1968/197: Prima categoria, le stagioni d’avvio di un campionato in crescita

di LUCIANO ANGELINI e FRANCO ASTENGO

La stagione 1968 – 69 fece registrare un cambiamento sostanziale nella gerarchia dei campionati. Andò in pensione il vecchio torneo di Promozione – per tanti anni vera serie A dei dilettanti liguri – articolato sui due classici gironi di Levante e di Ponente. Fu formato, infatti, un solo girone regionale di Eccellenza: un torneo ad alto livello, molto impegnativo per le società sia dal punto di vista tecnico ma soprattutto organizzativo ed economico.

Alle sue spalle fu varato il campionato di Prima categoria, inizialmente articolato su 3 gironi poi ampliato (quasi subito fin dalla stagione ’69 – 70, considerato anche che la Seconda categoria aveva avuto un impulso molto forte con la crescita di nuove squadre e per Savona ed Imperia era sorto anche il torneo di Terza categoria che fino ad allora non esisteva).

Dalle nostre parti, nel ponente della Regione, da Ventimiglia fino ad Arenzano (in molte occasioni però Arenzano e Cogoleto fecero parte del Grione B, quello del ponente genovese), nel passaggio dai 3 ai 4 gironi non cambiò granché ma si colse l’occasione per consolidare la presenza di molte squadre rivierasche approdate da poco ai campionati federali, magari dopo aver frequentato a lungo quelli del Csi, diventando con il tempo realtà calcistiche molto importanti, pensiamo a Finalpia, Ceriale, Borghetto, Andora.

Il parco – atleti fece registrare un notevole ringiovanimento, frutto anche del lavoro dei settori giovanili (anche in questo caso si era registrato nel tempo un notevole ampliamento di partecipazione ai campionati juniores e allievi ed era stato istituito il campionato esordiienti), ma molti dei vecchi leoni che avevano frequentato i caldi campi della Promozione non si erano certo fatti pregare per scendere in campo anche nel nuovo torneo.

Alcuni fra questi erano passati dal campo  alla panchina. Citandone alcuni: Negro, Pepè Minuto, Pizzorno, Sesena, Suraci, Armella, Gaglione, Corrado Teneggi, Giancarlo Tonoli, Giulio Mariani, Nanni Ciglieri anche se, all’occasione, l’idea di tornare a calzare le scarpe bullonate (chissà perché in covercianese adesso si dice “scarpini”?) si faceva sentire.

Da registrare, ancora, come sulla panchina dei Loanesi, in questo periodo, sedesse nientemeno che Ermes Muccinelli, già ala destra della Juve pluriscudettata prima con John Hansen e Praest poi con Sivori e Charles comunque sempre al fianco del suo grande amico Boniperti. Muccinelli si era trasferito  a Torre del Mare (dopo aver allenato l’Asti e scoperto Giancarlo Antognoni)  e in seguito si sarebbe occupato anche delle sorti della Spotornese.

Il piccolo grande “Mucci” non era però il solo ad aver calcato i campi della Serie A ad essere impegnato nel nostro girone “A” della Prima Categoria: con lui infatti c’erano l’ex- spallino Camilloni tra Ceriale e Loano e l’ex-sampdoriano Scazzola allenatore e comandante dei vigili a Borghetto.

Ecco il quadro complessivo delle squadre partecipanti tra il 1968 – 69 e il 1972 – 73 con la formazione tipo e i quadri tecnici (da notare come in materia esistano testi molto completi. Nanni De Marco ha scritto la storia di Vado e Veloce (la storia del club granata comprende anche quella relativa agli anni ’30 e ’40 dell’Ilva e notizie preziose del calcio savonese dai primordi agli anni ’20); Eugenio De Vincenzo con Emanuela Miniati quella del Finale, Finalborghese, e Finalpia; lo stesso De Vincenzo con Mario Varicelli usufruendo anche dei quaderni di Geddo quella del Pietra Ligure e delle “diramazioni” Maremola, Pietra Soccorso, Pietra Sport.

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Ecco Ermes Muccinelli, massimo rappresentante del calcio italiano presente nei nostri gironi di Prima Categoria (nelle stagioni in esame direttore tecnico della Loanesi) ritratto con la maglia della Juve assieme al suo sodale Giampiero Boniperti

ALASSIO  ( 1 presenza)

’72 – 73 (quarto posto, 36 punti): Zenari, Benvenuti, Cova, Invernizzi, Locci, Ravera, Cotta, Bianchi, Massobrio, Capasso, Francia (Venturino); all. Tonoli.

ALBISOLA ( 5 presenze)

’68 – 69 (nono posto, 28 punti): Francese, Renesto, Furci, Gandolfo, Tortarolo, Reverdito, Caserta, Foglia, Piscopo II; De Vita, Di Maggio; all. Delfino.

’69 – 70 (quarto posto, 39 punti): Piastra, Mattavelli, Furci, De Vita, Tortarolo, Piscopo I, Biavasco, Gandolfo, Piscopo II, Calcagno, Reverdito (Lauro); all. Teneggi.

’70  – 71 (decimo posto, 26 punti):  Tovagliaro, Furci, Vicenzi (futuro sindaco di Stella e di Albissola Marina), De Vita, Tortarolo, Berardo, Frediani, Somà, Piscopo II, Cusimano F, Cusimano L  (Basso); all. Tonoli.

71 – 72 (sesto posto, 34 punti): Delfino, Marchi, Piscopo II, De Vita, Berio, Cusimano F, Siccardi, Cusimano L, Teneggi, Somà, Colombo (Tonoli); all. Tonoli.

’72 – 73 (sesto posto, 30 punti): Ghizzardi, Parodi, Furci, Bortoletto, Zunino, De Vita, Zilli, Vallarino, Siccardi, Frediani, Albanese (Falzoi, Spadaro); all. Ghizzardi.

ANDORA ( 2 presenze)

’69 – 70 (undicesimo posto, 22 punti): Giordano, Not, Valenza, Bertolino, Ghirardi, Siccardi, Bernardini, Piccini, Maiolino, Baroni, Bergoin; all. Ossola, d.t. Ferrario.

’70 – 71 (quattordicesimo posto, 21 punti): Franchelli, Luzzo, Valenza, Bertolino, Siccardi, Ghirardi, Cazzaniga, Lupo, Sogno, Grande, Bergoin; all. Ossola, d.t. Ferrario.

ARENZANO ( 1 presenza)

’71 – 72 (primo posto, 45 punti): Persano, Damonte, Zanini II, Zanini I, Salomone, Calvi, Vandone, Martini, Delfino, Varona, Bigazzi (Coloretti); all. Varona sr.

ARGENTINA (3 presenze)

’68- 69 (terzo posto, 36 punti): Ramella, Cerri II, Santini, Cane, Boldrighi, Cerri I, Alborno, Fichera, Merello, Roberi, De Pasquale; all. Cerri I.

’69 – 70 (secondo posto, 45 punti): Ramella, Rossi, Santini, Roberi, Cerri I, Cerri II,Carraro, Cane, Frezza, Indino, Fichera (Ozenda, Del Bello); all. Cerri I.

’70 – 71 (primo posto, 47 punti): Ramella, Boldrighi, Santini, Roberi, Del Bello, Cerri I, Ghersi, Fichera, Fara, Pistone, DePasquale (Pattone); all. Cerri I.

AUXILIUM ALASSIO ( 2 presenze)

’69 – 70 ( tredicesimo posto, 21 punti): Nicolosi, Villani, Giachello I, Ferro, Enrico, Montaldo, Giachello II, Maghella, Martino, Lanfredi, Francia; all. Brancaleoni.

’70 – 71 (sedicesimo posto, 20 punti): Nicolosi, Villani, Caviglia, Giachello II, Enrico, Montaldo, Maghella, Cacciamani, Martino, La Guardia, Cerasa (Lanfredi); all. Brancaleoni.

BORGHETTO SANTO SPIRITO  (1 presenza)

’72 – 73 (quinto posto, 34 punti): Gibertini, Airaldi, Marelli, Verdino, Moggia, Parinello, Minetti, Baucia, Chirivì, Scazzola, Piccolo (Piccardo); all. Scazzola.

BORGIO VEREZZI (1 presenza)

’68 – 69 (sedicesimo posto, 21 punti): Traversa, Rinaldi, Rescigno, Pittalis, Enrico, Ratto, Bongiovanni, Lanfredi, Arrigo,Giuni, Tessitore (Bianchi); all. Sorrentino, d.t. Bergallo.

CARLIN’S BOYS SANREMO (5 presenze)

Degna di nota la “longevità” in panchina dell’allenatore Grammatica nelle cinque stagioni dei Carlin’s in Prima categoria.

’68 – 69 (decimo posto, 27 punti): Cocconcelli, Mirto, Verdanaga, Allegri, Attus II, Petruziello, Venuto, Attus I, Fara, Fellegara, Bellisario (Croce); all. Grammatica.

’69 – 70 (quinto posto, 36 punti): Cocconcelli, Moraglia, Verdanega, Petruziello, Cattaneo, Croce, Attus I, Rolleri, Ghersi, Agnelli, Attus II (Fara II); all. Grammatica.

’70 – 71 (quarto posto, 37 punti): Cocconcelli, Zunino, Moraglia, Baire, Croce, Rebaudo, Siri, Agnelli, Ghersi, Monterosso, Lapini (Attus I); all. Grammatica.

’71 – 72 (secondo posto, 43 punti): Angeloni, Siri, Moraglia, Lapini, Croce, Barale, De Carlini, Pistone, Ghersi, Accinelli, Girondi ( Cocconcelli); all. Grammatica.

’72 – 73 (tredicesimo posto, 26 punti): Angeloni, Siri, Attus II; Lapini, Girondi, D’Aloisio, Attus I, Pattone, Ghersi, Accinelli, Semeria; all. Grammatica.

CAIRESE (4 presenze)

Il portiere Bertonasco, con quattro stagioni su quattro in Prima categoria, il terzino Berretta e Pesce con tre, sono un po’ il simbolo della Cairese di quegli anni con Veglio e l’indimenticabile Armando Bertone.

’68 – 69 (secondo posto, 40 punti): Bertonasco, Berretta; Pesce, Ferraro, Garrone, Lucchesi, Cobelli, Bianco, Monaci, Bertone, Masia;  all.Piccini.

’70 – 71 (sesto posto, 34 punti): Bertonasco, Berretta, Parabolani, Ferraro, Bemer, Lucchesi, Masia, Bianco, Veglio, Ventriglia, Croce (Bovo); all. Piccini.

’71 – 72 (quattordicesimo posto, 33 punti): Bertonasco, Berretta, Bovo, Rizzolo, Garrone, Pesce, Veglio, Pregliasco, Bertone, Croce, Tardito (Zanini).

’72 – 73 (decimo posto, 28 punti): Bertonasco, Ventriglia, Pesce, Franzino, Marras, Ferraro, Domeniconi, Pastorino, D’Anna, Costa, Barbarossa (Bianco); all. Piccini.

 

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Cairese 1968 – 69: da sin., in piedi, Mazzanti (segnalinee), Bertone A., Duro, Berretta, Lucchesi, Pesce, Garrone; accosciati, da sin, Masia, Cobelli, Monaci, Bertonasco, Bianco, Croce

CARCARESE ( 5 presenze)

Tra i fedelissimi carcaresi con cinque presenze su cinque il portiere Rovere, Rebella e l’allenatore Sesena, ma anche la presenza del bomber Monaci, già bandiera della Cairese.

’68 – 69 (quindicesimo posto, 23 punti): Rovere, Chiarlone, De Zorzi, Magliano, Sesena, Rabino, Rebella, Tagliaferri, Crosa, Briano, Legario (Pizzorno); all. Tarigo, d.t. Sesena.

’69 – 70 (ottavo posto, 33 punti): Rovere, Ghiso, Rebella, Magliano, Odella, Briano, Monaci, Tagliaferri, Bo, Demaria, Robbiano (Pizzorno); all. Sesena.

’70 – 71 (dodicesimo posto, 24 punti): Rovere, Ghiso, Rebella, Briano, Rabina, Odella, Legario, Cruciani, Di Causa, Monaci, Maggi (Perotti); all. Sesena.

’71 – 72 (ottavo posto, 23 punti): Rovere, Rebella, Parodi, Cruciani, Odella, Briano, Tagliaferri, Giribone, Canazza, Pizzorno, Maggi; all. Sesena.

’72 – 73 (quindicesimo posto, 23 punti): Rovere, Parodi, Odella, Cruciani, Guarise, Bagnasco, Rebella, Goslino, Monaci, Castiglia, Perotti; all. Sesena.

CENGIO ( 4 presenze)

Quattro gettoni per il d.t. Salvi in accoppiata prima con Pizzorno, poi con Rocchieri. Tre presenze per Dormetta e Gaiero, una per l’ex cairese ingegner Veglio, futuro sindaco di Cortemilia.

’68 – 69 (tredicesimo posto, 25 punti): Caracciolo, Poggio I, Pizzorno, Giachello, Molinari, Scavino, Di Scanno, Gaiero, De Zanet, Tardito, Poggio II (Castiglia); all. Pizzorno,  d.t. Salvi.

’69 – 70  (sedicesimo posto, 13 punti): Barducco, Poggio I, Bagnasco, Molinari, De Micheli, Pizzorno, Giachello, Pregliasco, Dormetta, De Zanet, Veglio (Canaparo); all. Pizzorno, d.t. Salvi.

”71 – 72 (decimo posto, 26 punti): Duro, Di Scanno, Zunino, Arena, Bagnasco, Caracciolo II, Scavino, Buglia, Dormetta, De Zanet, Gaiero (Ghisolfi); all. Rocchieri, d.t. Salvi.

’72 – 73 (ottavo posto, 28 punti): Zanini, Bagnasco I, Zunino, Molinari, Bagnasco II, Dormetta, Di Scanno, Foglia, Boschis, Arena, Gaiero (Balestra); all. Rocchieri,  d.t. Salvi.

CERIALE ( 2 presenze)

’69 – 70 (nono posto, 28 punti): Camilloni, Sciutto, Cavallera, Rollando, Morena, Sesena, Negri, Rossi, Nicosia, Sancinito, Secco (Triolo Signoroldi); all. Camilloni.

’70 – 71 (quindicesimo posto, 20 punti): Pucci, Borzone, Pera, Rembado, Nicosia, Massobrio, Sellito, Giordano, Rossi, Mambrin, Basso (Triolo); all. Nicosia.

COGOLETO ’70 ( 1 presenza)

’70 – 71 (ottavo posto, 28 punti): Magnani, Bruzzone, Labate, Ottonello, Altobelli, Crifò, Damonte, Recagno, De Lucchi, Falabella, Perrone; all. Recagno.

DIANESE ( 3 presenze)

’70 – 71 (nono posto, 26 punti): Messico, Sturniolo, Calcinati, Quaglia, Assandri, Lardo, Novara, Musmara, Dominici, Fontana, Pagani ( Fiorucci); all. Grosso.

’71 – 72 (quarto posto, 34 punti): Giusti, Assandri, Calcinati, Sommaruga, Valin, Lardo, De Simeis, Arena, Pagani, Musmara, Fontana; all. Grosso.

’72 – 73 (dodicesimo posto, 26 punti): Giusti, Sturniolo, Calcinati, Arena, Coppola, De Falco, Panuccio, Spigno, Ramoino, Gandolfo, De Simeis (Musmara); all. Gandolfo.

DON BOSCO VARAZZE (2 presenze)

’68 – 69 (quinto posto, 33 punti): Cosimi, Cattivelli, Cervetto, Musmeci, Torri, Gramegna, Benso, Cini, Ghigliazza, Ferro, Tarchino; all. Lupi.

’71 – 72  (tredicesimo posto, 23 punti): Cosimi, Cattivelli, Carattino, Altobelli, Minola, Parodi, Vitali, Perata, Varese, Gini, Recagno II; all. Lupi.

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Il Finale in Prima Categoria: da sinistra in piedi il dirigente Ferrarotti, Tognato, Travagli, Bruzzone, Suraci, Meliga, Mandraccio, il dirigente Chiesa; accosciati: “Bull” Busso futuro sindaco di Varazze, Robutti, Aspesi, Ianello, Mazzucchelli, Soraggi

FINALE ( 5 presenze)

’68 – 69 (sesto posto, 33 punti): Turri, Beltramo, Dressino, De Sciora, Cattaneo, Suraci, Aspesi, Gottardi, Moltrasio, Vignaroli, Riolfo; all. Ardito.

’69 – 70 (terzo posto, 43 punti): Calcagno, Dressino, Gottardi, Vallarino, Carzolio, Suraci, Vadone, De Sciora, Moltrasio, Aspesi, Riolfo ( Pucci, Milano); all. Ardito.

’70 – 71 (settimo posto, 31 punti): Calcagno, Dressino, Iannello, De Sciora, Carzolio, Suraci, Moltrasio, Vignaroli, Riolfo, Aspesi, Bellora (Vallarino); all. De Sciora.

’71 – 72 (settimo posto, 33 punti): Calcagno, Monti, Rescigno, De Sciora, Cattaneo, Vallarino, Di Cola, Suraci, Comelli, Aspesi, Vadone (Franco); all. Negro.

’72 – 73 (settimo posto, 30 punti): Calcagno, Marchi, Cavanna, Di Cola, Botto, Luciano, Moltrasio, Comelli, Caviglia, Franco, Dominici (PItto); all. Salamini.

FINALPIA ( 2 presenze)

C’è uno spicchio importante del vecchio Savona Fbc in questo Finalpia: l’allenatore Giulio Mariani, già indimenticabile mediano della promozione in serie C, e il portiere Spensatello.

’71 – 72 (undicesimo posto, 24 punti): Spensatello, Bruzzone, Gallina, Pittalis, Marenco, Pera, Furlan, Robutti, Vignaroli I, De Caro, Bolognesi (Tissone); all. Mariani.

’72 – 73 (undicesimo posto, 26 punti): Spensatello, Vignaroli II; Gallina, Gianotti, Mandraccio, Neirotti, Illarcio, Somà, Pabis, De Caro, Robutti (Duro); all. Mariani.

GARESSIO ( 2 presenze)

’68 – 69 (quattordicesimo posto, 24 punti) Albarello, Bosio, Coccalotto, Bruno, Andreini, Fazio, Pio, Balbo, Calarco, Ferraris, Zanone; all. Labbate.

’69 – 70 (quattordicesimo posto, 20 punti):  Barile, Pennone, Borgna, Bruno, Di Stefano, Odello, Negro, Pio, Somà, Ferraris, Zanone (Trosso, Letorio); all. Negro,  d.t. Garzo.

LOANESI ( 3 presenze)

Di Ermes Muccienelli si è già detto in apertura, da segnalare le due stagioni del portiere Piotto, tra i migliori prodotti del vivaio savonese, e degli ex nolesi Messa e Pierucci II. 

’70 – 71 (secondo posto, 42 punti): Camilloni, Coppola, Damonte, Negri, Armella, Sinagra, Graziano, Cappelli, Bolognesi, Montini, Gambino ( Gianazzi II); all. Camilloni,  d.t. Muccinelli.

’71 – 72 (nono posto, 32 punti): Piotto, Damonte, Nasturzio, Gianazzi II, Sinagra, Battaglia, Magliano, Pierucci II, Messa, Montini, Ghigliazza (Porzio); all. Camilloni, d.t. Muccinelli.

’72 – 73 (primo posto, 44 punti): Piotto, Damonte, Dolla, Quaglia, Cerati, Magliano, Nasturzio, Messa, Pierucci II, Clerici, Ghigliazza (Porzio); all. Pezzulich, d.t. Muccinelli.

NOLESE ( 3 presenze)

Capitan Pisano, Aramini e Saporito in sempre-presenti tra in biancorossi di “Rizzetto” Bruzzone. Da ricordare la presenza dell’indimenticabile Ernestino Monti, mastino della difesa, degli ex scuola-Levratto Bordegari e Lagustena e dell’ex vadese Galione, poi in panchina con il fido Suraci.

’68 – 69 (ottavo posto, 29 punti): Giardina, Monti, Aramini, Bruzzone, Saporito, Pisano, Lagustena, Sinagra, Marafante, Bordegari, Capraro (Gallotto, Santiglia); all. Nizzola, d.t. Cuttica.

’69 – 70 (quindicesimo posto, 16 punti): Malvarosa, Bruzzone, Di Bartolo, Aramini, Restuccia, Pisano, Saporito, Gaglione, Gandoglia, Messa, Rosu; all. Cuttica.

’72 – 73 (quattordicesimo posto, 25 punti):  Carella, Zaccariello, Saporito I, Aramini, Gianni Rosso, Pisano, Curotto, Gandolfo, Ciappellano, Rosu, Grillone;  all. Gaglione-Suraci.

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Nolese nel nuovo campionato di Prima Categoria: da sinistra in piedi il presidente Bruzzone, Sinagra, Lagustena, Bordegari, Bruzzone, Somà, Giardina, l’allenatore Nizzola; accosciati: Monti, Santiglia, Saporito, Pisano, il massaggiatore Restuccia, Aramini

PIETRA SOCCORSO ( 2 presenze)

’68 – 69 (quarto posto, 35 punti): Sangiovanni, Dondo, Vite, Piccinini, Rembado, Gambetta, Bosio, Mandraccio, Daniele, Eilmann, Di Cola;  all. Mariani.

’69 – 70 (primo posto, 46 punti): Gibertini, Dondo, Vite, Bianco, Rembado, Gianotti, Bosio, Mazzucchelli, Di Cola, Eilmann, Comelli (Salvi); all. Sorrentino.

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1969 – 70, il Pietrasoccorso vince il girone A di I categoria. Da sinistra in piedi: Comelli, Eilmann, Dondo, Rembado, Gambetta, Piccinini, Bianco, l’allenatore Sorrentino; accosciati: Sciutto, Parodi, Di Cola, Bosio, Gianotti, Vite, Gibertini

SPOTORNESE ( 5 presenze)

C’è molta storia del calcio savonese nella Spotornese di quegli anni, a cominciare dalla panchina: tre stagioni l’indimenticato Ansaldo, poi l’accoppiata Vadone-Felicino Pelizzari e infine il duo Armella-Astengo. Come non citare il trio degli inseparabili: Lagustena, Mellano, Sardo, tutti di scuola biancoblu, le quattro stagioni di Ratti, le tre dell’ex vadese Romano e la presenza del finalese Cervone, futuro giornalista de La Stampa.

’68 – 69 (settimo posto, 30 punti): Paolini, Civitani, Bellomi, Vicenzi, Romano, Gianotti, Sfrondrati., Ratti, Pittaluga, Mellano, Comelli (Ficini); all. Ansaldo.

’69 – 70 (sesto posto, 35 punti): Sozzi, Bellomi, Civitani, Beruto, Romano, Santiglia, Lagustena, Mellano, Ratti, Sardo, Ghigliazza (Ottonello, Chiappella); all. Ansaldo.

’70 – 71 (terzo posto, 39 punti): Sozzi, Bellomi, Nasturzio, Beruto, Botto, Romano, Pittaluga, Mellano, Lagustena, Lagasio, Ratti (Maran, Magliano, Ghigliazza);  all. Ansaldo.

’71 – 72 (quindicesimo posto, 23 punti): Francese, Lingua, Galleano, Incorvaia, Botto, Chiappella, Maffei, Ratti, Rusticoni, Beruto, Sergo (Palazzi, Maran); all. Vadone, d.t. Pelizzari.

’72 – 73 (sedicesimo posto, 16 punti): Francese, Bellomi, Crippa, Lingua, Romano, Incorvaia, Maffei, Pittaluga, Vandone, Cervone, Falabella (Gallone, Beruto, Torcello); all. Armella, d.t. Astengo.

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Cervone (futuro sindaco di Finale Ligure). Torcello, Incorvaia, Falabella, Pittaluga, il vice presidente Mantero, l’allenatore Piero Armella Accosciati: Maffei, Gandoglia, Francese III, Vandone, Bellomi, Tessitore

TAGGESE ( 4 presenze)

’69 – 70 (dodicesimo posto, 22 punti): Morosetti, Masiello, Torre, Caldani, Bonatto, Berio, Grosso, Broccini, Bordin, Arnaldi, Ferrando (Chiuso); all. Broccini, d.t. Revelli.

’70 – 71 (quinto posto, 36 punti): Traversa, Baroni, Masiello, Laura, Olivieri, Caldani, Berio, Perri, Arnaldi, Dato, Gozzi (Vigilante, Zunino); all. Broccini, d.t. Revelli.

’71 – 72 (quinto posto, 34 punti): Traversa, Masiello, Manera, laura, Neuhoff I, Neuhoff II, Perri, Arnaldi, Bonatto, Martini, Giusto (Lo Bello); all. Neuhoff I.

’72 – 73 (secondo posto, 43 punti): Caggiula, Lavezzi, Allegri, Cane, Neuhoff I, Nehuoff II, Laura, Bonatto, Fara, Pignotti, Figini (Morosetti); all. Neuhoff I.

Spotornese in Prima Categoria. Astengo (d.t.), Gallone, Lingua, Cervone (futuro sindaco di Finale Ligure). Torcello, Incorvaia, Falabella, Pittaluga, il vice presidente Mantero, l’allenatore Piero Armella Accosciati: Maffei, Gandoglia, Francese III, Vandone, Bellomi, Tessitore

TAGGESE ( 4 presenze)

’69 – 70 (dodicesimo posto, 22 punti): Morosetti, Masiello, Torre, Caldani, Bonatto, Berio, Grosso, Broccini, Bordin, Arnaldi, Ferrando (Chiuso); all. Broccini, d.t. Revelli.

’70 – 71 (quinto posto, 36 punti): Traversa, Baroni, Masiello, Laura, Olivieri, Caldani, Berio, Perri, Arnaldi, Dato, Gozzi (Vigilante, Zunino); all. Broccini, d.t. Revelli.

’71 – 72 (quinto posto, 34 punti): Traversa, Masiello, Manera, laura, Neuhoff I, Neuhoff II, Perri, Arnaldi, Bonatto, Martini, Giusto (Lo Bello); all. Neuhoff I.

’72 – 73 (secondo posto, 43 punti): Caggiula, Lavezzi, Allegri, Cane, Neuhoff I, Nehuoff II, Laura, Bonatto, Fara, Pignotti, Figini (Morosetti); all. Neuhoff I.

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Veloce 1971 – 72: da sin. in piedi, De Valle, Tullio Pierucci, Crispino, Rossi, Conterno, Fiore, Carella futuro presidente del Legino; accosciati  Filotello, Cannone, Zilli, Sarti, Benedetti

VELOCE ( 5 presenze)

I “granata” di queste cinque stagioni sono tutto un programma: due portieri – Durighelòo e Duce – tra i migliori dell loro generazione, una difesa imperniata su Tullio Pierucci, Sarti, De Valle e Crispino, Borgo cervello pensante a centrocampo, Chiesa, Pali e Testa punte. E una panchina stellare con Minuto I, Pierucci, Ciglieri e il mitico Besio direttore tecnico.

’68 – 69 (undicesimo posto 27 punti): Durighello, Crispino, Rossi, Negro, Sarti, Benedetti, Pali, Borgo, Testa, Chiesa, De Valle (Duce, Minuto I); all. Minuto I.

’69 – 70 (settimo posto, 35 punti): Duce, Botto, Crispino, Sarti, Galleano, Benedetti, Borgo, Tullio Pierucci, Boschis, Fiore, Testa (Carella, Ferrari); all. Mucci, d.t. Besio.

’70 – 71 (undicesimo posto, 24 punti): Durighello, Sarti, Rossi, Tullio Pierucci, Crispino, Borgo, Cannone, Pali, Testa, Benedetti, Chiesa (Manotti, Vota); all. Ciglieri.

’71 – 72 (dodicesimo posto, 24 punti): Carella, Crispino, Caviglia, Sarti, Rossi, De Valle, Testa, Borgo, Chiesa, Benedetti, Pali (Sogno, Fiore); all. Pierucci, d.t. Besio.

’72 – 73 (nono posto, 28 punti): Duce, Repetto, De Valle, Aonzo, Rossi, Tullio Pierucci, Chiesa, Borgo, Cappelli, Sarti, Fiore (Baldelli, Conterno); all. Pierucci, d.t. Besio.

VENTIMIGLIESE ( 3 presenze)

’68 – 69 (primo posto, 42 punti): Coda, Loranzi, Borfiga, Martini, Cento, Pesante, Conti, Colucci, Mognol, Pistone, Balestra; all. Ferretti.

’71 – 72 (terzo posto, 35 punti): Melani, Zavaglio, Petruziello, Amato, Unmarino, Colucci, Conti, Colucci, Imberti, Callegari, La Penna; all. Secco.

’72 – 73 (terzo posto, 36 punti): Melani, Zavaglio, Mesiano, Zuninoi, Unmarino, Colucci, Principato, Brigenti, De Pasquale, Conti, Cordone (Pastorino, La Penna); all. Secco.

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VILLETTA ( 4 presenze)

Da ricordare le presenze in panchina di “Pavone” Morando ed Emilio Pacini, la ricomposizione dei “tre dell’Ave Maria” Lagustena, Sardo e Mellano, la saga dei Procopio con il più giovane dei Jacovacci, il ritorno a casa di Ernestino Monti e la presenza di Romolo Varicelli.

’68 – 69 (dodicesimo posto, 26 punti): Ghiso, Sogno, Poddighe, Ratto, Barioglio, Gaggero, Calcagno, Crifò, Occhi, Bocca, Morasso (Procopio I); all. Pescio.

’69 – 70 (decimo posto, 26 punti): Pescio, Aragno, Monti, Ratto, Procopio I, Lisena, Aonzo, Procopio II, Iacovacci I, Gaggero, Papone (Martelli, Arbini); all. Pacini.

’70 – 71 (tredicesimo posto, 23 punti): Senni, Monti, Codispoti, Gaggero, Iacovacci II, Ratto, Bocca, Zanco, Pierucci II, Garofoli, Aonzo (Arbini, Spangher); all. Morando, d.t. Marino.

’71 – 72 (sedicesimo posto 14 punti) Ficini, Damonte, Fazio, Vicenzi, Maspes, Assereto, Procopio II, Mellano, Lagustena, Sardo, Biavasco (Ottonello, Marri, Romolo Varicelli); all. Ferro, d.t. Astengo.

 

Il “nostro” Nanni: da sei anni manca a tutti

di LUCIANO ANGELINI  e FRANCO ASTENGO

Il 29 Gennaio 2011 muore Nanni De Marco: poliedrico punto di riferimento dello sport savonese come atleta, arbitro, giornalista, scrittore, organizzatore di eventi memorabili. Lo ricordiamo, in questa occasione, cercando di svilupparne i molteplici aspetti della sua eccezionale attività tracciandone anche un quadro umano. Per questo motivo si riproduce di seguito un ricordo di Nanni, una galleria fotografica, significativa delle sue iniziative, oltre alle formazioni delle squadre partecipanti ai più importanti tornei (limitandoci a quelli estivi “a 7”)  da lui organizzati da Nanni con qualche foto delle stesse squadre.

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“ Nanni De Marco se n’è andato in una fredda notte di fine gennaio. All’improvviso, in un silenzio assordante per uno come lui, esuberante fino ad apparire talvolta ingombrante, tenace nel difendere le proprie opinioni, quali che fossero,  condivise e condivisibili o meno.

Con Nanni scompare un testimone, non solo sportivo della Città: già ottimo agonista sulle due ruote, grintoso arbitro di calcio, cronista appassionato e testardo, deus ex machina del calcio by night e dei tornei dei bar, promotore di concorsi (Savona goal, Golden Boys), organizzatore di eventi (Olimpiadi Savonesi, Sportivo dell’Anno, Premiu au campiun, Miss dello Sport) scrittore versatile e prolifico sul calcio e sulla storia della Città ( i volumi su Savona Fbc, Veloce Fbc, Vado Fbc e Fratellanza Ginnastica Savonese, Savona e le bombe, La guerra dei savonesi) e il controverso libro sulle case chiuse a Savona.

Molto ha dato allo sport savonese, molto si è speso, lottando, scontrandosi, talvolta sottovalutato e incompreso. Lo ha fatto su più fronti e su temi diversi, attento anche alle piccole cose, capace di scovare il personaggio tra perfetti sconosciuti, ringhioso e comunicativo, polemico e disponibile, fantasioso e mugugnone, irrequieto e altruista, tenerissimo e tranchant, critico e propositivo.

Fuor di ipocrisia, bisognava prenderlo com’era. Perché Nanni era Nanni.

Di lui ricorderemo, oltre al grande contributo ai successi di Riviera Notte e alla intensa quanto prolifica attività pubblicistica con il Secolo XIX e La Stampa, l’enorme e quasi morboso affetto per la moglie Fraca, compagna di una vita, la devozione per mamma Anita, il tenace  ricordo del padre partigiano, il comandante Ernesto, e poi le scorribande con la mitica Balilla arancione, la mai mascherata passione per le belle donne, i sacchi pieni di (migliaia) schede dei vari concorsi da cui, talvolta disinvoltamente, traeva vincitori di classifiche improbabili, trasformandoli in protagonisti per una notte, per una stagione, per sempre. Le sue fantastiche Rappresentative volute, costruite e difese con la forza di un leone. E con le quali riuscì a far crescere in modo esponenziale l’interesse per quel calcio definito a torto minore e a coinvolgere centinaia di giocatori di ogni ordine e grado.

Ci piace pensare che, ovunque sia andato, vorrà fare di tutto, nella sua sfacciata intraprendenza, per organizzare un torneo tra le Rappresentative dei Santi di prima e seconda categoria, e chissà, facendo scandalizzare mamma Anita, anche il referendum per il Santo dell’ANNO. Ci mancherà.”

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Un grande giorno: le Rappresentative di Riviera Notte diventano “ufficiali”. Ecco Nanni ritratto con i grandi capi del foot-ball ligure tra cui il dottor Italo Ferrando, medico della nazionale

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Un altro momento dell’ufficializzazione delle rappresentative. Nanni è qui immortalato con due “mostri sacri” del calcio ligure come Pippi Postiglioni e Angin Aime

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Il ricordo di un grande successo della nostra Liguria con un giovane Nanni  a fianco di Angin Aime

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Dal calcio al ciclismo: Nanni (grande finisseur tra la fine degli anni ’40 e i primi ’50: Giro di Savona 1949, due Savona – Somano, una corsa durissima, 1951 e 1952, una Coppa Primo Maggio allo sprint nel 1951, due titoli liguri dilettanti a squadre con la Fratellanza Leginese, maglia verde blu, con lui Luciano Cirillo e Mario Giusto) al vertice del ciclismo italiano di tutti i tempi. Con il sindaco Zanelli, l’artista Eliseo Salino e (sullo sfondo) il promoter Enrico Fabbri ci sono Livio Coppi fratello del “campionissimo” e Gino Bartali

I GRANDI TORNEI ESTIVI A “7”

Di seguito il resoconto completo dei più grandi tornei estivo “a 7” organizzati da Nanni sui campi di Quiliano (ma questo resoconto merita attenzione particolare), del Sacro Cuore e di Zinola. Si tratta del trofeo Martiri della Resistenza del ’64, del Trofeo Arci-Uisp del 1968, del Trofeo Casa del Dolce Vio 1969, del Trofeo Sanson “Kg. D’Oro”) del 1969, del Trofeo Sanson del 1971, del Trofeo Ferrarassa del 1972.

Nell’occasione non possiamo dimenticare i nomi dei munifici sponsor che Nanni sapeva coinvolgere con la sua grande capacità di comunicativa entusiasta: il comm. Lovati di Torre del Mare (che a Nanni regalò la famosa Balilla arancione), il pasticciere Vio, il titolare della filiale Sanson (poi della ditta Sottozero) Montalbetti, l’orefice Franco Ferrarassa, oltre all’orafo Monzeglio fabbricante di coppe e medaglia come l’altro suo collega Del Bono di Vado Ligure.

TROFEO MARTIRI DELLA RESISTENZA 1964

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La squadra del Bar Mongrifone di via Don Minzoni classificatasi al primo posto: il portiere Lucarelli, cresciuto nella Gloria, Romolo Varicelli, Migliarid, Vallarino, Fazzolari, Masia, Biglino

Il resoconto della stagione calcistica savonese di oltre cinquant’anni fa 1964 – 1965, non sarebbe completo se non ci si riferisse anche del “Trofeo Martiri della Resistenza”, che rappresentò senza dubbio, e per vari motivi, uno degli appuntamenti “clou” della stagione assieme al Torneo dei Bar (vinto dai Portuali, in finale sul Sabazia) e del primo torneo notturno svoltosi sul campo del Sacro Cuore (successo finale 2-1 dei Garden’s Boys di Lavagnola sul Rinascita Fornaci).
Il “Trofeo Martiri della Resistenza”, organizzato da Nanni De Marco, avrebbe dovuto prendere il via Domenica 5 Settembre 1964, con 15 squadre iscritte (a 7 giocatori) sul nuovissimo terreno di gara dei giardini di Vado Ligure, quello che sarebbe diventato, dopo qualche anno, il celebre “Lazzaretti”.  Avrebbe dovuto prendere il via, perché il terreno non era recintato e gli spogliatoi situati presso il bunker costruito dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale ad una cinquantina di metri dal terreno di gioco: tutti particolari insignificanti per gli appassionati calciatori, ma decisivi per il Commissario di PS di Vado, comm. Berardinetti, che prendendo spunto da questo stato di cose, intervenne mentre era già in corso la prima gara (Bar Gemma-Bar Corallo) suonando la carica con i regolari tre squilli di tromba e “sfrattando” giocatori ,organizzatori ed il folto pubblico.
Seguì un caso politico (il commissario fu accusato di una certa antipatia per il significato della denominazione del Trofeo Martiri della Resistenza), ben documentato sulle colonne del “Lavoro” e del “Secolo XIX”. La soluzione fu trovata dal sindaco di Quiliano “Drin” Picasso (scomparso proprio in questi giorni) che offrì gratuitamente il terreno di gioco della cittadina da lui amministrata, allo scopo di far disputare regolarmente il torneo, che poté così prendere avvio la domenica successiva, 12 Settembre 1964.
Alla fine prevalse il Bar Mongrifone superando in finale il Bar Minerva di Albisola ma, come ci capita qualche volta, non vogliamo raccontare per esteso le vicende delle diverse partite ma rendere un omaggio a quanto si impegnarono in quella competizione, pubblicando di seguito la formazione delle 15 squadre (il riferimento è ai giocatori scesi in campo nella prima giornata).
BAR GEMMA: Santonocita, Scicolone, Giordanello, Fazzolari, Ciappi, Minutolo, Grilli.
BAR CORALLO: Massone, Parodi, Piredda, Astengo, Casarino, Zecchinetti, Francese I.
PORTUALI: Quaglia, Barale, Bertolotto, Vallarino, Morando II, Damiani, Di Franco.
CONDOR VALLEGGIA: Landucci, Ferro, Baranzini, Giuliano, Miletta, Colandrea, D’Emilio.
MINERVA ALBISOLA: Faggion, Baglietto, Lusa, Vercelli, Arbarello, Pierucci II, Giordano.
LUIGINO VARAZZE: Buffa, Colombo, Travi, Ghigliazza, Fornari, Olivero, Cervetto.
LEGINESE: Pennestri, Scotto, Nervi, Giribaldi, Frumento, Fanelli, Piacentini.
SABAZIA: Giusto, Rossi, Dagnino, Giorgetti, Guidetti, Pisu, Balestrino.
LIBERI VARAZZE: Mozzone, Ghiso, Furlan, Kirn, Fazio, Ferro, Tibaldi.
ESSO VADO LIGURE: Cipero, Canova, Cappanera, Vacca, Lapini, Calabria, Marchese.
CORMIN: Bassi, Brovia, Del Buono, Varicelli, Avico, Brugna, Becco.
ANPI VADO:  Illarcio, Frosio, Cervetto, Osti, Lavagna, Da Corte, Aiassa.
MONGRIFONE: Ranieri, Loero, Calcagno, Gay, Duchini, Sobrero, Migliardi.
DLF: Baldizzone, Venturino, Aiassa, Roncati, Pacini, Noceto, Donati.
LETIMBRO: Botta, Ferro, Biggi, Briano I, Briano II, Pastorino, Lagasio.

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Nel frattempo Nanni era tornato provvisoriamente al fischietto arbitrando anche la “caldissima” finale del torneo notturno di Varazze, che si giocava sul campo del Don Bosco di fronte ad una media di almeno 1.000 spettatori a sera con squadre provenienti anche da Genova, Cogoleto, Arenzano oltre che da Savona, Albisola, Celle, quasi un campionato regionale.

Rendiamo omaggio a quella importante manifestazione pubblicando la foto della squadra vincitrice del Torneo nel 194, quella appunto la cui finale fu arbitrata da De Marco.

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Da sinistra, in piedi: Gramegna, Busso (eclettico futuro sindaco di Varazze), Rebagliati; accosciati, Ferro I, Ferro II, Polignano, tra i migliori virgulti di quella generazione

TROFEO ARCI – UISP 1968

Ecco i vadesi del Bar Haiti vincitori del torneo. Il bar, all’angolo di Piazza Cavour, fu gestito per molti anni dallo “zio” Poli, grande giocatore del Vado anni ’30-40.

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Il torneo iniziò il 25 Maggio e risultò di grandissimo spessore tecnico e agonistico: il successo finale toccò al Bar Haiti di Vado, ma non intendiamo esaminare i risultati nel dettaglio, bensì rendere omaggio ai partecipanti, elencando i giocatori tesserati da tutte le squadre in lizza (furono ben 17). Le formazioni evidenziano la presenza del fior fiore del calcio savonese, e non solo.

Bar Sibilla Corso Ricci: Baldizzone, Rebagliati, Minuto, Vallarino, Gagna, Migliardi, Biglino, Fazzolari, Varicelli.

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Bar Gaiero Corso Vittorio Veneto: Miglio, Grillo, Corso, Occelli, Pilotti, Zecchi, Bisio, Diana.

Bar Livio Corso Colombo: Angelini, Barbino, Curti, Reggiori, Moras, Giordano, D’Anna, Biggi, Farinetti, Astengo.

Croce Bianca: Massone, Finoglio, Vignola, Canino, Siri, Tondelli, Panario, Russo, Mangerini.

Zinolese: Cortese, Scotto, Aiassa, Aschero, Suraci, Prefumo, Morganti, Albesiano.

Riviera Notte: Lenzuni, Not, Dorindo, Posillipo, Dal Mas, Danello, Pastorino I, Cortese, Frexia, Pastorino II.

Gli atleti savonesi però non si limitavano a giostrare tra le mura domestiche. In quel periodo si svilupparono anche avventure extra – regione con meta i ricchi tornei piemontesi. Ecco di seguito, prima di riprendere il filo dei tornei nostrani, due esempi di quelle bellissime storie di calcio, amicizia, impegno e passione.

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Torneo di Acqui Terme (medaglia d’oro da 42 mm). Nelle fila della squadra sponsorizzata da “Gomme Benazzo” militano due ex- biancoblu, Prina (al centro), talentuoso trequartista, e il portiere Angelini

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La squadra del Bar Freccero di via Paleocapa, una banda di amici habituèe dei tornei piemontesi.  Da sinistra in piedi: Giorgio Botto, Mirko Mellano, Alberto Sardo, Giorgino Pesce; accosciati: Guido Lagustena, Alberto Somà, Peo Astengo

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Riviera Notte non solo carta stampata, ma sport praticato sul campo

Cucciolo Vado L. : Camici, Chiacchio, Gandolfo, Giorgetti, Falco, Lagasio, Pittaluga.

Bar Reposi  via Paleocapa: Genta, Falco, Renesto, De Tomin, Scarcia, Cervi, Sambarino.

Hati Vado L.: Riggio, Peluffo, Grasso, Rocca, Sfondrati, Livio Berruti, Rosso III, Gravano, Rossi.

Raphael: Berruti, Alleteo, Macelloni, Nasi, Giribaldi, Giusto, Toso, Roffinella, Ermellino.

Bar Liz Zinola: Berruti, Briano, Massimiani II, La Macchia, Massimiani I, Galli, Baglietto.

Letimbro Santuario: Botta, Berton, Ferro, Rigardo, Ravera, Pallone, Boagno, Briano, De Benedetti, Titino.

Gin Bar Legino: Musso, Bottelli, Ferretti, Francese, Cippone, Serrotti, Falco, Bruzzone, Visconti.

Bar Juba Via Pia: Ratto, Albarello, Barale, Giacobbe, Manunta, De Valle, Longo, Rossi.

Bar Chicco via Montenotte: Ottonello, Rovigi, Rizzo, Grimaldi, Briano, Fanti, Vacca, Ferro.

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Bar Colonna via Chiavella:  Capra, Ratto, Devalle, Fratelli, Donati, Palazzo, Poggio, Olivero, Oberto.

Bar Torretta via Famagosta: Panico,Chiarello, Bolognini, Cacioppo, Palmieri, Rovelli, Giacobbe.

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TROFEO CASA DEL DOLCE VIO 1969

Esattamente 12 mesi dopo lo scenario si ripetè, anche se leggermente modificato. Il torneo fu sponsorizzato dallo sportivissimo pasticciere Vio di Santa Rita,  trasformandosi in “ Trofeo Casa del Dolce” e le partite, in quella primavera del 1969, si giocarono tutte in notturna al Sacro Cuore.

Anche in questo caso, detto del successo finale dell’agguerritissima Zinolese, elenchiamo i tesserati di tutte le squadre (salite a 21). Un doveroso omaggio ai protagonisti di una stagione davvero importante per il nostro calcio provinciale.

Le due finaliste

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La Zinolese con un ricordo particolare per Toto Cannizzaro, scomparso pochi giorni fa, e per suo cognato il “Leone di Zinola” Adriano Scotto

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Bar Liz Zinola: Ferro, Gavazzi, Rosso II, Baglietto, Massiminiani I, La Macchia, Frumento, Tomei, Scarrone.

Bar Riviera Fornaci: Sozzi, Storti, Perata, Triolo, Ferro, Lacota, Rebagliati, Rabellino.

Zinolese: Olmeda, Scotto, Boschis, Aschero, Aiassa, Prefumo, Massimiani II, Galli.

Casa del Dolce “A”: Carella, Galindo, Barale, Tomberli, Bianchi, Nervi, Rossi, Piccone.

Mark 3 Albisola: Riva, Fossa, Lagasio, Serravalle, Turezzini, Peirone, Silvestrini, Pradali.

Bar Treviso Corso Colombo: Grossi, Bocca, Giusto, Varzi, Giommetti, Pesce, Soro, Ghione, Imberti, Farinetti.

Leginese:  Berruti, Falco, Cippone, Nasi, Crifò, Francese, Giordano.

Bar Juba Via Pia: Scalise, Brancaleoni, Lami, Laratta, Zaccariello, Albarello, Albi, Maurgini.

Croce Bianca: Paraluppi I, Reverdito, Paraluppi II, Ferraiuolo, Paraluppi III, Pilia, Gargiulo.

Sant’Ermete: Peluffo I, Bruno, Porazzo, Odone, Peluffo II, Croce, Clemente, Trucco.

Cassa di Risparmio: Freccero, Console, Scarsella, Gaggero, Ottonello, Bertani, Arecco, Cresta, Corso.

Bar Gaiero “A” Corso Vittorio Veneto: Turco, Fersini, Allegretti, Occelli, Marino, Zecchi, Bisio, Gatto.

Bar Sport Zinola: Ciarlo, Raco, Marcucci, Ravera, Aisoni, Basano, Giusto, Sacco, Vassallo, Morganti.

Saettone Albisola: Rossi, Rovigi, Ratto, Bolla, Caserta, Rebagliati, Minerdo, Cerone.

Elettron: Rovigi, Antonelli, Poggi, Maio, Grillo, Bonucci, Corsiglia, Doberti.

Bar Gaiero “B” Corso Vittorio Veneto: Pastorino, Colombo, Caputo, Simone, Argenta, Serravalle, Moschino, Ciappellano, Cupelli.

Bar Bronti via XX Settembre: Santonocita, Scicolone, Caria, Rigardo, Vecchio, Siri, Minutolo, Tirico, Bonifacio, Fazzolari II.

Bar Mongrifone via Dom Minzoni: Miglio, Caviglia, Ferro, Renesto I, Renesto II, Novaro, Toso.

Bar Moretto “B” Lavagnola: Minuto, Veroli, Ferro, Macciò, Bongiorno, Vinci, Reverdito, Tirico.

Casa del Dolce “B”: Parodi, Rocca, Reggiori, Vallarino, Rosso, Lagasio, Pierucci, Giacobbe, De Valle.

Bar Moretto “A” Lavagnola: Durighello, Martin, Ronchetti, Varicelli, Ciglieri, Boagno, Calamano, Pilleri.

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IL TROFEO SANSON 1969 : KG D’ORO

Il resoconto di quella straordinaria stagione che lancio davvero “il calcio di notte” che contava, nella nostra provincia non sarebbe completo se non riportassimo anche i dati relativi al successivo torneo, svoltosi sempre al Sacro Cuore, nella piena estate del 1969: squadre di 6 giocatori (lo ravviserete scorrendo le formazioni, per alcune infatti abbiamo reperito soltanto i titolari), aperto ai tesserati fino all’Eccellenza (ci sono tutti i nostri grandi nomi) con partecipazione davvero di dimensione “provinciale”.

Un torneo denominato “Trofeo Sanson” ma che, vista la ricchezza dei premi, la fervida fantasia di Nanni De Marco soprannominò “del Kg. d’oro” e con quella definizione è rimasto nella memoria dei protagonisti di allora.

Successo finale della solidissima Zinolese: ma anche in questo caso riportiamo l’elenco delle squadre (ben 23) e dei giocatori, così come li abbiamo desunti dalle pagine del “Secolo XIX” che aveva seguito con grande interesse tutto il “magico” torneo, confortato dalla presenza di un pubblico davvero entusiasta e numerosissimo.

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Un’edizione della Zinolese superstar: Angelini, Pittaluga, Visconti, Lagasio, Albesiano, Chiacchio, Sfondrati

LE FORMAZIONI

Zinolese: Angelini, Ferretti, Negro, Gandolfo, Monti, Ratti, Andorno.

Bar Torretta via Famagosta: Ghiso, Manconi, Sogno, Gaggero, Procopio II, Biggini.

Judax A: Monaci II, Minuto, Zuccheri, Incorvaia, Marchetti, Briano.

Cucciolo Vado: Sozzi, Gianni Rosso, Romano, Albani, Pittaluga, Micca, Glauda.

Bar Milano Finalpia: Tissoni, Capra, Bruzzone, Vignaroli, De Sciora, Moltrasio, Mandraccio II.

Capitaneria di Porto:  Cannata, Cravasio, Palmieri II, Mattabelli, Giribone, Palmieri I.

Autobar via Guidobono: Francese III, Berio, Biavasco, Pisà, Foglia, Rossi, Sarti, Astengo II.

Vennero soprannominati i “giovani leoni”. E lo erano davvero: la squadra più giovane del grande torneo formata con le migliori promesse del calcio savonese. La foto ci regala un dei tanti momenti della fraterna amicizia tra il portierino Peo Astengo e Carlo Foglia.

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Bar Roma Noli: Grosso, Saporito II, Mombrini, Pollero, Sotgia, Rusticoni, Bisio.

Cadibona: Genta, Bazzano, Brandini, Malatesta, Paggini, Spinelli, Ghigliazza, Briano.

Bar Milano Varazze: Cosimi, Prato, Barbarossa, Musso, Cazzolla, Massa.

Croce Bianca: Pescio, Procopio I, Barioglio, Calcagno, Di Maggio, Gagna, Bocca.

Leginese: Carella, Rocca, Galindo, Triolo, Crifò, Prefumo.

Bar Moretto Lavagnola: Bertonasco, Ciglieri, Porta, Ronchetti, Musmeci, Crosa.

Portuali: Baldelli, Boschis, Frumento, Cannone, Galleano, Danello.

Bar Treviso Corso Colombo: Porta, Barbino, Piscopo II, Imberti I, Caviglia, Rodino, Alpa.

Aurora Valleggia: Grossi, Garolla, Martinucci, Ottonello, Mozzone, Pietrantoni, Soletto, Landucci.

Bar Negro Vado: Baldizzone, Botto, Civitani, Tomberli, Chittolina, Lagasio, Franco Rosso.

Bar Vittoria Finale: Gianazzi, Lanfredi, Aspesi, Mandraccio I, Rescigno, Bianco.

Bar Bronti via XX Settembre: Ferro, Renesto, Conrado, Pesce, Giusto, Bonifacio, Chiesa.

Casa del Dolce Perata, Minola, Gramegna, Albezzano, Rapetti, Ghigliazza.

Judax B: Tieghi, De Benedetti, Ceva, Beruto, Illarcio, Bosano.

Gelati Sanson: Vizzini, Storti, Rossi, Tronchin, Siccardi, Francese III.

Bar Freccero Via Paleocapa: Ottonello, Scarcia, Avellino, Mellano, Lagustena, Sardo, Oberto, Astengo I.

TROFEO SANSON 1970

Ancora sul campo del Sacro Cuore, crescono pubblico, entusiasmo e partecipazione. Nuovi protagonisti come il rampante Bar Treviso pronto a scendere in lizza anche nei campionati federali, fino ad arrivare a vincere il titolo ligure di terza categoria nel 1973. Ma la vittoria non sfugge ancora una volta agli zinolesi, in questa occasione sotto l’insegna del Bar Liz.

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Ecco il Bar Liz, portacolori di Zinola: un dirigente, Baglietto, dirigente, Suraci, Pali,Un dirigente; accosciati: Angelini, Frumento, Scotto, Bosano

Bar Liz Zinola: Angelini, Frumento, Scotto, Suraci, Pali, Prefumo, Bosano.

Bar Renato Corso Vittorio Veneto (presidente Angelo “Briciola” Peluso: anche per lui un doloroso affettuoso ricordo): Berruti, Pagliarulo, Iozzia, Celso De Valle, Maestrini, Reggiori, Ottria, Ravera.

Romy juniors: Tirico, Fazzolari, Iannece, Vecchio, Boagno, Tessore, Bozzo, Rigardo.

Poste e Telegrafi: Monaci, Paltrinieri, Minetti, Caviglia, Falco, Cervi, Sambarino, Scarcia, Scarrone.

Bar Brasil piazza Saffi: Santamaria, Alessandria, De Martino, Sardo, Nasi, De Pasquale, Anconelli, Bonucci, Luise, Maffi.

Autoscuola Liguria Albisola (presidente Sergio Grisolia): Duro, Pensi, Serravalle, Barosio, Conradi, Patrone, Schiappapietra, Turezzini.

Il Salotto di Vittorio Bovolo: Giardina, Pisà, Avellino, Piero Siri, Lagasio, Girgenti, Astengo I, Nello Siri, Casalini, Servetto, Ghelli (d.t. Pessano).

Bagni Nilo: Berruti, Bracco, Balasini, Giuffrè, Curti, Bottino, Balocco, Rocciola, Dacquino.

SABA: Vezzolla, Cutrupi, Bosco, Collura, Piscopo I, Fierro, Parma, Bonino.

Priamina A: Giordano, Mandarà, Garofoli, Di Pidsa, Lacota, Cervetto, Grillone, Roccabianca, Pascale, Scala.

Bar Sport Zinola: Berruti, Boschi, Aschero, Massiminiani I, Massiminiani II, Lamacchia, Briano, Baglietto.

Priamina B: Fresia, Ferrero, Scala, Sobrero, Negro, Sasso, Dabove, Giordano Maxian, Fiabane Tapioca, Ciappi.

Bar Treviso Corso Colombo  A (presidente Emilio Segato, allenatore Emilio Pacini): Baldizzone, Tomberli, Bocca, Venturino, Barbino, Capraro, Caraccio, Aldo De Valle.

Bar Treviso B: Franco Oscar, Farfazi, Calcagno, Poddighe, Farulla, Montorsi, Massucco, Pellicciotta, Longhi.

TROFEO FERRARASSA 1971

Si è avviata la stagione dei “Magnifici 7” lo squadrone inventato da “Pavone” Morando che si avvia a fare man bassa di premi in tutti i tornei della zona (nel frattempo si è cominciato a disputare anche il torneo vadese nel magnifico impianto del Lazzaretti: anche in questo caso grande pubblico, squadre fortissime: l’organizzazione però è saldamente in mano alla dirigenza del Vado Fbc).

I “Magnifici 7” si impongono quindi nel trofeo messo in palio da Franco Ferrarassa, munifico orefice di Via Pia (in seguito il cav. Ferrarassa sarà anche consigliere comunale) e organizzato in maniera impareggiabile da Nanni De Marco coadiuvato dall’esperta dirigenza della Priamar (Grasso, Piccardo, Joe Longhi) e del vicino Bar Treviso (Emilio Pacini, “Cordellina” Barbino, grande organizzatore, il patron Segato).

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Qui ritratti i davvero “magnifici” vincitori del Torneo. Sponsor “Artesina” di Conti e Palmieri, sportivissimi mecenati nel passato l’uno presidente del Savona Fbc e l’altro della Veloce.

Artesina – Magnifici 7: Traversa, Monti, Borgo, Montali, Tullio PIerucci, Neuhoff, Enrico Pierucci, Benedetti, Tobia; allenatore “Pavone” Morando.

Degni rivali nella finale:

Bar Treviso: Porta, Barbino, Ricci, Tomberli, Capraro, Caraccio, Rodino, De Valle, Luciano Francese, Bocca; allenatore Emilio Pacini.

Bar Mioglia via Don Bosco: Vaccaro, Soletto, Giometti II, D’Harcourt, Cannone, Sibilio, Giometti I, Filippi, Arbarello

Mobilificio La Sorgente via Cavour (presidente papà Bellomi, allenatore Mario Vadone): Peo Astengo, Siri, Bellomi II, Bellomi I, Genovese, Bonini, Valigi, Bozzo, Fontana, Bertolini.

Bar Moderno Millesimo: Caracciolo, Dogliotti, Giasino, Pizzorno, Zilioli, Bordino, Vomero, Siri, Lambroia.

Priamar: Grossi, Di Tullio, Bitetto, Giordano, Nofroni , Ciappellano, Bosio, Alpa, Benzoni, Lucia.

Bar Centrale Finale Ligure: Gibertini, Bianco, Rescigno, Mandraccia, Di Cola, Aspesi, Gallina, Mandraccio.

Fiamme Gialle: Mandarà, Roccabianca, Robustelli, Putzu, Rondini, Di Pisa, Garofoli, Faggioli, Rubino.

Coop Liguria: Nacinovich, Testa, Foglia, Pali, Somà, Malatesta, Cappelli, Rossi, Delfino

Commercianti Via Monti: Parodi, Tei, Guarena, Bertolucci, Tirico, Mannarà, Franco Cusimano, Leo Cusimano, Chiusi.

Salotto di Vittorio Bovolo: Ghiglione, Giuria, Zaccariello, Tarantino, Bigliani, Rabino, Rossi, Vigna, Baccan.

Villapiana: Pirotto, Not, Dorindo, Bosco, Nasi, Chiappella, Scavuzzo, Arbini, Piovano.

TROFEO FERRARASSA 1972

Sulla strada dei “Magnifici 7” sorge un ostacolo imprevisto. Decidono di scendere in campo nel torneo che si disputa sul terreno del Sacro Cuore, ormai diventato un “classico, gli animatori del Circolo Bianco Blu, sede del Savona Fbc, ancora nella sede di Piazza Diaz. Organizza Mario Ostinelli (prodotti tipografici Nani di Como, destinati alla pubblica amministrazione) e scendono in campo i protagonisti di una grande parte della storia del calcio savonese.

La finale tra Circolo Biancoblu e “Magnifici 7” è elettrizzante, ma alla fine il successo è degli striscioni con il punteggio di 3-2.

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Tanta storia biancoblu, Serie B e tanta Serie C, con capitan Valentino sempre primatista di presenze con gli striscioni, Galindo, Ciglieri, Mino Persenda, Ciccio Varicelli e Giulio Mariani, autentiche “chiocce” per i giovani virgulti Fiorentino Nacinovich e Peo Astengo.

Circolo Biancoblu – Savona FBC: Nacinovich, Peo Astengo, Andrè Galindo, Giorgio Bartoli, Valentino Persenda, Nanni Ciglieri, Giulio Mariani, Ciccio Varicelli, Mino Persenda; allenatore Ezio Volpi, presidente Mario Ostinelli.

Artesina – Magnifici 7: Traversa, Monti, Negro, Borgo, Tullio Pierucci, Giusto, Tobia, Enrico Pierucci, Benedetti.

Bar Riviera Fornaci: Spensatello, Benerecetti, Barioglio, Gramegna, Prato, Castello, Lagasio, Cazzola, Ferro, Goretti.

Bar Freccero via Paleoocapa: Ottonello, Furci, Romolo Varicelli, Pagliarulo, Iozzia, Mellano, Bordero, Restuccia, Lagustena, Sardo, Carlo Ferro (d.t. Franco Astengo, presidente Franco Freccero).

Libertà e Lavoro: Duce, Crispino, Pregliasco, Sarti, Di Maggio, Procopio II, Procopio III, Battaglia, Pepè Minuto, Nuccio Minuto.

Bar Italia Loano: Santo, Aramini, Negri, Andreini, Calarco, Messa, Eilmann, Tortarolo, Daniele, Dondo.

Bar Moretto via Crispi: Coreni, Di Gioia, Calamano, Tornago, Alluigi, Salmaso, Not, Albezzano, Beppe Reacagno (allenatore-giocatore), Berto Recagno.

Priamar: Pinuccio D’Anna (da campione della grecoromana al calcio), Grasso, Ferrero, Maida, Lo Mazzo, Dabove, Lazzarino, Bitetto II, Giannotti.

Bar Milano Varazze: Carciaghe, Colombo, Peola, Bruzzone, Damonte, Bigazzi, Musso, Altobelli, Mazzotta, Varona.

Letimbro Santuario: Santonocita, Scicolone, Biggi, Barbati, Cattardico, Bianchi, Lavagna, Macciò, Augusto Briano (sindaco del Santuario, allenatore-giocatore); presidente, Giuanin Genta.

Nuraghe: Piredda, Caria, Fanunza, Piroddi I, Loi, Melis, Pulina, Piroddi II, Campus, Scanu (la squadra dei sardi savonesi. Presidente il comm. Tullio Locci direttore dell’Inam. Allenatore il figlio Luciano Locci, futuro assessore comunale, scomparso recentemente.

Leginese: Delogu, Briano, Carlo Aonzo, Iacovacci II, Bongiorno, Gaggero, Delio Aonzo, Dalmazio Giusto, Didon Piacentini.

Italsider: Bonanni, Piscopo I, Caserta, Basso, Lisena, Minuto, Zullo, Lauro, Fiabane, Ferro.

Bar Maxian Cogoleto: Damonte, Delfino, Pansolin, Tacchella, Solari, Ardinghi, Bruzzone, Perrone, Piemontino, Labate.

Santa Cecilia Albisola: Vizzini, Rossi, Damonte, Tortarolo, Grignola, Falco, Invernale, Colombo, Benvenuti.

Aprile Sport via Caboto: Umberto Ficini, Silvio Ficini, Bottino, Marino, Benelli, Piero Siri, Galindo, Bonifacio.

Panetteria Salomone Lavagnola: Raineri, Ferrari, Grillone, Bolognesi, Albanese, Zilli, Manotti, Visconti, Barberis, Briano.

Bar Excelsior Spotorno: Giardina, Nasturzio, Fornarino, Lingua, Beruto, Maran, Maffei, Lagasio.

Autoscuola Centrale Albisola: Duro, Casalino, Piscopo II, Barletta, camogli, Landolfa, Vitali, Pabis, Franco Pescio (allenatore e secondo portiere).

Concludiamo questo ricordo di Nanni De Marco con un ritaglio dell’amato “Riviera Notte Sport” che sintetizza un buon pezzo del suo impegno. Come si noterà: cronaca e organizzazione (Trofeo Arci-Uisp 1968) sono frutto della sua regia e del suo lavoro. Ciao Nanni, un ricordo per noi e per tanti amici (veri) dello sport incancellabile.

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 Ci piace sperare, in conclusione di questo nostro semplice ricordo, che un giorno la Città a cui la famiglia De Marco, prima suo padre come strenuo combattente partigiano, e poi Nanni per il suo contributo di giornalista, storico, scrittore, organizzatore e inarrivabile promoter dello sport, molto hanno dato, sappia trovare un sussulto di doverosa riconoscenza. Un modo per cominciare a recuperare almeno una parte della memoria e dell’identità perduta.

 

I pionieri della terza categoria: avventure di Bar Treviso, Magi e Valleggia

di LUCIANO ANGELINI  e FRANCO ASTENGO

Nella province di Savona ed Imperia la Terza categoria è nata tardi rispetto al resto della Liguria. Nella seconda metà degli anni ’60, infatti, il pur evidente sviluppo del movimento calcistico, principalmente a Ponente, aveva consentito di allargare i quadri della seconda categoria ma non ancora di consentire l’organizzazione di un torneo a livello inferiore.

Le migliorate condizioni economiche complessive che consentivano di coinvolgere nuovi sponsor tra aziende ed esercizi commerciali, in particolare nelle piccole cittadine, e le migliorate condizioni di trasferta con la possibilità ormai generalizzata di usufruire di macchine private in luogo dei lunghi e faticosi viaggi con i pullman  di linea o in treno facilitarono enormemente la possibilità di strutturare nuovi club, dando così sfogo anche alla passione di tanti ragazzi che, negli anni precedenti, terminate le categorie giovanili si trovavano costretti a smettere l’attività ufficiale.

All’inizio della stagione 1969 -70 il comitato locale della Figc, ancora retto dai veterani Mirco Isacco Pesaro (negozio di confezioni maschili in via Paleocapa); Renato Borzone ( negozio di scarpe “Grimaldi” in via Pia), Remo Tibaldi (ex arbitro di Serie A) e “Angin” Aime ( ex- giocatore della Veloce e della Lancia, “storico” c.t. delle rappresentative), giudicò matura l’organizzazione del nuovo campionato.

In principio fu unificato il campionato “riserve” con le società di nuova formazione, tutte ponentine: Boys Finalpia, San Giorgio Ceriale e Pontelungo Albenga. Questa la prima classifica: Boys Finalpia 19, Ceriale riserve 19, Nolese riserve 16, San Giorgio Ceriale 14, Pontelungo Albenga 12, Andora riserve 9, Fulgor Loano riserve 7.

Queste le formazioni delle tre squadre che possono essere effettivamente considerate le “pioniere” della Terza categoria:
Boys Finalpia: De Sciora, Gatti, Quinzio, Mattio, Dressino, Manarola, Giribaldi, Viassolo, Zanetti, Pitto, Boncardo ( Bolla, Rosa, Pascarella, Pamparino, Richeri), all. Iosi.

San Giorgio Ceriale: Rossin,Ciccione, Bo, Scola, Vinciguerra, Pietrosanto, Fazio, Lo Presti, Bacciuna, Ayssi, Sanna (Lombardini, Vio).

Pontelungo Albenga: Primerano, Negro, Pisano, Colombo, Bogliolo, Radini, Sila, Mezzatesta, Immordino, Tamarindo, Abete ( Sansalone, Di Raimondo, Vio), all. Rossi.

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Boys Finalpia squadra vincitrice del primo campionato di Terza Categoria in provincia di Savona

Stagione 1970 – 71

La Terza categoria cresce e si allarga anche alla provincia di Imperia. Vince il campionato l’Intemelia e al secondo posto si piazza una nuova squadra nata a Savona. Si tratta del Bar Treviso, collocato all’angolo tra Corso Colombo e Via XX Settembre, in quel momento gestito da un – appunto – simpatico trevigiano, il “paron” Emilio Segato. Il centro-motore di questa grande novità, che poi avrà sviluppi di notevole rilievo, è rappresentato però da Emilio Pacini, uno dei più importanti personaggi nella storia del calcio savonese di quegli anni. Emilio, che già aveva allenato la Villetta, portandola in Promozione, e la Priamar, raccolse attorno a sé un nugolo di entusiasti appoggiandosi per la parte organizzativa a “Cordellina” Barbino, padre del giocatore Cicci, che si rivelò davvero un manager di grandi capacità.

Questa la classifica finale del campionato (che comprendeva ancora le squadre riserve delle categorie superiori): Intemelia 44, Bar Treviso 36,Garessio riserve 32, San Giorgio 31, Laigueglia 30, Pontelungo 28, Nolese riserve 28, Fulgor Loano riserve 25, Boys Finalpia 21, Don Bosco Savona 20, Bardinetese 15, Veloce Loano 13, Ceriale riserve 7.

Intemelia: Fantini, Bucci, Nicastro, Saffiotti, Gepponi, Cavallo, Nicoletti, Borfiga, Bellavita, Bevilacqua, Serra (Carè, Mamone, Upinot, Girondi,), all. Guglielmi.

Bar Treviso: Ratto, Barbino, Caria, Farulla, Cipponi, Pellicciotta, Toso, Francese II, Caviglia, Bocca, Venturino (Bianchi II, Ciappi, Montorsi, Bensi), all. Pacini.

Da inserire in questa storia della Terza categoria anche il ricordo della partecipazione straordinaria di una squadra savonese al girone A della terza categoria genovese. Si trattò della Magi (il negozio di abbigliamento che sorgeva, all’epoca, proprio all’angolo tra Corso Italia e Via Paleocapa: quello delle 5 S, siamo studenti sempre senza soldi) che rilevò il Freccero in difficoltà economiche. Fu trovato un posto nel girone genovese e messa su una compagine all’ultimo momento che si comportò in maniera sorprendente con il secondo posto finale (tanti pareggi e una sola sconfitta all’ultima giornata) e il  titolo di capocannoniere per il fornacino Giuliano Bonifacio (già Priamar, Veloce, Judax) con la bellezza di 22 reti.

Formazione: Ficini, Vacca, Bottino, Vota, Pagliarulo, Iozzia, Piero Siri, Benelli,  Recagno, Nello Siri, Bonifacio (Credentino, De Luca, Freccero, Villa, Casalini, Delio Aonzo, Loffredo); all. Franco Astengo, d.t. Pessano.

Classifica: San Gerolamo Quarto 34, Magi Savona 32, Levante 30, San Siro Pontedecimo 27, Pegliese 20, Martinez Voltri 20, Salvamento Sampierdarena 15, Ozanam Pegli 15, Acquasola 15, Cornigliano10, San Tomaso 2.

Stagione 1971 – 72

La grande stagione del Bar Treviso: la squadra di Segato e Pacini si impone  in un girone cresciuto numericamente e tecnicamente.

I rosso – blu si impongono nel girone A ( il torneo si è allargata fino al punto da rendere necessario organizzare la categoria su due gironi) mentre nel girone B si impone il Bragno superando la neonata Villetta ’71 messa su da Nini Marino per dare spazio ai giovani della società maggiore diretta dal fratello Berto con la presidenza di Alberto Sacchi che partecipa alla Prima Categoria, mentre le riserve si allineano anch’esse in questo girone.

Queste le relative classifiche:

Girone A: Bar Treviso 31, Sanremo 28, Borgio Verezzi 25, Pontelungo 25, Laigueglia A 23, Andora riserve 16, Boys Finalpia 15, Finalpia riserve 11, Veloce Loano 11, San Giorgio Ceriale 10, Fulgor Loano riserve 8 Ingauna 8

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Ecco la magnifica squadra del Bar Treviso allenata da Emilio Pacini. Vinto il campionato i rosso blu si aggiudicheranno anche il titolo ligure di categoria battendo nella fila, giocata al “Broccardi” di Santa Margherita, il Vezzano per 4-0 grazie ad un poker di Luciano Francese. Da sinistra in piedi: Ernestino Monti, Nevio Tomberli, Robby Lori, Cicci Barbino, Renato Siter, Luciano Francese, “Chidu” Caviglia; accosciati : Aldo Bocca, Gianni Borgo, Franco Turco, Franco Battaglia, Gino Servetto, Bruno Procopio (per lui come per Renato Siter un ricordo commosso).

Agivano da rincalzi in quella formazione anche Leo Ratto, Roberto Farulla, Amedeo Venturino, Luciano Soro, Luigi Ciappi, Angelo Bensi e Duilio Montorsi.

Girone B: Bragno 25, Villetta ’71 22, Veloce riserve 20, Don Bosco Savona 19, Bardinetese 18, Cairese riserve 16, Dego 14, Garessio riserve 11, Cosseria 9, Calizzano riserve 7, Villetta riserve 7, Laigueglia riserve 6.

Bragno: Caracciolo, Dogliotti, Giasino, Pizzorno, Ziglioli, Viola, Bordino, Vomiero , Siri, Ramognino, Lambrola.

Villetta ’71 : Grasso, Ferrero, Dabove, Lo Mazzo, Bitetto I, Danna, Bitetto II, Lazzarino, Maida, Not, Giannotti.

Stagione 1972 – 73

Ancora due gironi ma non ci sono più le squadre riserve provenienti dalla categorie superiori. Un vero e proprio salto di qualità. Nel girone A si impone la Cervese, allenata dall’ex- bianco blu Milli Giordano che gioca ancora qualche partita nel ruolo di “libero” dopo essere stato un attaccante di grande classe, capace di segnare anche in Serie A con la maglia della Sampdoria.

Nel girone B, invece, si impone il Valleggia appena “rifondato” dopo molti anni da un gruppo di appassionati competenti fra i quali spiccano Francesco Landucci, ex – portiere di vaglia con Vado, Villetta e Judax, poi a lungo presidente della società e –  a distanza di tanti anni – ancora presente con lui Lino Lazzarini, Umberto Fanfoni in seguito presidente e Gianni Pessano, conoscitore raffinato delle  tattiche di gioco e maestro del calcio mercato che dopo l’esperienza con la Magi assume l’incarico di direttore tecnico.

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Francesco Landucci, storico dirigente del Valleggia fin dalla fondazione ritratto con la dottoressa Wally De Pirro presidente della Lega Italiana per la lotta contro i tumori il cui logo ha campeggiato per molte stagioni sulle maglie viola della squadra valleggina

Classifiche.

Girone A: Cervese 25, Pontelungo 21, Boys Finalpia 20, Laigueglia 18, Pietra Sport 17, Borgio Verezzi 16, Ingauna 12, San Giorgio Ceriale 9, Balestrinese 6.

Girone B: Valleggia 24, Millesimo 21, Mallare 18, Bardinetese 9, Chimor 9, Don Bosco di Savona 8, Dego 7, Bar Belluno 7, Cosseria 5.

Valleggia: Giusto, Briano, De Luca, Vota, Filippi, Memè Novaro, Riolfo, Scarrone, Tabellario, Vernazza, Bonifacio (Robiglio, Minuti, Ferrari).

Stagione 1973 – 74

Ancora due gironi di lusso. Nel girone A non bastano le 22 giornate della stagione regolare. Laigueglia e Borgio Verezzi debbono dirimere la questione del primato in uno spareggio che vede i bianco verdi ponentini vincere con il punteggio di 2-1.

Nel girone B si impone il Millesimo che ritorna a competere in categorie più consone al proprio rango storico. I giallo rossi, allenati da Pastorino, si impongono dopo una dura  lotta con il Mallare e la Chimor Don Bosco che infligge alla capolista l’unica sconfitta 2-1 alla seconda giornata del girone di ritorno.

Dura soltanto una stagione l’esperimento della fusione tra Chimor e Don Bosco, poi nonostante gli ottimi risultati sportivi entrambe le componenti ritorneranno alla casa madre. Si disputa un ottimo campionato lottando fino alla fine per il primato,lanciando anche molti giovani destinati a brillanti carriere  nella vita come nello sport.

Classifiche

Girone A: Laigueglia 32 Borgio Verezzi 32 Pontelungo 30, Pietra Sport 26, Vallecrosia 26, Finalborghese 24, San Giorgio Ceriale 22, Ingauna 19, San Bernardino 17, Balestrinese 16, Boys Finalpia 15, Partenope Albenga 7.

Girone B: Millesimo 32, Mallare 31, Chimor Don Bosco 29, Rocchettese 25, Villetta 25, Dego 24, Pallare 20, Savona Nord 15, Letimbro 14 (la squadra del Santuario, dopo molte stagioni di CSI scende nell’agone federale grazie all’innesto con il Bar Belluno. Protagonisti due indimenticabili: il  “Sindaco” del Santuario Augusto Briano e il giornalista Gino Pellosio colonna della redazione sportiva del “Secolo XIX”) Cosseria 12, Nuraghe 12, Fornaci 4.

Formazioni.

Millesimo: Francucci, Bodrato, Bandoni, Nolasco, Cacre, Siri I, Giacosa II, Ferro, Costa, Briano Pastorino,  all. Pastorino.

Chimor Don Bosco : Astengo II, Borghini, Lavagna, Tarantino, Pisà, Palmieri, Piero Siri, Bigliani, Poppi Procopio (giocatore di categoria superiore già protagonista con Villetta, Savona, Genoa primavera, Alassio), Barile, Gasco (D’Anna, Serra, Bossolino attuale responsabile del settore giovanile del Vado Fbc dopo una brillante carriera come professore di eduzione fisica, allenatore e giocatore, Pinelli in futuro con Vado e Varazze, Rubino), all. Merengone, d.t. Franco Astengo.

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Chimor e Don Bosco hanno appena sciolto la fusione della stagione precedente e il calendario le pone di fronte per un derby molto sentito. Finisce in parità 4-4 dopo un match davvero pirotecnico. Al termine però foto di gruppo. Si riconsocono alcuni dei protagonisti del calcio savonese dell’epoca. A sinistra in maglia chiara (in realtà arancione) la Chimor nelle cui fila si riconoscono da destra: Luciano Balleri massaggiatore, il presidente Benazzo, il d.t. Astengo, Vaccaro, Tarantino, Bigliani, Pinuccio D’Anna (grecoromanista di vaglia più volte convocato in Nazionale) alle cui spalle spunta il futuro dott. Borghini, Gasco.; accosciati Palmieri II, Palmieri I, Piero Siri, Nico Toso,Barile e Lavagna. A destra in magia più scura (in realtà verde) il Don Bosco Sole, Laviola, Aisoni, Serra, Marinelli (piedi buoni) Sciascia, Gian Besio altro indimenticabile protagonista anima dell’Oratorio di Via Piave mancato giovanissimo,alcuni supporter fra i quali si nota (maglia a strisce) un giovanissimo Lallo Bossolino, Canu, Monteleone, Signorini, Vigna, Agostino Macciò presidente del primo consiglio di quartiere eletto a Savona nel quartire di Ponente, a lungo segretario del Patronato ACLI, successivamente consigliere comunale.

Stagione 1974 – 75

E’ la partecipazione alla Terza Categoria a fornire, davvero, il dato di espansione che il calcio savonese stava vivendo trentacinque anni or sono. Si formarono infatti tre gironi (ponente savonese-Imperia; Savona e Ponente; Savona e Valbormida) con complessive 29 squadre della nostra provincia.

Nel Girone A prevalse la Cervese, distanziando Balestrinese e Pontelungo; nel Girone B drammatico spareggio tra Gagliardi Loanesi e Finalborghese (1-1 con successo dei gialloblu finalesi alla “monetina”); nel Girone C primato del Mallare davanti a Dego e Priamar. Questa la composizione dei gironi, secondo la graduatoria finale.

Girone A: Cervese, Balestrinese, Pontelungo, Elettrica Rossi Albenga, San Bernardino, San Giorgio, Partenope Albenga, San Filippo Neri, Pontedassio, Ingauna.

Girone B: Finalborghese, Gagliardi Loanesi, Savona Nord, Bardinetese, Pietra Sport, Letimbro Bar Belluno, Villetta, Chimor, Fornaci, Sampdoria Club Loano.

Girone C: Mallare, Dego, Priamar, Cinque Stelle, Cosseria, Pallare, Rocchettese, Carcare Fc, Nuraghe, Don Bosco Savona.

Ecco quanto è disponibile come formazioni.

GIRONE A

Cervese: Ferrari, Catalano, Talladira, Turdo, De Falco, Mancuso, Campagna, Pirero, Bruno, Falcinelli, Sarli (Ardissone, Desiglioli, Valenti). All. Garneri.

Partenope Albenga: Passino, Ungarelli, Sirio, Norato, Valdissera, Lucchini, Cacciapuoti, Sanguineto, Meringolo, Apostolico, Brusco. All. Pollio.

Elettrica Rossi Albenga: Sangiovanni, Garello, Bruzzone, Bonifazio, Arnaldi, Ferrari, Gala, Rodin, Benedetto, Corello, Vigo. All. Sangiovanni.

Ingauna: De Grandi, Lovetere, Croce, Bogliolo, Piazza, Enrico I, Guastamacchia, Rotolo, Lucido, Polliotto, Bacinelli (Guerra). All. Parascandolo.

San Filippo Neri: Ricordo, Sandre, Galata, Salvaggio, Enrico II, Rodriguez, Vio, Schivo, Ascheri, Sarzi, Calcagno. All. Prando.

San Giorgio Ceriale: De Palmas, Gervasoni, Vigo, Revello, Caviglia, Calò, Beghini, Scola, Sacchi, Piazza, Bertolini. All. Fessia.

Pontelungo: Giazzi, Sasso, Bruzzone, Rolando, Rossi, Navone, Scola, Negro, Salvaggio, Grimaldi, D’Aurizio. All. Picollo.

GIRONE B

Finalborghese: Zunino, Gottardi, Pianese, De Sciora, Ferrara, Bellora, Cervone, Vadone, Penello, Romano, Caffarena (Barusso, Pucci, Baietto, Sterla). All. Sorrentino.

Villetta: Robiglio, Sogno, Modica, Assereto, Repetto, Faggioli, Zuccarini, Brandini, De Salvo, Perna, Siri. All. Ferro.

Bardinetese: Fresia,Mattiauda I, Fazzone, Menegazzo,Sangrali, Ghisolfo, De Felice, Salvatico, Ferro I, Ferro II, Gentile (Carretto, Berta ). All.Vassallo.

Pietra Sport: Lavruti, Lanati, Farinazzo, Belvedere, Pissarello, De Biase, Busatta, Campise, Mazzucchelli, Cascone, Malacarne (Travaglio, Caldana). All. De Biase.

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La formazione del Pietra Sport ritratta nella stagione della promozione in  Seconda categoria: da sin. in piedi, Bova, Malacarne, Fulvia, Farinazzo, Di Biase, Bottaro E., Ferraro A.; accosciati, Romano, Passarella, Cagnetti, Vio, Giacomini U., Aicardi G..

Savona Nord: Garbarino, Rigardo, Cattardico, Prette, Not, Ronchetti, Agostino, Doni, Bosano, Grillone, Piana  (Manotti, Maretti, Bongiorno, Delfino);  all. Cattardico.

Letimbro: Giardina, Manzoni, De Luca, Nasuti,Parodi, Ferrari, Ceppi, Minuti, Vallarino, Pierfederici, Ravera  (Revelli, Briano); all. Pellosio.

Sampdoria Club Loano: De Francesco, Orlani, Fiorito, Catanese, Moglia, Del Chierico,I, Del Chierico II, Picasso, prochiccio, Testa, Tituggia (Gottardi, Gibellini, Tonon); all. Lazzari.

Gagliardi Loanesi: Pascarella, Revetria, Murrighile, Borracino, Carzolio, Lazzari, La Cognata, Piccinini, Coppola, Clerici, Vecchio  (Ivaldi, Andorno, Evoli); all. Damonte.

Chimor: D’Anna, Vaccaro, Lavagna, Palmieri I, Palmieri II, Tarantino, Astengo, Toso, Siri, Bigliani, Bonifacio; all. Astengo.

Fornaci: Rama, Briata, Ascione, Delfino, Robatto, Boschi, Allarchi, Amedeo, Lacota, Bensi, De Benedetti (Aiello,Caria, Volpez); all. Ostuni.

Dono Bosco Savona: Ghiglione (Sole), Laviola, Cau, Macciò, Serra, Aisoni, Monteleone, Rubino, Marinelli, Signorini, Vigna

GIRONE C

Mallare: Panelli, Daffara, Oliveri, Parodi, Rolando, Rebella, Moreno I, Maggi, Frediani, Moreno II, Opisso (Marenco, Sanna); all. Bertone.

Pallare: Boero, Zanco I, Bolla, Zanco II, Delfino, Caprini, Core, Zunino, Castiglia, Briano, Parodi (Doglio); all. Peluffo.

Priamar: Bragantini, Nervi, Di Tullio, Ricci, Santini, Nofroni, Testa, Sasso, Aisoni, Caraccio, Lucia (Lucisano, Caponi, Vernazza); all. Reggiori.

 

Anni ’80: torna il trofeo ARCI-UISP, passerella di grandi firme

 di FRANCO ASTENGO

Nel dipanare la matassa dei nostri racconti dell’epoca d’oro del calcio savonese avevamo lasciato il Torneo dei Bar “Trofeo ARCI – UISP” fermo all’edizione 1967 disputato come sempre sul terreno della Valletta San Michele. Quel discorso fu ripreso molti anni dopo, nella seconda metà degli anni ’80, dalla coraggiosa dirigenza dell’UISP di allora guidata da Gianni Pessano, un competente e capace organizzatore per molti anni responsabile di settori delicati nell’attività dell’anagrafe del Comune di Savona (in particolare della toponomastica e delle scadenze elettorali), che nel mondo del calcio aveva già ricoperto l’incarico di direttore tecnico alla MAGI e al Valleggia.

Pessano coadiuvato da Mauro Novello, presidente della Lega Calcio della stessa UISP, da Gianpiero Fantino, arbitro ed anch’ egli eccellente organizzatore e dall’indimenticabile Luciano Casarino, un entusiasta protagonista di tutti i tornei per molti anni responsabile della squadra dei Portuali che partecipava al campionato nazionale tra i Porti con ottimi risultati (Luciano, amico fraterno, è mancato ormai tanti anni fa, nel 1999, ma il suo ricordo rimane inalterato e presente nella memoria di tanti), decise di rilanciare il torneo del quale si disputarono dunque altre tre edizioni nel 1986, 1987, 1988.

Disponiamo della cronaca dettagliata delle prime due e quindi ne daremo conto di seguito ricordando anche che, assieme al  Trofeo ARCI UISP si disputarono i tornei di calcio femminile (una specialità dell’UISP: ricordiamo così un magnifico torneo provinciale a 7 svoltosi sul terreno di via Trincee nell’inverno 1987) e vecchie glorie, nel corso del quale scesero di nuovo in campo giocatori di grande classe che avevano animato i campionati fin dagli anni ’50 – ’60. Andiamo però per ordine riprendendo il filo del discorso di queste due edizioni del Trofeo ARCI – UISP.

Si riparte dal campo del Santuario (la Valletta fin dal 1970 era stata restituita alle Ferrovie) in un sabato pomeriggio nel Luglio 1986. Le squadre sono otto: il Gruppo Sportivo Portuali rappresenta l’unico filo di continuità con il passato. Le altre squadre sono frutto di sponsorizzazioni commerciali, nel pieno segno dei tempi.

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Il Gruppo Sportivo Portuali edizione anni ’80. Da notare (secondo da sinistra in piedi) la presenza di Fulvio Porta, mentre ultimo accosciato a destra Sergio Sarti. Due veterani sempre presenti. Al centro in piedi con la maglia a strisce il trainer Luciano Casarino, indimenticabile amico.

Nel girone A si afferma il Sampdoria Club Savona diretto da Luciano Casarino e a sorpresa la Conca Verde-Zinolese. Escluso senza aver perso una partita il GS Meraviglia, imperniato sul blocco dell’Albisola con Berta, Gaiero, Giulio Rosso, Repetto, Garbarino, Tanda, mentre rimane fuori la Prime-Consult vittima di gravi disfunzioni organizzative no nonostante la presenza di giocatori di classe come i fratelli Vallerga del Varazze.

Nel Girone B primo posto per la Card Assicurazioni sapientemente diretta da Giangi Assereto, professore universitario, nazione di hockey e per molte stagioni centrocampista della Villetta e con Gerry Grosso (Finale, Veloce) nelle vesti di vero e proprio “castigamatti”, mentre si qualificano i Portuali ricchi di grossi nomi (sono ancora in campo in continuità con il 1967 Fulvio Porta e Sergio Sarti mentre per le giovani generazioni ci sono due big come Alberto Teneggi, figlio d’arte e Corrado Orcino) che dimostrano però di non aver ereditato appieno l’animus pugnandi di chi li aveva preceduti vent’anni prima nel ruolo di veri e propri dominatori del torneo. Eliminata la Gelateria Via Pia, ricca di giovani molto interessanti, mentre il fanalino di coda tocca al Valleggia diretto dal sempiterno Francesco Landucci e sponsorizzato da Ferraro Assicurazioni.

Per le semifinali il torneo si trasferisce (in notturna) allo stadio Bacigalupo e si ritrova di colpo la partecipazione di pubblico e la tensione agonistica de vecchi tempi andati.

Solo il G.S. Portuali non recupera lo “phisyque du rol” e cade inopinatamente nella semifinale per mano del Sampdoria Club (0-2); mentre la Card Assicurazioni si sbarazza senza troppi complimenti (3-0) della Conca Verde Zinolese.

La finalissima si gioca in un clima d’eccezione: la partita è aspra, tesa, combattuta come di dovere e ben tenuta in pugno dall’arbitro Mocellini (nel ’67 giocava, con la maglia azzurra dell’ENEL). La gara sembra scivolare verso supplementari e rigori: ma una “manina” galeotta di Strinati frena i blu cerchiati del Sampdoria Club. E’ rigore: Frascerra fulmina Nacinovich e la Card Assicurazioni si aggiudica il VII Trofeo ARCI – UISP, il primo disputato dopo una sosta quasi ventennale.

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Questa foto ha assunto  nel tempo un importante valore storico e affettivo per l’intero mondo del vecchio calcio savonese. Si tratta infatti della testimonianza dell’ultima partita giocata da Ciccio Varicelli (classe 1925) acrobatico terzino volante con Savona, Cremonese, Livorno, Spal, Reggina, ancora Savona e Veloce: uno dei giocatori più amati dal grande pubblico che assiepava corso Ricci. Si tratta della rappresentativa UISP che, in parallelo, con il Trofeo disputò un torneo vecchie glorie. Nella formazione ci sono nomi importanti per le vicende del calcio savonese anni ’50 – ’60: da sinistra in piedi Franco Astengo, Gianni Pessano organizzatore del torneo, Riccardo Bisio, Luigino PIttaluga sornione golaeador vadese, Dario Ricci bandiera della Priamar, Paolino Gaglione “ o rey” centrocampista di vero genio, Andrè Galindo protagonista con il Savona di tanti campionati e del ritorno in Serie C, l’aletta Marco Sfondrati. Accosciati, dopo la “mascotte”, Nico Vasconi, il giocatore di maggior classe nella generazione nata a metà degli anni ’40 (Priamar, Veloce, Albenga, tanti campionati in Serie D), Arturo Martinucci grintosissimo mediano e poi libero del Vado, Ciccio Varicelli, Elvio Curti acrobatico portiere (Altarese, Albisola, ma cresciuto con Galindo nel vivaio del SIBI del Mago Danilo)

Il successo riportato dall’edizione 1986 stimola gli organizzatori alla replica. Nasce così l’VIII edizione che prende il via il 25 giugno 1987 nello scenario sempre suggestivo dello stadio Bacigalupo illuminato. Le novità, infatti, sono due: l’intero torneo si disputa nello stadio di Legino, con orario completamente in notturna. Il numero delle squadre partecipanti si conferma in otto.

La formula rimane invariata: due gironi composti da quattro formazioni, con semifinali incrociate fra le prime due classificate. La fase eliminatoria conferma i valori pronosticati alla vigilia, anche se attraverso un travaglio tecnico – agonistico di estremo interesse.

Vi è da rilevare, infatti, un’ulteriore crescita nel tasso tecnico. Sono presenti molti giocatori militanti in Serie D e nell’Eccellenza: Cairese, Levante C, Albenga, Savona, Varazze Veloce, Quiliano, Albisola, risultano tra le società che hanno fornito molti dei loro atleti all’organico delle squadre in campo.

Fa fede di quest’affermazione la scelta compiuta, al termine del torneo, da parte degli organizzatori di premiare il miglior giocatore per ruolo. Ecco l’elenco: Nacinovich, Eretta, Tirico, Orcino, Fulcner, Davi, Sacco, Rizzola, Marcolini, Rolando, Corbellini. Ben 9/11 sono stati titolari nelle file del Savona Fbc, tra Serie C e Serie D, tanto per fornire un’indicazione di merito.

Il responso dei gironi eliminatori risulta molto netto per quel che riguarda il girone A, la dove i campioni uscenti della Card Assicurazioni (è questa la formazione più ricca di individualità: Belvedere, Rizzola, Grosso, Fabrizio Persenda) e la gelateria Via Pia (imperniata sul blocco della Levante C più i tre goleador Sacco, Alberto Teneggi e Massari) passano il turno senza cedimenti.

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Ecco il gruppo di Finanza e Futuro squadra vincitrice del torneo 1987. Da sinistra in piedi il presidente Montalto, Valente, Carbone, Massimo Becco, Roberto Morando capitano, Rosin, Sovenda, Franco Davi, l’allenatore Astengo, il dirigente Rolando. Accosciati: Emilio Lupo, Gaiero, Maurizio Berta, Diego Galiano, De Santis, Zaccariello (realizzatore del rigore decisivo), Vallieri, Camici (figlio e nipote d’arte)

Eliminata con onore la Priamar sponsorizzata dall’osteria Bacco, nelle cui fila si pongono in luce il cannoniere Bertola, Riva, Robaldo, Pinto e Beltrami, il posto peggiore rimane a Foto Cine Porta dove militano alcune vecchie glorie albisolesi come lo stopper Tortarolo.

Nel girone B lotta avvincente al vertice. Passano il Sampdoria Club allenato da Luciano Casarino e sponsorizzato dalle Autoriparazioni Raco nelle cui fila si allineano i vari Beppe Corbellini, Eretta, Tirico, Monte, Ranieri e “Finanza Futuro” allenata da Astengo che imposta un rigido assetto difensivo imperniato su di un Valente paratutto con davanti alcuni ottimi marcatori e il perfetto blocco di centro campo del Quiliano formato da Davi, Camici e dal fantasista Massimo Becco.

Un gradino più sotto rimane la cellese Turbocar diretta da Daniele Cianci, tradita dal nervosismo del suo “goleador” Antonio Marcolini, mentre il Park Hotel Spotorno che allinea i giocatori biancocelesti viene eliminato senza remissione.

Semifinali e finali si palesano come diretta espressione del calcio moderno: grande tensione agonistica, massima incertezza, estrema raffinatezza dei moduli tattici messi in mostra dalle quattro finaliste. Accade così che le quattro partite di finale (due semi finali; piccola finale per il 3° e 4° posto; finalissima) si concludano ai calci di rigore, senza che tempi regolari e supplementari siano risultati sufficienti a dirimere le rispettive superiorità in campo.

Alle fine prevale “Finanza e Futuro”: un verdetto sorprendente ma giusto, maturato soprattutto per il gioco espresso nella semifinale vinta ai danni della super favorita Card Assicurazioni. Al secondo posto sale la Gelateria Via Pia allenata da Gattoni, forse tradita al momento decisivo dall’emozione dei suo giovani talenti mentre si assestano al terzo posto i blu cerchiati del Sampdoria Club – Autoriparazioni Raco mandati in crisi da alcuni infortuni.

Formazione di Finanza e Futuro vincitrice del torneo: Valente, Lupo (Zaccariello dal 1’ del p.t. supplementare), Berta, Vallieri, Roberto Morando (cap.), Camici, Gaiero, Davi (De Santis dal 1’ del p.t. supplementare), Galiano, Becco, Sovenda (Rosin, Carbone, Gatto), all. Astengo.

Tra guerre e rivoluzioni:le grandi squadre dei campioni senza patria

di LUCIANO ANGELINI  e FRANCO ASTENGO

Chiediamo venia ai nostri affezionati lettori se in questa occasione usciamo fuori dal nostro abituale quadro di riferimento riservato alle vicende calcistiche liguri (anche se in conclusione un passaggio dalle nostre parti si verifica). Ma l’occasione è troppo ghiotta, sotto ogni profilo, un’autentica chicca per chi ama la storia e i protagonisti del mondo-calcio.

E’ uscito in questi giorni un bel libro di Edoardo Molinelli “Euzkadi, La Nazionale della Libertà” edizione “hellmation libri”. Vi si narra la vicenda della rappresentativa basca, formata dai migliori giocatori di quella regione che tanto ha dato nella storia del calcio spagnolo e internazionale (da ricordare che ai mondiali del 1934, davanti al favoloso Zamora, i dieci giocatori di movimento schierati erano tutti baschi).

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Ecco schierata la formazione di Euzkadi: in alto, da sinistra, “Pablito”, Blasco, Aedo; In seconda linea: Zilaurren, Mugerza, Roberto; in primo piano, Luis Reguiro, Iragarrori, il grande Langara, Larrinaga e Gorostiza

I migliori rappresentanti del calcio basco, rinunciando a forti ingaggi, formarono così la squadra fuoriuscita nel 1937 nel corso della guerra civile ed impegnata per un lungo periodo in giro per il mondo giocando allo scopo di propagandare la causa repubblicana e raccogliere fondi da mandare in patria per assistere le popolazioni colpite dal conflitto (fece grande impressione, ad esempio, fra gli atleti, la notizia del bombardamento di Gernika: il primo bombardamento a tappeto di una città compiuto dagli aerei della divisione Condor tedesca con l’ausilio della Legione aviatoria italiana).

Abbiamo così pensato di ricostruire la storia di alcune squadre di calcio errabonde per il pianeta, allo scopo di sfuggire guerre e fatti luttuosi e portare un messaggio di pace. Il primo esempio è proprio quello dei baschi.

Nel biennio 1937 – 39, nel corso della cruenta guerra civile spagnola, la selezione basca si rese protagonista di una delle più incredibili avventure mai vissute da una squadra di calcio. Allora, infatti, dopo essere scesa in campo in Francia con lo scopo di raccogliere fondi da destinare alle vittime di guerra, L’Euzkadi si impegnò in una lunga tourneè, per sensibilizzare l’opinione pubblica rispetto alla causa basca e alla minaccia fascista, incarnata nel Paese iberico dal generale golpista Francisco Franco.

Dall’Europa a Cuba, dall’Argentina fino al Messico, l’equipo de hermanos, come si definiva l’Euzkadi scrisse attraverso il calcio pagine incredibili di resistenza, disubbidienza civile e impegno: una storia di grande passione sportiva e politica che deve assolutamente essere ricordata.

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La foto riprodotta ci introduce ad un’altra vicenda che non può essere dimenticata. Si tratta della squadra dell’ I.R.O (International Refuges Organitation), un’organizzazione internazionale di assistenza ai rifugiati nell’immediato post- seconda guerra mondiale. Una parte delle popolazioni ungheresi e romene avevano perso la nazionalità nei diversi passaggi di confine avvenuti nel corso delle vicende belliche tra i due paesi ed erano considerati “apolidi”.

Una tormentata e sofferta vicenda umana e sportiva. Alcuni di questi “apolidi” si erano rifugiati in Italia (altri in Francia) e ospitati in un campo profughi allestito a Cinecittà. Tra di loro  si trovavano alcuni calciatori di fama internazionale che decisero, per raccogliere fondi e dare pubblicità alla loro causa, di formare una squadra e di chiedere la possibilità di disputare partite amichevoli in Italia. Il permesso fu accordato e la squadra scese in campo: una “triste” circostanza come sottolinea anche la didascalia del “Calcio Illustrato” (ci troviamo nel 1949) ma espressione di grande solidarietà.

Alcuni trovarono poi ingaggio in squadre italiane: Sarosi III (fratello minore del capitano della nazionale ungherese che aveva incontrato l’Italia nella finale dei mondiali del 1938) andò al Bologna, Mesaros al Bari, Arangelovich alla Roma e poi al Novara con Golob, non presente nella formazione qui ritratta, il portiere Monsider al Padova. Risultava apolide anche Istvan Nyers, grande cannoniere, arrivato all’Inter dallo Stade Francais. La posizione di questi giocatori poi fu regolarizzata e molti poterono rientrare nelle loro patrie, parecchi anni dopo però dalla fine della guerra.

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L’ultimo racconto di questa nostra storia riguarda invece la Hovernd, qui sopra ritratta, la squadra che aveva fornito il massimo di giocatori alla grande Ungheria, Ungheria rimasta imbattuta per quattro anni, tra il 1950 e il 1954, sconfitta inopinatamente proprio nella finale dei mondiali svizzeri di quell’anno dalla Germania dopo essere stata, nel Novembre del 1953, la prima squadra continentale a battere la nazionale inglese a casa propria (Wembley 6-3: la vera partita del secolo). La squadra di Sebes si riprese prontamente dalla sconfitta subita dalla Germania nella finale di Berna e, anzi, si apprestava a sostituire alcuni veterani ormai logori con giovani molto promettenti.

Nel 1955, a Novembre, l’Italia subì al Nep-Stadion(lo “Stadio del Popolo” di Budapest) un secco 2-0, nell’unica partita in azzurro giocata dal futuro C.T. Enzo Bearzot. L’impalcatura della nazionale magiara era sostenuta principalmente dai giocatori della Honved, la squadra dell’esercito, a cui si aggiungevano l’onorevole Bozsik ed Hidegkuti che giocavano nel “Voros Lobogo”, “Bandiera Rossa” denominazione di regime dell’antico Ferencvaros.

Al momento dei moti del novembre ’56, i famosi “fatti di Budapest” con l’invasione sovietica che tanto hanno significato nella storia del movimento comunista internazionale ed anche in quella dello stesso Pci, la Honved si trovava in Spagna per giocare una partita di Coppa dei Campioni, avversario l’Atletico Bilbao. I giocatori decisero di non rientrare in patria e di fermarsi in Occidente: seguirono così lunghi mesi durante i quali la Honved disputò in giro per il mondo una serie infinita di amichevoli. Ebbi la fortuna di vederli all’opera direttamente a Sanremo, in un galoppo di allenamento, terminato 7-4,avversaria la Sanremese.

Gli assi migliori furono contesi a suon di milioni e avrebbero dovuto approdare in Italia: Puskas all’Inter, Kocsis alla Fiorentina (che proprio nella stagione ’55-’56 aveva vinto il suo primo scudetto) e Csibor alla Roma. Un trio formidabile entrato a pieno titolo nella storia del calcio e con pochi eguali per qualità, tecnica, classe e capacità di esecuzione: diciamo i brasiliani Didì-Pelè-Vavà; i rossoneri svedesi Green-Nordahl-Liedholm, scudettati nel ’50-51, e gli juventini Boniperti-“King” Charles-Sivori dello scudetto ’57-58. Storie e momenti diversi, ma identiche le emozioni e le passioni che quei giocatori seppero trasmettere a milioni di amanti del bel calcio.

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Milano, 8 dicembre 1956, Stadio San Siro: i capitani Puskas e Liedholm con l’arbitro Campanati al centro del campo, sta per iniziare l’amichevole Milan – Honved

IL TABELLINO

MILAN vs HONVED    1-2
Reti: 1′ rig. Liedholm, 61′ rig. e 80′ Puskas.
MILAN: Soldan (Buffon), Beraldo, Zagatti, Fontana, Zannier, Bergamaschi, Mariani (71′ Bagnoli), Bredesen, C. Galli, Liedholm (Farina), Cucchiaroni; all. Gipo Viani.
HONVED: Grosics (Farzago), Rákóczi, Dudas (Paliesko), Bozsik, Bányai, Kotasz, Budai II, Machos (Kocsic), Tichy, Puskas, Czibor; all. Bela Guttmann.
Arbitro: Giulio Campanati di Milano.

La Federazione italiana, però, timorosa di ritorsioni da parte di quella ungherese esitò a concedere i nulla-osta al trasferimento e s’inserirono così nella corsa i grandi club spagnoli, che non avevano problemi dal punto di vista dei rapporti internazionali, in quanto la Spagna franchista non intratteneva relazioni diplomatiche con l’Ungheria comunista.

Puskas finì così al Real Madrid: tra il 1955 ed il 1966 disputò otto finali di Coppa dei Campioni con sei vittorie, nella squadra di Di Stefano, forse il più grande giocatore di tutti i tempi con Pelè e Maradona. Con Puskas e DI Stefano vanno ricordati come i grandi protagonisti di quella epopea anche Kopa, Gento, Santamaria, Munoz, Pachin, Tejada, Del Sol, i portieri Carrizo e Araquistain.

Kocsis e Csibor giocarono nel Barcellona, in quel periodo allenato da Helenio Herrera, ma collocato tecnicamente un dito sotto ai grandi rivali madridisti.

Terminò così irrimediabilmente la favola della Grande Ungheria, l’Arancysipat (la squadra d’oro) compagine dei sogni della mia infanzia.

 

La storia lunga novant’anni del calcio quilianese e valleggino

di FRANCO ASTENGO

E’ sempre stata molto forte la passione del gioco del calcio tra i giovani abitanti della piana alle spalle di Vado Ligure, raccolta in un unico comune ma ben distinta in due comunità quella di Valleggia e quella di Quiliano che dà il nome al Municipio: si è poi aggiunta Cadibona, passata attraverso diverse vicende dal Comune di Altare a quello di Savona per terminare inglobata nel quilianese. Si tratta di storie calcistiche diverse che cercheremo di raccontare nel loro intreccio di grande partecipazione popolare, capacità di aggregazione, simbolo dell’identità della propria terra.

Naturalmente la spinta della vicina Vado, dove il calcio ha sempre rappresentato una delle componenti fondamentali della vita cittadina fin dagli anni ’10 del XX secolo, è stata molto importante e molti atleti di scuola rossoblu come vedremo hanno fatto parte delle squadre di Valleggia e di Quiliano.

L’attività ufficiale nella zona principia però dal campionato di Terza Divisione 1925-26. Partecipa infatti a quel torneo l’Associazione Valleggina Incremento Sport (AVIS, che molti hanno sempre pensato fosse legata all’organizzazione dei donatori di sangue, nulla a che fare invece). L’AVIS dai colori nerazzurri si piazza al quinto posto del girone D della Liguria che termina con questa classifica: Ventimigliese 18, Miramare Savona 17, Aurora Savona 11, Fornaci 10, AVIS Valleggia 9, Alba Docilia 6.

I valleggini ottengono la loro prima vittoria in campionato alla sesta giornata superando la Veloce con il punteggio 2-1

Nella stagione successiva il torneo di competenza è sempre quello di Terza Divisione girone A: il numero delle partecipanti è significativamente aumentato e i valleggini si piazzano all’ottavo posto. Questa la graduatoria: Ventimigliese 29, Imperia 28, Miramare Savona 24, Nuova Scat Savona 19, Fornaci 16, Virtus Savona 15,Alba Docilia 14, AVIS Valleggia 11, Veloce 11, Aurora 10.

La formazione base dell’AVIS Valleggia in queste due stagioni è la seguente: De Ferrari, Venturini I, Saettone, Grea, Bella, Bruzzone, Napoli, Perata, Pratali, Rosso, Venturini II.

Inopinatamente la storia dell’AVIS si interrompe a questo punto, come quella di altre società pionieristiche del savonese: il fascismo nel 1927 interviene per mettere le mani sull’organizzazione del gioco che sta diventando ormai molto popolare e per allineare i gruppi dirigenti al regime eliminando tutti quelli che riteneva in odore di “fronda”. Il fulmine dello scioglimento e della fusione forzata coglie così lo Speranza che ha avuto stagioni gloriose ai vertici del calcio italiano, il Fornaci e l’AVIS Valleggia, costretto a quale punto ad essere inglobato nel Vado.

Di calcio ufficiale nella zona si ricomincerà a parlare subito dopo la Liberazione. Si ricomincia dal campionato propaganda stagione 1946-47.

La prima giornata si disputa il 15 Dicembre 1946 e l’AVIS Valleggia supera la Veloce con il punteggio di 1-0, si tratterà di una stagione trionfale: vittoria in campionato con una striscia record di 17 vittorie consecutive.

Questa la classifica: AVIS  Valleggia 35, Veloce 29, Libero Sport 27, Stella Rossa 24, Lavagnolese 19, Letimbro Santuario 17, CRE Guazzotti 16, Virtus 14, Croce Rosa Celle 11, Ardita Savona 10.

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Una rara immagine dell’AVIS, con le storiche maglie neroazzurre

La formazione titolare si schierava così: Bruzzone (autore di una brillante carriera: sarà il portiere di Vado, Savona e Cuneo), Vallarino, Botta, Bernardini, Falco, Brighi, Padula (anche lui in futuro al  Savona e al Vado), Poli (il popolare “zio” a lungo titolare del Bar Haiti in piazza Cavour a Vado), Grignano, Camici (fratello del futuro portiere del Vado e padre del centrocampista anni’70-80 di Vado e Cairese), Astengo (Calera, De Marco, Zunino, Garzoglio, Rosso).

Dalla stagione 1947-48 riprende la normale gerarchia dei campionati e si ritorna alla denominazione di Prima Divisione. Nel frattempo è sorto il Quiliano dalla divisa biancorossa. L’ AVIS partecipa al girone A, quello della Riviera, che registra il successo dell’Intemelia davanti al Finale, seguono Borgo Peri Imperia, Ceriale, AVIS Valleggia, Dianese, Valmerula, Ventimigliese e Adelasia Alassio. Il Quiliano milita nel girone B, Val Bormida – Levante. Si impone il Cengio davanti alla Veloce, Quiliano al terzo posto seguono Altarese, Cokitalia Bragno, Lancia, Sabazia Vado Ligure, Celle e Libero Sport.

L’AVIS schiera questa formazione: Siri, Patrone, Arrigo, Beccaro, Traverso, Parodi, Giusto, Bottinelli, Damonte, Vallarino, Ferrero.

La formazione titolare del Quiliano: Ferro, Baranzini, Tomei, Prefumo, Reverdito, Nocese, Toniolo, Rosso, Lorini, Bonello, Giusto.

Stagione 1948 – 49

Il campionato di Prima Divisione viene riunificato in un unico girone comprendente le squadre della provincia di Imperia e quelle della provincia di Savona.

Questa la classifica finale: Cengio 36, Borgo Per Imperia, 32, Dianese 32, Veloce, 28, Stella Rossa 27, AVIS VALLEGGIA 25, Finale 24, Ventimigliese 23, Cokitalia Bragno (erano ancora i tempi delle squadre di fabbrica) 20, QUILIANO 19, Ceriale 14, Loanesi 13, Altarese 10, Adelasia Alassio 0.

Formazione dell’Avis Valleggia: Martino, Arrigo, Lavagna I, Bonetti, Vallarino, Caviglia, Lavagna II, Poli, Aschiero, Pillitteri, Camisa.

Formazione del Quiliano: Lugas (poi alla Veloce), Reverdito, Suppa, Strazzi, Bergamaschi, Trecca, Bruzzone, Callera, Tura, Giovara, Lecci.

Stagione 1949 – 50

Campionato di Prima Divisione. Si impone la Veloce che partirà da quel successo per una straordinaria calvalcata che nel giro di qualche stagione porterà il sodalizio granata a partecipare al campionato nazionale di IV Serie affrontando Biellese, Pro Vercelli, Cuneo, Sestrese, Savona, Entella.

Questa la classifica finale: Veloce 34, Val Bordighera 33, Cairese 28, Loanesi, 27, Ventimigliese 25, AVIS VALLEGGIA 24, QUILIANO 23, Finale 19, Stella Rossa 16, Cengio 13, Dianese 10, Altarese 6.

Formazione dell’AVIS Valleggia: Martini, Parodi, Oliva, Zunino, Vallarino, Galleano, Grignano, Ferrero, Folco, Camici, Caviglia.

Formazione del Quiliano: Lugas, Reverdito, Sbruzzi, Callera, Tura, Cerisola, Peressi, Rosso, Giovara, Bruzzone, Rebagliati.

Stagione 1950 – 51

Questa la classifica finale della Prima Divisione: Valbordighera 35, Finale 33, Cairese 28, Dianese 25, Loanesi 25, Stella Rossa 25, Monteponi 24, Ventimigliese 22, Speranza 16, QUILIANO 11, AVIS VALLEGGIA 9, Cengio 7.

Stagione 1951 – 52

Questa la classifica finale della Prima Divisione: Finale 35, Finalborghese 33, Loanesi 30, Monteponi 30, Cairese 28, Varazze 28, Dianese 27, Ventimigliese 22, AVIS VALLEGGIA 18, QUILIANO 17, Speranza 17, Albisola 13, Stella Rossa 13.

Formazione AVIS Valleggia: Martini, Oliva, Rovigi, Bruzzone, Brighi, Saettone, Giovannetti, Marasso, Ferrero, Poli, Camici.

Formazione Quiliano: Bianchi, Pollero, Prefumo, Bergamaschi, Calleri I, Castagno, Molinari, Calleri II, Moretti, Sbaiz, Rebagliati.

Stagione 1952 – 53

Vince il campionato di Prima Divisione l’Albisola che sale così per la prima volta in Promozione.

Classifica: Albisola 37, Speranza 35, Finalborghese 33, AVIS VALLEGGIA 29, Dego 25, Montecatini Cairo 24, Stella Rossa 24, Colombo Cogoleto 22, Quiliano 19, Altarese 16, Marenco Cogoleto 13, Lavagnolese 11, Celle 9, Cengio 7, Libertà e Lavoro 7.

Formazione dell’ AVIS Valleggia: Bruzzone, I, Devalle, Rovigi, Bruzzone II, Brighi, Panigo, Padula, Grignano, Garzoglio, Falco, Astengo.

Classifica di Seconda Divisione: Auxilium Alassio 23, Veloce  riserve 15, Albenga riserve 12, Varazze riserve 11, Frassati Leca d’Albenga 10, Finalese riserve 10, Finalborghese riserve 9, Dopolavoro Ferroviario 4.

Stagione 1953 – 54

Calssifica Prima Divisione: Auxilium Alassio 51, Colombo Cogoleto 50, Finalborghese 49, Monteponi 47, Montecatini 40, Loanesi 39, Marenco Cogoleto 37, Celle 35, AVIS VALLEGGIA 33, Speranza 28, Libertà e Lavoro 27, QUILIANO 21, Altarese 19, Lavagnolese 19, Stella Rossa 18, Generale 15, Dopolavoro Ferroviario 15.

Stagione 1954 – 55

Classifica del campionato di Prima Divixsione: Carcarese 38, QUILIANO 37, Finalborghese 33, Libertà e Lavoro 32, Cairese 32, Lavagnolese 30, Celle 28, AVIS VALLEGGIA 26, Colombo Cogoleto 21, Arma Juve 21, Valbordighera 18, Speranza 10, Altarese 2.

Stagione 1955 – 56

E’ la grande stagione del Quiliano che sale in Promozione dominando il campionato di Prima Divisione. Classifica finale: QUILIANO 43, Ventimigliese 39, AVIS VALLEGGIA35, Loanesi 33, Finalborghese 31, Dianese 29, Finale 29, Stella Rossa 27, Libertà e Lavoro 27, Auxilium Alassio 25, AVIS VALLEGGIA 24, Lavagnolese 23, Arma Juve 18, Celle 17, Altarese 16.

Formazione del QUILIANO squadra vincitrice del campionato: MARTINI (in seguito al Vado, Cairese, Carcarese, Altarese), Camici, Alcetti, Vallarino, Tullio Pierucci (il grande Tullio, nazionale dilettanti, in Serie C con il Savona, poi protagonista assoluto con Cairese, Loanesi, Veloce: per molte stagioni il miglior difensore della Promozione Ligure), Sappa, Peressi, Scotto (un ricordo per il generoso Adriano il “leone di Zinola), una carriera burrascosa per rapporti non proprio “idilliaci” con gli arbitri), Varaldo, Loi, Barsi.

Nel frattempo è salito anche alla ribalta il Valleggia, colori sociali granata, emanazione della parrocchia che dispone del campo “San Giuseppe”.

Il Valleggia si impone nel campionato di Seconda Divisione (è l’ultima edizione di questo torneo) con questa formazione: Marinangeli (vigile del fuoco, poi al Santa Cecilia), Risso, Briano II, Vittori, Brondo, Ciacci (appassionato sportivo, a lungo segretario del Savona Fbc, scomparso improvvisamente proprio mentre dalla tribuna seguiva i suoi amati biancoblu), Dagnino, Micca (a lungo vera e propria “colonna” del Vado), Croce, Tusi, Macelloni (un leginese per molte stagioni alla Veloce).

Stagione 1956 – 57

Quiliano in  Promozione.

Classifica: Andrea Doria 51, Savona 49, Varazze, 48, Carcarese 37, Albenga 33, Sampierdaranese 32, Don Bosco Sampierdarena 31, CSI Pegli 30, Imperia 30, Ventimigliese 25, Colombo Cogoleto 24, Alassio, 21, Albisola 20, QUILIANO 20, Calciatori Prè 17, Cairese 13.

Formazione del Quiliano: Martini, Camici, Alcetti, Vallarino, Pierucci, Sappa, Peressi, Ansaldo, Sbaiz, Mucci, Marchese ( Genta, Salomone, Caviglia, Vivalda, Barsi). Un Quiliano rafforzato da tre grandi acquisti dal Vado:  Davide Ansaldo, Rino Mucci e Martino Marchese.

Valleggia e AVIS in Prima Divisione.

Classifica: Finale 52 (c’è stata la fusione con la Finalborghese), Loanesi 44, Dianese 39, Auxilium Alassio 39, VALLEGGIA 35, Arma Juve 34, Cengio 32, Altarese 30, Stella Rossa 25, Libertà Lavoro 25, Lavagnolese 24, AVIS VALLEGGIA 23, Celle 22, Speranza 20, Santa Cecilia 17, Villetta 15.

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Un Quiliano anni  ’50 davvero di lusso : il massaggiatore Lorini, Sbaiz, Visconti, Falco, Ansaldo, Marte (Davide Ansaldo e Pino Marte due grandi protagonisti del calcio savonese anche come allenatori: li accomuniamo qui in un commosso ricordo), Levratto; accosciati: il dott. Bertolotti (finissimo centrocampista, famoso chirurgo, sindaco di Spotorno), Vittorio Rossi (autentico settepolmoni, dal calcio alla bici amatoriale con le scalate di Tourmalet ed Izoard), Genta (il “panettiere”), Bonello (poi alla Cairese, generoso instancabile centrocampista) Barsi.

Stagione 1957 – 58

Quiliano ancora in promozione.

Classifica: Varazze 43, Finale 42, Csi Pegli 40, Alassio 39, Carcarese 37, Albenga 36, Imperia 35, UITE 35, Quiliano 35 (14 vittorie, 7 pareggi, 9 sconfitte, 47 goal fatti, 53 subiti), Cairese 34, Sampierdarenese 26, Loanesi 23, Colombo Cogoleto 16, Ventimigliese 15, Dianese 12, Albisola 12 punti.

Formazione: Martini, Barsi, Camici, Ferrero, Pierucci, Vallarino, Spinelli, Vivalda, Sbaiz, Gambino, Rossi  (Giorgetti, Facco, Pessano); all. Fioretti (uno zinolese che aveva giocato nello Speranza degli anni d’oro).

In Prima Divisione il Valleggia contende fino alla fine il passaggio di categoria alla Libertà e Lavoro che nel frattempo si è fusa con lo Speranza: ma alla fine saranno i lavagnolesi a prevalere

Classifica: Libertà Lavoro Speranza 29, Valleggia 27, Altarese 27, Cengio 26, Arma Juve 25, Lavagnolese 23, Auxilium Alassio 22, Stella Rossa 18, Valbormida 17, AVIS VALLEGGIA  17, Santa Cecilia 11, Villetta 10, Gloria 5.

Stagione 1958 – 59

Ancora il Quiliano protagonista in Promozione.

Classifica: Imperia 54, Alassio 52, Finale 48, Albenga 43, Carcarese 39, Loanesi 33, Cairese 32, Albisola 26, QUILIANO 24 ( 8 vittorie, 8 pareggi, 14 sconfitte, 35 goal fatti, 59 subiti), Ventimigliese 21, Libertà Lavoro Speranza 21, Dianese 20, Veloce 20, Altarese 17, Cengio 16, Arma Juve 14.

Formazione: Dodino, Falco, Camici, Lavoratori (“Chinne” poi appassionato allenatore del settore giovanile della Villetta), Tullio Pierucci, Tambuscio, Bertolotti, Bonello, Spinelli, Scarcia (anche per il biondo Gigi un ricordo particolare), Barsi (Genta, Romano, Visconti, Peressi, Sbaiz).

In Prima Divisione ha chiuso i battenti la gloriosissima insegna dell’AVIS, ormai ammainata per sempre. Resta in campo il Valleggia ma reggerà ancora per due stagioni. E’ un momento difficile per il calcio minore, sono cresciute le spese e molte società si ritirano. Il movimento riprenderà a crescere verso la metà degli anni ’60: alla Prima Divisione, infatti, per raggiungere un numero adeguate di partecipanti sono presenti anche le squadre riserve di compagini di categoria superiore.

Classifica:  Croce Bianca d’Albenga 32, Santa Cecilia 29, Quiliano riserve 27, Finale riserve 25, Valbormida 24, Millesimo (all’esordio) 22, Valleggia 19, B Vado riserve 17, Auxilium Alassio 14, Villetta 11, Varazze riserve 10, Stella Rossa (anch’essa arrivata all’ultima stagione) 6.

Formazione del Valleggia: Briano I, Risso, Briano II, Vittori, Bruzzone, Brondo, Scavuzzo, Dagnino, Micca, Tusi, Macelloni.

Stagione 1959 – 60

Quiliano in difficoltà, termina al penultimo posto precedendo la Libertà e Lavoro. Al termine della stagione ci sarà il ripescaggio, soltanto i  lavagnolesi saranno costretti alla retrocessione

Classifica: Finale 54, Albenga 50, Alassio 46, Vado 36, Carcarese 35, Albisola 34, Altarese 34, Loanesi 33, Ventimigliese 28, Cairese 24, Dianese 24, Arma Juve 21, Veloce 17, Cengio 16,QUILIANO 17 (7 vittorie, 3 pareggi, 20 sconfitte, 38 goal fatti, 65 subiti), Libertà e Lavoro Speranza 11.

Formazione: Caviglia, Marte, Alcetti, Tambuscio, Romano, Visconti, Bonello, Rossi, Sbaiz, Liberatori, Marchese.

La Prima Divisione ha cambiato nome. E’ diventata Seconda Categoria, con il tempo crescerà fino a diventare un grande campionato (la “nostra Serie A” proclama da sempre il presidente a vita del rifondato Valleggia Francesco Landucci). Per intanto ci sono ancora le squadre “riserve” e il Valleggia interrompe l’attività: un black out che durerà 12 anni.

Savona riserve  40,  Auxilium Alassio 36 (promosso in Promozione), Croce Bianca Albenga 32, Millesimo 27, Loanesi riserve 25, Valbormida 23, Altarese  riserve 18, Villetta 17, Valbormida 16, Valleggia 14, Santa Cecilia 11, Carcarese riserve 6.

Stagione 1960 – 61

Il Quiliano è rimasto solo a rappresentare il territorio. La squadra si batte con onore in un difficilissimo campionato, davvero ad alto livello.

Classifica: Albenga 51, Alassio 44, Loanesi 43, Carcarese 43, Vado 41, Varazze 40, Cairese 38, Cengio 29, Dianese 29, Ventimigliese 26, Albisola 21, Altarese 21, Colombo Cogoleto 19, QUILIANO 14  (3 vittorie, 8 pareggi, 19 sconfitte, 19 goal fatti, 73 subiti), Veloce 11, Arma Juve 10.

Formazione del Quiliano: Genta, Barsi, Murialdo, Ansaldo, Visconti, Marte, Rossi, Duchini (un simpatico toscano, anche lui scomparso troppo presto, soprannominato “Herrera” per il suo sfegatato tifo interista), Bertolotti, Tambuscio, Falco (Bonello, Caviglia; completa la rosa un giovanissimo Guido Lagustena, quindici anni, ala dal palleggio facile poi passato alla Sampdoria, al Savona, Vado, Albenga, Nolese, Spotornese, Villetta. Grande protagonista con gli amici Sardo e Mellano (“i tre dell’Ave Maria”) dei tornei estivi con il Bar Livio e il Bar Freccero).

Stagione 1961 – 62

Abbandona la scena anche il Quiliano: esaurite le risorse dirigenziali la squadra viene ringiovanita attraverso una serie di prestiti avuti dal Savona ma, complici anche alcune partenze novembrine per il servizio militare (allora il “soldato” lo si faceva sul serio)  la squadra quilianese, pur affidata alla passione e all’esperienza di Felice Levratto, si trova relegata all’ultima piazza e nella stagione successiva interrompe l’attività non iscrivendosi al campionato di Seconda Categoria.

Classifica: Alassio 50, Vado 47, Cairese 42, Carcarese 38, Varazze 37, Loanesi 35, Cengio 34, Albisola 27, Arma Juve 26, Altarese 25, Colombo Cogoleto 23, Edera Pra 23, Dianese 23, Ventimigliese 19, Veloce 17, QUILIANO 14  ( 4 vittorie, 6 pareggi, 20 sconfitte. 20 goal fatti, 60 subiti)

Formazione: Angelini, Falco, Rossi, Ansaldo, Duce, Chiacchio, Meraviglia, Frione, Rusticoni, Aschero, Sbaiz (Martini, Romano, Marte, Simonetti, Vittori, Murialdo); all. Felice Levratto.

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Prima di abbandonare la categoria i quilianesi si tolgono ancora questa bella soddisfazione

Esaurito il grande ciclo di Quiliano, Valleggia, AVIS per tutti glia anni  ’60 fino all’inizio del decennio successivo a rappresentare il territorio quilianese si affaccia una simpatica novità: quella del Cadibona messa su dagli appassionati Boagno e Scarrone facendo capo alla società cattolica. Dopo qualche campionato nel CSI  con la stagione 1962 -63 i blu (maglia di riserva bianca) affrontano la Seconda Categoria, all’inizio con qualche difficoltà poi in un crescendo di risultati. Ne diamo conto di seguito elencando le classifiche e citando le formazioni che siamo riusciti a reperire.

Campionato 1962 – 63

Classifica:  Veloce 34, Garessio 32, Spotornese 30, Millesimo 27, Libertà Lavoro Speranza 20, Nolese 20, Villetta 15, Croce Bianca d’Albenga 15, Ferrania 15, Bagni Italia 10, CADIBONA 2.

Campionato 1963 – 64

Classifica: Spotornese 52, Garessio 41, Don Bosco Varazze 41, Villetta 38, Nolese 38, Millesimo 36, Libertà Lavoro Speranza 25, Croce Bianca d’Albenga 25, CADIBONA 24, Altarese 24, Don Bosco Savona 23, Maremola Pietra Ligure 19, Priamar 11, Bagni Italia 10, Ferrania 9.

Campionato 1964 – 65

Classifica: Nolese 43, Don Bosco Varazze 34, Carlin’s Boys 32, Dianese 30, CADIBONA 27, Villetta 26, Priamar 24, Garessio 22, Don Bosco Savona 22, Millesimo 19, Carcarese 14, Soccorso Pietra Ligure 13, Libertà lavoro Speranza 12, Altarese 12.

Formazione Cadibona: Bonetti, Porta, Grasso, Minuto, Falco, Malatesta, Paggini, Andreoli, Lodici, Mistrangelo, Cattardico.

La squadra è stata rafforzata da giocatori di assoluto livello molto esperti per la categoria come Lodici dall’Altarese e Mistrangelo e Cattardico provenienti dal Millesimo ma, nel passato recente, colonne della Libertà e Lavoro al tempo della Promozione.

Campionato 1965 – 66

Classifica: Villetta 40, Dianese 36, Cengio 32, Auxilium Alassio 31, Carlin’s Boys 30, CADIBONA 29, Soccorso Pietra Ligure 27, Priamar 25, Garessio 24, Altarese 23, San Bartolomeo Cervo 22, Carcarese 18, Don Bosco Savona 14, Millesimo 10.

Formazione del Cadibona: Bonetti, Porta, Grasso, Paggini, Malatesta, Minuto, Pilleri, Brandini, Andreolo, Mistrangelo, Cattardico.

La squadra poggia ormai su di un nucleo di fedelissimi come Porta, Paggini, Malatesta. Si mette in luce Tullio Brandini, dal vivaio del Savona, distributore di benzina in centro a Quiliano. Il promoter Nanni De Marco lo convocherà sempre in rappresentativa.

Campionato 1966 – 67

Classifica girone B: Cengio 38, Cornigliano 34, Don Bosco Varazze 30, Millesimo 28, Albisola 27, Elah Pegli 27, Carcarese 27, CADIBONA 15, Santa Cecilia 13, Arenzano 11, Altarese 9, Colombo Cogoleto 2.

Formazione Cadibona: Bonetti, Porta, Grasso, Paggini, Falco, Ferzini, Spinelli, Pilleri, Andreolo, Malatesta, Pullina.

 Nel campionato 1967 – 68 il Cadibona interrompe l’attività e la riprende con il campionato successivo.

Campionato 1968 – 69

Classifica: Santa Cecilia e Andora 41 (spareggio a Pietra Ligure: Santa Cecilia-Andora 2-1), Auxilium Alassio 39, Taggese 38, Ceriale 37, Priamar 33, Millesimo 33, Freccero 30, Altarese 29, Colombo Cogoleto 24, CADIBONA 23, Calizzano 18, Judax 14, Finalpia 13, Borghetto  Santo Spirito 6, Enel Albenga 3.

Formazione Cadibona: Genta, Porta, Leoncini, Brandini, Sciutto, Malatesta, Costa, Parodi, Spinelli, Andreolo, Paggini (Berruti, Bozzano, Piccinini, Pullina).

Campionato 1969 – 70

Classifica: Colombo Cogoleto 37, Borgio Verezzi 35, Arenzano 33, Judax 32, Priamar 32, Calizzano 25, Finalpia 22, Fulgor Loano 22, Millesimo 20, Freccero 18, Altarese 17, CADIBONA 13, Borghetto Santo Spirito 5.

Formazione del Cadibona: Grossi, Laiolo, Guidetti, Brandini, Malatesta, Parodi, Croce, Zunino, Spinelli, Pullina, Inzaghi (Giusto, Costa, Martinucci); all. Cattardico.

Campionato 1970 – 71

Classifica: Cengio 39, Finalpia 37, Borghetto Santo Spirito 37, Nolese 36, Fulgor Loano 34, Garessio 32, Santa  Cecilia 32, Millesimo 25, Priamar 22, Calizzano 22, Altarese 15, CADIBONA 14, Judax 13, Borgio Verezzi 3.

Formazione Cadibona: Molinas, Gulletti, Scarlata, Faggioli, Sciutto, Malatesta, Paggini, Perna, Pullina, Ciappellano, Gamba (Scalise, Caria, Genta, Giusto, Guidetti, Formento); all. Genta.

Campionato 1971 – 72

Classifica: Borghetto Santo Spirito 38, Nolese 36, Ceriale 33, Fulgor Loano 31, Andora 30, Garessio 27, Auxilium Alassio 25, Intemelia 23, Altarese 23, Millesimo 23, Priamar 21, Santa Cecilia 20, Calizzano 17, CADIBONA 10.

Formazione Cadibona: Robiglio, Faggioli, Rigardo, Malatesta, Rocca, Memè Novaro, Danello, Frumento, Gasco, Brandini, Pilleri (Nervi, Oliva, Guidetti, Verney, Zaccarini).

Campionato 1972 – 73

Classifica: Andora 41, Intemelia 39, Ceriale 37, Altarese 33, Bar Treviso 29, Santa Cecilia 29, Garessio 26, Calizzano 24, Sanremo 24, Auxilium Alassio 22, Bragno 19, Priamar 17, Villetta 17, Cadibona 5

Formazione Cadibona: Genta I, Nervi, Genta II, Rigardo, Malatesta, Boagno, Gamba, Bellomi I, Frumento, Coppola, Guidetti ( Orlando, Perna, Faggioli)

Si interrompe a questo punto la bella storia del Cadibona anni ’60-’70 quale sola rappresentante del territorio quilianese nel calcio provinciale.

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Quello sopra riprodotto è l’omaggio iconografico dedicato ai bravi interpreti del Cadibona in quel bellissimo periodo. Una storia di impegno e di amicizia

Mentre si esauriva la (bella) vicenda del Cadibona, risorgeva il Valleggia che, al primo tentativo, centrava la promozione in Seconda Categoria. La nuova società sceglie le maglie viola su impulso del presidente Pieraccini, un viareggino tifoso della Fiorentina.

Il Valleggia è una matricola messa su da un gruppo di grandi appassionati e competenti come Lino Lazzarini, Francesco Landucci  (che guida ancora adesso a distanza di oltre quarant’anni la società che nel frattempo si è mossa sempre a cavallo tra la Sseconda e la Terza categoria), Gianni Pessano competente organizzatore che nelle prime stagioni del nuovo Valleggia ricoprirà l’incarico di direttore tecnico, e Umberto Fanfoni, da ricordare come il presidente negli anni centrali della rinascita, scomparso prematuramente.

Classifica terza categoria 1972 – 73, Girone B: VALLEGGIA 24, Millesimo 21, Mallare 18, Bardfinetese 9, Chimor 9, Don Bosco Savona 8, Dego 7, Bar Belluno 7, Cosseria 5.

Formazione del Valleggia: Giusto, Briano, De Luca , Vota (anche per Stefano un ricordo commosso), Filippi, Memè Novaro, Riolfo, Scarrone, Tabellario, Vernazza, Bonifacio (Robiglio, Minuti, Ferrari).

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Ecco schierato un giovane Valleggia nel periodo di rinascita della società

Anche a Quiliano si riprenderà il filo rosso dell’attività agonistica che continua tuttora dopo molte stagioni ai vertici del calcio regionale. La ripresa in Terza  Ctegoria è dell’inizio degli anni ’80, la risalita in seconda nella stagione ’84- 85 e il balzo in Prima Categoria al termine di un campionato trionfale nella stagione ’85- 86, protagonisti il portiere Rapallino, il difensore Ratti, i tre  grandi “quilianesi all’estero” Davi, Camici, Becco tornati per far grande la squadra della loro cittadina, il cannoniere Bertola. Nel frattempo era tornato anche il Cadibona, allenato da Dario Ricci, questa però è la stagione della dolorosa chiusura definitiva per la squadra dalla maglia blu.

Concludiamo questa ricostruzione pubblicando la classifica di quel campionato trionfale per i colori biancorossi: QUILIANO  45, Ferrania 37, Cameranese Saliceto 37, Rocchettese 30, Letimbro 26, Villetta 26, Priamar 25, San Nazario Varazze 25, Villapiana 23, Dego 22, Sabazia 21, Santa Cecilia 19, CADIBONA 19, Cosseria 9.

 

 

Albenga – Alassio: grandi sfide con grandi protagonisti nel derby della Gallinara

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di FRANCO ASTENGO

C’è un capitolo, nella storia del nostro calcio, che merita di essere ricordato e celebrato per l’importanza delle sfide, la qualità del gioco e dei protagonisti, il pathos delle tifoserie. E’ il “derby della Gallinara” che da diversi anni, per vicissitudini varie su entrambe le sponde, non si gioca ma è ancora oggi ricco di fascino e interesse non solo storico.

La prima sfida tra “vespe” ed ingauni, segnata nella storia dei campionati maggiori,  risale al torneo di Seconda Divisione 1931-32 (alla fine fu il Vado a conquistare la promozione alla serie superiore, attraverso gli spareggi con Pinerolo e Falck Milano). La sfida ponentina si disputò subito, alla 1a giornata, ad Albenga e finì 1-1. Ricordiamo le formazioni delle squadre.

Albenga: Torres, Vitalone, Mascardi, Piccio, Gandolfo, Grassi, Gardella, Spedizionieri, Cosa, Paride, Chiarlone.

Alassio: Salemme (il celebre “Cain” che aveva difeso la porta dello Speranza, nei campionati di Divisione Nazionale), Alciatore, Ferrando, Guido, Bozzano, Farina, Giovine, Argenti, Testa, Francini, Rossi.

Nella partita di ritorno gli albenganesi espugnarono Alassio (1-0); nella classifica finale  settimo posto per l’Albenga e decimo posto per l’Alassio.

Nella stagione 1933-34 si giocò il primo scontro diretto in Serie C (campionato vinto dal Savona, con l’Alassio undicesimo e l’Albenga quindicesima). All’andata gialloneri in  carrozza (era la nona giornata, il 12 novembre 1933) per 2-0; al ritorno pari (1-1). Citiamo alcuni dei protagonisti: Zarri, Facollo, Moretti, Cappanera, Rota nell’Albenga; Traverso, Grossi., Strata, De Maurizi nell’Alassio.

La Serie C fu disputata da entrambe le squadre fino alla stagione 1947-48, poi la ristrutturazione dei campionati allontanò quella possibilità per sempre: in quella importante annata il derby fu giocato nuovamente all’esordio (ed anche il torneo alla fine fu vinto, ancora una volta, dal Savona). Il 19 ottobre 1947 l’Albenga si impose in trasferta (2-1), il 22 febbraio 1948 finì, di nuovo, alla pari per 1-1.

L’Albenga si allineava con Bossi, Fenech, Ascheri, Bottero, Ferri, Gini, Macciò, Littarelli, Facchinetti, Vacca, Bertoluzzi. L’Alassio rispose con Amoretti (nella tradizione dei grandi portieri che l’Alassio vanta davvero nella storia), Armanino, Vico, De Paoli, Gallo, Grossi, Mastroianni, Albertario, Turati II, Turati III, Leone.

Gli anni ’50 registrarono le prime ascese dell’Albenga in Serie D.

Nella stagione ’60- 61 l’Albenga superò  le “vespe” nel finale di un tiratissimo girone.

L’Alassio in quel campionato disponeva di una ottima difesa imperniata sul trio Angelini (portiere), Sala e Bodrato (terzini), lo statuario Lunetta al centro della difesa, ma non fu sufficiente per sopravanzare i cosiddetti “cugini, giocatori di qualità come Ciferri, Bith, Pegan; un mastino come Grosso, punte di spicco come Imberti, Invernizzi e il mancino varazzino Berto Calamano.

Decisivo fu lo scontro diretto al “Ferrando” con un pubblico, oltre 2.000 spettatori, degno di un derby. L’Alassio partì forte e passò in vantaggio al 27′ con una rasoiata di Calamano; ma quattro minuti dopo Celiberti, il “piccoli Sivori”, genio e dominatore del centrocampo, portò gli ingauni in parità. Partita in bilico. Ma nella ripresa, le sorti del match si decisero in due minuti, ancora con Celiberti al 7′ e con l’ala sinistra Ciotti al 9′, portarono i bianconeri sul 3-1. Alassio sotto choc. il “vecio” Luciano Testa, bandiera ingauna, e Carlotto chiusero la partita con un secco 5-1.

Formazioni.

Alassio: Angelini, Sala, Bodrato; De Negri, Lunetta, Ziliani; Invernizzi, Pegan, Calamano, Bith, Ciferri. All. Boscione.

Albenga: Franchi, Galindo, Malco, Turco, Neuhoff, Rumazza, Carlotto, Paltrinieri, Testa, Celiberti, Ciotti. All. Testa.

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L’Alassio 1960-61 schierato al “Ferrando”: in piedi da sin. De Negri, Grosso, Imberti, Invernizzi, Testa, Giovannelli, Lunetta, un dirigente; accosciati, Zerega, Ziliani, Bith, Angelini, Ciferri, Pegan, Calamano. Completavano l’organico Schivo e i terzini Sala e Bodrato.

L’Alassio decise di riprovarci con una campagna acquisti stellare (il portiere Zenari, Ratti, l’ex vadese Armella, le punte Grillo e Ghiandi, la mezzala Bistolfi). Riuscì così a scalare le vette dei campionati Interregionali vincendo la Promozione dodici mesi dopo con una grande squadra guidata dall’allenatore Campanelli, un vecchio drago della panchina.

Si trattò di un duello rusticano con il Vado risolto alla ventiseiesima giornata con un pari al Chittolina (1-1). Partita tiratissima di fronte a 5.000 spettatori.

Tabellino.

Vado: Camici, Boi, Peluffo, Rosasco, Giorgetti, Suraci, Griffo, Mantero, Lagasio, Gaglione, Gramegna.

Alassio: Zenari, Ciferri, Zogli, Giovannelli, Lunetta, Armella, Grillo, Bith, Bistolfi, Ghiandi, Casanova.

Reti: 7’ Grillo,  20’ Peluffo su rigore.

Arbitro Furlan  di Torino.

Le due grandi rivali del derby della Gallinara si scontrarono così per un lungo periodo, nel momento migliore della storia del calcio savonese, realizzando questi piazzamenti nei difficilissimi gironi della IV Serie di allora: Alassio quarto, Albenga sedicesima alla fine del torneo 62-63; Albenga sesta, Alassio undicesimo in conclusione del campionato 64- 65; Albenga quinta, Alassio nono nel 65-66; Albenga quinta, Alassio dodicesimo nel campionato 66-67; Alassio nono, Albenga tredicesima al termine del torneo 67-68; Albenga dodicesima, Alassio quattordicesimo nel 68-69; infine, Albenga undicesima ed Alassio diciottesimo (definitivamente retrocesso: da allora gli alassini sono rimasti nel limbo dei campionati regionali).

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Il trio difensivo dell’Alassio 60- 61 : Sala, Angelini, Bodrato

Abbiamo già ricordato alcuni dei protagonisti dell’Alassio, cui possono essere aggiunti (dimenticandone tantissimi) Capriati, Invernizzi, Dodi, Mela, Selvatici, Casella, Nino Parodi, Corrado Teneggi, Franco Chittolina, Piero Armella, Fontana.

Anche nel caso dell’Albenga le citazioni dovrebbero essere tantissime, e saremo sicuramente tacciati di errori ed omissioni.

Tentiamo lo stesso, partendo dal poker di quelli che possiamo ben considerare i quattro grandi di quell’Albenga: Luciano Testa, Celiberti, Ciotti, Neuhoff. Poi i savonesi Galindo e Paltrinieri, il raffinato Vignolo, il possente Rumazza, i portieri Franchi e Carabba, il terzino Bulfoni, il dinamico Cazzola. Ancora nelle edizioni successive degli ingauni nel lungo periodo di Luciano Testa allenatore da ricordare Nico Vasconi, giocatore di grande classe, Vittorio Panucci, cannoniere entrato nella storia di parecchie società (Pro Patria, Monza, Asti, Savona, Imperia), e Pier Basili partito da Albenga, dopo aver compiuto la trafila nelle minori del Savona, per arrivare a Modena, Avellino, Lecce, Udinese, Parma, alcune delle tappe di una importante carriera calcistica.

Ci fermiamo qui: è stato soltanto uno scorcio, una piccola finestra aperta sul miglior passato di Alassio ed Albenga. Quando a ponente si giocava un grande calcio con grandi squadre e ottimi giocatori.

 

 

Il campionato primavera del Centro Sportivo Italiano

di LUCIANO ANGELINI e FRANCO ASTENGO

Fino all’inizio degli anni ’60 la possibilità di giocare al calcio nei campionati regolari “a 11” era riservata ai ragazzi che avessero già compiuto 14 anni. Prima di quell’età si disputavano soltanto tornei “a 7”, molto partecipati sui campetti delle parrocchie oppure di assoluta fortuna come quello del davvero “mitico” Gloria posto sul greto del fiume Letimbro in Corso Ricci, oppure al Santuario (spuntoni di pietra sorgevano a tradimento dall’erba) o agli Scolopi: i due campi principali però (per dirla con il linguaggio dei primi tempi di “Tutto il calcio minuto per minuto”) erano quelli del Salesiani in via Piave e del Sacro Cuore in Corso Colombo.

Ma nella primavera del 1962 ecco la svolta. La dirigenza del Centro Sportivo Italiano (Tognetto, Blandino, Ghiglia) ebbe un’intuizione felicissima: in questo caso la disponibilità di un impianto come quello del CSI a Legino risultò determinante.  L’idea fu quella organizzare un Campionato “Primavera” riservato ai ragazzi tra i 12 e i 14 anni.

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Questo preziosissimo ritaglio di giornale risale al 1955. Si tratta del “Letimbro” il settimanale della Curia, che testimonia proprio il periodo nel quale il CSI organizzava esclusivamente i tornei a 7 tra le varie squadre parrocchiali. Nell’Albissola oltre a Gaggero che si apprestava a diventare il factotum della Santa Cecilia spicca la presenza di Aymar che qualche tempo dopo diventerà uno dei migliori hockeysti della squadra allestita dal prof. Colla. La “Pocalana”, squadra intitolata ad un militante dell’AC scomparso prematuramente, rappresentava l’Oratorio Sacro Cuore, quello della Priamar e di Don Dietrich. Nel tabellino manca Soldi. Si tratta di giocatori che poi militeranno in molte squadre della città e della provincia: Angelini (Santa Cecilia, Savona, Alassio, Cuneo, Cairese, Nolese) Martinengo dopo un passaggio nella Stella Rossa alla Veloce e alla Priamar, “Maxian” Giordano, storico e compianto commesso dell’antico negozio di cappelli “Pastore” di via Pia con la Villetta e la Priamar. Una testimonianza eccezionale del periodo immediatamente precedente a quello sul quale si sofferma l’articolo.

L’iniziativa destò subito un grande interesse. Un mago del marketing calcistico (e non solo) come Nanni De Marco se ne impadronì subito e realizzò un grande tabellone, posto al centro della sala della società di mutuo soccorso Sant’Isidoro posta in piazza a Legino, proprio a fianco del piccolo stadio, su cui aggiornare la classifica utilizzando targhette con i vari colori sociali (Internet era di là da venire: resta il dubbio su cosa avrebbe combinato Nanni nel campo della comunicazione con i mezzi attuali: la diretta streaming delle partite di Seconda categoria sicuramente).

I primi tre campionati della nuova categoria furono dominati dalla Priamar che, nella stagioni 1961- 62, 62 – 63 e 63- 64 non perse neppure una partita.

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Ecco alcuni dei protagonisti di quella formidabile Priamar imbattuta per tre stagioni di seguito. La foto è stata scattata sul campo del Sacro Cuore di Corso Colombo nella primavera del 1960. I protagonisti oscillano tra i 12 e i 10 anni. Da sinistra in piedi: Franco Astengo (allenatore), il portierino Peo Astengo, Beppe Vivarelli, Vittorio Rodino, Roberto Farulla, Enzo Vallone, Franco Bianchi.; accosciati (le mani sul pallone in una posa “uno per tutti, tutti per uno”) Aldo Bocca, Eugenio Senesi, Franco Lacota

Quella era una squadra composta da ragazzi cresciuti assieme, in grado di giocare “a memoria” e capaci, in seguito, di fare buone cose anche nei campionati di categoria superiore: il portiere Peo Astengo, i difensori Senesi, Battaglini, Dinaro, Bizzo, Vivarelli, Farulla, i centrocampisti Aonzo, Ronchi, Pellicciotta, Franco Bianchi, Rodino, Loffredo gli attaccanti Enzo Vallone, Franco Lacota (un talento straordinario buttato via),  Aldo Bocca, Gianni Arado.

Nella nostra (pur celebrata) memoria ricordiamo tre pareggi in queste stagioni calcistiche davvero meravigliose: un 2-2 con il Don Bosco di Varazze, in rimonta dopo aver subito uno 0-2 nel primo tempo, uno 0-0 avversaria la Santa Cecilia di Albisola e un 1-1 con il Don Bosco di Savona, dopo che i donboschini  avevano fallito un rigore con il futuro dott. Zanette ipnotizzato dagli 11 metri dal futuro prof. Astengo (per entrambi purtroppo non possiamo che spendere il nostro doloroso ricordo).

Da ricordare la prima finalissima del nuovo torneo, disputata nel giugno 1962. I rossoblu priamini si imposero 7-1 sulla Zinolese che presentava Sergio Sarti, futura colonna della Veloce nel ruolo di libero, e il bravo Ciappellano tra i pali (nella Villetta poi restò chiuso come titolare dal grande Paolo Merciai, ma quando capitò lo sostituì sempre con grande valore). La Zinolese era diretta da Ciro Gargiullo, generosissimo animatore di tutta l’attività calcistica del nostro estremo ponente.

Nelle stagioni successive le rivali più pericolose della Priamar sono già state citate, ma è giusto esaminarne meglio gli organici.

Il Don Bosco di Varazze fece esordire proprio in quel torneo Maurizio Ramon Turone, destinato a una grande carriera  come futuro “libero” di Genoa, Milan, Catanzaro, Roma, Bologna, Savona fino a concludere la carriera nella Cairese in Serie C2. Con  lui nei gialloblu varazzini allenati dal “Monzeglio” Craviotto anche il centravanti Vitali, Varese, Musmeci, Cini, Albezzano.

Nella Santa Cecilia, diretta dal sempiterno Gaggero, il fulcro del gioco era rappresentato da quel Claudio Mistrangelo che poi sarebbe diventato il “guru” della pallanuoto savonese capace di vincere scudetti e coppe internazionali.

Nel Don Bosco di Savona allenato dal compianto Gian Besio, coadiuvato dal fedelissimo Giullo Calzia, abbiamo già citato Piero Zanette: con lui da ricordare l’attaccante Michele Girgenti, il difensore Bruno Perlo (poi titolare nel Savona e nella Sanremese) e il portiere Pier Carlo Duce (Veloce, Sanremese, Vado).

La federazione si convinse allora della bontà dell’iniziativa: con la cautela che contraddistingueva i suoi dirigenti (Aime, Pesaro, Borzone) iniziò organizzando un campionato B Allievi (prima edizione 1964 – 65, vittorioso il Savona allenato dall’indimenticabile Ezio Volpi), arrivando con il 1967 – 68 ad allestire il vero e proprio campionato Esordienti.

Il CSI aveva così tracciato la strada di un lungo cammino, fino ad arrivare alle scuole calcio di oggi: ma negli oratori e nei piccoli campi di fortuna si erano costruiti, da grandi appassionati tutti da ricordare, fior di giocatori e di uomini.

La nazionale ideale

di LUCIANO ANGELINI e FRANCO ASTENGO

Costruire la propria squadra dei sogni rappresenta sicuramente il gioco più bello nella fantasia degli appassionati di calcio: quel gioco che si comincia a praticare da ragazzi con le figurine e poi via via discutendo con gli amici e facendo lavorare nella mente le proprie conoscenze e le proprie convinzioni tattiche.

Le “squadre ideali” poi si costruiscono fuori dal tempo e dalla spazio mettendo assieme giocatori di generazioni diverse, costruendo rappresentative formate da chi mai ha giocato assieme (e mai potrà farlo), inserendo magari anche campioni che non si è mai visto giocare e dei quali si è sentito favoleggiare.

E’ capitato quindi di muoversi sulle ali del fantastico da parte di due illustri esegeti del gioco più bello del mondo: Mario Sconcerti, “guru” della critica, sodale di Gianni Brera, editorialista del Corriere della Sera, commentatore della RAI – TV autore di libri sulla storia delle tattiche di gioco e Giampiero Ventura che dopo una carriera da calciatore spesa in gran parte sui campi della “nostra” periferia ligure è poi diventato un allenatore di successo (Cagliari, Lecce, Bari, Sampdoria, Torino, tanto per citare alcune tappe) fino ad assurgere al ruolo di commissario tecnico della Nazionale Italiana. Colui cioè che sceglie gli “11” azzurri chiamati a scendere in campo per rappresentare l’Italia (quattro titoli mondiali, 1 europeo, 1 Olimpiade). Ventura siede insomma sulla panchina che è stata di Vittorio Pozzo, Fulvio Bernardini, Enzo Bearzot e tanti altri. Roba da far tremare i polsi.

Ebbene questi due sodali usufruendo della possibilità di far ascoltare la propria voce dalle colonne dell’autorevolissimo “Corrierone” hanno provato a fabbricare la formazione ideale di tutti i tempi della Nazionale Italiana, e l’hanno fatto tirando giù rispettivamente 11 giocatori 11, senza riserve tra parentesi quindi assumendosi davanti al pubblico una bella responsabilità, diremmo quasi di tipo “storico”.

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Rivera e Riva, indiscussi protagonisti, presenti in tutte e tre le formazioni ideali

Ecco il risultato.

La formazione di Mario Sconcerti “Navarro”  messa giù dall’ 1 all’11 secondo gli antichi dettami del “sistema”) : Buffon, Burgnich, Paolo Maldini, Pirlo, Nesta, Scirea, Causio, Tardelli, Valentino Mazzola, Rivera, Riva.

Ed ecco quella di Giampiero Ventura (tifoso corniglianese della Sampdoria) : Zoff, Burgnich, Facchetti, Benetti, Nesta, Franco Baresi, Causio, Sandro Mazzola, Roberto Baggio, Rivera, Riva.

Sconcerti schiera la propria squadra con il 4-3-1-2 , Ventura con il suo classico 4-3-3-, violando entrambi (com’è nella logica del gioco) tempo e spazio.

L’Italia, com’è noto è il Paese dei 60 milioni di C.T. e anche noi, estensori di questo testo, non sfuggiamo alla regola.

Tanto più che ci picchiamo di aver frequentato il mondo del calcio, averne scritto e discusso come ci accade ancora adesso portando avanti il blog sulla storia del calcio savonese (e ligure e italiano e tutto quello che ci viene in mente di raccontare).

Anzi nella vista di redattori del blog abbiamo anche provveduto a stilare, tempo addietro, la formazione della rappresentativa ligure ideale, anzi suddividendola in due formazioni: quella anni’60 e quella anni’70.

In quella formazione tra l’altro Giampiero Ventura non ha trovato posto sopravanzato da Tullio PIerucci, pugnace combattente d’area , titolare della rappresentativa “vera” anche quando questa per causa di forza maggiore si trasformò in Nazionale B al torneo dilettanti dell’UEFA nel 1965.

Abbiamo così discusso nel modo più impegnativo richiesto da un compito così arduo e complesso e abbiamo stilato il nostro “11” ideale, tenendo conto di due elementi fondamentali: aver visto sul campo i giocatori scelti in condizione di cognizione di causa.

Quando vedemmo sul campo Valentino Mazzola, ad esempio, eravamo troppo piccoli per giudicare. Esclusi  come del resto nelle formazioni di Sconcerti e Ventura, i grandi degli anni 30, così non ci sono Combi, Rosetta, Caligaris, Monti, Mezza, Ferrari, Schiavio, Orsi tanto per fare qualche nome a caso.

In secondo luogo la nostra squadra è schierata secondo i dettami del “vianema” o mezzo sistema”, il modulo all’italiana (con propaggini svizzere) che tutti i protagonisti delle nostre scelte hanno fatto in tempo a praticare.

Ecco quindi la nostra squadra pronta a scendere in campo: Albertosi, Burgnich, Paolo Maldini, Tardelli, Rosato, Scirea, Bruno Conti, Boniperti, Boninsegna, Rivera, Riva.

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Ricky Albertosi in presa volante

In comune con la formazione di Sconcerti ci sono cinque elementi ( Burgnich, Paolo Maldini, Tardelli, Rivera e Riva); con quella di Ventura tre (Burgnich, Rivera, Riva).

Alcune scelte per noi sono imprescindibili: Ricky Albertosi è stato davvero il più grande e soprattutto ha impersonificato lo spirito guascone della nostra generazione ( peccato abbia fatto il professionista, sarebbe stato perfetto in porta della Sestrese o dell’Entella : lui nato in Toscana per 500 metri di distanza dalla nostra Liguria); con il nostro modulo occorreva uno “stopper” vero, e non un “centrale” qualsiasi e quindi scelta doverosa per “Baby Face” Roberto Rosato, killer dal volto d’angelo; come per lo stopper l’altro ruolo fondamentale è quello di un centravanti vero, acrobatico, d’area (l’ideale sarebbe stato John Charles, ma il gallese non poteva essere disponibile: siamo stati tentati anche di convocare Corrado Teneggi), quindi Roberto Boninsegna, altro goleador capace di frequentare anche la dura provincia italiana da Prato a Potenza a Varese per poi approdare a Cagliari, Inter, Juventus.

Nel complesso Paolo Maldini può essere giudicato il miglior giocatore italiano di tutti i tempi, un uomo di classe capace di sacrificarsi in difesa pur essendo in grado di giocare in tutti i ruoli (meno il centravanti, forse) e resta fuori Francesco Totti, il più bravo della sua generazione, che pur essendo stato allievo di Boskov e di Mazzone è giocatore cresciuto con la zona e, inoltre particolare non trascurabile, ancora in attività.

E’ tutto ricordando che siamo – appunto – un paese da 60 milioni di C.T.

Infine la nostra formazione del cuore ( ma non saranno in tanti a riconoscerla) : Bruno Ferrero, Andrè Galindo, Valentino Persenda, Tullio Pierucci, Nanni Ciglieri, Giulio Mariani, Giuliano Taccola, Orazio Gittone, Corrado Teneggi, Livio Gennari, Pierino Prati (esclusi non certo per demerito Giancarlo Tonoli, Roberto Longoni, Ciccio Varicelli, Beppe Furino, Eugenio Fascetti , Ilvo Nadali e tanti altri compresi i vadesi).

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Per finire la formazione storica della Nazionale della Liguria schierata in campo a Sorso in un’epica sfida con la Sardegna per il Trofeo della Regioni. Senza offesa, forse Ventura non ci avrebbe trovato posto.

Da Savona a Genova (e ritorno) in bicicletta per assistere all’esordio europeo del Brasile

di FRANCO ASTENGO (e Drin)

Può capitare che, per uno strano gioco del destino, vicende calcistiche (e non solo) internazionali si intreccino e si mescolino con affetti e vicende personali, familiari. Come non cogliere l’occasione di rievocare l’esordio europeo del Brasile per ricordare quel giovane savonese, grande cultore del calcio, che partì in bici per andare a Genova a vedere giocare i fenomeni brasiliani, per la prima volta in Europa, nell’esordio nel Mondiale del ’34 contro la Spagna. Quel giovanotto era mio padre. E’ lui che ha insegnato a me e a mio fratello Peo l’amore per il calcio (ma non per la stessa squadra: lui il Genoa, noi la Samp). Ed è a lui e a mio fratello che voglio dedicare questo ricordo

Domenica 27 maggio 1934 ore 16,30  in otto stadi italiani scatta la seconda edizione dei Mondiali di Calcio, Coppa Jules Rimet.

Una manifestazione voluta fortemente dal regime fascista che intuito nel calcio un formidabile veicolo di propaganda e di aggregazione sociale: quattro anni prima la Coppa Rimet, messa in palio dal fondatore e “storico” presidente della FIFA, si era svolta in Uruguay registrando il successo finale della celeste “Banda Oriental” padrona di casa capace di superare nella finalissima giocata allo Stadio Monumental di Montevideo l’Argentina con il punteggio di 4-2.

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Una visione dello stadio di Marassi in precedenza alla ristrutturazione attuale

Anche l’edizione 1934 si concluderà con il successo della squadra ospitante, l’Italia, capace di battere nella partita decisiva la Cecoslovacchia con il punteggio di 2-1 dopo i tempi supplementari.

L’oggetto del nostro racconto però non è la storia di quei Mondiali e ritorniamo dunque alla domenica 27 Maggio 1934.

A Firenze, nel nuovissimo stadio disegnato da Pierluigi Nervi, si gioca Germania – Belgio 5-1.

A Torino, stadio Comunale oggi Olimpico, l’Austria Wunderteam allenata da Hugo Meisl fatica a superare la Francia regolata 3-2 dopo i tempi supplementari.

A Napoli, stadio Ascarelli (distrutto durante la guerra per i bombardamenti e poi ricostruito nell’attuale forma del San Paolo)  l’Ungheria batte l’Egitto 4-2.

A Roma Italia – Stati Uniti 7-1 si giocò nel nuovo stadio intitolato al Partito Nazionale Fascista e successivamente al Torino e ancora trasformato in Stadio Flaminio per le Olimpiadi del ’60 .Mi scrivono che oggi in quello storico impianto crescono colpevolmente erbacce. In quella location nello stesso 1960 la rappresentativa ligure, diretta da Pippi Postiglioni coadiuvato da Tojo Sardelli, con i “nostri” Luciano Angelini, Luigino Pittaluga, Giorgio Peluffo, Lello Paltrinieri, Arturo Martinucci, Vincenzo Celiberti  si piazzò al secondo posto del trofeo “Zanetti” disputato tra tutte le regioni, sconfitta soltanto ai rigori dalla rappresentativa emiliana.

A Bologna (lo stadio è rimasto identico) la Svezia superò sorprendentemente l’Argentina per 3-2.

A San Siro (un solo piano, niente fari per le notturne come del resto in tutti gli altri stadi) dura battaglia tra Svizzera e Olanda: la spuntarono i rossocrociati con il punteggio di 3-2

A Trieste, stadio Val  Maura (oggi abbandonato) successo di misura della Cecoslovacchia sulla Romania 3-2.

Da notare che si giocava ad eliminazione diretta: le perdenti subito a casa !

Il nostro scenario però è quello sempiterno di Marassi in Genova.

Vi si gioca una partita di lusso: le furie rosse spagnole affrontano quello che mastro Brera, qualche anno dopo denominerà come il “magno Brasile”.

E’ la prima volta che la rappresentativa carioca/paulista (in Brasile si gioca ancora un campionato per ogni Stato) arriva in Europa: Argentina e Uruguay si sono già viste nel vecchio continente in occasione delle Olimpiadi di Parigi del 1924 e di Amsterdam del 1928 (in entrambe le occasioni la “Celeste” di Cesar Andrade, Nasazzi, Mascheroni si sarebbe aggiudicata la medaglia d’oro).

Il Brasile indossa ancora la maglia bianca che poi sarà abbandonata nel 1950 dopo il tragico “Maracanazo”, la sconfitta subita sempre dall’Uruguay nelle finale casalinga dei mondiali  ( a segno per la “Celeste” l’astigiano Ghiggia che poi sarà alla Roma e il camoglino Schiaffino in seguito cervello pensante del Milan).

Formazione : Pedrosa, Silvio, Luis Luiz,Tinoco, Martin Silveira, Canalli, Luizinho, Waldemar, Armandhino, Leonidas, Patesko.

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La formazione del Brasile ai mondiali del 1934

La Spagna schiera 10 baschi davanti all’inarrivabile Ricardo Zamora capitano: Zamora, Ciriaco, Quincoces, Glauren, Miguenza,Marculeta, Lafuente, Iragorri, Langara, Lecue, Gorostiza.

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Le “furie rosse”

La partita si rivela un massacro: i baschi legnano di brutto e i brasiliani giocano per portare in palleggio la palla in porta. Arbitra il tedesco Birken cui il “calcio atletico” della “equipo de hermanos” non dispiace e finisce 3-1, doppietta di Iragorri e Langara  (due protagonisti, quattro anni dopo, delle selezione di Euzkadi che girerà il mondo per sfuggire alla guerra civile dopo che i giocatori si erano schierati per la Repubblica), per il Brasile salva l’onore il fuoriclasse Leonidas.

Tra i 21.000 spettatori che si affollano nell’impianto genovese, vera culla del calcio italiano, c’è anche un savonese.

Un giovanotto di 23 anni ancora da compiere che ha appena terminato 28 mesi di servizio militare in Marina e lavora alla Monteponi di Vado Ligure, giocando al calcio nella Veloce, dopo che la squadra del suo quartiere quella delle Fornaci è stata brutalmente sciolta dal regime per via di dirigenti (e giocatori) non allineati.

Quel giovanotto ha inforcato la bicicletta al mattino (come gi capitava di frequente per assistere alle partite del Genoa o dell’Andrea Doria), ha pedalato fino a Genova, ha lasciato la sua bici chiusa con il lucchetto sul Ponte Serra, ha acquistato il biglietto e assistito alla partita: addirittura all’esordio europeo del Brasile.

Erano altri tempi, di semplicità assoluta: adesso per assistere ad una partita dei mondiali occorre prenotare sei mesi prima, si entra in stadi vigilati dai marines e si è perquisiti almeno sei volte prima di prendere posto.

Quel giovanotto savonese era mio padre: grande appassionato e competente che, nel corso degli anni, mi ha raccontato più volte quell’avventura precisando che il più bello spettacolo calcistico mai visto nella sua vita era stato quello delle riserve brasiliane scese in campo nell’intervallo a palleggiare.

Mio padre era nato nel 1911: ricordava Ardissone rimboccarsi le maniche della “bianca casacca” al centro del campo e Caligaris con la maglia nera del Casale, alla Valletta, rinviare dal fondo impegnando da quella distanza Cain Salemme in difficili parate.

Il calcio internazionale era la sua passione anche se tifava Genoa soprattutto per via del suo amico Levratto con il quale aveva lavorato proprio in Monteponi: ma non me lo disse quando a Maggio del 1949 gli dichiarai il mio tifo sampdoriano (lo seppi in altra occasione)

Assistemmo assieme alla TV, il primo sabato di maggio del 1957, alla finale delle Coppa d’Inghilterra: vigeva ancora la carica al portiere, l’Aston Villa superò 2-1 il Manchester United dopo che era stato brutalmente liquidato il portiere del reds.

Nel buio della sala (allora la TV si guardava rigorosamente al buio come al cinema, ci trovavamo nella saletta della società di mutuo soccorso delle Fornaci appena trasferita, in quella che è ancora la sua sede attuale) mi sussurrò: pensa siamo assistendo alla finale della Coppa d’Inghilterra.

Sembrava un miracolo e una grande soddisfazione per lui, internazionalista per vocazione politica ma assolutamente cosmopolita per quel che riguardava il calcio.

Un ricordo indelebile per tempi molto diversi da quelli sguaiati e ridicolmente chiassosi di oggidì.