10 GIUGNO 1934, NOVANT’ANNI FA: L’ITALIA PER LA PRIMA VOLTA CAMPIONE DEL MONDO

La nazionale italiana schierata a centrocampo prima della finale. Da sinistra a destra (escluse le riserve in tuta ma non c’erano sostituzioni): MontiMonzeglioSchiavioOrsiFerrariGuaitaMeazza (con la bandiera), CombiFerrarisAllemandi e Bertolini.

Novant’anni fa: per la prima volta l’Italia organizza e vince il campionato del mondo di calcio, Coppa Jules Rimet, alla sua seconda edizione dopo quella svoltasi nel 1930 in Uruguay.

L’assegnazione del torneo allo stato italiano avvenne durante un incontro della FIFA a Zurigo nell’ottobre 1932, con il Bel Paese che superò la concorrenza della Svezia.Risultò decisiva in tal senso la promozione sportiva, ed in particolare calcistica, operata da Benito Mussolini; la stessa influenza fascista sarà poi indicata, nei decenni a venire, come un fattore determinante anche per il successo agonistico colto dalla formazione italiana.

Una formazione dell’Egitto, squadra al debutto nei campionati mondiali.

Dal punto di vista logistico, furono otto le città scelte per la disputa delle gare: BolognaFirenzeGenovaMilanoNapoli, la capitale Roma (in cui si svolse la finale), Torino e Trieste. Relativamente all’aspetto sportivo va segnalata l’introduzione delle eliminatorie, cui dovette sottoporsi peraltro anche la nazione ospitante: alla fase finale pervennero 12 compagini europee, 3 americane e un’africana mentre si registrò l’assenza dell’Uruguay, circostanza ascrivibile alla rivalsa che i platensi vollero operare nei confronti del vecchio continente allorché l’edizione del 1930 fu disertata da gran parte delle squadre europee per questioni legate al trasporto ed alle spese.

La prima giornata, corrispondente agli ottavi di finale, segnò l’eliminazione di ogni contendente non europea: Spagna e Svezia sconfissero le sudamericane Brasile e Argentina (quest’ultima in campo con una squadra di calciatori dilettanti), mentre l’Ungheria estromise l’Egitto.L’Italia ebbe vita facile a sbarazzarsi degli Stati Uniti[, così come agevole fu il compito della Germania contro il Belgio,più complicato risultò l’impegno di Austria e Svizzera, Prevalsero rispettivamente su Francia e Paesi Bassi col punteggio di 3-2. Di misura anche l’affermazione cecoslovacca sulla Romania, per 2-1.

La formazione dell’Austria, soprannominata “Wunderteam” («squadra delle meraviglie» in tedesco).

Nei quarti di finale l’Italia incontrò la Spagna. Gli azzurri superarono gli iberici soltanto nella ripetizione dell’incontro, dovuta al fatto che il primo fosse terminato in parità: costretti a rinunciare all’infortunato Zamora, gli spagnoli persero per un gol di Meazza.In entrambe le sfide, non mancarono polemiche dovute all’arbitraggio soprattutto da parte spagnola: nella prima sfida, in occasione del gol del pareggio della formazione di casa, gli iberici lamentarono un fallo di Meazza sul portiere Zamora, di contro gli azzurri protestarono per un rigore non concesso per fallo su Schiavio.La seconda gara fu risolta dopo appena 11 minuti da Meazza, mentre da parte spagnola si levarono polemiche per un goal annullato agli iberici dall’arbitro svizzero Mercet.

Alle semifinali ebbero poi accesso Germania e Austria, impostesi a scapito di scandinavi e magiari,infine, la Cecoslovacchia sconfisse la Svizzera.

Altre polemiche interessarono anche la semifinale tra Italia e Austria, vinta dai primi con una rete dell’italo-argentino Guaita; ad agevolare la segnatura un presunto intervento irregolare di Meazza sul portiere Platzer. Tuttavia fu piuttosto lo stesso Platzer, dopo che gli sfuggì il pallone dalle mani, a intervenire fallosamente sulla mezzala italiana finendo per restarne travolto.

L’altra squadra che accedette alla finalissima fu la Cecoslovacchia, nettamente superiore alla Germania (3-1)

A far suo il bronzo nel match di consolazione fu proprio la compagine teutonica, impostasi di misura sui rivali austriaci (cui, per ragioni organizzative, venne fatta indossare la maglia del Napoli, non avendo gli austriaci portato una muta di riserva). Il titolo fu invece conquistato dall’Italia che, dopo aver incassato il vantaggio dei boemi con Puč, trovò il pari grazie ad un tiro al volo dell’oriundo Orsi: nei supplementari fu poi Schiavio a realizzare il definitivo 2-1, svenendo per l’emozione dopo il gol.

I calciatori della squadra azzurra (imperniata principalmente sull’asse juventino) ricevettero un premio di 20 000 lire a testa, sebbene a Mario Pizziolo, generoso mediano infortunatosi ai legamenti del ginocchio nella prima partita contro la Spagna, la medaglia d’oro venne riconosciuta solamente nel 1988 per iniziativa della FIGC.

FINALE CAMPIONATO DEL MONDO

Roma 10 giugno 1934

Italia – Cecoslovacchia 2-1 dopo i tempi supplementari

reti: Puc, Orsi, Schiavio

Italia: Combi, Monzeglio, Allemandi, Ferrraris IV, Monti, Bertolini, Guaita, Meazza, Schiavio, Ferrari, Orsi C.T. Vittorio Pozzo

Cecoslovacchia: Planicka, Cytozorki, Zenisek, Krcil, Cambial, Kostalek, Puc, Neyedly, Sobotka, Svoboda, Junek C,T, Petru

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