STOP DELL’UEFA ALLE AMICHEVOLI E CON LA “NATIONS LEAGUE” RIAFFIORA  LA VECCHIA “COPPA INTERNAZIONALE”

 

Rivoluzione nel mondo del calcio internazionale. L’Uefa abolisce le periodiche “finestre” aperte nel calendario per consentire lo svolgimento di amichevoli per squadre nazionali e istituisce la “Nations League”.

La Uefa Nations League (letteralmente Lega delle nazioni Uefa) sarà un torneo che si svolgerà con cadenza biennale e che vedrà partecipare tutte le squadre nazionali di calcio affiliate alla Confederazione europea. La prima stagione comincerà nel settembre 2018, dopo la Coppa del Mondo Fifa in Russia, e il vincitore sarà decretato nel giugno del 2019. La competizione sostituirà gli incontri amichevoli attualmente presenti nel Calendario delle competizioni internazionali della Fifa. Il campionato, oltre ad assegnare un titolo, servirà ad assegnare alcuni posti al Campionato europeo a partire dall’edizione 2020. La competizione vedrà una squadra campione della Uefa Nations League ogni anno dispari.

Questa notizia ci ha però, con la memoria, condotti indietro nel tempo e precisamente alle fine degli anni ’20 in un momento di grande crescita del calcio internazionale.

Anche in quel tempo, infatti, e in anticipo con la disputa della Coppa del Mondo intitolata al presidente della Fifa Jules Rimet che avrebbe preso il via nel 1930 in Uruguay, fu organizzata una Coppa Internazionale a scadenza periodica molto simile nelle sue modalità di svolgimento a quella promossa dall’Uefa ai nostri giorni ma riservata alle squadre danubiane allora egemoni nel Continente, con l’Italia e la Svizzera.

I quattro membri fondatori della competizione furono Austria, Italia, Cecoslovacchia e Ungheria, vale a dire le federazioni le cui squadre nazionali dominavano al tempo il calcio continentale europeo, il torneo eleggeva la migliore formazione nazionale dell’Europa centrale. A queste squadre si associò anche la Svizzera.

Questa competizione rappresentò in qualche modo la consacrazione delle massime potenze calcistiche europee di allora. Infatti, ad eccezione del Campionato del mondo 1930 in Uruguay, vinto dai padroni di casa, i nomi delle cinque partecipanti al torneo (Svizzera inclusa) erano sempre comparsi sul podio delle più importanti manifestazioni degli anni ’20 e ’30: tornei olimpici e campionati del mondo di calcio.

Il calcio cosiddetto “danubiano”, fondato sul dinamismo dei ruoli e sul possesso di palla, era additato come esempio di stile e di eleganza, mentre quello italiano, forse più utilitaristico, era però destinato a mietere i maggiori allori planetari, laureandosi campione del mondo nel 1934 e nel 1938e campione olimpico nel 1936. All’appello mancavano gli inglesi, che però si ostinavano a non partecipare ad alcuna competizione ufficiale, ad eccezione del tradizionale Home championship che li vedeva contrapposti alle altre nazionali britanniche.

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Budapest 11 Maggio 1930: Ungheria-Italia 0-5. E’ il successo che consacra gli azzurri quali “vedette” del calcio internazionale. Prima dell’inizio Baloncieri stringe la mano all’arbitro tedesco Bauwens guardato a vista dal c.t. Vittorio Pozzo

La prima stagione della coppa si svolse negli anni 1927-1930. La formula, che rimase immutata nelle edizioni successive, prevedeva la disputa di un doppio girone all’italiana: ciascuna delle squadre nazionali si incontrava due volte con le altre, disputando con ciascuna squadra una partita in casa ed una in trasferta. Il calendario degli incontri non era rigidamente prefissato né organizzato in “giornate”, dipendendo piuttosto dalle disponibilità delle varie federazioni ad organizzare ogni singolo match. La vincente di ogni partita totalizzava due punti, mentre il pareggio dava luogo alla spartizione della posta. Risultava vincitrice del trofeo la squadra che al termine del doppio ciclo di incontri possedeva più punti in classifica.

La prima edizione fu vinta dall’Italia, che precedette di un punto l’Austria.

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San Siro, 22 Febbraio 1931. L’Italia supera per la prima volta nella storia l’Austria (2-1, gol di Horvath, Meazza e Orsi)). Ecco in azione “Mumo” Orsi, il violinista juventino autore del goal della vittoria dopo aver fallito un calcio di rigore

In palio per il vincitore c’era una particolare coppa in cristallo di Boemia donata dall’ex primo ministro cecoslovacco Antonin Švehla, per cui nella prima edizione fu nota anche come “Coppa Švehla”. Il primo esemplare del trofeo si ruppe cadendo a terra poco dopo essere stato vinto dagli italiani. Secondo un aneddoto riportato da più fonti pare che Vittorio Pozzo ne conservasse sempre una scheggia in tasca come portafortuna personale.

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Roma 25 Marzo 1928. Primo successo sull’Ungheria 4-3 allo stadio Nazionale. Rosetta si infortuna, non ci sono sostituzioni, va all’ala e al suo posto in difesa retrocede Felice Levratto, giocando una grande partita. Da sinistra in piedi: Levratto, Caligaris, Pietroboni, Bernardini, Ferraris IV, Rosetta, Conti, Rosetti, De Prà; accosciati il massaggiatore Pilotta, ex- campione italiano dei pesi massimi, e Julio Libonatti, Nella foto manca il capitano Adolfo Baloncieri

Il torneo ebbe un enorme successo e ne fu subito organizzata una seconda edizione, disputata nel biennio 1931-1932, nella quale il Wundertema austriaco rese la pariglia all’Italia vincendo il torneo e relegando gli Azzurri al secondo posto.

La terza edizione fu ancora appannaggio dell’Italia, e fu ancora una lotta a due con la forte nazionale d’oltralpe. La nazionale italiana perse con l’Austria a Torino 2-4 nel febbraio del 1934, ma seppe ottenere una decisiva vittoria per 0-2 (doppietta di  Silvio Piola al suo esordio in azzurro) a Vienna tredici mesi dopo.

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Vienna 24 Marzo 1935. L’Italia passa per la prima volta al Prater con doppietta dell’esordiente Silvio Piola. Da sinistra in piedi: Amoretti, Vittorio Pozzo, Porta, Pitto, Orsi, Faccio, Ferrari, Piola, Bertolini, Mascheroni; accosciati. Corsi, Monzeglio, Ceresoli, Guaita e Demaria

Dopo tre partite la serie venne interrotta a causa dell’annessione dell’Austria da parte della Germania nazista. Negli anni successivi, anche a causa delle vicende belliche, il torneo non fu più disputato.

Già pochi mesi dopo la conclusione della guerra i paesi europei che avevano precedentemente animato il torneo si attivarono per rilanciarlo: la nuova edizione, la quinta, venne disputata a partire dal 1948. Le difficoltà dovute agli anni dell’immediato dopoguerra imposero però una scansione eccessivamente dilatata delle partite. Era iniziata la Guerra fredda: Ungheria e Cecoslovacchia andarono incontro a un cambiamento di regime e finirono oltre la Cortina di ferro. Questi avvenimenti estranei al calcio resero estremamente difficile l’organizzazione della competizione. Ci vollero quasi cinque anni per completare il ciclo degli incontri: alla fine prevalse l’Ungheria di Ferenc Puskàs (capocannoniere con dieci reti), che conquistò così il suo unico alloro. La nazionale italiana, reduce dalla tragedia di Superga, non seppe andare oltre il penultimo posto, appena sopra la Svizzera, tradizionale “materasso” del torneo.

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Firenze 22 Maggio 1949. Si è appena compiuta la tragedia di Superga e la nazionale italiana è chiamata ad un duro confronto con l’Austria proprio nell’ambito della Coppa Internazionale. Gli eredi degli invincibili eroi granata si faranno onore superando il Wunderteam per 3-1 (reti di Cappello, Amedei e Boniperti). Nella foto da sinistra in piedi: Carapellese, Boniperti, Cappello, Tognon, Rosetta, Amadei,  Lorenzi; accosciati: Bertucelli, Fattori, Franzosi, Annovazzi

La Coppa Internazionale venne disputata per la sesta e ultima volta sotto l’egida della neonata Uefa, includendovi anche la Jugoslavia. La competizione proseguì per altri sei anni (1955-1960) alla fine dei quali prevalse una Cecoslovacchia in netta ascesa (sarebbe diventata vicecampione del mondo di lì a due anni). L’Italia fu ancora relegata al penultimo posto, migliore soltanto della debole Svizzera.

La coppa disputata in quel periodo fu intitolata alla memoria del dottor Josef Gerö, dirigente della federcalcio austriaca scomparso nel 1954. Questa intitolazione ha fatto sì che alcuni annuari statistici estendessero erroneamente la denominazione “Coppa dr. Gerö” anche alle edizioni disputate nell’anteguerra.

Con il completamento della sesta edizione, nel 1960, la Coppa Internazionale, che ormai aveva perso molto del suo significato ed interesse, venne sostituita da una competizione più organica: il Campiona d’Europa per nazioni, organizzato direttamente dalla federazione continentale.

La Coppa Internazionale aveva rappresentato un vero e proprio banco di prova per le più forti rappresentative continentali e, nel caso del calcio italiano, la “vetrina” per il vero salto di qualità che la nostra Nazionale seppe compiere in quegli anni, durante i quali si registrarono i successi nelle due Coppe del Mondo (Roma: 1934; Parigi: 1938) e nelle Olimpiadi (medaglia d’oro a Berlino 1936, medaglia di bronzo ad Amsterdam 1928).

La prima partita giocata dall’Italia in Coppa Internazionale fu disputata a San Siro il 20 Febbraio 1927. Pareggio con la Cecoslovacchia per 2-2. A segno Libonatti e Baloncieri.

Formazione degli azzurri: De Prà (Genoa), Rosetta (Juventus), Caligaris (Casale), Barbieri (Genoa), Bernardini (Inter), Janni (Torino), Conti (Inter), Baloncieri (Torino), Libonatti (Torino), Rosetti (Torino), Levratto (Genoa).

L’ultima gara fu disputata 33 anni dopo il 10 Dicembre 1960 (per la prima volta sotto i fari dei riflettori, si giocò alle 19) allo stadio San Paolo di Napoli e si trattò di una sconfitta casalinga subita dall’Austria per 2-1.

Formazione: Buffon (Inter), Losi (Roma), Castelletti (Fiorentina), Guarnacci (Roma), Salvadore (Milan), Trapattoni (Milan), Mora (Juventus), Boniperti (Juventus), Brighenti (Sampdoria), Angelillo (Inter), Petris (Fiorentina).

A suggellare il fatto che quella partita segnasse un vero e proprio cambio d’epoca si trattò anche dell’ultima gara in azzurro del grande Giampiero Boniperti.

 

 

DA LEVRATTO A BACIGALUPO DA TACCOLA A GILARDONI QUANTI EX TRA SAVONA E GENOA

 

di FRANCO ASTENGO

Soltanto un’amichevole estiva quella del 31 luglio 2017 tra Savona e Genoa, ma quanti ricordi suscita soltanto l’insegna della partita, l’idea dello scontro tra gli striscioni e il Grifone, quanta storia ci sarebbe da rievocare, quanti ex da una parte e dall’altra sarebbero da citare. Proviamoci ben consci di dimenticarne tanti.

Cominciamo da Felice Levratto partito da Vado, approdato (via Verona) al Genoa nel 1925 e, dopo essere trasmigrato all’Inter e alla Lazio, arrivato a Savona nel 1937 per svolgere la funzione di giocatore-allenatore. “U sciu Felixe”, però, al Savona avrebbe dato il meglio di sé stesso nel dopoguerra: come allenatore, in particolare nei momenti più difficili e come responsabile – a lungo –  del settore giovanile tra la fine degli anni ’50 e la prima parte di quelli ’60, in precedenza alla sua dolorosa, immatura scomparsa avvenuta nel 1968.

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Felice Levratto, leggendario sfondatore di reti, in maglia azzurra: 28 partite in Nazionale A

Si può proseguire con Valerio Bacigalupo che dopo aver esordito in Serie B con il Savona nella stagione 1942-43 giocò con il Genoa il campionato di guerra 1943-44. Alla ripresa, nell’estate del 1945, Stefano Del Buono non confermò il prestito ai Grifoni realizzando il primo dei suoi colpi da maestro nelle tante campagne acquisti-vendite da lui gestite e cedette il virgulto vadese al grande Torino, nelle cui fila Bacigalupo sarebbe poi scomparso nel tragico rogo di Superga.

Da citare un altro Bacigalupo, il fratello maggiore di Valerio (il capo di una vera e propria dinastia di calciatori, si arriverà a contare fino a Bacigalupo V come i Cevenini e i Ferraris, un’unità di meno dei Sentimenti arrivato a VI). Grande portiere anche lui Manlio difese la porta del Genoa per un buon tratto degli anni ’30, a Savona approdò come allenatore nel corso della stagione 1965 -66 (sponda biancoblu, perché in precedenza aveva già allenato anche la Veloce). Si trattò di un grande successo: “U sciu Bacicin” rilevò un Savona ancora alle prese con problemi tecnici, risolse il dualismo Taccola-Fazzi e portò la squadra al trionfo finale della promozione in Serie B. Poi la nuova dirigenza subentrata all’improvvisa e tragica scomparsa di Fausto Gadolla gli preferì Ercole Rabitti per affrontare la cadetteria: ma questa è una storia diversa. Bacigalupo aveva sostituito un altro ex- genoano, Nino Rosso, allenatore dal tratto raffinato sia nel disegnare la squadra, sia nei rapporti umani.

Abbiamo già citato Giuliano Taccola anche lui passato dal biancoblu al rossoblu (in realtà il Genoa aveva rappresentato la sua base di partenza in origine): gran cannoniere il ragazzo di Uliveto Terme era poi approdato alla Roma di Helenio Herrera. Anche per lui però il destino fatale era in agguato, sotto forma di un improvviso malore che lo colse all’aeroporto di Cagliari mentre la squadra giallorossa stava rientrando dalla trasferta giocata al Sant’Elia. Un destino tragico, per una morte mai chiarita.

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Giuliano Taccola

Sarebbero tanti altri i nomi da ricordare: Glauco Gilardoni dal Genoa al Savona nelle stagione 66 – 67 ed autore della più perfetta vendetta dell’ex; Maurizio Ramon Turone dalla splendida carriera iniziata nel Don Bosco di Varazze per poi passare al Genoa, tanta serie A e il Savona nella metà degli anni ’80; il portiere Piani dal Genoa al Savona all’inizio degli anni ’50; cammino inverso per il potente centrale Sergio Ostermann (futuro manager della Olmo) tra le stagioni 1967-68 e 1968-69; l’ungaro-romeno Fuzer dal gran fisico ma poco redditizio sia al Savona sia al Genoa. Da non dimenticare l’allenatore-giocatore Mauro Della Bianchina che fu protagonista di alcune stagioni nella seconda metà degli anni ’80 alla corte della presidenza Grenno.

Di estrazione genoana anche i due cognati Pucci Gittone e Piero Natta, spina dorsale del centrocampo biancoblu nei ruggenti ’60 tra Serie C e Serie B. Esperienza in rossoblu anche per uno dei “mostri sacri” nella storia del Savona Fbc: Gino Vignolo, potente terzino protagonista di tanti campionati nell’immediato dopoguerra, aveva giocato in Serie A nel Genoa durante la stagione 1942-43 sostituendo in alcune occasioni nientemeno che Tojo Sardelli “palla di gomma”.

Ancora agli albori  da citare “Carlitto” Ghigliano, undici stagioni nel Savona, una sola nel Genoa (prima di andare a fondare l’Albenga): ma quell’unica stagione in rossoblu gli valse una presenza in Nazionale. Le commissioni tecniche soffrivano già all’epoca di una certa sudditanza psicologica.

Ci fermiamo a questo punto con l’elenco dei nomi sapendo di averne omesso tantissimi e scusandoci per le imprecisioni avendo lavorato a memoria.

In totale, riferendoci a gare di campionato Genoa a Savona si sono affrontate 16 volte, 3 successi per gli striscioni, 3 pareggi, 10 vittorie per il Genoa; 10 reti segnate dal Savona, 38 dal Genoa.

Di seguito alcuni tabellini storici.

14 dicembre 1914 (prima gara di campionato disputata dal Genoa a Savona)

SAVONA – GENOA 1-1

Reti: Hurny al 41’, Grant 65’.

Savona: Conti, Ghigliano, Capelli, Roggero, Tornero, Sguerso, Roletti, Hurny, Eula, Poggi, Belzuino.

Genoa: Puppo, De Vecchi, Maineri, Pella,Magni, Leale, Mariani, Campodonico, Grant, Della Casa, Walshingam.

Arbitro: Ambrosini di Torino.

Le cronache parlano di incidenti alla fine della gara e addirittura nella leggenda si vociferò di un colpo di pistola indirizzato alla carrozza che stava portando Renzo De Vecchi, il “figlio di Dio”, alla stazione.

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Renzo De Vecchi, “il figlio di Dio”

12 dicembre 1920  (prima vittoria in campionato del Savona sul Genoa)

SAVONA – GENOA 2-1

RETI: 12’ Zorzoli, 50’ Cuttin, 78’ Perlo.

Savona: Falco, Ghigliano, Ciarlo, Perlo, Cuttin, Sabaini, Roggero, Hurny, Veglia, Esposto, Carlevarino.

Genoa: Ricci, Braga, De Vecchi, Barbieri, Bergamino II, Leale, Zorzoli, Della Casa, Sardi, Bergamino I, Mariani.

Arbitro:  Dani.

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Un Savona anni ’20.  In piedi da sinistra: Ciarlo I, Falco, Ghigliano. Al centro: Gaia, Romano, Colombo I; in ginocchio: Roggero, Perlo, Veglio, Esposto, Carlevarino

8 dicembre 1937 (Coppa Italia. Levratto nel Savona gioca una grande partita da ex).

SAVONA – GENOVA 2- 3 (Genova  1893 come da denominazione imposta dal regime)

Reti: 30’ Levratto, 31’ Marchionneschi, 41’ Caviglia, 69’ Figliola, 75’ Servetti.

Savona: Moretti, Testa, Morchio, Astengo, Bianchi, Argenti, Caviglione, Vanara, Levratto, Ricci, Caviglia.

Genova 1893: Manlio Bacigalupo, Agosteo, Genta, Morselli, Bigogno, Figliola, Arcari, Fasanelli, Servetti, Scarabello, Marchionneschi.

Arbitro: Pizziolo di Firenze.

Infine i tabellini della stagione di Serie B 1966 – 67

20 Novembre 1966

SAVONA – GENOA 1-0

Rete: Gilardoni 57’.

Savona: Ferrero, Verdi, Persenda, Ratti, Pozzi, Natta, Prati, Fascetti, Fazzi, Spanio, Gilardoni.

Genoa: Rosin, Caocci, Vanara, Nocentini, Rivara, Derlin, Taccola, Brambilla, Petrini, Locatelli, Gallina.

Arbitro:  Pieroni di Roma.

Spettatori: 19.000.

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Il Savona 1966-67: da sinistra, Persenda, Pozzi, Ferrero, Prati, Fazzi, Gittone, Gilardoni;
accovacciati: il futuro pallanuotista Bortoletto, Verdi in borghese, Spanio, Fascetti, Ratti, Furino

23 Aprile 1967

Genoa – Savona 0-0

Genoa: Grosso, Caocci, Vanara, Colombo, Bassi, Rivara, Taccola, Lodi, Petrini, Locatelli, Gallina.

Savona: Ferrero, Verdi, Persenda, Zoppelletto, Pozzi, Furino, Gittone, Fascetti, Prati, Spanio, Recagni.

Arbitro: Di Tonno di Lecce.

Spettatori: 40.000 con 20mila savonesi che occuparono interamente la Gradinata Sud.

PORTIERE E I DUE TERZINI: TRIO DA RECITARE A MEMORIA NELLA STORIA DEL CALCIO ITALIANO

 

di FRANCO ASTENGO

La dolorosa scomparsa di Giuliano Sarti richiama un altro modo di intendere e descrivere calcio che pensavamo definitivamente sepolto nella nostra memoria.

Giuliano Sarti, infatti, portiere dal temperamento di ghiaccio è stato il protagonista di ben due trii difensivi passati alla storia del calcio italiano: quello della Fiorentina ’55-56, primo scudetto viola sotto la guida di Fuffo Bernardini e di Felice Levratto, composto dallo stesso Sarti naturalmente e dai due terzini Ardico Magnini e Sergio Cervato, e quello della Grande Inter di  Helenio Herrera, celebrato in tutto il mondo a suon di Coppe dei Campioni e di Coppe Intercontinentali così formato: Sarti, Burgnich, Facchetti.

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La Fiorentina campione d’Italia 1955-56. Da sinistra in piedi: il magazziniere, “Pecos Bill” Virgili, Cervato, Julinho, Prini, Gratton, Segato, il dott. Fulvio Bernardini. Accosciati: il celebre massaggiatore Farabullini, Magnini, Chiappella, Orzan, Montuori, Giuliano Sarti

In Nazionale però Sarti ebbe poca fortuna scavalcato da due “mostri sacri” come Albertosi e Zoff. Così in azzurro restarono Burgnich e Facchetti ma il numero uno divenne, grazie all’epopea dei Mondiali del ’70, Albertosi e il trio recitava. Albertosi, Burgnich, Facchetti.

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Giuliano Sarti e Ricky Albertosi ritratti nell’occasione di un Inter – Fiorentina

La storia del trio di difesa però veniva da lontano, dagli anni ’20, quando (i terzini giocavano diversamente disposti in campo con il “metodo”) si impose quello che rimane il trio più celebre, quasi proverbiale: Combi, Rosetta, Caligaris.

I tre juventini (Combi d’origine, Rosetta arrivato dalla Pro Vercelli attraverso il primo caso di calcio mercato per la somma di 50.000 lire, Caligaris dal Casale) furono i protagonisti della cavalcata bianconera del “quinquennio” 1930-1935  ma, per ironia della sorte, non riuscirono  a laurearsi assieme campioni del mondo.

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Il trio difensivo bianconero entrato nella storia: da sinistra Rosetta, Combi, Caligaris

Vittorio Pozzo li aveva infatti giudicati, in vista dei mondiali del ’34 da giocarsi in Italia, ormai anziani e aveva provveduto alla sostituzione di Combi con Ceresoli. Poi il portiere bergamasco si infortunò e Combi fu richiamato in servizio. Rosetta fu utilizzato soltanto nella prima partita eliminatoria , avversari gli USA (travolti 7-1) e Caligaris ridotto al ruolo di portabandiera al momento dell’ingresso in campo nonostante le sue rimostranze e la sua voglia di arrivare a 60 presenze. Pozzo fu inamovibile, negandogli questa possibilità e il rag. Caligaris, che poi morirà d’infarto nel 1940 durante una partita di vecchie glorie, arrestò la sua carriera proprio a 59 maglie azzurre: un record che comunque durò per moltissimo tempo prima di essere scavalcato proprio da un altro terzino sinistro: il già citato Giacinto Facchetti.

Campioni del mondo dunque, per quel che riguarda la difesa, assieme a Combi si laurearono il bolognese Monzeglio (anche lui di origine casalese) e l’interista Allemandi, reduce da una squalifica per “combine” comminatagli quando giocava con la Juventus.

Altro trio da citare naturalmente quello del grande Torino caduto a Superga: Bacigalupo, Ballarin, Maroso. Ci sia permesso ricordare soprattutto “Viri” Maroso, terzino sinistro  di classe purissima, capace di tocchi impensabili e di un dribbling strettissimo in un ruolo così difficile (il più difficile da interpretare nel calcio italiano). Paragonabile a Maroso dal punto di vista della classe pura forse soltanto Paolo Maldini, al Milan per vent’anni nell’epoca dei grandi successi targati prima Sacchi e poi Capello. Per Maldini però non c’è un “trio” da citare perché se il suo opposto di linea, Tassotti, può essere considerato come il componente di una “coppia di ferro” il Milan dell’epoca ha alternato diversi portieri, da Giovanni Galli a Pazzagli, a Sebastiano Rossi e quindi è difficile identificare “tout court” un trio.

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Pro Patria-Torino. Bacigalupo blocca protetto dal fido Ballarin

Torniamo alla Juventus perché nella storia bianco nera c’è stata una rivincita rispetto al mancato mondiale di Combi-Rosetta-Caligaris: nel 1982 infatti toccò a Zoff-Gentile-Cabrini (nella finale Gentile in verità giocò stopper e terzino destro Bergomi, ma non cambia la storia complessiva) conquistare il titolo nello stadio Santiago Bernabeu di Madrid con la squadra italiana guida da Enzo Bearzot e accompagnata dall’esultanza del presidente Pertini.

Ricapitolando: Combi, Rosetta, Caligaris; Bacigalupo, Ballarin, Maroso; Sarti, Magnini, Cervato; Sarti, Burgnich, Facchetti; Albertosi, Burgnich, Facchetti, Zoff, Gentile, Cabrini.

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La Nazionale Italiana campine del mondo ’82. Da sinistra piedi: Zoff, Graziani, Bergomi, Scirea, Collovati, Gentile; accosciati: Bruno Conti, Paolo Rossi, Oriali, Cabrini, Tardelli

Aggiungerei soltanto un tassello: quello riguardante il grande Padova del più sublime catenaccio della storia. Pin, Blason, Scagnellato: un richiamo alla potenza fisica, al gioco d’impeto, ai “poareti” capaci di spaventare le “grandi”, ai pupilli di Nereo Rocco.

E nella storia del Savona FBC ?

Abbiamo esaminato retrospettivamente tante situazioni (Martini, Rosso, Morchio; Pendibene, Vignolo, Varicelli; Castagno, Molinari, Melandri, ecc..) alla fine però abbiamo scelto il trio della prima stagione in Serie C nel nuovo Bacigalupo ’59-60 : Ferrero, Persenda, Caffaratti. Forse, però, siamo stati traviati dalla nostaglia e dall’amicizia passata (sentimenti entrambi molto forti).

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Ferrero e capitan Persenda in azione; sullo sfondo, a destra, Giulio Mariani

QUANDO A CORNIGLIANO SI GIOCAVA NELLO STADIO DEL LITTORIO POI DIVENTATO “DEPOSITO DEL TRAM”

 

di FRANCO ASTENGO

Tra il 1927 e il 1943 Genova ebbe due scenari per le partite di Serie A e Serie B: allo stadio di Marassi si affiancò quello che il fascismo aveva denominato come “Stadio del Littorio” a Cornigliano. In  realtà gli scenari del grande calcio sotto la Lanterna aveva avuto sede in diversi luoghi (i più importanti oltre a Marassi in funzione dal 1911, la Cajenna doriana che sorgeva laddove adesso ha sede la gradinata Nord del Luigi Ferraris, e Villa Scassi sede della Sampierdarenese) ma in questa occasione faremo risalire la nostra ricerca proprio alla fondazione dello Stadio sito a metà strada tra Cornigliano e Sampierdarena.

Lo Stadio del Littorio sorgeva dove ora s’erge la rimessa degli autobus dell’AMT, attuale Via Giovanni d’Acri e da qui la definizione di “deposito del Tram. Concepito solo per il gioco del calcio, era di modello inglese e poteva contenere al massimo 15.000 spettatori”.

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Una delle prime immagini del nuovo stadio di Cornigliano

Fu appositamente costruito durante gli anni della dittatura fascista per la A.C. Dominante ed in seguito fu il terreno di gioco anche di Liguria, Sampierdarenese e Corniglianese. Vi si disputarono 11 campionati di serie A, 5 di serie B ed uno di serie C. Fu il teatro della scalata della Sampierdarenese dalla terza alla massima serie, culminata con la promozione del 1933-34, del miglior piazzamento del Liguria nella Serie A 1938-39 e della promozione dalla serie cadetta del ’40-41.

Danneggiato dagli eventi bellici, fu parzialmente recuperato ed utilizzato come campo di allenamento dalla Sampdoria nei primi anni di attività e sede di gara di squadre minori, in particolare della ricostituite Andrea Doria, che partecipò anche al campionato di IV Serie, e Sampierdarenese 1946, militante in Promozione. Fu intitolato al portiere Valerio Bacigalupo nel  1950, prima di essere demolito nel ’58. Nei mesi estivi era sede di spettacoli operistici.

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Un’altra visione dello Stadio durante un’esibizione ginnica della GIL

Andiamo allora per ordine ricostruendo proprio quelle stagioni tra il 1927 e il 1943.

1927-27 luglio: le autorità fasciste impongono la fusione fra Sampierdarenese e Andrea Doria. Nasce l’Associazione Calcio La Dominante con colori sociali nero-verde. Rievochiamo allora la storia di questa fusione imposta.

«Coos-e u dià u Re che l’emmu a-guagno?» (Cosa dirà il re che abbiamo vinto?): si interrogavano così due distinti signori sampierdarenesi uscendo dallo stadio di Cornigliano (dove oggi ha sede il deposito degli autobus) in conclusione della prima giornata del campionato di Serie A ’34-’35. 

Era capitato davvero l’imponderabile: la piccola Sampierdarenese, espressione di una cittadina del ponente genovese (era nata da poco la “Grande Genova”), appena risalita dalla serie B, aveva sconfitto 2-1 il Bologna, lo squadrone “che tremare il mondo fa”. Quel Bologna che proprio nell’estate del 1934, in contemporanea con la Nazionale laureatasi campione del Mondo, si era imposto nella coppa Europa.

Per i biancorossoneri aveva segnato una doppietta Comini. Ancor oggi uno striscione blucerchiato appeso ai distinti di Marassi recita: “Segna Comini che il popolo soffre”. Lo stesso Comini (che mi è capitato di conoscere abbastanza bene quando dirigeva il settore giovanile della Sampdoria) che due mesi prima in quel di Bologna aveva marcato la rete del ritorno in Serie A dei “lupi” capaci di sconfiggere il Bari in un decisivo spareggio.

La frase pronunciata dai due signori sportivi, come indice insieme di stupore e di orgoglio, fu ascoltata da Bruno Roghi, il celebre giornalista della “Gazzetta dello Sport”, che ne fece l’incipit del suo articolo riguardante la partita. Quella frase fu così resa del tutto emblematica della reazione di un Davide calcistico che riesce ad atterrare un Golia, ritenuto invincibile.

Quel successo della Sampierdarenese assumeva però anche un altro significato: quello dell’emergere di una piccola ma importante crepa nell’impalcatura costruita dal fascismo per  razionalizzare la complessa struttura del calcio italiano.

In quell’opera di razionalizzazione aveva assunto grande importanza alla fine della stagione ’26-’27 una iniziativa di “fusioni” coatte e di assorbimenti tra diverse società. Lo scopo era duplice. Quello di allineare i gruppi dirigenti sportivi alle direttive del fascismo, togliendo di mezzo i riottosi se non quando sovversivi, e costruire, in particolare nelle grandi città, delle società economicamente e organizzativamente molto forti. L’esito dell’operazione doveva essere quello di fornire un pieno supporto alla crescita del movimento sia dal punto di vista della qualità del gioco sia, come ho già avuto occasione di rimarcare, al riguardo dell’acquisizione di prestigio da parte della Nazionale, cui il regime aveva affidato un vero e proprio compito di “ambasciatrice” nel mondo.

Ebbene: a Genova l’operazione “fusione” non riuscì e vale la pena raccontare questa piccola storia.

Al termine della stagione ’26-’27 fu deciso che Sampierdarenese (che giocava a Villa Scassi) e Andrea Doria (che giocava sul terreno della “Cajenna” a Marassi, laddove oggi sorge la gradinata nord dello stadio Luigi Ferraris) dovessero fondersi. Risultava intoccabile il Genoa dei nove scudetti. L’idea era quella di dotare la “Superba” di un’altra squadra fortemente competitiva a livello nazionale.

I dirigenti sampierdarenesi, noti antifascisti che avevano fondato la loro società nel 1911 quando ancora frequentavano le scuole medie, furono brutalmente estromessi e nacque così la “Dominante” dalla maglia nera con bordi verdi.             Per ospitare la nuova compagine sorse a tempo di record lo stadio di Cornigliano, molto moderno per l’epoca, che si situava dove adesso ha sede il già citato deposito degli autobus (il muro di cinta è sempre quello).

La nuova squadra fu allestita senza badare a spese ed esordì nella nuova sede col campionato di Divisione Nazionale ’27-’28. Un esordio senza infamia e senza lode,  tramutatosi in tragedia nella stagione successiva allorquando la squadra non si qualificò per il nuovo girone unico di Serie A previsto per la stagione ’29-’30.

Il pubblico del Ponente operaio aveva rifiutato la squadra: le scalinate del nuovo stadio (denominato “Littoriale”) erano rimaste deserte e la “Dominante” giocava in un clima del tutto ostile, quasi spettrale. Iniziata in Serie B l’avventura del “girone unico” e mutata la denominazione in Liguria (includendo anche Corniglianese e Rivarolese) la squadra inventata dai fascisti finì con il capitombolare addirittura in Prima Divisione.

A quel punto i gerarchi della XXVI legione di Sampierdarena, non sapendo più che pesci prendere, chiamarono gli antichi dirigenti Cornetto, Riccardi, Pastorino, Lenuzza, Calvi, Lancellotto, Siegris (il gruppo che aveva fondato la Sampierdarenese nel 1911, quando ancora frequentavano le scuole medie), che accettarono di riprendere in mano le sorti della compagine alla condizione che la denominazione tornasse quella storica di Sampierdarenese e la maglia quella bianca con la striscia rosso-nera. Si ricostituì in altro ambito anche l’Andrea Doria, in biancoblù, che ebbe minore fortuna non riuscendo per tutti gli anni ’30 a salire oltre la Serie C.

Rievochiamo quindi nel dettaglio tutti i campionati giocati sul terreno di Cornigliano tra il 1927-28 e il 1943-43.

STAGIONE 1927-28

La Dominante si classifica decima nel campionato di Divisione Nazionale Girone B. La prima gara a Cornigliano registra uno 0-0 avversaria la Roma.

Questo il tabellino della gara.

Genova 2 Ottobre 1927

La Dominante-Roma 0-0
La Dominante:
Gallino; Ravasio, Moruzzi; Cambiaso, Locatelli, Cornazzani; Roveda, Poggi, Mandosso, Fontana, Raggio.
Roma:
Rapetti; Mattei, Corbjons; Ferraris IV, Degni, Rovida; Ziroli, Fasanelli, Bussich, Cappa, Chini.
Arbitro:
Sganzetta di Torino.

STAGIONE 1928-1929

Undicesimo posto nel girone A per i nero – verdi che non si qualificano per il futuro campionato di Serie A. A Cornigliano si disputano 15 partite con 6 vittorie, 4 pareggi, e 5 sconfitte. Il girone è vinto dal Torino che poi perderà lo scudetto nella finale con il Bologna vincente nel girone B.

Questo il tabellino della prima giornata giocata in casa:

Genova 21 Ottobre 1928

La Dominante-Novara 4-2
La Dominante:
Losi; Cibrario, Moruzzi; Fontana, Montaldo, Carzino; Grabbi, Rossi, Poggi, Del Ponte, Raggio.
Novara: Galli; Bonenti, Rabaglio; Papa, Meneghetti, Pagliarini; Martinelli, Tessiora, Pazzi, Mariani, Marucco.
Arbitro: Ferro di Milano.
Reti: p.t. Mariani 14′,  Fontana (rig) 30′, Moruzzi 35′, s.t. Marucco 8′, Poggi 15′,  Del Ponte 35′.

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Stagione 1929 – 30

La Dominante inizia in Serie B l’era del girone unico e si piazza al terzo posto in questa classifica finale: Casale 49, Legnano 46. Dominante 42, Fiorentina 40, Pistoiese 40, Verona 39, Venezia 38, Atalanta 37, Bari 36, Novara 36, Monfalcone 35, Parma 32, Lecce 30, Spezia 30, Biellese 25, Reggiana 23, Fiumana 17, Prato 15.

Formazione della Dominante: Chittolina (il vadese cui è oggi intitolato lo stadio di Vado Ligure. Scomparso nel 1947 vittima di un incidente di gioco durante la partita Vado-Altarese), Bellini, Castello, Grabbi, Montaldo, Fontana, Raggio, Gay, Gianelli, Poggi II, Gallina  (Cambiaso, Bertolero, Losi, Profumo, Bonzani).

Stagione 1930 – 31

Nuovo cambio di denominazione: La Dominante diventa Liguria perché, sempre su imposizione dall’alto ingloba Corniglianese e Rivarolese. Disastro totale, ultimo posto in Serie B e retrocessione in I Divisione. Come già esposto poco sopra al termine della stagione si torna all’insegna originaria di Sampierdarenese.

Classifica: Fiorentina 46, Bari 46, Palermo 44, Padova 43, Verona 42, Atalanta 41, Cremonese 41, Novara 39, Serenissima Venezia (altro cambio di denominazione imposto dal regime) 36, Pistoiese 35, Spezia 28, Monfalcone 28, Parma 27, Lecce 26, Udinese 25, Lucchese 25, Derthona 21, Liguria 19.

Formazione: Zucca, De Andreis, Righetti, Grabbi, Finelli, Montaldo, Maggio, Narizzano, Fossati, Gianelli, Olmo ( Pissimbono, Alessandri, Bodrato, Nervi, Ciancamerla.

Stagione 1931 – 32

Si torna all’insegna Sampierdarenese e si ritorna subito in Serie B, anche se nel girone di I Divisione i biancorossoneri si piazzano secondi alle spalle del Savona. Poi nelle finali, che impegnano le prime due classificate per ogni girone, i savonesi(avversarie Messina e Spal falliranno l’obiettivo)

Classifica: Savona 42, Sampierdarenese 40, Rapallo 34, Empoli 33, Derthona 32, Andrea Doria 31, Pisa 31, Viareggio 31, Ventimigliese 29, Lucchese 29, Carrarese 27, Rivarolese 26, Sestrese 26, Imperia 23, Acqui 20, Pontedecimo 18.

Formazione della Sampierdarenese: Chittolina, Ciancamerla, Gola, Finelli, Nervi, Gallina, Cambiaso, Bodrato, Fossati, Poggio, Raggio ( Alessandri, Gaviglio).

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Una rara immagine con Chittolina tra i pali e i due allenatori Hajos e Carzino

I due derby con il Savona sono giocati all’11° giornata a Cornigliano: 3-1 per la Samp (reti di Cambiaso e doppietta di Nervi, Grassi per il Savona)  e alla 26° giornata in Corso Ricci. 4-1 per gli striscioni biancoblu (Fossati per la Samp, Negro, Perlo, Borgo, Caviglione per il Savona). Nel girone finale la Sampierdarenese si impose a Perugia, Pavia e Seregno.

Stagione 1932-33

La Sampierdarenese allenata prima da Hapad Hajois e poi da Ermanno Felsner, entrambi sempre affiancati dall’ex- nazionale Ercole Carzino disputa un buon campionato di assestamento classificandosi all’ottavo posto.

Classifica: Livorno 51, Brescia 50, Modena 38, Spezia 37, Novara 35, Verona 34, Comense 34, Sampierdarenese 33, Vigevano 32, Messina 30, Serenissima Venezia 27, Cremonese 26, Legnano 26, Cagliari 24, Grion Pola 24, Atalanta 23, Pistoiese 20.

Formazione della Sampierdarenese: Chittolina, Ciancamerla, Ronca, Nervi, Bossi, Lancioni, Fossati, Bodrato, Comini, Dossena, Rebolino (Profumo, Gola, Finelli, Poggi, Azimonti, Zanchetta).

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19 Novembre 1933: Sampierdarenese-Pavia 4-0. Formazione: Manlio Bacigalupo, Ciancamerla, Rigotti, Lancioni, Bossi, Nervi, Munerati, Gay, Comini, Poggi, Barisone (tre goal di Comini, primo accosciato a sinistra, e un goal di Gay)

Stagione 1933 – 34

La Federazione ha suddiviso la Serie B in due gironi con disputa di un girone finale con partite di andata e ritorno fra le prime tre classifiche nei raggruppamenti. I biancorossoneri sono sempre allenati dal duo Felsner – Carzino

Il Girone A termina con questa classifica: Sampierdarenese 36, Vigevano 33, Pro Patria 30, Novara 28, Messina 27, Viareggio 26, Catanzaro 25, Spezia 25, Seregno 24, Pavia 18, Legnano 16, Cagliari 14, Derthona 9.

Dal Girone B approdano alle finali Bari, Modena e Perugia.

Questi i risultati della Sampierdarenese: Samp – Bari 1-1; Modena – Samp 1-1; Samp – Pro Patria 0-0; Perugia – Samp 0-2, Vigevano – Samp 0-2, Bari – Samp 4-0, Samp – Modena 3-1, Pro Patria – Samp 1-1, Samp – Perugia 2-0, Samp – Vigevano 2-1.

A questo punto si rese necessario uno spareggio tra Sampierdarenese e Bari essendo soltanto uno il posto valido per la promozione.

Si giocò il 24 giugno 1934 a Bologna. Entrambe le squadre arrivarono nella città felsinea provviste di maglie bianche. Allora per evitare confusioni il presidente del Bologna, Renato Dall’Ara, regalò alla Samp la muta di maglie verdi che erano servite ai bolognesi per vincere lo scudetto delle “cinque finali” avversario il Genoa nel 1924 – 25. La muta di maglie verdi portò fortuna anche alla Sampierdarenese.

Tabellino.

Sampierdarenese – Bari 1-0

Rete: Comini al 17’ del p.t. (ancor oggi per ricordare l’avvenimento sui distinti dello stadio di Marassi viene issato uno striscione blucerchiato con la scritta “segna Comini che il popolo soffre).

Arbitro: Scorzoni di Bologna.

Sampierdarenese: Bacigalupo Manlio (fratello di Valerio, futuro allenatore della promozione del Savona in Serie B nel 65 – 66), Ciancamerla. Rigotti, Lancioni, Bossi, Malatesta, Munerati, Gay, Comini, Poggi, Barisone.

Bari: Cubi, Antonelli, Bonometti, Caldarulo, De Caprile, Paradiso, Frossi (il futuro “dottor sottile”), Dentuti, Marchionneschi, Rossini, Ferrero.

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Stagione 1934 – 1935

Il ritorno in Serie A  coincide con la grande vittoria sul Bologna di cui abbiamo già riferito. E’ il caso però di pubblicare l’intero tabellino.

SAMPIERDARENESE – BOLOGNA 2-1

Reti: Schiavio 24’, Busini 35’, Comini 80’.

Sampierdarenese: Venturini (futuro portiere della Nazionale medaglia d’oro alle Olimpiadi di Berlino del 1936), Ferrero, Rigotti, Lancioni, Avalle, Malatesta, Patri, Busini, Comini, Poggi, Perazzo.

Bologna: Gianni, Monzeglio,Gasperi, Montesanto, Donati, Corsi, Maini, Sansone, Schiavio, Fedullo, Reguzzoni.

Arbitro: Mazzarino di Roma.

Il campionato invece va avanti tra alti e bassi ma alla fine arriva la salvezza con questa classifica finale: Juventus 44, Ambrosiana Inter 42, Fiorentina 39, Roma 35, Lazio 32, Bologna 30, Napoli 29, Alessandria 29, Palermo 29, Milan 27, Triestina 27, Brescia 27, Sampierdarenese 26, Torino 25, Livorno 24, Pro Vercelli 15 (è stato l’ultimo campionato di Serie A per le “bianche casacche” sette volte campioni d’Italia).

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Stagione 1935 – 36

Un’altra salvezza strappata con i denti: Felsner è esonerato (i tempi non cambiano) alla diciottesima giornata e sostituito dall’ex  terzino genoano Delfo Bellini. Due successi nelle due ultime giornate garantiscono il raggiungimento dell’obiettiivo: vittoria in casa sul Milan per 3-1 e successo esterno a Brescia per 2-1.

Classifica: Bologna 40, Roma 39, Torino 38, Ambrosiana – Inter 36, Juventus 35, Triestina 32, Lazio 30, Milan 28, Napoli 28, Alessandria 28, Genoa 28, Fiorentina 27, Sampierdarenese 27, Bari 25, Palermo 23, Brescia 16.

Formazione: Venturini, Ciancamerla, Bodini, Callegari, Nervi, Malatesta, Cappellini, Busini, Cerutti, Bertini, Allegri (futuro giocatore del Savona e futuro medico. Ci sarà lui al capezzale di Fausto Coppi nel momento drammatico della morte del “Campionissimo” il 2 Gennaio 1960).

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Stagione 1936 – 37     

Squadra affidata ad un altro ungherese, Istvan Mestzaros, e salvezza raggiunta davvero all’ultimo respiro per un punto sul Novara.

Vale la pena pubblicare il tabellino dell’ultima giornata.

Napoli 16 maggio 1937

Napoli – Sampierdarenese 0-2

Reti: Spivach 2’ e 66’.

Napoli: Mosele, Zanni, Fenoglio, Colombari, Buscaglia, Tricoli, Ferrara II, Ferrara I, Sallustro, Rossetti, Venditto.

Sampiedarenese: Venturini, Bodini, Rigotti, Tortarolo, Battistoni, Malatesta, Bollano, Spivach, Cappellini, Rossi, Biraghi.

Arbitro: Saracini di Ancona.

Classifica finale: Bologna 42, Lazio 39, Torino 38, Milan 36, Juventus 33, Genoa 31, Ambrosiana Inter 31, Lucchese 30, Fiorentina 27, Roma 27, Bari 26, Triestina 24, Napoli 24, Sampierdarenese 22, Novara 21, Alessandria 18.

1936-37: Sampierdarenese-Triestina 0 – 0. Una foto della Sampierdarenese schierata prima dell’incontro. Formazione: Profumo, Bodini, Rigotti, Tortarolo, Valenti, Malatesta, Mascheroni, Cappellini, Bollano, Rossi, Allevi

Stagione 1937 – 38

Si muta denominazione tornando all’insegna Liguria essendo la società entrata nell’orbita dell’Ansaldo. Allenatore viene nominato il grande ex- nazionale Adolfo Baloncieri tecnico raffinato di grande classe. Il miglioramento è evidente.

Classifica: Ambrosiana Inter 41, Juventus 39, Milan 38, Genoa 38, Bologna 37, Triestina 36, Roma 36, Lazio 32, Torino 32, Napoli 28, Liguria 24, Livorno 24, Bari 23, Lucchese 21, Atalanta 16, Fiorentina 15.

La memoria di questo campionato va soprattutto conservata per un episodio particolare. In quel tempo la supremazia cittadina non era mia stata posta in discussione continuando il Genoa a rappresentare uno dei “mostri sacri” del calcio italiano. Il 20 Febbraio 1938 accadde, invece, l’imponderabile: proprio nella sua tana di Marassi il Genoa perse il derby 2-0. Un avvenimento storico da ricordare nel dettaglio.

GENOA – LIGURIA 0-2

Reti: Peretti al 19’, Bollano 77’.

Genoa: Manlio Bacigalupo (un ex), Genta, Vignolini, Villa, Bigogno, Figliola, Arcari III, Morselli, Perazzolo, Scarabello, Marchionneschi.

Liguria: Venturini, Persia, Borelli, Tortarolo, Callegari, Malatesta, Violi, Spinola, Bollano, Spivach, Peretti.

Arbitro: Generoso Dattilo di Roma.

Stagione 1938 – 39

Il miglior campionato giocato in casa sul terreno di Cornigliano. Il Liguria di Adolfo Baloncieri termina addirittura in testa il girone d’andata e alla fine, complice una flessione naturale dovuta anche ad una rosa molto ristretta, chiude al quinto posto alla pari con Roma e Napoli.

Classifica: Bologna 42, Torino 38, Ambrosiana Inter 37, Genoa 35, Roma 31 Liguria 31, Napoli 31, Juventus 29, Milan 28, Lazio 28, Bari 27, Novara 26, Modena 25, Triestina 24, Livorno 24, Lucchese 24.

Formazione: Profumo, Bodini, Piazza, Callegari, Battistoni, Tortarolo, Spinola, Spivach, Bollano, Gabardo, Peretti ( Venturini, Malatesta, Cagna, Zandali).

Stagione 1939 – 40

Le premesse della precedente stagione sono clamorosamente disattese. La squadra viene smantellata con le cessioni di Battistoni e Gabardo addirittura al Genoa. Baloncieri se n’è andato e in panchina si alternano Hirzer (l’antica “gazzella” juventina) e il segretario Colombati. Si arriva così inopinatamente alla retrocessione.

Classifica: Ambrosiana Inter 44, Bologna 41, Juventus 36, Lazio 35, Genoa 33, Torino 33, Roma 29, Milan 28, Novara 27, Venezia 27, Bari 27, Triestina 26, Fiorentina 24, Napoli 24, Liguria 24 (retrocessa per quoziente reti), Modena 22.

Formazione: Profumo, Persia, Piazza, Callegari, Pisano (un italo – uruguayano che durante la guerra si schiererà con la Repubblica di Salò facendo parte delle Brigate Nere e sarà fucilato dai partigiani il 25 Aprile del 1945), Tortarolo, Spinola, Riccardi, Lazzaretti, Stella, Bollano ( Gisberti, Peretti, Bodini).

Stagione 1940 – 41

Ritorna Baloncieri in panchina e la Serie A è riconquistata di slancio al primo tentativo. E’ la grande stagione del neo – promosso Savona che lotta anch’esso per salire nella massima serie (poi ci sarà una storia mai provata di una partita venduta al Modena. I giallo blu alla fine accompagneranno il Liguria in Serie A). Nel frattempo però l’Italia è entrata in guerra e il quadro complessivo è mutato radicalmente: c’è chi va al fronte e capita di giocare sotto i bombardamenti.

Classifica: Liguria 49, Modena 48, Brescia 46, Savona 44, Padova 39, Vicenza 38, Alessandria 33, Siena 33, Reggiana 33, Lucchese 33, Udinese 31, Spezia 30, Fanfulla 30, Pisa 30, Verona 26, Anconitana 25, Maceratese 21, Pro Vercelli 20.

Doverosamente diamo conto nel dettaglio dei due derby Liguria – Savona.

Cornigliano, 26 gennaio 1941

Liguria –  Savona 1-1

Reti: Bollano al 36’, Traversa 66’.

Liguria: Profumo, Gattoronchieri, Signoretto, Pastorino, Pisano, Tortarolo, Meroni, Stella, Magni, Zanni, Bollano.

Savona: Martini, Rosso, Morchio, Sandroni, Traversa, Dutto, Piana, Riccardi, Imberti, Tomasi, Ferrara.

Arbitro: Mattea di Torino.

Savona Corso Ricci, 25 Maggio 1941

Savona – Liguria 1-0

Rete: Tomasi 75’.

Savona: Caburi, Rosso, Morchio, Sandroni, Traversa, Pomponi, Piana, Tomasi, Vaschetto, Riccardi, Gianesello.

Liguria. Gisberti, Gattoronchieri, Zanni, Tortarolo, Pisano, Callegari, Meroni, Stella, Magni, Celoria, Bollano.

Arbitro: Bertoglio di Torino.

Stagione 1941 – 42

La situazione bellica appare sempre più drammatica e la vita quotidiana procede tra enormi difficoltà e lutti. Il calcio va avanti e le divisioni maggiori si giocano più o meno regolarmente. Baloncieri allestisce una squadra capace di centrare la salvezza in anticipo, mentre per la prima volta vince il campionato la Roma.

Classifica: Roma 42, Torino 39, Venezia 38 (vincerà la Coppa Italia e alla fine cederà Loik e Mazzola al Torino), Genoa 37, Lazio 37, Juventus 32, Bologna 29, Triestina 29, Fiorentina 27, Milan 27, Liguria 27, Ambrosiana – Inter 26, Atalanta 24, Livorno 24, Napoli 23, Modena 19.

Formazione: Martini (l’ex portiere goleador del Savona), Gattoronchieri, Tabor (morirà sotto le macerie di un bombardamento), Tortarolo, Pisano, Callegari, Coppa, Stella, Castelli, Borrini, Alghisi (Amoretti, Setti, Meroni, Parvis, Venturini).

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Il Savona impegnato a Cornigliano

Stagione 1942 – 43

Campionato- calvario. La situazione logistica della Liguria si fa sempre più precaria e le trasferte difficilissime da compiere. In panchina c’è Toni Cargnelli che fa quel che può  ma alla fine sarà ultimo posto. Tutto però sarà cancellato dall’immane tragedia del tracollo bellico e dell’invasione nazista fino al 25 Aprile. Quando si prenderà, nel 1945-46, l’epopea dello stadio di Cornigliano sarà conclusa. Sampierdarenese e Andrea Doria giocheranno a Marassi così come la futura Sampdoria, nonostante le lamentele del pubblico del ponente. Lamentele e rimpianti messi nero su bianco da una super – tifosa che si firma “Esmeralda” e che scrive al Calcio Illustrato tutto il suo disappunto “perché la squadra è andata a giocare laggiù lontano oltre San Benigno e quelli (i genoani n.d.r) la fischiano anche quando gioca bene. Rimpianti e nostalgie di un tempo lontano come le nostre cronache di altri tempi.

Classifica: Torino 44 (primo scudetto del ciclo granata che si concluderà tragicamente a Superga), Livorno 43, Juventus 37, Ambrosiana Inter 34, Genoa 33, Bologna 29, Milan 29, Fiorentina 29, Lazio 28, Atalanta 28, Roma 28, Vicenza 25, Triestina 24, Venezia 24, Bari 21, Liguria 21.

Formazione: Venturini, Tortarolo, Parena, Sandroni, Pisano, Renoldi, D’Alconzo, Fiorini, Bonistalli, Silvestrelli, Meroni (Agostini, Tabor, Callegari, Borrini).

 

GAVIESE, OVADESE E CAMPESE TRE PIEMONTESI “ECCELLENTI” NEI CAMPIONATI REGIONALI LIGURI

 

di FRANCO ASTENGO

Nel corso degli anni ’50-’60, le stagioni calcistiche di nostro principale riferimento storico, è capitato in molte occasioni che squadre piemontesi partecipassero ai campionati regionali liguri. Il Garessio, ad esempio, ha fatto parte molte volte del girone di  Seconda categoria comprendente le savonesi almeno a partire dal torneo 1962-63; la Novese vinse il girone B di Promozione ’53- 54 contendendo al Vado dominatore del girone A il titolo ligure, che alla fine fu proprio appannaggio dei  proprio dei piemontesi.

La nostra ricerca invece è concentrata nelle prime stagioni dell’Eccellenza Ligure, il super campionato regionale creato con la stagione 1968-69 che nelle sue prime stagioni di vita registrò proprio una presenza molto importante delle squadre piemontesi inserite nel girone ligure.

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La Gaviese superstar, da notare che con Rivara e Delfino si schiera anche il portiere Valeri, vincitore di un torneo di Viareggio con la Sampdoria. Da sin., in piedi: Nervi, Reghitto, Rivara, Landini, Ghisoni, Valeri;  accosciati: C. Cazzola, Delfino, Verdino, M. Cazzola, Tagliaferro

Addirittura in quel primo torneo il successo finale arrise proprio ad una compagine di oltre giogo: la fortissima Pro Molare dopo uno spareggio vinto 3-1 sulla Campese altra squadra dell’entroterra ma ancora compresa nella provincia di Genova.

Questa la classifica finale: Pro Molare 42, Campese 42, Molassana 39, Sammargheritese 38, Vado 34, Pontedecimo 32, Gruppo “C” 31, Loanesi 30, Lavagnese 28, Dianese 28, Fulgorcavi Uscio 26, Sant’Agostino S.Olcese 26, Pro Recco 25, Vigili Genova 23, Ligorna 8.

Formazione della Pro Molare:  Pascali, Picollo, Paterniti, Nieddu, Costa, Carlini, Buzzurro, Minniti, Caligaris, Mainetto, Zingariello (Corradi, Achilli, Franchini); all.Fucile.

E’ necessario rimarcare come in quella formazione ci fossero davvero dei grandi protagonisti del calcio ligure negli anni ’60: basterà citare tre nomi: Minniti, Mainetto e Zingariello per confermare questa affermazione.

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Un ricordo dedicato anche alla Campese. Campo Ligure si trova ancora in Liguria ma sul confine con la provincia di Alessandria e i verde blu sono sempre stati considerati una squadra dell’oltregiogo. Molti savonesi però hanno militato nella squadra della Valle Stura: da Bobby Tobia a Enrico Pierucci a Franco Ferretti. La foto ritrae un momento di gioco di Campese-Varazze 0-0, partita giocata al Pio XII di Pegli perché il terreno di Campo Ligure era coperto di neve. Nella foto Tobia tenta l’assalto alla rete varazzina difesa da “Peo” Astengo che blocca la palla, mentre Luciano Torri marca il cannoniere della Campese e Carlo Foglia e Gigi Casalino proteggono il palo. Al limite dell’area si riconosce Cecco Barbarossa.

Successo di una piemontese in Liguria anche dodici mesi dopo, stagione 1969-70. Tocca alla Gaviese superare il Varazze, dopo un aspro e serrato duello.

La cittadina della Val Lemme stava aprendo un grande ciclo allestendo, grazie alla vecchia volpe Mario Robbiano, un vero e  proprio squadrone in vista dei futuri campionati di Serie D ingaggiando nientemeno che due delle maggiori glorie del calcio ligure di quegli anni: Il genoano Franco Rivara, “la tigre di Rocco”, e il sampdoriano “Martello” Delfino.

Poi Robbiano giocherà la carta della fusione con la Novese inventandosi la Gavinovese e arrivando in Serie C: due stagioni al fulmicotone, 300 milioni d’incasso cedendo Ulivieri all’Udinese e “Miro” Zunino al Pisa e poi il solito sconquasso. Tutto per aria e Gaviese e Novese costrette a ripartire dalla Terza categoria.

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La Gaviese capace di vincere l’Eccellenza Ligure. Da sin., in piedi: Gasperini, Landini, Rastelli, Bettini, Ameri, Paganetto, Repetti; accosciati: Fortin, Paveto, Portento, Verdino, Tosello

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Il Varazze capace di contrastare fino alla fine la corsa della Gaviese. Da sinistra, in piedi: Castello, Torri, Camogli, Crosa, Prato, Musmeci, il dirigente Leveratto; accosciati: Lupi, Foglia, Carattino, Mandraccio, Barbarossa, il massaggiatore

Classifica1969-70: Gaviese 45, Varazze 40, Lavagnese 38, Fulgorcavi 33, Sammargheritese 33, Vado 33, Gruppo “C” 33, Campese 32, Molassana 32, Sestri Levante 31, Ventimigliese 29, Pontedecimo 26, Loanesi 25, Cairese 19, Sant’Agostino Sant’Olcese 16, Dianese 13.

Formazione della Gaviese: Paganetto, Verdino, Tosello, Rossetti, Guadagno, Fortin, Reghitto, Roncagliolo, Landini, Portento, Polignano (Gasperini, Ameri, Rastelli, Bettini); all. Michelini.

Nel campionato 1970-71 toccò all’Ovadese interpretare il ruolo di vessillifera del Piemonte in terra di Liguria. I giallorossi però non riuscirono nell’impresa di Pro Molare e Gaviese e si fermarono al quinto posto.

Questa la classificaSestri Levante 42, Sanremese 38, Lavagnese 34, Vado 33, Ovadese 31, Pietra Soccorso 30, Lerici 30, Alassio 29, Gruppo “C” 28, Varazze 28, Molassana 27, Sammargheritese 27, Pro Recco 27, Ventimigliese 25, Campese 25, Fulgorcavi 22.

Formazione dell’Ovadese: Lottero, Terragni, Carlini, Maffieri, Scarsi, Pola, Mastelli, Macciò, Grillo, Arata, Bottinelli (Baldo, Paganetto, Core); all. Baiardo.

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Un’immagine dell’Ovadese per noi molto importante nel ricordo. Ci sono due savonesi, l’ala Luigi Bottinelli (primo accosciato a sinistra) e il portiere Giuliano Spensatello, scomparso pochi anni fa, al quale inviamo un pensiero davvero affettuoso ricordando la sua simpatia e la sua contagiosa indimenticabile amicizia

Gli ovadesi continuarono a frequentare il girone ligure fino a metà degli anni ’70 per poi rientrare nei ranghi piemontesi e a questo punto si conclude questa nostra piccola ricostruzione.

 

QUANDO GIOCAVANO LA NAZIONALE UNIVERSITARIA, QUELLA MILITARE E PERFINO QUELLA DEI FERROVIERI

 

di FRANCO ASTENGO

Il calcio italiano, nel corso degli anni, è sempre stato ricco di storie, personaggi, avvenimenti. Vi sono pagine ormai quasi completamente dimenticate che presentano risvolti di grande interesse e meritano di essere riportare alla luce anche per ricordare protagonisti di notevole spessore sportivo, sociale e umano. E’ il caso di quelle che l’agendina Barlassina, prototipo dell’almanacco del calcio, compilata dall’arbitro Rinaldo Barlassina di Novara negli anni ’30-40, definisce come “squadre rappresentative”. Trovarono posto, infatti, in questa categoria squadre formate da giocatori di diverse zone: Italia Sud, Rappresentativa Lombardia, Piemonte, Rappresentativa Nord Orientale ecc, che ingaggiavano incontri con avversarie egualmente rappresentative di altre nazioni del tipo quella della Francia Sud o della Germania meridionale e ancora la rappresentativa di Berlino e altre.

In questo quadro trovarono posto anche compagini rappresentative di determinate categorie come quella degli studenti: fu formata, infatti, una Nazionale Universitaria che, almeno fino agli anni ’50 cioè all’avvento del pieno professionismo, registrò un’attività molto intensa,  risultando anche equiparata alla Nazionale A nell’occasione delle Olimpiadi di Berlino del 1936, di Londra del 1948 e di Helsinki del 1952. Occasioni quelle Olimpiche nelle quali c’era da aggirare il divieto di partecipazione ai professionisti: di conseguenza si ricorse agli studenti che, intendiamoci, giocavano tutti in Serie A.

Nel corso degli anni ’30 si disputava anche un regolare campione europeo per squadre universitarie e l’Italia ebbe, in quel frangente, un ruolo di grande importanza:  tra il 1924 e il 1940 al momento dell’entrata in guerra dell’Italia la nazionale goliardica aveva disputato 28 partite vincendone 22 pareggiandone 3 e perdendone altrettante, risultando vincitrice del torneo di calcio dell’Olimpiade di Berlino del 1936 (fino all’Olimpiade di Amsterdam del 1928 risultando il campionato italiano “non professionistico” la squadra azzurra partecipante al torneo dei Giochi era direttamente quella della Nazionale “A”).

In quel periodo fu formata addirittura anche una Nazionale dei Ferrovieri (anch’essa composta da giocatori di Serie A) della quale abbiamo scovato il resoconto di due partite.

Nel dopoguerra poi accanto alla Nazionale Universitaria si formò anche la Nazionale Militare partecipante a specifici tornei a livello europeo.

Andiamo allora per ordine, principiando proprio dalle vicende della Nazionale goliardica.

L’esordio della squadra universitaria avvenne il 21 Aprile 1924 a Roma con una vittoria sull’Inghilterra con il punteggio di 3-0. Un grande successo perché in quel tempo era difficile per una squadra italiana battere una qualsiasi squadra inglese (la Nazionale A ci riuscì soltanto nel 1974). Segnarono le reti: Moscardini (un italo-scozzese che militava nella Lucchese, Gay e Fulvio Bernardini).

Formazione italiana: Lodolo, Parboni, Allemandi, Ferraris IV, Tornabuoni, Leale, Merciai, Gay, Moscardini, Bernardini, Gallo. Da notare come nell’11 fossero allineati due futuri campioni del mondo come Allemandi e Ferraris IV oltre ad un grande protagonista del calcio italiano come Fulvio Bernardini.

Raccontiamo allora per esteso le tre avventure olimpiche della squadra goliardica.

Berlino 1936

La Federazione guidata dal Generale Vaccaro e reduce dal successo nei mondiali casalinghi del 1934 decide per la partecipazione alle Olimpiadi di Berlino con la squadra universitaria, equiparata in quel caso alla Nazionale A e affidata alle cure del Commissario Tecnico Vittorio Pozzo.

L’esordio risultò più difficile del previsto: in campo  a Berlino il 3 Agosto del 1936 gli azzurri trovarono gli Stati Uniti. L’espulsione di Rava dopo 9’ complicò le cose e alla fine il successo arrivò con il minimo scarto 1-0 con rete dell’occhialuto Annibale Frossi, ala destra dell’Ambrosiana Inter e futuro “dottor sottile” teorico, da allenatore, dello 0-0 come “partita perfetta”.

Formazione: Venturini, Foni, Rava, Baldo, Piccini, Locatelli, Frossi, Marchini, Scarabello, Biagi, Cappelli.

Quattro giorni dopo, invece, sempre in quel di Berlino, goleada inflitta al derelitto Giappone. Un perentorio 8-0 con reti Frossi (3), Biagi (4), Cappelli: quest’ultimo uno spezzino che al momento giocava nel Viareggio e che, nel dopoguerra, avrebbe ricoperto a lungo il ruolo di direttore tecnico dell’Inter. Formazione: Venturini,, Foni, Rava, Baldo, Piccini, Locatelli, Frossi, Marchini, Bertoni, Biagi, Cappelli.

La semifinale, avversaria la Norvegia (che si rivelò l’avversaria più ostica anche nell’occasione dei Mondiali del 1938), fu durissima terminando ai tempi supplementari con  un 2-1 strappato in extremis grazie ancora ad una rete di Frossi, dopo che Negro aveva portato in vantaggio l’Italia e l’ala sinistra norvegese Brustad  (segnerà anche due anni dopo in quel di Marsiglia) aveva riportato le sorti in parità.

La finale, avversaria l’Austria, si giocò, sempre nello scenario maestoso dell’Olympiastadion di Berlino, il giorno di Ferragosto del 1936.

L’Austria si trovava alla vigilia dell’Anschluss  e il pubblico tedesco sentiva il successo degli austriaci come proprio. L’Italia invece seppe rovesciare questa atmosfera negativa: ancora 2-1, ancora tempi supplementari, doppietta di Frossi. Un successo di grandissima portata internazionale.

Formazione: Venturini, Foni, Rava, Baldo, Piccini, Locatelli, Frossi, Marchini, Bertoni, Biagi, Gabriotti. Foni, Rava, Locatelli faranno parte della squadra campione del mondo a Parigi nel ’38.

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Questa la “rosa” completa della squadra trionfatrice alle Olimpiadi di Berlino 1936

Londra 1948

Le Olimpiadi della rinascita dopo la seconda guerra mondiale registrarono un torneo di calcio ad alto livello che registrò il successo finale della Svezia illuminata dal trio Gren-Nordhal-Liedholm che poi, sbarcato in Italia, farà per molte stagioni la fortuna del Milan.

Anche in questa occasione, per cercare di ovviare all’accusa di professionismo, la Federazione decise di inviare ai giochi la squadra universitaria, ancora equiparata alla Nazionale A e affidata alle cure di Vittorio Pozzo. Sarà l’ultima occasione per l’anziano tecnico di guidare una squadra nazionale: al termine di quel torneo, infatti, si decise – dopo 20 anni – di mutare la guida tecnica della Nazionale Italiana. Pozzo, fedele sistemista, aveva fatto il suo tempo.

Nell’occasione la prima partita vide gli azzurri nuovamente opposti agli Stati Uniti. Questa volta si trattò di un vero e proprio trionfo: un clamoroso 9-0 con quattro reti del centroavanti del  Modena Pernigo, doppietta dell’ala della Pro Patria Cavigioli, e reti del terzino Stellin del Genoa (su rigore) , della mezz’ala della Pro Patria Turconi e dell’ala sinistra Caprile, un sestrese che in quel momento giocava nel Legnano.

Formazione: Casari, Giovannini, Stellin, Presca, Neri, Mari, Cavigioli, Turconi, Pernigo, Cassani, Caprile.

Musica diversa, invece, tre giorni dopo, 5 Agosto 1948. La Danimarca piena di assi che presto si trasferiranno in Italia (ci sono Jensen e Pilmark che andranno al Bologna, Ploeger alla Juve e al Milan, Karl Hansen all’Atalanta, alla Juve, alla Samp e al Catania, John Hansen alla Juve con l’ala sinistra Praest) infligge una dura punizione ai goliardi azzurri  5-3. Per l’Italia salvano l’onore Pernigo, Cavigioli e Caprile.

Formazione: Casari, Giovannini, Stellin, Maestrelli, Neri, Mari, Cavigioli, Turconi, Pernigo, Cassani, Caprile.

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Olimpiadi di Londra. Italia e USA schierate al centro del campo ad Hyde Park. Sarà 9-0 per gli azzurri

Helsinki 1952

Anche in previsione delle Olimpiadi di Helsinki del 1952 si decise per la presenza della squadra universitaria.

In quell’occasione però erano presenti le squadre dell’Est nelle quali vigeva il dilettantismo di stato: i giocatori di Ungheria, Jugoslavia (le due finaliste) e URSS (semifinalista) risultavano formalmente dilettanti ma inseriti in situazioni particolari come quelle dell’esercito o della polizia in pratica svolgevano il calcio come loro attività professionale.

Addirittura l’Ungheria allineava il grande Puskas, che nell’esercito magiaro aveva il grado di colonnello, poi stella del Real Madrid, e Bozsik eletto deputato in Parlamento (Carosio nella radiocronaca puntualmente riferiva: il colonnello Puskas, l’onorevole Bozsik).

L’esordio della squadra italiana, costretta a rinunciare a Boniperti rimasto in Italia per un infortunio, registrò la solita valanga di goal ai danni degli Stati Uniti. Questa volta 8-0:  a segno tripletta di Gimona, doppietta di Pandolfini, Venturi, Fontanesi, Mariani.

Formazione: Bugatti, Rota, Corradi, Neri, Cadè, Venturi, Mariani, Pandolfini, La Rosa, Gimona, Fontanesi.

I quarti di finale però videro la nostra squadra goliardica opposta alla grande Ungheria, presente come abbiamo già riferito con la sua formazione-tipo, quella che tra il 1950 e il 1954 fece registrare una sola sconfitta: nella finale dei Mondiali del 1954 a Berna, avversaria la Germania.

A Helsinki, 21 Luglio 1952, Ungheria – Italia finì 3-0 con reti di Puskas, Palotas, Kocsis.

Ecco il tabellino della gara.

Ungheria: Grocisis, Buzansky, Lantos, Bozsik, Lorant, Zakarias, Csordas, Kocsis, Palotas, Puskas, Hidegkuti.

Italia. Bugatti, Rota, Corradi, Neri, Azzini, Venturi, Mariani, Pandolfini, La Rosa, Gimona, Fontanesi.

Arbitro: Van Der Meer (Olanda).

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Una formazione dela Nazionale Universitaria del 1949. A Helsinki sarebbero mancati Boniperti e Muccinelli, due gravi assenze.

La Nazionale Ferrovieri

Passiamo allora alla Nazionale Ferrovieri al riguardo della quale abbiamo trovato i dati di una doppia sfida con l’Ungheria.

23 Settembre 1928 a Budapest. Ungheria ferrovieri – Italia ferrovieri 2-2 reti: Morandi e Albertoni.

Italia: Gianni, Monzeglio, Canestri, D’Acquino, Meneghetti, Albertoni, Morandi, Gardini, Degni, Ferrari, Cevenini V.

Da notare come in questa formazione figurassero due futuri campioni del mondo come Monzeglio e Ferrari (entrambi bi-campioni del mondo 1934 e 1938) oltre a giocatori di primissimo piano come Canestri della Lazio (che in seguito allenerà a lungo la compagine biancoceleste), i romanisti D’Acquino e Degni, il novarese Meneghetti e l’interista Cevenini V, ultimo epigono di una grande dinastia di calciatori milanesi.

La  rivincita si svolse a Roma il 6 Aprile 1930 ma il risultato fu identico 2-2: reti italiane di Valentino e Seccatore.

Italia ferrovieri: Cavanna, Ferrari, Bottacini, Meneghetti (D’Acquino), Degni, Albertoni; Foni, Spivach, Valentino, Gardini (Seccatore), Cevenini V.

Molte conferme come si può vedere ma anche innesti come il portiere Cavanna del Napoli ,che era anche lo zio di Silvio Piola (e il nipote gli sengò anche qualche goal in campionato), l’altro futuro campione del mondo Alfredo Foni, il sampierdarenese Spivach, il vercellese Seccatore e soprattutto per noi il genoano Valentino: un savonese proveniente dallo Speranza squadra che poi avrebbe allenato nel dopoguerra dopo un’esperienza da trainer anche nell’Ilva.

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Ecco Valentino, goleador della Nazionale Ferrovieri, primo in piedi a sinistra mentre svolge le sue funzioni di allenatore dell’ILVA Savona

La nazionale militare

Nell’estate del 1950 si svolse il primo campionato militare europeo. Fu organizzata una squadra italiana composta da giocatori in servizio di leva e affidata come c.t.. a Walter Crociani, il popolare “Crocchia” grande intenditore di calcio mercato, dirigente della Roma e lungo direttore tecnico della Tevere.

La squadra azzurra dovette affrontare un turno eliminatorio superando a Roma la Turchia per 3-0 (reti di Farina, Vivolo e Giraudo) per accedere alla fase finale che si svolse in Olanda.

La semifinale si svolse a Utrecht il 9 Giugno del 1950: opposte Italia e Francia, la gara dopo i tempi supplementari finì 1-1 (rete di Farina) e per dirimere la singolar tenzone non si ricorse alla monetina e neppure ai rigori. La superiorità fu decisa dal maggior numero di calci d’angolo: in questo caso 6-2 per l’Italia.

Formazione: Cortigiano, Fommei, Ferri, Dal Pos, Vultaggio, Mari, Colosio, Scaramuzzi, Farina, Brach, Giraudo.

In finale gli azzurri trovarono il Belgio che aveva liquidato i padroni di casa dell’Olanda per 4-1.

Italia-Belgio giocata all’Aja il 14 Giugno 1950, fu vinta dagli azzurri con le stellette per 2-1 con reti di Giraudo e Farini decretandone quindi il successo finale.

Dodici mesi dopo altro successo della rappresentativa italiana. Superata la gara eliminatoria giocata ad Ankara il 22 Gennaio 1951: 2-1 alla Turchia reti di Zamperlini e Santagostino, il girone finale si svolse in Egitto.

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Gli azzurri con le stellette al  loro secondo successo nel torneo internazionale

La semifinale giocata al Cairo il 4 Marzo 1951 registrò il successo dell’Italia per 2-0 sul Belgio con reti di Boscolo e Mannucci.

Formazione: Tessari, Belloni, Bersia, Bergamaschi, Vultaggio (centromediano del Napoli, unico militare di carriera), Pinardi, Zamperlini, Rizzoni, Mannucci, Cafasso, Boscolo.

Finale avversari, l’8 Marzo, gli egiziani padroni di casa e netto successo per 3-1 con il bis dell’Italia campione europeo per squadre militari. Formazione: Tessari. Belloni, Bersia, Bergamaschi, Vultaggio, Pinardi, Zamperlini, Rizzoni, Mannucci, Cafasso, Boscolo.

La nazionale militare avrebbe poi avuto alterne vicende, ma noi ci fermiamo a questo punto dopo aver ricordato questi magnifici successi.

IL CAMPIONATO DIMENTICATO: LA PROMOZIONE INTERREGIONALE NELLE STAGIONI DAL ’48 AL ’52 

 

a cura di Franco Astengo 

Tra le stagioni 1948-49 e 1951-52 il quarto livello del calcio italiano fu strutturato nel Campionato Interregionale organizzato da tre leghe: quella Nord con i gironi dall’A all’F, quella Centro con i gironi dal G al girone L e quella Sud dal girone M al girone O. Erano ancora tempi di grande difficoltà nelle comunicazioni in quell’Italia uscita da poco dalla guerra e, nel mondo calcistico, stava maturando piano piano l’idea di una maggiore selezione dopo una faticosa ristrutturazione post – bellica.

In quel momento la Serie A contava 20 squadre, la B era tornata al girone unico proprio nel 48 – 49 e nella stessa stagione la Serie C era stata organizzata su 4 gironi interregionali di 22 squadre ciascuno.

Con la stagione 1952-53 si sarebbe verificato un drastico ridimensionamento di questo ciclopico impianto. Serie A, B, C girone unico da 18 squadre, IV Serie di nuova istituzione con 8 gironi da 18 squadre con sole 4 promozioni: quindi necessari due gironi finali da 4 squadre dai quali trarre due squadre per “poule” da promuovere in Serie C. Assetto che sarebbe rimasto tale fino alla stagione 1957 – 58 quando la IV Serie sarebbe stata sdoppiata in I e II Serie per ,poi trasformarsi con la stagione 1959 – 60 in Serie D. Nel frattempo con la stagione 1958 – 59 la serie C si era allargata a due gironi per poi assumere nel campionato successivo la fisIonomia classica dei 3 gironi: Nord, Sud, Centro.

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Il Perugia al tempo della Promozione Interregionale. Poi sarebbe arrivata una irresistibile ascesa fino alla Serie A

Occupiamoci però dell’ormai dimenticato campionato di Promozione Interregionale. Allo scopo di dimostrare la vastità della partecipazione ecco di seguito le squadre iscritte all’ultimo campionato disputato in quella veste: quello 1951-52

Girone A: Arsenale Venezia, Cormonese, Dolo, Excelsior Lido Venezia, Itala Gradisca, Libertas Trieste, Miranese, Monfalconese, CRADA Monfalcone, Pordenone, Portogruarese, Pro Cervignano, Pro Romans, Sacilese, Sangiorgina, San Giovanni Trieste, Sanvitese, Fossalta Piave.

Girone B: Adriese, Angelo Milani Taglio Po, Virtus Bassano, Belluno, Bolzano, Cadidavid, Coneglianese, Conti Cavarzere, Cerea, Dueville, Feltrese, Hellas Verona, Lanerossi Schio, Legnago, Luparense, Merano, Pelizzari Arzignano, Thiene.

Girone C: Beretta Gardone Val Trompia, Breno, Olimpia Caravaggio, Cernuschese, ATM Milano, Pirelli Milano, Luciano Manara Barzanò, Marzotto Manerbio, Melzo, Merate, Orsa Iseo, Pro Sesto, Sebinia Lovere, Sondrio, Trevigliese, Veltro Caravaggio, Villapizzone, Vimercatese.

Girone D: Cantù, Casalbuttano, Casteggio, Snia Cesano maderno, Codogno, Corbetta, Gerli Cusano Milanino, Fidenza, Magenta, Mariano Comense, Meda, Mortara, Paderno, Rescaldinese, Salsomaggiore, Soresinese, Vis Nova Giussano, Vigor Gaggiano.

Girone E: Angerese, Asti, Borgosesia, Castellettese, Cenisia Torino, Coggiola, Condovese, Cossatese, Ghemmese, Gravellona, Laveno, Lonatese, Luino, Omegna, Sommese, Trinese, Valenzana, Verbania.

Girone F: Acqui, Alassio, Albenga, Arsenalspezia, Bolzanetese, Cuneo, Entella, Imperia, Novese, Pontedecimo, Pro Recco, Sampierdarenese, Sestrese, Sestri Levante, Vado, Veloce Savona, Bordighera, Vogherese.

Girone G: Baracca Lugo, Bondenese, Budrio, Carpi, Cesena, Faenza, Falconarese, Ferrovieri Bologna, Mecdicinese, Minatori Perticara, Portuense, Rimini, Russi, San Lazzaro, San Sepolcro, Vigor Senigallia, Vis Sauro Pesaro.

Girone H: Carrarese, Castelfiorentino, Cecina, Certaldo, Colligiana, Grosseto, Massese, Minatori Ribolla, Pescia, Pietrasanta, Pistoiese, Sangiovannese, Solvay San Vincenzo, San Vincenzo, Sestese, Delle Signe, Tettora Cascina, Volterrana.

Girone I: Albatrastevere, Sanlorenzoartiglio Roma, Civitavecchiese, Fiamme Azzurre Roma, Formia, Frascati, Humanitas Roma, Ilvarsenal La Maddalena, Italcalcio Roma,Italpiombo San Gavino Monreale, Monteponi Iglesias, Montevecchio Guspini, Romulea, Terracina, Tivoli, Torres Sassari.

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Anche per il Rimini ci sarà un futuro nelle alte sfere del calcio italiano

Girone L: Ascoli, Castelfidardo, Città di Castello, Cartiera Miliani Fabriano, Forza e Coraggio Avezzano, Foligno, Frosinone, L’Aquila, Marsciano, Perugia, Pescara, Sangiorgese, Sora, Sulmona, Termoli, Ternana, Vastese.

Girone M: Acerrana, Avellino, Cavese, CRAL Cirio Napoli, Giugliano, Gladiator Santa Maria Capua a Vetere, Ilva Bagnoli, Nocerina, Paganese, Pompeiana, Portici, Puteolana, Savoia Torre Annunziata, Turris Torre del Greco, Vibonese, Vigor Nicastro.

Girone N: Audace Cerignola, Barletta, Bisceglie, Campobasso, Corato, Incedit Foggia, Juventina Potenza, Manduria, Martina Franca, Ostuni, Monticchio Potenza, Pro Gioia, Serenissima Bitonto, Trani.

Girone O: Acireale, Akragas Agrigento, Augusta, Canicattì, Depranum Trapani, Pro Enna, Folgore Castelvetrano, Igea Virtus Barcellona Pozzo di Gotto, Gela, Milazzo, Mazara del Vallo, Modica, Notinese, Riposto, Sciacca.

CLASSIFICHE DELLE SQUADRE LIGURI

E FORMAZIONI DELLE SQUADRE SAVONESI

Come si è potuto notare le squadre liguri erano inserite nel girone F. Pubblichiamo allora di seguito le classifiche del girone F dei quattro campionati di Promozione Interregionale disputati nella storia e di seguito le formazioni delle squadre della provincia di Savona.

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Un Vado davvero di grandi nomi schierato alle “Traversine” ricolmo di pubblico. Da sinistra in piedi: Tomei, Motto, Felice Pelizzari (un vero gentleman e un grande allenatore), Bertin Mantero golaeador di razza, Marchese, Pierino Bacigalupo; accosciati: Barile, Vessillo Bartoli, Bruno Ferrero “genio e sregolatezza”, Rino Mucci, Tomberli

1948 – 1949

Classifica: Rivarolese 51, Borgotarese 43, Speranza 41, Imperia 38, Albenga 37, Pontedecimo 37, Corniglianese 35, Varazze 34, Lavagnese 33, Rapallo 33, Vado 33, Alassio 31, Entella 31, Bolzanetese 30, Novese 30, Cairese 29, Intemelia 24, Sarzanese 22.

SPERANZA: De Alessandri, Reano, Massone, Costa, Schiappapietra, Baldini, Briano I, Tomasini, Cavalla, Bartoli, Borgo.

ALBENGA: Giannardi, Ascheri, Facchinetti, Bologna, Ferri, Pollero, Carrega, Littarelli, Testa, Rodi, Grosso.

VARAZZE: Verardo, Parodi, Bruzzone, Mariotti, Veschi, Giusto, Zunino, Lamberto, Guerra, Vanara, Canepa.

VADO: Ferrero, Ghiorzi, Bernardini, Barile, Tomberli, Bacigalupo IV, Pelizzari, Mucci, Mantero, Lorini, Marchese I (Marchese II, Calabria).

ALASSIO: Amoretti, Storelli, Cioli, Boscione, Motto, De Paoli, Marchesotti, Galuppo,Bottelli, Ilariuzzi, Leoni.

CAIRESE: Mazzucco, Olmi, Fenech, Benzi, Vespi, Ferri, Milanese, Selmi, Gandolfo, Ferrero, Introini. 

1949 – 1950

Classifica: Rapallo 46, Vado 43, Albenga 41, Pontedecimo 38, Sestri Levante 36, Lavagnese 35, Oto Spezia 33, Alassio 33, Entella 32, Corniglianese 29, Imperia 29, Varazze 28, Sampierdarenese 27, Bolzanetese 27, Liberi Sestresi 26, Speranza Savona 15.

VADO: Ferrero, Ghiorzi, Vespi, Bacigalupo IV, Tomberli, Barile, Marchese I, Calabria, Frumento, Bartoli, Marchese II (Pallaro, Sappa, Pelizzari).

ALBENGA: Agoglio, Ghini, Olmi, Maritano, Ferri, Grosso, Riolfo, Tomasini, Cagna, Carrega, Vacca (Littarelli).

ALASSIO: Moscino, Ghersi, Brancaleoni, Ruffini, Boscione, Bologna, Cristiani, Bottelli, De Paoli, Secco, Motto.

VARAZZE: Verardo, Poggi, Zunino, Campanelli, Dogliotti, Mariotti, Baglietto, Piccardo, Baghino, Cai, Antibo.

SPERANZA: Baldizzone, Reano, Massone, Costa, Briano II, Baldini, Casella, Briano I, Amelotti, Galuppo, Biggi.

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L’Alassio costantemente nelle prime piazze del campionatoda sin., in piedi, il maggiatore Rolfo, Ghersi, Brancaleoni, Bottelli, Ruffino, Motto, il d.s. Tilli, Moscino, un dirigente; accosciati, De Paolo, Boscione (negli anni ’60 allenatore delle “vespe”), Secci, Bologna, Cristiani 

1950 – 1951

Classifica: Rivarolese 56, Entella 45, Vogherese 43, Arsenalspezia 36, Sestri Levante 36, Novese 36, Bolzanetese 35, Imperia 33, Alassio 33, Pontedecimo 32, Sampierdarenese 32, Albenga 32, Veloce 32, Vado 31, Lavagnese 29, Corniglianese 28, Derthona 22, Varazze 21, OTO Spezia ritirata.

ALASSIO: Gianardi, Ghersi, Brancaleoni, Bologna, Boscione, Rosasco, Castiglioni, Baldassarre, Bottelli, De Paoli, Leoni.

ALBENGA: Franchi, Olmi, Ghini, Maritano, Gallarate, Baroni, Riolfo, Tomasini, Vignolini, Carrega, Vacca (Amelotti).

VELOCE: Lugas, Bartoletti, Venturi, Rinaldi, Alvigini, Lamberto, Granaiola, Mantero, Denicolai, Ilariuzzi, Pecchioni.

VADO: Caviglia II, Ghiorzi, Pallaro, Sappa, Tomberli, Raselli, Galeano, Briano, Biggi, Pelizzari, Caviglia I (Morganti, Tissoni, Frumento).

VARAZZE: Verardo, Protto, Puggia, Viacava, Baglietto I, Calcagno II, Giusto, Scotto, Molinari, Mancioli, Baglietto II.

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1949-50: la Veloce sale per la prima volta nella Promozione interregionale al quarto livello del calcio italiano. Da ricordare il trio dirigenziale: il direttore sportivo Rebagliati, cassiere della Carisa nella sede del mercato civico di via Pietro Giuria; il presidente Monti albergatore-principe, proprietario dell’Hotel Riviera Suisse in via Paleocapa e, in seguito, anche dell’Hotel La Terrasse alle Fornaci (con annessi bagni Ariston), e il direttore tecnico Giovanni Besio, operaio della Scarpa e Magnano, alla guida dei granata per oltre quarant’anni ma già allenatore nell’anteguerra di Virtus e Ilva. In campo ci sono ancora Nanni Vanara, grande protagonista con il Savona Fbc negli anni ’30, e Valentino con un passato nel Genoa in Serie A. L’allenatore Cattaneo già ala destra dell’Alessandria e della Roma con qualche presenza in nazionale

1951 – 1952

Classifica: Novese 46. Vogherese 44, Sestrese 43, Cuneo 43, Sestri Levante 43, Alassio 39, Vado 38, Entella 37, Pontedecimo 37, Acqui 36, Arsenalspezia 35, Veloce 34, Sampierdarenese 34, Bolzanetese 26, Imperia 24, Val Bordighera 22, Pro Recco 20, Albenga 11.

ALASSIO: Gianardi, Ghersi, Brancaleoni, Bologna, Boscione, De Paoli, Bottelli, Gasperini, Ruffini, Pierucci, Baldassarre.

VADO: Caviglia II; Reggiani, Pallaro, Biggi, Ghiorzi, Grazzini, Marchese, Calabria, Ferrero, Bartoli, Frumento (Castagno, Ardito).

VELOCE: Lugas, Gambetta, Fossa, Zunino, Alvigini, Ilariuzzi, Granaiola, Tomasini, Denicolai, Minuto Pepè, Introini.

ALBENGA: Franchi, Olmi, Arienta, Salomone, Baglietto, Lantero, Damonte, Riolfo, Gandolfo, Pollero, Ferrari (Amadori, Pastorino, Malco).

 

IL MITO DEL FILADELFIA TORNA A VIVERE NEL SEGNO  DEL GRANDE TORINO

 

di FRANCO ASTENGO

Tutti i veri sportivi hanno certamente esultato apprendendo la notizia del ritorno alla vita del “Filadelfia”, lo stadio nel quale il “grande Torino” caduto a Superga aveva costruito le sue grandi imprese conquistando cinque scudetti consecutivi.

Il ritorno alla vita calcistica di quell’impianto per il quale stava profilandosi il più completo abbandono è un fatto di grande importanza per chi crede, nel calcio come nella vita, che la memoria non debba essere abbandonata a sé stessa ma significhi, invece, la base indispensabile per progredire verso il futuro.

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Ecco il “nuovo” Filadelfia

Torniamo però alla storia del vecchio “Filadelfia” per rammentare come l’invitta squadra granata dal 1945 al 1949 non subì davvero nessuna sconfitta tra le mura amiche. Le rare battute d’arresto infatti furono registrate tutte in trasferta. Abbiamo così pensato di registrare i risultati di tutte le partite casalinghe del Torino nel corso dei campionati dal 1945 – 46 fino al 1948 – 49 (ultima gara giocata in casa Torino – Modena 3-1, di seguito due trasferte a Bari e a Milano avversaria l’Inter fino al fatale viaggio a Lisbona).

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Così si presentava lo stadio al tempo delle vicende narrate in questo nostro ricordo

Ecco di seguito le partite giocate al Filadelfia in quel periodo (i derby con la Juve nei quali i bianconeri figuravano in casa furono giocati al Comunale e quindi, ovviamente, non elencati in questa occasione).

CAMPIONATO 1945 – 46 ( girone Alta Italia)

21 Ottobre  Torino – Genoa 6-0

4 Novembre Torino – Venezia 3-1

18 Novembre Torino – Brescia 2-2

2 Dicembre Torino – Milan 4-0

16 Dicembre Torino – Atalanta 2-0

30 Dicembre Torino – Triestina 4-0

20 Gennaio 1946: Torino – Juventus 1-0

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Un’immagine di un derby di Torino. Lo scenario questa volta però è quello del Comunale .  Una delle poche sconfitta subite dal Torino. Vince la Juve 1-0

3 Febbraio: Torino – Sampierdarenese 2-1

24 Febbraio Torino – Modena 1-1

10 Marzo Torino – Vicenza 4-0

24 Marzo Torino – Bologna 4-0

7 Aprile Torino – Inter 1-0

14 Aprile Torino – Andrea Doria 5-0

Giocate 13, vinte 11, pareggiate 2,  perse 0, reti fatte 39 reti subite 5,  differenza reti + 29.

Girone Finale

5 Maggio Torino – Milan 3-0

19 Maggio Torino – Bari 3-0

26 Maggio Torino – Inter 1-0

16 Giugno Torino – Roma 3-2

30 Giugno Torino – Napoli 7-1

21 Luglio Torino – Juventus 1-0

28 Luglio Torino – Livorno 9-1

Giocate 7 partite, vinte 7 partite, pareggiate 0,  perse 0, reti fatte 27,  subite 4, differenza reti +23.

CAMPIONATO 1946 – 47

22 settembre Torino – Triestina 1-1

6 Ottobre Torino – Sampdoria 1-1

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Una rara immagine di quel 6 Ottobre 1947 al Filadelfia: Toro – Samp 1-1

20  Ottobre Torino – Juventus 0-0

10 Novembre Torino – Bologna 4- 0 (fino a quel punto il portiere del Bologna Vanz aveva mantenuto la propria rete inviolata)

17 novembre Torino – Brescia 4-0

8 dicembre Torino – Livorno 3-2

22 dicembre Torino – Fiorentina 7-2

12 gennaio 1947 Torino – Bari 2-1

2 febbraio Torino – Modena 1-1

23 febbraio Torino – Lazio 5- 1

9 marzo Torino – Venezia 2-0

23 marzo Torino – Roma 4-0

30 marzo Torino – Inter 5-2

20 aprile Torino – Vicenza 6-0

18 maggio Torino – Napoli 2-1

1 giugno Torino – Atalanta 5- 3

8 giugno Torino –Genoa 6-0

22 giugno Torino – Alessandria 4-1

29 Giugno Torino – Milan 6-2

Giocate 19, vinte 15, pareggiate 4, perse 0, reti fatte 58, reti subite 18, differenza reti +40.

5

I granata si allenano al vecchio Filadelfia: in prima fila Loik e Valentino Mazzola

CAMPIONATO 1947 – 48

14 settembre Torino – Napoli 4-0

28 settembre Torino – Lucchese 6-0

12 ottobre Torino – Vicenza 2-0

26 ottobre Torino – Juventus 1-1

16 novembre Torino – Salernitana 7-1

7 dicembre Torino – Inter 5-0

28 dicembre Torino – Triestina 6-0

1 gennaio 1948 Torino – Fiorentina 5- 0 (a quel tempo si giocava anche a Capodanno)

18 gennaio Torino – Genoa 2-1

22 febbraio Torino – Bari 5-1

7 Marzo Torino – Roma 4-1

21 marzo Torino – Pro Patria 4-1

11 aprile Torino – Bologna 5-1

25 aprile Torino – Sampdoria 3-2

2 maggio Torino – Alessandria 10 (dieci) – 0 record assoluto

9 maggio Torino – Atalanta 4-0

30 maggio Torino – Lazio 4 – 3

6 giugno Torino – Livorno 5-2

20 giugno Torino – Milan 2-1

27 giugno Torino – Modena 5-2

Giocate 20, vinte 19, pareggiate 1, perse 0, reti fatte 88, subite 15. Differenza reti + 73.

CAMPIONATO 1948 – 49

19 settembre Torino – Pro Patria 4-1

3 ottobre Torino – Roma 4-0

17 ottobre Torino – Lucchese 2-1

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Un’altra immagine del Filadelfia. E’ il giorno di Torino – Lucchese 2-1

31 ottobre Torino – Padova 3-1

7 novembre Torino – Lazio 1-0

28 novembre Torino – Triestina 1-1

8 dicembre Torino – Bari 2-0

12 dicembre Torino – Inter 4-2

2 gennaio 1949 Torino – Sampdoria 2-1

16 gennaio Torino – Atalanta 2-0

30 gennaio Torino – Livorno 1-0

13 febbraio Torino – Juventus 3-1

6 marzo Torino – Milan 4-1

20 marzo Torino – Bologna 1- 0

3 aprile Torino – Novara 4-0

17 aprile Torino – Modena 3-1

Giocate 16, vinte 15, pareggiate 1, perse 0, reti fatte 46, reti subite 10, differenza reti +36.

La favola si interrompe a questo punto con un totale  di:

Partite giocate 75

Partite vinte  67

Partite pareggiate 8

Partite perse 0

Reti fatte  258

Reti subite 52

Differenza reti + 206

Concludiamo questo ricordo dell’epopea del Grande Torino cercando di fornire un’idea delle forze del calcio italiano in quel periodo. Di seguito allora si troveranno i tabellini della partita iniziale di questa eccezionale serie di successi: 21 Ottobre 1945, girone settentrionale del campionato di Serie A giocato su due “poule” Nord e Centro-Sud per la condizioni delle ferrovie e delle strade dell’Italia appena uscita dalla guerra e 17 Aprile 1945 ultima giornata giocata in casa dai titolari del grande Torino in precedenza all’infausta trasferta di Lisbona.

CAMPIONATO 1945-46 GIRONE NORD SECONDA GIORNATA

Genova 21 Ottobre 1945

Andrea Doria-Sampierdarenese 0-1
Andrea Doria: Lusetti; Battaia, Sacchetti; Bovoli, Gramaglia, Poggi; Di Piazza, Braga, Badiali, Baldini, Rebuzzi.
Sampierdarenese: Carzino; Parena, Borrini; Castignani, Castelli, Sandroni; D’Alconzo, Bertani, Parvis, Fiorini, Ventimiglia.
Arbitro: Silvano di Torino
Reti: p.t. Parvis al 17′.

.Bergamo 21 Ottobre 1945

Atalanta-Bologna 0-1
Atalanta: Casari; Mamoli, Citterio; Zarlatti, Gallo, Schiavi; Colombelli, Cassani, Boffi, Gè, Del Medico.
Bologna: Ferrari; Pastori, Pagotto; Malagoli, Todeschini, Marchi; Biavati, Valcareggi, Naldi, Arcari, Reguzzoni.
Arbitro: Della Role di Roma.
Reti: p.t. Reguzzoni al 30′.

Brescia 21 Ottobre 1945

Brescia-Modena 1-0
Brescia: Merlo; Messora, Albini; Perazzolo, Gallea, Mariani; Prevosti, De Filippis, Rebuzzi, Martelli, Salvi.
Modena: Zini; Galli, Braglia; Malinverni, Neri, Stefanini; Tosi, Magotti, Brighenti, Bulgarelli, Dalla Torre.
Arbitro: Cipriani di Milano
Reti: p.t. De Filippis al 5′.

Milano 21 Ottobre 1945

Milan-Juventus 1-1
Milan: Rossetti; Zorzi, Clocchiatti; Tognon, Cerri, Bonomi; Gimona, Antonini, Puricelli, Bandirali, Rosellini.
Juventus: Sentimenti IV; Foni, Varglien; Tortarolo, Parola, Locatelli; Sentimenti III, Borel, Piola, Coscia, Magni.
Arbitro: Scotto di Savona
Reti: p.t. al 27′ Gimona; s.t. al 41′ Piola (su rigore).

Merita di essere ricordato che ad arbitrare la sfida tra Milan e Juventus fu il savonese Scotto, tra le giacchette nere più qualificate e senza dubbio il più prestigioso nella storia sportiva della città.

Torino 21 Ottobre 1945

Torino-Genoa 6-0
Torino: Bacigalupo; Ballarin, Maroso; Castigliano, Rigamonti, Grezar; Guaraldo, Loik, Ossola, Mazzola, Ferraris.
Genoa: Sain; Spadoni, Sardelli; Cattani, Traversa, Genta; Servetto, Trevisan, Ispiro, Bertoni, Sotgiu.
Arbitro: Carpani di Milano.
Reti: p.t. Mazzola al 13′, Ossola al 31′, Loik al 43′; s.t. Guaraldo al 6′ e 11′, Loik al 23′ su rigore.

7

Questo è Genoa 1945-46, nell’occasione però schierato in quel di Marassi

Trieste 21 Ottobre 1945

Triestina-Vicenza 0-2
Triestina: Piani; Blason, Gratton; Pasinati, Rancilio, Radio; Cergoli, Zanolla, Rossetti, Mlacher, Colaussi.
Vicenza: Romano; Foscarini, Giammarco; Camolese, Fattori, Mezzadri; Marchetti, Bassetto, Quaresima, Zanollo, Suppi.
Arbitro: Bernardi di Bologna.
Reti: p.t. Bassetto aL14′; s.t. Quaresima al 18′.

Venezia 21 Ottobre 1945

Venezia-Inter 0-1
Venezia: Eberle; Veneri, Paolini; Lamberti, Pes, Arienti; Alberti, Novello, Pernigo, Trentin, Zambelli.
Inter: Franzosi; Marchi, Passalacqua; Guaita Milani, Campatelli; Bellini, Cominelli, Muci, Achilli, Candiani.
Arbitro: Zelocchi di Modena
Reti: p.t. Achilli al 5′.

CAMPIONATO 1948 – 49 trentaduesima giornata

Bergamo 17 Aprile 1949

Atalanta-Fiorentina 2-1
Atalanta: Casari; Dalmonte, Piccardi; Mari, Cadè, Gremese; Fabbri, Cominelli, Astorri, Miglioli, Korostelev.
Fiorentina: Costagliola; Furiassi, Rosetta; Acconcia, Avanzolini, Magli; Pandolfini, Meucci, Galassi, Zoppellari, Sperotto.
Arbitro: Sig. Tassini di Verona
Reti: Magli (aut.) al 7′, Fabbri al 32′; s.t. Galassi al 15′.

Bari 17 Aprile 1949

Bari-Novara 2-0
Bari: Moro; Pietrasanta, Stellin; Isetto, Carlini, Orlando; Hrotko, Giorgino, Kincses, Sabbatini, Fiumi.
Novara: Corghi; Carasso, Mainardi, Baira, Renica, Castelli; Spadavecchia, Pombia, Seratoni, Alberico, Ferraris.
Arbitro: Gemini di Roma.
Reti: Sabbatin al 36′; s.t. Giorgini al 44′.

Bologna 17 Aprile 1949

Bologna-Inter 1-3
Bologna: Vanz; Ballacci, Ricci; Cingolani, Sarosi, Marchi; Mike, Bernicchi, Cappello, Gritti, Taiti.
Inter: Franzosi; Guaita, Pian; Fattori, Giovannini, Achilli; Armano, Simatoc, Amadei, Campatelli, Nyers.
Arbitro: Pieri di Trieste.
Reti: p.t. Amadei 14′, Mike 34′, s.t. Ballacci (aut) 4′, Nyers 32′.

Genova 17 Aprile 1949

Genoa-Triestina 5-1
Genoa: Piani; Pellicari, Becattini; Tortarolo, Cattani, Bergamo; Trevisani, Formentin, Koenig, Verdeal, Dalla Torre;
Triestina: Striuli; Blason, Zorzin; Presca, Sessa, Radio; Rossetti, Trevisan, Ispiro, Tosolini, Begni;
Arbitro: Sig. Carpani di Milano
Reti: p.t. Bergamo 10′, Ispiro 16′, Pellicari (rig) 26,’ s.t. Verdeal 11,’ Koenig 26′, Trevisani 39′.

Livorno 18 Aprile 1949

Livorno-Juventus 1-3
Livorno: Merlo; Piram, Lovagnini; Mannocci, Trerè, Brondi; Maselli, Dante, Stradella, Picchi, Gimona.
Juventus: Sentimenti IV; Manente, Rava; Depetrini, Parola, Locatelli; Muccinelli, Boniperti, Ploeger, Hansen, Caprile.
Arbitro: Bernardi di Bologna.
Reti: p.t. Caprile 8′, s.t. Boniperti 7′ e 30′, Stradella 22′.

Lucca 17 Aprile 1949

Lucchese-Sampdoria 3-1
Lucchese: Viola; Uram, Cuscela; Rosellini, Nay, Scarpato; Merlin, Toth, Bacci, Magni, Conti.
Sampdoria: Bonetti; Ballico, Zorzi; Coscia, Bertani, Gramaglia; Rebuzzi, Lorenzo, Baldini, Gei, Prunecchi.
Arbitro: Poggipollini di Ferrara.
Reti: p.t. Baldini (rig) 2′, Bertani (aut) 16′, Conti 22′, s.t. Merlin 28′.

Milano 17 Aprile 1949

Milan-Padova 2-0
Milan: Milanese; De Gregori, Foglia; Annovazzi, Tognon, Bonomi; Burini, Gudmunsson, Nordhal, Sloan, Carapellese.
Padova: Luisetto; Sforzin, Arrighini; Rolle, Quadri, Zanon; Novello, Adcock, Vitali, Matè, Grillone.
Arbitro: Savio di Torino.
Reti: s.t. Nordhal 8′ e 31′.

Busto Arsizio 17 Aprile 1949

Pro Patria-Lazio 1-2
Pro Patria: Visco Gilardi; Azimonti, Patti; Borra, Fossati, Pozzi; Garay, Turconi, Oldani, Candiani, Bertoloni.
Lazio: Brandolin; Antonazzi, Piacentini; Montanari, Remondini, Alzani; Puccinelli, Magrini, Penzo, Flamini, Nyers.

Arbitro: Bertolio di Torino.

Reti: p.t. Remondini 10′, Turconi 33′, s.t. Nyers 43′.

Roma 3 Aprile 1949

Roma-Palermo 3-2
Roma: Risorti; Contin, Andreoli; Dell’Innocenti, Valle, Maestrelli; Losi, Tontodonati, Zsengeller, Venturi, Pesaola.
Palermo: Masci: Boniforti, Buzzegoli; Di Bella, Milani, Piccinini; Marzani, Torti, Vycpalek, Moretti, De Santis.
Arbitro: Sig. Valsecchi di Milano
Reti: p.t. Tontodonati 3′, s.t. Tontodonati 1′, Losi 10′, De Santis 13′, Marzani 30′.

Torino 17 Aprile 1949

Torino-Modena 3-1
Torino: Bacigalupo; Ballarin, Maroso; Martelli, Rigamonti, Castigliano; Menti, Loik, Gabetto, Mazzola, Ossola.
Modena: Corazza; Silvestri, Braglia; Malinverni, Neri, Menegotti; Romani, Bertoni I, Pernigo, Sentimenti V, Cavazzuti.
Arbitro: Cappucci di Roma.
Reti: p.t. Cavazzuti 13′, Mazzola 35′, s.t. Menti 40′, Ballarin 42′.

8

Il Modena 1948 – 49: ultima squadra ad uscire battuta dal Filadelfia ad opera del “Grande Torino”. In piedi (da sinistra): Mazzoni (allenatore), Silvestri, Fabbri, Braglia, Romani, Malinverni, Sentimenti V, Diotallevi; accosciati (da sinistra): (massaggiatore), Corazza, Menegotti, Pernigo, Neri

 

IL BLOG E’ DIVENTATO TRANSOCEANICO:  CI SCRIVONO DA BUENOS AIRES PER LA STORIA DEI CARZINO E DELLA SESTRESE

 

  a cura di FRANCO ASTENGO

Sabato 27 maggio all’indirizzo di posta elettronica del nostro blog, abbiamo ricevuto questa email: 

thermoh

27 maggio 2017 alle 17:43

Primo di tutto, bellissima la pagina. Mi piacerebbe vedere un po’ della storia della Sestrese.
Mio zio bisnonno, Ercole Carzino, giocò in nazionale come mediano sinistro, e non come ala.
Si vuoi, ti posso passare info. circa la Samp.
Abbraccio!

Mail alla quale abbiamo risposto immediatamente:

29 maggio 2017 alle 7:14

Grazie anzitutto per l’attenzione. I Carzino sono stati una grande dinastia del calcio sampierdarenese. Ercole Carzino giocò una sola partita in nazionale il 6 Novembre 1921, nell’unica partita giocata esclusivamente da giocatori appartenenti a squadre partecipanti al campionato della FIGC nella stagione della scissione con la CCI (Italia – Svizzera 1-1 a Ginevra). Nella partita successiva, 15 Gennaio 1922, Italia – Austria 3-3 a Milano rientrarono anche quelli appartenenti alla CCI. Per la storia della Sestrese servirebbero foto storiche, se per caso il nostro interlocutore ne fosse in possesso potrebbe farcele avere. Grazie ancora!

Di conseguenza abbiamo ricevuto questa comunicazione sempre per via e-mail

  • thermoh

29 maggio 2017 alle 19:09

Ho acquistato due libri che possono aiutare per riarmare e contribuire con voi ma arriveranno in agosto (abito a Buenos Aires). “Come eravamo, Sestri Ponente”, e “Sessant’anni della fratellanza Sportiva Sestrese” (Tito Tuvo).
Dal Calcio Illustrato e Gazzetta Sportiva ci sono alcune fotografie della Sestrese (Cavagnaro a quel tempo). La Stampa Sportiva per i primi anni della società. Io ho alcune.
Una domanda forse la sai. Quando Ercole ha finito la sua carriera come calciatore, forse nel ’34 con la Sestrese. Allenò dopo Rapallo Ruentes, Sestrese (’36-37), Cavagnaro (’37-38). Ma non ho gli anni corretti prima dal 36′. Forse mi puoi aiutare. Grazie!

Ci siamo quindi resi conto che le email in questione arrivavano addirittura da Buenos Aires, dall’altra parte del mondo come direbbe qualcuno, e che il nostro blog, già internazionale, era diventato addirittura strumento di comunicazione transoceanica: forza dell’innovazione tecnologica ma anche dell’irresistibilità del fascino della memoria calcistica.

1

Ercole  Carzino in maglia azzurra

Abbiamo così risposto:

autore

30 maggio 2017 alle 7:15

Grazie ancor di più per scriverci da Buenos Aires. Le assicuriamo che provvederemo a scrivere qualcosa sulla Sestrese in precedenza. Quanto al suo antenato risulta che dal 1929 al 1931 abbia svolto il ruolo di giocatore-allenatore all’Imperia. Poi dal 1931 al 1934 vice allenatore alla Sampierdarenese (allenatore in capo l’austriaco Felsner sotto la cui guida la Sampierdarenese fu promossa in Serie A con la spareggio giocato a Bologna contro il Bari 1-0). Poi alla Sestrese dal 1934 al 1939 (Sestrese cui i fascisti avevano mutato il nome in Cavagnaro). C’è da aggiungere che Carzino era cresciuto nel 1914 nella Speranza Genova poi nell’Enotria e nella AC Ligure prima di approdare, subito dopo la prima guerra mondiale, alla Sampierdarenese. Ci sono altri Carzino calciatori, uno dei quali caduto durante la Resistenza nel 1944 come partigiano della Pinan –Cichero. Grazie ancora!

A questo punto in attesa di ulteriori sviluppi abbiamo pensato di accontentare, almeno parzialmente, il nostro attento lettore ricostruendo alcuni passaggi della storia della Sestrese almeno per quel che riguarda gli anni ’20-’30.

Approfondiremo in seguito, anche al riguardo della straordinaria storia sportiva della famiglia Carzino, ben consci del fatto che la Fratellanza Sestrese, maglia verde con stella bianca, rappresenta uno dei più importanti patrimoni associativi, tecnici, organizzativi nella storia del calcio ligure.

Andando dunque per ordine.

Campionato di Divisione Nazionale 1920 – 21

La Sestrese compare per la prima volta nel campionato di Divisione Nazionale nella stagione 1920 – 21, girone ligure che si concluse con questa classifica finale: ANDREA DORIA 22, GENOA 19, SPEZIA 17, SAVONA 17, SAMPIERDARENESE 16, SPES GENOVA 12, SESTRESE 9, RIVAROLESE 0.

Gara d’esordio il 31-10-1920: Sestrese – Genoa 0-3 per un totale di 2 vittorie (entrambe con la Rivarolese punteggio di 2-0) 5 pareggi e 7 sconfitte.

Formazione tipo: Guglielmini, Bogliolo, Bozzano, Masetti, Manerba, Ribatto, Olcese, Repetto, Moltedo, Raggio, Sesia (Bagnara, Maineri, Maestri, Olcese, Bussich, Gavioli).

Campionato FIGC 1921 – 22

La stagione della scissione. Le “grandi” si mettono in proprio, in attesa del girone unico, e formano la CCI su due gironi. La Sestrese partecipa al campionato delle “piccole”, basato su più gironi regionali, che sarà vinto dalla Novese.

Questa la classifica del girone ligure: Sampierdarenese 18, Speranza 12, Rivarolese 10, Sestrese 8, Spes Genova 7, Giovani Calciatori Grifone 5.

La Sestrese partecipa anche alla prima coppa Italia, che sarà vinta dal Vado, restando eliminata al primo turno della Rivarolese 2-0.

2

Ecco il campo di Villa Scassi dove negli anni ’20 giocava la Sampierdarenese

CAMPIONATO DI SECONDA DIVISIONE 1922 – 23

Raggiunto l’accordo con la “Pace di Brusnengo” il campionato si riunifica e la Sestrese partecipa vincdendolo  al torneo di Seconda Divisione, girone ligure – lombardo.

Questa la classifica finale: SESTRESE 22, VADO 19, SPES GENOVA 16, PAVIA 12, QUARTO 12, ENTELLA 11, GIOVANI CALCIATORI OEM 10, CASTEGGIO 10.

Formazione della Sestrese: Gazzo, Morchio, Bozzano, Capozzi, Toselli, Rivara, Repetto, Traverso, Traversa, Berta, Pigna.

CAMPIONATO DI SECONDA DIVISIONE 1923 – 24

La Sestrese si impone nuovamente nel girone unico nel quale sono discese Savona e Speranza retrocesse dal campionato di  prima divisione.

Classifica: SESTRESE 21, RIVAROLESE 19, SAVONA 17, VADO 17, SPERANZA 15, VELOCI EMBRIACI 9, QUARTO 8, SPES 1.

Formazione della Sestrese: Costa (una presenza in nazionale), Morchio, Bozzano, Rivara, Toselli, Brunetti, Berta, Masetti, Traverso I, Cimarosti, Traversa (Traversa II, Bosano).

CAMPIONATO DI SECONDA DIVISIONE 1924 – 25

Il girone si allarga e diventa ligure – piemontese. Si afferma la Novese con questa classifica: NOVESE 26, VALENZANA 25, RIVAROLESE 24, SPERANZA 22, SESTRESE 18, SAVONA 15, ASTI 14, ERRANTI VERCELLI 13, VADO 12, MOLASSANA 11.

Formazione della Sestrese: Lagomarsino, Traverso, Rivara, Brunetti, Testoni, Masetti, Castello, Cimarosti, Berta, Nespolo, Pigna.

CAMPIONATO DI SECONDA DIVISIONE 1925 – 26

Ancora un girone ligure –piemontese ma questa volta affermazione dello Spezia.

Classifica finale: SPEZIA 29, SESTRESE 25, SAVONA 24, ASTI 23, SPERANZA 22, RIVAROLESE 21, FIT TORINO 20, VALENZANA 18, CORNIGLIANESE 17, VADO 14, NOVESE 8.

Formazione della Sestrese: Lagomarsino, Brunetti, Traverso II, Rivara, Camera, Profumo, Castello, Berta, Rollero, Costa, Pigna.

CAMPIONATO DI PRIMA DIVISIONE 1926 – 27

Si cambia registro: il fascismo impone le fusioni e ci si avvia verso il girone unico di Serie A e Serie B (l’operazione sarà completata con il campionato 1929 – 30). Questo girone di Prima Divisione comprende squadre liguri, piemontesi, lombarde fra le quali l’Us Milanese che pochi mesi dopo sarà costretta a confluire nell’Inter per formare l’Ambrosiana e lo Speranza che subirà la stessa sorte inglobata nel Savona.

Classifica finale: Novara 29, Biellese 24, Legnano 23, Sestrese 19, US Milanese 18, Savona 16, Spezia 16, Derthona 16, Asti 15, Speranza 4.

Formazione della Sestrese: Castellari, Traverso, Corradini, Magnifico, Toselli, Ionata, Castello, Masetti, Marchionneschi, Berta, Nespolo (Moretti, Cimarosti, Cinquegrani).

CAMPIONATO DI PRIMA DIVISIONE 1927 – 28

Questa volta le liguri sono abbinate alle toscane e alle emiliane. Si impone la Pistoiese, per questa classifica finale: Pistoiese 27, Prato 24, Spezia 24, Savona 21, Sestrese 20, Carrarese 16, Carpi 15, Pisa 15, Lecco 15 (unica lombarda intrusa) Lucchese 3

Formazione della Sestrese:  Castellari, Corradini, Traverso, Magnifico, Toselli, Ionata, Novella, Nespolo, Zunino, Berta, Masetti

 

3

Lo Spezia terzo classificato nel campionato 1927-28 Da sinistra: Meoni, Pagano, Caiti, Papini, Gallotti, Zanollo, Santillo I, Tacchinardi, Rimoldi, Cassanelli, Bartolozzi.

CAMPIONATO DI PRIMA DIVISIONE 1928 – 29

La stagione precedente al girone unico. Si impone lo Spezia con la Sestrese al secondo posto e il Savona al terzo.

Classifica finale: Spezia 41, Sestrese 32, Savona 30, Ventimigliese 30, Pisa 28, Sestri Levante 28, Corniglianese 26, Viareggio 24, Rapallo 24, Carrarese 24, Rivarolese 22, Asti 22, Lucchese 19, Acqui 14.

Formazione della Sestrese: Amoretti (futuro portiere della nazionale, Juventus, Fiorentina, Padova, Genoa), Traverso, Corradini, Canepa, Toselli, Ionata, Novella, Zunino, Berta, Masetti, Borfico (Zucca, Guasti).

CAMPIONATO DI PRIMA DIVISIONE 1929 -30

Si impone la Lucchese dopo spareggio (a Spezia: Lucchese – Rivarolese 1-0) per questa classifica finale: Lucchese 30, Rivarolese 30, Savona 28, Carrarese 28, Viareggio 26, Ventimigliese 26, Acqui 25, Sestrese 24, Pro Lissone 23, Empoli 22, Pisa 19, Rapallo 18, Sestri Levante 13 ritirate Asti e Corniglianese.

Formazione della Sestrese: Zucca, Savio, Berta, Canepa, Toselli, Ionata, Nespolo, Narizzano, Olivini, Bodrato, Masetti (Pasera, Gaggero, Guasti, Carlevaro, Borfico).

CAMPIONATO PRIMA DIVISIONE 1930 – 31

Dominio lombardo, si impone il Vigevano davanti a Pavia e Vogherese per questa classifica finale: VIGEVANO 37, PAVIA 31, VOGHERESE 31, SAVONA 30, BRA 26, RIVAROLESE 24, VENTIMIGLIESE 23, RAPALLO 21, ACQUI 20, SESTRESE 20, IMPERIA 18, ABBIATEGRASSO 16, CODOGNO 14.

Formazione della Sestrese: Amoretti, Mosca, Berta, Gaggero, Bonelli, Respi, Novella, Guasti, Sabatini, Masetti, Testa (Castellari, Conte, Canepa, Carrara, Gregorio).

In omaggio al nostro interlocutore boarense pubblichiamo anche la formazione dell’Imperia, esordiente in quel campionato, nella quale figura anche il suo antenato Ercole Carzino che in quella squadra fungeva da  giocatore-allenatoreRossi, Ferrando, Stagani, Ansi, Bossano, Gernesi, Casazza, Scevola, CARZINO, Gatelli, Grosso.

CAMPIONATO DI PRIMA DIVISIONE 1931 – 32

Si impone il Savona mentre accede alla finali per la promozione in Serie B anche la Sampierdarenese, tornata all’insegna d’origine dopo la disastrosa vicenda della Dominante imposta dal fascismo. Gli striscioni bianco blu non riusciranno nell’impresa del salto di categoria che invece toccherà ai più esperti lupi sampierdarenesi.

Classifica finale del girone: SAVONA 42, SAMPIERDARENESE 40, RAPALLO 34, EMPOLI 33, DERTHONA 32, ANDREA DORIA 31, PISA 31, VIAREGGIO 31, VENTIMIGLIESE 29, LUCCHESE 29, CARRARESE 27, RIVAROLESE 26, SESTRESE 26, IMPERIA 23, ACQUI 20, PONTEX 18.

Formazione  della Sestrese: Remaggi 8sarà un punto di forza per molte stagioni), Mosca, Berta, Bonelli, Bianchi, Nespolo, Carrara, Piccinini, Testa, Bottino, Guasti  (Ravera, Piccinini, Gaggero I, Gaggero II).

Nell’Imperia CARZINO figura come portiere con questa formazione : Carzino, Stefani, Bay, Ansi, Geanesi, Magnetto, Grosso, Testera, Ghiglione, Cagno, Mantero.

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Una formazione della Samp allenata da Ercole Carzino e Arpad Hajos

CAMPIONATO DI PRIMA DIVISIONE 1932 – 33

Duello rusticano tra Derthona e Savona , alla fine la spuntano i piemontesi con il minimo distacco. Da notare che al campionato partecipano anche le squadre riserve di Serie A.

Classifica finale: Derthona 36, Savona 35, Genoa riserve 34, Alessandria riserve 33, Andrea Doria 29, Imperia 27, Sestrese 27, Ventimigliese 25, Vogherese 23, Rapallo 22, Vado 20, Casale riserve 20, Casteggio 20, Pontedecimo 11.

Formazione della Sestrese: Ferrari, Ravera, Berta, Canepa, Bianchi, Testa, Landini, Zunino, Bottino, Parodi, Sala (Porta, Traversa, Giazzi).

CAMPIONATO DI PRIMA DIVISIONE 1933 – 34

Si impone nuovamente il Savona ma l’esito delle finali negherà ancora agli striscioni il passaggio in Serie B.

Classifica finale: SAVONA 47, ANDREA DORIA 45, IMPERIA 40, ENTELLA 34, VENTIMIGLIESE 33, VADO 29, GENOA RISERVE 28, SESTRESE 28, ALESSANDRIA RISERVE 27, ACQUI 27, ALASSIO 27, CORNIGLIANESE 26, PONTEDECIMO 25, RAPALLO 24, ALBENGA 20, RIVAROLESE 19.

Formazione della Sestrese: Remaggi, Dagnino, Testa, Pedinetti, Bianchi, Canepa, Novella, Carlevaro, Zunino, Parodi, Raggio  (Gaggero, Maranetto, Pagani, Marchiandi).

 

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CAMPIONATO DI PRIMA DIVISIONE 1934 – 35

Lotta serrata a tre tra Sanremese, Savona e Sestrese ma alla fine sono i matuziani a prevalere.

Classifica finale: SANREMESE 37, SAVONA 35, SESTRESE 34, IMPERIA 32, VENTIMIGLIESE 32, ENTELLA 31, RAPALLO 30, ALBENGA 25, VADO 24, ACQUI 23, CORNIGLIANESE 22, ALASSIO 18, MAURINA 11, PORTUALE 10.

Formazione della Sestrese: Giani, Testa, Dagnino, Lucchese, Bonelli, Sconfienza, Novella, Maranetto, Carlevaro, Parodi, Marchiandi (Canessa).

CAMPIONATO DI SERIE C 1935 – 36

Si completa il disegno di riorganizzazione del calcio italiano con l’istituzione della Serie C. Girone ligure – piemontese – toscano. Spezia e Sanremese terminano appaiate ma la Sanremese rinuncia allo spareggio e gli aquilotti salgono in Serie B.

Classifica finale: SPEZIA 46, SANREMESE 46, SESTRESE 34, ANDREA DORIA 33, ENTELLA 32, IMPERIA 30, PONTEDECIMO 27, ASTI 27, DERTHONA 27, SAVONA 25, RIVAROLESE 24, PONTEDERA 23, MONTEVARCHI 17, VENTIMIGLIESE 17, CASALE 12, RITIRATO EMPOLI.

Formazione della Sestrese: Giani, Oliva, Sconfienza, Pedrinetti, Testa, Lucher, Carlevaro, Bianchi, Fossati, Sabatini, Rivolo (Travaglino, Pesce).

CAMPIONATO DI SERIE C 1936 – 37

Tocca alla Sestrese contrastare fino all’ultimo la Sanremese che questa volta stacca il biglietto per la cadetteria.

Classifica finale: SANREMESE 48, SESTRESE 46, RIVAROLESE 38, BIELLESE 36, IMPERIA 36, SAVONA 33, ENTELLA 33, ASTI 31, PINEROLO 27, PONTEDECIMO 26, VADO 26, CORNIGLIANESE 25, ANDREA DORIA 25, CARRARESE 22, ACQUI 20, DERTHONA 8.

Formazione della Sestrese: Remaggi, Oliva, Testa, Lucchese, Bonelli, Solari, Pesce, Fossati, Cerruti, Sabatini, Rivolo.

CAMPIONATO  SERIE C 1937 – 38

Il fascismo impone il mutamento di denominazione alla Sestrese che diventa Cavagnaro aggiungendo al verde il nero, al Pontedecimo che si trasforma in Valpolcevera e al Rapallo mutato in Tigullia. Sul campo il Casale precede il Savona di cinque punti.

Classifica finale: CASALE 42, SAVONA 37, CAVAGNARO SESTRESE 36, BIELLESE 35, GALLARATESE 35, ASTI 34, IMPERIA 33, ENTELLA 30, ANDREA DORIA 30, PAVIA 30, VADO 29, CUSIANA 28, ACQUI 27, VALPOLCEVERA 21, DERTHONA 17, PINEROLO 16.

Formazione  Cavagnaro-Sestrese: Remaggi, Oliva, Rosso, Lucchese, Coppo, Canessa, Fossati, Cornara (un alessandrino che sarà lo scopritore di Gianni Rivera), Pantani, Sabatini, Rivolo.

CAMPIONATO SERIE C 1938 – 39

Duello Savona – Cavagnaro. Si impongono gli striscioni ma non riusciranno a passare l’esame delle finali.

Classifica finale: SAVONA 37, CAVAGNARO SESTRESE 31, VALPOLCEVERA 30, ACQUI 29, TIGULLIA RAPALLO 25, IMPERIA 25, VADO 22, ALBENGA 21, ANDREA DORIA 20, PINEROLO 20, ASTI 18, CUNEO 18, ENTELLA 16.

Formazione Cavagnaro-Sestrese: Remaggi, Rosso, Testa, Solari, Bonelli, De Negri, Carlevaro, Petrocchi, Pantani, Sabatini, Metelliano  (Sconfienza, Fossati, Scotto).

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La Sestrese-Cavagnaro campionato ’38 – 39. Formazione: Remaggi, Rosso, Foglia (nella foto il secondo in piedi da sinistra), Solari, Bonelli, De Negri, Carlevaro, Patrocchi, Pantani, Sabatini (ultimo in piedi a destra, accanto al massaggiatore), Scotto

CAMPIONATO SERIE C 1939 – 40

Si impone nuovamente il Savona e questa volta ai bianco blu riesce il gran salto in Serie B.

Classifica finale: SAVONA 42, CAVAGNARO SESTRESE 40, CASALE 34, ASTI 33, TIGULLIA RAPALLO 32, VALPOLCEVERA 31, CUNEO 29, PINEROLO 29, ALBENGA 28, LITTORIO (altro mutamento di denominazione si tratta della Rivarolese) 26, ENTELLA 24, ACQUI 23, VADO 17, SAVIGLIANESE 17, ANDREA DORIA 15.

Formazione Cavagnaro-Sestrese: Remaggi, Rosso, Testa, Solari, Cornara, De Negri, Fossati, Vanara (ex savonese) Pantani, Sabatini, Costa (Narizzano, Bulla, Marchionneschi, Foglia, Patrocchi).

Il 10 Giugno 1940, mentre erano ancora ancora in corso le finali per la promozione in Serie B, l’Italia entra in guerra. La domenica precedente l’Ambrosiana-Inter ha vinto lo scudetto e Fausto Coppi il suo primo Giro d’Italia.

Fermiamo a questo punto la nostra rievocazione storica riguardante la Sestrese: la riprenderemo quanto prima per affrontare le stagioni del dopo guerra.

QUANDO IL TRIO D’ATTACCO SI TRASFORMAVA IN “TRIO DELLE MERAVIGLIE”

C’era una volta il “trio d’attacco”, in alcune eccezionali e fortunate congiunzioni astrali in grado di trasformarsi in “trio delle meraviglie”. Era il tempo in cui lo schieramento delle squadre in campo era molto diverso da quello di oggi quando si giocava con il metodo, poi con il sistema e “mezzo sistema” ( il “libero” fisso in difesa, di cui abbiamo già scritto in diverse occasioni). In particolare al centro dell’attacco si formava il famoso “trio” composto dalle mezzeali e dal centroavanti (allora i numeri 8, 9,10) che normalmente giocavano molto “stretti” tra loro, interscambiandosi di posto (era frequente che una delle due mezzeali se non entrambe giocassero più in profondità del centroavanti, come accadeva per esempio nel sistema ungherese) funzionando, in sostanza, come una vera e propria “testa di ponte” offensiva. Le ali giocavano molto larghe per impostare il contropiede, viaggiando – in particolare nel metodo – sui lanci lunghi  del centromediano che si situava – per così dire – “davanti alla difesa”: nel campionato italiano grandi specialisti di questo ruolo furono Monti, Bernardini, Andreolo.

Nel metodo erano i terzini a “coprire” le mezzeali marcando quelle avversarie, poi nel “sistema” inventato da Chapman, manager dell’Arsenal, per ovviare alla novità introdotta dall’International Board riducendo ad uno anziché due (più il portiere) il numero dei giocatori nel caso di fuorigioco, toccò ai mediani situarsi immediatamente alle spalle delle mezzeali formando il famoso “quadrilatero”. Con l’avvento del “libero” toccò poi ad un’ala ripiegare a coprire il buco a centro campo. Nacque così il ruolo dell’ala tornante, in Italia coperto in particolare a destra: Gino Armano, Bruno Mora, il superclassico Julio Botelho detto Julinho, in tempi più oderni Franco Causio e Bruno Conti.

Tutto questo per ricordare la tattica di un tempo (non tutto è nato a Coverciano, anzi più spesso le soluzioni “magiche” nascevano sui campi di provincia: Siracusa, Salerno, Spezia, Trieste, Padova, magari per essere applicate alla Valletta in precedenza di San Siro o di Marassi), ma soprattutto per  sottolineare come il “trio d’attacco” rappresentasse fulcro e cuore del gioco di una squadra e che, molto spesso, i nomi dei suoi componenti fossero recitati in fila quasi a comporre un tutto unico (come capitava del resto al trio: portiere, terzini o ai tre della linea mediana. Fuori da questa recitazione quasi da rosario rimanevano le ali: non a caso Acitelli ha titolato il suo magnifico libro di poesie sul calcio come “La solitudine dell’ala destra). Altrettanto frequente era, per i componenti del trio d’attacco, la definizione di “trio delle meraviglie”.

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I progenitori del “trio”: Baloncieri, Libonatti, Rossetti (o Rosetti? l’esatta grafia è rimasta sempre incerta)

Ne ricordiamo diversi: il più antico e celebre quello del Torino della seconda metà degli anni ’20: Baloncieri, Libonatti, Rossetti, quello della Juve del quinquennio (ormai superata dalla Juve di Allegri del sessennio) formato da Cesarini, Borel e Ferrari, quello del “Bologna, che tremare il mondo fa” con Sansone, Schiavio (poi Puricelli) e Fedullo, ancora la nazionale campione del mondo del ’38 con Meazza, Piola e Ferrari.

Era diverso, invece, il gioco d’attacco del grande Torino con Loik che indossava il numero 8 destinato ad un lavoro di ricucitura a centrocampo e sostituito spesso nelle incursioni a rete dai mediani in particolare Castigliano.

Così come anomalo, rispetto allo schema che stiamo disegnando, era il gioco d’attacco dell’Inter di del mago Herrera vuoi per la presenza di un n. 8, Sandro Mazzola, che agiva prevalentemente da vero e proprio centroavanti e di un n.11 come Mariolino Corso che affiancava il centrocampo facendosi vedere poco all’estrema sinistra.

Non tocchiamo il testo delle squadre internazionali perché dovremmo affrontare, allora, il modo di giocare del “los trio de la cara sucia”  (il trio dalla faccia sporca) Angelillo, Maschio, Sivori (tutti approdati in Italia) o del Brasile di Didì, Vavà, Pelè e dell’Ungheria di Kocsis, Hidegkuti, Puskas e il discorso si farebbe lunghissimo.

L’ultima storia del “trio” che va sicuramente citata riguarda, già applicata la “zona” nel Milan di Arrigo Sacchi, i tre olandesi Rijkard, Van Basten, Gullit che meritano assolutamente di essere citati nella storia accanto ai grandissimi fin qui elencati (in una lista sicuramente del tutto incompleta).

Ed il miglior trio d’attacco nella storia del Savona: sarebbe facile rispondere con i tre dell’ultima serie B, Spanio, Fascetti, Gilardoni. Nel nostro cuore, però, c’è posto per un altro “trio” in tempi più difficili. Campionato 1957-58, penultima stagione in corso Ricci: Gennari (il mago del corner), Teneggi (il Charles della IV Serie), Mantero (Bertin, grande cannoniere). Un vezzo da nostalgici si dirà la tecnica dei due interni era sopraffina e la potenza dell’ariete notevole, come avrebbe dimostrato in una lunga carriera.

In questo quadro però abbiamo scelto le due situazioni che, a nostra memoria, ci sono apparse come quelle maggiormente esemplificative di tutto il discorso sia dal punto di vista tecnico riferito ai protagonisti, sia dal punto di vista dello sviluppo tattico delle squadre di cui facevano parte. Sono, dunque, il “trio delle meraviglie” che vorremmo ricordare nel dettaglio: quello milanista formato dagli svedesi Gren, Nordhal, Liedholm (il famoso Gre-No-Li) e quello degli juventini Boniperti, Charles, Sivori.

I tre svedesi, reduci dalla medaglia d’oro vinta alle Olimpiadi di Londra del 1948,  esordirono assieme in maglia rossonera nel campionato 1949-50 e, in quello successivo, riportarono lo scudetto al Milan dopo 44 anni.

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Il Gre-No-Li alla presentazione in quel di San Siro: tecnica, possanza e saggezza tattica

Gli juventini assortiti grazie a due magistrali colpi di mercato che portarono Charles dal Leeds e Sivori dal River Plate per affiancare Boniperti nel frattempo spostatosi da centroavanti a mezzala (Boniperti in bianconero da n. 9 era già stato protagonista in due occasioni da “trio delle meraviglie” con Martino e John Hansen nel campionato 1949-50 e con Karl Hansen in luogo di Martino nel campionato 1951-52) portarono ala società bianconera tre scudetti: ’57-’58, ’59-’60, ’60-’61, stagione quest’ultima che registrò l’addio al calcio a soli  32 anni di Giampiero Boniperti.

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Ecco il trio juventino in posa per i fotografi, da sinistra Sivori, Charles, Boniperti

Per ricordare degnamente questo magnifico “ensemble” di assi  abbiamo pensato così di ritornare alla giornata del loro esordio e di pubblicare tutti i tabellini delle partite di Serie A di quella giornata: un modo anche per citare tanti protagonisti, in grande parte dimenticati, del calcio italiano in periodi felici ed importanti.

Allora andando per ordine e cominciando dal Gre-No-Li.

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Campionato 1949 – 50

11 Settembre 1949  prima giornata

Bari – Genoa 2-0

Reti: Fabian e Stradella (rigore).

Arbitro: Pera.

Bari: Visco, Pietrasanta, Stellin, Sabbatini, Carlini, Isetto, Bonini, Sentimenti V, Stradella, Voros, Fabian.

Genoa: Piani, Pellicari, Magni, Castelli, Cattani, Bergamo, Boyè, Formentin, Aballay, Alarcon, Koenig.

Bologna – Atalanta 2-6

Reti: K. Hansen (3, due su rigore), Soerensen (2), Randon, Cappello, Mike (rigore).

Arbitro:  Pieri.

Bologna: Vanz, Giovannini, Ricci, Mezzadri, Ballacci, Visconti, Mike, Cervellati, Cappello, Tacconi, Taiti.

Atalanta: Casari, Dalmonte, Piccardi, Malinverni, Nordhal I, Angeleri, Busnelli, K. Hansen, Cergoli, Soerensen, Randon.

Como – Palermo 1-0

Rete: Stua.

Arbitro: Agnolin.

Como: Cardani, Travia, Pedroni, Maronati, Bosco, Villa, Chawko, Rabitti (futuro e sfortunato allenatore del Savona in Serie B), Ghiandi, Stua, Lipizer.

Palermo: Masci, Giaroli, Boldi, Gimona, Santamaria, Milani, Marzani, Fuin, Vycpalek (futuro allenatore della Juventus), Lodi, De Santis.

Internazionale –  Padova  1-1

Reti: Fattori, Prunecchi.

Arbitro:  Gamba.

Inter: Franzosi, Guaita, Giovannini, Fattori, Basso, Achilli, Armano, Lorenzi (l’indimenticabile “Veleno”, idolo della tifoseria nerazzurra), Amadei, Wilkes, Nyers I.

Padova: Romano, Sforzin, Zanon, Rolle, Fuchs, Matè, Vitali, Curti, Quadri, Celio I, Prunecchi.

Venezia – Torino 0-1

E’ la prima partita del Toro prima squadra post – Superga. Il campionato 1948-49 infatti era stato concluso dalla squadra “ragazzi” granata. denominata Torino Simbolo.

Rete: Santos.

Arbitro: Orlandini.

Venezia: Griffanti, Ferron, Pischianz, Castignani, Lucchi, Ottogalli, Vaccari, Massagrande, Bercarich, Nicolitich, Degano.

Torino: Moro, Bersia, Cuscela, Depetrini, Nay, Macchi, Frizzi, Santos, Marchetto, Tubaro, Carapellese.

Lucchese – Lazio 2-2

Reti: Flamini, Montanari, Mazza (2).

Arbitro:  Bernardi.

Lucchese: Geatti, Caprili, Padulazzi, Rosellini, Avanzolini, Scarpato, Cattaneo, Toth, Mazza, Kincses, Onorato.

Lazio: Sentimenti IV, Antonazzi, Furiassi, Sentimenti III, Remondini, Montanari, Puccinelli, Magrini, Hofling, Flamini, Penzo.

Novara – Triestina 1-2

Reti: Piola, Ispiro, Blason.

Arbitro:  Camiolo.

Novara: Corghi, Della Frera, De Togni, Grisanti, Odone, Baira, Pombia, Piola, Giraudo, Renica, Ferraris II.

Triestina: Nuciari, Zorzin, Blason, Radio, Trevisan, Giannini, Rossetti, Petagna, Adcock, Ispiro, Begni.

Roma  Pro Patria 2-0

Reti: Bacci e Zecca.

Arbitro:  Canavesio.

Roma: Risorti, Andreoli, Maestrelli, Degl’Innocenti, Tre Re, Venturi, Merlin, Spartano, Zecca, Bacci, Tontodonati.

Pro Patria: Uboldi, Azimonti, Viney, Borra, Fossati, Pozzi, Toros, Turconi II, La Rosa, Guarnieri, Turbeky.

Sampdoria – Milan 1-3

Reti: Burini, Liedholm, Rinaldi, Baldini.

Sampdoria: Bonetti, Gratton, Arrighini, Coscia, Bertani, Mannocci, Rebuzzi II, Bassetto, Baldini, Gei, Sabatella.

Milan: Milanese, Sanvito, Foglia, Annovazzi, Tognon (in futuro  breve esperienza di allenatore del Savona), De Gregori, Burini, GREN, NORDHAL, LIEDHOLM, Rinaldi.

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Gunnar Nordhal, detto il “pompiere”, scatenato nell’area dell’Inter. Achilli “gamb de seeler” invoca invano il fuorigioco.

Juventus – Fiorentina 5-2

Reti: Boniperti, Martino, John Hansen (3), Dalla Torre, Giusti rigore.

Arbitro: Marchetti.

Juventus: Viola, Bertucelli, Manente, Mari, Parola, Piccinini, Muccinelli, Martino, Boniperti, John Hansen, Praest.

Fiorentina: Costagliola, Eliani, Cervato, Acconcia, Rosetta, Magli, Giusti, Chiappella, Galassi, Pandolfini, Della Torre.

Ed eccoci alla giornata d’esordio del trio juventino

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Omar Sivori in raffinato palleggio scavalca Panetti. John Charles osserva

8 SETTEMBRE 1957 PRIMA GIORNATA

Internazionale – Torino 0-0

Arbitro:  Adami.

Inter: Ghezzi, Fongaro, Vincenzi, Invernizzi, Bernardin, Venturi, Pandolfini, Massei, Angelillo (anche lui esordiente nel campionato italiano), Dorigo, Skoglund.

Torino: Rigamonti, Grava, Brancaleoni, Bonifaci, Ganzer, Bearzot, Armano, Fogli, Ricagni, Bacci, Bertoloni.

Alessandria – Fiorentina 1-0

Rete: Vitali.

Arbitro:  Moriconi.

Alessandria. Stefani, Nardi, Giacomazzi, Marcellini, Pedroni, Traverso, Castaldo, Vitali, Vonlanthen, Tagnin, Savioni.

Fiorentina: Giuliano Sarti, Robotti, Cervato, Chiappella, Biagi, Segato, Taccola, Gratton, Lojacono, Montuori, Bizzarri.

Bologna – Udinese 2-2

Reti: Vukas, Capra, Lindskog, Bettini.

Arbitro: Grignani.

Bologna: Giorcelli, Greco, Capra, Gasperi, Mialich, Pilmark, Cervellati,  Pivatelli, Bonafin, Vukas, Pascutti.

Udinese: Cudicini, Cardarelli, Valenti, Piquè, De Giovanni, Sassi II, Pentrelli, Pantaleoni, Bettini, Lindskog, Fontanesi.

Juventus – Verona 3-2

Reti: Boniperi, Sivori, Charles (il trio al completo, subito all’esordio), Maccacaro, Bassetti.

Arbitro: Guarnaschelli.

Juventus: Mattrel, Corradi, Garzena, Emoli, Ferrario, Colombo, Nicolè, BONIPERTI, CHARLES, SIVORI, Stivanello.

Verona: Ghizzardi (anche per l’Italovolante si trattò dell’esordio in Serie A. Poi nel 1967 arrivò a Savona, purtroppo con dodici mesi di ritardo), Basiliani, Cuttica, Tesconi, Rosetta, Larini, Bagnoli, Stefanini, Maccacaro, Gundersen, Bassetti.

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Omar Sivori e capitan Boniperti lasciano il campo di Marassi in una partita dominata dal fango

Napoli – Genoa 4-0

Reti: Vinicio, Brugola, Di Giacomo, Franchini rigore.

Arbitro: Lo Bello.

Napoli: Bugatti, Comaschi, Greco II, Morin, Franchini, Beltrandi, Brugola, Di Giacomo, Vinicio, Bertucco, Novelli.

Genoa: Franci, Begalli, Becattini, Viciani, Carlini, Leopardi, Frignani, Leoni, Corso, Abbadie, Barison.

Padova –  Lazio 3-1

Reti: Hamrin, Moro, Chiumento, Burini rigore.

Arbitro: Ferrari.

Padova: Pin, Blason, Scagnellato, Pison, Azzini, Moro, Hamrin, Rosa, Brighenti, Chiumento, Boscolo.

Lazio: Giannisi, Molino, Eufemi, Carradori, Pinardi, Burini, Muccinelli, Pozzi, Tozzi, Vivolo, Selmonsson.

Roma  Spal 1-1

Reti: autorete di Losi, Giuliano su rigore.

Arbitro: Marchese.

Roma: Panetti, Griffith, Losi, Giuliano, Stucchi, Magli, Ghiggia, Pistrin, Secchi, Da Costa, Menegotti.

Spal: Bertocchi, Delfrati, Lucchi, Villa, Ferraro, Zaglio, Vitali, Broccini, Rozzoni, Sandell, Mezzalira.

Sampdoria – Atalanta 1-1

Reti: autorete di Roncoli, Zavaglio.

Arbitro:  Rigato di Mestre.

Sampdoria: Bardelli, Farina, Benito Sarti, Marocchi, Bernasconi, Vicini,Olivero Conti, Ockwirk, Firmani, Tortul, Arrigoni.

Atalanta: Boccardi, Cattozzo, Roncoli, Angeleri, Gustavsson, Janich, Lenuzza, Annovazzi, Zavaglio, Raul Conti, Longoni.

Lanerossi Vicenza – Milan 1 -1

Reti: David, Grillo.

Arbitro: Bonetto di Torino.

Lanerossi Vicenza: Luison, Giaroli, Dell’Innocenti, David, Lancioni, Marchi, Valentinuzzi, Aronsson, Antoniotti, Bassetto, Savoini.

Milan: Soldan, Maldini, Zagatti, Liedholm, Zannier, Bergamaschi, Mariani, Grillo, Bean, Fontana, Cucchiaroni.

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Infine ecco gli olandesi volanti: da sinistra, Frank Rijkard, Marco Van Basten, Ruud Gullit (“come cervo che esce di foresta” per dirla con Vujadin Boskov),  il “trio delle meraviglie” in maglia rossonera