di FRANCO ASTENGO
Tra il 1927 e il 1943 Genova ebbe due scenari per le partite di Serie A e Serie B: allo stadio di Marassi si affiancò quello che il fascismo aveva denominato come “Stadio del Littorio” a Cornigliano. In realtà gli scenari del grande calcio sotto la Lanterna aveva avuto sede in diversi luoghi (i più importanti oltre a Marassi in funzione dal 1911, la Cajenna doriana che sorgeva laddove adesso ha sede la gradinata Nord del Luigi Ferraris, e Villa Scassi sede della Sampierdarenese) ma in questa occasione faremo risalire la nostra ricerca proprio alla fondazione dello Stadio sito a metà strada tra Cornigliano e Sampierdarena.
Lo Stadio del Littorio sorgeva dove ora s’erge la rimessa degli autobus dell’AMT, attuale Via Giovanni d’Acri e da qui la definizione di “deposito del Tram. Concepito solo per il gioco del calcio, era di modello inglese e poteva contenere al massimo 15.000 spettatori”.
Una delle prime immagini del nuovo stadio di Cornigliano
Fu appositamente costruito durante gli anni della dittatura fascista per la A.C. Dominante ed in seguito fu il terreno di gioco anche di Liguria, Sampierdarenese e Corniglianese. Vi si disputarono 11 campionati di serie A, 5 di serie B ed uno di serie C. Fu il teatro della scalata della Sampierdarenese dalla terza alla massima serie, culminata con la promozione del 1933-34, del miglior piazzamento del Liguria nella Serie A 1938-39 e della promozione dalla serie cadetta del ’40-41.
Danneggiato dagli eventi bellici, fu parzialmente recuperato ed utilizzato come campo di allenamento dalla Sampdoria nei primi anni di attività e sede di gara di squadre minori, in particolare della ricostituite Andrea Doria, che partecipò anche al campionato di IV Serie, e Sampierdarenese 1946, militante in Promozione. Fu intitolato al portiere Valerio Bacigalupo nel 1950, prima di essere demolito nel ’58. Nei mesi estivi era sede di spettacoli operistici.
Un’altra visione dello Stadio durante un’esibizione ginnica della GIL
Andiamo allora per ordine ricostruendo proprio quelle stagioni tra il 1927 e il 1943.
1927-27 luglio: le autorità fasciste impongono la fusione fra Sampierdarenese e Andrea Doria. Nasce l’Associazione Calcio La Dominante con colori sociali nero-verde. Rievochiamo allora la storia di questa fusione imposta.
«Coos-e u dià u Re che l’emmu a-guagno?» (Cosa dirà il re che abbiamo vinto?): si interrogavano così due distinti signori sampierdarenesi uscendo dallo stadio di Cornigliano (dove oggi ha sede il deposito degli autobus) in conclusione della prima giornata del campionato di Serie A ’34-’35.
Era capitato davvero l’imponderabile: la piccola Sampierdarenese, espressione di una cittadina del ponente genovese (era nata da poco la “Grande Genova”), appena risalita dalla serie B, aveva sconfitto 2-1 il Bologna, lo squadrone “che tremare il mondo fa”. Quel Bologna che proprio nell’estate del 1934, in contemporanea con la Nazionale laureatasi campione del Mondo, si era imposto nella coppa Europa.
Per i biancorossoneri aveva segnato una doppietta Comini. Ancor oggi uno striscione blucerchiato appeso ai distinti di Marassi recita: “Segna Comini che il popolo soffre”. Lo stesso Comini (che mi è capitato di conoscere abbastanza bene quando dirigeva il settore giovanile della Sampdoria) che due mesi prima in quel di Bologna aveva marcato la rete del ritorno in Serie A dei “lupi” capaci di sconfiggere il Bari in un decisivo spareggio.
La frase pronunciata dai due signori sportivi, come indice insieme di stupore e di orgoglio, fu ascoltata da Bruno Roghi, il celebre giornalista della “Gazzetta dello Sport”, che ne fece l’incipit del suo articolo riguardante la partita. Quella frase fu così resa del tutto emblematica della reazione di un Davide calcistico che riesce ad atterrare un Golia, ritenuto invincibile.
Quel successo della Sampierdarenese assumeva però anche un altro significato: quello dell’emergere di una piccola ma importante crepa nell’impalcatura costruita dal fascismo per razionalizzare la complessa struttura del calcio italiano.
In quell’opera di razionalizzazione aveva assunto grande importanza alla fine della stagione ’26-’27 una iniziativa di “fusioni” coatte e di assorbimenti tra diverse società. Lo scopo era duplice. Quello di allineare i gruppi dirigenti sportivi alle direttive del fascismo, togliendo di mezzo i riottosi se non quando sovversivi, e costruire, in particolare nelle grandi città, delle società economicamente e organizzativamente molto forti. L’esito dell’operazione doveva essere quello di fornire un pieno supporto alla crescita del movimento sia dal punto di vista della qualità del gioco sia, come ho già avuto occasione di rimarcare, al riguardo dell’acquisizione di prestigio da parte della Nazionale, cui il regime aveva affidato un vero e proprio compito di “ambasciatrice” nel mondo.
Ebbene: a Genova l’operazione “fusione” non riuscì e vale la pena raccontare questa piccola storia.
Al termine della stagione ’26-’27 fu deciso che Sampierdarenese (che giocava a Villa Scassi) e Andrea Doria (che giocava sul terreno della “Cajenna” a Marassi, laddove oggi sorge la gradinata nord dello stadio Luigi Ferraris) dovessero fondersi. Risultava intoccabile il Genoa dei nove scudetti. L’idea era quella di dotare la “Superba” di un’altra squadra fortemente competitiva a livello nazionale.
I dirigenti sampierdarenesi, noti antifascisti che avevano fondato la loro società nel 1911 quando ancora frequentavano le scuole medie, furono brutalmente estromessi e nacque così la “Dominante” dalla maglia nera con bordi verdi. Per ospitare la nuova compagine sorse a tempo di record lo stadio di Cornigliano, molto moderno per l’epoca, che si situava dove adesso ha sede il già citato deposito degli autobus (il muro di cinta è sempre quello).
La nuova squadra fu allestita senza badare a spese ed esordì nella nuova sede col campionato di Divisione Nazionale ’27-’28. Un esordio senza infamia e senza lode, tramutatosi in tragedia nella stagione successiva allorquando la squadra non si qualificò per il nuovo girone unico di Serie A previsto per la stagione ’29-’30.
Il pubblico del Ponente operaio aveva rifiutato la squadra: le scalinate del nuovo stadio (denominato “Littoriale”) erano rimaste deserte e la “Dominante” giocava in un clima del tutto ostile, quasi spettrale. Iniziata in Serie B l’avventura del “girone unico” e mutata la denominazione in Liguria (includendo anche Corniglianese e Rivarolese) la squadra inventata dai fascisti finì con il capitombolare addirittura in Prima Divisione.
A quel punto i gerarchi della XXVI legione di Sampierdarena, non sapendo più che pesci prendere, chiamarono gli antichi dirigenti Cornetto, Riccardi, Pastorino, Lenuzza, Calvi, Lancellotto, Siegris (il gruppo che aveva fondato la Sampierdarenese nel 1911, quando ancora frequentavano le scuole medie), che accettarono di riprendere in mano le sorti della compagine alla condizione che la denominazione tornasse quella storica di Sampierdarenese e la maglia quella bianca con la striscia rosso-nera. Si ricostituì in altro ambito anche l’Andrea Doria, in biancoblù, che ebbe minore fortuna non riuscendo per tutti gli anni ’30 a salire oltre la Serie C.
Rievochiamo quindi nel dettaglio tutti i campionati giocati sul terreno di Cornigliano tra il 1927-28 e il 1943-43.
STAGIONE 1927-28
La Dominante si classifica decima nel campionato di Divisione Nazionale Girone B. La prima gara a Cornigliano registra uno 0-0 avversaria la Roma.
Questo il tabellino della gara.
Genova 2 Ottobre 1927
La Dominante-Roma 0-0
La Dominante: Gallino; Ravasio, Moruzzi; Cambiaso, Locatelli, Cornazzani; Roveda, Poggi, Mandosso, Fontana, Raggio.
Roma: Rapetti; Mattei, Corbjons; Ferraris IV, Degni, Rovida; Ziroli, Fasanelli, Bussich, Cappa, Chini.
Arbitro: Sganzetta di Torino.
STAGIONE 1928-1929
Undicesimo posto nel girone A per i nero – verdi che non si qualificano per il futuro campionato di Serie A. A Cornigliano si disputano 15 partite con 6 vittorie, 4 pareggi, e 5 sconfitte. Il girone è vinto dal Torino che poi perderà lo scudetto nella finale con il Bologna vincente nel girone B.
Questo il tabellino della prima giornata giocata in casa:
Genova 21 Ottobre 1928
La Dominante-Novara 4-2
La Dominante: Losi; Cibrario, Moruzzi; Fontana, Montaldo, Carzino; Grabbi, Rossi, Poggi, Del Ponte, Raggio.
Novara: Galli; Bonenti, Rabaglio; Papa, Meneghetti, Pagliarini; Martinelli, Tessiora, Pazzi, Mariani, Marucco.
Arbitro: Ferro di Milano.
Reti: p.t. Mariani 14′, Fontana (rig) 30′, Moruzzi 35′, s.t. Marucco 8′, Poggi 15′, Del Ponte 35′.
Stagione 1929 – 30
La Dominante inizia in Serie B l’era del girone unico e si piazza al terzo posto in questa classifica finale: Casale 49, Legnano 46. Dominante 42, Fiorentina 40, Pistoiese 40, Verona 39, Venezia 38, Atalanta 37, Bari 36, Novara 36, Monfalcone 35, Parma 32, Lecce 30, Spezia 30, Biellese 25, Reggiana 23, Fiumana 17, Prato 15.
Formazione della Dominante: Chittolina (il vadese cui è oggi intitolato lo stadio di Vado Ligure. Scomparso nel 1947 vittima di un incidente di gioco durante la partita Vado-Altarese), Bellini, Castello, Grabbi, Montaldo, Fontana, Raggio, Gay, Gianelli, Poggi II, Gallina (Cambiaso, Bertolero, Losi, Profumo, Bonzani).
Stagione 1930 – 31
Nuovo cambio di denominazione: La Dominante diventa Liguria perché, sempre su imposizione dall’alto ingloba Corniglianese e Rivarolese. Disastro totale, ultimo posto in Serie B e retrocessione in I Divisione. Come già esposto poco sopra al termine della stagione si torna all’insegna originaria di Sampierdarenese.
Classifica: Fiorentina 46, Bari 46, Palermo 44, Padova 43, Verona 42, Atalanta 41, Cremonese 41, Novara 39, Serenissima Venezia (altro cambio di denominazione imposto dal regime) 36, Pistoiese 35, Spezia 28, Monfalcone 28, Parma 27, Lecce 26, Udinese 25, Lucchese 25, Derthona 21, Liguria 19.
Formazione: Zucca, De Andreis, Righetti, Grabbi, Finelli, Montaldo, Maggio, Narizzano, Fossati, Gianelli, Olmo ( Pissimbono, Alessandri, Bodrato, Nervi, Ciancamerla.
Stagione 1931 – 32
Si torna all’insegna Sampierdarenese e si ritorna subito in Serie B, anche se nel girone di I Divisione i biancorossoneri si piazzano secondi alle spalle del Savona. Poi nelle finali, che impegnano le prime due classificate per ogni girone, i savonesi(avversarie Messina e Spal falliranno l’obiettivo)
Classifica: Savona 42, Sampierdarenese 40, Rapallo 34, Empoli 33, Derthona 32, Andrea Doria 31, Pisa 31, Viareggio 31, Ventimigliese 29, Lucchese 29, Carrarese 27, Rivarolese 26, Sestrese 26, Imperia 23, Acqui 20, Pontedecimo 18.
Formazione della Sampierdarenese: Chittolina, Ciancamerla, Gola, Finelli, Nervi, Gallina, Cambiaso, Bodrato, Fossati, Poggio, Raggio ( Alessandri, Gaviglio).
Una rara immagine con Chittolina tra i pali e i due allenatori Hajos e Carzino
I due derby con il Savona sono giocati all’11° giornata a Cornigliano: 3-1 per la Samp (reti di Cambiaso e doppietta di Nervi, Grassi per il Savona) e alla 26° giornata in Corso Ricci. 4-1 per gli striscioni biancoblu (Fossati per la Samp, Negro, Perlo, Borgo, Caviglione per il Savona). Nel girone finale la Sampierdarenese si impose a Perugia, Pavia e Seregno.
Stagione 1932-33
La Sampierdarenese allenata prima da Hapad Hajois e poi da Ermanno Felsner, entrambi sempre affiancati dall’ex- nazionale Ercole Carzino disputa un buon campionato di assestamento classificandosi all’ottavo posto.
Classifica: Livorno 51, Brescia 50, Modena 38, Spezia 37, Novara 35, Verona 34, Comense 34, Sampierdarenese 33, Vigevano 32, Messina 30, Serenissima Venezia 27, Cremonese 26, Legnano 26, Cagliari 24, Grion Pola 24, Atalanta 23, Pistoiese 20.
Formazione della Sampierdarenese: Chittolina, Ciancamerla, Ronca, Nervi, Bossi, Lancioni, Fossati, Bodrato, Comini, Dossena, Rebolino (Profumo, Gola, Finelli, Poggi, Azimonti, Zanchetta).
19 Novembre 1933: Sampierdarenese-Pavia 4-0. Formazione: Manlio Bacigalupo, Ciancamerla, Rigotti, Lancioni, Bossi, Nervi, Munerati, Gay, Comini, Poggi, Barisone (tre goal di Comini, primo accosciato a sinistra, e un goal di Gay)
Stagione 1933 – 34
La Federazione ha suddiviso la Serie B in due gironi con disputa di un girone finale con partite di andata e ritorno fra le prime tre classifiche nei raggruppamenti. I biancorossoneri sono sempre allenati dal duo Felsner – Carzino
Il Girone A termina con questa classifica: Sampierdarenese 36, Vigevano 33, Pro Patria 30, Novara 28, Messina 27, Viareggio 26, Catanzaro 25, Spezia 25, Seregno 24, Pavia 18, Legnano 16, Cagliari 14, Derthona 9.
Dal Girone B approdano alle finali Bari, Modena e Perugia.
Questi i risultati della Sampierdarenese: Samp – Bari 1-1; Modena – Samp 1-1; Samp – Pro Patria 0-0; Perugia – Samp 0-2, Vigevano – Samp 0-2, Bari – Samp 4-0, Samp – Modena 3-1, Pro Patria – Samp 1-1, Samp – Perugia 2-0, Samp – Vigevano 2-1.
A questo punto si rese necessario uno spareggio tra Sampierdarenese e Bari essendo soltanto uno il posto valido per la promozione.
Si giocò il 24 giugno 1934 a Bologna. Entrambe le squadre arrivarono nella città felsinea provviste di maglie bianche. Allora per evitare confusioni il presidente del Bologna, Renato Dall’Ara, regalò alla Samp la muta di maglie verdi che erano servite ai bolognesi per vincere lo scudetto delle “cinque finali” avversario il Genoa nel 1924 – 25. La muta di maglie verdi portò fortuna anche alla Sampierdarenese.
Tabellino.
Sampierdarenese – Bari 1-0
Rete: Comini al 17’ del p.t. (ancor oggi per ricordare l’avvenimento sui distinti dello stadio di Marassi viene issato uno striscione blucerchiato con la scritta “segna Comini che il popolo soffre).
Arbitro: Scorzoni di Bologna.
Sampierdarenese: Bacigalupo Manlio (fratello di Valerio, futuro allenatore della promozione del Savona in Serie B nel 65 – 66), Ciancamerla. Rigotti, Lancioni, Bossi, Malatesta, Munerati, Gay, Comini, Poggi, Barisone.
Bari: Cubi, Antonelli, Bonometti, Caldarulo, De Caprile, Paradiso, Frossi (il futuro “dottor sottile”), Dentuti, Marchionneschi, Rossini, Ferrero.
Stagione 1934 – 1935
Il ritorno in Serie A coincide con la grande vittoria sul Bologna di cui abbiamo già riferito. E’ il caso però di pubblicare l’intero tabellino.
SAMPIERDARENESE – BOLOGNA 2-1
Reti: Schiavio 24’, Busini 35’, Comini 80’.
Sampierdarenese: Venturini (futuro portiere della Nazionale medaglia d’oro alle Olimpiadi di Berlino del 1936), Ferrero, Rigotti, Lancioni, Avalle, Malatesta, Patri, Busini, Comini, Poggi, Perazzo.
Bologna: Gianni, Monzeglio,Gasperi, Montesanto, Donati, Corsi, Maini, Sansone, Schiavio, Fedullo, Reguzzoni.
Arbitro: Mazzarino di Roma.
Il campionato invece va avanti tra alti e bassi ma alla fine arriva la salvezza con questa classifica finale: Juventus 44, Ambrosiana Inter 42, Fiorentina 39, Roma 35, Lazio 32, Bologna 30, Napoli 29, Alessandria 29, Palermo 29, Milan 27, Triestina 27, Brescia 27, Sampierdarenese 26, Torino 25, Livorno 24, Pro Vercelli 15 (è stato l’ultimo campionato di Serie A per le “bianche casacche” sette volte campioni d’Italia).
Stagione 1935 – 36
Un’altra salvezza strappata con i denti: Felsner è esonerato (i tempi non cambiano) alla diciottesima giornata e sostituito dall’ex terzino genoano Delfo Bellini. Due successi nelle due ultime giornate garantiscono il raggiungimento dell’obiettiivo: vittoria in casa sul Milan per 3-1 e successo esterno a Brescia per 2-1.
Classifica: Bologna 40, Roma 39, Torino 38, Ambrosiana – Inter 36, Juventus 35, Triestina 32, Lazio 30, Milan 28, Napoli 28, Alessandria 28, Genoa 28, Fiorentina 27, Sampierdarenese 27, Bari 25, Palermo 23, Brescia 16.
Formazione: Venturini, Ciancamerla, Bodini, Callegari, Nervi, Malatesta, Cappellini, Busini, Cerutti, Bertini, Allegri (futuro giocatore del Savona e futuro medico. Ci sarà lui al capezzale di Fausto Coppi nel momento drammatico della morte del “Campionissimo” il 2 Gennaio 1960).
Stagione 1936 – 37
Squadra affidata ad un altro ungherese, Istvan Mestzaros, e salvezza raggiunta davvero all’ultimo respiro per un punto sul Novara.
Vale la pena pubblicare il tabellino dell’ultima giornata.
Napoli 16 maggio 1937
Napoli – Sampierdarenese 0-2
Reti: Spivach 2’ e 66’.
Napoli: Mosele, Zanni, Fenoglio, Colombari, Buscaglia, Tricoli, Ferrara II, Ferrara I, Sallustro, Rossetti, Venditto.
Sampiedarenese: Venturini, Bodini, Rigotti, Tortarolo, Battistoni, Malatesta, Bollano, Spivach, Cappellini, Rossi, Biraghi.
Arbitro: Saracini di Ancona.
Classifica finale: Bologna 42, Lazio 39, Torino 38, Milan 36, Juventus 33, Genoa 31, Ambrosiana Inter 31, Lucchese 30, Fiorentina 27, Roma 27, Bari 26, Triestina 24, Napoli 24, Sampierdarenese 22, Novara 21, Alessandria 18.
1936-37: Sampierdarenese-Triestina 0 – 0. Una foto della Sampierdarenese schierata prima dell’incontro. Formazione: Profumo, Bodini, Rigotti, Tortarolo, Valenti, Malatesta, Mascheroni, Cappellini, Bollano, Rossi, Allevi
Stagione 1937 – 38
Si muta denominazione tornando all’insegna Liguria essendo la società entrata nell’orbita dell’Ansaldo. Allenatore viene nominato il grande ex- nazionale Adolfo Baloncieri tecnico raffinato di grande classe. Il miglioramento è evidente.
Classifica: Ambrosiana Inter 41, Juventus 39, Milan 38, Genoa 38, Bologna 37, Triestina 36, Roma 36, Lazio 32, Torino 32, Napoli 28, Liguria 24, Livorno 24, Bari 23, Lucchese 21, Atalanta 16, Fiorentina 15.
La memoria di questo campionato va soprattutto conservata per un episodio particolare. In quel tempo la supremazia cittadina non era mia stata posta in discussione continuando il Genoa a rappresentare uno dei “mostri sacri” del calcio italiano. Il 20 Febbraio 1938 accadde, invece, l’imponderabile: proprio nella sua tana di Marassi il Genoa perse il derby 2-0. Un avvenimento storico da ricordare nel dettaglio.
GENOA – LIGURIA 0-2
Reti: Peretti al 19’, Bollano 77’.
Genoa: Manlio Bacigalupo (un ex), Genta, Vignolini, Villa, Bigogno, Figliola, Arcari III, Morselli, Perazzolo, Scarabello, Marchionneschi.
Liguria: Venturini, Persia, Borelli, Tortarolo, Callegari, Malatesta, Violi, Spinola, Bollano, Spivach, Peretti.
Arbitro: Generoso Dattilo di Roma.
Stagione 1938 – 39
Il miglior campionato giocato in casa sul terreno di Cornigliano. Il Liguria di Adolfo Baloncieri termina addirittura in testa il girone d’andata e alla fine, complice una flessione naturale dovuta anche ad una rosa molto ristretta, chiude al quinto posto alla pari con Roma e Napoli.
Classifica: Bologna 42, Torino 38, Ambrosiana Inter 37, Genoa 35, Roma 31 Liguria 31, Napoli 31, Juventus 29, Milan 28, Lazio 28, Bari 27, Novara 26, Modena 25, Triestina 24, Livorno 24, Lucchese 24.
Formazione: Profumo, Bodini, Piazza, Callegari, Battistoni, Tortarolo, Spinola, Spivach, Bollano, Gabardo, Peretti ( Venturini, Malatesta, Cagna, Zandali).
Stagione 1939 – 40
Le premesse della precedente stagione sono clamorosamente disattese. La squadra viene smantellata con le cessioni di Battistoni e Gabardo addirittura al Genoa. Baloncieri se n’è andato e in panchina si alternano Hirzer (l’antica “gazzella” juventina) e il segretario Colombati. Si arriva così inopinatamente alla retrocessione.
Classifica: Ambrosiana Inter 44, Bologna 41, Juventus 36, Lazio 35, Genoa 33, Torino 33, Roma 29, Milan 28, Novara 27, Venezia 27, Bari 27, Triestina 26, Fiorentina 24, Napoli 24, Liguria 24 (retrocessa per quoziente reti), Modena 22.
Formazione: Profumo, Persia, Piazza, Callegari, Pisano (un italo – uruguayano che durante la guerra si schiererà con la Repubblica di Salò facendo parte delle Brigate Nere e sarà fucilato dai partigiani il 25 Aprile del 1945), Tortarolo, Spinola, Riccardi, Lazzaretti, Stella, Bollano ( Gisberti, Peretti, Bodini).
Stagione 1940 – 41
Ritorna Baloncieri in panchina e la Serie A è riconquistata di slancio al primo tentativo. E’ la grande stagione del neo – promosso Savona che lotta anch’esso per salire nella massima serie (poi ci sarà una storia mai provata di una partita venduta al Modena. I giallo blu alla fine accompagneranno il Liguria in Serie A). Nel frattempo però l’Italia è entrata in guerra e il quadro complessivo è mutato radicalmente: c’è chi va al fronte e capita di giocare sotto i bombardamenti.
Classifica: Liguria 49, Modena 48, Brescia 46, Savona 44, Padova 39, Vicenza 38, Alessandria 33, Siena 33, Reggiana 33, Lucchese 33, Udinese 31, Spezia 30, Fanfulla 30, Pisa 30, Verona 26, Anconitana 25, Maceratese 21, Pro Vercelli 20.
Doverosamente diamo conto nel dettaglio dei due derby Liguria – Savona.
Cornigliano, 26 gennaio 1941
Liguria – Savona 1-1
Reti: Bollano al 36’, Traversa 66’.
Liguria: Profumo, Gattoronchieri, Signoretto, Pastorino, Pisano, Tortarolo, Meroni, Stella, Magni, Zanni, Bollano.
Savona: Martini, Rosso, Morchio, Sandroni, Traversa, Dutto, Piana, Riccardi, Imberti, Tomasi, Ferrara.
Arbitro: Mattea di Torino.
Savona Corso Ricci, 25 Maggio 1941
Savona – Liguria 1-0
Rete: Tomasi 75’.
Savona: Caburi, Rosso, Morchio, Sandroni, Traversa, Pomponi, Piana, Tomasi, Vaschetto, Riccardi, Gianesello.
Liguria. Gisberti, Gattoronchieri, Zanni, Tortarolo, Pisano, Callegari, Meroni, Stella, Magni, Celoria, Bollano.
Arbitro: Bertoglio di Torino.
Stagione 1941 – 42
La situazione bellica appare sempre più drammatica e la vita quotidiana procede tra enormi difficoltà e lutti. Il calcio va avanti e le divisioni maggiori si giocano più o meno regolarmente. Baloncieri allestisce una squadra capace di centrare la salvezza in anticipo, mentre per la prima volta vince il campionato la Roma.
Classifica: Roma 42, Torino 39, Venezia 38 (vincerà la Coppa Italia e alla fine cederà Loik e Mazzola al Torino), Genoa 37, Lazio 37, Juventus 32, Bologna 29, Triestina 29, Fiorentina 27, Milan 27, Liguria 27, Ambrosiana – Inter 26, Atalanta 24, Livorno 24, Napoli 23, Modena 19.
Formazione: Martini (l’ex portiere goleador del Savona), Gattoronchieri, Tabor (morirà sotto le macerie di un bombardamento), Tortarolo, Pisano, Callegari, Coppa, Stella, Castelli, Borrini, Alghisi (Amoretti, Setti, Meroni, Parvis, Venturini).
Il Savona impegnato a Cornigliano
Stagione 1942 – 43
Campionato- calvario. La situazione logistica della Liguria si fa sempre più precaria e le trasferte difficilissime da compiere. In panchina c’è Toni Cargnelli che fa quel che può ma alla fine sarà ultimo posto. Tutto però sarà cancellato dall’immane tragedia del tracollo bellico e dell’invasione nazista fino al 25 Aprile. Quando si prenderà, nel 1945-46, l’epopea dello stadio di Cornigliano sarà conclusa. Sampierdarenese e Andrea Doria giocheranno a Marassi così come la futura Sampdoria, nonostante le lamentele del pubblico del ponente. Lamentele e rimpianti messi nero su bianco da una super – tifosa che si firma “Esmeralda” e che scrive al Calcio Illustrato tutto il suo disappunto “perché la squadra è andata a giocare laggiù lontano oltre San Benigno e quelli (i genoani n.d.r) la fischiano anche quando gioca bene. Rimpianti e nostalgie di un tempo lontano come le nostre cronache di altri tempi.
Classifica: Torino 44 (primo scudetto del ciclo granata che si concluderà tragicamente a Superga), Livorno 43, Juventus 37, Ambrosiana Inter 34, Genoa 33, Bologna 29, Milan 29, Fiorentina 29, Lazio 28, Atalanta 28, Roma 28, Vicenza 25, Triestina 24, Venezia 24, Bari 21, Liguria 21.
Formazione: Venturini, Tortarolo, Parena, Sandroni, Pisano, Renoldi, D’Alconzo, Fiorini, Bonistalli, Silvestrelli, Meroni (Agostini, Tabor, Callegari, Borrini).