QUANDO ZOFF E MAZZOLA OGGI OTTANTENNI COMPIVANO VENT’ANNI

Nella Nazionale schierata all’Atzeca per la finale dei mondiali ’70 (Brasile – Italia 4-1) ci sono Facchetti e Mazzola due coetanei del ’42. Da sinistra in piedi: Albertosi, Facchetti, Rosato, Domenghini, Boninsegna, Riva; accosciati: Bertini, Cera, Mazzola, De Sisti, Burgnich.

Stagione calcistica 1961-62: i nati nel 1942 erano appena usciti dai settori giovanili e più promettenti stavano per essere inseriti nelle “rose” delle squadre di Serie A, B,C. Di seguito ne stiliamo un elenco, tratto dall’Almanacco del Calcio a quell’epoca ancora diretto da Leone Boccali direttore del “Calcio e Ciclismo illustrato”.

Oggi quei nati nel 1942, tragico anno di guerra, compiono ottant’anni: un traguardo di grande rilievo nella vita delle persone. Un augurio particolare agli azzurri vice campioni del mondo Dino Zoff e Sandrino Mazzola, agli ex biancoblu Sergio Prina e Guido Vivarelli, all’ex gioiello vadese Osvaldo Motto e ai varazzini di adozione Norberto Mascheroni e Fulvio Castello,    

E’ doloroso ricordare quanti, come l’indimenticabile Giacinto Facchetti, nel frattempo sono via via mancati all’appello, ma il nostro ricordo vale per tutti.

SERIE A

Luciano Bertoni 25-5-1942 Collebeato (Brescia) portiere Atalanta. In seguito buon estremo difensore in Serie B, lo ricordiamo al Catanzaro.

Giacinto Facchetti 18-7-1942 Treviglio (Bergamo) terzino sinistro Inter. Facchetti diventerà “la storia” dell’Inter e uno dei più importanti giocatori della nazionale italiana. Terzino d’attacco dell’Inter di Herrera, poi dirigente a fianco di Angelo Moratti. Morto nel 2006.

Alessandro Mazzola 8-11-1942 Torino. Mezz’ala. Inter Anche lui un pezzo di storia del calcio italiano. Figlio del grande Valentino caduto a Superga. Altro protagonista dell’Inter di Herrera con scudetti, Coppe dei Campioni, Coppe intercontinentali. In Nazionale con Valcareggi campione d’Europa 1968 e vice-campione del mondo 1970 in Messico, quando fu protagonista della famosa “staffetta” con Gianni Rivera.

Franco Dianti 22-2-1942 Udine mediano Juventus. Non oltre i rincalzi bianconeri

Gianfranco Maruccio 11-6-1942 Maglie (Lecce) terzino,Lecco. Anche per lui nessun seguito nella carriera calcistica

Giuseppe Meraviglia 30-4-1942 Verdello (Bergamo) portiere Lecco. 336 presenze con il Lecco a testimonianza delle sue ottime doti, poi all’Atalanta e alla Spal

Bruno Gioia 15-2-1942 Pegognaga (Mantova) mediano e mezz’ala Mantova. Giocatore d’ordine a centrocampo sarà protagonista della promozione del Messina in Serie A (62-63) e di quella del Varese (66-67).

Mario Maganotti 24-3-1942 Verona. Ala. Mantova. nessun altro seguito di carriera calcistica

Francesco Morana 30-7-1942 Palermo. Portiere. Palermo . Qualche partita da titolare nei rosa nero

Guido Ghirardello 30-4-42 Breganze (Vicenza). Mediano.Spal. Successivamente in Serie C al Chieti

Roberto Ranzani 6-12-1942 Robecco sul Naviglio (Milano). Mediano. Spal. Tipico mediano di spinta con una carriera tra Spal, Genoa, Reggiana, Crotone. Mancato nel 2016

Guido Vivarelli 16-9-1942 Domodossola (Novara). Ala. Torino. Giocatore estroso di grande classe, a lungo a Monza che anche a Savona diede occasione di far conoscere le sue ottime doti.

Dino Zoff 28-2-1942 Mariano del Friuli (Udine). Portiere. Udinese. Monumento del calcio italiano. Campione d’Europa 1968, Campione del Mondo 1982, Vice – Campione del Mondo 1970 (senza giocare perché il titolare era Albertosi) quarto posto ai Mondiali d’Argentina del ’78. Poi allenatore di Lazio e Juventus e C.T. della Nazionale.

SERIE B

Fulvio Castello Sampierdarena 11-5-1942. Mediano. Como. Una carriera poi svolta quasi tutta a livello dilettantistico in Liguria (lavorava come tecnico della Telecom) tra Pontedecimo, Varazze, Sestrese. Negli anni ’90 ha anche allenato la nostra amata Priamar in Prima Categoria.

Renzo Merlo 10-4-1942 Torre di Mosto (Venezia) ala. Como. Poche partite in Serie B

Aldino Petraz 30-4-1942 Belliano di Gorizia. centromediano. Como. Giocatore di grande grinta poi al Chieti e a lungo allenatore delle giovanili del CRADA Monfalcone

Piergiorgio Lecce 22-4-1942 Cosenza. portiere. Cosenza nessun seguito di carriera calcistica

Paolo Ferrario 1-3-1942 Milano. attaccante. Lazio. Detto “Ciapina” golaedor inespresso che ricordiamo anche al Milan, Monza, Bologna, Cesena e altre squadre con fine – carriera alla Novese.

Ennio Ciccolo 6-12-1942 Messina. ala Messina. fratello minore del più famoso Nicola

Gianfranco Borsari 19-1-1942 Modena. centromediano. Modena. A lungo titolare nella difesa dei “canarini”. Lo ricordiamo “ballare” tremendamente davanti a Pierino Prati autore di una tripletta in un indimenticabile Savona – Modena 5-1 (1966-67)

Cesare Ferrari 15-5-1942 Casinalbo (Modena). Terzino. Modena. Non oltre i rincalzi gialloblu

Ugo Razzabani 10-3-1942 Modena. interno. Modena non oltre la sua carriera calcistica.

Giuseppe Sereni 10-3-1942 San Cesario (Modena) centravanti. Modena nessuna presenza

Sauro Solieri 12-5-1942 Nonantola (Modena) Portiere. Modena . Qualche presenza nella prima squadra modenese.

Carlo Soldo 13-4-1942 Genenivolta (Milano) difensore Novara. Una buona carriera soprattutto tra Varese e Lazio. Poi allenatore

Corrado Corradi 14-12-1942 Salsomaggiore (PR). mezz’ala. Parma. non oltre i rincalzi parmensi

Mario Zurlini 17-3-1942 Parma. Difensore. Parma. Dal Parma al Napoli con 197 presenze in azzurro

Giorgio Baricchi 6-5-1942 Reggio Emilia. terzino. Reggiana a lungo titolare nella difesa granata

Giuseppe Ferrero 13-10-1942 Torino. mediano. Monza. Giocatore tecnico, con una carriera frenata da un grave incidente quando militava nel Cagliari

Osvaldo Motto 10-7-1942 Vado Ligure (Savona) difensore. Monza. Prodotto dell’Università del Calcio vadese. Poi per molte stagioni allo Spezia

Roberto Zanolini 3-7-1942 Scandicci (Firenze) ala. Monza. senza seguito nella carriera calcistica

SERIE C

Guerino Braggio. 10-5-1942 Soave (Verona) ala Biellese

Riccardo Sogliano 4-2-1942 Alessandria. Terzino. Biellese. Lunga carriera da giocatore tra Varese e Milan tra le altre e successivamente da “principe” del calcio mercato, inventore del ruolo del “procuratore”.

Giuseppe Bacher 2-2-1942 Bolzano. Mediano. Bolzano

Carlo Dazzi 14-6-1942 Fontanellato centravanti. Bolzano, in seguito allenatore

Fabiano Vaccari 20-1-1942 Marco, mediano, Bolzano

Giuseppe Castano 9-1-1942 Cinisello Balsamo difensore. Casale. fratello minore di Ernesto, capitano della Juventus

Norberto Mascheroni 13.-7-1942 Novara. centroavanti. Successivamente al Genoa e poi fine carriera (esercitando la professione di medico) al Varazze.

Enzo Fantazzi 21-9-1942 Modena. Mediano. Cremonese. Alla Reggiana nel vittorioso campionato di Serie C 63-64 e successivamente per lunghe stagioni al Catania

Aldo Acerbi 2-4-1942 Roma centromediano. Fanfulla

Giorgio Milanesi 16-4-1942 Magenta. centroavanti. Fanfulla

Gaetano Salvemini 15-1-1942 Molfetta. interno Mestrina. una brillante carriera da allenatore

Roberto Bazzali 10-9-1942 Villafranca Lunigiana portiere Pordenone

Sergio Prina 19-6-1942 Acqui. interno. Savona. fine interprete del ruolo. Poche partite in bianco blu poi a lungo titolare a Casale

Pasquale Cavicchia 23-3-1942 Montelsilvano. Centravanti. Ascoli.Tipico uomo da sfondamento. Diversi campionati in Serie B. Lo ricordiamo alla Salernitana

Ezio Genero 24-5-1942 San Vito di Fagagna. Portiere. Forlì. Una carriera in Serie C tra Prato, Lecce, Arezzo

Lamberto Boranga 30-10-1942. Foligno. Portiere. Perugia. Mitico esempio di una carriera infinita fin oltre i 50 anni e chiusa giocando attaccante in Seconda Categoria lavorando da medico biologo ricercatore.

Roberto Derlin 17-7-1942 La Spezia. Mediano. Spezia. Giocatore d’ordine. Una buona carriera tra Messina e Genoa

Michele Tarallo 6-6-1942 Ortanova. centroavanti. Bisceglie

Aldo Tucci 19-2-1942 Foggia. ala. Foggia

Nicola Stella 22-10-1942 Marsala. Interno.Marsala

Cioni Paolo 15-5-1942 Orbetello. Portiere. Potenza.

CAMPIONATO 2004 – 2005: LA PRIMA VOLTA DEI PLAY – OFF DI SERIE B

Il Torino 2004 – 2005 dominatore dei play-off, poi escluso dalla Serie A per inadempienze finanziarie

C’è sempre una prima volta. Anche nel calcio. Così è stato per la Serie B. Dal campionato 2004-2005 per rendere più appassionante la lotta per la promozione in Serie A furono introdotti, nel torneo cadetto, i “play-off”.

Dopo il torneo a 24 squadre della precedente stagione, l’organico della Serie B venne ridotto e stabilizzato a 22 partecipanti, in seguito alla riforma dei campionati approvata l’anno precedente. L’ultimo campionato di Serie B con 22 squadre al via risaliva a 54 anni prima, e fu quello del 1949-1950. Furono apportate modifiche anche ai criteri di promozione: tre sole promozioni in A (invece delle 5/6 dell’anno prima) con l’introduzione regolamentare dei play-off in sostituzione dell’inedito spareggio interdivisionale usato nella precedente stagione. Le retrocessioni invece, rimasero immutate, quattro squadre sarebbero scese in C1, mantenendo la formula dei play-out già usata nello scorso campionato.

La promozione in massima serie era diretta per le prime due classificate, mentre la terza classificata sarebbe stata subito promossa se il distacco dalla quarta in graduatoria era uguale o maggiore di 10 punti. In caso contrario si sarebbero resi necessari i play-off, a cui avrebbero preso parte i quattro team piazzatisi dal 3º al 6º posto i quali si sarebbero affrontati in gare di semifinale e finale di andata e ritorno tramite il seguente schema:

  • Semifinali:
    • 3ª classificata – 6ª classificata
    • 4ª classificata – 5ª classificata

Le semifinali d’andata si giocavano in casa della squadra peggio piazzata in classifica. La squadra vincente del doppio confronto sarebbe stata quella che aveva ottenuto più punti, secondo il tradizionale sistema di punteggio (3 punti per la vittoria, 1 per il pareggio e 0 per la sconfitta). In caso di parità si sarebbero seguiti i seguenti criteri:

  1. Passava la squadra con la miglior differenza reti nel doppio confronto.
  2. In caso di ulteriore parità era premiata la squadra meglio classificata nella stagione regolare.
  • Finale:
    • Vincente semifinale 1 – Vincente semifinale 2

La finale d’andata si giocava in casa della squadra peggio piazzata in classifica. La squadra vincente del doppio confronto sarebbe stata quella che aveva ottenuto più punti, secondo il tradizionale sistema di punteggio (3 punti per la vittoria, 1 per il pareggio e 0 per la sconfitta). In caso di parità si sarebbero seguiti i seguenti criteri:

  1. Veniva promossa la squadra con la miglior differenza reti nel doppio confronto.
  2. In caso di parità erano previsti i tempi supplementari.
  3. In caso di ulteriore parità, andava in Serie A la squadra meglio classificata nella stagione regolare.

Dopo soli cinque giorni dalla fine della stagione regolamentare che vide il Genoa promosso in A, emersero le prime ipotesi di una combine tra la squadra ligure e il Venezia, protagoniste della partita della 42ª e ultima giornata Genoa-Venezia (3-2), giocata a Marassi, che permise al Genoa di salire in massima serie. Dalle indagini e dalle intercettazioni, emerse come il presidente genoano Enrico Preziosi in collaborazione con il direttore generale Stefano Capozucca, chiese a Franco Dal Cin, amministratore delegato del Venezia di disputare una partita regolare senza particolare foga da parte dei suoi giocatori. Sospetti caddero quindi sulla squadra lagunare in quanto si presentò alla sfida con una rosa decisamente rimaneggiata oltre ad alcuni cambi effettuati a partita in corso, ritenuti “strani” dagli inquirenti (tra cui quello del portiere Lejsal). Del Venezia furono deferiti anche il direttore generale Michele Dal Cin e il giocatore Massimo Borgobello.

Ma la prova chiave fu quando il 14 giugno i carabinieri, nei pressi di Cogliate (vicino alla sede della Giochi Preziosi, di proprietà di Enrico Preziosi, presidente del club ligure), fermarono un’auto su cui viaggiava Giuseppe Pagliara, dirigente del Venezia. Durante la perquisizione, in una valigetta Carpisa venne rinvenuta una busta gialla formato A4 contenente un modulo di contratto di vendita intestato al Genoa CFC che riguardava il giocatore paraguaiano Ruben Maldonado e 250.000 euro in contanti: i carabinieri chiesero a Pagliara il perché di tutti quei soldi, e Pagliara rispose di essere un dirigente del Venezia e di avere appena venduto al Genoa il giocatore, e i 250.000 euro sarebbero stati un anticipo della somma pattuita. Il contratto, però, non era redatto su modulo federale utile ai fini fiscali, e i carabinieri, prospettando il reato di appropriazione indebita, invitarono dunque Pagliara a seguirli e posero sotto sequestro i soldi per accertamenti. Secondo i PM genovesi, su mandato dei quali avevano agito i militi, quelli erano in realtà i soldi con cui le due squadre avrebbero truccato la partita.

Dalle indagini emerse anche la responsabilità oggettiva di un ex dirigente del TorinoRoberto Cravero, che tentò di convincere Franco Dal Cin a far impegnare al massimo il Venezia nella partita col Genoa. Infatti anche i granata erano in ballo per la promozione nell’ultima giornata e una vittoria contro il Treviso li avrebbe premiati in caso di sconfitta o pareggio del Genoa sul Venezia e contemporanea vittoria o pareggio dell’Empoli col Bari. Nel caso di un arrivo di quattro squadre a pari punti in testa alla classifica (Empoli, Torino, Genoa e Perugia) cioè se all’ultima giornata l’Empoli avesse perso, il Genoa pareggiato e Torino e Perugia avessero vinto, i granata sarebbero stati promossi in A.

La sentenza finale emessa dalla CAF l’8 agosto emanò il declassamento all’ultimo posto del Genoa nel campionato di Serie B 2004-05 e conseguente retrocessione in Serie C1 a 34 anni di distanza dall’ultima apparizione in terza serie.

Ma il Torino ebbe poco tempo per gioire. Dopo aver guadagnato la promozione grazie ai play-off, la società granata dovette far fronte a gravi inadempienze economiche che compromisero l’iscrizione in Serie A. Già a luglio la Guardia di Finanza perquisì la sede della società scoprendo vari buchi nel bilancio e la mancanza di una fideiussione necessaria per iscriversi alla massima serie. Furono indagati il patron Franco Cimminelli, il presidente Attilio Romero (proprio lui, l’automobilista che la sera del 15 ottobre 1967, alla guida di una Fiat 124 Coupé aveva travolto e ucciso Gigi Meroni mentre attraversava corso Re Umberto dopo la partita Torino-Sampdoria, vinta dai granata 4-2) e il direttore finanziario del club granata Paiuzza. Il Torino, non presentando garanzie necessarie per iscriversi in A venne escluso dai campionati il 15 luglio, successivamente aderì al Lodo Petrucci e con la nuova società si reiscrisse in Serie B il 3 agosto. Il vecchio sodalizio decretò poi il fallimento a novembre.

Fallimenti, gestioni allegre, malaffare. Ieri come oggi.  Nulla, salvo il peso dei debiti, ora miliardari, cambia nel mondo del calcio, Non andò meglio al Perugia. Il club umbro, oberato dai debiti derivanti dalla gestione della famiglia Gaucci, non si iscrisse in Serie B e fu escluso dai campionati il 15 luglio. Aderendo al Lodo Petrucci, venne iscritto in Serie C1 il 3 agosto a 11 anni di distanza dall’ultima partecipazione. Decretò poi il fallimento a novembre.

 Anche la Salernitana non riuscì ad iscriversi in Serie B e il 15 luglio venne esclusa dai campionati per la grave situazione economico finanziaria e per i vari debiti accumulati. Il 3 agosto aderì al Lodo Petrucci e così poté ripartire dalla Serie C1, 11 anni dopo dall’ultima volta. Dichiarò il fallimento in agosto.

Il Venezia, già retrocesso in Serie C1 sul campo, dichiarò il fallimento per la grave situazione finanziaria che affliggeva il club da vari mesi (oltre a svariati debiti), tanto da non riuscire quasi più a pagare gli stipendi ai giocatori. Dichiarò il fallimento il 23 giugno quando era ancora implicata nella vicenda della combine con il Genoa evitando il giudizio della sentenza. Aderendo al Lodo Petrucci riuscì ad iscriversi in Serie C2, campionato al quale non partecipava da 17 anni.

Di seguito i tabellini delle partite di play – off:

16 GIUGNO 2005

Ascoli – Torino 0-1

rete: Quagliarella

Ascoli: Coppola, De Martis, Cudini, Brevi, Modesto, Fini, Monticciolo, Antonelli, Bucchi, Colacone, Cristiano (Biso, Cordova, Motta) all. Giampaolo

Torino: Sorrentino, Comotto, Giacchetta, Mantovani, Balzaretti, Mudingay, Codrea, De Ascentis, Pinga, Bruno, Quagliarella (Peccarisi, Conticchio, Marazzina) all. Zaccarelli

arbitro: Rodomonti di Teramo

Treviso – Perugia 0-1

rete: Stendardo

Treviso:Ballotta, Galeotto, Cottafava, Zoppetti, Gheller, D’Agostino, Gallo, Parravicini, Cortellini, Centi, Reginaldo (Bellotto, Capone, Di Venanzio) all. Pillon

Perugia: Squizzi, Nastos, Stendardo, Di Loreto, Milanese, Del Vecchio, Gorgone, Baiocco, Mascara, Sedivec, Floro Flores ( Di Francesco, Ferreira Pinto, Lampuotis) all. Colantuono

arbitro: Messina di Bergamo

19 GIUGNO 2005

Perugia – Treviso 2-0

reti: Floro Flores (2)

Perugia: Squizzi, Nastos, Stendardo, Di Loreto, Lampoutis, Del Vecchio, Baiocco, Di Francesco, Mascara, Floro Flores, Ferreira Pinto (Gorgone, Negri, Ravanelli) all. Colantuono

Treviso: Ballotta, Galeoto, Zoppetti, Cottafava, Marchese, D’agostino, Gallo, Parravicini, Centi, Capone, Reginaldo (Bellotto, Di Venanzio, Gissi) all. Pillon

arbitro: Paparesta di Bari

Torino – Ascoli 2-1

reti: Colacone, Marazzina, Pinga

Torino: Sorrentino, Comotto, Giacchetta, Mantovani, Balzaretti, Mudingay, Codrea, De Ascentis, Pinga, Marazzina, Quagliarella (Carbone, Conticchio, Bruno) all. Zaccarelli

Ascoli: Coppola, Martinelli, Brevi, Cudini, Lauro, Fini, Monticciolo, Cristiano, Modesto, Colacone, Bucchi (Antonelli, Biso, Motta) all. Giampaolo

arbitro: Dondarini di Finale Emilia

FINALE

Andata 23 giugno 2005

Perugia – Torino 1 -2

reti: Mascara, Balzaretti, Marazzina

Perugia: Squizzi, Coly, Stendardo, Di Loreto, Milanese, Del Vecchio, Mingozzi, Di Francesco, Mascara, Floro Flores, Ferreira Pinto (Lampoutis, Ravanelli, Sedivec) all. Colantuono

Torino: Sorrentino, Peccarisi, Giacchetta, Mezzano, Carbone, Mudingay, Codrea, Conticchio, Balzaretti, Pinga, Marazzina (Mantovani, Pesaresi, Maniero) all. Zaccarelli

arbitro: Farina di Novi Ligure

Ritorno 26 giugno 2005

Torino – Perugia 0-1

rete: Mascara

Torino: Sorrentino, Mantovani, Peccarisi, Mezzano, Carbone, Conticchio, Mudingay, De Ascentis, Balzaretti, Pinga, Marazzina (Codrea, Maniero) all. Zaccarelli

Perugia: Squizzi, Coly, Stendardo, Di Loreto, Lampoutis, Alioui, Gorgone, Del Vecchio, Mascara, Floro Flores, Ferreira Pinto (Milanese, Ravanelli, Sedivec) all. Colantuono

arbitro: De Santis di Tivoli

CLASSIFICA FINALE: Empoli 74, Torino 74, Perugia 74, Treviso 64, Ascoli 62, Verona 61, Modena 61, Ternana 57, Piacenza 56, Bari 55, Albinoleffe 55, Catania 55, Salernitana 51, Arezzo 51, Cesena 50, Crotone 50, Vicenza 49, Triestina 48, Pescara 46, Venezia 35, Catanzaro 26, Genoa 76 (retrocesso all’ultimo posto per illecito sportivo).

IL MONZA IN SERIE A, ESORDIO CON IL TORINO




Il Simmenthal Monza 1959-60


Il Monza è approdato in Serie A per la prima volta nella prossima stagione 2022-2023.
Per l’esordio dei bianco rossi nella massima divisione la prima giornata che si disputerà (salvo anticipi o posticipi) il 14 agosto prevede il match tra Monza e Torino.
Siamo così risaliti alla prima occasione nella quale Monza in quel momento targato Simmenthal) e Torino (che aveva appena dismesso la sfortunata sponsorizzazione Talmone) si sono incrociate in una gara di campionato: si trattava del campionato di Serie B 1959-60 cui il Torino partecipava per la prima volta, essendo stato retrocesso al termine del campionato 1958-59 per la prima volta nella sua storia a dieci anni dalla tragedia di Superga.
I granata si aggiudicarono il torneo rientrando immediatamente in Serie A.
Questa la classifica finale:Torino 51, Lecco 50, Catania 47, Triestina 46, Mantova 39, Reggiana 39, Brescia 38, Verona 37, Como 37, Catanzaro 37, Marzotto 37, Messina 37, Novara 35, Sambenedettese 34, Parma 34, Monza 33, Venezia 33, Taranto 33, Modena 32, Cagliari 31.


Ecco i tabellini delle partite di andata e ritorno tra Monza e Torino


TERZA GIORNATA
Monza – Torino 1-1
reti Carminati, Virgili
Monza: Breviglieri, Copreni, Grassi, Dalio, Adorni, Frascoli, Mattavelli, Fraschini, Carminati, Gagliardi, Maestri
Torino: Soldan, Scesa, Cancian, Bearzot, Lancioni, Bonifaci, Crippa, Mazzero, Virgili, Moschino, Ferrini
arbitro: Angelini di Firenze


VENTIDUESIMA GIORNATA
Torino – Monza 1-0
rete: Mazzero
Torino: Soldan, Grava, Scesa, Bonifaci, Ferrario, Pellis, Crippa, Mazzero, Virgili, Ferrini, Santelli
Monza: Breviglieri, Copreni, Adorni, Fraschini, Riva, Frascoli, Mattavelli, Redegalli, Gagliardi, Maestri, Carminati
arbitro: De Robbio di Torre Annunziata




TRENT’ANNI FA LA DANIMARCA VINCE L’EUROPEO BATTENDO LA GERMANIA PER LA PRIMA VOLTA UNITA: NON CI SONO PIU’ URSS E JUGOSLAVIA



L’esultanza della Danimarca campione d’Europa.



Il 26 giugno 1992, esattamente trent’anni fa, nello stadio Ullevi di Goteborg la Danimarca conquistava il suo primo titolo europeo superando per 2-0 in finale la Germania che per la prima volta in questa competizione si era presentata unita con una sola squadra, in conseguenza della caduta del muro di Berlino e la riunificazione tra Est e Ovest.
Quel campionato europeo (assente l’Italia eliminata nel girone di qualificazione) assunse un aspetto particolare dal punto di vista geo-politico: i rivolgimenti accaduti tra il 1989 e il 1991 nell’Est Europeo avevano portato, da una parte, alla sparizione dell’URSS la cui squadra nella competizione era stata sostituita da un’anonima “Comunità degli Stati Indipendenti” e dall’altra al dissolvimento della Jugoslavia, sul cui territorio era in corso in quel momento una guerra terribile che portò alla separazione tra Serbia e Croazia e , ancora, con la creazione della Bosnia – Erzegovina e successivamente Montenegro e Kossovo.
E’ il caso, proprio in questo momento di grande tensione bellica nuovamente esplosa al centro dell’Europa con il conflitto tra Russia e Ucraina, prestare particolare memoria a quella competizione svedese del 1992, in un quadro di corsi e ricorsi che davvero non vorremmo mai più descrivere e ricordare.
A trionfare fu allora la Danimarca chiamata a sostituire proprio la Jugoslavia che l’aveva eliminata nel torneo di qualificazione.
Passiamo allora alla parte sportiva.
Complice anche l’improvvisa preparazione cui era stata costretta dal ripescaggio, la Danimarca ebbe un avvio a rilento: dopo aver pareggiato con l’Inghilterra , perse infatti con la Svezia
 padrona di casa. Nell’ultimo turno, una vittoria a danno della Francia , scaturita peraltro nei minuti conclusivi della partita, consentì però la qualificazione. In semifinale, la compagine biancorossa corroborò ulteriormente il proprio ruolo di outsider battendo ai rigori i campioni uscenti dell’Olanda.
I tedeschi debuttarono a loro volta con un pareggio, contro la Comunità degli Stati Indipendenti
 (sostituta dell’Unione Sovietica).
 Successivamente si imposero (col risultato di 2-0) contro la Scozia
 e persero contro l’Olanda – detentori, da par loro, del titolo continentale
 – qualificandosi dietro questi ultimi. La Germania in semifinale ebbe ragione dei padroni di casa, prevalendo con un gol di scarto al termine di una gara sofferta. Per la Germania unita fu la prima finale nella storia degli Europei (dopo che la Germania Ovest aveva già vinto le finali del 1972 e del 1980 e perso quella del 1976), mentre per la Danimarca, passata da “cenerentola” del torneo a favorita inaspettata, fu la prima finale in assoluto agli Europei.
Tabellino della finale.
Goteborg 26 giugno 1992
Danimarca – Germania 2-0
reti: Jensen, Vilfort
Danimarca: Schemeichel, Sivabaek (dal 66′ Christiansen), Olsen, Piechnik, Nielsen, Chirstofte, Jensen, Vilfort, Larsen, Brian Laudrup, Povlsen C.T. Moller Nielsen
Germania: Illgner, Buchwald, Kohler, Helmer, Reuter , Brehme, Sammer (Doll dal 46′ ) Effenberg (Thom dall’80’)Hassler, Riedle, Klinsmann C:T. Vogts
arbitro: Galler (Svizzera)


IL CALCIO OPERAIO NELL’ONEGLIA DEL PRIMO NOVECENTO di TOMMASO LUPI

Tommaso Lupi, ultimo console della Compagnia Portuale di Imperia e storico segretario dell’US Imperia, ci trasmette questo gioiello storico:

PUBBLICO LA FOTO, ECCEZIONALE DAL PUNTO DI VISTA STORICO E ARTISTICO,
DI UN “11” ONEGLIESE AFFASCINANTE, LA FORMAZIONE CHE POSA NEL
RITRATTO DI FINE ANNI ‘20 POTREBBE ESSERE LA DIRETTA CAPOSTIPITE
DELL’U.S. IMPERIA FONDATA NELLA PALESTRA DI SCHERMA DELLA
POLISPORTIVA DI PIAZZETTA DELL’OLMO NELLA NOTTE TRA IL 16 E IL 17
OTTOBRE 1923 BEN CINQUE GIORNI PRIMA DEL DECRETO REALE CHE IL 21
OTTOBRE 1923 ISTITUIVA LA CITTA’ IN COMUNE UNICO COL NOME DI IMPERIA.

Contrariamente a quanto solitamente si crede, il football nasce come sport popolare, addirittura operaio. E questo accadde anche da noi agli inizi del secolo scorso in una Oneglia piena di opifici, fabbriche, ciminiere e di lavoro portuale, Oneglia che i cronisti di allora chiamavano “la piccola Manchester d’Italia”. Così inizia l’articolo intorno a questa foto, ritrovata nel cassetto dei ricordi di famiglia, il mio carissimo amico Giorgio Amico sul suo blog “Vento Largo” (Ecco il link per saperne di più: https://cedocsv.blogspot.com/…/il-calcio-operaio… ).

Giorgio Amico, grande seminatore di Cultura nato ad Imperia e vivente in Savona, è il nipote del primo calciatore in piedi da sinistra nella squadra ritratta, si tratta di GIUSEPPE CARLI vulgo PIPPU nonno materno di Giorgio, Pippo Carli nasce a Piani di Imperia nel 1891, nel 1900 a nove anni va a Monaco dallo zio a fare il garzone di barbiere e vi rimane fino al 1914, ritorna per il militare, nel 1915 si fa tutta la guerra, lo troviamo sul Pasubio, al ritorno intorno al ’19 apre una barberia in Piazza Dante all’angolo con via G. Berio, credo che ci sia ancora, e vi lavora fino ai primi anni ’50, poi pensionato vive in Borgo San Moro, accompagna il nipote Giorgio bambino a pescare gritte agli scoglietti sotto il Comune, frequenta la barberia che aveva ceduto al suo garzone, legge il giornale e chiacchera con l’amico Nanollo Piana, ultimo sindaco socialista di Oneglia nel 1920… se ne va qualche anno dopo ma non dall’affettuoso ricordo del nipote Giorgio e nostro.

Giuseppe “Pippo” Carli barbiere ad Oneglia

Non conosciamo i nomi degli altri “futbalör” come venivano chiamati allora i giuocatori di calcio ne i ruoli che avessero, forse Pippo Carli era portiere ma non è sicuro anche perchè il portiere non aveva la divisa deversa dagli altri e i guanti erano un lusso, la foto è scattata in uno studio e i giocatori sono in posa, in piedi, seduti ed accosciati, davanti ad un fondale che pare rappresentare un boschetto, sono tutti begli uomini, atletici, fieri, sereni e consapevoli; in primo piano c’è un pallone “primordiale” di cuoio duro e pesante da “incornare” il meno possibile specialmente se bagnato, la divisa in tinta unita di cui non conosciamo il colore è elegante così com’è degna del miglior designer di moda: la casacca è blusante alla marinara con colletto a ventaglio a coprire la spalle, maniche 3/4 larghe, pantaloncini a tubo al ginocchio stretti ma non troppo, calzettoni regolamentari ma senza parastinchi, scarponcelli leggeri durissimi senza tacchetti e senza le strisce di cuoio sotto la suola in auge solo dopo gli anni 30, strani coppolini compaiono sulle teste di alcuni, uno porta un orologio al polso. La foto può essere datata alla fine degli anni ’20 poichè Pippo Carli solo dopo la fine della guerra è a Oneglia e può partecipare all’attività atletica, sappiamo che vinse anche gare podistiche, poteva avere 28/29 anni, sappiamo che in quegli anni accanto alle varie società sportive, molto spesso polisportive che promuovevano vari sport, si aggregavano squadre che praticavano il nascente “football”, il calcio, sappiamo che queste, fra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, erano composte da giovani operai delle fabbriche dei centri industriali, così in Inghilterra, in Italia e a Oneglia. In quei tempi.

I dirigenti politici più attenti hanno visto nel calcio una sana alternativa all’abbrutimento degli operai, che dopo il duro lavoro in fabbrica nei fine settimana correvano nei pub o nelle osterie per abbandonarsi all’alcol; Antonio Gramsci nel libro “Sotto la Mole” definì il calcio: «Paesaggio aperto, circolazione di aria, polmoni sani, muscoli forti, sempre tesi all’azione» e sul giornale L’Ordine Nuovo riservò spazio al calcio operaio”.

A Oneglia e Porto Maurizio, a ricordo del grande Sergio Baccaglini (autore del libro “La mia passione – L’Unione Sportiva Imperia), nei primi anni ’20 esistevano alcune di queste squadre, 5 o 6, a Porto una era legata all’Unione Sportiva Maurina e giocava su un campo in affitto in via Romita, l’altra alla Croce Bianca, a Oneglia a Borgo Peri operava nella polisportiva locale quella compagine che poi diventerà il “Borgo Peri F.B.C.” e la componevano principalmente pescatori, portuali e operai dell’Agnesi, sempre a Oneglia nella nella polisportiva di Piazzetta dell’Olmo muoveva i primi calci quella squadra che poi nel 1923 diventerà “Unione Sportiva Imperia”, io credo che antesignana dell’US Imperia fosse proprio la squadra della foto di Pippo Carli e che fosse composta oltre che dal nostro barbiere anche da operai delle Acciaierie e delle Ferriere, ho sentito parlare di un’altra squadra ad Oneglia ma non ci sono notizie precise.

Dopo anni la foto di Giuseppe Carli e della sua squadra esce dal cassetto del nipote Giorgio e mi spinge alla rcerca per saperne di più anche consultando i faldoni sulle società sportive degli anni ‘20 a Porto e Oneglia nell’Archivio di Stato.

Piazzetta dell’Olmo, luogo di fondazione dell’antenata dell’US Imperia.

23 GIUGNO 1991: 31 ANNI FA IL SAVONA FBC CONQUISTA LA COPPA ITALIA di Luciano Angelini

Sono trascorsi trentuno anni da quel 23 giugno 1991, giorno in cui nella lontana Locri il Savona si aggiudicava il prestigioso trofeo della Coppa Italia Dilettanti.

Eravamo al centro di un momento magico per il calcio ligure: avversaria dei bianco blu, infatti, in quella finale era stata la Sestrese e negli stessi giorni la Sampdoria conquistava lo scudetto e il Genoa, dopo molte stagioni di oblio, con il quarto posto entrava nel lotto delle Coppe Europee.

Era il Savona presieduto da Enzo Grenno, allenatore Luigino Vallongo. Una società condotta con grande oculatezza e capacità nella scelte organizzative e tecniche che, nella stagione successiva 1991-92 (allenatore Corrado Orcino, enfant du pays di rara qualità umana e tecnica) avrebbe mancato la promozione in C2 soltanto per mera sfortuna (la “lotteria dei rigori” nello spareggio di Casale giocato contro l’Oltrepo). Un Savona che era in grado di vincere e di entusiasmare come da tempo non accadeva.

Veniamo, però, alla Coppa Italia 1990-91. Partecipanti circa 900 squadre.

La Coppa Italia è uno strano torneo, a tutti i livelli, dalla Serie A alle altre categorie: quasi tutte le squadre partono per onore di firma, magari schierano i rincalzi, poi quando le fasi eliminatorie si “restringono” allora gli scontri diventano ad alta tensione: tutti ci tengono a vincere. Andò così, in un qualche modo, anche a quel magnifico Savona.

La Coppa Italia 1990-91 si avviò, per quel che riguardava la fase interregionale, giovedì 23 agosto 1990 sul campo di Ventimiglia. Gli striscioni superarono più agevolmente di quanto non dica il punteggio (1-0) i giallo-rossi locali. Sei giorni dopo i biancoblu sono di scena in quel di Pinerolo, dove un botta-risposta alla metà del primo tempo fissa il risultato in un salomonico pari.

Domenica 2 settembre 1991 va ricordata come una giornata di gloria: gli striscioni si dimostrano assai avanti nella preparazione e, alla prima uscita sul terreno amico del “Bacigalupo”, strapazzano l’Intermonregalese sotto il pesante passivo di 5-1. Tre giorni dopo scende in Riviera la Saviglianese: agli avversari del Savona basta un punto per qualificarsi assieme ai padroni di casa. Un pari scritto (1-1) e la strada resta spianata.

Il secondo girone di qualificazione comprende Sammargheritese e Valenzana. Il primo turno coincide con un momento delicato, di grande importanza, per l’intero sviluppo del torneo.

Si tratta, infatti, di scendere al “Broccardi” di Santa Margherita Ligure, campo tutt’altro che agevole, in una fase topica di un campionato avviato poco felicemente. La dirigenza savonese decide di risparmiare i titolari e di impegnare nella trasferta buona parte dei giovani rincalzi, allora diretti proprio da Corrado Orcino.

La grande impresa si verifica nella serata di giovedì 27 settembre 1990: una doppietta di Mulonia pone i biancoblu al riparo dal ritorno degli arancioni guidati dall’ex D’Agostino. A quel punto si comincia ad assaporare qualche sogno di gloria. Giovedì 1° novembre 1990 un goal del nuovo acquisto Palagi elimina la Valenzana. Un altro significativo passo avanti

Parte la giostra degli scontri ad eliminazione diretta, andata e ritorno. L’avvio è amaro: al “Puchoz” di Aosta la squadra, nella quale trova posto per mezz’ora il fantasista Barozzi, cede nel finale per 2-1. Ma tutto può ancora succedere nella gara di ritorno. E così è. Al Bacigalupo suona un’altra musica: i rossoneri valligiani sono travolti per 3-0, grazie ad una prova super di Gatti e Barozzi, due giocatori di grande qualità.

Negli ottavi di finale tocca ai piemontesi del Giaveno diretti dall’ex-novarese Manzin. La qualificazione è assicurata fin dall’andata con il 2-0 conseguito al “Bacigalupo”: nella gara di ritorno è sufficiente amministrare la sconfitta con il minimo scarto.

Arrivano i quarti di finale e lo scontro si fa particolarmente duro. Il Savona trova sul cammino la Pistoiese, che sta dominando il campionato. Sono così in molti a pronosticare l’eliminazione dalla Coppa. Ma gli striscioni di Vallongo hanno la pelle dura.

La partita di andata si svolge in terra toscana. I padroni di casa strappano il successo grazie ad un goal di Peselli (futuro biancoblu). Tutto è ancora possibile. La partita di ritorno vede un Savona sicuro, in crescita, che si dimostra in grado di disporre della partita: 2-0 secco, secco, grazie ad una doppietta di Gatti che vale il passaggio del turno.

La semifinale si rivela una vera e propria “cavalcata delle valchirie”: il punteggio complessivo, che elimina i bresciani del Darfo Boario, è di 6-0, con un 4-0 in trasferta che parla da solo. Ora manca solo il grande passo.

La finale della Coppa Italia interregionale mette di fronte Savona ed Avezzano. Gli abruzzesi, diretti dall’ex-romanista e veronese Petrelli, hanno vinto il loro girone di campionato con un punteggio record e si presentano con le carte particolarmente in regola.

La prima gara si svolge al “Bacigalupo” su di un terreno allentato per la pioggia: il Savona spinge ma non passa e lo 0-0 finale lascia tutto in pregiudicato per la partita di ritorno.

Il giorno decisivo cade di mercoledì, 12 giugno 1991: il risultato non si sblocca neppure sul campo abruzzese. L’Avezzano fallisce un penalty nel finale e tutto viene demandato alla giostra dei rigori: il Savona vince per 6-5 ed è giusto affermare che il premio definitivo tocca alla squadra dimostratasi sicuramente la più meritevole.

Ma non è finita. Resta ancora da conquistare il titolo assoluto della Coppa Italia Dilettanti, tra la squadra vincente della categoria Interregionale e quella vittoriosa nella categoria di Promozione. Il successo, in questo settore, è toccato, inaspettatamente, ad un’altra squadra ligure: la gloriosa Sestrese.

Biancoblu e verdestellati sono così chiamati a confrontarsi in campo neutro, in quel di Locri, lontano più di 1.000 km da casa. Si tratta di una sede inedita per un derby di lunghissimo corso (Savona e Sestrese, ad oggi, si sono affrontate per 32 volte in campionato a partire dalla stagione 1919-20), una sfida che ha visto in passato le sue sedi più significative in via Frugoni, corso Ricci, via Chiaravagna (un terreno, quello “antico” della Sestrese prima del trasferimento a Borzoli, che assomigliava molto alla savonese “Valletta”).

Il Savona, pur privo di Barozzi squalificato, domina la gara: va in vantaggio alla mezz’ora con Gatti che sfrutta un errore di Mieli; contiene gli assalti degli avversari e nel finale li trafigge definitivamente con un altro goal del suo cannoniere.

È il momento del trionfo; la grande affermazione cercata da tanti anni.

Il clan biancoblu è in festa soprattutto perché si tratta del frutto di una rinnovata organizzazione societaria che con l’avvento della presidenza Grenno era cresciuta fino a far ritornare il sodalizio biancoblu in prima fila. Una impresa insperata visto il punto di partenza di qualche anno prima, meritato risultato di un tenace lavoro e di grandi sacrifici da parte di tutti ma soprattutto di Enzo Grenno e della sua famiglia.


I protagonisti della storica vittoria di Coppa. In piedi da sin.: il massaggiatore Prussiati, Viviani, Adda, Sinopia, Mozzone, il medico sociale dottor Stellatelli, Di Somma, Barlocco, il presidente Grenno, l’allenatore Vallongo; al centro: Cuc, il magazziniere Bertolucci, Lazzaretti, Bonomo; seduti: Lentini, Carrea, Bottari, Gatti, Biolzi, Bocchi

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Queste le presenze dei giocatori biancoblu in quella Coppa Italia: 14, Mozzone, Adda, Lentini, Bottari, Biolzi; 13, Bocchi, Carrea, Gatti, Viviani: 12, Cuc, Marazzi; 9, Palagi, Barozzi; 8, Di Somma, Lubbia; 7 Mulonia; 4 Canu; 3 Lazzarini, Barlocco; 1, Tarigo, Sambarino, Sinopia.

Marcatori: 8 reti Gatti, 4 Cuc, 3 Mulonia, 2 Di Somma, 1 Mozzone, Lubbia, Palagi, Biolzi, Barozzi, Adda, Bocchi, Lentini.

ERRATA CORRIGE: I NOMI ESATTI NELLA DIDASCALIA DEI BAGNI ITALIA

Abbiamo pubblicato più volte questa fotografia dei Bagni Italia 1962 ma, grazie alla collaborazione dei fratelli Muda, Mario e Gianni, figli del grande Beppe, operatore del cinema Eldorado, gestore dei bagni situati alle Fornaci e presidente e animatore dell’omonima squadra, siamo riusciti a correggere la didascalia in quanto alcuni giocatori erano stati identificati in posizione sbagliata.

Questa la didascalia esatta:

Giulin Testa allenatore, Pino Giasotto, Dario Sobrero, Jean Fusero, Adriano Rovere, Angelo Calcagno

accosciati: Ricca Ratti, Franco Jacovacci, Gigi Scarcia, Braggio, Gianni Calcagno, Ferrero

La formazione si riferisce al Torneo dei Bar organizzato alla Valletta da Nanni De Marco: ma l’occasione è buona per fare un po’ di storia della squadra nel periodo della partecipazione al campionato di Seconda Categoria.

Campionato 1961 – 62

Classifica finale: Auxilium Alassio 30, Millesimo 28, Croce Bianca di Albenga 26, Villetta 20, Libertà e Lavoro Speranza 19, Ferrania 16, Bagni Italia 12, Nolese 9, Spotornese 7, Matuzia Sanremo 3.

Bagni Italia: Fusero, Bottelli, Drago, Cervi, Falco, Sobrero, Calcagno, Tessitore, D’Harcourt, Rovere, Pilotti; all. Testa.

I Bagni Italia, casacca bianco-blu a quarti come quella antica dell’Andrea Doria, rappresentano in quel punto il quartiere delle Fornaci. Presidente è Beppe Muda titolare del magnifico stabilimento balneare con annesso giardino e pista da ballo all’aperto situato subito appresso ai giardini Serenella, punto di riferimento (e non solo), tra spiaggia e juke box, nelle bollenti estati di quegli anni. In formazione il funambolico portiere Jean Fusero (tabaccheria di  Piazza Diaz), il classico Dario Sobrero, motociclista di vaglia, e Calcagno, negozio di mercerie in Corso Vittorio Veneto. In panchina “Giulin” Testa gloria assoluta del Savona anni ’30-’40.

Campionato 1962 – 63

Classifica finale: Veloce 34, Garessio 32, Spotornese 30, Millesimo 27, Libertà e Lavoro Speranza 20, Nolese 20, Villetta 15, Croce bianca di Albenga 15, Ferrania 15, Bagni Italia 10, Cadibona 2.

Bagni Italia: Berruti, Bottelli, Ricci, Drago, Falco, Cervi, Diana, Sobrero, Pilotti, Tessitore, Dabinovich.

Stagione difficile per i biancoblu, seppur con una buona intelaiatura, soprattutto per ragioni organizzative, anche se non si lascia nulla d’intentato lottando tutte le domeniche su ogni pallone.

Campionato 1963 – 64

Classifica finale: Spotornese 52, Garessio 41, Don Bosco Varazze 41, Villetta 38, Nolese 38, Millesimo 36, Libertà e Lavoro Speranza 25, Croce Bianca d’Albenga 25, Cadibona 24, Altarese 24, Don Bosco di Savona 23, Maremola Pietra Ligure 19, Priamar 11, Bagni Italia 10, Ferrania 9.

Bagni Italia: Fusero, Bottelli, Cervi, D’Harcourt, Falco, Storti, Astengo, Sobrero, Pilotti (Diana) Rovere, Zuanni; all.Testa.

Ultima stagione per la scapigliata squadra fornacina. Le difficoltà organizzative si fanno insormontabili e alla fine della stagione la dirigenza (con Muda ci sono il panettiere Cavallone, Mario Ostinelli e l’ing. Ercoli della Ferrania) decideranno per un malinconico “lascio”. Una bella esperienza vissuta in prima persona soltanto alla fine.

QUANDO IL BISNONNO DEL GENOANO GUDMUNDSSON ERA NEL MILAN IN SERIE A

Milan 1948-49: da sinistra, in piedi, Sloan, Nordhal, Gudmundsson, Annovazzi, De Gregori; accosciati: Milanese, Bonomi, Carapellese, Burini, Gratton

Una storia molto particolare quella di Albert Gudmundsson, islandese arrivato al Genoa nel solito turbinoso mercato di gennaio della società rosso blu.

Albert, nato a Reykjavik nel 1997, discende da una famiglia di calciatori: il padre Guðmundur Benediktsson è allenatore di calcio, con esperienze da calciatore in patria e in Belgio, e 10 presenze in Nazionale tra 1996 e 2001, ed è noto anche per le esultanze mentre commentava le partite dell’Europeo 2016 per la RÚV, tv pubblica islandese, in veste di telecronista. La madre Kristbjörg Helga Ingadóttir ha giocato 4 volte nel 1996 con la Nazionale femminile islandese. Il nonno materno Ingi Björn Albertsson ha disputato 15 gare tra 1971 e 1979 con la Nazionale maggiore ed è stato recordman di reti segnate nel campionato islandese tra 1987 e 2012. Il bisnonno materno e suo omonimo Albert Guðmundsson è stato il primo islandese a giocare nel calcio professionistico, in ScoziaInghilterra con l’ArsenalFrancia e Italia con il Milan, e successivamente è entrato in politica, venendo eletto nel parlamento islandese e diventando in seguito ministro delle Finanze e poi ministro dell’Industria.

Abbiamo così esplorato a fondo la storia italiana del bisnonno giocatore del Milan nella stagione 1948-49, quella della tragedia di Superga e dell’arrivo in rosso nero di Gunnar Nordhal (grazie ad uno scambio di prelazioni con la Juve che rinunciò al “pompierone” per acquistare il poi rivelatosi mediocre Ploeger).

Bisnonno Albert, arrivato dal Nancy, non ebbe eccessiva fortuna nelle fila di quel Milan allenato da Giuseppe Bigogno: primo islandese nella storia a giocare in Italia fu giudicato giocatore tecnico ma un po’ fragile: alla fine 14 presenze e 2 reti.

Classifica finale della Serie A 1948-49: Torino 60, Inter 56,Milan 50, Juventus 44, Sampdoria 41, Bologna 41, Genoa 40, Lucchese 38, Fiorentina 38, Triestina 38, Palermo 36, Padova 36, Lazio 34, Roma 32, Novara 31, Atalanta 31, Pro Patria 30, Bari 30, Modena 29, Livorno 26

Tabellini delle partite giocate dal bisnonno Albert Gudmundsson

TERZA GIORNATA

Milan – Atalanta 3-0

reti: Gudmundsson, Degani, Antonini

Milan: Rossetti, Gratton, Toppan, Annovazzi, Foglia, Tognon, Degano, Antonini, Puricelli, Gudmundsson, Carapellese; all. Bigogno

Atalanta: Casari, Dalmonte, Citterio, Gremese, Bertoli, Mari, Fabbri, Miglioli, Astorri, Cecconi, Korostelev; all. Fiorentini

arbitro: Poggipollini di Ferrara

QUARTA GIORNATA

Roma – Milan 1-2

reti: Pesaola, Degano, Puricelli

Roma: Risorti, Contin, Andreoli, Degl’Innocenti, Valle, Ferri, Losi, Maestrelli, Tontodonati, Venturi, Pesaola; all. Brunella

Milan: Rossetti, Gratton, Toppan, Annovazzi, Foglia, Tognon, Degano, Antonini, Puricelli, Gudmundsson, Burini; all. Bigogno

arbitro: Canavesio di Torino

QUINTA GIORNATA

Milan – Inter 0-2

reti: Nyers, Lorenzi

Milan: Rossetti, Gratton, Toppan, Annovazzi, Foglia, Tognon, Degano, Antonini, Burini, Gudmundsson, Carapellese; all. Bigogno

Inter: Franzosi, Pangaro, Gariboldi, Fattori, Giovannini, Achilli, Armano, Lorenzi, Amadei, Campatelli, Nyers; all. Astley

arbitro: Gemini di Trieste

VENTIDUESIMA GIORNATA

Atalanta – Milan 1-1

reti: Astorri, Carapellese

Atalanta: Casari, Dalmonte, Piccardi, Mari, Gremese, Cominelli, Fabbri, Busnelli, Astorri, Miglioli, Korostelev; all. Fiorentini

Milan: Milanese, Gratton, De Gregori, Sloan, Bonomi, Tognon, Burini, Annovazzi, Nordhal, Gudmundsson, Carapellese; all. Bigogno

arbitro: Bernardi di Bologna

DICIOTTESIMA GIORNATA (recupero)

Milan – Pro Patria 3-2

reti: Turconi, Carapellese (2), Nordhal, Borra

Milan: Milanese, Gratton, De Gregori, Sloan, Bonomi, Tognon, Burini, Annovazzi, Nordhal, Gudmundsson, Carapellese; all. Bigogno

Pro Patria: Visco-Gilardi, Azimonti, Patti, Pastori, Fossati, Pozzi, Toros, Bertolini, Borra, Turconi, Candiani all. Biffi

arbitro: Canavesio di Torino

VENTITREESIMA GIORNATA

Milan – Roma 3-0

reti: Annovazzi, Sloan, Burini

Milan: Milanese, Gratton, Foglia, Sloan, Bonomi, Tognon, Degano, Burini, Annovazzi, Nordhal, Gudmundsson, Carapellese; all. Bigogno

Roma: Risorti, Contin, Andreoli, Maestrelli, Valle, Degl’Innocenti, Cristini, Ferri, Tontodonati, Venturi, Di Paola all. Brunella

arbitro: Pieri di Trieste

VENTIQUATTRESIMAGIORNATA

Inter – Milan 4-4

reti: Annovazzi, autorete Gratton, Nyers (2), Sloan, Nordhal (2), Lorenzi

Inter: Franzosi, Guaita, Gariboldi, Fattori, Giovannini, Achilli, Armano, Lorenzi, Amadei, Campatelli, Nyers; all. Astley

Milan: Milanese, Gratton, Foglia, Sloan, Bonomi, Tognon, Burini, Annovazzi, Nordhal, Gudmundsson, Carapellese; all. Bigogno

arbitro: Dattilo di Roma

VENTICINQUESIMA GIORNATA

Triestina – Milan 1-3

reti: Rossetti, Sloan, Burini, Nordhal

Triestina: Striuli, Grosso, Radio, Zorzin, Sessa, Giannini, Rossetti, Trevisan, Ispiro, Tosolini, Begni; all. Rocco

Milan: Milanese, Belloni, Foglia, Sloan, Bonomi, Tognon, Degano, Burini, Annovazzi, Nordhal, Gudmundsson, Carapellese; all. Bigogno

arbitro: Bellè di Venezia

VENTISEIESIMA GIORNATA

Milan – Lucchese 4-0

reti: Nordhal (2), Carapellese (2)

Milan: Milanese, Belloni, Foglia, Sloan, Bonomi, Tognon, Burini, Annovazzi, Nordhal, Gudmundsson, Carapellese; all. Bigogno

Lucchese: Viola, Bertucelli, Cuscela, Rosellini, Nay, Scarpato, Merlin, Toth, Michelini, Magni, Conti

arbitro: Zilli

VENTISETTESIMA GIORNATA

Torino – Milan 4-1

reti: Ossola, Burini, Gabetto, Fadini, Mazzola

Torino: Bacigalupo, Ballarin, Martelli, Grezar, Rigamonti, Fadini, Menti, Loik, Gabetto, Mazzola, Ossola; all. Lievesley, d.t.Erbstein

Milan: Milanese, Belloni, Foglia, Sloan, Bonomi, Tognon, Burini, Annovazzi, Nordhal, Gudmundsson, Carapellese; all. Bigogno

arbitro: Dattilo di Roma

TRENTESIMA GIORNATA

Milan – Modena 5-1

reti: Burini (3), Sentimenti V, Nordhal, Gudmundsson

Milan: Milanese, Gratton, Foglia, Sloan, Bonomi, Tognon, Burini, Annovazzi, Nordhal, Gudmundsson, Carapellese; all. Bigogno

Modena: Corazza, Silvestri, Braglia, Malinverni, Neri, Cavalieri, Romani, Cavazzuti, Pernigo, Bertoni, Sentimenti V; all.Mazzoni

arbitro: Pieri di Trieste

TRENTUNESIMA GIORNATA

Juventus – Milan 1-1

reti: Nordhal, Muccinelli

Juventus: Sentimenti IV, Manente, Rava, Angeleri, Parola, Sentimenti III, Muccinelli, Ploeger, Boniperti, John Hansen, Cergoli; all. Chalmers

Milan: Milanese, Gratton, Foglia, Sloan, Bonomi, Tognon, Burini, Annovazzi, Nordhal, Gudmundsson, Carapellese; all. Bigogno

arbitro: Dattilo di Roma

TRENTADUESIMA GIORNATA

Milan – Padova 2-0

reti: Nordhal (2)

Milan: Milanese, De Gregori, Foglia, Sloan, Bonomi, Tognon, Burini, Annovazzi, Nordhal, Gudmundsson, Carapellese; all. Bigogno

Padova: Luisetto, Sforzin, Arrighini, Rolle, Quadri, Zanon, Novello, Adcock, Vitali, Matè, Grillone; all. Serantoni

arbitro: Savio di Torino

TRENTATREESIMA GIORNATA

Milan – Genoa 2-2

reti: Konig, Nordhal (2), autorete Milanese

Milan: Milanese, De Gregori, Foglia, Sloan, Bonomi, Tognon, Burini, Annovazzi, Nordhal, Gudmundsson, Carapellese; all. Bigogno

Genoa: Piani, Pellicari, Becattini, Tortarolo, Cattani, Bergamo, Trevisani, Formentin, Konig, Verdeal, Della Torre; all. Allasio

arbitro: Canavesio di Torino.

VENT’ANNI FA AL MONDIALE NIPPO COREANO L’ARBITRO MORENO SBARRO’ LA STRADA ALL’ITALIA

Il Campionato mondiale di calcio FIFA 2002 noto anche come Corea del Sud-Giappone 2002, fu il 17º campionato mondiale di calcio per rappresentative nazionali maggiori, che si tenne in Corea del Sud e Giappone dal 31 maggio al 30 giugno 2002.

Primo campionato mondiale a tenersi in Asia nonché primo a dividersi su due Paesi organizzatori, fu anche l’ultimo a vedere la partecipazione automatica della squadra campione uscente che, dall’edizione

successiva, dovette partecipare come tutte le altre alle qualificazioni. Fu, anche l’ultima edizione a prevedere il golden goal (ufficialmente soppresso due anni più tardi) nelle fasi a eliminazione diretta, e la prima a permettere 23 convocazioni per squadra nazionale invece di 22. Infine, tale edizione segnò anche il termine della consuetudine di disputare l’incontro d’apertura con la squadra campione uscente; dal successivo torneo, infatti, tale diritto sarebbe spettato alla squadra del Paese ospitante.

A laurearsi campione mondiale fu il Brasile, alla sua terza finale consecutiva, che batté la Germania con il punteggio di 2-0; per i sudamericani si trattò del loro quinto titolo mondiale, nessuno dei quali conquistato da Paese organizzatore. A tutta l’edizione 2018 si tratta dell’ultima vittoria extra-europea nel torneo.

Miglior marcatore del torneo fu il brasiliano Ronaldo, autore di 8 goal, due dei quali marcati nella partita di finale. Arbitro della finale fu Pierluigi Collina, secondo italiano a dirigere la gara per il titolo in un campionato mondiale 24 anni dopo Sergio Gonella nel 1978 in Argentina.

L’Italia è inclusa nel girone G. Il Gruppo è così composto dall’Italia di Giovanni Trapattoni, vicecampione d’Europa in carica, dall’esordiente Ecuador, dalla Croazia, squadra rivelazione dei Campionati di quattro anni prima con il suo 3º posto, e dal Messico. Nonostante le preoccupazioni del Commissario Tecnico italiano riguardo all’undici sudamericano ed in particolare per il terzino De La Cruz l’Italia apre il suo cammino mondiale con una facile vittoria maturata grazie ad una doppietta di Christian Vieri contro l’Ecuador;lo stesso fa il Messico, il cui numero 10 Blanco segna su calcio di rigore e batte la Croazia.

Nella seconda tornata, la compagine slava si rivela un ostacolo ben più grave del previsto nel cammino degli “Azzurri” verso gli ottavi di finale: il primo campanello d’allarme è l’infortunio di Alessandro Nesta che deve lasciare anzitempo il campo (come successo nel 1998 e come succederà poi nel 2006). All’inizio del secondo tempo, Christian Vieri fa però goal di testa, ma il fischietto inglese Graham Poll annulla per fuorigioco, che si rivelerà poi inesistente. Il centravanti dell’Italia, però, si ripete dopo pochi minuti in un’azione molto simile, e stavolta porta in vantaggio l’Italia. In tre minuti, la Croazia dapprima aggancia gli Azzurri con la rete di Ivica Olić, e poi ribalta il risultato con una serie di rimpalli che portano in gol Milan Rapaić. A pesare sulla sconfitta italiana ci si mettono anche un palo interno che Francesco Totti colpisce al 40′ su punizione e un goal annullato a Marco Materazzi (che segna con un lancio da centrocampo per Inzaghi che non tocca la palla, mandando a vuoto involontariamente il portiere) per un presunto fallo di Filippo Inzaghi. Nella stessa giornata, il Messico batte 2-1 gli ecuadoriani, li estromette di fatto dalla corsa per la qualificazione e si porta a quota 6, in testa al girone.

All’ultima giornata, l’Italia recupera Nesta e affronta il Messico: al 14′ Filippo Inzaghi porta in vantaggio la Nazionale italiana ma il segnalinee lo vede partire in fuorigioco e annulla; al 34′ l’attaccante messicano Jared Borgetti inventa un pregevole goal di testa, con la palla che cambia traiettoria prima di insaccarsi nell’angolino alto alla sinistra di Gianluigi Buffon. All’inizio del secondo tempo, sull’altro campo di giornata, l’Ecuador passa però in vantaggio contro la Croazia, e gli Azzurri, virtualmente qualificati, capitalizzano il passaggio del turno trovando il gol con Del Piero (di testa, su semirovesciata di Vincenzo Montella, al quale poco prima era stato annullato un goal )L’Italia se la cava dunque con un secondo posto dietro al Messico, felice di aver superato i gironi.

L’ottavo di finale si gioca il 18 giugno 2002 ‘Italia trova la Corea del Sud. I giornali locali, nei giorni precedenti, danno per sicuro il passaggio del turno dei padroni di casa e, durante la partita, i tifosi coreani esibiscono lo slogan “Again 1966!”, a ricordo dell’1-0 rifilato dalla Corea del Nord agli Azzurri nel mondiale inglese di quell’anno. Nel film ufficiale del mondiale 2002, Trapattoni dichiarerà di ricordare che l’arbitro non rispose ai saluti dei giocatori italiani prima di entrare in campo. L’Italia, senza Nesta (alle prese con i postumi dell’infortunio) né Cannavaro (squalificato), vacilla nei primi minuti: dopo 4′, la Corea potrebbe già approfittarne su un calcio di rigore, ma Buffon intuisce la traiettoria del tiro di Ahn Jung-hwan e devia in calcio d’angolo. L’Italia si riassesta e va in gol al 18′ con Vieri (al quarto centro personale, nono complessivo ai Mondiali) sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Nel secondo tempo, nonostante l’arbitraggio a sfavore e diversi scontri al limite (Francesco Coco finirà la gara con una vistosa fasciatura alla testa; Gianluca Zambrotta subisce un brutto fallo da tergo da Choi Jin-cheul e s’infortuna; Del Piero riceve una gomitata a gioco fermo da Kim Tae-youngPaolo Maldini prende un calcio in testa a palla lontana non sanzionato dall’arbitro), l’Italia argina le avanzate coreane e sfiora a più riprese il raddoppio. A due minuti dalla fine, però, Seol Ki-hyeon pareggia. Si va così ai tempi supplementari, dove l’Italia si ritrova dapprima in 10 (per via dell’espulsione ingiustamente fischiata a Francesco Totti) e poi si vede annullare il golden goal di Tommasi per una valutazione errata del segnalinee. Con le squadre pronte ai rigori, Ahn chiude la gara di testa, anticipando i difensori azzurri. Per la Corea del Sud si tratta di un’impresa storica: era dal 1966 che una squadra asiatica non accedeva ai quarti di finale di Coppa del Mondo; anche quella volta, era stata l’Italia ad essere eliminata, mentre a passare il turno era stata l’altra Corea, quella del Nord. Nell’immaginario del pubblico, la gara verrà ricordata come la partita più deplorevole della storia del calcio per via della condotta arbitrale, platealmente a favore della Corea del Sud. Nel 2015, a seguito della maxi-inchiesta da parte del Federal Bureau of Investigation e del Dipartimento di Giustizia USA sulla corruzione nella FIFA, venne acclarato che la partita era stata condizionata a danno della nazionale italiana. L’arbitro Byron Moreno, i guardalinee Jorge Rattalino (Argentina) e Ferenc Szekely(Ungheria), nonché il quarto uomo, l’arbitro marocchino Mohammad Guezzaz, ne pilotarono effettivamente l’andamento, con modalità che si sarebbero ripetute anche nella partita seguente dei sudcoreani con la Spagna. Moreno avrebbe ancora fatto discutere, qualche anno più tardi, per aver tenuto un atteggiamento simile durante una partita di campionato ecuadoriano (dove concesse addirittura ben tredici minuti di recupero); nel 2003 fu sospeso dalla FIFA e successivamente arrestato per traffico di droga.

Tabellino:

Corea del Sud: Lee, Choi, Kim (68°Lee), Yoo, Kim (63°Hwang), Seol, Lee, Ahn, Hong (83°Cha), Park, Song.

Italia: Buffon, Panucci, Maldini, Coco, Zanetti, Del Piero (61° Gattuso), Totti, Iuliano, Tommasi, Zambrotta (72° Di Livio), Vieri C.T. Trapattoni

Reti: 18° Vieri, 88° Seol, 117° Ahn

arbitro: Byron Moreno

SONO PASSATI 37 ANNI: LA PRIAMAR TORNA IN PRIMA CATEGORIA

Una notizia che diffondiamo con grande soddisfazione: poco fa un comunicato dalla Lega Calcio Regionale ha ufficializzato la promozione della Priamar in Prima Categoria: un campionato che non vedeva i rosso – blu protagonisti da 37 anni e che nella lunga storia della sociietà fondata da Don Vittorio Dietrich era stato toccato soltanto in 3 occasioni.

Siamo cresciuti lì e nella Priamar abbiamo spezzato il pane del calcio e della vita: un’ombra di tristezza vela la nostra gioia a causa della scomparsa, poche settimane fa, di Carlo Cipollina “Cippi” per decenni segretario della società e, assieme a Roberto Grassi, ani,ma, cuore, bandiera.

Di seguito il resoconto delle tre stagioni giocate in Prima Categoria negli anni’80.

In precedenza però 2 foto degli anni’60, quando – dopo tante stagioni passate sul campetto dell’oratorio, si iniziò l’avventura nei campionati veri.

Con un grande ricordo per tutti.

LA PRIAMAR IN PRIMA CATEGORIA

1981-82

Si impone l’Intemelia sulla Veloce. Anche i granata savonesi, auspice il presidente Vittorio Martino, stanno aprendo un ciclo ad alto livello. Ottimo torneo anche per Ceriale, Pietra Ligure e Vado Boys. Vado boys diretti dal vulcanico presidente-allenatore Piero Bovero per molti anni al centro della politica a Vado Ligure. Da notare la presenza in Prima Categoria della Priamar, la squadra dell’Oratorio Sacro Cuore di Savona. Il presidente Ghibaudo e il vice presidente Gianni Maestrini (anche per lui un caro ricordo) allestirono una squadra di valore che, guidata dal duo Pierucci-Morando, raggiunse il “massimo storico” nella vita del club che pure in passato era sempre stato sede di un floridissimo vivaio.

Classifica: Intemelia 44,. Veloce 39, Ceriale 39, Pietra Ligure 35, Vado Boys 33, Taggese 33, Mallare 33, Cervese 27, Finalborghese 27, Bastia 26, Cengio 26, Don Bosco Vallacrosia 26, Priamar 25, Borghetto Santo Spirito 23, Calizzano 23, Carlin’s Boys 21.

Formazioni della savonesi:

Veloce: Brondo, Valle, Lambertini, Rosu, Ricotta, Morando, Ghigliazza, Pisano, Di Biasio, Genta, Grosso  (Cavo, Manitto).

Ceriale: Viglizzo, Marone, Scardovi, Neirotti, Sciglitano, Molli, Bani, Fabbris, Monachetti, Occhipinti, Ferrua (all. Baucia).

Pietra Ligure: Di Giorgio, Cauteruccio, Cappellotto, Micheli, Barberis, Coccato, Dominici, Scotto, Lardo, Rocca, Capitanio (Palazzo, Rizzin); all. Castello.

Vado Boys: Saltarelli, Parodi, Camici, Gazzoli, Vaniglia, Lucchesi, Gallo,Frascerra, Pulina, Corbellini, Veneziano (all. Bovero).

Mallare: Zerbini, Delfino, Pastorino, Marenco I. Nari, Morando, Maggi, Ferrari, Picco, Marenco II, Pinelli (all. Guerrini).

Finalborghese: Pascarella, Gustinetti, Aicardi, De Min, Muraglia, Caboni, Beccaria, Piccone, De Sciora II, Venturino, Dondo (Defeo, Bertozzi); all. De Sciora I.

Bastia d’Albenga: Giazzi, Enrico, Villani, Zocco, Baresan, Gasperini, Parodi, Pratali, Lombardini, Pannucci, Rossi (Ferrari) all. Rolando.

Cengio: Salamini, Poggio, Bagnasco I, Pizzorno, Bagnasco II, Massabò, Bagnasco III, Caviglia, Poggio, Barbiero , Meggiolaro (all. Pizzorno).

Priamar: Duce, Valle,Cau, Raffa, Biggi, Torresan, Bertolotto, Tizzani, Lingua, Sovenda, Orlando (Robaldo, Riva); all. Tullio Pierucci , d.t. Pavone Morando.

Borghetto Santo Spirito: De Crescenzo, Vacca, Cerati, Capasso, Grego, Commentale, Cislaghi, Pianese, Contratto, Peluso, Molli ( Oxilia) all. Scazzola.

Calizzano; Canepa, Ghigo, Rocca, Tosques, Gelsomino, Martin, Laoretti, Canazza, Negro, Vecchio, Riolfo.

1982-83

Si impone il Ceriale allenato da Baucia, già bandiera del Borghetto e rinforzato dall’esperienza di Graziano e Neirotti cui da il suo contributo anche il quarantenne eterno cannoniere “Victor” Panucci. Conquista la promozione anche il Mallare attraverso gli spareggi con Cavi di Lavagna, Ovada e Aulla. I rossoblu valbormidesi diretti dal duo Bagnasco-Piccinaglia disputano un campionato d’avanguardia, pur insidiati per il secondo posto dal Vado Boys: alla fine la differenza sarà di un solo punto.

Classifica: Ceriale 43, Mallare 39, Vado Boys 38, Finalborghese 35, Bastia 35, Cengio 30, Borghetto Santo Spirito 29, San Filippo Neri 28 , Taggese 28, Albisola 28, Calizzano 28, Don Bosco Vallacrosia 27, Pietra Ligure 27, Priamar 27, Cervese 25, Santa Cecilia 14.

Formazioni delle savonesi:

Ceriale:Viglizzo, Garrione, Molli I, Neirotti, Sciglitano, Molli II, Montali, Graziano, Rosso, Ferrua, Panucci (Russo, Delfino, Brunello); all. Baucia.

MallareZerbini, Nari, Marenco, Bossolino, Roberto Morando, Vulpetti, Claudio Morando, Picco, Pinelli, Foglia, Maffei (Olivieri, Maggi I; Maggi II); all. Bagnasco, d.t. Vico Piccinaglia.

Vado BoysSaltarelli, Parodi, Camici, Nicola, Priano, Lucchesi, Sanna I, Corbellini, Gallo, Grimaudo, Veneziano (Sanna II);  all. Bovero.

FinalborghesePascarella, Garzoglio, Colombo, Tranchida, Muraglia, De Min, Bani, Basso, Caffarena, Maggi, Capitanio (Gualerzi); all. Mariani.

Bastia d’AlbengaVio, Gasperini, Enrico, Vadori, Starace, Squillaci, Russo, Tucci, Lupo, Socco, Arnaldi ( Parodi); all. Rolando.

CengioSalamini, Poggio, Costa, Quinterno, Pizzorno, Bagnasco, Barchero, Saporito, Caracciolo, De Valle, Perotti; all. Tonoli.

Borghetto Santo Spirito: Vignone, Cerati, Vacca, Grego, Malco, Fruzzetti,  Commentale, Molli, Pianese, Peluso, Vitale (Contratto, Longoni); all. Scazzola.

San Filippo NeriZanardini, Piccolo, Filiberti, Cappellotto, Poggi, Cirillo, Romano, Delfino, Ardizzone, Ferrara, Pollio  (Chiappari, De Benedetti); all. Zanardini.

AlbisolaValente, Turezzini, Ferro, Gelsomino, Rossi, Colotto, Ghiglino, Gaiero, Tassinari, Berta, Olivero (Chini, Stocca);  all. Arena.

Calizzano:Sedaboni, Pesce I, Ghigo, Rocca, Gerini, Ronzi, Riolfo, Ivaldo, Bongiorno, Schirra, Micheli (Bianco, Pio, Scarzella); all. Pio.

Pietra LigureCalcagno, Cauteruccio, Pievino, Sittani, Zolezzi, Ciuffreda, Rocca, Puppo, Lardo, De Sciora, Orioni;  all. Castello.

Priamar Duce, Scalia, Biggi, Siri, Torresan, Ravera, Lingua, Sovenda, Pizzani, Bertolotto, Tanda (Zirano, Giacchino, RIva); all. Salamini.

Santa Cecilia Durante, Vallieri, Pellegrini, Di Fabio, Olivieri, Lo Mazzo, Tometto, Bruno, Barillaro, Fornaroli, Vigliazza (Romeo); all. Chiarbonello

1984-85

Sanremo ’80 e Taggese dopo un doppio spareggio salgono in Promozione. In precedenza i sanremaschi superano la Taggese, di conseguenza i giallo rossi affrontano Pro Recco e Ameglia. Alla fine le due ponentine ottengono il salto di categoria. Gioca il suo ultimo campionato a questo livello la Priamar che da allora in avanti navigherà tra Seconda e Terza Categoria continuando però l’attività senza interruzioni fino ai nostri giorni: un primato di longevità premiato alla fine con una nuova ascesa al campionato di Prima Categoria.

Classifica: Sanremo’80 42, Taggese 42, Bastia d’Albenga 41, Finale 40, San Filippo Neri 35, Pietra Ligure 35, Calizzano 33, Albisola 29, Altarese 28, Bordighera 27, Borghetto Santo Spirito 25, Finalborghese 25, Millesimo 24, Carlin’s Boys 24, Celle 16, Priamar 16.

Formazioni:

Bastia d’Albenga: Ferrandi, Gasperini, Bertola, Garrione, Balbo, Frixione, Brunello, Ghilino, Santoriello, Pizzo, Secco (Socco), all. Rolando.

Finale: Vio, Bona, Delfino, Piazza, Biggi, Capra, Bettin, Dagnino, Rolando, Fraioli, Peluso (Coletti, Griffo), all. Mino Persenda.

San Filippo Neri: De Benedetti, Chiappari, Filiberti, Cappellotto, Minucci, Romano I, Romano II, Ganduso, D’Amico, Delfino, Lucido, all. Zanardini.

Pietra Ligure: Cresci, De Sciora, Scardicchia, Colombo,  Oxilia, Del Nero, Buonadonna, Scozzari, Rocca, Orione, Boggian, all. Scazzola.

Calizzano: Vignone, Martinello, Pistone, Calvi, Schirra, Badano, Pesce, Oddone, Zunino, Riolfo, Casazza ( Santamaria, Abruzzese),  all. Perlo.

Albisola: Valente, Gamba, Mascia, Bruzzone, Ferro, Rosso, Palermo, Gaiero, Gallo, Saltarelli, Berta (Repetto, Tunno), all. Ferzini.

Altarese: Isola, Fiori, Ricchebono, Cavo, Bottero, Minuto, Rebagliati, Bagnasco, Buizza, Arau, Berio (Bondi, Bracco, Suffia), all. Bertonasco.

Borghetto Santo Spirito: Dalla Pria, Malco, Fruzzetti, Zolezzi, Cerati, Contratto, Commentale, Molli, Pianese, Carubba, Lanzoni ( Di Martino, Lavatema), all. Camilloni.

Finalborghese: Pascarella, Muraglia, Finocchio, Fasce, Barisone, Bertozzi, Bani, Toro, Rosu, Beccaria, Parodi ( Garzoglio, Caffarena), all. Mariani.

Millesimo Francone, Negro, Balestra I, Balestra II, Morando,Ivaldi, Gaiero, Ghirardi, Orsi, Spato, Bisio ( Nari, Dogliotti),all. Ferraro.

Celle  Sarti, Piras, Pierini, Vallarino, Turezzini, Bellotto, Rizzieri, Doni, Ramognini, Rizzieri, Basili ( Valle, Fornaro), all. Derio Parodi.

Priamar . Frumento, Raffa, Rolando, Giacchino, Riva, Torresan, Bertolotto, Orlando, Bertola, Magliano, Tanda ( Siri, Robaldo),  all. Grasso.