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Mese: Maggio 2019
DAL REGNO UNITO AL MONDO: I MARINAI INGLESI “MISSIONARI” DEL CALCIO GLOBALIZZATO
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1904: QUANDO LE “7 SORELLE” FONDARONO LA FIFA E L’INTERNATIONAL BOARD
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ENTELLA, DA CORSO RICCI ALL’OLIMPICO TRA BIANCOBLU’ E BIANCOCELESTI STORIA DI RIVALITA’ E GRANDI SFIDE
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40 ANNI FA CI LASCIAVA GIUAN NASI: SPORTIVO, OPERAIO, PRETE DI STRADA
di LUCIANO ANGELINI e FRANCO ASTENGO
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L’INDUSTRIA DEL PALLONE: 818 TRA TECNICI E STAFF MEDICI NEGLI ORGANICI DELLA SERIE A
a cura di FRANCO ASTENGO
Il calcio, non lo scopriamo oggi, è diventato un grande business, o meglio una vera e propria industria, come si evince dall’edizione 2019 dell’Almanacco Panini, la “bibbia” alla quale si abbeverano diretti protagonisti, addetti ai lavori, tifosi e sportivi, che riporta, nei dati relativi alla Serie A, ben 818 figure dirigenziali, tecniche, sanitarie per le 20 squadre partecipanti, una media di 41 addetti per società.
Numeri impressionanti: 370 sono gli addetti alla parte dirigenziale amministrativa con la punta massima al Bologna con 35 persone nello staff, seguito dal Frosinone con 27; 206 i responsabili tecnici compresi gli allenatori delle squadre primavera e i preparatori atletici: in testa la Juventus con 24 seguita dal Chievo con 14. Il gruppo tecnico numericamente più scarno è quello dell’Empoli con 7 addetti capeggiati dal capo allenatore Iachini. Tra i responsabili tecnici sono da conteggiare anche 17 match analyst della cui opera si avvolgono: Bologna, Cagliari, Fiorentina, Inter (3 addetti), Juventus (3 addetti), Milan, Parma (2 addetti),
Sono 142 gli addetti al settore sanitario, compresi i fisioterapisti per il recupero degli infortunati; in qualche società c’è anche divisione tra il ruolo di massaggiatore e di “recuperatore” di campo. Gli staff medico- sanitari più numerosi fanno capo all’Inter e all’Udinese con 15 professionisti.
Questi dati sono molto indicativi ma forniscono soltanto parzialmente l’idea di quale industria sia diventato il calcio italiano. Forniamo allora qualche dato su questa industria.
Per quanto riguarda il profilo economico e finanziario, il calcio professionistico italiano ha proseguito un importante percorso di miglioramento della propria sostenibilità economica. Tra il 2014-2015 e il 2016-2017, grazie anche agli effetti dei nuovi parametri di controllo economico-finanziario introdotti dalla FIGC e ispirati ai criteri del Financial Fair Play, si è assistito ad un incremento del valore della produzione del 28% (da 2.625 a 3.350 milioni di euro, rispetto ad un incremento di appena il 7% dei costi operativi), con un miglioramento dell’Ebitda del 317% (da 176 a 734 milioni).
Nel 2016-2017 la percentuale di club con un risultato netto negativo è pari al 74%, rispetto all’87% del 2014-2015, con una diminuzione della perdita aggregata da 536 e 156 milioni di euro (-71%) e un rilevante decremento dell’incidenza del costo del lavoro sul valore della produzione (dal 58% al 51%). A livello finanziario si è assistito ad un importante rafforzamento del Patrimonio Netto aggregato (dai 37 milioni di euro del 2014-2015 ai 358 del 2016-2017), mentre l’Equity ratio è passato dall’1% all’8%.
Nel 2016-2017 gli spettatori presenti negli stadi italiani (comprendendo calcio professionistico, coppe europee e Rappresentative Nazionali) ammontano a 15,6 milioni (+4,7% rispetto al 2015-2016). In termini di affluenza media per partita, il dato più alto si registra per la Champions League (39.598), seguita dalla Nazionale A maschile (35.044) e dalla Serie A (21.262).
Il pubblico oggi. In foto la Gradinata Sud di Marassi
Prosegue in particolare il trend di crescita del calcio professionistico (negli ultimi 5 anni si è passati da 12,3 a quasi 14 milioni di spettatori). Il potenziale di ulteriore crescita appare significativo: il riempimento della capienza in Serie A non supera il 54% (40% in Serie B e 30% in Lega Pro). Il numero di posti rimasti invenduti supera i 18 milioni, con un potenziale economico inespresso di circa 292 milioni di euro di ricavi da gare aggiuntivi (in aumento rispetto ai 267 del 2015-2016).
Altro dato di benchmarking internazionale è quello relativo alla costruzione/ristrutturazione di stadi in Europa dal 2007 al 2017: 139, investimento complessivo di 13,7 miliardi di euro. I Paesi con il maggior numero di nuovi stadi inaugurati sono Polonia (26), Germania (16), Turchia (13) e Francia (11), mentre la Nazione con il più alto investimento risulta la Russia (oltre 2,2 miliardi di euro, per la costruzione di 6 nuovi impianti). Il ReportCalcio 2018 analizza inoltre l’impatto in termini di incremento dell’affluenza, derivante dall’inaugurazione di nuovi stadi: l’affluenza cresce in media del 55,9% per impianti con capienza inferiore a 20.000 posti, del 47,7% per quelli compresi tra 20.000 e 40.000 posti e del 44,9% laddove la capienza supera quota 40.000 posti.
Lo stadio Filadelfia al tempo del Grande Torino. Nessuna bandiera o striscione.
In Italia la Serie A invece è risultata essere terza in Italia, stando alle graduatorie di Thomson Reuters, con investimenti pari a quasi 800 milioni di euro (tra l’1 luglio e il 31 agosto): spese maggiori sono state effettuate solo nei settori governativi e finanziari.
Da notare la differenza tra la Serie A e i settori dell’energia e della high technology.
Sono lontani i tempi dei presidenti – mecenati o delle piccole società che campavano sull’allevamento dei giocatori vendendo un pezzo per stagione alle grandi, grazie alla grande competenza di presidenti capaci dalla Provincia di individuare talenti ancora nascosti: sorgono alla memoria Mazza alla Spal, Mocchetti al Legnano, Marmo al Novara, l’ingegner Sacco all’Alessandria.
Altrettanto lontani i tempi degli allenatori ex- giocatori in giro per la provincia ad allenare le squadre cercando di insegnare il calcio che avevano imparato da giovani in gran parte per merito degli avventurosi ungheresi che negli anni ’20 – 30 avevano spezzato il pane della moderna scienza calcistica non solo in Serie A ma anche nelle categorie minori in tutta la Penisola.
I medici sociali erano dei veri appassionati, magari luminari di chiara fama, che esercitvano negli ospedali e nei loro studi e alla domenica andavano al campo ad assistere le squadre, sedendo in panchina quando – appunto – le panchine furono installate (anni ’50: in precedenza tecnici e dirigenti assistevano in un qualche angolo: vi sono foto di Vittorio Pozzo che assiste alla partita accocolato vicino alla porta avversaria). Per quel che riguarda i medici sociali sorgono alla memoria nomi davvero storici: il dott. Quarenghi all’Inter, La Neve alla Juve, il professor Gatto al Genoa, Odaglia e Chiappuzzo alla Sampdoria. Il medico della Nazionale Italo Ferrando era anche il presidente della Federazione Ligure e si sedeva in panchina anche per le partite della nostra Rappresentativa regionale.
Il dott. Ferrando medico della Nazionale e presidente della Federazione Ligure con la nostra squadra rappresentativa regionale alla Stadio Flaminio nella finale della prima edizione del Trofeo Zanetti (Liguria sconfitta dall’Emilia ai calcio di rigore).
Non parliamo dei massaggiatori: qualcuno professionista come Pelizza, Tumela, il celebre Farabullini della Fiorentina; altri paramedici o fisioterapisti o addirittura addetti all’infermeria di grandi fabbriche anch’essi impegnati per pura passione avendo come guiderdone qualche rimborso spese.
In questa occasione, al riguardo degli staff medico – sanitari, un ricordo particolare per i due “storici” medico sociale e massaggiore negli anni ruggenti del Savona Fbc: il dott. Gege Scarpa e il massaggiatore Pietro Molina, per tutti “U Mulina”, indimenticabili figure di galantuomi, di appassionati e di grandi amici.
Concludiamo, proprio per fornire tangibile testimonianza della situazione in atto alcuni profili professionali degli attuali presidenti di Serie A.
Antonio Percassi (Atalanta) : Antonio Percassi, presidente della Dea, vanta un passato da ex calciatore (ha vestito negli anni ’70 proprio la maglia nerazzurra) e dirigente sportivo. Oggi è presidente della holding Odissea Srl, della quale fanno parte, tra le varie, KIKO, Madina, Womo, il club Atalanta e Alitalia. Nel 1976 ha iniziato la sua attività nel settore immobiliare, lavorando per portare all’apertura di negozi Benetton e portando in Italia anche Zara. Il valore delle sue attività è stimato sugli 800 milioni di euro.
Joey Saputo (Bologna) L’imprenditore è di origine canadese ed è attivo nel campo dell’industria casearia e detiene, oltre al Bologna, anche l’Impact de Montreal. È figlio di Emanuele, fondatore della Saputo Incorporated, una delle maggiori industrie del nord America nel campo dei latticini. Nel 2015 la famiglia Saputo è al 289esimo posto della classifica delle persone più ricche al mondo, con un patrimonio di oltre 5 miliardi di dollari.
Tommaso Giulini (Cagliari) Nasce nel 1977, è un imprenditore italiano. Laureato in economia aziendale alla Bocconi, a Milano, ed è presidente della Fluorsid Group, della ICIB Srl, consigliere d’amministrazione della Laminazione Sottile Spa e consigliere d’amministrazione della Fluorsid Spa, società chimica con sede in Sardegna. Dal 2005 al 2013 ha fatto parte del Cda dell’Inter.
Luca Campedelli (Chievo) Luca Campedelli è un imprenditore, vanta il ruolo di maggior azionista dell’azienda dolciaria Paluani ed è inoltre proprietario di alcuni alberghi di Verona.
Enrico Preziosi (Genoa) È fondatore e maggior azionista della Giochi Preziosi, che ha fondato a 30 anni nel garage di casa. Ha la Enrico Preziosi Srl, la società personale che agisce nella Fingiochi spa, holding di famiglia che controlla la Preziosi Group, colosso multinazionale. È proprietario della Gruppo Giochi Preziosi, gruppo che detiene la proprietà della Giochi Preziosi Spa, aziendaleader del mercato italiano nel settore dei giocattoli. È la seconda miglior azienda europea di questo settore, dopo Lego e quarta a livello mondiale dopo Mattel e Hasbro. Dal 2001 Enrico Preziosi ha iniziato a investire in settori come quello alimentare.
Andrea Agnelli (Juventus) È il quarto della famiglia Agnelli a rivestire la carica di presidente del club bianconero. Lui è presidente dell’European Club Association e amministratore di Exor, una delle principali società d’investimenti europee.
Andrea Agnelli ragazzo allo stadio con il nonno, l’avvocato Gianni Agnelli, il più grande industriale nella storia d’Italia che lo ha preceduto nella carica di presidente della Juve
Claudio Lotito (Lazio). Imprenditore italiano, proprietario di due imprese di pulizie, un’agenzia di vigilantes e un’altra di catering che, sul finire della Prima Repubblica, si procuravano gran parte del fatturato aziendale grazie agli appalti degli enti locali e delle società a controllo pubblico.
Aurelio De Laurentiis (Napoli). Produttore cinematografico, titolare della Filmauro, società leader nella produzione e distribuzione cinematografica italiana e internazionale.
James Pallotta (Roma). Nel 1993 apre gli uffici di Tudor Investments a Boston. Ha diretto l’hedge fund Raptor Fund. È uno degli uomini più ricchi di Boston e fa parte della classifica dei 100 uomini più ricchi del mondo, con un fatturato di 7.5 miliardi di dollari annui.
Massimo Ferrero (Sampdoria). E’ un produttore cinematografico e imprenditore italiano. Si è sposato con Laura Sini, ereditiera dell’azienda casearia I Buonatavola Sini, che produce ed esporta i suoi prodotti negli USA. È contitolare di 6 caseifici. Attraverso la Ferrero Cinemas Group gestisce 30 sale cinematografiche nel centro di Roma. In passato ha acquistato la compagnia aerea di voli charter Livingston Energy Flight, la cui licenza di volo è stata sospesa nel 2010 dall’ENAC per insolvenza.
Carlo Rossi (Sassuolo). Al di là del ruolo di presidente, assegnato nel 2003 a Carlo Rossi, un uomo di fiducia di Squinzi, è quest’ultimo il simbolo del Sassuolo. E’ un imprenditore e chimico italiano, amministratore unico di Mapei, azienda fondata dal padre. È anche stato presidente di Confindustria dal 2012 al 2016.
Walter Mattioli (SPAL). Merito dell’exploit calcistico della SPAL è della famiglia Colombarini, che possiede la Vetroresina Spa, società che produce laminati in resina poliestere. La SPAL è divisa a livello di quote: il 90% è possieduto dalla società e il 10% da Walter Mattioli, attuale presidente.
Urbano Cairo (Torino). Imprenditore nel settore dell’editoria, presidente di Cairo Communication e di RCS MediaGroup, di cui è anche amministratore delegato.
Franco Soldati (Udinese). Presidente dell’Udinese, ma uomo dei Pozzo, proprietari del club. Alla guida della società friulana c’è Giampaolo, membro della famiglia fondatrice della Freud (Frese Udinesi), azienda produttrice di utensili industriali per la lavorazione del legno. La famiglia Pozzo è a capo di una holding attiva nella produzione e commercializzazione di utensili industriali con interessi anche in Spagna e Francia. Nel 2008 la famiglia cede la Freud alla Robert Bosch GmbH, leader nel settore.
IL NOSTRO CALCIO
Il calcio, il “nostro” calcio, quello savonese (e non solo), è lungo 127 anni. La prima volta a fine Ottocento, il 1892 per chi ama le date e gli anniversari, con una pattuglia di pionieri in piazza d’Armi nella prima partita che si ricordi. Una lunghissima Storia scritta da migliaia di appassionati in campo e fuori. Il pallone come fascinoso collante, una sorta di pifferaio magico dietro al quale incamminarsi, ciascuno con la propria bandiera e i propri colori, verso appuntamenti sempre più attesi e ambìti.
Il “nostro” calcio è approdato con qualche affanno di troppo al 2019 portando nello zaino dei ricordi un carico di emozioni, intense per alcuni, sbiadite per altri, di esperienze, amicizie, testimonianze vicine e lontane, talvolta perdute e ritrovate, partecipazioni personali, immagini e simboli. In un percorso, non sempre rettilineo, talvolta faticoso e tormentato, con un unico filo conduttore: la passione per il gioco con il pallone.
Ed è il timore di vedere sfumare, come in una dissolvenza, se non disperdere questo patrimonio di uomini e storie di vita, che ha sospinto e rilanciato l’impegno e l’entusiasmo di racchiudere in una raccolta tutto quanto si è raccontato negli anni, in un alternarsi di capitoli dedicati senza distinzioni gerarchiche: squadre e società delle varie categorie, protagonisti e comprimari di vario ordine e grado, personaggi che parevano dispersi nel tempo, aneddoti, risultati, classifiche, statistiche.
Il tutto senza perdere di vista il momento storico, sociale, politico e soprattutto economico che ha caratterizzato il cammino e le trasformazioni di oltre un secolo: gli albori alla fine dell’Ottocento, la crescita della passione tra le due guerre, gli anni della ricostruzione dopo la Liberazione, la solidarietà attraverso le società di mutuo soccorso e l’azione cattolica, il ruolo dei partiti, quelli veri sospinti da ideali, lo sviluppo industriale, il mondo del lavoro. Sempre con il calcio, il “nostro” calcio capace di sostenere un ruolo aggregante nella società, nelle fabbriche (Ilva, Scarpa e Magnano, Monteponi), nel porto, nel mondo del commercio, nella scuola.
Ed ecco perché fare rinascere il “nostro” calcio, se possibile riaccenderne l’interesse e la curiosità, oltre ogni età, per chi c’era e chi ne vuole mantenerne memoria, con la voglia e la passione di raccontarlo dalla “A”, come Armella e Altobelli, alla “Z”, come Zanette. Scelti non a caso. Al cuor e ai colori non si comanda. Una piccola enciclopedia in cui (ri)trovare nonni, papà, fratelli, nipoti, amici, compagni di squadra, avversari, sfide memorabili e partite senza un domani, promozioni e retrocessioni, e poi un fiume di formazioni con un tanti piccoli e grandi protagonisti per un giorno o una stagione comunque meritevoli di essere sottratti all’oblio, dal Savona al Millesimo, dal Gloria, grande settore giovanile esibito con orgoglio sul campetto realizzato sul greto del Letimbro poi spazzato da un’impetuoso piena del torrente, alla Zinolese e poi avanti senza tener conto del palmarès con Libertà e Lavoro, Cairese, Priamar, Fraternitas, Don Bosco, Santa Cecilia, Carcarese, Veloce, Vado, Varazze, Quiliano, Cengio, Altarese, Chimor, Freccero, Alassio, Nolese, Finale, Spotornese e infine l’Albissola dalle (recentissime) scalate impossibili, ora avanti a tutti nell’agone calcistico savonese dagli sbiaditi colori biancoblu.
Il Savona Fbc sempre e comunque come fil rouge. Uno spunto per riaccendere l’attenzione su chi ne ha scritto davvero la Storia, da presidente: Stefano Del Buono e Fausto Gadolla per tutti; da allenatore: Orth, Bertolotto, Levratto, Pelizzari, Manlio Bacigalupo, autori e protagonisti di pagine indelebili; da dirigente: Gaetano Chiarenza, segretario per sempre, Roggero, Marietto Vagnola, Falco, Conti, Delle Piane, Carena, Casella, Saglio, Curti, Petitti, Ronchetti, Casagrande; da giocatore: Bacigalupo (esordio nel 1942 prima di diventare indimenticabile protagonista con il Grande Torino), Pendibene, Martini, Longoni, Borgo, Ciccio Varicelli, Vanara, Pierino Cucchi, Valentino Persenda, Ciglieri, Galindo, Mariani, Ilvo Nadali, Corrado Teneggi, Bruno Ferrero, Osvaldo Verdi, Giuliano Taccola, Marco Fazzi, Piero Natta, Carlo Pozzi, “Pucci” Gittone, Carletto Pietrantoni, Eugenio Fascetti, Glauco Gilardoni, Pierino Prati, Vittorio Panucci, goleador bianco blu, e Christian, figlio d’arte, orgoglio del vivaio della Veloce da cui era partito per diventare il calciatore più blasonato della storia del calcio savonese. Ma l’elenco potrebbe continuare di anno in anno da Elese Menotti, e siamo a fine ‘800, fino alla storia recente con il ricordo di Paolo Ponzo e di Antonio Marcolini il cui addio lascia ancora sgomenti.
Non è, e non vuole essere, il (“nostro”) calcio del come eravamo, ma di come sarebbe bello rinnovarne e rilanciarne il messaggio e l’indirizzo se non nel tortuoso presente almeno in un futuro del ritrovato orgoglio e di una fin qui sopita e sempre più silente passione sportiva. Almeno provarci. E da questo piccolo seme che racchiude storie, persone, esperienze di una Città e di un territorio che si potrebbe (dovrebbe?) trovare l’orgoglio, uno spunto, un’idea, uno stimolo, una voglia di fare e di cambiare, di migliorare, crescere, rinnovare e sollecitare la ricerca della dignità appannata se non perduta.
L’obiettivo è ambizioso, forse velleitario, utopico: il passato non ritorna, ma giova conoscerlo nei successi e negli errori. Lo abbiamo rinnovato e riavviato passo passo partendo dal nostro quartiere, la Centrale, ora un grande centro commerciale tra scarpe e hamburgher, e dall’Oratorio del Sacro Cuore, la meravigliosa enclave sportiva, umana e sociale realizzata dall’indimenticato don Vittorio Dietrich, prete dalle scarpe e dalla tonaca sempre sporchi della terra del “suo” campetto realizzato a colpi di picco e pala tra la Smalteria e la monumentale parrocchia all’epoca guidata dall’arcigno don Pescio.
Una Storia di calcio ma soprattutto di umanità, di gente di sport, ricordiamo la staffetta Del Buono-Speranza alla guida di un Coni vivo e vitale, altri uomini, altro spesso, altra Città, di un mondo affollato di fatti e persone incontrate o solo intraviste attorno e nella cornice di un campo di calcio. Ci sono gli amici del quartiere, i compagni di scuola e di squadra, di viaggio e di avventura. Ricordarli, senza ordine di tempo ma di memoria è facile e complicato, c’è tanto della nostra vita e di personali esperienze in tempi, situazioni e circostanze diverse tra quartiere, oratorio e storie di club: il nostro “Peo”, fratello e allievo amatissimo, il suo compagno di campo e di avventure Carlo (Foglia), Gianluigi (Buccheri), Giuan (Reggiori), Dudi (Pittamiglio), Mariolone (Verzello), (Lello) De Cicco, Giorgio (Vacca), Marcello (Caraccio), Fulvio (Porta), Nicola (poi il dottor Vacca, affermato pneumologo), Nico (Vasconi), Momo (Morasso), Giorgio (Longhi), Bruno (Fanelli), Antonio (Rovere), “Detto” (Storti), i cairesi Tullio (Pierucci), Angelo (Altobelli), Lorenzo (Bonello), Renato (Papes), Pepè (Minuto), Giancarlo (Monaci) e Renato (Papes) e poi l’estroso Ettore Rusticoni, Marietto Oberto, “Pavone” Morando, “Dodo” Grasso, il ”mago” Vadone, gli indimenticati Ghersi e Sergio Sguerso, Enzo Volpi e Agostino Macciò, gli amici di sempre Guido (Lagustena), Mirko (Mellano) e Cesare (Badoino), “Poppi” Procopio, l’indimenticabile Luciano Casarino. Una passerella ideale che meriterebbe di diventare infinitamente più lunga scandagliando nella memoria di incontri, presenze, viaggi, collaborazioni e semplici condivisioni.
Un viaggio ideale sui campi di sfide infinite: da quelle lontane un secolo in piazza d’Armi all’epopea di corso Ricci e fino al “Bacigalupo” in quel di Legino; al vecchio “Rizzo” della gloriosa Cairese del presidente Negro e di Natale Zamboni; alle Traversine di Vado, covo (quasi) inespugnabile dei rossoblu di Camici, Gian Negro, Martinucci, Peluffo, Micca, Gallione, Suraci, Lagasio e Chittolina; alla mitica Valletta San Michele dalle mille sfide di ogni categoria nelle domeniche interminabili dall’alba al tramonto; al “Faraggiana” tana dell’Albissola di Aulo Zuanni e poi di Iannicelli, Furci e Zingariello, e del Santa Cecilia del ragionier Baglietto e di Ninni Gaggero; al fortino del “Pino Ferro” di Varazze tenacemente custodito dai nerazzurri Barbarossa, Busso, indimenticato portiere e sindaco, Lupi, De Logu, Castello, Berto Calamano, Gramegna, Polignano, Foglia. E poi i campi e campetti dei tornei estivi, regno incontrastato di quel genio organizzativo di Nanni De Marco capace di calamitare il meglio del nostro calcio e muovere un popolo di tifosi in ogni angolo della Città e dintorni al seguito delle squadre nate sotto le insegne di bar, società di mutuo soccorso, circoli aziendali, associazioni sportive.
Ma c’è molto di più. Ed anche un viaggio per conoscere e approfondire le mutazioni del giornalismo sportivo (e non solo) tra grandi firme e grandi passioni. Ma anche per ricordare intuizioni e autentiche imprese editoriali, come il caso di Riviera Notte Sport, il settimanale ideato da Marco Sabatelli sulla scia di Savona Sport lanciato dal fratello Marco con Pino Cava e Ivo Pastorino nella Tipografia d’Arte di via alla Villetta. Chi ha avuto l’onore e il piacere di fare parte della squadra di Riviera Notte può parlare a pieno titolo di un formidabile primato nell’informazione, e non solo a livello locale.
Negli anni Sessanta la Tipografia Priamar di piazza Vescovato si rivelò punto di incontro e di sinergica intesa tra giornalisti già con gli speroni (Pino Cava, Ivo Pastorino, Enrico Fabbri, Felice Peluffo, Piero Levratto), giovani reclute spregiudicate (noi due con Angelo Regazzoni, Giancarlo Trincheri, Pieraldo Argo, Ettore Rusticoni, Stefano Delfino, Pierpaolo Cervone), i fotografi Gino Ferrando, Alienda e Salvatore Gallo, e il dirompente Nanni De Marco, all’occorrenza fotografo, cronista, organizzatore di rappresentative di categoria, tornei e inventore del concorso pronostici “Savona Goal”, autentico collante per migliaia di frequentatori di bar e circoli trasformati in sedi di raccolta delle schedine, e del referendum popolare per eleggere “Lo Sportivo dell’Anno”, per anni il più importante appuntamento per celebrare i protagonisti di ogni disciplina dello sport savonese. Una montagna di schede. Tante che a fine di ogni spoglio non bastava un grande sacco per contenerle tutte. Un coinvolgente e aggregante fenomeno di massa.
Il “nostro” calcio, il “nostro” vivere nello sport, era una parte significativa e consistente dell’humus della Città: richiamava, coagulava, sollecitava, promuoveva, sosteneva un movimento fatto di giovani e meno giovani, giocatori, dirigenti e appassionati, un intreccio di interesse e passione, il desiderio di partecipare e testimoniare. A Legino la mamma di Valerio Bacigalupo tagliava il nastro del nuovo stadio intitolato al figlio caduto a Superga. Anni dopo Lelio Speranza, ricevuto il testimone di presidente del Coni da Stefano Del Buono, iniziava la sua battaglia per realizzare a Savona la (prima) piscina coperta a Trento e Trieste stornando da par suo gli indennizzi per i danni di guerra. Ed è doveroso ricordare che l’impianto in cui hanno nuotato migliaia di savonesi e sono cresciuti campioni di nuoto, pallanuoto e nuoto sincronizzato sul finire del 2016 è stato chiuso e abbandonato al degrado dall’amministrazione comunale pochi mesi prima della scomparsa di Lelio Speranza.
C’era un tempo, ahinoi lontano, in cui il cuore di Savona pulsava nelle fabbriche, nelle aziende, in porto, negli uffici, negli studi professionali, nei negozi, nei locali pubblici, nei dopolavori aziendali, nei bar, riuscendo a coinvolgere ogni settore della società civile. “Tutta la Città allo Stadio”, titolava un numero di Riviera Notte. Non un appello, ma un invito. La testimonianza di quel forte e intenso senso di appartenenza purtroppo appassito se non scomparso. E non solo nel calcio.
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ANNI ’60: DA VIANI A RADICE LA STAGIONE D’ORO DEGLI ALLENATORI DI SERIE C
A cura di Luciano Angelini e Franco Astengo
A Oronzo Pugliese a Gipo Viani, da Blason a Radice(poi scudetto con il Torino), a Manlio Bacigalupo (autentico globetrotter da una capo all’altro della Penisola, ma soprattutto indimenticabile guida del Savona nell’anno della promozione in Serie B), Cuscela, Malavasi (“Ringo” per i tifosi biancoblu), “Sandokan” Silvestri, Vycpalek, Mari, Korostelev, Regalia, Quario, l’ex juventino Manente, Puricelli, Radio, Frossi, Varglien, Eliani, Cervato, Furiassi (al Savona dopo Pelizzari), Bernasconi, “Pinella” Baldini, Occhetta, David, Bersellini. Siamo negli anni ’60, stagione d’oro degli allenatori, sia di di lungo corso, i più numerosi, sia per i giovani avviati ad una luminosa carriera, protagonisti di un periodo di grande crescita del calcio italiano, caratterizzata da fioritura di talenti, forte impegno della provincia più profonda con una forte spinta proveniente dal Sud. Per dare testimonianza di quanto accaduto in quel periodo abbiamo pensato di fornire l’elenco completo degli allenatori di tutte le squadre di Serie C che hanno frequentato i campionati compresi tra la stagione 1960 – 61 e quella 69 – 70 (analogo lavoro il nostro blog ha già pubblicato con gli allenatori di Serie A e B).
Al proposito vanno espresse due annotazioni di merito: la Serie C, in quel periodo, risultava suddivisa in 3 gironi interregionali (Nord, Centro, Sud con qualche interscambio) e apparteneva, con la Serie D, alla lega semiprofessionisti. Infatti parecchi degli allenatori che si troveranno citati di seguito, oltre a dirigere le squadre svolgevano anche altre professioni: questo non significava assolutamente una diminutio del livello tecnico della loro capacità di trasmettere l’insegnamento del gioco del calcio anche sul piano del seguire lo sviluppo dell’innovazione sul piano tattico o della preparazione fisica.
Abbiamo già ricordato più volte ma lo ribadiamo anche in questa occasione che quando fu aperto il Centro tecnico federale di Coverciano e si rese necessario laurearsi allenatore in quella sede tra i primi a conseguire il titolo ci furono tre savonesi (per accertarsene basta consultare l’almanacco del calcio del 1961: i corsi furono inaugurati nel 1960): Eliseo Colla, Felice Pelizzari, Natale Zamboni. Tutti e tre, conseguito il titolo, continuarono tranquillamente a svolgere la loro professione: Colla insegnava educazione fisica al Liceo Classico e agli Scolopi, Pelizzari lavorava al Comune di Vado, Zamboni al Comune di Bergeggi continuando a prestare la loro opera presso le rispettive società (in quel momento Pelizzari allenava il Savona proprio in Serie C; Colla alla Veloce e Zamboni con la Cairese sedevano in panchina a livello di Promozione). Del resto anche l’allenatore della Sanremese, Mario Ventimiglia ex-giocatore della Juventus e del Savona, gestiva un rinominato ristorante nella “Città dei Fiori”.
Scorrendo comunque il lungo elenco che segue si troveranno altri nomi famosi di ex – calciatori e ancora qualche giramondo, in particolare ungherese, retaggio della presenza in Italia di antichi maestri del calcio danubiano che per decenni aveva caratterizzato il nostro movimento sia nelle metropoli sia soprattutto in periferia.
Acquapozzillo 69-70 Lenzi
Akragas: 60-61 Rubino 61-62 Torresani 62-63 Bacigalupo 63-64 Bacigalupo 64-65 Torresani 65-66 Mannucci 66-67 Vellutini 67-68 Realini
Alessandria 67-68 all. Pietruzzi d.t. Giorcelli 68-69 Pietruzzi poi Lojacono 69-70 Manente
Alessandria 1968 – 69. Formazione: Moriggi, Bagnasco, Legnaro, Chinellato, Colombo, Daolio, Berta, Lojacono,Tomy, Corbellini, Dori
Anconitana 60-61 Gimona 61-62 Dugini 62-63 Dugini 63-64 Spurio 64-65 Montico 65-66 Montico 66-67 all. Collesi d.t. Travaglini 67-68 all. Collesi d.t. Travaglini 68-69 Gianmarinaro 69-70 David
Arezzo: 60-61 Mannocci 61-62 Caciagli 62-63 Caciagli 63-64 Gimona 64-65 Meucci 65-66 Meucci 67-68 Tognon 68-69 Tognon
Ascoli 60-61 Mezzadri 61-62 Collesi 62-63 Perolli 63-64 Notti 64-65 Notti 65-66 Zavatti 66-67 Zavatti 67-68 Fioravanti 68-69 Malavasi 69-70 Eliani
Asti 68-69 Cuscela
Avellino: 60-61 : Agosto poi Lo Prete 62-63 Marsico 64-65 Giunchi 65-66 Giunchi 66-67 Piacentini 67-68 Rosati 68-69 Piacentini 69-70 Settembrini
Bari 65-66 Lamanna 66-67 Toneatto
Barletta 60-61 Collesi 61-62 Bacigalupo 66-67 Dugini 67-.68 Dugini 68-69 Kaffenig 69-70 Kaffenig
Biellese 60-61 Castello 61-62 Castello 62-63 Varglien 63-64 Rava 64-65 Scaramuzzi 65-66 Castello 66-67 Scaramuzzi 67-68 Scaramuzzi 68-69 Ottino 69-70 Ottino
Bisceglie: 60-61 D’Addato 61-62 D’Addato 62-63 D’Addato 63-64 Alfonso
Brindisi 68-69 Castignani 69-70 Morisco
Bolzano 60-61 Torresani 61-62 Caudio 67-68 Torrseani
Cagliari 60-61 Rigotti 61-62 Silvestri
Carpi 64-65 Corghi 65-66 Giaroli poi Siligardi
Carrarese: 63-64 Bertoloni 64-65 Furiassi 65-66 Bradaschia poi Vinicio Viani 66-67 Grillone 67-68 Grilone
Casale 60-61 Biagi poi Pedroni 61-62 Varglien 62-63 Castelli
Casertana 63-64 Vergazzola 64-65 Olivieri 65-66 Olivieri poi Mari 66-67 Eliani 67-68 Piacentini 68-69 Rosati 69-70 Rosati
Cesena 60-61 Burini 61-62 Poggi poi Trevisan 62-63 Zavatti 63-64 Lucchi 64-65 Lucchi 65-66 Matassoni 66-67 Matassoni 67-68 Meucci
Chieti: 60-61 Bellini 61-62 all.Morgia d.t. Crociani 62-63 Diluzio 63-64 Rosati 64-65 Rosati 65-66 Leonzio 67-68 Costagliola 68-69 Collesi 69-70 Collesi
Città di Castello 67-68 all. Grasselli d.t. Ramaccioni
Como: 63-64 Vinicio Viani 64-65 Vinicio Viani 65-66 Trezzi 66-67 Trezzi 67-68 Viviani
Cosenza: 60-61 Delmorgine 64-65 Rosati 65-66 Montez 66-67 Montez 67-68 Rubino 68-69 Montez 69-70 Castignani
C.R.D.A Monfalcone: 62-63 Cubi 63-64 all. Cubi d.t. Zelesnich 64-65 all. Cubi d.t. Zelesnich 65-66 all. Cergoli d.t. Zelesnich 66-67 all. Valenti d.t. Zelesnich 67-68 all. Lulich d.t. Zelesnich 68-69 Giorgi 69-70 Lulich
Cral Cirio: 60-61 Castaldo
Cremonese: 60 – 61 Mari 61-62 Bellini 62-63 Bellini 63-64 Realini 64-65 Realini 65-66 Zanini 66-67 Ravani 68-69 Bacigalupo
Crotone: 60-61 Lamberti 61-62 Pasinati 62-63 Vaccari 64-65 Zanollo 65-66 Gualtieri 66-67 Zanollo 67-68 Morisco 68-69 Leonzio 69-70 Lamberti
Derthona 69-70 Narducci
Empoli: 61-62 Pandolfini 63-64 Faccenda 64-65 Grillone poi Castaldi 65-66 Castaldi 66-67 Castaldi 67-68 Corsi 68-69 Cervato 69-70 Cervato
Entella 60 – 61: Scarpato 64-65 Poggi 65-66 Poggi 66-67 Bacigalupo 67-68 Vergazzola 68-69 Genta 69-70 Capello
Fanfulla 60- 61 Braga 61-62 Braga 62-63 Braga63-64 Ravani 64-65 Braga
Foggia: 61-62 Pugliese
Foggia 61-62. I satanelli vincono il girone C e risalgono tra i cadetti, punto di partenza per una magnifica scalata in Serie A. Al centro in piedi, irreprensibilmente in grigio, Don Oronzo Pugliese, artefice – principe della scalata e uno dei migliori allenatori italiani di tutti i tempi
Forlì 60-61 Furiassi 61-62 Bentivogli 62-63 Burini 63-64 Zattoni 64-65 Zattoni 68-69 Santarelli
Frosinone 66-67 De Angelis
Grosseto: 61-62 Vianello 62-63 Pison 63-64 Pison 64-65 Dugini
Imolese 69 -70 Fiorentini
Internapoli 67-68 Sentimenti II 68-69 Vinicio 69-70 Seghedoni
Ivrea 61-62 Bussi 62-63 Bussi 63-64 Bussi 64-65 Diotallevi 65-66 Brach
Jesi 65- 66 Varglien 66-67 Bernasconi 67-68 all.Magherini d.t. Bernasconi 68-69 Zavatti
L’Aquila: 60-61 Leonzio 61-62 Leonzio 62-63 Leonzio 63-64 Leonzio 64-65 Collesi 65-66 Collesi 66-67 Fiorini 67-68 Brach 68-69 Furiassi
Latina 69-70 Biti
Lecce: 60-61 Bovoli 61-62 Bovoli 62-63 Giunchi 63-64 Bovoli 64-65 Alfonso 65-66 Vianello 66-67 all. Soffrido d.t. Vianello 67-68 Seghedoni 68-69 Dugini 69-70 Bersellini
Lecco 69-70 Lupi
Legnano: 60-61 Piacentini poi Molina 61-62 Molina 62-63 Lupi 63-64 Braga 64-65 Lupi 65-66 Lupi 66-67 Lupi 67-68 Facchini 68-69 Realini 69-70 Facchini
Livorno 60-61 Silvestri poi Campatelli 61-62 Gimona 62-63 Mazzetti 63-64 Mazzetti
Lucchese 60 – 61 Zavatti 63-64 Roffi 64-65 Zavatti poi Bimbi 65-66 Bimbi 69-70 Tagliasacchi
Maceratese 63-64 Castignani 64-65 Monaldi 65-66 Castignani 66-67 Gianmarinaro 67-68 Capello 68-69 Capello
Marsala 60-61 Di Gennaro poi Orzan 61-62 all. Orzan d.t. Kovacs 62-63 Tofani 63-64 Dugini 64-65 Bacigalupo 68-69 Maluta
Marzotto 61-62 Pison 62-63 Vycpalek 63-64 Vycpalek 64-65 Quario 65-66 Quario 66-67 Quario 67-68 Quario 68-69 Manente 69-70 Menti
Massese 65-66 Genta 66-67 Genta 67-68 Caciagli 68-69 Pinardi 69-70 Meucci
Massiminiana 66-67 Prenna 67-68 Vellutini 68-69 Andreoli 69-70 Prenna
Una rara immagine della Massiminiana: il quarto in piedi da sinistra è “Pietruzzu” Anastasi, farà carriera.
Matera 68-69 68-69 Salar 69-70 Chiricallo
Messina 68-69 Todeschini 69-70 Colomban
Mestrina 60-61 Blason 61-62 Blason 62-63 Blason 63-64 Pedroni 64-65 all.Gianolli d.tl Longhin 65-66 Salar 66-67 Novello 67-68 Mialich
Modena 60-61 Malagoli
Monza 66-67 all.Radice d.t. Busini
Il compianto Gigi Radice ritratto in un giorno di grande felicità: stagione 75-76 il Toro ha vinto lo scudetto. L’ex-milanista aveva iniziato la carriera da allenatore in Serie C in quel di Monza
Nardò 65-66 Morisco 66-67 all.Gianmarco d.t. De Francesco 67-68 Bovoli 68-69 Mancinelli
Novara: 62-63 Senkey 63.64 Delfrati 64-65 all. Giraudo d.t. Molina 68-69 Facchini 69-70 Parola
Olbia 68- 69 Degortes 69-70 Degortes
Padova 69-70 Rosa
Parma 65-66 Corghi
Pavia 67-68 Trezzi
Perugia: 60- 61 Perazzolo poi Mazzetti 61-62 Mazzetti 62-63 Meucci 63-64 Collesi 64-65 Bosi 65-66 Furiassi 66-67 Mazzetti
Pescara 60-61 Bencic 61-62 De Angelis poi Costagliola 62-63 Costagliola 63-64 Piacentini 64-65 Bencic 65-66 Marsico 66-67 Cervato 67-68 Gianmarinaro 68-69 Seghedoni 69-70 Lacorata
Piacenza 60-61 Korostelev 64-65 Meregalli 65-66 Radio 66-67 Puppo 67-68 all. Zavatti d.t. Puppo 68-69 Molina
Pisa: 60- 61 Andreoli 61-62 Andreoli 62-63 Nicolini 63-64 Meucci 64-65 Pinardi
Pistoiese: 60-61 Tagliasacchi 61-62 Acconcia 62-63 Gimona 63-64 Lomi 64-65 Magnini 65-66 Faccenda 66-67 Mari 67-68 Mari 68-69 Pozzan 69-70 Pozzan
Pontedera: 67-68 Diotallevi
Pordenone 60-61 Nay 61-62 Scarpato 62-63 Scarpato 63-64 Varglien
Portocivitanovese: 61-62: Ballacci 62-63 Mazzoni
Potenza: 61-62 Giunchi 62-63 Rubino 68-69 Pin poi Trevisan 69-70 Mannocci
Prato 62-63 Faccenda 64-65 Faccenda 65-66 Viciani 66-67 all. Viciani d.t. Giachetti 67-68 all. Querci d.t. Giachetti 68-69 Ballacci 69-70 Petagna
Pro Patria 66-67 Turconi 67-68 Regalia 68-69 Regalia 69-70 Regalia
Pro Vasto 69-70 Orazi
Pro Vercelli 60-61 Pedroni poi Donna 61-62 Depetrini
Rapallo 62-63 Pessina 63-64 Novelli 65-66 Albertelli 66-67 all. Lamanna d.t. Pessina 67-68 all. Campatelli d.t. Pessina 68-69 Albertelli
Ravenna: 60-61 Depetrini poi Bosi 61-62 Bosi 62-63 Bosi 63-64 Zsengeller 64-65 Viciani 65-66 Realini poi Ganzer 66-67 Ganzer 67-68 all. Fioravanti d.t. Mari 68-69 Giorgis 69-70 Giorgis
Reggiana 62-63 Martini 63-64 Cadè
Reggina 60-61 Sentimenti II 61-62: Sentimenti II poi Morselli e Porcino 62-63 Di Gennaro 63-64 Zavatti 64-65 Maestrelli
Rimini: 60-61 Testolina poi Lucchi 61-62 Lucchi 62-63 Bizzotto 63-64 Bizzotto 64-65 Bizzotto 65-66 Testolina 66-67 Testolina 67-68 Bosi 68-69 Lamanna 69-70 Gardelli
Rimini 69-70: da inistra in piedi Ferrari, lo sfortunato Spadoni, Bolognesi, Garri, Melotti, Iseppi, accosciati. Zengarini, Natali, Macciò, Sarti,Conti
Rizzoli Milano: 62-63 Arienti 63-64 Arienti
Rovereto 69-70 Giavara
Salernitana: 60-61 Di Gennaro 61-62 Di Gennaro 62-63 Pasinati 63.64 Hiden 64-65 Hiden 65-66 Rosati 67-68 Settembrini 68-69 Settembrini poi Magni 69-70 Piacentini
Sambenedettese 63-64 Caciagli 64-65 Castignani poi Eliani 65-66 Eliani 66-67 Valentinuzzi 67-68 Eliani 68-69 Eliani 69-70 Faccenda
Sanremese 60-61 Ventimiglia 61-62 Ventimiglia 62-63 Ventimiglia
Sanvito Benevento: 60-61 : Maluta 61-62 Maluta
Saronno 60-61 Lupi 61-62 Lupi 62-63 Boniforti 63-64 Cortelezzi
Savoia Torre Annunziata 65-66 Blason
Savona 60-61 all. Pelizzari d.t. Zilizy 61-62 Furiassi 62-63 Furiassi 63-64 Furiassi poi Pasinati 64-65 Rosso 65-66 Rosso poi Bacigalupo 67-68 Occhetta poi Baldini 68-69 Baldini poi Rigamonti 69-70 Rigamonti
Felice Pelizzari con il “suo” Savona.laureato a Coverciano continutò ad allenare e a lavorare presso il comune di Vado Ligure. Da sinistra in piedi: da sin.: Ferrero, Nadali, Parodi, Cucchi, Ciglieri, Mariani, Caffaratti, Pellizzari (all.); accosciati, Perseu (mag.), Molina (mass.), Negri, Persenda M., Brancaleoni, Bianco, Doni
Seregno 69-70 Ghioni
Siena 60-61 Pugliese 61-62 Puccinelli 62-63 Bovoli 63-64 Toneatto 64-65 Toneatto 65-66 Toneatto 66-67 Faccenda 67-68 Faccenda 68-69 Faccenda 69-70 Diotallevi
Siracusa: 60-61 Vycpalek poi Ardesi 61-62 Rubino 62-63 Puppo 63-64 Costagliola 64-65 Costagliola 65-66 Mari poi Diotallevi 66-67 Mannucci 67-68 Coscia
Solbiatese: 63-64 Molina 64-65 Molina 65-66 Molina 66-67 Molina 67-68 Molina 68-69 Fattori 69-70 Fattori
Solvay 62-63 Romoli
Sorrento 69-70 Todeschini
Sottomarina 68-69 Bozzato 69-70 Fongaro
Spal 69-70 Gianbattista Fabbri
Spezia 60-61 Ruzic poi Bertoni 61-62 Ruzic poi Salvietti 66-67 all. Malavasi d.t. Scarabello 67-68 all. Malavasi d.t. Scarabello 68-69 all. Zecca d.t. Scarabello 69-70 Malavasi
Spezia 1961-62:In piedi da sinistra : l’All. Salvietti, Corongiu, Incerti, Rosi, G.Currarini, Bronzoni, Di Fraia, Mass. Stretti accosciati da sinistra : Derlin, Campioli, Santoro, Birtig, Zennaro
Taranto: 60-61 Bacigalupo poi Magli 61-62 Capocasale 62-63 Capocasale 63-64 Mari 64-65 Tofani 65-66 Costagliola poi Tofani 66-67 Tofani 67-68 Paradiso 68-69 Biagini
Ternana 64-65 Caciagli 65-66 Caciagli 66-67 Nay 67-68 Viciani
Tevere Roma: 60-61 Boldiszar 61-62 Boldiszar 62-63 Boldiszar 63-64 Fusco 64-65 all. Stucchi d.t. Crociani
Torres 60-61 Galli 61-62 Piacentini 62-63 Piacentini 63-64 Allasio 64-65 Allasio 65-66 Bosi 66-67 Incupi 67-68 Colomban 68-69 Colomban 69-70 Biagini
Trani 62-.63 Alfonso 63-64 Marsico 66-67 Allasio 67-68 Gianmarco
Trapani: 60-61 Dugini 61-62: Prendato 62-63 Remondini 63-64 Soffrido 64-65 Vianello 65-66 Piacentini 66-67 Lodi 67-68 Andreoli 68-69 Lamberti 69-70 Zanollo
Trevigliese 65-66 Dossena 66-67 all. Zibetti d.t. Bussi 67-68 all. Zibetti d.t. Bussi 68-69 Massei 69-70 Massei
Treviso 60-61 Radio poi Petagna 61-62 Petagna 62-63 Salar 63-64 Manente 64-65 Manente 65-66 Manente 66-67 Manente 67-68 Manente 68-69 Radice 69-70 Molina
Triestina 61-62 Radio 65-66 Frossi poi Arcari 66-67 Caciagli 67-68 Radio 68-69 Radio 69-70 Trevisan
Udinese: 64-65 Feruglio 65-66 Comuzzi 66-67 Comuzzi 67-68 all. Pinardi d.t. Bigogno 68-69 all. Comuzzi d.t. Gipo Viani 69-70 Montez
Varese 60-61 Zanollo 61-62 all. Puricelli d.t. Busini 62-63 all: Puricelli d.t. Busini
Venezia 68-69 Quario 69-70 Quario
Verbania 66-67 Bussi 67-68 all. Foglio d.t. Pedroli 68-69 Turconi 69-70 Pedroni
Viareggio: 60-61 Dell’Innocenti 68-69 Bertoloni 69-70 Bertoloni
Vis Pesaro: 60- 61 Zanollo 63-64 Renosto 66-67 Tagliasacchi 67-68 Becchetti 68-69 Becchetti 69-70 Becchetti
Vittorio Veneto 61-62 Salar 62-63 Manente 63-64 all. Trevisan d.t. Colombari 64-65 Trevisan