52 punti. Eeggina tredicesima a 41. Cagliari quattordicesimo a 39. Messina diciassettesima a 31. Retrocede il Lecce con 29 punti. La nazionale italiana vince i mondiali in Germania. 2006 – 2007.  Palermo al quinto posto con 58 punti sempre sotto la direzione di Guidolin. Catania al tredicesimo posto con 41 punti. Reggina immediatamente alle spalle degli etnei con 40 punti, stessa quota per il Cagliari allenato da Giampaolo. Retrocede il Messina, all’ultimpo posto con 26 punti, non bastano le parate di Storari e i goal di Riganò. Scudetto all’Inter di Mancini con 97 punti. 2007 – 2008. Torna il Napoli e si piazza all’ottavo posto con 50 punti, in panchina l’esperto Reja, in campo grandi acquisti come Hamsik e Lavezzi. Palermo undicesimo con 47 punti. Cagliari quattordicesimo con 42. Reggina sedicesima con 40. Catania diciassettesimo con 37: : con i russo azzurri si schiera perfino un giapponese, Morimoto. Continua al serie degli scudetti all’Inter, 85 punti. 2008 – 2009.  Colonia merdionale foltissima : Palermo ottavo con 57 punti. Cagliari nono con 53. Napoli dodicesimo con 46. Catania quindicesimo con 43. Retrocedono Reggina e Lecce, rispettivamente 31 e 30 . punti. Ancora scudettoall’Inter, adesso guidata da Josè Mourinho, 84 punti. 2009 – 2010. Palermo quinto ancor una volta in Europa. Napoli al sesto posto con 59 punti. Bari, tornato in Serie A, con 50 punti al nono posto: sulla panchina dei galletti Gian Piero Ventura (non avrà fortuna come CT della Nazionale), al centro della difesa Leonardo Bonucci. Catania, ormai colonia argentina (Maxi Lopez 11 goal) tredicesimo con 45 punti. Cagliari sedicesimo con 44. Inter ancora campione con 82 punti. Il Catania “argentino” nella stagione 2009 – 2010 2010 – 2011: Il Napoli risale al terzo posto sotto la guida di Mazzarri: segna 26 goal “El Matador” Edison Cavani. 70 punti. Palermo ottavo con 56 punti. Catania tredicesimo con 46. 45 punti per il Cagliari quattordicesimo e Lecce salvo con 41 punti al diciassettesimo posto. Scudetto al Milan che ha ingaggiato il bomber svedese Ibrahimovic. 2011 – 2012: Napoli quinto con  61 punti, Catania undicesimo con 48, Cagliari quindicesimo con 43 alla pari del Palermo. Retrocede il Lecce con 36 punti. Ha inizio il settennato bianco nero per adesso sotto la guida di Conte. Juventus 84 punti. 2012 – 2013: Napoli al secondo posto: ancora Mazzarri in panchina, ancora Cavani con 29 goal. 78 punti. Catania ottavo con 56 punti. Cagliari undicesimo con 47.Rtrocede il Palermo con 32 punti: Zamparini alterna cinque allenatori. Juventus campione con 87 punti. “El Matador” Edison Cavani con la maglia del Napoli ora al Psg 2013 – 2014: Napoli terzo con 78 punti. In panchina c’è Rafa Benitez ed è arrivato Higuain con 17 reti. Cagliari quindicesimo con  39 punti. Retrocede il Catania con 32 punti. La pattuglia meridionale si assottiglia vistosamente. Scudetto alla Juve: 102 punti, Impressionante. 2014 – 2015: Napoli quinto con 63 punti. Palermo undicesimo con  49.Retrocede il Cagliari con 34 punti. L’ingaggio di Zeman non basta. E’ arrivato Allegri al posto di Conte ma alla Juve la musica non cambia. Ed è ancora scudetto con 87 punti. 2015 – 2016: Il Napoli di Sarri alla sua prima esperienza in azzurro con Higuain punta di diamante si piazza al secondo posto con 82 punti. Palermo sedicesimo con 39. Scudetto alla Juventus con 91 punti. 2016 – 2017: Napoli terzo con 86 punti, si rivela il “falso nueve” Mertens con 28 reti. Cagliari undicesimo con 47. Esordio con salvezza del Crotone, diciassettesimo posto con 34 punti: il capolavoro dell’allenatore Davide Nicola. Retrocedono Palermo e Pescara, 26 e 18 punti. Sull’Adriatico non basta – come era già capitato da altre parti – l’arrivo di Zdnek Zeman. Scudetto ancora alla Juventus dei record con 91 punti. 2017 – 2018: L’era Sarri, lusingato dalla sirene londinesi del Chelsea, si chiude (almeno per ora) e il Napoli conquista il record di punti 91: non bastano per lo scudetto, è secondo posto. Cagliari sedicesimo con 39 punti. Retrocedono il Crotone, 35 punti e l’esordiente Benevento con 21. Juve campione d’Italia per la settima volta consecutiva con 95 punti.

IL RITORNO DEL FANFULLA: QUANDO PER UN PUNTO TOLSE LA SERIE B AL SAVONA

di FRANCO ASTENGO Il campionato di Serie D 2018 – 2019 registra il gradito ritorno del Fanfulla, la squadra di Lodi dai colori bianco – neri che nel passato aveva recitato più volte il ruolo di protagonista nel calcio italiano, sia al tempo dei pionieri quanto fino agli anni ’60 navigando tra Serie B e Serie C. Vi sono squadre che per motivi diversi – antiche rivalità (Genoa, Entella, Vado), storiche vittorie (Como nell’anno della promozione, Genoa e Samp in Serie B), misteri insoluti (Modena, la partita che valeva la promozione in Serie A, secondo testimonianze mai confermate, al cinema Reposi), dolorose sconfitte (Catania nell’anno della retrocessione dalla cadetteria), Aosta (la nascita del mito dei Cicerin Boys, la squadra allievi mandata in campo al posto dei titolari cacciati per aver scioperato) – si legano e si legheranno per sempre alla storia del Savona Fbc. Il Fanfulla, come ricorderemo, è tra queste. Una pagina dell’almanacco del Calcio 1942 davvero “storica” Anche il Fanfulla, approdato alla Serie B a spese del Savona, nel corso dei decenni aveva perso via via l’antico splendore, fino a ritrovarsi, come è accaduto anche ai biancoblu, ahinoi, tra i dilettanti. Dopo il fallimento registrato nel 2015 (storie comuni a tante altre gloriose società) per sopravvivere, almeno nominalmente, il Fanfulla aveva dovuto associarsi al Cavenago, società di un piccolo centro della Brianza che ne aveva rilevato il titolo sportivo: era però scomparso il simbolo del guerriero, reso celebre dal romanzo di Massimo d’Azeglio sulla disfida di Barletta, e il fatto era stato davvero mal digerito dai tifosi. Finalmente vinto il campionato di Eccellenza 2017 – 2018 il presidente Barbati ha mantenuto la promessa e il Fanfulla è ritornato tale, a nuova vita. Serie B. Se non fosse stato per quel punto, le strisce anziché bianconere avrebbero potuto tramutarsi in quelle biancoblu del Savona Esiste una ragione precisa per la quale il nostro blog si occupa di questa vicenda, oltre a quella di salutare il ritorno di una nobile decaduta a più spirabili aure e risiede – soprattutto – nell’accesa rivalità che tra Fanfulla e Savona si è sempre manifestata nel corso di tanti anni. Non la rievochiamo nei dettagli, ma riprendiamo il punto più alto di quella rivalità, per un ricordo per noi doloroso ancora a distanza di tanti anni utile però per rievocare due squadre meravigliose, composto da giocatori e uomini di alto livello nello sport come nella vita. Ritorniamo, insomma, al campionato di Serie C 1948 – 49, quello del “Per un punto Martin perse la cappa”. Stagione 1948 – 49: tutti ricordano quell’annata calcistica perché, proprio in fin di stagione, il calcio italiano fu colpito dall’enorme tragedia della scomparsa in blocco dei giocatori e dei tecnici della sua squadra ormai da cinque anni egemone, il “Grande Torino”. In questa occasione però non rievochiamo quel dramma, già tante volte evocato anche nel corso di questo nostro stesso lavoro, ma esaminiamo le vicende di quei campionati da un altro punto di vista. Il lodigiano Antozzi in una figurina “Lavazza”: le “Panini” erano ancora lontane L’annata 1948 – 49, infatti, fu quella in cui si compì l’iter della ricostruzione della struttura del calcio italiano dopo i disastri provocati dalla guerra. Per tre stagioni, infatti, l’organizzazione dei campionati aveva risentito della condizione materiale del Paese uscito a pezzi dal conflitto, soprattutto strade e ferrovie risultavano quasi impraticabili e le trasferte per le squadre di calcio assunsero, in quel periodo, l’aspetto di faticosissime avventure. Le squadre si spostavano con i mezzi a disposizione, su strade completamente dissestate e ferrovie interrotte, in particolare nei punti nevralgici della comunicazione tra il Nord e il Sud. Per fare un solo esempio, il Savona affrontò quel frangente grazie allo sportività di due ufficiali dell’esercito, Salvi e Madini, fortissimi legami con i colori biancoblu, che misero a disposizione un camion preso dall’Autocentro che aveva sede nella caserma Bligny di Legino. Nella domeniche di trasferta sul camion veniva collocate le sedie del Bar Splendid, in allora sede sociale, legate sul pianale, e giocatori e dirigenti vi prendevano posto per effettuare il viaggio, tra traversie inenarrabili: nell’occasione di una trasferta a Cuneo la comitiva biancoblu, capitanata da Stefano Del Buono, fu sorpresa da una nevicata mentre il camion stava superando il Montezemolo. Bloccato dalla neve il mezzo fu spinto a forza di braccia da giocatori e dirigenti e, alla fine, superato il valico, la squadra giunse a Cuneo in tempo per vincere 4-3. Epico. Riprendendo il filo del discorso è necessario ricordare, allora, che per le stagioni 1945-46, 1946-47, 1947-48 la Serie B fu organizzata su più gironi (mentre la Serie A tornò al girone unico fin dal campionato 1946-47, mentre il torneo 1945-46 era stato giocato su due “poule” con girone finale) e la Serie C strutturata su di una molteplicità di gironi interregionali utilizzata al fine di realizzare una selezione utile per quando il campionato sarebbe tornato a dimensione nazionale. Ciò avvenne con la stagione 1948-49, allorquando la ricostruzione delle infrastrutture stradali e ferroviarie era già stata avviata compiendo veri e propri miracoli di sacrificio da parte dell’intera popolazione di un’Italia impoverita e alle prese con una difficile riconversione dell’economia. La stagione 1948-49 dunque registrò il ritorno della Serie B a girone unico e della Serie C a dimensione nazionale, organizzata su 4 gironi: la stessa struttura che, negli anni ’30, aveva segnato il momento di maggior sviluppo del calcio italiano accompagnando anche i grandi successi della squadra Nazionale, guidata da Vittorio Pozzo, capace di vincere i Mondiali del 1934 e del 1938 e l’Olimpiade di Berlino del 1936, dopo aver conquistato la medaglia di bronzo a quelle del 1928 disputate ad Amsterdam. Entriamo così nel dettaglio degli esiti sportivi di quell’annata. CLASSIFICA DELLA SERIE C GIRONE A: Fanfulla 56, Savona 55, Mortara 53, Sanremese 51, Casale 48, Vogherese 48, Pro Vercelli 47, Gallaratese 47, Biellese 47, Varese 44, Crema 42, Monza 42, Fossanese 41, Pro Lissone 39, Asti 36, Parabiago 36, Vita Nova Ponte San Pietro 36, Sestrese 35, Piacenza 35, Vigevano 34, Sestri Levante 30, Magenta 21. Il campionato è dominato dall’aspra rivalità tra Fanfulla e Savona che si giocano fino all’ultima giornata il primato. Alla fine per un punto (il “Calcio Illustrato” titolò:  “Per un punto Martin perse la cappa”) prevalsero i bianconeri lodigiani capaci alla 42° giornata di vincere in trasferta ad Asti per 3-1 (“galletti” rassegnati, va ricordato) mentre gli striscioni erano fermati sullo 0-0 a Gallarate contro un avversario motivatissimo. Eppure il Savona aveva dominato i confronti diretti: a Lodi la squadra di Bertolotto si era imposta 3-2 al termine di una partita particolarmente burrascosa, mentre in Corso Ricci, in una splendida giornata di sole, il Fanfulla fu schiantato per 4-2 da un Savona che, in quell’occasione, disputò senz’altro una delle migliori partite dei suoi oltre 110 anni di storia. Non fu sufficiente però e la Serie B sfuggì ancora una volta, per riacciuffarla ci sarebbe voluti ancora 17 anni. Ecco le due grandi protagoniste di quel magnifico duello. Ed ecco i tabellini delle due fatidiche gare. Lodi: 9 gennaio 1949 diciottesima giornata FANFULLA – SAVONA 2-3 Reti: 20’ Re Dionigi, 57’ Re Dionigi, 63’ Goldaniga su rigore, 69’ Goldaniga su rigore, 80′ Re Dionigi. Una vittoria non facile i un campo caldissimo al punto di condizionare il direttore di gara. Al secondo rigore assegnato ai padroni di cass, l’allenatore savonese “Gustin” Bertolotto entrò in campo per protestare. L’arbitro esclamò: “Mi capisca: ho da fare i conti con questi”, indicando il pubblico lodigiano rumoreggiante. Bertolotto, che era omone grande e grosso ex-difensore, replicò: “Stia attento: altrimenti dovrà fare i conti direttamente con me”. L’arbitro di Legnano, particolare non secondario, comprese l’antifona e la già corposa serie di penalty a favore del Fanfulla fu bruscamente interrotta. Da rimarcare la tripletta di Re Dionigi. Fanfulla: Servidati, Antozzi, Peruzzi, Galbiati, Burini, Sichel, Capra (ex – milanista e nazionale), Barnini, Dal Cerri, Bandirali, Goldaniga. Savona: Castagno, Melandri, Vignolo, Ighina, Molinari, Longoni, Zilli, Cappelli, Re Dionigi, Semoli, Dreossi. Arbitro: De Gregori di Legnano. Savona 12 giugno 1949, trentaquattresima giornata (il girone era a 22 squadre). Una splendida giornata di sole che abbiamo ancora negli occhi, come il lungo corteo di tifosi che aveva invaso corso Ricci da Santa Rita a Lavagnola. Una crescente marea di passione, entusiasmo e partecipazione per assistere a quella che si può definire senza possibilità di essere smentiti la miglior partita giocata dal Savona sul terreno di corso Ricci in trent’anni di storia tra il 1927 e il 1959. Indimenticabile. Reti: 1’ Vignolo, 6’ Re Dionigi, 14’ Capra, 44’ Cappelli, 52’ Galliani, 84’ Cappelli. Savona: Castagno, Melandri, Vignolo, Semoli, Molinari, Longoni, Frumento, Cappelli, Re Dionigi, Siccardi, Zilli. Fanfulla: Servidati, Antozzi, Burini, Galliani, Taiana, Teruzzi, Cesari, Sichel I, Dalcerri, Sichel III, Capra (i fratelli Sichel, formidabili picchiatori). Arbitro: Tassini di Verona.

AL TEMPO DEI PIONIERI: LA NASCITA TORMENTATA DELLA FUTURA SERIE B

a cura di FRANCO ASTENGO Sul nostro Blog abbiamo più volte avuto occasione di scrivere sul periodo dei primordi del calcio italiano. Oggi affrontiamo e approfondiamo un momento di evoluzione, ai più sconosciuto, nella sua struttura organizzativa al riguardo della quale esistono molte lacune nella documentazione. Il calcio non risultava particolarmente seguito dai grandi giornali sportivi che all’epoca si occupavano prevalentemente di ciclismo, lotta, scherma, ginnastica e atletica, discipline che, ciclismo e atletica per i grandi eventi, non godono grande attenzione dai media. In ogni caso vale la pena addentrarci in qualche particolare partendo dal momento in cui, allargandosi il novero delle squadre, si rese necessario stabilire un qualche ordine gerarchico nella organizzazione dei campionati. Il campionato maggiore fu, infatti, denominato di Prima Categoria e la Seconda Categoria fu istituita nel 1904 come primo campionato italiano della storia subalterno alla Prima Categoria, e ideata per poter fare giocare in un torneo ufficiale i giocatori di riserva delle società già partecipanti al campionato di Prima Categoria, ma successivamente furono ammesse a questo campionato anche le prime squadre delle società minori che non si sentivano in grado di competere per il titolo maggiore, e conseguentemente non desideravano sobbarcarsi gli ingenti costi d’iscrizione e competizione nel massimo torneo. Le squadre riserve che partecipavano a questo torneo venivano comunemente segnalate sui giornali dell’epoca con un II per distinguerle dalle prime squadre abitualmente indicate come I. Nelle prime stagioni, il campionato fu erroneamente chiamato sulla stampa anche come Campionato juniores e in seguito, con l’istituzione del campionato di Serie A a girone unico (stagione 1929 – 30), gli fu attribuita l’etichetta di Serie B. Questa nostra ricostruzione arriva fino alla stagione 1912 – 13, primo campionato a vera dimensione nazionale nel quale si disputò la finale Nord – Sud: in questo caso in gara unica, campo neutro a Genova, Pro Vercelli – Lazio 6-0. Al termine della stagione 1912 – 13, inoltre, il Savona (ancora denominato come Fratellanza Ginnastica Savonese) fu ammesso per la prima volta al massimo campionato di Prima Categoria. Torniamo però alla storia del campionato di Seconda Categoria: In campo potevano scendere sia giocatori maggiorenni che minorenni, e su nessun documento ufficiale sia Fif che Figc pubblicato nelle principali rubriche sportive e giornali sportivi dell’epoca risulta alcun limite di età. Pur non essendo ancora istituito il titolo sportivo, e di conseguenza un rapporto piramidale ufficiale fra i campionati, era usanza indiscussa che la Figc invitasse le eventuali squadre titolari che si fossero aggiudicate questo campionato ad iscriversi alla Prima Categoria dell’anno successivo, avendo dimostrato di aver acquisito un tasso tecnico-calcistico tale da poter competere con i principali club italiani. Era dunque in pratica, seppur non di diritto, una primitiva forma di promozione, senza tuttavia il corrispondente meccanismo di retrocessione. Nel 1908 e 1909 al campionato italiano di Seconda Categoria, così come a quello di Prima, fu affiancato un torneo federale cui erano ammessi anche i calciatori stranieri, mentre quello italiano era stato riservato ai soli calciatori in possesso della cittadinanza. Differentemente dalla massima serie, per la Seconda Categoria non si pose realmente il problema di scegliere quale dei due tornei prediligere, sia perché il minor titolo in palio non creava altrettante tensioni, sia perché il meccanismo dei boicottaggi non si manifestò in maniera altrettanto chiara come nella massima serie. Dall’edizione 1909-10, con la nascita dei Comitati Regionali, le eliminatorie regionali vennero affidate a questi ultimi, mentre venne abbozzata una sezione sperimentale dedicata al Sud Italia. Nel 1912 le squadre riserve della Seconda Categoria si trasferirono nel Campionato Riserve, mentre quelle titolari che non avevano titolo ad iscriversi in Prima Categoria furono traslate nella nuova Promozione, decretando l’abolizione della Seconda Categoria. Il cambiamento si rese necessario perché sia perché molte nuove società neo affiliate venivano inserite in questo campionato con ben poca fortuna, sia perché l’espansione dei ranghi della Prima Categoria aveva reso consigliabile l’introduzione di un più chiaro meccanismo di promozione e retrocessione. Nella sua ultima edizione la Seconda Categoria arrivò a comprendere 9 squadre riserve ed 8 titolari nel Triangolo industriale, più 2 club nel girone sperimentale del Meridione, mentre altri comitati regionali come la Toscana e il Veneto organizzarono propri campionati locali nominalmente posti sullo stesso rango. Pro Vercelli campione 1908: da sinistra, in piedi, Romussi, Angelo Binaschi, Guido Ara, Marcello Bertinetti, Giovanni Innocenti, Giuseppe Milano I, Pietro Leone;  accosciati: Felice Milano II, Vincenzo Celoria, Annibale Visconti, Carlo Rampini I Albo d’oro della Seconda Categoria tra il 1904 e il 1912 1904: 1) Genoa II, 2) Juventus II. 1905: 1) Juventus II, 2) Milan II 3) Genoa II. 1906: 1) Milan II, 2) Genoa II, 3) Juventus II. 1907:1) Pro Vercelli (prima squadra ammessa al campionato 1908), 2) US Milanese II, 3) Virtus Juventusque Livorno. 1908: 1) Piemonte di Torino, 2) Ausonia Milano, 3) Andrea Doria II. 1909: 1) Piemonte II (rifiuta l’iscrizione alla Prima Categoria), 2) Milan II, 3) Genoa II. La formazione del Piemonte FC di Torino che rinunciò alla prima categoria, lasciando il torneo a sole 9 squadre. Una formazione davvero di lusso: Faroppa (il famoso portiere del “disastro Faroppa”), Maranghi, Valobra, Bigatto (che poi sarà una delle colonne della Juventus per tante stagioni), Mattea (futuro arbitro internazionale; Fresia, Manghi, Gavinelli, Berardo, Capello, Agnisetta, Bolis 1909 – 10: 1) Libertas Milano (rifiuta l’iscrizione alla Prima Categoria), 2) Pro Vercelli II, 3) Andrea Doria II. 1910 – 11: 1) Pro Vercelli II, 2) Genoa II, 3) Libertas Milano. 1911-12: 1 Milan II, 2) Pro Vercelli II, 3) Genoa II. La Juventus 1909 – 10:  Pennano, Maestrello, Dora, Goccione, Nay, Valobra, Besozzi, Borel, Barbiani, Barberis, Donna  Nel 1910, per la prima volta, la Figc si trovò a respingere una richiesta di ammissione al campionato di calcio motivandola con l’esaurimento dei posti disponibili in organico, ponendo implicitamente il tema della creazione di un vero e proprio campionato cadetto. La spinta concreta alla trasformazione dei campionati italiani si generò tuttavia solo due anni più tardi a partire da quello di Seconda Categoria, da sempre un ibrido nel quale le società provinciali e minori venivano schiacciate con ben poca fortuna delle formazioni di riserva dei club di Prima Categoria. A notare i problemi fu un dirigente federale piemontese, di Torino, dove la Figc si era da poco ritrasferita nel 1911. Questi, con una lettera inviata alla Gazzetta dello Sport a firma R.S., propose il 14 febbraio 1912 dei cambiamenti. Scrisse: “Il grande campionato di football, tutti lo vedono, non interessa più che per i primi due posti. Inserire in seconda categoria i club che giuocano già quelle di prima, costituisce un grossolano errore del quale non è certamente l’attuale federazione la colpevole ma impedisce ai giovani nuclei di far valere le proprie qualità e il proprio valore. Ma non solo. Poiché nessuna squadra può farsi in avanti con questo sistema, parecchie squadre di prima categoria che non temono di perdere la posizione di privilegio, non se la prendono molto calda nel migliorarsi, nell’agguerrire per lo meno decentemente il loro complesso e subiscono senza vergogna le più schiaccianti e replicate batoste perché, tanto, non ci sono dei successori in vista. “Questo stato di cose riduce l’emulazione viva e guerriera a glorioso privilegio di pochi club e gli altri stanno indolentemente nel limbo in attesa che piova il cacio sui maccheroni sotto forma di vittoria o di un match nullo, in qualche giornata irregolare o per assenza per malattia di campioni avversari, o per irregolari condizioni del terreno. Viene perciò naturale il pensiero che se, oltre al Casale, fossero quest’anno entrate in prima categoria delle altre squadre (la Libertas, la Lambro, il Casteggio, il Savona, il Novara, ecc.), più di un Club accodato nella attesa del Campionato massimo sarebbe più che mai accodato anche a tergo di queste squadre squadre novelle”. Ed arriva a proporre: “Delle dieci squadre partecipanti al nostro massimo Campionato, le ultime quattro, nei modi da stabilirsi dalla Federazione, abbiano a disputare dei match perché risultino le due squadre più deboli. Queste siano passate in seconda divisione. In tal modo per l’anno venturo, il massimo Campionato verrà alleggerito di due squadre e non sarà male per il suo più rapido svolgersi e per un maggiore equilibrio di forze. Osservando la tabella attuale di classifica le squadre in pericolo di scendere in promozione sarebbero le seguenti: Doria, Juventus, Piemonte o Unione. Le due divisioni per il prossimo anno potrebbero dunque formarsi così: Prima Divisione: Pro Vercelli, Milan, Genoa, Torino, Internazionale, Casale, X, X. Seconda Divisione: X, X, Savona, Novara, Casteggio, Lambro, Libertas, Biella. Per la seconda divisione potrebbe avanzare giuste pretese qualche altro Club, per esempio il Luino, ma questo della scelta sarà un compito dell’Ente Federale”. La risposta delle società “minori” non si fece tanto attendere, e la settimana successiva, il 21 febbraio 1912 rispose la Veloces di Biella a firma Gino Ramma, il Segretario. “Nei campionati piemontesi di seconda categoria erano iscritte sei società: Juventus, Piemonte, Torino, Pro Vercelli, Novi Ligure e Veloces. La Federazione, e vorrei sapere con qual criterio li divide in due gruppi, e cioè Juventus, Piemonte e Torino da una parte, e Pro Vercelli, Novi Ligure e Veloces dall’altra più che dimezzando così, le partite. Molto tempo prima dei match, Novi Ligure si ritira per improvvisa mancanza di giuocatori richiamati dalla guerra. La Federazione, anche da noi avvisata, avrebbe potuto riunire le cinque rimanenti e fare il girone. No, ci manda senz’altro a Vercelli: disgraziatamente perdiamo il primo match e siamo subito liquidati. Qualche altra società pensi di potersi trovare nel nostro caso e di fare spese per le tessere, per la iscrizione, trasferta della squadra, tasse e compagnia bella, per poi fare un solo match e consideri quale ineffabile consolazione le possa derivare. Ci dissero anche che lo Statuto stabiliva così. Ci inchiniamo. Ma per questa volta solamente, perché francamente non è in questo modo che si agevola la diffusione del nobile gioco”. Seguirono altre lettere e l’ambiente si smosse a tal punto che anche dal confronto con i campionati stranieri, in particolare quello belga in quanto più simile al nostro, si trassero altre proposte. Arrivati all’annuale Assemblea Federale che si svolse a Torino il 31 agosto 1912 , vennero discussi e messi ai voti due progetti. Il progetto Valvassori-Faroppa prevedeva la fase regionale per ognuna delle 3 categorie di gioco, l’istituzione del campionato Riserve per le squadre di Prima Categoria e l’istituzione di un vero campionato di promozione. Il campionato di Prima Categoria si doveva disputare con un massimo di 6 squadre per regione e col sistema del girone doppio (andata e ritorno) e le vincenti di tutte le regioni si sarebbero affrontate nel girone nazionale, sempre a girone doppio. Scendevano in campo diverse sezioni: Piemonte, Lombardia, Liguria, Veneto-Emilia, e le vincenti dei Comitati istituiti in Italia Centrale, Meridionale e Insulare. Per il campionato di Promozione il progetto prevedeva la retrocessione immediata in Promozione dell’ultima squadra classificata di tutti i gironi. Il progetto Vieri Arnaldo Goetzlof, dirigente del Genoa, divideva l’Italia in 5 sezioni: Italia Settentrionale occidentale (Piemonte, Lombardia e Liguria); Italia Settentrionale orientale (Veneto-Emilia); Italia Centrale (Toscana, Marche, Umbria, Lazio e Abruzzi); Italia Meridionale (Campania, Calabrie, Basilicata e Puglie); Il Campionato Italiano doveva essere accessibile al massimo a 10 società per ogni regione, mandando le vincenti a disputare il girone finale. Le vincenti dei campionati di Promozione sarebbero state ammesse alla categoria superiore senza ulteriori spareggi o gironi finali. Il progetto Goetzlof prevedeva anche il campionato Riserve e la disputa della Coppa Italia attraverso eliminazione diretta con sorteggio delle squadre che giocavano in casa, perciò senza ritorno. Venne invece ritirato un terzo piano ancor più elitario, il progetto Goodley, che lasciava sostanzialmente invariata la Prima Categoria mentre istituiva il campionato di Promozione su basi però interregionali, affidando a delle finali l’ascesa nella massima serie. Il progetto Valvassori-Faroppa fu approvato a maggioranza con il prospettato scambio di promosse e retrocesse tra Prima Categoria e Promozione perché riduceva notevolmente le spese delle trasferte e permetteva a basso costo l’ingresso in Prima Categoria a molte società già da tempo desiderose di accedere alla massima categoria nazionale, surclassando così l’opposizione dei grandi club che vedevano diradarsi gli incontri di cartello. Nella stessa Assemblea venne tuttavia affidata alla Presidenza federale una delega per il passaggio transitorio alla nuova formula, introducendo quei germi di instabilità che causeranno un’ulteriore riforma solo dodici mesi dopo. L’entusiasmo negli ambienti calcistici provinciali per la riforma fu notevole, tanto che molte nuove società sorsero nel 1912, come l’Alessandria, il Grosseto, il Modena, il Monza, ilPontedera o il Rimini, mentre altre già in vita parteciparono al nuovo campionato di Promozione, come il Brescia, il Como, il Luino o il Savona. L’applicazione della riforma, mediata dalla delega alla Presidenza, fu la sorgente dell’incontrollata inflazione del campionato negli anni successivi. Concentrando la sua attenzione sulla nuova Promozione, causa e motivo della riforma, il Consiglio federale limitò i cambiamenti nella Prima Categoria, lasciando accoppiate la Lombardia con la Liguria e il Veneto con l’Emilia, allargando le finali del Nord anche alle seconde classificate per non ridurle ad un semplice triangolare. Partendo dall’organico dell’anno precedente, al Settentrione vennero aggiunte solo quattro squadre, di cui due per concorso La Promozione fu costruita invece ex novo conformemente alla riforma. Totalmente regionalizzata, ebbe un organico completamente nuovo in Piemonte e in Veneto, e largamente rinnovato nelle altre regioni rispetto alla vecchia Seconda Categoria. La discrepanza fra i due campionati fu il grimaldello che nel 1913 verrà sfruttato dai club retrocessi per invocare ed ottenere una nuova riforma che li salvasse dal baratro. Campionato di seconda categoria 1912 – 13 Il campionato non aveva limiti di età perché il regolamento campionati Figc non lo definiva e prevedeva, e perciò in campo scendevano siano minorenni che maggiorenni (si era maggiorenni a 21 anni). I giocatori dovevano essere tutti tesserati e dilettanti, perché in caso di provato caso di professionismo potevano essere squalificati. Si svolse su base regionale, e la ricostruzione dei risultati è ancora frammentaria. Il calendario era lo stesso delle prime squadre che disputavano il campionato di Prima Categoria perché le partite delle squadre riserve erano disputate la mattina prima delle gare di Prima Categoria. Unendo alla comitiva gli undici giocatori delle riserve più uno o due giocatori di scorta in caso di infortunio o improvvisa indisposizione di un titolare queste squadre avevano la certezza di poter mettere in campo una squadra completa e ridurre le spese di trasferta, anche se all’epoca le Ferrovie dello Stato non concedevano alle squadre di calcio le riduzioni tariffarie che furono garantite solo a partire dal 1925. Ecco di seguito le classifiche de vari gironi: Piemonte Classifica parziale Pro Vercelli 8 (4 partite giocate) Juventus 6 (4 partite giocate) Torino 2 (4 partite giocate) Piemonte 0 (4 partite giocate) Il progetto Valvassori-Faroppa fu approvato a maggioranza con il prospettato scambio di promosse e retrocesse tra Prima Categoria e Promozione perché riduceva notevolmente le spese delle trasferte e permetteva a basso costo l’ingresso in Prima Categoria a molte società già da tempo desiderose di accedere alla massima categoria nazionale, surclassando così l’opposizione dei grandi club che vedevano diradarsi gli incontri di cartello. Nella stessa Assemblea venne tuttavia affidata alla Presidenza federale una delega per il passaggio transitorio alla nuova formula, introducendo quei germi di instabilità che causeranno un’ulteriore riforma solo dodici mesi dopo. L’entusiasmo negli ambienti calcistici provinciali per la riforma fu notevole, tanto che molte nuove società sorsero nel 1912, come l’Alessandria, il Grosseto, il Modena, ilMonza, il Pontedera o il Rimini, mentre altre già in vita parteciparono al nuovo campionato di Promozione, come il Brescia, il Como, il Luino o il Savona. L’applicazione della riforma, mediata dalla delega alla Presidenza, fu la sorgente dell’incontrollata inflazione del campionato negli anni successivi. Concentrando la sua attenzione sulla nuova Promozione, causa e motivo della riforma, il Consiglio federale limitò i cambiamenti nella Prima Categoria, lasciando accoppiate la Lombardia con la Liguria e il Veneto con l’Emilia, allargando le finali del Nord anche alle seconde classificate per non ridurle ad un semplice triangolare. Partendo dall’organico dell’anno precedente, al Settentrione vennero aggiunte solo quattro squadre, di cui due per concorso La Promozione fu costruita invece ex novo conformemente alla riforma. Totalmente regionalizzata, ebbe un organico completamente nuovo in Piemonte e in Veneto, e largamente rinnovato nelle altre regioni rispetto alla vecchia Seconda Categoria. La discrepanza fra i due campionati fu il grimaldello che nel 1913 verrà sfruttato dai club retrocessi per invocare ed ottenere una nuova riforma che li salvasse dal baratro. Campionato di seconda categoria 1912 – 13 Il campionato non aveva limiti di età perché il regolamento campionati FIGC non lo definiva e prevedeva, e perciò in campo scendevano siano minorenni che maggiorenni (si era maggiorenni a 21 anni). I giocatori dovevano essere tutti tesserati e dilettanti, perché in caso di provato caso di professionismo potevano essere squalificati. Si svolse su base regionale, e la ricostruzione dei risultati è ancora frammentaria. Il calendario era lo stesso delle prime squadre che disputavano il campionato di Prima Categoria perché le partite delle squadre riserve erano disputate la mattina prima delle gare di Prima Categoria. Unendo alla comitiva gli undici giocatori delle riserve più uno o due giocatori di scorta in caso di infortunio o improvvisa indisposizione di un titolare queste squadre avevano la certezza di poter mettere in campo una squadra completa e ridurre le spese di trasferta, anche se all’epoca le Ferrovie dello Statonon concedevano alle squadre di calcio le riduzioni tariffarie che furono garantite solo a partire dal 1925. Ecco di seguito le classifiche de vari gironi: Piemonte Classifica parziale Pro Vercelli 8 (4 partite giocate) Juventus 6 (4 partite giocate) Torino 2 (4 partite giocate) Piemonte 0 (4 partite giocate) Mancano i risultati delle riserve del Novara e del Casale. Lombardia e Liguria Le squadre liguri di Prima Categoria furono aggregate a quelle lombarde solo per questa stagione a cause delle distanze chilometriche. Classifica parziale Milan 11 (7 partite giocate) Doria 9 (7 partite giocate) Genoa 9 (8 partite giocate) Inter 8 (8 partite giocate) USM 7 (8 partite giocate) Libertas 0 (6 partite giocate) Verdetti finali Il campionato risultò vinto dalle riserve dell’Andrea Doria, i quali vinsero per 2-0 a tavolino il 2 marzo la ripetizione della partita di Genova con l’Inter, per forfait dei neroazzurri. Veneto Classifica parziale: Venezia 4 (4 partite giocate); Hellas 3 (3 partite giocate); Volontari Venezia 2 (1 partita giocata); Vicenza 1 (2 partite giocate). Mancano i risultati delle riserve del Modena e del Bologna. Nella pagina di sinistra: Savona (ancora denominato Fratellanza), Pro Vercelli, Casale, Alessandria, Andrea Doria, nella pagina a destra: Genoa, Vigor Torino, Piemonte Torino, Liguria Sampierdarena, Torino CAMPIONATO DI PROMOZIONE 1912 – 13 il torneo di Promozione fu organizzato distintamente in ciascuna delle sei regioni calcisticamente attive del Paese, non erano previste finali nazionali e le vincitrici dei gironi guadagnavano la salita in Prima Categoria. Al campionato poteva iscriversi qualsiasi società, anche di nuova affiliazione, purché in grado di allestire un campo di gioco avente dimensioni superiori al minimo richiesto dalla Federazione, 90×45 m, e dotato di una palizzata in legno che avrebbe permesso di far pagare il biglietto d’ingresso. I club che invece non potevano fornire queste garanzie alla Figc omologando il proprio campo potevano disputare solo il campionato di Terza Categoria. L’ambiguità del regolamento aprì il campo a divergenti interpretazioni dai vari comitati organizzatori. Al prospettato interscambio fra i due campionati maggiori infatti, non corrispose un’armonizzazione delle due strutture dato che, se la neonata Promozione fu creata ad immagine della riforma, la Prima Categoria fu solo parzialmente toccata, mantenendovi gruppi interregionali non applicando quindi il previsto tetto di sei club per regione. Piemonte Il campionato piemontese, organizzato direttamente dalla presidenza federale, fu giocato da tre squadre selezionate ex novo. Classifica finale: 1)  Alessandria 6,  2) Vigor Torino 6, 3) Veloces Biella 0. Spareggio A Novara, 30 marzo 1913: Alessandria-Vigor 3-0. Verdetti finali Alessandria promossa in Prima Categoria 1913-1914. Vigor successivamente ammessa in Prima Categoria. Liguria Il Comitato Regionale Ligure prese due club già noti in Seconda Categoria più una impossibilitata a giocare con le altre squadre piemontesi a causa degli alti costi dei trasporti pubblici dell’epoca. Classifica finale: 1) Liguria p. 6,  2) Savona p. 6, 3) Forza e Virtù di Novi Ligure 0. Spareggio per il primo posto in classifica A Genova, 16 marzo, Liguria-FG Savonese 1-0 ad oltranza. Risultati Calendario 8 dicembre 1912: Forza e Virtù-Liguria 15 dicembre 1912: FG Savonese-Forza e Virtù 1-0 22 dicembre 1912: Liguria-Savonese 29 dicembre 1912: Liguria-Forza e Virtù 2-1 5 gennaio 1913: Forza e Virtù-FG Savonese 1-4 9 febbraio 1913: Savonese-Liguria 6-2 Verdetti finali Liguria promossa in Prima Categoria 1913-1914. Fratellanza Ginnastica Savonese successivamente ammessa anch’essa in Prima Categoria dopo spareggio giocato a Torino, campo Juventus il 20 Ottobre 1912: Savona – Como 3-1 Formazione del Savona: Conti, Ghigliano, Capelli, Tornero, Becco, Sguerso, Deviolini, Hurny, Poggi, Biacca, Saccarello. Il Savona 1912 – 13 Lombardia Considerato che il numero delle squadre affiliate in Lombardia era molto alto al campionato di Promozione 1912–1913 furono ammesse le società che potevano contare di: un campo proprio di dimensioni minimo 90×45 e cintato per poter permettere il pagamento del biglietto all’ingresso; una squadra di notevole spessore tecnico a giudizio insindacabile del Comitato Regionale Lombardo della Figc; aver già partecipato a tornei e campionati indetti dal Comitato Regionale Lombardo ed almeno 2 anni di anzianità; essere in regola con la cassa del Comitato Regionale Lombardo. Oltre al Como, affiliato dal 1910 e basato nello Stadium via dei Mille, e alla Lambro affiliata dal 1911, che avevano partecipato infruttuosamente al concorso di ammissione alla Prima Categoria, e alla Unitas ben comportatasi in Seconda Categoria 1911-1912 così come il Luino, campo di dimensioni 110×65, affiliato dal 1910, la scelta degli altri club ricadde su: Ausonia, affiliata alla Fif dal 1905, appena fusasi con la Pro Gorla il 7 gennaio 1912; Juventus Italia affiliata dal 1911; Nazionale Lombardia sul campo “Maddalena” inaugurato 12 novembre 1911; Savoia finalista del campionato di Terza Categoria 1911–12; e Brescia vincitore del campionato di Terza Categoria 1911–12. Il Comitato Regionale Lombardo interpretò a suo modo il regolamento e, vista la previsione di sei club per regione nella massima categoria, frequentata da quattro squadre lombarde di cui una retrocessa, dispose ben tre promozioni dalla cadetteria. Classifica: 1) Nazionale Lombardia p. 28, 2) Juventus Italia Milano 24, 3) Lambro 19, 4) Unitas Milano 18, 5) Como 15, 6) Ausonia Pro Gorla Milano 14,,7) Brescia 13, 8) Savoia Milano 9, 9) Luino 4. Verdetti finali Nazionale Lombardia, Juventus Italia e Lambro promosse in Prima Categoria 1913-1914. In seguito, all’Assemblea Federale del luglio 1913, anche Como e Brescia furono ammesse alla Prima Categoria. Lambro, mancante del campo e in difficoltà finanziarie, e Unitas si fusero dando vita all’A.M.C., l’Associazione Milanese Calcio. Il Brescia poi ammesso alla Prima Categoria. Tra i pali il futuro nazionale Trivellini Veneto Classifica finale: 1) Petrarca Padova 7, 2) Udinese 4, 3) Padova 1. Verdetti finali Petrarca e Udinese promosse in Prima Categoria 1913-1914. Toscana Classifica finale 1) Libertas Firenze 12, 2) Lucchese 6, 3) Itala Firenze 4, 4) Prato 2. Verdetti P.G.F. Libertas e Lucca promosse in Prima Categoria 1913-1914. Itala e Prato successivamente ammesse in Prima Categoria. Lazio Al girone unico laziale presero parte le seguenti squadre: Audace Roma (squadra riserve di club di Prima Categoria), Roma  Fortitudo, Roma U.S. Romana, Roma S.S. Tebro, Roma Verdetti finali Fortitudo promossa in Prima Categoria 1913-1914. In conclusione la pagina dell’Almanacco del calcio per il campionato 1913 – 14, reperto ormai raro, con l’elenco delle squadre ammesse al campionato di Prima Categoria e al campionato riserve.

36 STAGIONI DAL 1978-79: TUTTE LE PROMOSSE TRA C2 E SECONDA DIVISIONE

a cura di FRANCO ASTENGO La Terza categoria nazionale definitivamente istituzionalizzata con la denominazione di Serie C a partire dalla stagione 1935 – 36 aveva subito a partire dal campionato 1978 – 79 uno sdoppiamento in due categorie, denominate C1 e C2. Si assolveva così ad una esigenza di allargamento del professionismo (in precedenza a partire dal 1959 – 60 i giocatori di Serie C e Serie D erano contrattualizzati come semiprofessionisti) e di nuova ribalta per tante società rappresentative di diverse realtà del calcio italiano. La C2 è andata così avanti fino al campionato 2008 – 2009 quando si registrò un mutamento di denominazione (eseguito con una terminologia davvero discutibile) in Lega Pro di Prima e Seconda divisione. Con queste etichette si è proceduto fino al torneo 2013 – 2014 allorquando la crescita a dismisura delle esigenze finanziarie alle quali ha corrisposto una situazione di forte disagio e addirittura di fallimento per molte società ha consigliato la Federazione di restringere il numero delle squadre partecipanti e di tornare ad una sola categoria che con la stagione 2017 – 2018 ha ripreso l’antica insegna di Serie C. Allo scopo di non dimenticare l’esistenza del campionato di Serie C2 provvediamo, in questa occasione, all’elenco delle squadre che stagione per stagione sono state promosse: si sono disputati campionati su 3, 4 o 2 gironi, con una o due promozioni per girone. Leggendo l’elenco il “format” sarà facilmente comprensibile. Emergono “nobile decadute” capaci di riprendere la via dei piani alti del calcio italiano e nuove realtà, alcune effimere e altre definitivamente affermatesi in un quadro di rinnovamento molto ampio e per certi versi addirittura vorticoso che ha contrassegnato soprattutto la fase più recente della storia del nostro movimento. Ecco per ordine. 1978 – 79: Sanremese, Aquila Montevarchi, Pergocrema, Sant’Angelo Lodigiano, Alma Juventus Fano, Anconitana, Rende, Siracusa. 1979 – 80: Prato, Spezia, Modena, Trento, Giulianova, Francavilla, Cosenza, Paganese. Spezia promosso in Serie C1 campionato 1979 – 80: da sinistra in piedi: D’Arsiè, Fazio, Sellitri, Tavarelli, Barbuti, Noferi, Bertacchini, Bonanni, De Filippis; seduti da sin.: Di Staso, Sassarini, Acconcia, Beccatini, Benedetti, Nicchi, Bongiorni, Seghezza, Antonucci (foto prop. Maurizio Nicchi) 1980 – 81: Rhodense, Alessandria, Padova, Civitanovese, Casertana, Latina, Campania Pozzuoli, Virtus Casarano. 1981 – 82: Carrarese, Pro Patria, Anconitana, Mestrina, Siena, Rondinella Marzocco, Barletta, Cosenza. 1982 – 83: Prato, Foligno, Legnano, Fanfulla, Francavilla, Civitanovese, Messina, Akragas. 1983 – 84: Livorno, Asti, Pavia, Piacenza, Jesina, Monopoli, Reggina, Nocerina. 1984 – 85: Siena, Prato, Virescit Boccaleone Bergamo, Trenti, Brindisi, Alma Juventus Fano, Licata, Sorrento. 1985 – 86: Lucchese, Spezia, Centese, Mantova, Teramo, Martina Franca, Nocerina, Reggina. 1986 – 87: Torres, Derthona,Ospitaletto, Pavia, Vis Pesaro, Francavilla, Frosinone, Ischia Isolaverde. 1987 – 88: Carrarese, Aquila Montevarchi, Mantova, Venezia, Perugia, Virtus Casarano, Palermo, Giarre. 1988 -89: Casale, Alessandria, Chievo Verona, Carpi, Fidelis Andria, Ternana, Campania Puteolona, Siracusa. Alessandria promossa in C1 1988 – 89. Formazione: Riccarand, Brilli, Ferrarese, Bartolini, Guerra, Manetti, Marescalco, Mastini, Montrone, Ferretti, Tortora 1898 – 90: Siena, Pavia, Varese, Pro Sesto, Alma Juventus Fano, Baracca Lugo, Battipagliese, Nola. 1990 – 91: Alessandria, Massese, Palazzolo, Spal, Chieti, Sambenedettese, Ischia Isolaverde, Acireale. 1991 – 92: Ravenna, Leffe, Vis Pesaro, Carrarese, Potenza, Lodigiani Roma. 1992 – 93: Mantova, Fiorenzuola, Pistoiese, Prato, Juve Stabia, Leonzio Lentini, Matera. 1993 – 94: Crevalcore, Ospitaletto, Gualdo, Pontedera, Trapani, Sora, Turris. 1994 – 95: Brescello, Saronno, Aquila Montevarchi, Castel di Sangro, Nocerina, Savoia di Torre Annunziata. 1995 – 96: Novara, Alzano Virescit, Treviso, Fermana, Avezzano, Giulianova. 1996 – 97: Lumezzane, Lecco, Ternana, Livorno, Battipagliese, Turris. 1997 – 98: Varese, Cittadella, Spal, Arezzo, Marsala, Crotone. 1998 – 99: Pisa, Albinoleffe, Viterbese, Sandonà, Catania, Benevento. Il Catania caduto in C2 risale con il campionato 1998 – 99. Formazione: Bifera, Di Dio, Furlanetto, Esposito, Monaco, Gattuso, Lugnan, Ripaldi, Passiatore, Brutto, Spagnolli. Allenatore Pierino Cucchi 1999-2000: Spezia, Alessandria, Torres, Vis Pesaro, Messina, L’Aquila. 2000-2001: Padova, Triestina, Lanciano, Chieti, Taranto, Sora. 2001 – 2002: Prato, Pro Patria, Teramo, Sambendettese, Martina Franca, Paternò. 2002 – 2003: Pavia, Novara, Florentia Viola, (denominazione provvisoria della Fiorentina dopo il fallimento targato Cecchi Gori), Rimini, Foggia, Acireale. Florentia Viola insegna provvisoria della Fiorentina post fallimento 2003 – 2004: Mantova, Cremonese, Grosseto, Sangiovannese, Frosinone, Vittoria. 2004 – 2005: Pro Sesto, Pizzighettone, Massese, Ravenna, Manfredonia, Gela. 2005 – 2006: Venzia, Ivrea, Cavese, Sassuolo, Gallipoli, Taranto. 2006 – 2007: Legnano, Lecco, Foligno, Paganese, Sorrento, Potenza. 2007 – 2008: Pergocrema, Lumezzane, Reggiana, Portogruaro, Benevento, Real Marcianise. CAMPIONATO LEGA PRO SECONDA DIVISIONE 2008 – 2009: Varese, Como, Figline Valdarno, Giulianova, Cosenza, Pescina. 2009 – 2010: Sudtirol, Spezia, Lucchese, Gubbio,Juve Stabia, Cisco Roma. 2010 – 2011: Tritium, Feralpisalò, Carpi, Carrarese, Latina, Trapani. 2011 – 2012: Treviso, San Marino, Cuneo, Perugia, Catanzaro, Paganese. 2012 – 2013: Pro Patria, Savona, Venezia, Salernitana, Pontedera, L’Aquila. 2013 – 2014: nessuna promozione per la riunificazione del campionato con quello di Prima Divisione. Monza, Seconda Divisione 2012/2013, Monza-Savona 2-1, giocata allo stadio Brianteo, nella foto: Paolo Castelli in uscita con mischia in area. Un’occasione eccezionale: il Savona trasmesso in diretta tv sul canale RAI Sport. La prima volta era capitata nella stagione 1966 – 67 al “Bacigalupo” per Savona – Juventus di Coppa Italia, telecronista Nando Martellini. Il Savona portò i bianconeri ai supplementari. Decise un gol di De Paoli.

RAPPRESENTATIVE MON AMOUR: UN RICORDO “D’AUTORE”

DI NANNI DE MARCO Molto abbiamo detto e scritto del “nostro” Nanni De Marco da quando ci ha lasciati in una fredda giornata di fine gennaio per andare ad organizzare tornei, eventi, manifestazioni, referendum, concorsi a premi chissà dove chissà con chi. Ora, grazie alla preziosa collaborazione di Gianni Sibilio, da colonna degli Scolopi e della Fraternitas ad una prestigiosa carriera ai vertici dell’Inps, anche lui tra i protagonisti di quelle indimenticabili stagioni calcistiche, è stato recuperato un prezioso reperto storico, almeno per le nostre vicende calcistiche savonesi degli anni ruggenti alle quali dedichiamo la massima attenzione nel ricordo attraverso il nostro blog. Nanni De Marco, inventore delle Rappresentative, dei tornei dei Bar alla Valletta e – in notturna – al Sacro Cuore e a Zinola, cantore della Seconda Categoria sulle colonne di “Riviera Notte”, aveva raccontato, in prima persona, a quarant’anni di distanza, per il giornale “La Stampa”, suo approdo dopo la lunga collaborazione con Il Secolo XIX, la vicenda che lo aveva visto protagonista in prima persona nel confronto con la Federazione Regionale per la formazione di una Rappresentativa di Seconda Categoria. Il titolo “Quella Rappresentativa che ha segnato un’epoca” Ecco l’articolo in questione: tutto da leggere e da godere. Nanni lo scrisse con passione e legittimo orgoglio, a testimonianza di quanto era riuscito a proporre, sostenere e infine realizzare in ogni sua iniziativa. Lui che, da responsabile di un negozio di elettrodomestici di via Paleocapa, talentuoso ciclista, arbitro di calcio e tenace raccoglitore di formazioni nei campionati minori si era inventato promoter di eventi per poi diventare diventare giornalista, scrittore e narratore di importanti capitoli della storia savonese. Non ci stancheremo mai di ricordarlo. Nanni ha amato la “sua” Città. Senza essere ricambiato.     Nella foto da sinistra in piedi: allenatore Pacini (Villetta), Bertone (Carcarese), Scarcia (Altarese), Foresti (Auxilium Alassio), Dondo (Soccorso Pietra Ligure), Monti (Villetta), Picchi Procopio (Villetta), Bonetti (Cadibona); accosciati: Legario (Carcarese), Leone (Auxilium Alassio), Conti (Taggese), Sibilio – autore del ritrovamento – (Don Bosco Savona), Lauretano (Villetta), Borgo (Cengio), Porta (Priamar), Avellino (Freccero), Pabis ( Auxilium Alassio)  Come non ricordare allora la giornata del 1 Maggio 1969 quando le sue “rappresentative” di seconda categoria furono rese “ufficiali” e si esibirono al “Bacigalupo” in una grande giornata di sport? Quella delle Rappresentative fu una lunga e dura battaglia condotta contro i vertici federali (i “parrucconi” dell’epoca) che consentivano soltanto di formare quella di Promozione per il Trofeo Zanetti lasciando tutto in mano ai genovesi, cui Aime, Pesaro e Borzone da Savona si limitavano a fare da supporto. Nanni, fedele al suo modo di essere e di vivere, si ribellò a quello stato di cose e impose le “sue” ma anche le “nostre” Rappresentative, con l’aiuto di Luciano Berio, grande direttore provinciale delle Poste e sportivo di razza, primo savonese ad arrivare ai vertici del calcio ligure partendo da Savona. Grazie all’amico Berio si raggiunse un accordo tra Nanni e il dottor Italo Ferrando, presidente della Federazione ligure e medico della Nazionale, e le rappresentative di Riviera Notte divennero ufficiali. Ecco la prima formazione “ufficiale” della Rappresentativa di Seconda Categoria: da sinistra, in piedi, “Angin” Aime, nume tutelare della Federazione di Savona, Pippi Postiglione CT della Liguria, Angeleri (Judax), Sardo (Freccero), Barbino (Priamar), Ottonello (Colombo di Cogoleto), Conrado (Calizzano), Bertolino (Andora), Ghirardi (Andora), Caviglia (Priamar), Nicosia (Ceriale), l’allenatore Pacini (Priamar), il direttore tecnico Franco Astengo (Freccero); accosciati: Ossola (allenatore dell’Andora), Giacosa (Millesimo), Beruto (Judax), Brandini (Cadibona), Gianazzi (Ceriale), Pivetta (Taggese), Parinello (Borghetto S.S.) Rossi (Santa Cecilia), Crea (Freccero) Un momento delle premiazione delle società partecipanti: Nanni, al centro, stringe la mano al presidente dell’Auxilium Alassio Isnardi. Al suo fianco, a sinistra Franco Astengo e a destra Shad Rusticoni (Freeccero) capocannoniere del campionato. Seduto alle spalle l’indimenticabile Marco Sabatelli, editore di “Rivera Notte”, “Liguria”, “Resine”, poi presidente dell’Unione Industriali e della Camera di Commercio in una fase nella quale l’economia e la cultura a Savona marciavano d’accordo per il progresso della Città Non appena avviato il nuovo campionato di Prima Categoria il nostro “Riviera Notte”, grazie alla dirompente intraprendenza di Nanni De Marco, non si fece sfuggire l’occasione di formare la conseguente Rappresentativa che fu schierata per la prima volta al Campo Valletta San Michele il 25 aprile 1969. Da sinistra in piedi: Astengo d.t., Bordegari (Nolese), Ferretti (Albisola), Foglia (Albisola), Ghiso (Villetta), Torri (Don Bosco di Varazze), Cosimi (Don Bosco di Varazze), Musmeci (Don Bosco di Varazze), l’allenatore Davide Ansaldo (Spotornese), il segretario della Federazione savonese Renato Borzone (negozio di scarpe “Grimaldi” in via Pia); accosciati: l’addetto stampa Angelo Regazzoni, indimenticabile giornalista varazzino, Lagustena (Nolese), Sarti (Veloce), Mellano (Spotornese), Testa (Veloce), Biavasco (Albisola) Questa è invece una rappresentativa tutta particolare, quella dei giornalisti, nell’occasione impegnata contro quella dei tipografi (rafforzata). Si giocò a Varazze sul campo del Don Bosco, arbitrò (si fa per dire, nel resoconto di Riviera Notte) il futuro sindaco di Genova Adriano Sansa con Nanni De Marco e Marco Sabatelli impegnati direttamente in campo. Da ricordare anche la presenza come c.t. di un altro indimenticabile protagonista del giornalismo savonese come Ivo Pastorino (Savona Sport, Gazzetta del Popolo, la Stampa) e di Aldo Grasso, docente universitario e affermato critico televisivo del Corriere della Sera. Di seguito invece, un’immagine della fortissima rappresentativa ligure di Promozione che, in occasione del torneo dell’Uefa 1964 vestì al completo la maglia azzurra come Italia B affrontando Inghilterra, Germania e Francia. Abbiamo scelto questa formazione, capace di eliminare la Sardegna a casa sua in quel di Sorso davanti a 5.000 spettatori, perché la consideriamo la più completa fra quelle che Pippi Postiglioni in tanti anni ha mandato in campo per difendere i nostri colori regionali (nel 1960 la Liguria, nella prima edizione del Trofeo Zanetti, seppe arrivare alla finalissima cedendo soltanto ai rigori all’Emilia – Romagna sul terreno dello Stadio Flaminio di Roma). Da sinistra, in piedi: il commissario tecnico Pippi Postiglioni, Bagnara (Sestrese), Gianetto (Sestrese), il grande Paolo Mainetto (Sestrese), Ottobrini (Sammargheritese), Angelini (Cairese), il massaggiatore Anselmi (Vigili Genova); accosciati: Magnanego (Gruppo C), Gambino (Sammargheritese), Marchiano (Molassana), Zingariello (Sestrese), l’altro”super” con Mainetto di questa formazione Tullio Pierucci (Cairese), Bussolino (Gruppo “C”)

COPPE EUROPEE STORY LA PRIMA VOLTA DELLE SQUADRE ITALIANE

a cura di FRANCO ASTENGO                                                                                                   Dalla stagione 1955 – 56 si sono avviate, inizialmente su iniziativa di Henry Delaunay giornalista dell’Equipe in seguito dirigente sportivo inventore anche del Campionato Europeo per Nazioni, le grandi Coppe riservate alle più forti squadre dei campionati europei. Milan 1955 – 56 prima squadra italiana a partecipare alla Coppa dei Campioni: da sinistra, in piedi, Maldini, Tognon (capitano), Liedholm, Frignani, Nordahl, Schiaffino; accosciati, da sinistra: Dal Monte, Bergamaschi, Buffon, Zagatti, Mariani. Omero Tognon a fine carriera farà un breve apparizione sulla panchina del Savona Fbc  Nell’anteguerra si era già disputata la Coppa Europa (poi Mitropa Cup) riservata alle squadre centro europee e all’Italia; nel dopoguerra si era avviata la Coppa Latina riservate alle squadre vincitrici dei campionati di Italia, Francia, Spagna e Portogallo. Su quella scia si innestarono prima fra tutte la Coppa dei Campioni, torneo ad eliminazione diretta che per le prime 5 stagioni fu vinta dal Real Madrid, poi seguirono la Coppa delle Fiere e quindi la Coppa delle Coppe. Via via i tornei crebbero di importanza soprattutto grazie alla televisione e alla possibilità di giocare le partite in notturna e si trasformarono: dalla Coppa dei Campioni nacque l’attuale Champions League, la Coppa delle Fiere si trasformò in Coppa Uefa e, infine, dalla fusione tra Coppa delle Coppe, Coppa Uefa,  Intertoto (discendente del Piano Rappan, torneo estivo per club di seconda fascia) l’attuale Europa League, aumentando enormemente il numero delle squadre impegnate (fenomeno quest’ultimo sviluppatosi anche in seguito alle variazioni intervenute nella carta geografica d’Europa in seguito alla caduta del Muro di Berlino e allo smembramento dell’Urss, della Cecoslovacchia, e della Jugoslavia). In questa occasione abbiamo così pensato di illustrare la prima occasione di partecipazione delle diverse squadre italiane (23 in tutto) alle varie coppe fin qui elencate: Atalanta, Bologna, Brescia, Cagliari, Cesena, Chievo, Fiorentina, Genoa, Inter, Juventus, Lazio, Milan, Napoli, Palermo, Parma, Perugia, Roma, Sampdoria, Sassuolo, Torino, Verona, Vicenza, Udinese. Ecco di seguito partecipazioni, risultati e organici. ATALANTA: Coppa delle Coppe 1963 – 64 Atalanta: Cometti, Pesenti, Nodari, Flemming Nielsen, Gardoni, Colombo, Domenghini, Milan, Calvanese, Mereghetti, Nova (Pizzaballa, Magistrelli, Christensen, Veneri, Rota, Carioli); all. Ceresoli. Risultati: Atalanta – Sporting di Lisbona 2-0; Sporting di Lisbona – Atalanta 3-1; spareggio: Sporting di Lisbona – Atalanta 3-1 dopo i tempi supplementari. BOLOGNA: Coppa dei Campioni 1964 – 65 Bologna: Negri, Furlanis, Pavinato, Tumburus, Janich, Fogli, Perani, Bulgarelli, Harald Nielsen, Haller, Pascutti ( Rado, Spalazzi, Maraschi, Muccini, Turra, Tentorio, Bui, Capra, Sidio Corradi, Fara, Roversi; all. Bernardini Risultati: Anderlecht – Bologna 1-0; Bologna – Anderlecht 2-1; spareggio: Anderlecht – Bologna 0-0 Anderlecht qualificato per sorteggio. Bologna 1964 – 65, eliminata dall’Anderlecht al primo turno di Coppa dei Campioni. Da sinistra, in piedi: Janich, Tumburus, Furlanis, Fogli, Negri. Accosciati: Perani, Bulgarelli, Nielsen, Haller, Pascutti, Pavinato BRESCIA: Intertoto 2001 Brescia: Castellazzi, Petruzzi, Calori, Bonera, Mangoni, Guardiola, A.Filippini, Giunti, E. Roberto Baggio, Toni, Tare (Smicsek, Yllana, Schopp, Bachini, Baronio, E. Filippini, Diana, Caracciolo, Kozminski); all. Carlo Mazzone Risultati: Brescia – Tatabanya 2-1; Tatabanya – Brescia 1-1; Chenel Blsany 1-2; Brescia – Chenel Blsany 2-2; Paris SG – Brescia 0-0; Brescia – Paris SG 1-1. CAGLIARI Coppe delle Fiere 1969 – 70 Cagliari: Albertosi, Martiradonna, Zignoli, Cera, Niccolai, Tommasini, Domenghini, Nenè, Gori, Greatti, Riva (Reginato, Brugnera, Poli, Mancin, Nastasio); all. Manlio Scopigno. Risultati: Aris Thessaloniki – Cagliari 1-1, Cagliari – Aris Thessaloniki 3-0, Carl Zeiss Jena – Cagliari 2-0, Cagliari – Carl Zeiss Jena 0-1. CESENA Coppa UEFA 1976 – 77 Cesena: Boranga, Benedetti, Ceccarelli, Beatrice, Oddi, Cera, Bittolo, Frustalupi, De Ponti, Rognoni, Mariani (Bardin, Martini, Pepe, Valentini, Lombardo, Zaniboni); all. Corsini. Risultati: Magdeburgo – Cesena 3-0, Cesena – Magdeburgo 3-1. CHIEVO VERONA Coppa UEFA 2002 – 2003 Chievo Verona: Lupatelli, Moro, Legrottaglie, D’Anna, Lanna, Perrotta, Corini, Luciano, Franceschini, Cossato, Bierhoff (Ambrosio, Marazzina, Pelissier, Della Morte, Bjelanovic, Lazetic, Mensah); all. Del Neri. Risultati:Stella Rossa Belgrado – Chievo Verona 0-0, Chievo Verona – Stella Rossa Belgrado 0-2. FIORENTINA Coppa dei Campioni 1956 – 57 Fiorentina: Sarti, Magnini, Cervato, Chiappella, Orzan, Segato, Julinho, Gratton, Virgili, Montuori, Prini ( Toros, Rosetta, Scarmucci, Bizzarri, Rozzoni, Parodi, Taccola, Carpanesi, Del Gratta); all. Fulvio Bernardini. Risultati: Fiorentina – IFK Norkopping 1-1, IFK Norkopping – Fiorentina 0-1, Fiorentina – Grasshoppers 3-1, Grasshoppers – Fiorentina 2-2, Stella Rossa Belgrado – Fiorentina 0-1, Fiorentina – Stella Rossa Belgrado 0-0, Real Madrid – Fiorentina 2-0 (finale). GENOA Coppa UEFA 1991 -92 Genoa: Braglia, Torrente, Branco, Eranio, Collovati, Signorini, Ruotolo, Bortolazzi, Aguilera, Skhuravy, Onorato (Berti, Fiorin, Caricola, Ferroni II, Iorio, Bianchi, Pacione, Corrado, Panucci); all. Osvaldo Bagnoli. Risultati: Oviedo – Genoa 1-0 Genoa – Oviedo 3-1, Genoa – Dinamo Bucarest 3-1, Dinamo Bucarest – Genoa 2-2, Steaua Bucarest – Genoa 0-1, Genoa – Steaua Bucarest 1-0, Genoa – Liverpool 2-0, Liverpool – Genoa 1-2 Genoa – Ajax 2-3, Ajax – Genoa 1-1. Onorati, Bortolazzi, Skurhavy e “Pato” Aguilera grandi protagonisti del Genoa 1991 – 92 INTER Coppa delle Fiere 1955 – 1958 Inter: Ghezzi, Fongaro, Giacomazzi, Vincenzi, Ferrario, Nesti,Armano, Invernizzi, Vonlanthen, Skoglund, Lorenzi ( Lombardi, Masiero, Campagnoli, Celio, Massei, Fraschini, Zambaiti); all. Aldo Campatelli. Risultati: Inter – Birmingham City 0-0, Selezione Zagabria – Inter 0-2, Inter – Selezione Zagabria 4-0, Birmingham City – Inter 2-1. JUVENTUS Coppa dei Campioni 1958 – 59 Juventus: Mattrel, Corradi, Garzena, Emoli, Ferrario, Colombo, Stacchini, Boniperti, Charles, Sivori, Nicolè (Vavassori, Stivanello, Muccinelli, Castano, Fiun, Boldi, Turchi, Leoncini, Montico, Palmer, Stacchino, Aggradi); all. Brocic. Risultati:Juventus – Wiener 3-1, Wiener – Juventus 7-0 Juventus 1958 – 59, stagione del clamoroso 0-7 di Vienna. Da sinistra in piedi: Colombo, Nicolè, Charles, Mattrel, Ferrario, Fuin; accosciati: Muccinelli, Boniperti, Emoli, Corradi, Sivori LAZIO Coppa delle Fiere 1970 – 71 Lazio: Di Vincenzo, Papadopulo, Facco, Governato, Wilson, Marchesi, Massa, Ferruccio Mazzola, Chinaglia, Dolso, Fortunato (Sulfaro, Moriggi, Polentes, Legnaro, Morrone, Magherini, Manservisi, Tomy, Chinellato, Nanni); all. Juan Carlos Lorenzo. Risultati: Lazio – Arsenal 2-2, Arsenal – Lazio 2-0. MILAN Coppa dei Campioni 1955 – 56 Milan: Buffon, Maldini, Zagatti, Liedholm, Pedroni, Bergamaschi, Dal Monte, Mariani, Nordahl, Schiaffino, Frignani (Ciceri, Beraldo, Ricagni, Valli, Ganzer, Bagnoli, Radice, Tognon, Carminati, Fassetta); all. Puricelli. Risultati: Milan- Saarbrucken 3.4, Saarburcken – Milan 1-4, Rapid Vienna – Milan 1-1, Milan – Rapid Vienna 7-2, Real Madrid – Milan 4-2, Milan – Real Madrid 2-1. NAPOLI Coppa delle Coppe 1962 – 63 Napoli: Cuman, Molino, Mistone, Girardo, Gatti, Fraschini, Corelli, Rosa, Fanello, Ronzon, Tacchi ( Pontel, Rivellino, Tomeazzi, Mariani, Canè, Montefusco, Gilardoni, Schiavone, Juliano); all. Bruno Pesaola. Risultati: Bangor City – Napoli 2-0, Napoli – Bangor City 3-1, spareggio Napoli – Bangor City 2-1, Ujpest – Napoli 1-1, Napoli – Ujpest 1-1, spareggio Napoli – Ujpest 3-1, OFK Belgrado – Napoli 2-0, Napoli –OFK Belgrado 3-1 spareggio OFK Belgrado – Napoli 3-1. PALERMO  Coppa Uefa 2005 – 2006 Palermo: Andujar, Zaccardo, Barzagli, Terlizzi, Grosso, Gonzalez, Barone, Corini, Santana, Di Michele, Caracciolo (Agliardi, Makinwa, Brienza); all. Del Neri. Risultati: Palermo- Anorthosis 2-1, Anorthosis – Palermo 0.4, Petach Tikva – Palermo 1-2, Palermo – Lokomotiv Mosca 0-0, Espanyol – Palermo 1-1, Palermo – Brondby 3-0, Slavia Praga – Palermo 2-1, Palermo – Slavia Praga 1-0, Palermo – Schalke 0-4 1-0 Schalke 04 – Palermo 3-0. PARMA Coppa UEFA 1991 – 92 Parma: Taffarel, Benarrivo, Di Chiara, Minotti, Apolloni, Grun, Melli, Zoratto, Osio, Cuoghi, Brolin (Ballotta, Agostini, Catanese, Nava, Pulga, Donati, Bia); all. Nevio Scala. Risultati: CSKA Sofia – Parma 0-0, Parma – CSKA Sofia 1-1 PERUGIA Coppa Uefa 1979 – 80 Perugia: Malizia, Nappi, Ceccarini, Frosio, Della Martira, Dal Fiume, Goretti, Butti, Paolo Rossi, Casarsa, Bagni (Mancini, Tacconi, De Gradi, Calloni, Zecchini, Pin, Vittiglio, Mingucci, Cocciari); all. Ilario Castagner Risultati: Perugia – Dinamo Zagreb 1-0, Dinamo Zagreb – Perugia 0-0, Aris Thessaloniki – Perugia 1-1, Perugia – Aris Thessaloniki 0- 3. ROMA Coppa delle Fiere 1958 – 60 Roma: Panetti, Griffith, Corsini, Guarnacci, Stucchi, Zaglio, Ghiggia, Pestrin, Da Costa, Selmonsson, Lojodice (Cudicini, David, Losi, Menegotti, Tasso, Leonardi, Mazzone, Giuliano, Thermes); all. Nordahl, d.t. Sarosi. Risultati: Hannover 96 – Roma 1-3, Roma – Hannover 96 1-1, Union St. Gilloise – Roma 2-0, Roma – Union St. Gilloise 1-1. SAMPDORIA Coppa delle Fiere 1962- 63 Sampdoria: Sattolo, Vincenzi, Tomasin, Bergamaschi, Bernasconi, Vicini, Toschi, Toro, Brighenti, Da Silva, Cucchiaroni (Battara, Delfino, Tamborini, Marocchi, Maestri, Prato, Vigna, Bertolazzi, Frustalupi, Mainardi, Scazzola); all. Ockwirk. Risultati: Sampdoria – Aris Bennevois 1-0, Aris Bennevois – Sampdoria 0-2, Sampdoria – Ferencvaros 1-0, Ferencvaros – Sampdoria 6-0. Sampodoria 1963 – 64 eliminata dalla Coppa delle Fiere dagli ungheresi del Ferencvaros. Da sinistra in piedi: Brighenti, Vincenzi, Bergamaschi, Battara, Vicini, Cucchiaroni; accosciati: Marocchi, Toro, Toschi, Bernasconi, Maestri SASSUOLO Europa League 2016 – 17 Sassuolo: Consigli, Gazzola, Acerbi, Paolo Cannavaro, Antei, Biondini, Magnanelli, Pellegrini, Missiroli, Politano, Matri, Berardi (Pegolo, Dall’Orco, Aipong, Sensi, Mazzitelli, Defrel); all. Di Francesco. Risultati: Lucerna – Sassuolo 1-1, Sassuolo – Lucerna 3-0, Sassuolo – Stella Rossa Belgrado 3-0, Stella Rossa Belgrado 1-1, Sassuolo – Athletic Bilbao 3- Genk –Sassuolo 3-1, Rapid Vienna – Sassuolo 2-2, Athletic Bilbao – Sassuolo 3-2, Sassuolo – Genk 0-2. TORINO Coppa delle Coppe 1964 – 65 Torino: Vieri, Poletti, Buzzacchera, Puia, Cella, Rosato, Simoni, Ferrini, Hitchens, Moschino, Meroni (Reginato, Ferretti, Fossati, Crippa, Lancioni, Teneggi II, Albrigi, Brighenti, Carelli); all. Nereo Rocco. Risultati: Torino – Fortuna Geelen 3-1, Fortuna Geelen – Torino 2-2, Haka Valkaskekson – Torino 0-1, Torino – Haka Valkeaskon  5-0, Torino – Dinamo Zagabria 1-1, Dinamo Zagabria – Torino 1-2, Torino – Munchen 1860 2-0, Munchen 1860 – Torino 3-1, spareggio Munchen 1860 – Torino 2-0. Torino 1964- 65: da sinistra, in piedi, Poletti, Ferrini, Rosato, Buzzacchera, Hitchens, Vieri; accosciati: Puja, Moschino, Cella, Simoni, Meroni UDINESE Coppa UEFA 1997 – 98 Turci, Bertotto, Pierini, Calori, Helveg, Walem, Giannichedda, Bachini, Amoroso, Bierhoff, Poggi (Frezzolini, Caniato, Locatelli, Jorgensen, Statuto, Appiah, Cappioli, Navas); all. Zaccheroni. Risultati: Wiswez Lodz – Udinese 1-0 Udinese – Wiswez – Lodz 3-1, Ajax – Udinese 1-0, Udinese – Ajax 2-1. VERONA Coppa Uefa 1983 – 84 Verona: Garella, Ferroni I, Marangon, Volpati, Fontolan, Tricella, Fanna, Sacchetti, Galderisi, Di Gennaro, Iorio (Storgato, Guidetti, Bruni, Jordan, Zmuda, Guidolin); all. Bagnoli. Risultati: Verona – Stella Rossa di Belgrado 1-0, Stella Rossa di Belgrado – Verona 2-3, Verona – Sturm Graz 2-2, Sturm Graz – Verona 0-0. VICENZA  Coppa UEFA 1978 – 79 Vicenza: Galli, Secondini, Marangon, Guidetti, Prestanti, Miani, Cerilli, Salvi, Paolo Rossi, Faloppa, Rosi (Callioni Briaschi, Carrera, Bonafè, Zanone, Roselli, Simionato, Dal Prà, Mocellin); all. Gianbattista Fabbri. Risultati: Dukla Praga – Vicenza 1-0, Vicenza – Dukla Praga 1-1.

COME SONO CAMBIATI IN SESSANT’ANNI I SETTORI GIOVANILI

Settori giovanili, un tema delicato e complesso. In sessant’anni molte (troppe) cose sono cambiate. Non sempre in meglio. Un tempo i ragazzi giocavano in libertà, giocavano e si divertivano all’oratorio, nei cortili, su campetti improvvisati, sui campetti dell’oratorio. Cosa è cambiato? La mutazione più evidente del calcio è che per giocarlo, oggi, i bambini devono pagare. E’ l’unico modo possibile. Non ci sono più spazi liberi (dove c’erano i prati ora c’è il cemento, parafrasando Celentano), le periferie sono finite e sfinite, bruciate da altre periferie sempre più ingorde. I bambini o sono in casa davanti alla tv e con la playstation, o arruolati nelle scuole calcio (pomposamente chiamate Academy) come polli di batteria. E la foto qui sotto rappresenta l’immagine dei settori giovanili di oggi, quelli dei tecnici diplomati Uefa, dei ritiri precampionato, dei genitori convinti di stare investendo (pagando quote salate) in un futuro da professionisti del calcio Questa la didascalia presa dal sito ufficiale del Savona Fbc “Agosto volge al termine e riprendono le attività per il Settore Giovanile biancoblù, la Juniores è al lavoro sin da metà luglio ed ha svolto le prime sedute con la Prima Squadra nel pre-ritiro svolto tra Quiliano e Legino continuando poi la preparazione. Da ieri la leva 2003 è in ritiro a Calizzano guidata da Mister Penna e il suo Staff (nella foto di squadra). Anche Cesare Errico oltre ad aver svolto un prezioso lavoro ad agosto in appoggio alla Juniores ha iniziato il lavoro con i suoi ragazzi. Poco a poco anche le altre leve cominceranno ad allenarsi e la prossima settimana inizieranno anche i primi Tornei.” Tempi che è difficile giudicare con il metro di sessant’anni fa, quando il calcio era considerato uno svago e far parte del settore giovanile del Savona Fbc, ad esempio, soprattutto un punto d’orgoglio per i più bravi che magari aspiravano a giocare in prima squadra per il fascino della maglia biancoblu e non certo pensando alla carriera professionistica, anche perché le famiglie imponeva la priorità dello studio e del lavoro. Ex ragazzi “promettenti”, o per molti di loro anche qualcosa di più sono poi diventati professionisti affermati: medici, avvocati, funzionari pubblici, dirigenti d’azienda, architetti, ingegneri, docenti universitari, insegnanti, tecnici, impiegati, operai specializzati, operatori portuali, commercianti, assicuratori, financo sindaci e parlamentari. Un altro mondo se raffrontato alla fabbrica di illusioni, alla fiera delle vanità, alla bolla speculativa generata dalle società il cui budget è alimentato dalle onerose quote di iscrizione richieste alle famiglie di ragazzini dai 6 anni in avanti. Oggi, per una sorta di un crescente processo imitatorio, anche le squadre giovanili delle società dilettantistiche scimmiottano in questa deplorevole direzione e i vari “mister” rilasciano dichiarazioni sconcertanti. A Cairo si parla di “Progetto Portieri”, a Millesimo di “Cultura del Lavoro”. Specchietti per le allodole, etichette e slogan mutuati da quello che è definito il grande calcio. Tutto sovradimensionato a parole da far perdere il senso delle cose. Di seguito alcune immagini dei settori giovanili biancoblu di altri tempi che rendono benissimo l’idea della differenza d’epoca e di stile.   1957: sul terreno di Corso Rcci i virgulti del settore giovanile biancoblu allenati da Gino Ghersi (al centro nella foto) protagonisti nella Coppa Chittolina. Tra gli altri si riconoscono il cannoniere Rusticoni (Vado, Cairese, Spotornese, Nolese, Villetta, Freccero), la mezzala Renesto (Santa Cecilia, Vigevano, Vado, Albisola), il difensore Duce, Salvo, Buftalmo, Luciano Caligaris in borghese (giacca blu), l’ala Pasio (Cairese, Carcarese), il difensore Berruti, il mediano alassino Ziliani, il portiere Angelini (poi n. 12 in prima squadra, Alassio, Quiliano, Cuneo, Cairese, Nolese), la talentuosa mezzala Prina e il terzino alassino Sala

SOLTANTO TRISTEZZA NEL RICORDO DI ANTONIO MARCOLINI

di Luciano Angelini e Franco Astengo La notizia della scomparsa di Antonio Marcolini ci ha raggiunto e colpito come un fulmine, letteralmente, annichilendoci e rendendoci impossibile formulare un ricordo. Ma chi lo ha conosciuto, chi lo ha visto giocare, chi ne ha seguito la brillante carriera, chi gli ha voluto bene non lo ha mai dimenticato.  Nella memoria tanti passaggi, tanti flashes di un ragazzo arrivato a Savona a 14 anni, era il 1964, per giocare al calcio, la sua grande passione, la sua vita. Nella nostra città aveva trovato accoglienza, affetto, possibilità di fare valere le sue grandi doti atletiche e umane. E, giorno dopo giorno, allenamento dopo allenamento, partita dopo partita, goal dopo goal, tanta stima di tecnici compagni. Oltre all’amore del pubblico biancoblù, sempre pronto a conoscere e apprezzare i “suoi” ragazzi migliori. Carlo Foglia e Antonio Marcolini. Stagione 1967 – 68 Era entrato a far parte di una grande famiglia come quella dell’indimenticabile Roberto Longoni, un gran signore prima ancora che un pilastro nella storia del Savona Fbc: una famiglia inopinatamente toccata dalla tragedia. Poi la ripresa, il ritrovarsi con un figlio, l’adorato Michele, in Serie A, degno epigono di quella tradizione cui si è accennato. Fino al colpo basso di queste ore. Non ci sono parole, almeno da parte nostra che abbiamo vissuto da vicino tutta la sua esperienza di calciatore e di vita. Ci limitiamo a poche foto che appaiono di seguito e lo riprendono con alcuni dei suoi compagni di squadra nel pieno della vitalità, in bellissime stagioni di calcio. La Cairese anni ’80, dalla Prima Categoria alla C2. Da sinistra in piedi: l’allenatore Mino Persenda, Lupi, Pala, Fadda, Mario Bertone, Lucchesi, Caviglia, Badano, Poggio, Bressan; accosciati: Moretti, Grasso, Marcolini, Petrangelo, Barbiero, Cazzola, il massaggiatore Collenghi Il Savona di Evaristo Malavasi: da sin., Ghizzardi, Budicin, Canepa, Gava, Verdi, Zucchini; accosciati, Rumignani, Barlassina, Scichilone, Marcolini, Bulli Savona 1971- 72. Da sinistra in piedi: Balestrieri, Catuzzi, Rossi, Governato, Capra, Merciai; accosciati, Vivarelli, Marcolini, Arnuzzo, Budicin, Ballotta

NON SOLO CR7: CINQUE BIG LE GLORIE PORTOGHESI DEL CAMPIONATO ITALIANO

a cura di LUCIANO ANGELINI e FRANCO ASTENGO Il rutilante arrivo di Cristiano Ronaldo in Serie A con la maglia della Juventus, accompagnato da non troppo metaforici rullar di tamburi e fuochi d’artificio tra spettacolo circense e grande sagra paesana, ha riportato alla memoria altri calciatori portoghesi che, nel passato anche recente, hanno lasciato un segno della loro classe nel nostro campionato, lo ricordiamo negli anni diventato a trazione estera (nella stagione appena iniziata 2018-2019 solo il 40 per cento di giocatori italiani figura negli organici di Serie A), fornendo un apporto tecnico molto elevato al punto da ergerli come protagonisti. A proposito di calciatori stranieri, è il caso di ricordare che sono oltre 50 i paesi rappresentati nel campionato italiano, dal Brasile (32) al Senegal (9), dall’Argentina (27) alla Lituania (1), alla Danimarca (7), Croazia (20), Repubblica Ceca (6), Romania (3), Moldavia (2), Venezuela (2), Giamaica (il trequartista Morrison della Lazio), fino al macedone Pandev del Genoa, all’angolano Bastos della Lazio, al centrale Dabo della Fiorentina e all’iracheno Alì Adnan del Napoli, concludendo con il centrale islandese Hallfredsson in forza al Frosinone. Senza dimenticare gli 8 belgi, i 6 svizzeri, i 6 tedeschi, i 5 albanesi, i 4 greci, i 4 algerini, i 3 turchi, i 19 francesi, 16 polacchi, i 13 olandesi e i 14 spagnoli. Tutto questo per significare quanto sarà difficile per il nuovo c.t. Roberto Mancini i lavoro di selezione e ricostruzione della nazionale, quando in numerose partite, soprattutto di alto livello, gli stranieri in campo sono 8-9 e anche 10 su 11. Un’ultima considerazione: quanti Cristiano Ronaldo o Luis Figo, Fernando Couto e Rui Costa, appunto i portoghesi tema di questo intervento, sono arrivati in Italia da Mali, Costa d’Avorio, Camerun e Ghana? E quale futuro attende il calcio italiano ormai preda del grande business dei media televisivi? Questi i cinque portoghesi prescelti. 1)      Luis Figo Figo con la maglia del Portogallo al campionato del mondo 2006 Luís Filipe Madeira Caeiro Figo (Almada, 4 novembre 1972) è un dirigente sportivo ed ex calciatore portoghese, di ruolo centrocampista. Tra i migliori calciatori portoghesi di sempre, è da molti considerato una delle più grandi ali della storia del calcio. Cresciuto nello Sporting Lisbona, debutta in prima squadra nel 1989 vincendo una Coppa del Portogallo. Dal 1995 al 2000 gioca per il Barcellona dove conquista una Supercoppa di Spagna, due Coppe del Re, due campionati spagnoli, una Coppa delle Coppe e una Supercoppa Uefa. Nell’estate del 2000 si trasferisce ai rivali del Real Madrid che per averlo versano al Barcellona la cifra di 140 miliardi di lire, un record nella storia del calcio mondiale. In cinque stagioni vince due campionati spagnoli, due Supercoppe spagnole, una Uefa Champions League, una Supercoppa Uefa e una Coppa Intercontinentale. Dal 2005 al 2009, anno del ritiro, milita nell’Inter conquistando tre Supercoppe Italiane, una Coppa Italia e quattro campionati italiani. Con la nazionale portoghese ha partecipato a tre Europei (1996, 2000 e 2004) e due Mondiali (2002 e 2006), collezionando 127 presenze e 32 reti. A livello individuale, è stato insignito del Pallone d’oro nel 2000 e del FIFA World Player of the Year nel 2001. Nel 2004 è stato annoverato nel FIFA 100, una lista dei 125 più grandi giocatori viventi, selezionata da Pelé e dalla FIFA in occasione delle celebrazioni del centenario della federazione, mentre nel 2009 è stato inserito nella squadra ideale del decenniodal Su Nell’estate 2005 approda all’Inter (dopo non aver rinnovato il suo contratto con il Real Madrid), con cui ha vinto 4 Scudetti, 1 Coppa Italia e 3 Supercoppe italiane. Alla fine di dicembre 2006 si diffonde la notizia secondo cui, stando a fonti non confermate, sarebbe stato imminente il passaggio del giocatore alla squadra araba dell’Al Ittihad. La notizia è stata inizialmente smentita con una nota ufficiale dell’Inter, che ha negato l’esistenza di una qualsiasi trattativa per la cessione di Figo, ma l’accordo tra le parti esiste e viene reso pubblico da alcune dichiarazioni ufficiali del proprietario dello Al Ittihad, Mansour al-Balwi, e confermato da alcune foto del giocatore con il proprietario stesso, in cui viene presentata la nuova maglia di Figo con il numero 7. Terminato il campionato però Figo annuncia di aver rotto l’accordo con il club arabo a causa di un’inadempienza contrattuale dello stesso e qualche settimana più tardi annuncia di aver rinnovato fino al 2008 il contratto con l’Inter. Nel giugno del 2007 Figo sceglie di rimanere all’Inter un altro anno, per poi intraprendere la carriera di dirigente nello stesso club. La stagione 2007-2008 inizia in maniera positiva per il portoghese, infatti parte titolare nello schieramento di Mancini. Durante il derby d’Italia del 4 novembre 2007 ha riportato la frattura composta del perone della gamba destra a seguito di uno scontro con Pavel Nedvěd. In seguito ha dei dissidi con l’allenatore Mancini: uno degli episodi più controversi è stato il rifiuto del portoghese di entrare in campo durante la partita con il Liverpool in Champions League, poiché Mancini lo aveva fatto scaldare per un lungo periodo di tempo e aveva deciso di farlo entrare solo al 70º minuto. Poi nella partita di ritorno di Coppa Italia contro la Lazio, Figo rientra ma accusa un nuovo infortunio e chiude il suo campionato. Alla fine della stagione pensa di lasciare il calcio giocato ma l’avvicendamento sulla panchina dell’Inter e l’arrivo di José Mourinho, suo grande estimatore, convincono Figo a restare all’Inter un altro anno, in cui colleziona 22 partite e 1 gol contro il Lecce nel campionato che decreta la vittoria del quarto scudetto consecutivo con l’Inter. Il 16 maggio 2009, giorno della vittoria aritmetica dello scudetto da parte dell’Inter, Figo annuncia di voler ritirarsi dal calcio giocato, a meno di offerte da paesi fuori dall’Europa. Gioca l’ultima gara ufficiale in carriera carriera domenica 31 maggio 2009 in Inter-Atalanta (indossando tra l’altro la fascia di capitano). In totale, con la maglia dell’Inter ha collezionato 140 partite con 11 gol. 2)      Manuel Rui Costa Rui Costa (in primo piano) con la maglia del Portogallo nel 1993, contrastato da Dino Baggio Rui Manuel César Costa, meglio conosciuto come Rui Costa (Lisbona, 29 marzo 1972), è un dirigente sportivo ed ex calciatore portoghese, di ruolo centrocampista, direttore sportivo delBenfica. Soprannominato O Maestro, è considerato uno dei migliori calciatori portoghesi di tutti i tempi. Nel corso della sua carriera, spesa in larga parte tra Benfica, Fiorentina e Milan, ha conquistato una Coppa del Portogallo, un campionato portoghese, tre Coppe Italia, due Supercoppe italiane, un campionato italiano, una UEFA Champions League e una Supercoppa UEFA. Con la nazionale portoghese ha partecipato a tre Europei (1996, 2000 e 2004) e un Mondiale (2002), collezionando 94 presenze e 26 reti. Nel 1994 si è trasferito in Italia, nella Fiorentina, per 11 miliardi di lire. Nel 1996 vince la Coppa Italia dove segna 2 gol e contribuisce con vari assist alla conquista del trofeo; sempre nel 1996 vince la Supercoppa italiana con i viola in trasferta ai danni del Milan. Nel 1998-1999 segna 10 gol (secondo marcatore della Fiorentina) e contribuì al raggiungimento del terzo posto dei viola. Nel 2000 disputa la Champions League nella quale segna 2 gol; un gol regolare su punizione gli viene annullato nella partita contro il Valencia: tutto ciò costa il passaggio del turno alla Fiorentina. Dopo l’addio di Gabriel Batistuta, Rui Costa diventa il capitano della Fiorentina. Da capitano della formazione gigliata vince un’altra Coppa Italia nel 2001, per poi essere ceduto al Milan per tentare di sanare la pesante situazione debitoria della società. Nel 2001 è acquistato dal Milan per la cifra di 85 miliardi di lire. Nelle prime tre stagioni gioca da titolare, il primo anno alle spalle di due punte e nei due successivi in coppia con Rivaldo e poi con Kaká dietro a una punta, nel modulo ad “albero di natale”.Nelle ultime due stagioni viene impiegato con meno regolarità, entrando spesso a partita in corso. Complessivamente in maglia rossonera ha vinto una UEFA Champions League (2002-2003), una Coppa Italia (2002-2003), una Supercoppa UEFA (2003), un campionato italiano (2003-2004) e una Supercoppa italiana (2004), disputando 192 partite e segnando 11 reti.   3)      Paulo Sousa Sousa alla Juventus nella stagione 1994-1995 Paulo Manuel Carvalho de Sousa (Viseu, 30 agosto 1970) è un allenatore di calcio ed ex calciatore portoghese, di ruolo centrocampista, tecnico del Tianjin Quanjia. Paragonato a Paulo Roberto Falcão, fu un centrocampista centrale dotato di «ottima tecnica, personalità, grande senso geometrico, bel lancio»; pur se caratterizzato da apparente lentezza, era in possesso di ottime doti fisiche e di notevole resistenza allo sforzo prolungato. Si disimpegnò con egual successo sia in fase difensiva— molto abile nel sottrarre il pallone agli avversari, si rivelò in particolare «uno specialista del fallo tattico» —, sia in quella propositiva. La sua carriera agonistica, nonostante il lusinghiero palmarés, risentì tuttavia di irrisolti guai alle ginocchia,[conseguenti a giovanili malanni scorrettamente curati e poi cronicizzatisi, che a più riprese ne frenarono il rendimento. Dal 1994 al 1996 milita nella Juventus, che lo aveva acquistato per 10 miliardi di lire. Nella prima annata in Italia, schierato dall’allenatore Lippi a centrocampo in coppia con un altro neoacquisto, il francese Deschamps, Sousa è determinante nel conseguimento del double nazionale composto dallo scudetto, mancante al club torinese da nove anni, e dalla Coppa Italia(arrivando inoltre alla finale di Coppa UEFA persa contro il Parma), venendo insignito del Guerin d’oro quale miglior giocatore della Serie A; inversamente nella seconda, sia a causa di vari infortuni sia perché gli avversari presero a marcarlo a uomo, offre un rendimento al di sotto delle aspettative, conquistando comunque nel corso della stagione una Supercoppa Italiana e giocando poi da titolare la vittoriosa finale di Champions League contro l’Ajax. Due le reti in maglia bianconera, entrambe in match di cartello: la prima in campionato, l’8 gennaio 1995, nella sfida-scudetto del Tardini contro il Parma, la seconda il 17 aprile 1996 al Nantes, nella semifinale di ritorno della Champions League giocata al la Beaujoire. In seguito veste, dal 1996 al 1998, la maglia dei tedeschi del Borussia Dortmund, con cui si aggiudica nel 1997 la sua seconda Champions League, battendo in finale proprio i suoi ex compagni juventini — divenendo uno dei soli quattro giocatori (con Marcel Desailly, Gerard Piqué e Samuel Eto’o) ad aver vinto la massima competizione europea per club, per due anni di fila, con due società diverse, e la Coppa Intercontinentale, quest’ultima superando il Cruzeiro. Nel gennaio del 1998 torna in Italia trasferendosi per 13,2 miliardi di lire all’Inter, club dove rimane fino al 2000, ma da qui in avanti il suo rendimento non raggiungerà mai più i picchi del passato; milita successivamente nelle file del Parma (2000), degli ellenici del Panathīnaïkos(2000-2001) e degli iberici dell’Espanyol (2002) sino al ritiro dall’attività agonistica, arrivato poco prima di compiere trentadue anni, a causa di sempre più pressanti problemi fisici.  4)      Fernando Couto Fernando Manuel Silva Couto, noto più semplicemente come Fernando Couto (Espinho, 2 agosto 1969), è un dirigente sportivo, allenatore di calcio ed ex calciatore portoghese, di ruolodifensore. Difensore centrale forte nel gioco aereo, deciso sui contrasti e veloce nel far ripartire l’azione, al Porto era abituato a giocare a zona. Approdato in Italia, si è dovuto adeguare ad altre soluzioni tattiche: il Parma di Nevio Scala prevedeva infatti un libero alle spalle del marcatore. Cresce calcisticamente nel Porto e debutta in prima squadra all’età di 19 anni. Dopo cinque stagioni da titolare nel Porto, nel giugno del 1994 approda in Italia, al Parma per 4,9 miliardi di lire firmando un triennale. Debutta in Serie A il 4 settembre 1994 in Parma-Cremonese (2-0). Alla prima stagione in Italia realizza 4 reti in 27 presenze. Inizialmente non è abituato alla preparazione fisica del club italiano. Alla prima stagione a Parma conquista una Coppa Uefa. Il 25 settembre 1995, durante una sfida di Coppa delle Coppe contro il Teuta, s’infortuna alla clavicola. Nell’agosto del 1996 viene acquistato dal Barcellona, società con la quale firma un quadriennale, in cambio di circa 5 miliardi, giocando 44 presenze in due stagioni nella Liga. Couto in gialloblù, alle prese con lo juventino Vialli nella finale di ritorno della Coppa UEFA 1994-1995 Nel luglio del 1998 ritorna quindi in Italia, alla Lazio di Sven-Göran Eriksson, nella trattativa che porta a Roma anche il compagno Blaugrana Iván de la Peña in cambio di circa 28 miliardi di lire (il cartellino di Couto costò circa 3,4 milioni di euro odierni). In sette stagioni con la maglia biancoceleste conquista uno scudetto nella stagione 1999-2000, una Coppa delle Coppe, dueCoppe Italia, una Supercoppa Uefa e due Supercoppe italiane.   Nella stagione 2004-2005 riceve la fascia di capitano da Paolo Negro, diventando uno dei leader della società e decidendo anche di tagliarsi lo stipendio (da 2,2 milioni a 450 mila euro). Nel 2005-2006, dopo dieci anni, torna al Parma a parametro zero, dove colleziona 23 presenze in Serie A. Durante la stagione 2006-2007, colleziona 23 presenze impreziosite anche da una rete.Nella stagione successiva il Parma retrocede in Serie B e il difensore portoghese, dopo aver totalizzato 17 presenze in campionato, si ritrova senza contratto. Nell’estate del 2008 Couto decide di ritirarsi dal calcio giocato.  5)      Paulo Futre   Futre in azione con la maglia della Reggiana nel 1994 Jorge Paulo Dos Santos Futre (Montijo, 28 febbraio 1966) è un dirigente sportivo ed ex calciatore portoghese, di ruolo attaccante. È stato nominato miglior giocatore del Portogallonel 1986 e nel 1987. Ha iniziato a giocare con lo Sporting Lisbona. Nel 1984, arriva l’offerta da parte del Porto. Con questa squadra gioca tre stagioni e ottiene diversi titoli: due campionati, due coppe nazionali e una Coppa dei Campioni. In questo periodo viene inoltre nominato miglior giocatore nel campionato per due volte. Nel 1987 arriva all’Atlético Madrid e in quella stagione ottiene il Pallone d’Argento, trofeo che lo accredita come il secondo miglior giocatore in Europa. Il suo debutto nella prima divisione spagnola è datato 30 agosto 1987, in occasione della partita Atlético Madrid-Sabadell terminata 1-0. Futre trascorrerà sei stagioni con l’Atlético Madrid, vincendo due Coppe del Re e ottenendo un secondo posto in campionato. Successivamente militò nelle fila di Benfica e Olympique de Marseille. Nel 1993-94 viene acquistato dalla Reggiana. Al suo esordio in Serie A contro la Cremonese il 21 novembre 1993 Futre segna e poi si infortuna al ginocchio (intervento da rosso diretto di Alessandro Pedroni), infortunio che lo costringe a chiudere anzitempo la stagione con una sola presenza all’attivo (quella appunto della partita d’esordio). L’anno successivo sempre nelle file della Reggiana in Serie A raccoglie 12 presenze e 4 reti. L’anno dopo approda al Milan di Fabio Capello, ma non viene quasi mai utilizzato complice svariati infortuni che lo mettono fuori gioco per quasi tutta la stagione. Alla fine giocherà solo una partita in maglia rossonera, all’ultima giornata contro la Cremonese, partita che il Milan (a fine stagione campione d’Italia) vincerà per 7-1. Futre sarà sostituito da Roberto Baggio al 79′. Non avrà fortuna nel suo successivo passaggio agli inglesi del West Ham Utd (stagione 1996-97), al suo ritorno all’Atlético Madrid (1997-98) e infine nell’approdo alla J-Leaguegiapponese con la maglia degli Yokohama Flügels (1998). I continui infortuni al ginocchio, strascico dell’entrata assassina di Padroni, lo costringeranno al ritiro a 32 anni, a conclusione di una carriera sfortunata. Con la nazionale portoghese conta 41 partite e 6 reti fra il 1983 e il 1995, e ha partecipato alla Coppa del Mondo disputata in Messico nel 1986.