Italia: Sentimenti IV, Ballarin, Maroso, Grezar, Rigamenti, Castigliano, Menti, Loik, Gabetto, Mazzola, Ferraris II.
Ungheria: Toth, Rudas, Balogh, Szucs, Nagymarosi, Egresi, Szusa, Zsengeller, Puskas, Patkolo, Szylagi.
Arbitro: Von Wartburg (Svizzera).
Italia e Ungheria schierate al centro del campo prima del fischio d’inizio
Al secondo posto in questo ideale podio dei “blocchi” azzurri figurano altre cinque partite.
La prima occasione nella quale fu operato questo tipo di scelta risale addirittura al primo maggio 1913, a Torino contro il Belgio quando la Commissione Tecnica formata da 7 persone con allenatore l’inglese William Garbutt del Genoa decise di far scendere in campo 9 giocatori su 11 appartenenti alla Pro Vercelli.
Uniche eccezioni furono rappresentate dal terzino sinistro De Vecchi (“il figlio di Dio, che poi passerà al Genoa) e al centroavanti dell’Andrea Doria Fresia.
L’Italia vinse 1-0 e il mediano Ara segnò il primo goal calciato direttamente su punizione nella storia della nazionale italiana.
Torino (Stadio Piazza d’Armi) giovedì 1 maggio 1913 ore 15,30
ITALIA – BELGIO 1-0
Rete: Ara.
Italia: Innocenti, Valle, De Vecchi, Ara, Milano I; Leone, Milano II, Berardo, Fresia, Rampini, Corna.
Belgio: Baes, Swartenbroeks, Hubin, Braeckamn,Bossaert, Suelens, Bessens, Da Veen, Brabart, Sayes, Becqueivort.
Arbitro: Goodley (Inghilterra).
A lato degli azzurri William Garbutt, allenatore del Genoa primo vero modernizzatore del calcio italiano
A Budapest il 22 ottobre 1933 ancora Pozzo scelse un blocco di 9 giocatori appartenenti alla stessa squadra: questa volta alla Juventus. Unici esterni il mediano Pizziolo della Fiorentina e l’ala italo – brasiliana Guarisi della Lazio. Vittoria per 1-0.
Budapest (Stadio Ferencvaros) domenica 22 ottobre 1933, ore 15
UNGHERIA – ITALIA 0-1
Rete: Borel II.
Ungheria: Hada, Koriany I, Biro, Szalay, Sarosi I, Palotas, Mikes, Tackas II, Polgar, Toldi, Kemeny.
Italia: Combi, Rosetta, Caligaris, Pizziolo, Monti, Bertolini, Guarisi, Cesarini, Borel II, Ferrari, Orsi.
Arbitro: Sir Stanley Rous (Inghilterra: futuro presidente della FIFA).
La copertina della “Domenica Sportiva” (a destra) che reca le immagini della vittoria italiana a Budapest, con l’immagine a tutta pagina di Felice Placido Borel “Farfallino”, cui oggi è intitolato lo stadio di Finale Ligure, autore della rete della vittoria. Nel retro di copertina (a sinistra) le foto di una delle imprese di Primo Carnera.
Ancora il Torino con 9 uomini in campo il 27 aprile 1947. A Firenze: Italia – Svizzera 5-2. I due esterni entrambi juventini: ancora Sentimenti IV tra i pali e il grande Carlo Parola al centro della mediana.
Firenze (Stadio Comunale) domenica 27 aprile 1947 ore 16
ITALIA – SVIZZERA 5-2
Reti: Mazzola, Fatton, Loich, Menti (3), Bocquet.
Italia: Sentimenti IV, Ballarin, Maroso, Grezar, Parola, Castigliano, Menti, Loich, Gabetto, Mazzola, Ferraris II.
Svizzera: Ballabio, Gyger, Steffen, Tanner, Eggimann, Bocquet, Bockel, Hasler, Amadò, Maillard, Fatton.
Arbitro : Beck (Austria).
La Nazionale schierata a Firenze nella giornata del 5-2 inflitto alla Svizzera: da sin., in piedi, il ct Vittorio Pozzo, Castigliano, Menti autore di tre reti, Mazzola, Ballarin, Gabetto, Sentimenti IV; accosciati: Grezar, Loik, Maroso, Parola, Ferraris II
E’ capitato però che lo schieramento a”blocchi” funzionasse alla rovescia. Anzi ci fu un’occasione nella quale si determinò uno dei disastri più clamorosi nella storia della nazionale italiana: 12 maggio 1957 a Zagabria, Jugoslavia-Italia 6-1. In campo 9 giocatori della Fiorentina (che nella stagione 1955 – 56 aveva vinto il suo primo scudetto) integrati dal portiere della Lazio Bob Lovati e dallo juventino Giampiero Boniperti. Tra gli slavi da ricordare il portiere Beara, all’epoca (e non solo) tra i migliori in Europa, Milutinovic, Mitic e Vujadin Boskov, poi indimenticato allenatore della grande Sampdoria.
Zagabria (Stadio Dinamo) domenica 12 maggio 1957, ore 15,30
JUGOSLAVIA – ITALIA 6-1
Reti: Zebec, Milutinovic (2), Lipisonovic, Rajkov, Cervato su rigore, Vukas.
Jugoslavia: Beara, Spaijc, Crnovick, Mitic, Kristic II, Boskov, Rajkov, Milutinovic, Zebec, Vukas, Liposonovic.
Italia: Lovati,Magnini, Cervato, Chiappella, Orzan, Segato, Boniperti, Gratton, Virgili, Montuori, Prini.
La Nazionale travolta a Zagabria: da sinistra in piedi, Cervato, Chiappella, Orzan, Lovati, Prini, Segato; accosciati, Magnini, Boniperti, Montuori, Gratton, Virgili
L’ultimo caso di nove giocatori di una stessa squadra nell’undici azzurro si verificò il 21 giugno 1978 quando Enzo Bearzot, mondiali di argentina in corso, gara di semifinale avversaria l’Olanda, schierò 9 giocatori della Juventus con estranei i soli Paolo Rossi, in quel momento appartenente al Lanerossi Vicenza. Rossi, cresciuto proprio nel vivaio bianconero, sarebbe poi tornato alla Juve dopo la squalifica per il calcio – scommesse in tempo per vincere, da juventino, il Mundial 1982.
L’Italia fu sconfitta 2-1 e nacque in quella gara il mito di Zoff “miope” dopo aver subito un goal da Brandts dalla grande distanza: ma appunto si trattava di un mito, perché il portiere friulano avrebbe difeso ancor la rete dell’Italia per altri quattro anni contribuendo in modo decisivo al successo di Spagna ’82.
C’è stato anche un caso di “mancato blocco” che vale la pena di raccontare.
Buenos Aires (Estadio Monumental del River Plate) mercoledì 21 giugno 1978, ore 21.15
OLANDA – ITALIA 2-1
Reti: Brandts autorete, Brandts, Haan.
Olanda: Schrvijers (dal 21’ Jangbloed), Brandts, Portvliet, Jansen, Neeskens, Krol, Renè Van De Kherkof, Willy Van De Kherkof, Rep ( dal 65’ Van Kraay) Haan, Resenbrink.
Italia: Zoff, Cuccureddu, Cabrini, Benetti (dal 77’ Graziani), Gentile, Scirea, Causio ( dal 46’ Claudio Sala), Tardelli, Paolo Rossi, Zaccarelli, Bettega.
Zoff battuto dal tiro di Brandts dalla lunga distanza
Qualificazioni mondiali 1958: l’Italia deve giocare a Belfast una partita decisiva avversaria l’Irlanda del Nord per acquisire il “passi” per la fase finale in Svezia. Agli azzurri basterebbe un “pari” e il clima nella capitale nordirlandese è surriscaldato dopo un’amichevole forzatamente giocata per il mancato arrivo dell’arbitro designato, avendo l’Italia rifiutato un arbitro di casa. Amichevole finita in rissa, sul punteggio di 2-2 che ci avrebbe qualificato.
La gara viene ripetuta a gennaio 1958 e i padroni di casa ci attendevano al varco. “Mastro” GioanBrera fu Carlo, in quel momento massimo ebdomadarista del calcio italiano e grande fautore del catenaccio, avversario degli “abatini” tocchettatori e fautore delle difese spazza tutto, propone di mandare a Belfast il blocco del Padova allenato da Nereo Rocco.
Padova squadra “esegeta” del catenaccio che, in difesa, allineava sei marcantoni dai quali girare al largo e che, in quel momento, si trovava al secondo posto in classifica alle spalle della Juventus di Boniperti, Charles e Sivori. La proposta fu sdegnosamente rifiutata come coercitiva della dignità del calcio italiano e della sua storia, sarebbe stato umiliante andare là chiusi in difesa per portar via un mediocre 0-0.
Il direttore di “Stadio” Aldo Bardelli, influentissimo personaggio nel mondo del calcio italiano contraltare di Brera dal punto di vista dell’impostazione tattica, aprì una campagna di stampa all’insegna della difesa del bel gioco d’attacco.
La commissione tecnica, composta dal presidente del Novara Luciano Marmo, dal futuro presidente federale Pasquale, dal presidente dell’Atalanta Tentorio, dall’ex centroavanti del Bologna Schiavio con allenatore Alfredo Foni, abboccò all’amo di Bardelli.
I giocatori del Padova non furono convocati: solo Blason aveva già giocato in nazionale e, in seguito, il mediano Moro avrebbe registrato una presenza; gli altri a partire dal classico capitano Aurelio Scagnellato e dal roccioso centromediano Azzini non avrebbe mai vestito la maglia azzurra.
Al contrario, a Belfast, in gennaio nella nebbia fu schierata una compagine comprendente quattro fiorettatori sud americani, presto in balia degli sbrigativi difensori nordirlandesi. La sconfitta per 2-1 precluse all’Italia la via dei mondiali in Svezia e per il blocco del Padova non ci fu più occasione.
Entra in rete il goal di Cush. L’Italia è sconfitta a Belfast
Belfast (Windsor Park) mercoledì 15 gennaio 1958, ore 14,15
IRLANDA DEL NORD – ITALIA 2-1
Reti: Mc Ilroy, Cush, Da Costa.
Irlanda del Nord: Uprichard, Cunningham, Mc Michael, Danny Banchflower, Jackie Banchflower, Peacock, Bingham, Cush, Simpson, Mc Ilroy, Mc Parland.
Italia: Bugatti, Vincenzi, Corradi, Invernizzi, Ferrario, Segato, Ghiggia, Schiaffino, Pivatelli, Montuori, Da Costa.
Arbitro: Zsolt (Ungheria).