Esattamente oggi, settant’anni fa, Fausto Coppi compiva una delle più grandi imprese della sua straordinaria carriera arrivando solo sul traguardo del campionato del mondo svoltosi a Lugano.
Fausto aveva già sfiorato l’impresa nel 1949 a Copenaghen: andato in fuga con Van Steenbergen e Kubler non era riuscito a staccare i rivali per l’assoluta assenza di salite sul percorso e in volata il grandissimo Rik, il più grande velocista della storia del ciclismo su strada si era imposto (anche Kubler era un velocista, oltre che un ottimo scalatore, e lo avrebbe dimostrato due anni dopo a Varese imponendosi in quell’edizione del “mondiale” in una difficilissima volata superando due fortissimi “routier-sprinter” come Magni e Bevilacqua.
Nel 1953 i mondiali ritornarono in Svizzera dopo Zurigo 1946, e videro il ritorno al successo della selezione italiana nella prova riservata ai professionisti, ventun anni dopo la vittoria di Alfredo Binda a Roma nel 1932.
La squadra era disegnata intorno a Fausto Coppi che, ormai trentaquattrenne, dopo le assenze degli ultimi anni aveva preparato la stagione appositamente per il mondiale, corso su un percorso duro e adatto alle sue caratteristiche. Al primo attacco di Stan Ockers e Raphaël Géminiani, risposero subito Nino Defilippis e Pasquale Fornara che li raggiunsero seguiti poi dallo stesso Coppi. Successivamente fu proprio Coppi con una serie di attacchi a staccare tutti gli avversari, con il belga Germain Derycke che fu l’ultimo a staccarsi sulla salita della Crespera. Il vantaggio del “Campionissimo” continuò ad aumentare fin sul traguardo, che tagliò con sei minuti su Derycke e sette su Ockers.
Lazio-Foggia, prima giornata della Serie A 1993/94, è la prima partita di campionato a essere trasmessa da una pay tv: si tratta di Tele+2, che si è assicurata i diritti per un posticipo a giornata, la domenica sera.
Immagine di Lazio – Foggia, prima partita a pagamento trasmessa da Telepiù. Casiraghi cerca di aggirare Bucaro ma le difese, quella sera, ebbero la meglio sugli attacchi
Gli abbonati pagano un canone mensile di 36mila lire, circa 18 euro attuali. Curiosità: per vedere il primo goal – segnato da Ruud Gullit in Juventus-Sampdoria 3-1 – bisognerà attendere la terza partita.
Siamo all’avvio del grande fenomeno che ha rivoluzionato il modo di intendere il calcio da parte degli sportivi, era il caso di ricordarne i principali passaggi.
La nota statistica riguarda i tabellini di quella fatidica prima giornata del campionato 1993 – 94.
La Sampdoria 66-67 dominatrice del campionato: da sinistra in piedi, Cristin, Battara, Morini, Tentorio, Vincenzi accosciati: Frustalupi, Dordoni, Francesconi, Vieri, Delfino, Salvi
Genoa 80-81 promosso in Serie A
Precisato che il testo è stato scritto nel momento in cui l’esito dei campionati 2022-2023 era ancora da definire questo è il resoconto completo dei derby della Lanterna giocati in Serie B. Otto campionati, al termine dei quali la promozione in Serie A si è determinata 2 volte per la Sampdoria e 1 volta per il Genoa per un totale di 16 partite. 5 vittorie blucerchiate, 6 pareggi e 6 successi rossoblu. Bilancio in parità rispetto alle reti segnate 13 a 13. Da notare come, nonostante si trattasse di divisione cadetta, la Federazione ha sempre inviato arbitri particolarmente illustri come De Marchi di Pordenon, Agnolin di Bassano del Grappa, Michelotti di Parma, Collina di Viareggio e Rosetti di Torino.
Molti si stanno interrogando, su diversi piani (storico, politico, economico) intorno al fenomeno in corso del trasferimento verso la penisola arabica dell’asse di riferimento del calcio mondiale.
Una prima risposta potrebbe essere quella dell’intuizione da parte degli sceicchi del valore del calcio come arma pubblicitaria di “distrazione di massa”: una analisi antica che già mosse i regimi totalitari (in particolare il fascismo) negli anni’30 che puntarono molto sull’universalità del gioco, il divismo (ben alimentato dalla trasformazione dei mezzi di comunicazione in atto in quel tempo), la globalizzazione degli avvenimenti sportivi (cui contribuirono molto i giochi olimpici di Los Angeles del 1932, i campionati del mondo di calcio in Italia nel 1934 e soprattutto le Olimpiadi di Berlino del 1936, esplosione del gigantismo architettonico-mediatico del nazismo al culmine della sua potenza).
Il calcio ha sempre espresso una forte egemonia su questi fenomeni rispetto alle altre discipline (pur cresciute con il tempo nell’immaginario dei popoli): adesso gli arabi stanno cercando di spostare – dal punto di vista economico, geografico, di immagine – il riferimento globale di questa egemonia sportiva, mediatica, culturale, di vera e propria affermazione d’identità.
La novità arriva da Neom, la città futurista voluta dal chiacchierato principe ereditario Mohammed bin Salman.
Neom situata nella provincia di Tabuk in prossimità del Mar Rosso è costruita in pieno deserto seguendo criteri da smart city con un investimento da un trilione di dollari.
Neom si dividerà in quattro regioni, differenziate per funzioni e popolazione: Sindalah, Trojena, Oxagon e Line.
Restiamo al calcio: la squadra della nuova città si chiamerà Neom Foot Ball club e avrà sede nella regione di Line: una città verticale e interamente alimentata da energie rinnovabili con rinuncia ai mezzi di trasporto tradizionali.
In quel luogo sarà allocato il club calcistico: nel nulla e arrivato dal nulla.
Un esperimento sociale calcistico nel contesto di un esperimento sociale e territoriale di portata ben più ampia: quasi la realizzazione di un’utopia anticipatrice del “secolo dei lumi”.
In questo senso i sauditi stanno rivoluzionando il calcio, azzerando il corredo simbolico che lo ha caratterizzato là dove tra l’800 e il ‘900 si è sviluppato.
Una vera e propria operazione di “cancel culture”: i sauditi sanno di non poter disporre di questo corredo storico e soprattutto che questo corredo storico è tra le poche cose che non si possono comprare.
Dunque è anche per questo che la nascita del Neon FBC (non a caso la sigla “classica” dell’esportazione del calcio degli inglesi nel mondo magari con l’aggiunta Cricket and Athletic come fu per il Genoa, la squadra “più inglese” d’Europa) va valutata con attenzione: nella città sorta da zero e destinata a diventare da subito una metropoli globale sorge un club privo di passato ma pronto a competere ai massimi livelli sul piano internazionale.
Inoltre il Neom, nella logica della distruzione di tutte le roccaforti della memoria, non giocherà in un solo stadio: saranno costruiti stadi per ogni zona della città e la squadra si sposterà partita per partita facendo in modo che il pubblico non debba dar vita di continuo a esodi di massa.
Scomparirà così il mito delle “curve storiche”: Anfield Road, Old Trafford, la curva “gialla” del Borussia, i “templi” di Wembley, San Siro, Prater.
Insomma: il centro d’attrazione per il calcio internazionale diventerà sempre di più quello dei “capitali della modernità” utilizzati per attrarre e compiere un’operazione culturale e politica di grandissima ambizione.
Sarà possibile? !Quanto vale il nostro passato ben oltre il valore degli investimenti miliardari e della collezione di figurine animate? Il calcio così come è stato vissuto in Europa e in Sud America e poi trasferito nel mondo seguendo e rispettando le tracce di quella storia è destinato agli archivi, alla lettura degli albi d’oro e a una sorta di “fine della storia”?
Interrogativi che valgono molto anche sotto l’aspetto del rapporto di massa che il potere mediatizzato potrà instaurare andando oltre alle identità storiche in un quadro nel quale ci si sta misurando per superare gli antichi equilibri: l’adesione al BRICS dell’Arabia Saudita e insieme dell’Iran, in una contraddizione solo apparente, è segnale di questa ricerca aperta collocata ben oltre la logica dei blocchi .
Il calcio potrebbe rappresentare in questo contesto un veicolo non di secondo livello, tanto più che si trovano assieme Brasile e Arabia Saudita, come si potrebbe dire: il vecchio declinante ormai ridotto al ruolo di esportatore di calciatori e il nuovo che vuol far nascere da zero una idea diversa dello sport che rimane il più popolare.
Per noi che pretendiamo di cimentarci con la storia del calcio non ci resterà, probabilmente, altro che la possibilità di raccontarla come se si trattasse della storia dell’impero romano. Così fu il Real Madrid e non sarà cosa da poco.
Il signor Doveri di Roma colto in un attimo di estrema modernità. Sta ascoltando le disposizioni del VAR: sabato prossimo sarà il primo a rompere quello che il Corriere della Sera ha definito come “il muro della territorialità”.
Stadio di Marassi stracolmo di folla, sole accecante, tutti in attesa dall’altoparlante. Per le formazioni e per il nome dell’arbitro che si teneva segretissimo fino all’ultimo minuto.
Poi alle 14,55, non prima (quando si cominciava alle quindici) la voce dello speaker: la pubblicità (“Da Gabbai non si sbaglia mai” , “Se la squadra del vostro cuore ha perso consolatevi con Stock ’84”) e finalmente “Per favore attenzione, campionato italiano di Divisione Nazionale Serie A, agli ordini del signor Lo Bello di Siracusa le squadre scendono in campo con le seguenti formazioni. Di seguito i nomi, non accadeva come adesso che fosse scandito il nome di battesimo e poi il cognome del coro dei tifosi.
Da sabato prossimo 26 agosto 2023 seconda giornata di campionato non ci sarà più la provenienza dell’arbitro (il suo nome già da molto tempo viene comunicato con largo anticipo): il romano Doveri arbitrerà proprio la Roma nel confronto con il Verona.
Era capitato nel 1977 quando Casarin un veneto trapiantato a Milano aveva diretto un Inter – Milan “storico”, uno 0-0 per l’ultimo confronto diretto tra Mazzola e Rivera, Era stata un’eccezione.
Da ricordare ancora che negli anni’50 arbitravano in Serie A anche arbitri austriaci, francesi, svizzeri e jugoslavi.
Appare evidente che con quarto uomo, VAR e 100 telecamere, arbitri professionisti (nell’epoca a cui ci riferiamo gli arbitri erano rigorosamente dilettanti: proprio Lo Bello era il comandante dei vigili del fuoco di Siracusa (poi deputato DC), Bernardi di Bologna che rappresentò l’Italia ai mondiali brasiliani 1950 era un ingegnere: anche in tempi più moderni Collina di Viareggio esercitava la professione di assicuratore.
Allae prime prove della “moviola” nella Domenica Sportiva (moviolista il celebre Sassi) ci fu la prova di un rigore non dato da Lo Bello al Milan in una gara contro la Lazio.
In studio l’arbitro , Gianni Rivera capo popolo della protesta (anche Rivera poi sarebbe stato eletto alla Camera con la DC) e l’allenatore Rocco: lo scorrere delle immagini dimostrò che i milanisti avevano ragione. Lo Bello si girò e disse “Va bene, e adesso che cosa volete?”.
Per mantenere la memoria prendiamo a caso un esempio nel quale il principio di territorialità era gelosamente conservato.
PRIMA GIORNATA CAMPIONATO 1960 – 61 25 settembre 1960
SERIE A
Atalanta – Inter 1-5 arbitro Adani di Roma
Bari – Roma 0-3 arbitro Jonni di Macerata
Fiorentina – Lecco 4-0 arbitro Di Tonno di Lecce
Lanerossi Vicenza – Napoli 2-3 arbitro Campanati di Milano
Lazio – Bologna 1-3 arbitro Grignani di Milano
Milan – Catania 3-0 arbitro Samani di Trieste
Spal – Padova 1-1 arbitro Butti di Como
Torino – Sampdoria 0-1 arbitro Leita di Udine
Udinese – Juventus 0-1 arbitro Gambarotta di Genova
SERIE B
Como – Catanzaro 1-0 arbitro Varazzani di Parma
Genoa – Marzotto 1-2 arbitro Sebastio di Taranto
Messina – Mantova 3-0 arbitro D’Agostini di Roma
Monza – Alessandria 1-1arbitro Cariani di Roma
Novara – Reggiana 2-0 arbitro Rancher di Roma
Parma – Prato 2-0 arbitro Rebuffo di Milano
Pro Patria – Triestina 3-0 arbitro De Robbio di Torre Annunziata
Sambenedettese – Brescia 1-1 arbitro Ascari di Modena
La vittoria della Liguria Under 19 nello scorso Torneo delle Regioni ha permesso ai nostri portacolori di entrare in lizza per la partecipazione alla prossima Uefa Region’s Cup, la manifestazione europea che permette alle migliori selezioni giovanili di confrontarsi.
Come si legge nel regolamento “In Italia è il Torneo delle Regioni a determinare la selezione partecipante in base alle vincenti nella categoria Juniores: qualora non sia la stessa regione a vincere per due anni di fila si ricorre ad uno spareggio”.
Tutti abbiamo negli occhi la vittoria della Liguria, avvenuta pochi mesi fa, e proprio la nostra regione potrebbe ospitare la manifestazione.
L’input è arrivato direttamente dal presidente della LND, Abete, come confermato dal presidente Giulio Ivaldi nei recenti incontri con le società.
La Liguria potrebbe avanzare la propria candidatura per la final eight, in attesa ovviamente di una valutazione sulle strutture idonee ad ospitare l’evento.
Eventuali approfondimenti saranno portati a termine nel prossimo futuro, in attesa della scelta ufficiale da parte della Uefa.
Preso atto di questa importante notizia e In attesa di questi approfondimenti non possiamo che tornare ai bei tempi andati quando in effetti il torneo Dilettanti dell’UEFA si svolse proprio dalle nostre parti e con una variante mica da poco.
Il mese di maggio del 1964 fu davvero magico e sotto certi aspetti esaltante per il calcio dilettanti italiano e, in particolare, per quello ligure. Si disputò infatti in Liguria la fase finale del Torneo dell’Uefa riservato alle squadre nazionali dilettanti. Di seguito riportiamo per intero il resoconto, così come pubblicato dall’Almanacco del Calcio 1965 redatto da Leone Boccali (l’ultimo compilato dal grande giornalista direttore del “Calcio e Ciclismo illustrato” prima della sua scomparsa). In seguito l’Almanacco fu curato da Luigi Scarambone, fino a trasformarsi nell’attuale “Panini” vera e propria Bibbia per gli appassionati.
Ecco il testo: “Disputato per la prima volta nel 1963, in Inghilterra dov’era stato inquadrato nelle celebrazioni del Centenario della Football Association, il Torneo internazionale dilettanti ha vissuto la sua seconda edizione in Italia (e più precisamente in Liguria) dove ha vinto il titolo la Germania occidentale succedendo nel libro d’oro alla Scozia.
Due squadre italiane hanno partecipato al torneo 1964 essendo stata allestita all’ultimo momento, in seguito alla rinuncia della Grecia anche una “B”. Nessuna delle due formazioni azzurre ha avuto fortuna e la maggior delusione, comunque, è stata provocata dalla “A” che, nel proprio girone, dopo aver esordito vittoriosamente battendo l’Olanda si è fatta superare dall’avversaria maltese dopo di che ha ceduto anche di fronte alla Spagna”.
Due punti di precisazione rispetto al testo contenuto nell’Almanacco:
1) Prima di tutto la squadra maltese rappresentava la vera e propria Nazionale dell’isola che in quel tempo non presentava compagini professionistiche nel proprio campionato;
2) In secondo luogo, e di maggiore importanza, la Nazionale “B” presentata al Torneo dell’UEFA altro non era che la rappresentativa ligure (anzi, pressoché completamente la rappresentativa del nostro girone “A” del campionato di Promozione considerato il pochissimo tempo disponibile al commissario tecnico regionale, l’eterno Pippi Postiglioni coadiuvato dal suo fido massaggiatore Anselmi e dall’allenatore-giocatore del Vado Antonio Caviglia, per mettere insieme una squadra in grado di essere competitiva. L’andamento delle tre partite giocate dimostrò ampiamente il valore dei nostri giocatori che ressero ottimamente il confronto cedendo di misura.
Italia A: Tagliaferri, Bertossi, Di Francesco, Gorla, Bruno, Fontana, Dall’Orto (Brivio), Colondri, Santonico, Moro, Rizzo.
Spagna: Rodriguez, Jemenez, Manuel , Tejada, Alavedra, Domeneck, Lanvadera, Martinez, De Lucas, Moreno, Velasquez.
Arbitro: Baumgartel (Germania Occidentale).
Reti: Martinez al 36’, Santonico al 38’, Velasquez al 43’ del s.t..
Da notare che nell’Italia A era presente un giocatore ligure: Elvio Fontana, mediano della Sestrese successivamente al Como e al Novara.
Girone B
L’Italia B in campo contro la Germania al “Rizzo” di Cairo Montenotte: da sin., in piedi, il c.t. Pippi Postiglioni, Ciotti, Carabba, Pierucci, Altobelli, Monaci, Ramella, Rocca, Pali, Angelini, Caviglia (allenatore); accosciati, Celiberti, Giusto, Ungaro, Seghezza, Papes, Micca, Cazzola, Anselmi (massaggiatore)
Germania Occ. – Francia 2-2, Inghilterra – Italia B 4-2, Francia – Inghilterra 4-3, Germania Occ. – Italia B 3-2, Francia – Italia B 1-0. Germania Occ. – Inghilterra 1-0.
Classifica: Germania Occidentale 5 (quoziente reti 1,5), Francia 5 (quoziente reti 1,4) Inghilterra 2, Italia B 0.
Reti. Monaci al 21’, Figg 26’, Celiberti 31’ p.t;. Harbig 10’, Figg 21’ e 31’ s..t..
L’Italia B parte alla grande e al 21′ passa in vantaggio con Monaci, uomo-gol della cairese in campionato. Dopo 5′ pareggia il centravanti Figg, poi autore di una tripletta, ma Celiberti, mezzala di raffinate qualità e leader dell’Albenga, riporta in vantaggio gli azzurri. Nella ripresa gli inglesi la mettono sul piano fisico e passano tre volte tra il 10′ e il 31′ con Harbig e lo scatenato Figg.
I cinque giocatori della Cairese convocati in Nazionale. Da sinistra in piedi: Altobelli, Monaci, Tullio Pierucci; accosciati Papes e Angelini
Gli azzurrini tengono bene il campo e rischiano di sbarrare il passo alla Germania, che poi vincerà il torneo. In grande evidenza il centravanti Monaci, beniamino della tifoseria cairese, autore del gol del 2-3 che poteva riaprire la partita.
Spettacolare intervento del portiere Angelini nella partita giocata a Cairo Montenotte contro la Germania. Nella foto si notano anche Altobelli (n.2.) e Giusto (n.5)
Gli azzurri di Pippi Postiglioni, battuti di misura dal match con la Francia, escono a testa altissima dal torneo, sopratutto considerato il poco tempo a disposizione per la preparazione a campionati in dirittura d’arrivo. Un bilancio più che positivo per il calcio dilettanti ligure, presente anche nell’Italia A con il sestrese Elvio Fontana. E si rivelerà anche un trampolino per Tullio Pierucci, colonna della Cairese, poi chiamato a far parte della nazionale maggiore contro la Spagna.
Giovedì la Priamar si è ritrovata sul campo, sabato sera invece per la presentazione ufficiale in vista della nuova stagione.
Mister Travi ha potuto iniziare a far gruppo fin da subito, per puntare alla seconda salvezza consecutiva nel campionato di Prima Categoria.
Nel lanciare un grande “in bocca al lupo” alla nostra vecchia Priamar in vista della seconda salvezza consecutiva in prima categoria non possiamo non notare davvero la “differenza dei tempi”. Sopra il gruppo di oggi perfettamente equipaggiato magliette e pantalocini con l’allenatore denominato “Mister” secondo il barbaro uso corrente.
Così di seguito postiamo qualche foto d’epoca dei tempi in cui ci si arrangiava con le maglie, i pantaloncini erano del colore spaiato e in trasferta si andava con la corriera di linea (e in Valbormida si giocava sempre quando c’era la neve o il ghiaccio, chissà perchè i vecchi gattopardi della Federazione (Aime, Pesaro, Borzone) combinavano i calendari in quel modo.
Un’azione di gioco sul terreno ormai abbandonato del vecchio CSI (per la cronaca: Priamar B- Altarese 3-1)
Per l’appunto: quando in Val Bormida si giocava sulla neve: (per la cronaca Olimpia Carcare – Priamar B 4-0)
Alle Traversine: Vado – Priamar B 1-0
Quando l’allenatore non era chiamato “mister”
In questa storica immagine alcuni dei protagonisti dei tre Campionati Primavera” (progenitori della categoria esordienti) organizzati dal CSI Savonese e vinti dalla Priamar per tre stagioni di seguito senza subire sconfitte. Si trattava dei primi campionati a “11” aperti ai ragazzi tra i 12 e i 14 anni che fino a quel momento (stagione 1961 – 62) non potevano essere tesserati per partecipare a campionati regolari. Nella foto: da sinistra, in piedi l’allenatore Franco Astengo, Peo Astengo, Beppe Vivarelli,Vittorio Rodino, Roberto Farulla, Enzo Vallone, Franco Bianchi; accosciati: Aldo Bocca, Eugenio Senesi, Franco Lacota.
27 maggio 1961, per la prima volta la Priamar si reca a disputare una partita fuori dalla provincia di Savona. La meta è Vicoforte. Come recita la didascalia: un trionfo da ricordare con tutto il quartiere al seguito
Il Bologna trionfatore nel Torneo dell’Esposizione di Parigi 1937 sconfiggendo in finale il Chelsea. Da sinistra in piedi: Fedullo, Corsi, Sansone, Andreolo, Gasperi, Fiorini, Montesanto, Reguzzoni, Schiavio, Ceresoli e Busoni
“Il Bologna è uno squadrone che tremare il mondo fa”, cantavano i tifosi felsinei negli anni ’30 e davvero avevano ragione ad evocare quella capacità della loro squadra di imporsi nel lotto internazionale.
Felici anni ’30 per il calcio italiano: la Nazionale 2 volte campione del mondo e vincente anche per l’oro olimpico del torneo di Berlino ’36; in patria lungo dominio della Juventus nel quinquennio 1930-35 ma è stato il Bologna ad imporsi in campo europeo nel 1932 e 1934 con la Coppa Europa (antenata della Coppa dei Campioni, si giocava d’estate perché non c’erano i fari per illuminare eventuali partite infrasettimanali) e nel 1937 nell’importantissima (vedremo perché) Coppa dell’Esposizione Internazionale di Parigi.
COPPA EUROPA 1932 Otto squadre partecipanti tra Italia, Austria, Ungheria e Cecoslovacchia (l’Italia da sola ad affrontare le grandi squadre del valzer danubiano in quel momento protagoniste assolute continuando gli inglesi nel loro splendido isolamento). Partite di andata e ritorno, eliminazione diretta. Quarti di Finale Bologna – Sparta Praga 5-0 e 3-0 First Vienna – Ujpest Budapest 5-3 e 1-1 Juventus – Ferencvaros Budapest 4-0 e 3-3 Slavia Praga – Admira Vienna 3-0 e 1-0 Semifinali Bologna – First Vienna 2-0 e 1-0 Juventus – Slavia Praga 0-4 e 2-0 (sospesa per incidenti) entrambe le squadre furono squalificate dopo che la gara era stata interrotta all’inizio del secondo tempo per un incidente, mai chiarito, al portiere cecoslovacco Planicka. Lo Slavia adducendo violenze subite si ritirò dal campo e la commissione organizzatrice del torneo escluse entrambe le squadre dalla finale. Il Bologna fu così dichiarato vincitore della competizione. Formazione del Bologna: Gianni (il “gatto magico”), Monzeglio, Martelli, Baldi, Montesanto, Bertolotti, Maini, Fedullo, Schiavio, Sansone, Reguzzoni; all. Lelovich
COPPA EUROPA 1934 (16 squadre partecipanti) Ottavi di finale Ferencvaros – Florisdorfer 8-0 e 1-2 Ambrosiana Inter – Kladno 2-3 e 1-1 Bologna – Bocksay 2-0 e 2-1 Slavia Praga – Rapid Vienna 1-3 e 1-1 Admira Vienna – Napoli 0-0 e 2-2 spareggio a Zurigo 5-0 Hungaria – Sparta Praga 2-1 e 1-2 spareggio a Vienna 1-1 Sparta Praga per sorteggio Austria Vienna – Ujpest 1-2 e 1-2 Juventus – Teplitzer 4-2 e 0-1 Quarti di Finale Ferencvaros – Kladno 6-0 e 4-1 Bologna . Rapid Vienna 6-1 e 1-4 Admira Vienna – Sparta Praga 4-0 e 2-3 Ujpest – Juventus 1-3 e 1-1 Semifinali Ferencvaros – Bologna 1-1 e 0 -1 Admira Vienna – Juventus 3-1 e 1-2 Finale Bologna – Admira Vienna 5-1 e 2-3 Formazioni: Bologna: Gianni, Monzeglio, Gasperi, Montesanto, Donati, Corsi, Maini, Sansone, Schiavio, Fedullo, Reguzzoni; all. Kovacs Admira Vienna: Platzer, Pavlicek, Janda, Urbanek, Humenberger, Misthicza, Vogtl, Durkspet, Stoiber, Hahnemman, Vogl all. Skolaut arbitro: Jewell (Inghilterra)
TORNEO DELL’ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE DI PARIGI 1937 Il Torneo dell’Esposizione di Parigi, organizzato dalla Federazione Francese dal 30 maggio al 6 giugno 1937 assunse un’importanza particolare perché per la prima volta in una competizione del genere scese in campo una formazione inglese e precisamente il Chelsea. Si trattò di un avvenimento assolutamente straordinario e il successo del Bologna (come testimonia anche la prima edizione dell’Almanacco del Calcio curato da Leone Boccali nel 1939) fu definito “clamoroso”. Primo turno Bologna – Sochaux 4-1 Austria Vienna – Lipsia 2-0 Slavia Praga – Phoebus Ungheria 2-1 Chelsea – Olympique Marsiglia 1-1 dopo i tempi supplementari, passa il Chelsea per sorteggio
Semifinali Chelsea – Austria Vienna 4-1 Bologna – Slavia Praga 2-0 3°-4° posto Slavia Praga – Austria Vienna 3-0 1°-2° posto Bologna – Chelsea 4-1 Formazione del Bologna: Ceresoli, Montesanto, Gasperi (Pagotto); Corsi, Andreolo, Fiorini; Busoni, Fedullo, Schiavio, Sansone, Reguzzoni; all. Weisz.
Udinese : italiani 2 portieri e Simone Pafundi promessa tutta da mantenere
Quadro completo della Serie A 2023-2024 squadra per squadra per ogni nazionalità presente nella rosa (al momento dell’inizio del campionato con il mercato ancora aperto: su questo punto piena ragione a Sarri, una follia!). la squadra con il minor numero di italiani in rosa è l’Udinese con 3 (due portieri e la giovanissima speranza Pafundi), il maggior numero di nazionalità presenti è dei campioni uscenti del Napoli con 16. Il maggior numero di italiani (14) è del Cagliari del grande saggio Ranieri. Il minor numero di nazionalità è della Juventus con 7. Sono presenti tutti i continenti compreso quello australe con 1 neozelandese (Liberato Cacace difensore dell’Empoli) e 1 australiano (il difensore della Salernitana Daneliuc).
ATALANTA 11 nazionalità
Italia 10; Argentina 1;Olanda 4;Albania 1;Bosnia 1; Francia 1; Belgio 1;Brasile 1;Croazia 1;Nigeria 1;Mali 1
BOLOGNA 15 nazionalità
Italia 5, Polonia 1, Olanda 3, Colombia 1, Grecia 1, Austria 1, Uruguay 1, Svizzera 2, Francia 1, Argentina 1, Marocco 1, Scozia 1, Croazia 1, Finlandia 1, Gambia 1
Italia 5, Francia 5, Danimarca 1, Germania 1, Inghilterra 2, Algeria 1, Bosnia 1, USA 2, Olanda 1, Belgio 1, Nigeria 1, Portogallo 1, Svizzera 1
MONZA 8 nazionalità
Italia 17, Brasile 1, Grecia 1, Spagna 1, Guinea 1, Argentina 1, Croazia 1, Portogallo 1
NAPOLI 16 nazionalità
Italia 6, Brasile 2, Portogallo 1, Uruguay 1, Norvegia 1, Kosovo 1, Svezia 1, Germania 1, Macedonia 1, Slovenia 1, Francia 1, Polonia 1, Georgia 1, Messico , Nigeria 1, Argentina 1
ROMA 12 nazionalità
Italia 9, Portogallo 1, Serbia 2, Turchia 1, Olanda 1, Danimarca 1, Spagna 1, Inghilterra 2, Algeria 1, Polonia 1, Argentina 1, Norvegia 1
SALERNITANA 11 nazionalità
Italia 7, Francia 2, Messico 1, Croazia 1, Tunisia 1, Australia 1, Slovenia 1, Norvegia 2, Mali 1, Senegal 2, Cipro 1
SASSUOLO 9 nazionalità
Italia 11, Croazia 1, Germania 1, Brasile 2, Uruguay 2, Albania 1, Guinea 1, Norvegia 2, Francia 2
TORINO 15 nazionalità
Italia 6, Serbia 3, Romania 1, Costa d’Avorio 2, Svizzera 1, Olanda 1, Kosovo 1, Rep. Ceca 1, Lituania 1, Turchia 1, Polonia 1, Francia 2, Croazia 1, Paraguay 1, Senegal 1
UDINESE 14 nazionalità
Italia 3, Slovenia 2, Irlanda 1, Camerun 1, Olanda 1, Portogallo 2, Belgio 1, Marocco 1, Argentina 1, Zimbawe 1, Francia 2, Brasile 2, Spagna 2, Nigeria
VERONA 15 nazionalità
Italia 10, Argentina 1, Colombia 1, Polonia 1, Scozia 1, Germania 1, Svezia 1, Svizzera 1, Slovenia 1, Camerun 1, Serbia 1, Bosnia 1, Sierra Leone 1, Spagna 1, Belgio 1
Ecco Mazzò con la maglia dell’Ascoli: era un libero spazzatutto, il vero “terzino volante”.
E’ con commozione che annunciamo la perdita di Carletto Mazzone (classe 1937): ne parlava proprio oggi Roberto Baggio in una intervista rilasciata a “Sportweek” definendolo un “uomo vero”.
Le sue idee tattiche erano legate alla tradizione, il libero, la difesa dura e grintosa, il contropiede come arma letale. A questa formula, che è poi ancora oggi la formula della maggior parte degli allenatori italiani, univa la furbizia. Metà anni Novanta, lui guida la Roma che si schiera con il 5-3-2, modulo lanciato da Nevio Scala al Parma e da Osvaldo Bagnoli al Genoa. Poiché i giornalisti romani lo massacravano per un eccesso di difensivismo, lui invertì i numeri e improvvisamente tornò il sereno: “Il mio non è 5-3-2, ma 3-5-2. I due laterali sono all’altezza dei centrocampisti”. Vero o no che fosse, da quel momento, tutti i cronisti cominciarono a scrivere che si trattava di 3-5-2, e ancora oggi ci si comporta così.
Da giocatore soltanto 2 partite nell’amata Roma e poi tante stagioni nell’Ascoli.
Tutti ricordano Mazzone per aver scoperto Totti (che la Roma stava per cedere alla Samp) e arretrato Pirlo nel suo ruolo naturale (in un Brescia con Roberto Baggio e Pep Guardiola) e per la corsa sotto la curva dell’Atalanta per rispondere agli insulti dei tifosi bergamschi.
Invece noi autori del blog lo ricordiamo per un altro episodio.
Domenica 26 aprile 1970 scende al Bacigalupo l’Ascoli di cui Carletto Mazzone è il neo-allenatore pur giocando ancora qualche partita.
La gara tra biancoblu (in maglia bianca) e bianconeri è assolutamente insipida: da fine stagione. Finisce 0-0 senza che Merciai e Capponi risultino particolarmente impegnati.
Rientriamo alla redazione del Secolo XIX, la prima della gestione Bini in piazza Mameli nell’ex-studio dell’avv. Luzzati adesso parte della sede di Confartigianato. Scriviamo quattro o cinque pezzi (Corriere Mercantile, Unità, Paese Sera che aveva chiesto il pezzo trattandosi dell’Ascoli, il commento per il Secolo XIX che all’epoca non usciva al lunedì e quindi non serviva la cronaca e la Voce Adriatica per conto di Enrico Fabbri).
Alle 17 circa tutti i pezzi erano finiti e si comincia a chiedere le Rstampa: la Voce Adriatica tarda. In realtà il collegamento con Ancona arrivò verso le 19,30 e noi due passammo la domenica pomeriggio a giocare alle freccette tirando al bersaglio appeso nell’ufficio. Indimenticabile.
26 APRILE 1970
Savona – Del Duca Ascoli 0-0
Savona: Merciai, Verdi, Pozzi, Mialich, Anzuini, Mavero, Vivarelli, Baveni (Rumignani dal 68′), Dalmonte, Rosso, Zucchini all. Rigamonti (celebre il suo esordio in panchina – Savona – Viareggio 0-0. Tutti aspettavamo il discorso tattico del grande ex-portiere del Torino. Riga aprì bocca e disse: allora il portiere in porta, i terzini sulle ali, lo stopper sul centravanti, il libero dietro tutti. Buona fortuna ragazzi! E uscì dallo spogliatoio per andare a sedersi in panchina)
Ascoli: Capponi, Schicchi, Flamini, Pagani, Pierbattista (un lungagnone di 2 metri), Scichilone (poi al Savona), Oltramari, Desio, Nobili (Viviani dal 77′), Giampaglia, Campanini all.Mazzone ( a rileggerlo adesso l’attacco dell’Ascoli faceva proprio paura ma a Savona quel giorno non funzionò).
arbitro Calì di Roma
LE DUE PARTITE DI MAZZONE NELLA ROMA
2 giugno 1959 Trentareesima giornata Fiorentina – Roma 1-1