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RICORDO DI NANNI DE MARCO UNA VITA DA PROTAGONISTA TRA SPORT E STORIA DELLA CITTA’

di LUCIANO ANGELINI E FRANCO ASTENGO

Sono passati 8 anni (era il 28 gennaio 2011) dalla scomparsa di Nanni De Marco. Lo ricordiamo qui, nel nostro blog di memorie calcistiche (e non solo) della sua Savona, come abbiamo fatto e faremo in ogni ricorrenza di una data che per noi è continuamente occasione di ricordo e di dolore, con uno scopo ben preciso. Lo scopo è quello di impedire l’oblio, in una Città ormai dimentica della propria memoria e dei passaggi più importanti della propria storia. Si tratterebbe dell’oblio colpevole verso un grande protagonista della rinascita di Savona negli anni del dopoguerra, di un innovatore della comunicazione, di un costruttore di aggregazione non solo nel campo dello sport.

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Nanni, in piedi al centro tra il dottor Frumento e Marco Sabatelli, editore di Riviera Notte, ritratto in tenuta da calciatore, aveva militato nel Legino e nella Rinascita Fornaci, la squadra della sezione del Pci nel quartiere dei pescatori e degli operai.

Certo non erano tutte rose e fiori: è il caso di ricordare il Nanni imperioso nell’espressione della sua volontà e dei suoi metodi, senza mediazione possibile se non esercitando l’arte della pazienza fine a se stessa.

Il Nanni delle verità immediate, senza mediazioni e senza sconti.

Verità scomode, a volte  esagerate, che, a volte, finivano con l’oltrepassare l’obiettivo provocando un’involontaria eterogenesi dei fini. Però emergeva il Nanni generoso, il Nanni capace di grandi sacrifici per riuscire ad organizzare ciò che aveva in mente da tempo, il Nanni combattente, tenace, capace di andare controcorrente, mai nelle retrovie, nello sport come nella vita, vissuta intensamente con a fianco la moglie Franca, compagna fedele, paziente, affettuosa e devota.

Due i grandi filoni di impegno per Nanni: lo sport ed il culto della “memoria storica” della Resistenza, cui lo aveva avviato il padre, il leggendario comandante Ernesto medaglia d’argento al valor militare per le imprese compiute durante la lotta di Liberazione.

Lo sport era stato per Nanni un veicolo eccezionale di attività in molti campi: prima di tutto quello agonistico, passando dal calcio (il Legino dalla maglia granata della fine anni 40, la Rinascita Fornaci) al ciclismo.

Aveva dimostrato doti non comuni nello sport della bicicletta: doti di classe e di intelligenza messi al servizio di una Fratellanza Leginese capace di dominare il campo, tra i dilettanti, fino a metà degli anni’50 (con Nanni, c’erano Giusto e Luciano Cirillo a comporre un vero “trio delle meraviglie): era risultato  vittorioso nel primo Giro della Provincia di Savona nel 1949, in due occasioni nella “classica” Savona – Somano, nella Coppa I Maggio che all’epoca rappresentava un momento di importanza assoluta nel calendario agonistico del ciclismo ligure.

Alla fine degli anni ’50 era tornato al calcio, questa volta come arbitro imponendosi come il numero uno in assoluto nella nostra provincia (atteggiamenti alla “Lo Bello” padre, aveva arbitrato tutte le finali più difficili dell’epoca, Portuali -Sabazia al Trofeo Arci, Savona-Vado juniores alla Coppa Bacigalupo: partite da far tremare i polsi).

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In tribuna alla Valletta, con il fido taccuino in mano, accanto al dottor Luciano Berio co-autore del “miracolo” Rappresentative, alle loro spalle Franco Astengo e Carletto Foglia

Si affastellano i ricordi personali .

Assieme a Nanni ho assistito, all’interno del negozio di Ciarlo in via Paleocapa, dove all’epoca lavorava e controllava lo “struscio”, alla vittoria di Berruti nei 200 metri alle Olimpiadi di Roma’60; gli ho fatto il segnalinee assieme a mio fratello Peo, la prima e unica volta nella mia vita, quando gli toccò arbitrare una partita tra il DLF di Savona ed i Ferrovieri Francesi della Savoia; ho conteggiato, con lui, i primi punti delle schede di Savona-Goal, il concorso pronostici, altra sua esclusiva invenzione, lanciato da Riviera Notte e poi proseguito dal Secolo XIX e poi dalla “Stampa” nel corso di lunghi anni: soltanto piccoli esempi di tante cose.

Ho avuto anche l’onore di averlo lui come arbitro, io come giocatore in partite di campionato e di torneo. Arbitrò, sotto una pioggia torrenziale, un Torre Fornaci – Priamar B, assolutamente indimenticabile: ci stringemmo la mano al centro del campo, mentre diluviava (ma lui in quelle occasioni non faceva mai saltare il pallone: arrivava, faceva l’appello e si giocava senza alcuna esitazione), lui, il capitano della Torre, un altro amico indimenticabile  scomparso troppo presto come Marietto Oberto che era il capitano della Torre.

Nanni  poi arbitrò da par suo, espellendo “Pachin” Ferrero, mio vecchio compagno di scuola, terzino di rottura e alla fine toccò a noi della Priamar B prevalere grazie ad un’autorete di Mauro Allosia (in quell’occasione Andreino Penna non riuscì a mettere in pratica la sua celebre “mano de dios”).

Torre Fornaci – Priamar B era una partita spigolosa, un vero derby, che opponeva la squadra delle Fornaci a quella del confinante quartiere della Centrale: fornacini e centralini si affrontavano anche in interminabili battaglie a pietrate, ma di questo forse racconterà meglio l’amico Luciano almeno fino all’episodio di Dodo Vacca “ uomo bianco non avrai il mio scalpo”.

Per la verità la Priamar B, geograficamente, sconfinava un po’ anche oltre il ponte che segna il confine tra Corso Vittorio Veneto e Corso Colombo.

C’era chi, in Corso Colombo almeno fino al Prolungamento, pur di assicurarsi un posto da titolare (difficile da conquistare nella Priamar A dei Vasconi, Bordegari, Caraccio, Tarditi) preferiva aggregarsi alla formazione “cadetta”. Nanni era l’arbitro perfetto per quelle partite molto calde.

Sale dal cuore la commozione a ricordare mamma Anita e i suoi piattoni ricolmi di zucchine ripiene quando (ancora) con Luciano e mio fratello Peo ci recavamo a casa di Nanni in via Nizza per giocare “ai tappetti”: un subbuteo artigianale davvero divertente che si giocava su di un tavolo che il perfetto padrone di casa aveva allestito con tanto di tappeto verde, porte di plastica, tracciatura perfetta.

E la “Nitta” che ci diceva in dialetto : “ ho preparou in po de succhin pin. Cuscì tantu che zoughei mangei quarcosa”.

Come  non ricordare la giornata del 1 Maggio 1969 quando le sue “rappresentative” di seconda categoria furono rese “ufficiali” e si esibirono al “Bacigalupo” in una grande giornata di sport?

Quella delle Rappresentative fu una lunga e dura battaglia condotta contro i vertici federali (i “parrucconi” dell’epoca) che consentivano soltanto di formare quella di Promozione per il Trofeo Zanetti lasciando tutto in mano ai genovesi, cui Aime, Pesaro e Borzone da Savona si limitavano a fare da supporto.

Nanni, fedele al suo modo di essere e di vivere, si ribellò a quello stato di cose e impose le “nostre” Rappresentative, con l’aiuto di Luciano Berio, grande direttore provinciale delle Poste e sportivo di razza, primo savonese ad arrivare ai vertici del calcio ligure partendo da Savona.

Grazie a Berio si raggiunse un accordo tra Nanni e il dottoer Italo Ferrando, presidente della Federazione ligure e medico della Nazionale, e le rappresentative di Riviera Notte divennero ufficiali.

Per Nanni, infatti, era arrivata la stagione del giornalismo sportivo e dell’organizzazione

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1 maggio 1969: il momento (storico, lo sottolineiamo) delle premiazioni nel gran giorno delle Rappresentative. Nanni al centro consegna una targa-ricordo al presidente dell’Auxilium Alassio Isnardi. Al suo fianco Franco Astengo (a sinistra nella foto) e il supercannoniere Shad Rusticoni, seduto alle spalle Marco Sabatelli, editore e patron di Riviera Notte

Era stato Nanni ad avviare il torneo dei Bar alla Valletta, a far costruire il Lazzaretti a Vado, quando, all’inaugurazione, il commissario Berardinetti ci scacciò suonando la carica perché non c’era il sottopassaggio come a San Siro, e il Levratto a Zinola messo su con il lavoro dei magnifici zinolesi, tanto “cattivi “ sul campo quanto generosi nella vita,da Adriano Scotto,a Cortese, da Lilli Achero, a Totto Cannizzaro.

Fu Nanni  ancora a sperimentare i tornei notturni a “7” al Sacro Cuore, premiato anche in quel caso da un pubblico d’eccezione e dalla partecipazione di squadre di tutta la provincia, da Varazze a Finale, con i magnifici 7 del “Pavone” Morando con Traversa, Monti, Borgo, Pierucci, Neuhoff; il Club Biancoblu con i fratelli Persenda, Ciccio Varicelli, Mariani, Ciglieri; il Bar Moderno di Finale con Settimio, Luciano Rescigno e il Bar Milano di Varazze con il compianto Barbarossa, Lupi, Calamano, Recagno.

Il giornalismo sportivo aveva voluto dire, all’inizio, “Riviera Notte”, la rivista per eccellenza dello sport savonese negli anni ’60, inventata da Marco Sabatelli, grande editore come suo fratello Norberto, con Luciano Angelini ed Enrico Fabbri, in un mix di entusiasmo ed esperienza .

Nanni si era misurato con il calcio minore, Seconda Categoria e settori giovanili che fino a quel momento non avevano avuto spazio nei quotidiani: la sua mitica Balilla arancione era diventata presenza fissa su tutti i campi. Fato e tabellini erano il suo regno, la sua forza. Un successo eccezionale che lo portò, poi, all’inizio degli anni ’70 al “Secolo XIX di cui è stato per lunghissimo tempo prezioso collaboratore.

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Il bellissimo disegno (autore Stefano Guerrasio) dedicato a Nanni nel libro pubblicato dall’Associazione arbitrale di Albenga e nel quale è contenuto un suo ricordo

Al “Secolo XIX” Nanni portò in dote non solo la parte giornalistica, ma anche quella organizzativa attraverso un’altra sua creatura “Lo Sportivo dell’Anno” (in seguito trasmigrò alla Stampa): la manifestazione nata per premiare quanti, nella nostra provincia, avevano onorato lo sport in tutte le discipline.

Si trattò di un successo eccezionale con grandi serate al Teatro Chiabrera e la presenza dei più grandi campioni del presente e del passato:un gioiello organizzativo di promozione per tutta la Città.

Le premiazioni erano una sua grande specialità (forse ereditata dall’esempio di un altro grande dello sport savonese : Stefano Del Buono) con il prezioso sostegno dell’insostituibile, generoso Franco Ferrarassa, orafo in via Pia..

Al termine dei tornei grandi feste danzanti al Serenella o sul tetto della Leginese e premi per tutti, anche per chi aveva totalizzato zero punti e incassato 50 goal. Ricordo una squadretta di ragazzi di Albisola, la Mark 3: Nanni non sapeva proprio come fare a premiare qualcuno, volenterosi ma molto scarsi, alla fine ci riuscì e mi assegnò il compito di consegnare la coppa ai valorosi.

Il suo capolavoro però era la premiazione del torneo dei Bar alla Valletta, nello scenario suggestivo del Serenella alle Fornaci (ex “location” dei Bagni Savona con gli Olimpia sede dell’elegante borghesia savonese degli anni ’30 – ’40).

Il torneo dei Bar alla Valletta San Michele rappresentava davvero la  massima manifestazione calcistica savonese del periodo, dove si trovavano tutti gli “assi” del calcio nostrano davanti a un pubblico degno almeno della Serie C e formazioni “all star” di grandissimo rilievo.

Anche in quell’occasione, però, nessuno si sentiva discriminato dai Portuali, spesso vittoriosi dove brillavano i Pierucci, Borgo, Pepè Minuto, Mino Persenda, Victor Panucci, ai loro competitor ufficiali del Sabazia di Vado con Gaglione, Pittaluga, Armella, Peluffo, Micca, Camici fino al Bar Corallo di Storti, Casarino, Gianni Pessano, Aulo Zuanni che, con grande volontà e coraggio, quando andava bene mettevano assieme un pareggio in tutto il torneo era festa per tutti: coppa disciplina, premio al più giovane, al più vecchio, al più corretto al più alto, al più basso, a chi era arrivato sempre puntuale al campo e a chi sempre in ritardo.

Insomma occasione di un momento di gloria (o gloria per sempre?) per tutti.

Altro che le scuole calcio di oggi, con l’obbligo di far giocare tutti perché pagano le quote.

Per il Bar Corallo e per il Bar Colonna perdere 5-0 dai Portuali o dal Sabazia era un onore: era, appunto, come aver giocato in quel fantastico campionato di Promozione dell’epoca al quale tutto ambivano di partecipare.

Da una pagina dell’amato “Riviera Notte”

Ancora i libri: Nanni ha scritto  alcuni volumi fondamentali  per la storia della Resistenza e della Città durante la seconda guerra mondiale (“La guerra dei Savonesi”; “Ricordo di Gin Bevilacqua; “Savona: la città sotto le bombe” con Renzo Aiolfi), dello sport (tre volumi sulla storia del Savona Fbc con Mario Varicelli e Eugenio Di Vincenzo, un volume sulla storia del 150 anni dello sport savonese, la storia della vittoria del Vado nella coppa Italia 1921-22, la storia del Vado Fbc e quella della Veloce, sua ultima fatica) e del costume ( pensiamo al testo “100 savonesi raccontano le case chiuse”).

Nanni De Marco: poliedrico, versatile,dalla battuta facile e un po’ dissacrante. Impossibile racchiudere il personaggio in poche righe: il pensiero per chi lo ha frequentato e gli ha voluto bene va al vuoto che ha lasciato. e che nessuno è riuscito a colmare. E nemmeno ci ha provato.

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Nanni e Riviera Notte

una grande avventura

                                                                           di LUCIANO ANGELINI

Ricordi Nanni (De Marco) e pensi a Riviera Notte. Ricordi Riviera Notte e pensi a Nanni. Lui, come ha così fedelmente ricordato Franco, infaticabile e indimenticabile cacciatore di risultati e formazioni, promotore e organizzatore di tornei, incontri di rappresentative, motore di manifestazioni e iniziative, una inesauribile passione enorme per lo Sport (da ciclista di ottimo livello ad arbitro di calcio dalle debordante personalità, alla Lo Bello, tanto per esemplificare e per chi se lo ricorda), era cuore, gambe e polmoni del settimanale che Marco Sabatelli aveva saputo trasformare in un formidabile esempio di editoria d’avanguardia, di coraggioso e fortunato esperimento diffusionale (record di vendite mai raggiunto e nemmeno eguagliato) e di raccolta pubblicitaria (grazie alla sfacciata intraprendenza di un indimenticabile Enrico Fabbri) capace di coinvolgere la Città in ogni suo spicchio di tessuto sociale ed economico sull’onda della passione sportiva senza limiti e senza gerarchie.

Nanni era un vulcano di idee. Un magma sempre in eruzione, debordante, insaziabile, talvolta scomodo per la sua fisicità nel porre, proporre e spesso imporre, gli argomenti che gli stavano a cuore. Ed erano tanti. Riviera Notte era il suo approdo ideale, il porto e se vogliamo il suo angiporto, l’editore Marco Sabatelli, guardato a vista dalla moglie Ninni,  il guardiano del faro che doveva guidarne la navigazione tra gli scogli di una redazione popolata da marpioni , Fabbri in prima linea, firme raffinate ed esperte come Ivo Pastorino e Pino Cava, ambiziosi quanto spericolati giovani virgulti sempre sul pezzo. Eravamo davvero in tanti a portare acqua al mulino della storica Tipografia Priamar, in piazza Vescovado: dai navigati Felice Peluffo, Edoardo Travi, Vittorio Bovolo e Piero Levratto, fratello del grande Felice, il goleador che sfondava le reti, agli entusiasti esordienti, o quasi, primo fra tutti l’indimenticato Angelo Regazzoni, Stefano Delfino, avviato ad una brillante carriera giornalistica e di manager teatrale, Pieraugusto Argo, Giancarlo Trincheri, L’amico Franco era già il predestinato playmaker di una squadra ben affiatata e compatta.

Nanni irruppe a Riviera Notte con il suo entusiasmo, la sua grande voglia di dare dignità al calcio considerato minore. Il gruppo fondatore era concentrato sul Savona Fbc, in quegli anni davvero una bella realtà e storia da raccontare in un esaltante susseguirsi di successi, e si temeva che la sua voglia di fare e a volta strafare di Nanni ci portasse via colonne di piombo (Gutenberg e i caratteri mobili, le linotype e la stampa a caldo erano pane e companatico della tipografia guidata abilmente da Aldo Gasco). Certo, le imprese del Savona erano sempre il piatto forte per il crescente e appassionato seguito della tifoseria (al “Bacigalupo” la media spettatori superò quota 8mila nella stagione di serie B, oggi siamo purtroppo alle poche decine, che tristezza, ma questo è un altro discorso), ma scoprimmo presto che era il contorno a dare sostanza e ulteriore appeal al giornale. E Nanni l’uomo giusto per richiamare interesse e simpatia attorno a Riviera Notte. Una specie di pifferaio magico che trascinava sportivi e lettori all’edicola e partecipare ai suoi referendum come Lo Sportivo dell’anno, a compilare le schedine del Savona Goal, un’intuizione diventata fenomeno virale. Le cronache, i tabellini delle squadre, i voti dei giocatori, novità assoluta per tutti i campionati, i profili di allenatori e dirigenti, le fotografie delle squadre dalla Promozione alla Terza categoria, senza dimenticare i campionati giovanili, misero in moto un fenomeno editoriale senza precedenti (e senza eredi, aggiungiamo oggi). Una foresta di dati, aneddoti e storie personali in cui solo Nanni riusciva a districarsi, ma soprattutto un patrimonio di conoscenze, amicizie (e anche qualche inimicizia per un voto troppo basso), collegamenti, collaborazioni.

Un’impresa che solo l’inesauribile entusiasmo di Nanni (senza dimenticare l’apporto di un prezioso nucleo di collaboratori “a zero lire”, peraltro come noi tutti) riusciva a garantire. Tra i molti pregi (e gli inevitabili difetti, non era un docile cherubino, basti ricordare le omeriche litigate con Renzo Aiolfi, uno che non la mandava a dire, suo coautore nel libro sui bombardamenti del ‘43) c’era quello di aver saputo trasformarsi in un vero e proprio testimonial itinerante di Riviera Notte e, diciamolo, di se stesso. Con la sua mitica Balilla arancione tutte le domeniche girava da un campo all’altro, dal primo incontro del mattino, all’ultima sfida della giornata quando calavano le ombre della sera. Sempre presente con qualsiasi tempo e in ogni stagione, fin dentro l’estate calda con i suoi irripetibili, giganteschi tornei. Non amava stare nell’ombra, in disparte. Protagonista mai comprimario. Cercava il contatto con la gente, piaceva la sua fisicità, il sapersi gettare nella mischia, mettersi in gioco. Era, come si diceva, un compagnone, simpatico, disponibile, ma anche incazzoso la sua parte. Un casinista organizzato, per dirla alla Fascetti. I lettori di Riviera Notte lo elessero “Sportivo dell’anno” in una delle tante edizioni, al pari di Valentino Persenda ed Italo Ghizzardi. Lui provò a fare spallucce, ma ne era fiero.

Nanni era Nanni. E andava preso com’era. Averlo ricordato dalle origini, con Riviera Notte, può significare e chiarire il suo percorso da venditore di frigoriferi e lavatrici nel negozio di Ciarlo in via Paleocapa, accanto al negozio di dischi del violinista Bessone, a cronista della Seconda categoria e dei campionati giovanili, poi, gradino dopo gradino, giornalista a pieno titolo, organizzatore di eventi, fondatore del Santuario degli sportivi alla Madonna del Monte, scrittore e storico capace di spaziare dallo Sport alla Resistenza, come testimoniano i suoi numerosi libri. Molto ha fatto, molto ha dato. Impegnato e impegnativo. La Città gli è debitrice. Ma noi non lo abbiamo dimenticato. E par di vederlo arrivare con la sua Balilla arancione per portare l’ultimo tabellino dell’ultima partita della giornata. Ciao Nanni.

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